LA "TORRE D'AVORIO"
(di Guido)
Un grande numero di spiritualisti continua ad immaginare il Sentiero che percorrono, da più o meno lungo tempo, come una "scala dorata" che appartenga solo a relativamente pochi privilegiati. Loro tutti compresi.
Da una parte essi collocano il "consorzio degli illuminati"; dall'altra il complesso di quella massa umana, composta da coloro che riempiono le strade, che incontriamo nei negozi, o che popola il mondo al di là del nostro santuario soggettivo.
Sovente, malgrado le continue indicazioni all'amore ed alla fratellanza, "l' oscura massa" del globo, che "impreca, pecca, è sporca"; che non vive nella luce della conoscenza, che "non è degna di noi", ebbene questa gente è in modo subconscio tenuta in disparte e collocata ben distante dal raggio diretto dei nostri riflessi egoici.
Spesso, la stessa famiglia dello "spiritualista", i mariti, le mogli, i genitori ed i fratelli, tutti costoro subiscono le "bizze" degli "illuminati", a causa del senso di gestione e di padronanza che si crede di avere verso coloro che ""...ci conoscono troppo bene, per capire che, io, in fondo, li amo""
In definitiva, la forbice tra il mondo esterno del neofita e le sue comunque sincere aspirazioni spirituali può, per molto tempo, indurre quest'ultimo ad una falsa esistenza e ad illusioni di evoluzione individuale.
Cerchiamo di fare luce in proposito.
L'unità delle cose non è sicuramente un concetto astratto e benevolo. Ma contiene anche dei risvolti esoterici che è necessario, di tanto in tanto, approfondire.
Il grande scrittore Hemingway, nel suo magnifico romanzo "Per chi suona la campana", inizia con le parole:
"..Essa suona per tutti; essa suona anche per te"
Ogni minuto componente della nostra vita è indissolubilmente legato al resto del circuito planetario (compresa l'umanità) da una fitto reticolo di legami karmici (legge di causa e di effetto) che risulta sbalorditivo, una volta conosciuto.
Il nutrimento che, giorno dopo giorno, giunge sulla tavola proviene da fatiche, a monte, che sono state fatte da altri, al posto nostro. Contadini hanno lavorato, prodotto, venduto; commercianti hanno acquistato all' ingrosso; dettaglianti ci hanno reso comoda la vita, con il negozio sotto casa.
Ed il piatto fumante che nutre ogni famiglia è il risultato di un'immensa organizzazione di gruppo che sicuramente deve essere tenuta in conto, da ognuno di noi; e che ci ha allontanato in modo definitivo quel lontano ricordo millenario in cui, giorno dopo giorno, si doveva uscire per cacciare, oppure essere cacciatià
Per quanto riguarda il nutrimento emotivo e mentale, siamo tutti legati, sempre ed ancora, ad un debito costante e quotidiano con quell'"umanità esterna" di cui si parlavaà
La televisione ci tiene aggiornati e fa crescere la nostra cultura personale, grazie ai suoi programmi giornalieri; la stampa, l'editoria fanno lo stesso, issandoci fuori, di peso, da un mondo interiore piatto ed oscuro. Senza quello scrittore, e l'editore, e il tipografo, e le edicole e le librerie quando mai avremmo potuto avere "i doni spirituali" che possediamo, dovuti alla lettura dei nostri testi preferiti?
I mezzi di collegamento (filobus, macchine, treni, aerei) ci permettono spostamenti quotidiani, o periodici, liberandoci da una fatica che abbiamo dimenticato oramai da decenni.
Sfido qualunque lettore a scoprire una sua esperienza che non sia in qualche modo, sottile o manifesto, diretto o indiretto, legata ad un'azione risultante da un "lavoro di gruppo".
In effetti, per una inflessibile legge di contrappasso, gli strumenti della liberazione individuale vengono sempre da quella direzione che il neofita tende a rifiutare con altezzosità orgogliosa: dall'intero consorzio umano di cui egli fa parte indissolubile.
Se volessimo fare un esempio che aiuti a comprendere il fitto e serrato legame che lega ognuno di noi, nelle sue esperienze vitali quotidiane, al resto del'umanità dovremmo immaginare di strappare il nocciolo di una pesca acerba dal suo frutto; il risultato sarebbe quello di vederlo, una volta estirpato dall'alveolo naturale, come una massa informe, da cui non si distingue la polpa dalla sua parte centrale.
Questo è il legame che ognuno di noi ha con il resto dell'umanità. Racconta una parabola che, tremila anni fa, uno voghi si rivolse a Gotamo il Buddha, pregandolo di intervenire nel proprio destino:
"Padre, ogni volta che io mi pongo a meditare, per una ragione o per l'altra sono costretto ad interrompere la mia pratica. O sono disturbato da un bambino, o da un nuvolo di mosche, o da rumori improvvisi"
Il Budda gli rivelò, allora, che nelle vite passate, quando ancora, era lontano dall'ascesi egli si era divertito a punzecchiare ed infastidire degli uomini santi, immersi nella preghiera. Ora il karma stava pretendendo l'estinzione del debito.
Sarebbe, allora, troppo, da parte mia, suggerire ad ognuno di noi che "Paolo Rossi", l'anonimo tipografo di quel libro che tanta importanza ha avuto nella nostra esistenza, comparirà nelle prossime nostre reincarnazioni, sotto una forma o sotto un'altra, a pretendere inconsapevolmente quanto gli dobbiamo?..
Il vero realizzato guarda con melanconia l'atteggiamento di queste "Torri d' avorio", consapevole dell' incalcolabile universo di gioia, amore, arricchimento a cui esse rinunciano, giorno dopo giorno, negandosi all'Uomo.
Un atteggiamento che continuerà ad allontanare la realizzazione misteriosa dell'assoluto in ogni individuo e della sua natura divina; dal più modesto, al genio più sublime.
Si dice che il dio si "immetallizzi" nel mondo minerale; si "risvegli" nel vegetale; si "muova" nell'animale; si "manifesti" nell'umano.
Di conseguenza, solo attraverso mondo umano, identificati e fusi interamente in esso, riusciremo a coglierne la Nota più piena e liberatoria.
Il Volto di Dio è il volto dell'uomo!
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