Tratto da:
Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Sono sicuro che la reincarnazione esiste veramente, che essa trae la sua origine dalla morte, e che le anime dei morti continuano a vivere. (Socrate)
L'idea della metempsicosi è forse il dogma più antico dell'universo conosciuto. (Voltaire)
Come nella vita presente viviamo migliaia di sogni, così questa nostra vita è solo una tra le migliaia di vite alle quali approdiamo dopo la morte. La nostra vita presente è solo uno dei sogni di questa vita più reale, e così continuiamo eternamente, finché raggiungeremo l'ultima vera vita, la vita divina. (Leone Tolstoi)
Io non ho cominciato a vivere al momento della mia nascita o del mio concepimento. Sono cresciuto, mi sono evoluto per innumerevoli millenni... Le voci, gli echi, le aspirazioni delle mie precedenti identità sono ancora in me... Oh, innumerevoli volte ancora rinascerò! Jack London. The Star Rover (Il vagabondo delle stelle).
Siamo dunque vissuti due volte, o mille volte? Il nostro ricordo non è che un'immagine sbiadita che il soffio di Dio ravviva? (Lamartine)
La mia individualità attuale è il risultato delle mie individualità scomparse...Molte cose potrebbero essere spiegate se conoscessimo la nostra vera genealogia. (Flaubert)
Quando mi coricherò nella tomba non dirò come tanti altri: ho finito la mia giornata. No, la mia giornata ricomincerà l'indomani mattina. La tomba non è un vicolo cieco, ma un viale che si chiude al tramonto e si riapre all'aurora. Il corpo non è che il viaggio dell'anima. Si cambia d'abito nella tomba, il sepolcro è l'anticamera del cielo. (Victor Hugo)
L'anima giunge dall'esterno ed entra nel corpo umano come se si trattasse di una residenza temporanea, per uscirne di nuovo... L'anima trasmigra in altre dimore, perché è immortale. (Ralph Waldo Emerson - Giornali di Ralph Waldo Emerson)
Hai una pallida idea di quante vite abbiamo dovuto attraversare prima di supporre che ci possa essere qualcosa di meglio da fare nella vita che mangiare, battersi, o conquistare il potere nello stormo? Mille vite, Jon, diecimila! Noi scegliamo il nostro prossimo mondo in funzione di ciò che abbiamo appreso in questo...Ma tu, Jon, hai imparato tanto in una sola esistenza che non hai dovuto passare attraverso mille vite per arrivare a questa. (Richard Bach. Il gabbiano Jonathan Livingston)
Egli vide tutti quei volti e quelle forme uniti in mille modi gli uni alle altre...Nessuno di loro moriva, non facevano altro che trasformarsi: rinascendo sempre, si rivestivano continuamente di nuovi aspetti: soltanto il tempo separava un volto da un altro. (Herman Hesse. Premio Nobel. Siddhartha)
Prefazione.
La ricerca dell'immortalità.
Chiunque voglia avere un reale controllo del proprio destino deve capire la reincarnazione e il suo funzionamento. E' semplice. Nessuno vuole morire. Tutti vorremmo vivere per sempre, nel pieno del nostro vigore, senza rughe, senza capelli grigi o artrite. E' naturale, perché il primo e fondamentale principio dell'esistenza è quello di godere. Se soltanto potessimo godere della vita eternamente!
Questa continua ricerca dell'immortalità è fondamentale per l'uomo al punto che gli è quasi impossibile concepire la morte. Il vincitore del premio Pulitzer, William Saroyan (l'autore della "Commedia umana") interpretò perfettamente il pensiero della gente quando, pochi giorni prima della sua morte, disse ai giornalisti: "Tutti dobbiamo morire, ma io ho sempre creduto che nel mio caso si sarebbe fatta un'eccezione. Che ne sarà di me ora?"
La maggior parte di noi non pensa quasi mai alla morte o a quello che seguirà. Alcuni dicono che è la fine di tutto. Altri credono nell'esistenza del paradiso e dell'inferno. Altri ancora sostengono che questa sia solo una delle molte vite che abbiamo vissuto e che ancora vivremo in futuro. Più di un terzo della popolazione del pianeta, cioè più di un miliardo e mezzo di persone, accetta la reincarnazione come un fatto irrevocabile. La reincarnazione non è un particolare "credo", una teoria o un espediente della psicologia per sfuggire al carattere definitivo e sinistro della morte, bensì una scienza precisa che spiega le nostre vite passate e future.
Su questo argomento sono stati scritti molti libri, i quali si basano generalmente sul processo di regressione ipnotica, su esperienze vissute da persone che hanno sfiorato la morte, su resoconti di chi ha vissuto esperienze extracorporee o impressioni di "déjà vu".
