Parole e fatti nella vita di Yoganandaji Tratto da:
IL MAESTRO DISSE
Dedicato ai membri della Self- Realization Fellowship ed a tutti i cercatori della verità
"Mi piace la vostra dottrina; ma siete voi cristiano?", chiese un uomo dopo aver parlato con P. per la prima volta. "Non ci disse forse il Cristo: 'Non chiunque mi dice: Signore! Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli?'", replicò il M. "Nella Bibbia, il termine 'pagano' significa idolatra, cioè uno la cui attenzione non è fissata nel Signore ma sulle attrazioni del mondo. Un materialista potrebbe andare in chiesa la domenica, eppure essere un pagano. Colui che tiene sempre accesa la fiaccola della memoria del Padre Celeste e che obbedisce ai precetti di Gesù, è un cristiano". Egli aggiunse: "Decidete voi quale dei due credete ch'io sia".
"Vedete com'è bello lavorare per il Signore", disse un il M. a un discepol9o volenteroso e coscienzioso. "Il senso dell'egoismo in noi è una prova. Lavoreremo noi saggiamente per il Padre Celeste, o stoltamente per noi stessi? "Compiendo delle azioni nel giusto spirito, noi giungiamo a comprendere che il Signore è l'unico Fattore; cioè, ogni forza o potere è divino e proviene dall'Unico Essere, DIO".
"La vita è un grande sogno di Dio", disse il M. "Se è soltanto un sogno, perchè il dolore è così reale?", chiese un allievo. "Una testa di sogno che sbatte contro un muro di sogno", rispose P. "Chi sogna non è copnscio della natura allucinatoria del suo sogno, finchè non si risveglia.Così l'uomo non comprende la natura illusoria del sogno cosmico della creazione finchè non si riscveglia in Dio".
Il M. dava molta importanza alla necessità di una vita ben bilanciata fra attività e meditazione. "Quando lavorate per Dio e non per voi stessi", egli diceva, "è come se fosse meditazione. Allora il lavoro aiuta la vostra meditazione e la meditazione aiuta il vostro lavoro. Voi avete bisogno dell'equilibrio. Con la sola meditazione, diventate pigri, e con la sola attività la mente diviene mondana e voi dimenticate Iddio". "E' bello pensare che il Signore ci ama tutti in modo uguale", disse un visitatore, "ma sembra ingiusto che vogklia bene a un peccatore quanto a un santo". "Un diamante è forse meno prezioso quand'è ricoperto di fango?", domandò il M. "Dio vede l'immutabile bellezza delle nostre anime. Egli sa che non siamo i nostri errori".
Molte persone sembrano sfidare il progresso e preferire i solchi profondamente scavati del pensiero e delle attività. "Io chiamo questi uomini 'antichità psicologiche'", disse il M. ai discepoli. "Non siate di questi, affinchè, quando morirete, gli angeli non dicano: 'Oh, ecco un'antichità psicologica, rimandiamola sulla terra!'". / "Qual'è la differenza tra una persona mondana e una persona cattiva?", chiese un uomo. Il M. disse: "La maggior parte degli uomini è mondan, ma pochi sono veramente cattivi. Esser 'mondano' vuol dire essersciocco, dare importanza a cose che non ne hanno e tenersi lontano da Dio per ignoranza. Ma 'esser cattivo' significa volger le spalle al Signore; non molti lo farebbero".
Un nuovo allievo riteneva possibile assimilare la dottrina del M. solo attraverso un profondo studio, senza praticare la meditazione. P. gli disse: "La percezione della verità deve essere una crescita interiore. Non può essere un innesto".
Non lamentatevi se nella meditazione non vedete luci o immagini. Entrate profondamente nell'esperienza della Beatitudine; là troverete la reale presenza di Dio. Non cercate una parte, ma il Tutto".
Un certo allievo che il M. aveva iniziato al Kriya Yoga disse a un altro studente: "Io non pratico il Kriya tutti i giorni. Cerco di trattenere nella memoria la gioia che è venuta a me la prima volta che ho usato questa tecnica". Quando P. apprese la storia, rise e disse: "Egli è come un uomo affamato che rifiuta il cibo dicendo: 'No grazie! Io cerco di trattenere nella memoria la soddisfazione che provai durante un pasto fatto la settimana scorsa'".
