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SCHEDA ARTICOLO N. «00017»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: PARAMAHANSA YOGANANDA
TITOLO: PAROLE E FATTI, NELLA VITA DI YOGANANDAJI
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TESTO ARTICOLO

Parole e fatti nella vita di Yoganandaji
Tratto da:

IL MAESTRO DISSE

Dedicato ai membri della
Self- Realization Fellowship ed
a tutti i cercatori della verità


"Mi piace la vostra dottrina; ma siete voi cristiano?", chiese un uomo dopo
aver parlato con P. per la prima volta. "Non ci disse forse il Cristo: 'Non
chiunque mi dice: Signore! Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa
la volontà del Padre mio che è nei cieli?'", replicò il M.
"Nella Bibbia, il termine 'pagano' significa idolatra, cioè uno la cui
attenzione non è fissata nel Signore ma sulle attrazioni del mondo. Un
materialista potrebbe andare in chiesa la domenica, eppure essere un pagano.
Colui che tiene sempre accesa la fiaccola della memoria del Padre Celeste e
che obbedisce ai precetti di Gesù, è un cristiano". Egli aggiunse: "Decidete
voi quale dei due credete ch'io sia".

"Vedete com'è bello lavorare per il Signore", disse un il M. a un discepol9o
volenteroso e coscienzioso. "Il senso dell'egoismo in noi è una prova.
Lavoreremo noi saggiamente per il Padre Celeste, o stoltamente per noi
stessi? "Compiendo delle azioni nel giusto spirito, noi giungiamo a
comprendere che il Signore è l'unico Fattore; cioè, ogni forza o potere è
divino e proviene dall'Unico
Essere, DIO".

"La vita è un grande sogno di Dio", disse il M. "Se è soltanto un sogno,
perchè il dolore è così reale?", chiese un allievo.
"Una testa di sogno che sbatte contro un muro di sogno", rispose P. "Chi
sogna non è copnscio della natura allucinatoria del suo sogno, finchè non si
risveglia.Così l'uomo non comprende la natura illusoria del sogno cosmico
della creazione finchè non si riscveglia in Dio".

Il M. dava molta importanza alla necessità di una vita ben bilanciata fra
attività e meditazione. "Quando lavorate per Dio e non per voi stessi", egli
diceva, "è come se fosse meditazione. Allora il lavoro aiuta la vostra
meditazione e la meditazione aiuta il vostro lavoro. Voi avete bisogno
dell'equilibrio. Con la sola meditazione, diventate pigri, e con la sola
attività la mente diviene mondana e voi dimenticate Iddio".
"E' bello pensare che il Signore ci ama tutti in modo uguale", disse un
visitatore, "ma sembra ingiusto che vogklia bene a un peccatore quanto a un
santo". "Un diamante è forse meno prezioso quand'è ricoperto di fango?",
domandò il M. "Dio vede l'immutabile bellezza delle nostre anime. Egli sa
che non siamo i nostri errori".

Molte persone sembrano sfidare il progresso e preferire i solchi
profondamente scavati del pensiero e delle attività. "Io chiamo questi
uomini 'antichità psicologiche'", disse il M. ai discepoli. "Non siate di
questi, affinchè, quando morirete, gli angeli non dicano: 'Oh, ecco
un'antichità psicologica, rimandiamola sulla terra!'".
/
"Qual'è la differenza tra una persona mondana e una persona cattiva?",
chiese un uomo. Il M. disse: "La maggior parte degli uomini è mondan, ma
pochi sono veramente cattivi. Esser 'mondano' vuol dire essersciocco, dare
importanza a cose che non ne hanno e tenersi lontano da Dio per ignoranza.
Ma 'esser cattivo' significa volger le spalle al Signore; non molti lo
farebbero".

Un nuovo allievo riteneva possibile assimilare la dottrina del M. solo
attraverso un profondo studio, senza praticare la meditazione. P. gli disse:
"La percezione della verità deve essere una crescita interiore. Non può
essere un innesto".

Non lamentatevi se nella meditazione non vedete luci o immagini. Entrate
profondamente nell'esperienza della Beatitudine; là troverete la reale
presenza di Dio. Non cercate una parte, ma il Tutto".

Un certo allievo che il M. aveva iniziato al Kriya Yoga disse a un altro
studente: "Io non pratico il Kriya tutti i giorni. Cerco di trattenere nella
memoria la gioia che è venuta a me la prima volta che ho usato questa
tecnica". Quando P. apprese la storia, rise e disse: "Egli è come un uomo
affamato che rifiuta il cibo dicendo: 'No grazie! Io cerco di trattenere
nella memoria la soddisfazione che provai durante un pasto fatto la
settimana scorsa'".