La maggior parte della letteratura sulla reincarnazione non è documentata, è basata su congetture, è superficiale e inconcludente. Alcuni libri sostengono di poter documentare casi in cui, sotto ipnosi, i pazienti sono stati fatti regredire a vite passate. Questi soggetti descrivono nei particolari le case in cui hanno vissuto, le strade che hanno percorso, i parchi che hanno frequentato da bambini e i nomi dei loro genitori, amici e congiunti delle loro vite precedenti. Tutto ciò rende la lettura interessante; ma, se, da una parte, tali libri hanno certamente stimolato nel pubblico l'interesse sempre crescente e la fede nella reincarnazione, accurate indagini hanno rivelato che molte di queste pretese regressioni nelle vite anteriori pullulano di congetture, inesattezze e perfino imbrogli.
Ma il fatto più rilevante è che nessuna di queste pubblicazioni di moda oggi spiega i concetti fondamentali della reincarnazione, come per esempio il semplice meccanismo per cui l'anima trasmigra eternamente da un corpo a un altro. Nei rari casi in cui alcuni princìpi fondamentali vengono discussi, generalmente gli autori presentano le loro personali teorie sulle condizioni richieste per il verificarsi della reincarnazione, come se questa fosse privilegio di qualche essere particolarmente dotato, mentre altri non ne potrebbero beneficiare. Questo tipo di presentazione non ha niente a che fare con la scienza della reincarnazione, ma si limita a essere un labirinto di invenzioni e contraddizioni, e lascia il lettore senza risposta alle sue numerose domande.
Per esempio: la reincarnazione si attua istantaneamente, o è un lento processo che richiede un lungo lasso di tempo? Possono altri esseri viventi, come gli animali, reincarnarsi in corpi umani? Può l'uomo reincarnarsi come animale? Se sì, come e perché? Ci reincarniamo per sempre, o c'è una fine a questo processo?
Può l'anima soffrire perpetuamente all'inferno, o gioire per sempre in paradiso?
Possiamo controllare le nostre incarnazioni future? E come? Possiamo rinascere su altri pianeti o in altri universi? In che modo le azioni buone e cattive determinano il nostro prossimo corpo? Che relazione intercorre tra il karma e la reincarnazione?
Questo libro risponde ampiamente a tali domande, perché spiega scientificamente la vera natura della reincarnazione, fornisce al lettore anche istruzioni pratiche su come affrontare e superare il misterioso e tanto spesso frainteso fenomeno della reincarnazione una realtà che ha un ruolo essenziale nel plasmare il destino dell'uomo.
- Introduzione -
Il mistero della coscienza.
La morte, il più misterioso, spietato e inevitabile avversario dell'uomo. e' la fine dell'esistenza, o soltanto il passaggio verso un'altra vita, un'altra dimensione, oppure un altro mondo?
Se la coscienza dell'uomo sopravvive all'esperienza della morte, che cos'è che determina il suo passaggio a nuove realtà?
Per acquisire una chiara comprensione di questi misteri, l'uomo si è tradizionalmente rivolto a filosofi illuminati, accettando i loro insegnamenti che sono rappresentativi di una verità superiore.
Alcuni criticano a priori questo metodo di acquisizione della conoscenza, che si rifà a un'autorità superiore, e non tengono minimamente conto del rigore scientifico del ricercatore nell'analizzare i dati. Il sociologo E.F. Schumacher, autore di 'Small is beautiful', nota che nella nostra società moderna, dove la gente non è più a contatto con la natura e con la saggezza tradizion ale, è uso comune ridicolizzare questo metodo...e "si crede soltanto a ciò che si può vedere, toccare e misurare." O, come si usa dire, "vedere per credere."
Ma, quando l'uomo cerca di capire qualcosa che è al di là della portata dei sensi materiali, al di là degli strumenti di misura e della speculazione mentale, allora non c'è altra scelta che avvicinare una fonte di conoscenza superiore.
Nessuno scienziato è mai riuscito a spiegare con ricerche di laboratorio il mistero della coscienza e della sua destinazione dopo la distruzione del corpo materiale. La ricerca in questo campo ha creato molte teorie divergenti, teorie di cui bisogna riconoscere i limiti.
I princìpi su cui si basa la reincarnazione, invece, spiegano ampiamente le leggi sottili che regolano la nostra vita presente, la nostra vita passata e le vite future.
Se si vuole veramente capire la reincarnazione, si deve accettare il concetto fondamentale secondo il quale la coscienza è un'energia superiore, distinta dalla materia di cui è costituito il corpo fisico.
