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SCHEDA ARTICOLO N. «00019»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: GIANCARLO ROSATI
TITOLO: GLI SBALORDITIVI MIRACOLI DI SAI BABA
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TESTO ARTICOLO

Gli sbalorditivi miracoli di Sai Baba

Ecco alcuni brani di:"Sai Baba, l'Uomo venuto dal cielo", di Giancarlo Rosati

Giancarlo Rosati e' nato in Etiopia. Dopo avere conseguito il diploma di
maturita', presso l'Universita' di Oxford, si laurea in medicina e
Chirurgia, in Italia, dove consegue sei specializzazioni. E' socio fondatore
del Centro Esperienze Psichiche di Parma e membro dell'Accademia Tiberina.
Ha partecipato a diversi congressi e incontri televisivi su Sai Baba e,
sulla scia della sua ricerca, ha pubblicato uno studio sulla vita e sulla
paranormalita' di Gesu', dal titolo "L'Uomo dei miracoli". Vive a Parma ed
esercita la professione medica.

*********************

(da "Sai Baba, l'Uomo venuto dal Cielo" - di Giancarlo Rosati)

*************

< Miracoli sul piano fisico>

A titolo esplicativo i miracoli prodotti da Sai Baba possono essere distinti
in eventi che riguardano il piano fisico ed eventi che riguardano il piano
biologico.

I primi si riferiscono alle materializzazioni, dematerializzazioni,
trasformazioni e trasmutazioni; i secondi, prevalentemente alle guarigioni e
agli interventi di chirurgia paranormale.

A fianco dei miracoli di tipo psicocinetico, cosi' chiamati in quanto
presuppongono una manipolazione dell'energia o della materia, esistono quei
fenomeni cognitivi come la bilocazione, la chirurgia astrale, la telepatia,
la retrocognizione e la precognizione, con tutti gli annessi e connessi
prodotti e colorati dalla scienza.

Accanto a questi fenomeni che rientrano nello studio della paranormologia,
vi e' un evento che non trova una giusta collocazione in quanto non previsto
dalla scienza che studia il paranormale. Mi riferisco alla rianimazione del
cadavere, quel fenomeno piu' comunemente conosciuto come la resurrezione del
corpo.

Abbiamo visto come si possa arrivare ad ottenere il potere di manipolare la
materia e di arrivare alla conoscenza tramite la pratica della meditazione o
la ripetizione di un particolare mantra. Quando questo potere viene
raggiunto attraverso il risveglio di un chakra adeguato le preghiere vengono
ascoltate, gli ostacoli vengono superati, i desideri concretizzati.

Coloro che raggiungono questi poteri sovrannaturali vengono chiamati
Jinanis, termine sanscrito che significa semi?dio.

I poteri posseduti da Sai Baba, tuttavia, non sono il risultato di una
conquista raggiunta attraverso una qualsiasi pratica.

«Le materializzazioni e le guarigioni che io faccio non sono ne' trucchi da
prestigiatore e nemmeno siddhici (occulti). Questi poteri siddhici possono
essere ottenuti da tutti coloro che seguono una certa disciplina, o
praticano esercizi yogici, ma il mio potere di proteggere, di guarire e di
salvare la gente e di materializzare oggetti viene direttamente da Dio e
possono essere usati soltanto da un Avatar. Poteri simili non si ottengono
ne' con discipline spirituali, ne' vengono donati, ma fluiscono direttamente
dal potere cosmico. Non ho bisogno di comandare spiriti invisibili, poiche'
la mia volonta' divina stessa materializza gli oggetti. Io sono tutto,
ovunque, onnisciente, onnipotente ed onnipresente; qualunque cosa desideri
immediatamente si avvera».

Le dichiarazioni di Sai Baba sono drammatiche e sconvolgenti. Ci troviamo di
fronte al Divino in persona, ma possiamo riconoscerlo come tale soltanto se
accertiamo che Egli possiede le caratteristiche che afferma di possedere:
l'onniscienza, l'onnipotenza, l'onnipresenza, al di la' di qualsiasi
impressione o sensazione che possa emergere dal contatto diretto con lo
Swami.