"M. io amo tutti", disse una discepola. "Dovresti amare Dio solo", rispose
P. La discepola incontrò il Guru alcune settimane dopo. Questi le chiese:
"Ami tu gli altri?". "Io conservo il mio amore per Dio solo", rispose la
devota. "Dovresti amare tutti di questo stesso amore". Confusa, la discepola
chiese: "Signore che cosa intendete dire? Prima dite che amare tutti è
sbagliato, poi dite che è sbagliato escluderwe alcuno dal nostro amore".
"Tu sei attratta dalla personalità della gente, che porta a contrarre
attaccamenti limitanti", spiegò il M. "Quando amerai veramente Iddio, Lo
vedrai in ogni volto umano, e saprai che cosa significa amare tutti. Non
sono le forme e gli ego che dobbiamo adorare, ma il Signore dimorante in
ogni essere umano. Egli solo dota le Sue creature di vita, fascino,
individualità".

Un discepolo espresse il desiderio di far piacere al M. P. rispose: "La mia
felicità sta nel sapere che voi siete felici in Dio. Ancoratevi in Lui".

"Il mio desiderio di Dio è molto intenso", disse un discepolo. Il M.
rispose: "Questa è la benedizione più grande, sentire la Sua trazione sul
tuo cuore. E' il Suo modo di dirti: - Troppo a lungo hai giocato coi
balocchi della mia creazione. Ora ti voglio con Me. Ritorna a Casa!".

Alcuni tra i monaci e le suore dell'Ordine della Self-Realization
Fellowshipi chiesero a P. il permesso di scartare l'abito mondano e portare
vesti monacali. Il M. disse: "Ciò che importa non sono i vostri vestiti, ma
il vostro attegiamento interiore. Fate del vostro cuore un eremitaggio, e la
vostra veste sia l'amore di Dio". Nel discutere la follia dell'associarsi a
cattive compagnie, il M. disse: "Se si pela dell'aglio o si tocca un uovo
marcio, rimangono sulle mani degli sgradevoli odori, e ci vuole un grande e
ripetuto lavaggio per toglierli".

"Fintanto che siamo immersi nella coscienza del corpo, siamo come stranieri
in un paese non nostro", disse il M. "La nostra patria è la Onnipresenza".

Un gruppo di discepoli camminava col M. sul prato dietro l'eremitaggio di
Encinita spaziante sull'oceano. Il tempo era scuro e nebbioso. Qualcuno
osservò: "Com'è freddo e buio!".
"E' qualcosa di simile all'atmosfera che avvolge una persona materialista al
tempo della morte", disse il M. "Scivola da questo mondo per entrare in ciò
che le appare come una fitta nebbia. Niente le appare chiar, e per un certo
tempo si sente intimorita e perduta. Poi, secondo il karma, procede verso un
chiaro mondo astrale per imparare delle lezioni spirituali, oppure cade in
un sonno profondo finchè non arriva il giusto momento karmico per rinascere
sulla terra. "La coscienza di un devoto che ama Dio non è disturbata dalla
transizione da questo mondo all'altro. Senza sforzo egli entra nel regno
della luce, dell'amore e della gioia."

"Molte persone sono assorbite dalle cose materiali", disse il M. "Se
qualche volta pensano a Dio, è solo per chiedergli denaro o salute.
Raramente esse pregano per il dono supremo: la vista della Sua faccia, il
tocco trasformante della Sua mano. "Il Signore conosce il corso dei nostri
pensieri. Egli non si rivela a noi finchè ciascuno di noi non Gli dice:
'Padre, guidami e possiedimi!".

"Non aspettatevi che un fiore spirituale sbocci ogni giorno nel giardino
della vostra vita", disse il M. a un gruppo di discepoli. "Abbiate fede nel
Signore cui avete offerto voi stessi; Egli vi porterà il divino esaudimento
al tempo giusto. "Voi avete piantato il seme della divina aspirazione;
annaffiatelo con la preghiera e le giuste azioni. Strappate le erbacce del
dubbio, dell'indecisione e della pigrizia. Quando vedrete apparire i
germogli delle divine percezioni, custoditeli con cura devozionale. Un bel
mattino vedrete spuntare il fiore dell'autorealizzazione".

P. teneva un discorso davanti a un gruppo di discepoli. Un certo devoto, che
sembrava intento ad ascoltare le parole del Guru, lasciava divagare il
proprio pensiero. Quando venne il momento di darsi la buonanotte, P. si
rivolse a lui dicendo: "La mente è come un cavallo; è bene legarla,
altrimenti scappa".

Molti uomini e donne che non comprendono le verità spirituali, resistono
all'aiuto che un saggio desidera dare loro. Essi rifiutano il suo consiglio
con sospetto. Un giorno P. disse, con un sospiro: "La gente è così abile
nella sua ignoranza!".