Questo principio è sostenuto dalla verifica delle straordinarie capacità di pensare, sentire e volere proprie dell'essere umano. Come possono elementi DNA, o altri componenti genetici, provocare i sentimenti di amore e rispetto che una persona prova per un'altra? Quale atomo o molecola è responsabile delle sottili sfumature artistiche dell'Amleto di Shakespeare o della "Messa in si minore" di Bach? Atomi e molecole soltanto non sono sufficienti a spiegare l'uomo e le sue infinite facoltà. Einstein, il padre della fisica moderna, ammise che la coscienza non poteva essere descritta adeguatamente in termini di fenomeni fisici. "Credo che la moda attuale di applicare gli assiomi della scienza alla vita umana non sia soltanto un grosso errore, ma abbia in sé anche qualcosa di riprovevole", disse una volta il grande scienziato.
In realtà, gli scienziati non sono riusciti a spiegare la coscienza per mezzo delle stesse leggi fisiche che regolano gli altri fenomeni compresi nella loro sfera di competenza. Frustrato da questo fallimento, Albert Szent-Gyorgyi, professore di fisiologia e medicina e premio Nobel, ha recentemente espresso la propria delusione con queste parole: "Nella mia ricerca del segreto della vita sono giunto agli atomi e agli elettroni, che di vita non ne hanno proprio. Lungo questa strada la vita mi è sfuggita tra le mani, e ora, nella mia vecchiaia, torno sui miei passi."
Per accettare la nozione che considera la coscienza il frutto di un'interazione molecolare è richiesta una fede molto più grande di quella necessaria per accettare una spiegazione metafisica. Thomas Huxley, il famoso biologo, disse:
"Mi sembra ovvio che esista nell'universo un terzo elemento, cioè la coscienza...ma non vedo come questa possa essere considerata materia o energia, oppure una qualsiasi possibile modificazione di entrambe... "
Un ulteriore riconoscimento delle proprietà eccezionali della coscienza (inclusa la sua facoltà di esistere prima e dopo la distruzione del corpo fisico) è offerta da Niels Bohr, premio Nobel per la fisica. Egli osservò: "Riconosciamo di non poter trovare niente nella fisica o nella chimica che abbia un benché minimo rapporto con la coscienza. Tuttavia, noi tutti sappiamo che la coscienza esiste, per il semplice fatto che essa è presente dentro di noi. La coscienza, quindi, deve far parte della natura, o più genericamente della realtà, il che significa che dobbiamo prendere in considerazione anche leggi di un ordine del tutto differente dalle leggi della fisica e della chimica, enunciate con la teoria dei quanta.
La reincarnazione non è un evento estraneo, completamente agli antipodi delle nostre concezioni, ma un fatto che si verifica regolarmente nei nostri corpi durante questa stessa vita. Nel suo libro, 'The Human Brain', il professor John Pfeiffer nota: "Il tuo corpo non contiene una sola molecola di quelle che conteneva sette anni fa." Ogni sette anni il nostro vecchio corpo si rinnova completamente; ma, il sé, la nostra vera identità, rimane immutato. Il nostro corpo cresce dall'infanzia fino alla giovinezza, alla maturità e infine alla vecchiaia, ma la persona nel corpo - l'io - rimane sempre la stessa.
La reincarnazione, basata sul principio di un sé cosciente, distinto dal suo corpo fisico, è parte di un sistema superiore che regola la trasmigrazione dell'essere vivente da una forma materiale a un'altra. Poiché la reincarnazione è un fatto che riguarda la parte più intima di noi stessi, è per ognuno di noi un argomento della massima rilevanza.
Questo libro spiega chiaramente i principi essenziali della reincarnazione così come essi vengono presentati nell'antico testo vedico, la Bhagavad-gita. La Gita, anteriore di migliaia di anni ai manoscritti del Mar Morto, ci fornisce la spiegazione più completa che esista della reincarnazione. Essa è stata studiata per millenni dai più grandi pensatori del mondo, e poiché la conoscenza spirituale è vera eternamente e non muta con ogni nuova teoria scientifica, interessa ancora gli uomini di oggi.
D.P. Dupey, biofisico di Hardward, scrive: "Se aderiamo dogmaticamente all'assunto che la vita può essere spiegata interamente dalle leggi della natura a noi note potremmo trovarci in un vicolo cieco. Prendendo in considerazione i concetti che la tradizione vedica dell'India ha tramandato, gli scienziati moderni possono vedere le loro discipline in una nuova prospettiva e favorire il progetto di ogni tentativo scientifico: la ricerca della verità."
In quest'era di totale incertezza è indispensabile comprendere la vera origine del nostro io cosciente, la ragione della nostra esistenza in differenti corpi e condizioni di vita e conoscere la nostra destinazione futura all'istante della morte. Queste nozioni essenziali sono ampiamente illustrate in quest'opera.