Ci sono effettivamente cose che la mente non puo' spiegare, che le labbra
non possono dire. Sono sensazioni che nascono dal cuore, dal nostro
inconscio, come dettate dall'anima. Tuttavia, lo scienziato ha il dovere di
proseguire sulla strada della verifica per dimostrare ai dubbiosi che oggi
siamo testimoni dell'evento piu' straordinario che poteva capitare
all'umanita': la discesa di Dio sotto vesti umane, un Dio che parla con noi,
mangia con noi, ride con noi e ci guida verso un sentiero di luce che durera
' un'eternita'.

Lo scienziato che non ha mai assistito ad una materializzazione di Baba non
puo' accettare sic et simpliciter il fenomeno perche' va al di la' dei suoi
schemi, della sua preparazione e della sua comprensione. Non conosce leggi
che possano spiegare e riprodurre quel fenomeno per cui e' tentato di
negarlo e se non lo fa e' soltanto per la serieta' con cui conduce le sue
indagini. Egli, infatti, non potra' negare fino al momento in cui non
dimostrera' il contrario.

«La mia non e' ipnosi», dice Baba, «non e' magia, non e' miracolo. Dio puo'
fare qualunque cosa. Egli possiede tutto il potere nel palmo della mano. Il
mio potere e' eterno, dominante e onnipervadente. Voi li chiamate miracoli,
ma per me sono soltanto la mia via e fanno parte della mia essenza».

Cibo per tutti

La moltiplicazione del cibo e' uno dei grandi miracoli effettuati da Gesu'.
Il pesce ed il pane che vengono moltiplicati per sfamare circa quattromila
persone e' un evento che impressiona il lettore.

Nel 1940 Sai Baba materializzo' un frutto. Lo fece passare tra i devoti
presenti, quindi ne materializzo' altri venti uguali. Li pose in un canestro
vuoto e comincio' la distribuzione. Ognuno dei duecento devoti presenti
ricevette un frutto pescato in quel cesto senza fondo.

Nei primi anni del suo apostolato capito' spesso che le cucine chiedessero
l'intervento dello Swami. Il cibo preparato non bastava per tutti i devoti
che affollavano il suo ashram. Allora Sai Baba spezzava una noce di cocco e
spruzzava l'acqua sul poco cibo che era stato preparato. Questo bastava,
poi, per sfamare tutti i presenti.

L'avvocato Pietro Marena di Asti, Chairman italiano dell'Organizzazione
Sathya Sai Baba, ha assistito alla moltiplicazione del riso.

Eravamo negli anni '80. Le donne addette alla cucina avevano preparato
cinque pentole di riso. Ma la folla che si era accalcata attorno a Baba era
di circa 250 unita', compresi gli studenti. Cinque pentole non sarebbero
state sufficienti nemmeno per sfamarne la meta'. Sai diede ordine di
procedere alla distribuzione nonostante le esitazioni delle donne ed i
sorrisi maliziosi degli stessi devoti. Il riso basto' per tutti e quando
tutti ebbero mangiato fino a saziarsi, molte pentole erano ancora piene.

Qualche volta e' capitato che Sai Baba affondasse la mano all'interno di
alcune pentole vuote e queste si riempissero spontaneamente di riso.

Le materializzazioni di oggetti avvengono di solito dopo la rotazione della
mano destra. Personalmente non ho mai visto lo Swami usare la mano sinistra.

Forse anche nel mondo dell'invisibile esistono delle regole e delle leggi
che vanno rispettate come le stesse leggi che governano il nostro mondo
fisico.

Gli oggetti che Baba materializza sotto gli occhi di tutti sono numerosi e
di forma e grandezza diverse. Anelli, collane, rosari di 108 brillanti,
catenine, medagliette, orologi, bracciali e tutto quello che la mente puo' e
non puo' immaginare viene ad essere creato dal palmo aperto del Maestro dopo
una leggera rotazione o ondeggiamento della mano.