"M. io amo tutti", disse una discepola. "Dovresti amare Dio solo", rispose P. La discepola incontrò il Guru alcune settimane dopo. Questi le chiese: "Ami tu gli altri?". "Io conservo il mio amore per Dio solo", rispose la devota. "Dovresti amare tutti di questo stesso amore". Confusa, la discepola chiese: "Signore che cosa intendete dire? Prima dite che amare tutti è sbagliato, poi dite che è sbagliato escluderwe alcuno dal nostro amore". "Tu sei attratta dalla personalità della gente, che porta a contrarre attaccamenti limitanti", spiegò il M. "Quando amerai veramente Iddio, Lo vedrai in ogni volto umano, e saprai che cosa significa amare tutti. Non sono le forme e gli ego che dobbiamo adorare, ma il Signore dimorante in ogni essere umano. Egli solo dota le Sue creature di vita, fascino, individualità".
Un discepolo espresse il desiderio di far piacere al M. P. rispose: "La mia felicità sta nel sapere che voi siete felici in Dio. Ancoratevi in Lui".
"Il mio desiderio di Dio è molto intenso", disse un discepolo. Il M. rispose: "Questa è la benedizione più grande, sentire la Sua trazione sul tuo cuore. E' il Suo modo di dirti: - Troppo a lungo hai giocato coi balocchi della mia creazione. Ora ti voglio con Me. Ritorna a Casa!".
Alcuni tra i monaci e le suore dell'Ordine della Self-Realization Fellowshipi chiesero a P. il permesso di scartare l'abito mondano e portare vesti monacali. Il M. disse: "Ciò che importa non sono i vostri vestiti, ma il vostro attegiamento interiore. Fate del vostro cuore un eremitaggio, e la vostra veste sia l'amore di Dio". Nel discutere la follia dell'associarsi a cattive compagnie, il M. disse: "Se si pela dell'aglio o si tocca un uovo marcio, rimangono sulle mani degli sgradevoli odori, e ci vuole un grande e ripetuto lavaggio per toglierli".
"Fintanto che siamo immersi nella coscienza del corpo, siamo come stranieri in un paese non nostro", disse il M. "La nostra patria è la Onnipresenza".
Un gruppo di discepoli camminava col M. sul prato dietro l'eremitaggio di Encinita spaziante sull'oceano. Il tempo era scuro e nebbioso. Qualcuno osservò: "Com'è freddo e buio!". "E' qualcosa di simile all'atmosfera che avvolge una persona materialista al tempo della morte", disse il M. "Scivola da questo mondo per entrare in ciò che le appare come una fitta nebbia. Niente le appare chiar, e per un certo tempo si sente intimorita e perduta. Poi, secondo il karma, procede verso un chiaro mondo astrale per imparare delle lezioni spirituali, oppure cade in un sonno profondo finchè non arriva il giusto momento karmico per rinascere sulla terra. "La coscienza di un devoto che ama Dio non è disturbata dalla transizione da questo mondo all'altro. Senza sforzo egli entra nel regno della luce, dell'amore e della gioia."
"Molte persone sono assorbite dalle cose materiali", disse il M. "Se qualche volta pensano a Dio, è solo per chiedergli denaro o salute. Raramente esse pregano per il dono supremo: la vista della Sua faccia, il tocco trasformante della Sua mano. "Il Signore conosce il corso dei nostri pensieri. Egli non si rivela a noi finchè ciascuno di noi non Gli dice: 'Padre, guidami e possiedimi!".
"Non aspettatevi che un fiore spirituale sbocci ogni giorno nel giardino della vostra vita", disse il M. a un gruppo di discepoli. "Abbiate fede nel Signore cui avete offerto voi stessi; Egli vi porterà il divino esaudimento al tempo giusto. "Voi avete piantato il seme della divina aspirazione; annaffiatelo con la preghiera e le giuste azioni. Strappate le erbacce del dubbio, dell'indecisione e della pigrizia. Quando vedrete apparire i germogli delle divine percezioni, custoditeli con cura devozionale. Un bel mattino vedrete spuntare il fiore dell'autorealizzazione".
P. teneva un discorso davanti a un gruppo di discepoli. Un certo devoto, che sembrava intento ad ascoltare le parole del Guru, lasciava divagare il proprio pensiero. Quando venne il momento di darsi la buonanotte, P. si rivolse a lui dicendo: "La mente è come un cavallo; è bene legarla, altrimenti scappa".
Molti uomini e donne che non comprendono le verità spirituali, resistono all'aiuto che un saggio desidera dare loro. Essi rifiutano il suo consiglio con sospetto. Un giorno P. disse, con un sospiro: "La gente è così abile nella sua ignoranza!".
Un buon allievo ben intenzionato che si attendeva risultati miracolosi da un giorno all'altro, fu deluso nel trovare che, dopo essersi sforzato per una settimana, non riusciva a constatare in meditazione alcun segno della presenza interiore di dio. "Senon riesci a scoprire la perla con uno o due tuffi, non gettare la colpa sull'oceano; dà la colpa a te stesso", disse il M. "Non ti sei ancora tuffato abbastanza profondamente".