Il primo capitolo spiega che la reincarnazione ha influenzato profondamente molti tra più grandi filosofi, poeti e artisti, da Socrate a Salinger. e' illustrato quindi il meccanismo della reincarnazione, così come esso è esposto nella Bhagavad-gita, la più antica e autorevole raccolta di documenti originali in materia di trasmigrazione dell'anima.
Nel secondo capitolo, la vivace conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e il famoso psicologo e religioso Professor Karlfried Graf von Durckheim, offre la chiara dimostrazione che il corpo materiale e la particella di antimateria, l'anima spirituale, non sono mai un'unica e medesima cosa.
Nel terzo capitolo, un famoso specialista in chirurgia cardiaca insiste sulla necessità di impegnarsi in ricerche sistematiche sull'anima, e Srila Prabhupada cita la versione vedica di migliaia di anni più antica e sorprendentemente molto più informata della scienza medica moderna.
Tre affascinanti narrazioni estratte da un'opera vedica, lo Srimad-Bhagavatam, costituiscono il quarto capitolo. Queste descrizioni sono classici esempi del modo in cui l'anima trasmigra in diversi tipi di corpi sotto il controllo delle precise leggi della natura e del karma.
Nel quinto capitolo, alcuni estratti dagli scritti di Srila Prabhupada dimostrano chiaramente che i princìpi della reincarnazione possono essere facilmente compresi in funzione di fatti ordinari e di osservazioni comuni che ricorrono regolarmente nella nostra vita di tutti i giorni.
Il capitolo sesto spiega che la reincarnazione implica un sistema di giustizia universale e infallibile, nel quale l'anima non è mai condannata alla dannazione eterna, ma, per la sua stessa intrinseca natura, ha sempre l'opportunità di sfuggire al ciclo senza fine di nascite e morti.
I concetti erronei e le nozioni alla moda che vengono generalmente applicati alla reincarnazione sono oggetto di discussione nel settimo capitolo; infine, il capitolo conclusivo, "Non tornate più", presenta il processo mediante il quale l'anima può trascendere la reincarnazione e accedere a un livello che la rende finalmente libera dalla prigionia del corpo materiale. Una volta raggiunto questo stato, l'anima non torna più in questo mondo, che muta eternamente ed è caratterizzato da nascita, malattia, vecchiaia e morte.
Capitolo 1. La reincarnazione: da Socrate a Salinger.
Per l'anima non c'è né nascita né morte. Esiste e non cessa mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore. Bhagavad-gita, 2.20
E' vero che la vita comincia con la nascita e finisce con la morte? Siamo già vissuti prima? Generalmente tali domande sono caratteristiche delle religioni dell'Oriente, dove tutti sanno che la vita dell'uomo non dura soltanto dalla culla alla bara, ma si estende per milioni di ere, e dove l'idea di rinascere è universalmente accettata. Arthur Schopenhauer, il grande filosofo tedesco del diciannovesimo secolo, osservò una volta: "Se un asiatico mi chiedesse una definizione dell'Europa sarei costretto a rispondergli: è quella parte del mondo infestata dall'incredibile illusione che l'uomo è stato creato dal nulla, e che la sua vita attuale sia l'unica esistenza che egli abbia mai conosciuto."
In realtà, l'ideologia dominante in Occidente, cioè la scienza materiale, ha soffocato per secoli qualsiasi interesse serio o diffuso per i concetti di preesistenza e sopravvivenza della coscienza al di là del corpo attuale.
Tuttavia, nella storia occidentale ci sono sempre stati pensatori che hanno capito e sostenuto l'immortalità della coscienza e la trasmigrazione dell'anima. E un gran numero di filosofi, scrittori, artisti, scienziati e politici ha manifestato un'attenta considerazione per questa idea.
La Grecia antica.
Nella Grecia antica, Socrate, Pitagora e Platone possono essere annoverati tra coloro che considerarono la reincarnazione parte integrante dei loro insegnamenti. Alla fine della sua vita Socrate disse: "Credo veramente nella possibilità di rinascere, e penso che dalla morte sbocci di nuovo la vita." Pitagora affermava di ricordare le sue vite passate e Platone lasciò descrizioni dettagliate della reincarnazione nelle sue principali opere. Egli sosteneva, in breve, che l'anima pura cade dal piano della realtà assoluta a causa del desiderio dei sensi, e prende quindi un corpo fisico.