Possono essere oggetti preziosi, come quelli donati alla signora Marena di
Asti o alla figlia Ninetta, alla signora Candiani di Busto Arsizio, alla
signora Gege' Martino di Roma; oppure, possono essere enormi patacche, come
gli anelli che recano la sua immagine, o raffinati gioielli di squisita
fattura, come quelli donati alle donne che unisce in matrimonio.

Possono essere oggetti preziosi e costosi, oppure semplici anellini
d'argento. 0 medaglie smaltate. Qualche volta materializza un piccolo
scrigno, oppure una statuetta.

Ogni oggetto, al di la' del valore intrinseco, trasporta con se' la
preziosita' dell'origine e del messaggio divino e quindi non ha e non puo'
avere prezzo.

Nessun devoto si separerebbe mai da un oggetto materializzato da Baba.
L'oggetto materializzato ha sempre un significato simbolico ben preciso che
ogni devoto deve scoprire e che si adatta alla psicologia dell'individuo,
alla sua sete di ricerca, al suo livello di coscienza.

Gli oggetti materializzati vengono donati per gratificare o per consolare,
ma possiedono anche un significato che va al di la' di tutte le
interpretazioni psicologiche.

«Le materializzazioni sono il mio biglietto da visita», dice Baba, «e mi
inviano istantaneamente dei flash sulla situazione di pericolo in cui si
viene a trovare il devoto che possiede l'oggetto da me materializzato.
Qualche volta questi doni sono stati materializzati per il bene del devoto,
per la sua salute, oppure perche' la pietra che portano possa influenzare
beneficamente il devoto con i suoi raggi, in ogni momento della giornata. Vi
diro' che ogni cosa che il Maestro fa ha un significato ed uno scopo. Egli
non fa mai nulla senza ragione».

Con questo non si deve pensare che chi possiede un oggetto materializzato da
Baba sia o debba sentirsi un privilegiato. Tutti hanno pari dignita' e
diritti di fronte a Sai Baba. C'e' chi ha bisogno di un talismano e chi no.
Tutto qui.

Le materializzazioni avvengono di solito attraverso il movimento della mano
destra, ma qualche volta Baba si diverte a far scaturire oggetti dallo
stesso ambiente in cui si trova.

Dall'acqua dell'oceano fece affiorare una collana di diamanti, troppo corta
perche' qualcuno dei presenti potesse infilarla al collo. Allora Baba
l'afferro' ai due capi e la tiro' come un elastico fino a farle prendere la
giusta lunghezza perche' uno dei presenti potesse infilarla! Qualche volta
un oggetto puo' scaturire dall'interno di una parete. Questo avviene
normalmente quando si tratta di un oggetto che hai perduto o ti e' stato
rubato.

Trasmutazioni

Come Sai Baba materializza oggetti, cosi' Egli puo' anche farli sparire
sotto i tuoi occhi.

Durante un'intervista di gruppo Sai Baba materializzo' due anelli, uno per
un cardiologo astigiano e l'altro per un pranoterapista. I due vennero poi
invitati nel salotto accanto per un'intervista privata.

"Ora vi mostrerò come faccio sparire gli anelli», disse lo Swami e si fece
ridare l'anello appena materializzato al pranoterapista. Lo sollevo' tra due
dita e vi soffio' sopra. L'anello si dematerializzo' istantaneamente. Come
era venuto, era andato. Il motivo non lo conosciamo. Soltanto lui ed il
pranoterapista conoscono il motivo della disintegrazione.

Nell'agosto del 1988 Sai Baba invito' tutti gli occidentali all'interno del
cortile del Mandir, dove tenne un dicorso bellissimo indirizzato a tutti i
presenti; ai quali garantiva protezione e assistenza. Per spiegare la
differenza tra la realta' maya e quella vera materializzo' di fronte a tutti
una grossa pietra preziosa, che spari' di nuovo al suo soffio.