"Con la pratica della meditazione", disse il M., "scoprirete che avete un paradiso portatile nel vostro cuore".
Il M. era l'uomo più mite in molti sensi, ma in certe occasioni poteva essere granitico. Un certo discepolo che conosceva soltanto la sua dolcezza, cominciò a trascurare le proprie incombenze. Il Guru lo rimproverò aspramente. Vedendo lo sbalordimento negli occhi del giovane che aveva subìto questo inaspettato rimbrotto, il M. disse: "Quando dimentichi l'alto scopo che ti ha portato qui, io rammento il mio impegno spirituale di correggere i tuoi difetti".
Il M. ribadiva spesso la necessità di una sincerità completa verso Dio. Egli disse: "Il Signore non si lascia comprare dall'imponenza della congregazione in una chiesa, nè dalla sua ricchezza o dai sermoni ben congegnati. Iddio visita solamente gli altri dei cuori purificati dalle lacrime di devozione e illuminati dalla luce dell'amore".
Un devoto si avviliva perchè altri discepoli sembravano fare maggiori progressi spirituali di lui. Il M. Ddisse: "Tu tieni gli occhi sul piatto di portata invece che sul tuo proprio piatto, pensando a ciò che non hai ricevuto anzichè a ciò che ti è stato dato".
Parlando della sua grande famiglia di cercatori della verità, il M. diceva spesso: "La madre Divina mi ha mandato tutte queste anime perchè io possa bere il nettare del Suo amore dai calici di molti cuori".
Un certo discepolo, interessato all'espansione della 'Chiesa di tutte le Religioni' a Hollywood, esultava ogni volta che la frequenza dei devoti era particolarmente numerosa. Ma P. disse: "Un commerciante osserva accuratamente quanti clienti entrano nel suo negozio. Io non penso mai alla nostra chiesa in questo modo. Io mi rallegro delle ' folle d'anime', come dico spesso, ma do la mia amicizia incondizionatamente a tutti, sia ch'essi vengano o non vengano qui".
A un devoto scoraggiato il M. disse: "Non essere negativo. Non dire mai che non progredisci. Quando pensi: 'Non posso trovare Iddio', ti sei codannato da solo. Nessun altro tiene il Signore lontano da te".
"M. , ditemi quale preghiera dovrei usare per attirare più rapidamente a me il Divino Amato" chiese un devoto indù. P. rispose: "Offri a Dio i gioielli di preghiera che giacciono nelle profonde miniere del tuo cuore".
Il M, sempre generoso, sempre pronto a dar via ciò che gli era stato donato, una volta disse: "Io non credo alla carità". Osservando lo stupore scritto sui volti dei discepoli, egli aggiunse: "La carità rende gli uomini schiavi. Condividere con gli altri la nostra saggezza in modo da renderli capaci d'aiutare se stessi è cosa più grande di ogni dono materiale".
"Una cattiva abitudine può essere presto cambiata", disse il M. a un discepolo che cercava il suo aiuto. "Un'abitudine è il risultato della concentrazione della mente. Tu ti sei abituato a pensare in un certo modo. Per formare una nuova abitudine buona, basta che ti concentri in senso contrario".
"Quando avete imparato ad essere felici nel presente, avete trovato la giusta via che conduce a Dio", disse ilM. a un gruppo di discepoli. "Allora ben poche persone vivono neel presente", osservò un devoto. "Vero", rispose P. "I più vivono nel pensiero del passato o del futuro".
Un allievo che aveva subìto molte delusioni, cominciava a perdere la sua fede in Dio. A lui il M. disse: "Quando la Divina Madre ti colpisce più duramente, questo è il momento di aggrapparti più fortemente alle sue sottane"
Parlando del male che provocano i pettegolezzi, il M. raccontò a un gruppo di discepoli: "Il mio Guru Sri Yukteswar usava dire: 'Se non è qualcosa che posso dire a tutti, non la voglio sentire'".
"Il Signore portò in esistenza tanto l'uomo che maya", disse il M. "Gli inganni dell'illusione: l'ira, l'avidità, l'egoismo e così via, sono invenzioni Sue, non nostre. Egli è responsabile per aver progettato le prove nella corsa ad ostacoli della vita. "Un grande santo in India soleva pregare: 'Padre Celeste, io non Ti ho chiesto d'esser creato; ma poichè mi ha hai creato, Ti prego, liberami nel Tuo Spirito'. Se parlerete con amore a Dio in questo modo, Egli sarà costretto a portarvi a Casa".
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