Secondo Platone, queste anime cadute nascono dapprima in forme umane, e tra queste forme la più elevata è quella del filosofo che è alla ricerca di una conoscenza superiore. Se la sua conoscenza diventa perfetta, il filosofo può tornare a un'esistenza eterna, ma se, al contrario, s'invischia irrimediabilmente nei desideri materiali scende tra le specie animali. Platone credeva che i golosi e gli alcolizzati sarebbero diventati asini nelle vite future, i violenti e gli ingiusti sarebbero rinati come lupi e avvoltoi, e coloro che seguivano ciecamente le convenzioni sociali sarebbero diventati api e formiche. Dopo un po' di tempo l'anima avrebbe ottenuto di nuovo la forma umana e, con questa, un'altra possibilità di raggiungere la liberazione. Alcuni studiosi ritengono che Platone e altri filosofi dell'antica Grecia abbiano attinto la loro conoscenza della reincarnazione dai misteri propri di alcune religioni come l'orfismo o dall'India.
- Giudaismo, cristianesimo e islamismo -
Accenni alla reincarnazione sono frequenti anche nella storia del giudaismo e dall'antico cristianesimo. Possiamo trovare informazioni sulle vite passate e future nella Cabala, che rappresenta secondo molti studiosi ebraici la saggezza segreta delle Scritture. Nello Zohar, uno dei principali testi cabalistici, è detto: "Le anime devono ritornare alla sostanza assoluta da cui sono emerse. Tuttavia, per raggiungere questo fine devono sviluppare tutte le perfezioni, il cui seme è già presente in loro; se non soddisfano questa condizione nel tempo di una vita, devono cominciare a viverne una seconda, una terza, e così via, finché non riescono ad acquisire la condizione che li rende idonei a riunirsi a Dio." Secondo l'Universal Jewish Encyclopedia anche gli Ebrei assidici hanno credenze che si ricollegano a quelle menzionate sopra.
Nel terzo secolo dopo Cristo il teologo Origene, uno dei padri della Chiesa cristiana primitiva e il più completo conoscitore della Bibbia, scrisse: "Poiché sono inclini al male, alcune anime...entrano in corpi dapprima umani; in seguito, se vengono in contatto con le passioni irrazionali, allo scadere del tempo loro assegnato, si trasformano in animali e, infine, si degradano ulteriormente al livello di piante. Da questa situazione si elevano di nuovo passando attraverso le medesime tappe per essere ricondotte alla loro dimora celeste."
Anche nella Bibbia sono numerosi i passi dai quali risulta chiaramente che Cristo e i suoi seguaci conoscevano il principio della reincarnazione. Una volta, i discepoli di Gesù lo interrogarono a proposito della profezia dell'Antico testamento che affermava che Elia sarebbe riapparso sulla Terra. Nel vangelo di San Matteo leggiamo: "E Gesù rispose loro, in verità Elia verrà e ristabilirà ogni cosa. Ma vi dico che Elia è già venuto, e non è stato riconosciuto... Allora i discepoli capirono che egli stava parlando di Giovanni Battista." In altre parole, Gesù dichiarò che Giovanni Battista, che era stato decapitato da Erode, era una reincarnazione del profeta Elia. Parlando ancora di Giovanni Battista, Gesù disse: "Questo è l'Elia che doveva venire. E chi ha orecchi per intendere intenda."
Il Corano dice: "Tu eri morto, ed Egli ti riportò in vita, e alla fine ti ricongiungerà a Lui." (9) Tra i seguaci dell'islamismo, soprattutto i sufi credono che la morte non sia in alcun modo una perdita, perché l'anima immortale passa continuamente attraverso corpi differenti. Jalalu 'D-Din Rumi, un famoso poeta sufi, scrive:
Morii come minerale e divenni una pianta, Morii come pianta e mi elevai ad animale, Morii come animale e fui un uomo. Perché dovrei temere? Quando mai persi qualcosa morendo?
Le antichissime Scritture vediche dell'India confermano che l'anima, secondo il suo grado di identificazione con la natura materiale, assume una delle otto milioni quattrocentomila forme esistenti, e una volta incarnata in una certa specie di vita, si evolve automaticamente da forme inferiori a forme superiori, ottenendo infine un corpo umano.
Vediamo, quindi, che tutte le principali religioni occidentali - giudaismo, cristianesimo e islamismo - presentano, nella struttura dei loro insegnamenti, elementi ben definiti del concetto di reincarnazione, sebbene coloro che ufficialmente custodiscono il dogma li ignorino o ne neghino l'esistenza.
- Medioevo e Rinascimento -
In circostanze che tuttora rimangono avvolte nel mistero, l'imperatore bizantino Giustiniano, nel 553 d.C., bandì gli insegnamenti sulla preesistenza dell'anima dalla dottrina della Chiesa Cattolica Romana. In quell'epoca vennero distrutti numerosi scritti appartenenti alla Chiesa e ora molti studiosi ritengono che tutti i riferimenti alla reincarnazione siano stati eliminati dalle Scritture.