Le materializzazioni sono impressionanti, cosi' come sono impressionanti le
dematerializzazioni; ma, penso che sia ancora piu' sconvolgente vedersi
trasformare un oggetto che gia' possiedi e indossi da tanti anni.

Una ragazza di Roma chiese allo Swami di trasformarle il suo orologio di
plastica. Sai Baba lo afferro' e quell'orologio si trasformo'
istantaneamente in un bellissimo orologio d'oro, del tipo Omega.

Al dottor Polenghi, di Milano, Baba trasformo' un anello, materializzato in
precedenza.

L'immagine di Gesu' che figurava sull'anello venne trasformata in quella di
Sai Baba.

Le trasformazioni si sovrappongono alle trasmutazioni. La plastica diventa
oro, le perle diamanti, uno zaffiro un rubino; o, viceversa.

A Roberto Dall'Occo, di Padova, Sai Baba materializzo' un anello d'argento
col simbolo dell'OM e la statua di Shiva. Eravamo nel 1988. Nel 1989 Roberto
si reca a Whitefield. Sai Baba si fa consegnare l'anello, lo fa passare tra
i devoti e poi dice:

"Lo hai portato abbastanza. Vuoi che te lo cambi?".

Roberto rimane perplesso. Si e' affezionato a quell'anello, che aveva
desiderato così com'era ancor prima che venisse materializzato da Baba, il
quale aveva concretizzato l'anello secondo gli stessi desideri del devoto.

"Vuoi me, o l'anello?" Baba ripete la domanda.

" Li vorrei tutti e due". Ingenuamente, Roberto esprime un suo desiderio.

"Devi decidere se vuoi Me, o l'anello".

" Voglio Te, Swami!".

Sai Baba soffia due volte sull'anello e la trasformazione e' totale. Al
posto dell'immagine di Shiva compare l'effige del Maestro.

La manipolazione dell'energia puo' condurre a tutto, soprattutto quando si e
' padroni di questa energia, o si e' l'energia stessa. Entriamo in un campo
minato, dal quale potremmo uscire soltanto a brandelli.
I japamala, rosari indu' di 108 brillanti, scaturiscono dalle sue mani
aperte e galleggiano nell'aria come ruote spaziali, sfidando la forza di
gravita'. Tutte le leggi che governano il mondo materiale che cade sotto i
nostri sensi vengono trascese senza cerimoniali, senza strumenti, senza
calcoli. Istantaneamente.

Durante una festivita' Sai Baba lancio' in aria petali di fiori pescati da
un cesto che gli veniva offerto. I petali caddero a terra ed ecco
verificarsi l'incredibile. La folla dei devoti si precipito' sui petali.
Ciascuno voleva poterne raccogliere uno e conservarlo.

Nel momento in cui la donna allungava la mano per afferrare il petalo,
questo si trasformava in una medaglietta. L'uomo afferrava il petalo e lo
vedeva tramutarsi in una moneta d'argento. I bambini vedevano invece il
petalo trasformarsi in un candito. Ciascun devoto trasferiva sul petalo un
desiderio inconscio, che veniva immediatamente concretizzato attraverso
quelle trasformazioni e trasmutazioni.

La psiche dei devoti si era sintonizzata sull'amore di Sai Baba e quando
questo avviene, afferma il Maestro, tutto diventa possibile: la
materializzazione, come la guarigione. E' come se il polo negativo toccasse
quello positivo per far scoccare la scintilla. Sul piano sottile esistono
dei legami invisibili che la scienza molecolare intravede soltanto ora.

Telecinesi

Un devoto aveva dimenticato gli occhiali da vista a casa e non riusciva a
leggere un biglietto. Lo Swami ondeggio' la mano e gli occhiali comparvero
li', tra le sue dita. E non c'era dubbio, erano i suoi occhiali: stesse
lenti, stessi segni, stessa marca, stessa montatura.

"La prossima volta non te li scordare", fu il breve commento di Sai Baba. A
casa del devoto gli occhiali erano scomparsi.

