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SCHEDA ARTICOLO N. «00234»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
TITOLO: LA REINCARNAZIONE
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

Tratto da:

Bhaktivedanta Swami Prabhupada.



Sono sicuro che la reincarnazione esiste veramente, che essa trae la sua
origine
dalla morte, e che le anime dei morti continuano a vivere.
(Socrate)

L'idea della metempsicosi è forse il dogma più antico dell'universo
conosciuto.
(Voltaire)

Come nella vita presente viviamo migliaia di sogni, così questa nostra vita
è
solo una tra le migliaia di vite alle quali approdiamo dopo la morte. La
nostra
vita presente è solo uno dei sogni di questa vita più reale, e così
continuiamo
eternamente, finché raggiungeremo l'ultima vera vita, la vita divina.
(Leone Tolstoi)

Io non ho cominciato a vivere al momento della mia nascita o del mio
concepimento. Sono cresciuto, mi sono evoluto per innumerevoli millenni...
Le
voci, gli echi, le aspirazioni delle mie precedenti identità sono ancora in
me... Oh, innumerevoli volte ancora rinascerò!
Jack London. The Star Rover (Il vagabondo delle stelle).

Siamo dunque vissuti due volte, o mille volte? Il nostro ricordo non è che
un'immagine sbiadita che il soffio di Dio ravviva?
(Lamartine)

La mia individualità attuale è il risultato delle mie individualità
scomparse...Molte cose potrebbero essere spiegate se conoscessimo la nostra
vera
genealogia.
(Flaubert)

Quando mi coricherò nella tomba non dirò come tanti altri: ho finito la mia
giornata. No, la mia giornata ricomincerà l'indomani mattina. La tomba non è
un
vicolo cieco, ma un viale che si chiude al tramonto e si riapre all'aurora.
Il corpo non è che il viaggio dell'anima. Si cambia d'abito nella tomba, il
sepolcro è l'anticamera del cielo.
(Victor Hugo)

L'anima giunge dall'esterno ed entra nel corpo umano come se si trattasse di
una
residenza temporanea, per uscirne di nuovo... L'anima trasmigra in altre
dimore,
perché è immortale.
(Ralph Waldo Emerson - Giornali di Ralph Waldo Emerson)

Hai una pallida idea di quante vite abbiamo dovuto attraversare prima di
supporre che ci possa essere qualcosa di meglio da fare nella vita che
mangiare,
battersi, o conquistare il potere nello stormo? Mille vite, Jon, diecimila!
Noi
scegliamo il nostro prossimo mondo in funzione di ciò che abbiamo appreso in
questo...Ma tu, Jon, hai imparato tanto in una sola esistenza che non hai
dovuto
passare attraverso mille vite per arrivare a questa.
(Richard Bach. Il gabbiano Jonathan Livingston)

Egli vide tutti quei volti e quelle forme uniti in mille modi gli uni alle
altre...Nessuno di loro moriva, non facevano altro che trasformarsi:
rinascendo sempre, si rivestivano continuamente di nuovi aspetti: soltanto
il
tempo separava un volto da un altro.
(Herman Hesse. Premio Nobel. Siddhartha)



Prefazione.

La ricerca dell'immortalità.

Chiunque voglia avere un reale controllo del proprio destino deve capire la
reincarnazione e il suo funzionamento. E' semplice. Nessuno vuole morire.
Tutti
vorremmo vivere per sempre, nel pieno del nostro vigore, senza rughe, senza
capelli grigi o artrite. E' naturale, perché il primo e fondamentale
principio
dell'esistenza è quello di godere. Se soltanto potessimo godere della vita
eternamente!

Questa continua ricerca dell'immortalità è fondamentale per l'uomo al punto
che
gli è quasi impossibile concepire la morte. Il vincitore del premio
Pulitzer,
William Saroyan (l'autore della "Commedia umana") interpretò perfettamente
il
pensiero della gente quando, pochi giorni prima della sua morte, disse ai
giornalisti: "Tutti dobbiamo morire, ma io ho sempre creduto che nel mio
caso si
sarebbe fatta un'eccezione. Che ne sarà di me ora?"

La maggior parte di noi non pensa quasi mai alla morte o a quello che
seguirà.
Alcuni dicono che è la fine di tutto. Altri credono nell'esistenza del
paradiso
e dell'inferno. Altri ancora sostengono che questa sia solo una delle molte
vite
che abbiamo vissuto e che ancora vivremo in futuro. Più di un terzo della
popolazione del pianeta, cioè più di un miliardo e mezzo di persone, accetta
la
reincarnazione come un fatto irrevocabile. La reincarnazione non è un
particolare "credo", una teoria o un espediente della psicologia per
sfuggire al
carattere definitivo e sinistro della morte, bensì una scienza precisa che
spiega le nostre vite passate e future.

