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SCHEDA ARTICOLO N. «00128»

CLASSIFICAZIONE: 1
TIPOLOGIA: ESOTERISMO
AUTORE: DIZIONARIO ESOTERICO
TITOLO: MEDITAZIONE
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TESTO ARTICOLO

MEDITAZIONE.

Attraverso la meditazione l'uomo si collega a Dio: così si giustificano i diversi yoga, da quello delle posizioni (1) a quello della devozione ("bhakti yoga"), per tutti i quali l'essenziale è riconciliare l'essere con il Sé, unificarlo ricongiungendolo (come suggerisce l'etimologia Yuj della parola 'yoga') al Paratman, il principio supremo ed eterno, situato nella "caverna del cuore" (2). Tutte le pratiche spirituali, infatti, le tecniche yoga (3), gli esercizi dell'esicasmo, quelli di Ignazio di Loyola, le pratiche rituali dell'Islam come il "fehr" legato all'esame di coscienza (4), mirano alla realizzazione profonda e duratura dello stato divino, "il classico trinomio della teologia indiana, "sat" (esistenza), "chit" (coscienza totale), ("manda" (beatitudine)".
La meditazione, concepita appunto come un termine generico che abbraccia le pratiche del riequilibrio spirituale, presuppone vari principi che ne stanno alla base e ne giustificano il potere.
Essa presuppone in primo luogo una natura comune tra l'essenza dell'uomo e il suo principio creatore, Atman, spirito, Neschama, che, secondo le diverse tradizioni, sanciscono la loro somiglianza.
In virtù di tale analogia ontologica l'uomo in meditazione si unisce alla realtà imperitura del suo essere, all'uomo universale, l'Adam Kadmon, il Purusha, fino a coincidere con lui nello stato raggiunto dallo Yogi (5) o dal Maestro. La meditazione presume parallelamente che il raccoglimento del pensiero, questo rimemorare dello spirito possegga un potere operativo sulla realtà psicologica dell'uomo, capace di trascinarlo in un processo di rigenerazione e di liberazione. Il pensiero è investito di un potere di trasformazione delle energie e degli strati psichici appartenenti alla vita inconscia, che pertanto ha il compito di controllare e di pacificare, a beneficio del risveglio di altri livelli di coscienza, gerarchicamente superiori. Il vuoto interiore non è la passività, ma la potenzialità attrattiva di ogni epifania spirituale. Esiste una disponibilità e un'armonizzazione del Sé col sacro, non un vuoto o un 'passatempo'. Infine, la meditazione coinvolge l'uomo in una ri-creazione, che farà di lui la 'nuova creatura' di una 'seconda nascita', 'nell'acqua e nello spirito', provvista di un corpo di gloria o di diamante ("vajrayana"). La meditazione polarizza le energie dell'uomo vecchio (l'Adamo delle scorze) per dotarlo di un corpo di resurrezione alchemica (l'Adamo Cristico), come l'alchimista trasmuta il piombo in oro.
Quali che siano gli orizzonti simbolici e interiori cui mira, la meditazione appare come un rapimento dell'anima, dunque un'edificazione, un mezzo di conoscenza di sé e dell'universo degli dei. Il frontespizio del tempio di Delfi e il "Carmide" di Platone incitavano pressantemente alla meditazione per la nostra salvezza. Per tutte queste ragioni la meditazione è lo strumento di una ri-creazione permanente dell'uomo.
Termine generico per indicare molteplici pratiche gestuali, respiratorie e mentali con cui l'uomo si avvicina al Sacro, la meditazione conserva tuttavia una sua specificità, che del resto le è riconosciuta dalle antropologie esoteriche. A seconda del piano di coscienza e della facoltà che la volontà dell'uomo mobilita nella sua adorazione di Dio, la meditazione assume delle coloriture diverse, suscettibili di essere caratterizzate in una tipologia della libertà creatrice (6) da una fenomenologia attenta all'esperienza mistica.
Premessa indispensabile di tutte queste esperienze è una concentrazione dei sensi che dà il potere della libertà. Il pensiero procura a se stesso uno spazio in cui rinascere: un'idea, un simbolo, da cui si sviluppa sinotticamente uno sguardo; un punto di vista che sottende le analogie e le filiazioni alla base delle risonanze armoniche del mondo.
Soltanto in seguito si potranno delineare delle esperienze mistiche, con le loro categorie e i loro criteri antropologici (7). Si potrà allora distinguere tra la meditazione propriamente detta, legata allo studio, all'approfondimento (quindi all'attività stessa del pensiero desideroso di conoscenza e di luce, in breve di Sapienza) e la contemplazione o l'adorazione, centrate sulla fusione e l'estasi (quindi sull'impersonalità e l'infinito dello spazio) e infine l'identificazione fino a raggiungere l'unione creatrice con Dio, attraverso la Verità e la Libertà: la più alta vetta spirituale. Esiste una gerarchia di livelli degli atti spirituali, quella stessa che organizza le facoltà del corpo dell'uomo totale. Mediante l'esercizio della volontà, dell'intelletto, dell'anima e dello spirito, il legame con Dio, le sue figure ultime, si compie nel Mago, nel Saggio, nel Santo e nel Maestro.
Peter Deunov offre alla meditazione dei suoi discepoli questo ideale di perfezionamento dell'essere: "Abbiate il cuore puro come il cristallo, l'intelletto luminoso come il sole, l'anima vasta come l'universo, lo spirito potente come Dio e a Dio unito" (8).

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