Ora, provate ad immaginare un uomo che scova un paio di occhiali in uno dei
miliardi di cassetti che esistono al mondo, tra milioni di citta' e
villaggi, tra milioni di abitazioni; li dematerializza, li trasporta
istantaneamente la' dove vuole trasportarli e li rimaterializza per la
gratificazione di un devoto. Immaginate questa potenza e riflettete un
attimo su cio' che si nasconde dietro la tunica arancione di Sai Baba, un
uomo che sa entrare dentro di noi e per la vita non ci abbandona piu':

" Voi siete miei ed io sono vostro. Non dibattete sulla natura di Dio, sulla
Mia realtà. I pesci non possono raggiungere il cielo, l'occhio non riesce a
vedere l'orecchio, anche se è cosi' vicino. Visto che non riuscite ad
affondare nella vostra stessa realta', perche' sprecate tempo per esplorare
l'essenza di Dio? Mantenete il pensiero costantemente legato all'anima che e
' la sostanza del mondo oggettivo, la realta' fondamentale che va al di la'
dell'apparenza».

In una occasione Sai Baba ha ribadito l'importanza degli oggetti da lui
materializzati.

"Quando un cardiopatico ha problemi di ritmo si rende necessario applicargli
un pacemaker", dice lo Swami, "cosi', quando il cuore lancia il suo grido di
allarme, il pacemaker entra in funzione, ripristinando un ritmo alterato.
Nello stesso modo quando il devoto e' in pericolo e' sufficiente che invochi
il mio nome perche' io intervenga istantaneamente per proteggerlo. Le
batterie del pacemaker possono anche esaurirsi e lo strumento fallire. Io
non fallisco mai".

Alcuni devoti di Sai Baba, anche tra coloro che sono rimasti a stretto
contatto con lo Swami per alcuni anni, affermano che le produzioni
soprannaturali di tipo psicocinetico, riferibili alle materializzazioni
realizzate dal Maestro, sono sempre inevitabilmente delle materializzazioni.

Questa tesi non e' del tutto esatta in quanto Sai Baba produce anche degli
apporti, cioe' il trasferimento di un oggetto da un luogo all'altro, in
maniera istantanea.

Abbiamo gia' preso in considerazione l'apporto degli occhiati da vista di un
devoto distratto. Vengono riferiti apporti di shivalingam, che restano per
qualche tempo "in visione" allo spettatore e quindi ritrasferiti nel luogo
in cui sono normalmente custoditi.

Lo stesso Sai Baba dichiaro' tempo fa (se non vado errato, la dichiarazione
venne fatta al dr. Hislop) che Egli prende gli oggetti dove sono reperibili,
trasferendoli all'istante.

E' chiaro che l'apporto non dovra' mai danneggiare le industrie
manifatturiere, o i rivenditori, e anche se portano il marchio di questa o
quella fabbrica nessun danno viene recato al produttore.

E' molto significativo il racconto fatto da un devoto al quale Baba aveva
materializzato un orologio. Grazie alle indicazionì trovate sulla cassa era
riuscito a rintracciare il probabile rivenditore. Questo ricordo'
perfettamente di avere venduto quell'orologio ad un distinto signore, il
quale era entrato nel suo negozio sicuro di cio' che voleva acquistare. Il
signore aveva scelto l'orologio, lo aveva pagato e se ne era andato. Il
giorno e l'ora corrispondevano al momento della materializzazione.

Tempo e spazio sono effettivamente una nostra realta'. Per lo Swami non
esistono dimensioni che possano arginare, ritardare o modificare il Suo
volere. Sai Baba ferma il tempo per qualcuno intervenendo sulla sua mente.
Cosi' fece Krishna, durante una battaglia; e lo stesso Baba spiego' il
meccanismo attraverso il quale si verifico' quell'improvviso arresto
temporale.