Un buon allievo ben intenzionato che si attendeva risultati miracolosi da un
giorno all'altro, fu deluso nel trovare che, dopo essersi sforzato per una
settimana, non riusciva a constatare in meditazione alcun segno della
presenza interiore di dio. "Senon riesci a scoprire la perla con uno o due
tuffi, non gettare la colpa sull'oceano; dà la colpa a te stesso", disse il
M. "Non ti sei ancora tuffato abbastanza profondamente".

"Con la pratica della meditazione", disse il M., "scoprirete che avete un
paradiso portatile nel vostro cuore".

Il M. era l'uomo più mite in molti sensi, ma in certe occasioni poteva
essere granitico. Un certo discepolo che conosceva soltanto la sua dolcezza,
cominciò a trascurare le proprie incombenze. Il Guru lo rimproverò
aspramente. Vedendo lo sbalordimento negli occhi del giovane che aveva
subìto questo inaspettato rimbrotto, il M. disse: "Quando dimentichi l'alto
scopo che ti ha portato qui, io rammento il mio impegno spirituale di
correggere i tuoi difetti".

Il M. ribadiva spesso la necessità di una sincerità completa verso Dio. Egli
disse: "Il Signore non si lascia comprare dall'imponenza della congregazione
in una chiesa, nè dalla sua ricchezza o dai sermoni ben congegnati. Iddio
visita solamente gli altri dei cuori purificati dalle lacrime di devozione e
illuminati dalla luce dell'amore".

Un devoto si avviliva perchè altri discepoli sembravano fare maggiori
progressi spirituali di lui. Il M. Ddisse: "Tu tieni gli occhi sul piatto di
portata invece che sul tuo proprio piatto, pensando a ciò che non hai
ricevuto anzichè a ciò che ti è stato dato".

Parlando della sua grande famiglia di cercatori della verità, il M. diceva
spesso: "La madre Divina mi ha mandato tutte queste anime perchè io possa
bere il nettare del Suo amore dai calici di molti cuori".

Un certo discepolo, interessato all'espansione della 'Chiesa di tutte le
Religioni' a Hollywood, esultava ogni volta che la frequenza dei devoti era
particolarmente numerosa. Ma P. disse:
"Un commerciante osserva accuratamente quanti clienti entrano nel suo
negozio. Io non penso mai alla nostra chiesa in questo modo. Io mi rallegro
delle ' folle d'anime', come dico spesso, ma do la mia amicizia
incondizionatamente a tutti, sia ch'essi vengano o non vengano qui".

A un devoto scoraggiato il M. disse: "Non essere negativo. Non dire mai che
non progredisci. Quando pensi: 'Non posso trovare Iddio', ti sei codannato
da solo. Nessun altro tiene il Signore lontano da te".

"M. , ditemi quale preghiera dovrei usare per attirare più rapidamente a me
il Divino Amato" chiese un devoto indù. P. rispose: "Offri a Dio i gioielli
di preghiera che giacciono nelle profonde miniere del tuo cuore".

Il M, sempre generoso, sempre pronto a dar via ciò che gli era stato donato,
una volta disse: "Io non credo alla carità". Osservando lo stupore scritto
sui volti dei discepoli, egli aggiunse: "La carità rende gli uomini schiavi.
Condividere con gli altri la nostra saggezza in modo da renderli capaci
d'aiutare se stessi è cosa più grande di ogni dono materiale".

"Una cattiva abitudine può essere presto cambiata", disse il M. a un
discepolo che cercava il suo aiuto. "Un'abitudine è il risultato della
concentrazione della mente. Tu ti sei abituato a pensare in un certo modo.
Per formare una nuova abitudine buona, basta che ti concentri in senso
contrario".

"Quando avete imparato ad essere felici nel presente, avete trovato la
giusta via che conduce a Dio", disse ilM. a un gruppo di discepoli. "Allora
ben poche persone vivono neel presente", osservò un devoto. "Vero", rispose
P. "I più vivono nel pensiero del passato o del futuro".

Un allievo che aveva subìto molte delusioni, cominciava a perdere la sua
fede in Dio. A lui il M. disse: "Quando la Divina Madre ti colpisce più
duramente, questo è il momento di aggrapparti più fortemente alle sue
sottane"

Parlando del male che provocano i pettegolezzi, il M. raccontò a un gruppo
di discepoli: "Il mio Guru Sri Yukteswar usava dire: 'Se non è qualcosa che
posso dire a tutti, non la voglio sentire'".

"Il Signore portò in esistenza tanto l'uomo che maya", disse il M. "Gli
inganni dell'illusione: l'ira, l'avidità, l'egoismo e così via, sono
invenzioni Sue, non nostre. Egli è responsabile per aver progettato le prove
nella corsa ad ostacoli della vita. "Un grande santo in India soleva
pregare: 'Padre Celeste, io non Ti ho chiesto d'esser creato; ma poichè mi
ha hai creato, Ti prego, liberami nel Tuo Spirito'. Se parlerete con amore a
Dio in questo modo, Egli sarà costretto a portarvi a Casa".

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