Tuttavia, le sette gnostiche, sebbene severamente perseguitate dalla Chiesa, riuscirono a mantenere in vita la dottrina della reincarnazione in Occidente. (Il termine gnostico deriva dal Greco gnosis, che significa "conoscenza").
Durante il Rinascimento ci fu una nuova fioritura di interesse pubblico per la reincarnazione. Una delle figure preminenti di tale risveglio fu il grande filosofo e poeta italiano Giordano Bruno, che alla fine venne condannato al rogo dal tribunale dell'Inquisizione a causa dei suoi insegnamenti sulla reincarnazione. Nelle sue risposte conclusive alle accuse che gli venivano fatte, Giordano Bruno proclamò, in un atteggiamento di sfida, che l'anima "non è il corpo" e che "può essere in un corpo o in un altro, e può passare di corpo in corpo."
A causa della soppressione di tale principio da parte della Chiesa, gli insegnamenti sulla reincarnazione diventarono clandestini e sopravvissero in Europa nelle società segrete dei rosacroce, dei massoni, dei cabalisti e di altri.
- Illuminismo -
All'epoca dell'Illuminismo, gli intellettuali europei cominciarono a liberarsi delle costrizioni imposte dalla censura ecclesiastica.
Il grande filosofo Voltaire scrisse che la dottrina della reincarnazione "non è né assurda, né inutile" e aggiunse: "Non è cosa più sorprendente essere nati due volte, anziché una soltanto."
Può sorprendere, tuttavia, sapere che numerosi tra i "padri fondatori" dell'America rimasero affascinati dall'idea della reincarnazione, quando l'interesse sull'argomento si diffuse anche oltre Atlantico e arrivò in America, e finirono con l'accettarla. Esprimendo la sua ferma convinzione, Benjamin Franklin scrisse: "Poiché esisto in questo mondo, credo che, in una forma o in un'altra, io esisterò sempre."
Nel 1814, il presidente degli Stati Uniti John Adams, che aveva letto dei libri sulla religione indù, scrisse a un altro ex-presidente, Thomas Jefferson, chiamato "il saggio di Monticello", a proposito della dottrina della reincarnazione. "Dopo essersi ribellate all'Essere Supremo", Adams scrive, "alcune anime furono gettate nelle regioni di totale oscurità", e poi, lo statista aggiunge, "esse furono rilasciate dalla prigione e venne loro concesso di elevarsi fino alla Terra dove avrebbero dovuto trasmigrare attraverso ogni specie animale: rettili, uccelli, bestie e uomini secondo la loro posizione e il loro carattere, assumendo perfino forme vegetali e minerali, come in una specie di libertà vigilata. Se queste anime avessero superato perfettamente queste prove, avrebbero potuto ottenere corpi di mucche e di uomini. Se come uomini si fossero comportate bene...sarebbero state riportate alla loro felice posizione originale nel Cielo.''
In Europa, Napoleone usava dire ai suoi generali che in una sua vita precedente egli era stato Carlomagno. Anche Johann Wolfgang von Goethe, uno dei più grandi poeti tedeschi, credeva nella reincarnazione, e probabilmente egli adottò questa idea in seguito alle sue letture sulla filosofia indiana. Goethe, famoso non solo come drammaturgo ma anche come scienziato, una volta notò: "Sono sicuro di essere già stato qui come lo sono ora, per migliaia di volte, e spero di ritornarvi ancora, per altre migliaia di volte.''
- Trascendentalismo -
L'interesse per la reincarnazione e per la filosofia indiana cresceva anche tra gli spiritualisti americani, tra cui Emerson, Whitman e Thoreau.
Emerson scrisse: "Uno dei segreti dell'universo è che tutto continua a esistere senza mai morire; le cose si sottraggono soltanto per un attimo alla vista, poi tornano di nuovo...Niente muore; gli uomini fingono di essere morti e subiscono falsi funerali e lugubri necrologi, ma eccoli invece che guardano fuori della finestra, in perfetta salute, sotto qualche nuovo e strano travestimento." Emerson citò un passo della Katha Upanisad, uno dei numerosi testi dell'antica filosofia indiana che egli teneva nella sua libreria:
"L'anima è non-nata; non muore; non fu generata da nessuno...Non-nata ed eterna, non muore quando il corpo muore."