Su questo argomento sono stati scritti molti libri, i quali si basano
generalmente sul processo di regressione ipnotica, su esperienze vissute da
persone che hanno sfiorato la morte, su resoconti di chi ha vissuto
esperienze
extracorporee o impressioni di "déjà vu".

La maggior parte della letteratura sulla reincarnazione non è documentata, è
basata su congetture, è superficiale e inconcludente. Alcuni libri
sostengono di
poter documentare casi in cui, sotto ipnosi, i pazienti sono stati fatti
regredire a vite passate. Questi soggetti descrivono nei particolari le case
in
cui hanno vissuto, le strade che hanno percorso, i parchi che hanno
frequentato
da bambini e i nomi dei loro genitori, amici e congiunti delle loro vite
precedenti. Tutto ciò rende la lettura interessante; ma, se, da una parte,
tali
libri hanno certamente stimolato nel pubblico l'interesse sempre crescente e
la
fede nella reincarnazione, accurate indagini hanno rivelato che molte di
queste
pretese regressioni nelle vite anteriori pullulano di congetture,
inesattezze e
perfino imbrogli.

Ma il fatto più rilevante è che nessuna di queste pubblicazioni di moda oggi
spiega i concetti fondamentali della reincarnazione, come per esempio il
semplice meccanismo per cui l'anima trasmigra eternamente da un corpo a un
altro. Nei rari casi in cui alcuni princìpi fondamentali vengono discussi,
generalmente gli autori presentano le loro personali teorie sulle condizioni
richieste per il verificarsi della reincarnazione, come se questa fosse
privilegio di qualche essere particolarmente dotato, mentre altri non ne
potrebbero beneficiare. Questo tipo di presentazione non ha niente a che
fare
con la scienza della reincarnazione, ma si limita a essere un labirinto di
invenzioni e contraddizioni, e lascia il lettore senza risposta alle sue
numerose domande.

Per esempio: la reincarnazione si attua istantaneamente, o è un lento
processo
che richiede un lungo lasso di tempo? Possono altri esseri viventi, come gli
animali, reincarnarsi in corpi umani? Può l'uomo reincarnarsi come animale?
Se
sì, come e perché? Ci reincarniamo per sempre, o c'è una fine a questo
processo?

Può l'anima soffrire perpetuamente all'inferno, o gioire per sempre in
paradiso?

Possiamo controllare le nostre incarnazioni future? E come? Possiamo
rinascere
su altri pianeti o in altri universi? In che modo le azioni buone e cattive
determinano il nostro prossimo corpo? Che relazione intercorre tra il karma
e la
reincarnazione?

Questo libro risponde ampiamente a tali domande, perché spiega
scientificamente
la vera natura della reincarnazione, fornisce al lettore anche istruzioni
pratiche su come affrontare e superare il misterioso e tanto spesso
frainteso
fenomeno della reincarnazione una realtà che ha un ruolo essenziale nel
plasmare il destino dell'uomo.

- Introduzione -

Il mistero della coscienza.

La morte, il più misterioso, spietato e inevitabile avversario dell'uomo. e'
la
fine dell'esistenza, o soltanto il passaggio verso un'altra vita, un'altra
dimensione, oppure un altro mondo?

Se la coscienza dell'uomo sopravvive all'esperienza della morte, che cos'è
che
determina il suo passaggio a nuove realtà?

Per acquisire una chiara comprensione di questi misteri, l'uomo si è
tradizionalmente rivolto a filosofi illuminati, accettando i loro
insegnamenti
che sono rappresentativi di una verità superiore.

Alcuni criticano a priori questo metodo di acquisizione della conoscenza,
che si
rifà a un'autorità superiore, e non tengono minimamente conto del rigore
scientifico del ricercatore nell'analizzare i dati. Il sociologo E.F.
Schumacher, autore di 'Small is beautiful', nota che nella nostra società
moderna,
dove la gente non è più a contatto con la natura e con la saggezza tradizion
ale,
è uso comune ridicolizzare questo metodo...e "si crede soltanto a ciò che si
può
vedere, toccare e misurare." O, come si usa dire, "vedere per credere."

Ma, quando l'uomo cerca di capire qualcosa che è al di là della portata dei
sensi
materiali, al di là degli strumenti di misura e della speculazione mentale,
allora non c'è altra scelta che avvicinare una fonte di conoscenza
superiore.

Nessuno scienziato è mai riuscito a spiegare con ricerche di laboratorio il
mistero della coscienza e della sua destinazione dopo la distruzione del
corpo
materiale. La ricerca in questo campo ha creato molte teorie divergenti,
teorie
di cui bisogna riconoscere i limiti.

