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SCHEDA ARTICOLO N. «00090»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: FRANCO MENICHELLI
TITOLO: L'AGOPUNTURA, COME FUNZIONA?
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TESTO ARTICOLO

L'agopuntura, come funziona?

- di Franco Menichelli -

E' questa la domanda che più frequentemente ci viene posta e alla quale è
molto importante rispondere, dato che sull'argomento esistono molte opinioni
e luoghi comuni di scarsa credibilità.

La più diffusa, tra queste, suppone che l'agopuntura agisca stimolando i
"nervi"; ma, una regola fondamentale vuole che si debba sempre evitare la
puntura di una terminazione nervosa, pena quella di provocare un vivo
dolore, nonché l'irritazione infiammatoria dei nervi stessi. Per comprendere
i meccanismi d'azione dell'agopuntura dobbiamo considerare il problema sotto
il profilo biofisico.

Ogni cellula del nostro corpo produce reazioni chimiche per le sue attività
vitali. Tali reazioni si accompagnano a produzione di calore e di altre
forme di energia, tra le quali la più conosciuta è l'energia elettrica. Il
corpo, essendo formato da molteplici raggruppamenti cellulari, può essere
visto nel suo insieme come un generatore di energia.

Il flusso elettrico che ne deriva si propaga soprattutto attraverso l'acqua:
il corpo umano è letteralmente immerso nell'acqua, basti pensare che nel
neonato quest'ultima rappresenta circa il 90% della massa corporea e il 70%
di quella dell'adulto! L'acqua che bagna gli spazi compresi tra un organo e
l'altro è il "liquido interstiziale" e in esso sono disciolti gli
elettroliti, cioè sali con carica elettrica positiva e negativa (ioni ).

Gli ioni sono perciò in grado di trasportare, insieme all'acqua, le cariche
elettriche prodotte dalle cellule. I movimenti elettroionici generati dalle
attività vitali si dirigono verso le zone con potenziale elettrico più
positivo, prime tra tutte la pelle, che può fungere in tal modo da "piano di
rigetto" per le attività elettriche generate dalle cellule, organi e
funzioni interne.
Ne deriva che, statisticamente, i movimenti elettrici nel corpo sono
orientati dall'organo emittente verso la superficie cutanea. La rilevazione
di queste cariche in superficie è comunemente sfruttata nella diagnostica
medica, basti pensare all'elettrocardiogramma, all'elettroencefalogramma e
all'elettromiogramma, esami che registrano le attività elettriche cutanee
generate rispettivamente da cuore, cervello e muscoli. Ma, in realtà,
qualsiasi altro organo proietta le proprie attività elettriche in superficie
e l'esistenza, o meno, di esami specifici per la rilevazione è solo un
problema tecnologico. Le cariche che affluiscono in superficie si
concentrano in particolare a livello di piccole aree millimetriche, nelle
quali è possibile rilevare un aumento mar-cato della conduzione elet-trica
rispetto alle zone cutanee limitrofe.

Queste aree corrispondono esattamente ai punti di agopuntura, che i cinesi
chiamavano appunto Ting, cioè il Pozzo dal quale si può attingere l'acqua,
gli elettroliti....l'energia...

I punti in questione possono essere facilmente reperiti con dei semplici
detector, che segnalano la variazione di conduzione (o di resistenza) in
queste piccole aree.

Infine, si dimostra che i punti in superficie sono organizzati in
"famiglie", ciascuna delle quali raccoglie quei punti che oppongono la
minore resistenza al passaggio della corrente tra di loro. Si è potuto
infatti misurare un passaggio spontaneo di corrente, di circa 15 nanoamper,
tra punti appartenenti alla stessa famiglia (M. Mussat). Queste traslazioni
elettriche superficiali corrispondono ai cosiddetti "meridiani" che
percorrono longitudinalmente il corpo dall'alto verso il basso, nei due
sensi, e nei quali scorre il "Qi", l'energia.

Perciò, riassumendo: - qualsiasi organo o funzione è sede di attività
bioelettriche; - il flusso elettroionico che ne deriva è diretto
dall'interno verso l'esterno e si concentra in piccole aree della pelle che
sono i punti dell'agopuntura; - i punti sono organizzati, a loro volta, in
gruppi (meridiani), ciascuno dei quali raccoglie i punti che comunicano
elettricamente tra di loro.

- L'ago -

L'ago non è uno strumento qualsiasi o, quanto meno, uno "spillo", come il
suo nome potrebbe farci pensare. Gli aghi che usiamo in agopuntura si
compongono di un corpo e di un manico. Il corpo è una bacchetta di acciaio
extraduro elastico, molto sottile (30/40 millimetri di diametro) e con punta
affilata. Il manico è costituito da un avvolgimento di filo metallico
saldato, che ricopre la metà della lunghezza totale del corpo. Quindi, in un
ago di 8 centimetri, circa 4 centimetri sono ricoperti dal manico. E' molto
importante precisare che il materiale del manico può essere di qualsiasi
tipo, purché diverso da quello del corpo! Si usano correntemente fili di
ottone, rame, materiali argentati ecc., ma sempre diversi dall'acciaio, che
è invece la parte che penetra effettivamente nel corpo. Uno strumento
siffatto obbedisce a diverse leggi fisiche, prima tra tutte il bimetallismo.
Sappiamo dalla fisica che due metalli diversi accoppiati generano un
passaggio di corrente: questo è il principio sul quale funziona ogni tipo di
batteria! L'ago può essere quindi considerato come un elettrodo, nel quale
si possono misurare correnti di alcuni nanoampere, proprio per l'esistenza
di due metalli diversi accoppiati.