Thoreau, il filosofo di Walden Pond, scrisse: "Per tutto il tempo che riesco a ricordare, mi sono inconsciamente riferito a esperienze di un precedente stato di esistenza." Un'altra prova del profondo interesse di Thoreau per la reincarnazione è un suo manoscritto scoperto nel 1926, intitolato 'La Trasmigrazione dei sette brahmana'. Questa breve opera è la traduzione in lingua inglese di un racconto sulla reincarnazione, tratto da un'antica storia sanscrita. Questo episodio di trasmigrazione descrive la vita di sette saggi attraverso successive incarnazioni in corpi di cacciatori, principi e animali.
Nel suo poema 'Canzone su me stesso', Walt Whitman scrive:
So che non morirò mai... Abbiamo già trascorso miliardi di inverni e di estati, Ancora miliardi ne abbiamo davanti, e miliardi davanti a loro.
In Francia, Honoré de Balzac, scrittore famoso, scrisse un intero romanzo, 'Seraphita', che è impostato interamente sulla reincarnazione. Nel corso del romanzo Balzac afferma: "Ogni essere umano passa attraverso vite precedenti...Lei sa quante sono le forme materiali che l'erede del cielo deve occupare prima di poter arrivare a capire il valore del silenzio e della solitudine, le cui distese stellate non sono altro che l'anticamera dei mondi spirituali?"
Nel suo romanzo, David Copperfield, Charles Dickens analizzò un tipo di esperienza che si basa spesso su ricordi di vite passate, il "déjà-vu": "Tutti abbiamo sperimentato improvvisamente la sensazione, che occasionalmente ci assale, di dire e fare cose che avevamo già detto e fatto in precedenza, in un tempo lontano, la sensazione di essere già stati attorniati, in vaghe ere remote, dagli stessi visi, oggetti e circostanze..."
In Russia, il Conte Leo Tolstoy, eminente scrittore, afferma: "Come nella nostra vita presente viviamo migliaia di sogni, così, questa nostra vita è solo una tra le molte migliaia di vite in cui entriamo provenendo da un'altra, più reale vita...quella a cui torniamo dopo la morte. La nostra vita è soltanto uno dei sogni di una vita più reale; e così continuiamo eternamente, finché raggiungeremo la definitiva e vera vita, la vita divina."
- L'era moderna -
All'inizio del ventesimo secolo, l'idea della reincarnazione attrae la mente di uno dei più importanti artisti dell'Occidente, Paul Gauguin. Nei suoi ultimi anni a Tahiti, egli scrisse che quando l'organismo fisico cede, "l'anima sopravvive", e prende un altro corpo "degradandosi, o elevandosi in conformità dei propri meriti o delle proprie colpe." L'artista credeva che il concetto di continua rinascita fosse stato per la prima volta introdotto in Occidente da Pitagora, il quale l'aveva appreso dai saggi dell'antica India.
L'americano Henry Ford, il magnate dell'automobile, disse una volta a un giornalista: "Ho aderito alla teoria della reincarnazione all'età di ventisei anni". "Il genio viene dall'esperienza", egli diceva. "Alcuni pensano che sia un dono, o un talento, ma è invece il frutto di una lunga esperienza acquisita durante numerose vite." Anche il generale americano George S. Patton sosteneva di avere appreso la perizia militare su antichi campi di battaglia.
La reincarnazione è un tema ricorrente nell'Ulisse di James Joyce, romanziere e poeta irlandese. In un famoso passo del romanzo, l'eroe di Joyce, Mister Bloom, dice a sua moglie: "Alcuni credono che dopo la morte noi continuiamo a vivere in un altro corpo, e che, prima di questa, abbiamo già vissuto un'altra vita. La chiamano reincarnazione. Dicono che siamo già vissuti, sulla Terra o su qualche altro pianeta, migliaia di anni fa, e che l'abbiamo dimenticato. Alcuni affermano di ricordare le loro vite passate.''
La reincarnazione è il tema principale del romanzo di Jack London' The Star Rover' ("Il vagabondo delle stelle"). Qui il protagonista dice: "Non ho avuto inizio al momento della nascita, né al momento del concepimento. Sono cresciuto e mi sono evoluto per innumerevoli millenni... Le voci, gli echi, le aspirazioni delle mie precedenti identità sono ancora in me... Oh, per innumerevoli volte rinascerò ancora...e questi sciocchi attorno a me pensano che, tirandomi il collo con una corda, metteranno fine alla mia esistenza."
Nel suo celebre romanzo sulla ricerca della verità spirituale, Siddhartha, il premio Nobel Herman Hesse scrive: "Egli vide tutti quei volti e quelle forme uniti in mille modi gli uni alle altre... Nessuno di loro moriva, non facevano altro che trasformarsi; rinascendo sempre, si rivestivano continuamente di nuovi aspetti: soltanto il tempo separava un volto da un altro."