Poteri sulla natura

I fenomeni fisici soprannaturali di cui Baba si rende responsabile non si
limitano alle materializzazioni, moltiplicazioni o trasmutazioni. Viene
riferito il dirottamento delle acque del fiume Chitravati, durante la
stagione dei monsoni. Le acque avevano superato gli argini naturali e
avevano inondato il villaggio. Sai Baba usci' sul balcone, fece un gesto e
le acque si ritirarono nel proprio letto.

Mi sembra molto preziosa la testimonianza del signor Calandruccio, di Roma,
il quale riferisce un episodio in cui Baba e' intervenuto per arrestare la
pioggia.

Pioveva a dirotto. I devoti aspettavano l'uscita dello Swami, accalcati
sotto una tettoia.

Sai Baba sarebbe dovuto uscire dal luogo in cui si trovava e fare un tratto
allo scoperto, prima di entrare sotto la tettoia. Quindi sarebbe dovuto
uscire di nuovo per entrare nella scuola, dove gli studenti attendevano il
Suo discorso. I devoti si domandavano che cosa avrebbe fatto Baba di fronte
a quella pioggia torrenziale. Avrebbe usato l'ombrello? Si sarebbe fatto
trasportare in auto per fare cinquanta metri? L'attesa era grande.

Ed ecco spuntare Baba, il quale, senza nemmeno guardare se pioveva, usci'
allo scoperto.

La pioggia cesso' di cadere. Si attribui' il fatto al caso. Baba supero' la
tettoia e, mentre percorreva quel tratto al coperto, la pioggia riprese a
cadere.

Sai Baba usci' dalla tettoia e ancora una volta la pioggia improvvisamente
cesso' di cadere e riprese nel momento in cui lo Swami entro' nella scuola.
Poteva trattarsi di una coincidenza.

Dopo circa mezz'ora Baba usci' dalla scuola, mentre la pioggia continuava a
scendere a dirotto. Appena il Maestro mise il piede allo scoperto, la
pioggia cesso' istantaneamente; per riprendere, mentre percorreva la tettoia
in senso inverso.

La pioggia si arresto' nuovamente quando Baba uscì dalla tettoia, per
riprendere quando Egli scomparve all'interno dell'abitazione.

Per ben quattro volte la pioggia aveva cessato di cadere proprio nel momento
in cui Baba usciva allo scoperto.

Questo racconto di Calandruccio non e' l'unico caso che viene testimoniato
da migliaia di persone.

La mano aspiratrice

Un episodio, capitato all'avvocato Pietro Marena di Asti, presenta un
interesse scientifico notevole e l'osservazione merita di essere riferita.

L'avvocato Marena si trova al darshan del mattino, in prima fila. Sai Baba
passa davanti a lui e lo invita all'interno del Mandir, dove avrebbe
concesso l'intervista al gruppo.

L'avvocato cerca di alzarsi dalla scomoda posizione in cui si trova. AI
darshan si e' seduti sulla sabbia, alla moda indiana, gomito a gomito con
altri devoti e lo spazio che abbiamo a disposizione e' molto limitato.
Mentre Marena manovra per sollevarsi, Sai Baba sta gia' ruotando la mano
destra per materializzare della vibhuti al devoto vicino.

Marena si alza e urta il gomito destro di Baba, proprio nell'attimo in cui
il braccio ondeggia nella magica produzione di cenere.

Migliaia di cristalli grossolani vanno a cadere sulla sabbia. Sono
cristalli di una certa dimensione, di gran lunga piu' voluminosi dei
piccolissimi cristalli della cenere che Baba dona ai devoti.

Dalla folla si leva un brusio. Sai Baba non si scompone. Fa un gesto con la
mano e tutti i cristalli che erano caduti al suolo vengono risucchiati dalla
sua mano, che si trova ad un'altezza di circa un metro da terra. Come erano
caduti, cosi' i cristalli venivano recuperati, al di la' della forza di
gravita' e di qualsiasi spiegazione scientifica.
Evidentemente il processo della materializzazione della vibhuti, che noi
osserviamo soltanto nel suo atto finale, comporta stadi diversi. Cosi',
dalla materializzazione grossolana dei cristalli si passa ad una fase
successiva, in cui questi vengono raffinati e ridotti in polvere.