Un altro effetto è quello termico. Infatti, se si infigge l'ago nella pelle,
la parte che rimane all'esterno del corpo è sempre più fredda (20 gradi in
media) di quella che si trova all'interno (cioè a 37 gradi circa). Questa
differenza di temperatura fa sì che il calore passi verso la parte più
fredda, cioè verso il manico (è il principio fisico della propagazione del
calore).

Dopo un certo tempo, il calore tende a ripartirsi uniformemente in maniera
tale che, tra punta e manico, non esista più alcuna differenza di
temperatura e quindi si arresta il passaggio di calore verso l'esterno. La
serpentina formata dal filo di metallo avvolto del manico si comporta però
come un vero e proprio "radiatore": essa aumenta la superficie di scambio
con l'aria e mantiene il manico costantemente più freddo della punta,
cosicché l'effetto termico può prolungarsi nel tempo.

Dunque: effetto elettrico ed effetto termico, solo per citare i due più
importanti, ma non i soli. Non voglio appositamente entrare nei dettagli,
ma, già da adesso, capite come l'ago sia non un "ago" nel senso comune del
termine, ma uno strumento "intelligente" che possiamo definire più
esattamente come un elettrodo transcutaneo con funzioni multiple.

Forse qualche lettore avrà sentito parlare dell'uso degli aghi d'oro, o
d'argento, come dotati di proprietà particolari. E' bene precisare al
riguardo che nei testi antichi non se ne parla affatto. Questa usanza deriva
probabilmente dalla necessità , in certe epoche, di dover adattare lo
strumento al grado gerarchico e sociale del pa-ziente. Un nobile non poteva
essere punto con lo stesso metallo usato per il contadino: a pelle nobile
occorreva un metallo nobile... come l'oro.

L'uso dei metalli nobili sembra risalire al sedicesimo secolo, periodo di
decadenza per l'agopuntura in Cina. Tuttavia questa abitudine si è
inspiegabilmente protratta fino ai nostri giorni. Ciò che conta, ripeto, è
il bimetallismo e la scelta di metalli che permettano scambi elettrici ed
affidabilità allo stesso tempo.

Ad esempio, il corpo deve essere di metallo duro ed elastico, quindi
l'acciaio è accettabile, ma non l'oro che è soggetto a rompersi. Il manico
può essere invece di rame, ottone, argento, oro, tungsteno. che possiedono
notoriamente una grossa capacità di conduzione elettrica. Adesso che abbiamo
esposto gli elementi fondamentali che si "nascondono" dietro la
apparentemente banale infissione di un ago possiamo comprendere facilmente
il meccanismo dell'agopuntura.

Se un gruppo organo (o funzione) è perturbato, anche la sua risonanza
elettrica espressa dal meridiano corrispondente sarà alterata. Questa
alterazione del flusso energetico andrà a proiettarsi in superficie a
livello dei punti di agopuntura corrispondenti al meridiano alterato.

Il punto di- viene quindi la "porta di uscita" per le eventuali patologie
viscerali profonde. Da quanto ho detto, se è vero che il punto è l'uscita
per le attività elettriche profonde, allora lo stesso potrà servire,
logicamente, anche come entrata, cioè per introdurre delle "istruzioni
elettriche" in contro-corrente: dalla pelle verso il viscere perturbato.

In altre parole: un segnale elettrico atto a modificare i flussi elettrici
emessi dalle strutture malate per ripri-tinare l'equilibrio tra gli insiemi
e ricostituire lo stato "normale". L'ago può essere il veicolo per queste
informazioni elettriche, ma vedremo in seguito che non è esclusivo: la luce
laser, il calore, o le applicazioni di determinate sostanze sui punti
cutanei dell'agopuntura possono dare risultati soddisfacenti. So di aver
toccato temi tutt'altro che facili e tanto meno semplici da spie-garsi in
maniera divulga-tiva.

Spero tuttavia di aver reso "meno misteriosa" questa disciplina, che poggia
su basi rigorosamente scientifiche, il cui meccanismo è essenzialmente
elettrico e il cui tramite, lo strumento operativo, è un elettrodo
transcutaneo chiamato comunemente .ago.

Per concludere con Pienn T'siè, uno dei grandi maestri taoisti:

"...Non c'è alcuna magia, tutto risponde come l'ombra al corpo e il tamburo
alla bacchetta... la sola malattia incurabile è credere nella magia...! ".

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