Anche numerosi scienziati e psicologi hanno creduto nella reincarnazione. Carl Jung, uno dei più grandi psicologi moderni, si serviva del concetto di un sé eterno che subisce numerose rinascite, come di uno strumento nel tentativo di penetrare i misteri più profondi del sé e della coscienza. Egli diceva: "Riesco facilmente a immaginare di essere già vissuto durante i secoli che furono e di essermi imbattuto in domande a cui non sono stato in grado di rispondere. Ho dovuto quindi rinascere per non essere stato in grado di portare a termine il compito che mi era stato assegnato."
Il biologo inglese Thomas Huxley notò che "la dottrina della trasmigrazione" era "una plausibile spiegazione delle influenze del cosmo sull'uomo", e aggiunse: "Soltanto qualche pensatore sconsiderato potrebbe rifiutarla ritenendola assurda."
Lo psicanalista americano Erik Erikson, una delle più importanti figure nel campo della psicanalisi e dello sviluppo umano, è convinto che la reincarnazione è il nucleo di ogni sistema religioso. Egli scrisse: "Ammettiamolo, ogni persona sana di mente può esaminare nel profondo la sua propria esistenza e dedurre di essere sempre vissuta e di dover continuare a vivere in seguito."
Mahatma Gandhi, una delle più grandi figure politiche dei nostri giorni, l'apostolo della non-violenza, spiegò una volta che era stata la comprensione pratica della reincarnazione a mantenere viva in lui la speranza di poter realizzare il sogno di una pace mondiale.
Gandhi disse: "Non posso pensare che l'inimicizia tra gli uomini sia qualcosa di permanente e, poiché credo nella teoria della reincarnazione, vivo nella speranza che, se non in questa vita, in qualche altra vita sarò in grado di stringere tutta l'umanità in un abbraccio fraterno."
In uno dei suoi racconti più famosi, J.D. Salinger ci fa conoscere Teddy, un bambino precoce che ricorda le sue esperienze di reincarnazione e ne parla esplicitamente. "E' così semplice, egli dice, si tratta solo di abbandonare il corpo all'istante della morte. Insomma, ognuno l'ha fatto migliaia di volte. Non se ne ricordano, ma ciò non significa che non l'hanno mai fatto."
Il Gabbiano Jonathan Livingston, che è l'eroe del racconto omonimo di Richard Bach, spiega che "quel piccolo fuoco luminoso che arde in ognuno di noi", passa attraverso una serie di reincarnazioni che lo conducono dalla Terra a un mondo celeste e poi di nuovo alla Terra, al fine di illuminare i gabbiani meno fortunati. Una delle guide di Jonathan chiede: "Hai idea di quante vite abbiamo trascorso prima di cominciare a renderci conto per la prima volta che esiste qualcosa di meglio del mangiare, del combattere e conquistare il potere nello stormo? Mille vite, Jon, diecimila! E poi altre cento vite per cominciare a capire che la perfezione esiste, ed altre cento per capire che la nostra ragione di vita è trovare tale perfezione e renderla manifesta."
Il premio Nobel Isac Bazhevis Singer, spesso, nei suoi magistrali racconti narra di vite passate, di rinascita e di immortalità dell'anima: "Non esiste la morte. Come può esistere la morte se ogni cosa è parte di Dio? L'anima non muore mai e il corpo non è mai realmente dotato di vita."
Il poeta inglese John Masefield, in una famosa poesia sulle vite passate e future, scrive:
Vi dico che quando una persona muore La sua anima ritorna sulla Terra; Rivestito di un nuovo costume di carne, Un'altra madre lo fa nascere. Con membra più forti e un cervello nuovo La vecchia anima riprende il cammino.
Il celebre ex-Beatle George Harrison, musicista e compositore, rivela le sue profonde riflessioni sulla reincarnazione, riferendosi ai rapporti umani. "Gli amici sono tutte anime che abbiamo conosciuto in altre vite. Siamo attratti l'uno dall'altro. Ecco cosa sono per me gli amici. Poco importa se li ho conosciuti solo per un giorno. Non significa che io debba aspettare due anni per poter dire che ci siamo già incontrati in precedenza."
In Occidente la reincarnazione attrae di nuovo la mente degli intellettuali e della massa. Film, romanzi, canzoni popolari e riviste trattano ora della reincarnazione sempre più spesso, e milioni di occidentali si uniscono rapidamente all'altro miliardo e mezzo di persone, compresi indù, buddisti, taoisti e membri di altre fedi, che sanno per tradizione che la vita non inizia con la nascita e non finisce con la morte. Ma la semplice curiosità, o la fede non sono sufficienti. Questo è soltanto il primo passo verso la scienza completa della reincarnazione, che include la conoscenza del modo di liberarsi dal miserabile ciclo di nascite e morti ripetute.
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