In queste occasioni Sai Baba mostra i Suoi veri poteri. Chi altro avrebbe
potuto
raccogliere tutti i cristalli in una frazione di secondo, con un semplice
gesto della mano?

Chi avrebbe avuto il potere di risucchiare migliaia di cristalli dispersi
nella sabbia e soltanto i cristalli da lui materializzati, mentre gli altri
cristalli di silicio rimanevano sul terreno? Un aspiratore avrebbe
risucchiato cenere e sabbia.

Baba ha discriminato il tutto in pochi secondi, con un semplice atto della
volonta'.

Piu' ci addentriamo nella fenomenologia paranormale di Sai Baba e piu'
scopriamo poteri nuovi, una capacita' illimitata di governare la natura e
tutti i processi e i fenomeni che avvengono nel mondo materiale.

"lo posso traferire le montagne dove c'e' il mare e mettere il mare al posto
delle montagne".

La dichiarazione di Baba potrà sembrare folle a coloro che non lo hanno mai
visto all'opera, ma diventa una inevitabile conclusione per coloro che hanno
osservato quello che accade all'interno del Suo mondo. E' un mondo magico,
dove il ricercatore si aspetta di scoprire da un momento all'altro la
lampada di Aladino con la quale realizzare e concretizzare i propri
desideri.

La nostra realtà non ha piu' senso. All'interno dell'ashram di Sai Baba si
vive proiettati in una dimensione diversa, a livelli spirituali piu'
elevati, dove anche la nostra mente scientifica e' costretta a rivedere
molte cose e ad abbandonarsi ad un mistero insondabile dove gli ingranaggi
del nostro cervello fanno fumo nel tentativo disperato di trovare una
spiegazione che non potra' mai affiorare se non ci si immerge totalmente
negli abissi del proprio io. Li', nel silenzio della nostra anima, troviamo
le risposte che la scienza non sa e non puo' dare. Nella quiete del nostro
essere piu' intimo e profondo affiorano le informazioni necessarie per
capire chi siamo e quello che possiamo fare. Il nostro cervello rimane
all'interno di una scatoletta grigia e opaca, ma dentro brillano gioielli di
incredibile bellezza ed una potenza che farebbe tremare i nostri piu'
agguerriti scienziati atomici.

Il sasso magico

Durante una manifestazione, Sai Baba venne a trovarsi in mezzo a migliaia di
pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo.

Suppongo (ma nessuno potra' mai provarlo) che un devoto volesse mettere alla
prova i poteri soprannaturali dell'Avatar.

"Se e' veramente Dio", avra' pensato quell'uomo, "riuscira' a difendersi
dalla pietra che ora Gli lancero'. Se la pietra Lo ferira', Lui sapra'
certamente come guarirsi istantaneamente. Le profezie dicono che nulla potra
' fermarlo e nessuna potenza potra' ucciderlo. Proviamo!".

E l'uomo lancio' la sua pietra con tutta la forza di cui poteva disporre. La
gente vide partire la pietra, la segui' nel suo tragitto verso il bersaglio
arancione. Il silenzio cadde su quella folla in fermento. Qualcuno lamento'
un profondo dispiacere.

Ormai la pietra stava colpendo con violenza il corpo minuto di Sai Baba, ma
il Maestro non sembro' nemmeno accorgersi di quello che stava accadendo.
Restava impassibile, con il viso dolce e quel sorriso che e' un abbraccio
costante a tutti coloro che lo circondano.

A pochi centimetri di distanza dal corpo di Baba la pietra subi'
improvvisamente e altrettanto misteriosamente una profonda trasmutazione. Al
posto di quella rozza pietra si materializzo' uno splendido fiore, che il
Maestro afferrò al volo con la mano.

La pietra infame era stata trasformata e trasmutata in un omaggio floreale,
nel giro di una frazione di secondo.

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