I princìpi su cui si basa la reincarnazione, invece, spiegano ampiamente le
leggi sottili che regolano la nostra vita presente, la nostra vita passata e
le
vite future.

Se si vuole veramente capire la reincarnazione, si deve accettare il
concetto
fondamentale secondo il quale la coscienza è un'energia superiore, distinta
dalla materia di cui è costituito il corpo fisico.

Questo principio è sostenuto dalla verifica delle straordinarie capacità di
pensare, sentire e volere proprie dell'essere umano. Come possono elementi
DNA,
o altri componenti genetici, provocare i sentimenti di amore e rispetto che
una
persona prova per un'altra? Quale atomo o molecola è responsabile delle
sottili
sfumature artistiche dell'Amleto di Shakespeare o della "Messa in si minore"
di
Bach? Atomi e molecole soltanto non sono sufficienti a spiegare l'uomo e le
sue
infinite facoltà. Einstein, il padre della fisica moderna, ammise che la
coscienza non poteva essere descritta adeguatamente in termini di fenomeni
fisici. "Credo che la moda attuale di applicare gli assiomi della scienza
alla
vita umana non sia soltanto un grosso errore, ma abbia in sé anche qualcosa
di
riprovevole", disse una volta il grande scienziato.

In realtà, gli scienziati non sono riusciti a spiegare la coscienza per
mezzo
delle stesse leggi fisiche che regolano gli altri fenomeni compresi nella
loro
sfera di competenza. Frustrato da questo fallimento, Albert Szent-Gyorgyi,
professore di fisiologia e medicina e premio Nobel, ha recentemente espresso
la
propria delusione con queste parole: "Nella mia ricerca del segreto della
vita
sono giunto agli atomi e agli elettroni, che di vita non ne hanno proprio.
Lungo
questa strada la vita mi è sfuggita tra le mani, e ora, nella mia vecchiaia,
torno sui miei passi."

Per accettare la nozione che considera la coscienza il frutto di
un'interazione
molecolare è richiesta una fede molto più grande di quella necessaria per
accettare una spiegazione metafisica. Thomas Huxley, il famoso biologo,
disse:

"Mi sembra ovvio che esista nell'universo un terzo elemento, cioè la
coscienza...ma non vedo come questa possa essere considerata materia o
energia,
oppure una qualsiasi possibile modificazione di entrambe... "

Un ulteriore riconoscimento delle proprietà eccezionali della coscienza
(inclusa
la sua facoltà di esistere prima e dopo la distruzione del corpo fisico) è
offerta da Niels Bohr, premio Nobel per la fisica. Egli osservò:
"Riconosciamo
di non poter trovare niente nella fisica o nella chimica che abbia un benché
minimo rapporto con la coscienza. Tuttavia, noi tutti sappiamo che la
coscienza
esiste, per il semplice fatto che essa è presente dentro di noi. La
coscienza,
quindi, deve far parte della natura, o più genericamente della realtà, il
che
significa che dobbiamo prendere in considerazione anche leggi di un ordine
del
tutto differente dalle leggi della fisica e della chimica, enunciate con la
teoria dei quanta.

La reincarnazione non è un evento estraneo, completamente agli antipodi
delle
nostre concezioni, ma un fatto che si verifica regolarmente nei nostri corpi
durante questa stessa vita. Nel suo libro, 'The Human Brain', il professor
John
Pfeiffer nota: "Il tuo corpo non contiene una sola molecola di quelle che
conteneva sette anni fa." Ogni sette anni il nostro vecchio corpo si rinnova
completamente; ma, il sé, la nostra vera identità, rimane immutato. Il
nostro
corpo cresce dall'infanzia fino alla giovinezza, alla maturità e infine alla
vecchiaia, ma la persona nel corpo - l'io - rimane sempre la stessa.

La reincarnazione, basata sul principio di un sé cosciente, distinto dal suo
corpo fisico, è parte di un sistema superiore che regola la trasmigrazione
dell'essere vivente da una forma materiale a un'altra. Poiché la
reincarnazione
è un fatto che riguarda la parte più intima di noi stessi, è per ognuno di
noi
un argomento della massima rilevanza.

Questo libro spiega chiaramente i principi essenziali della reincarnazione
così
come essi vengono presentati nell'antico testo vedico, la Bhagavad-gita. La
Gita, anteriore di migliaia di anni ai manoscritti del Mar Morto, ci
fornisce la
spiegazione più completa che esista della reincarnazione. Essa è stata
studiata
per millenni dai più grandi pensatori del mondo, e poiché la conoscenza
spirituale è vera eternamente e non muta con ogni nuova teoria scientifica,
interessa ancora gli uomini di oggi.

D.P. Dupey, biofisico di Hardward, scrive: "Se aderiamo dogmaticamente
all'assunto che la vita può essere spiegata interamente dalle leggi della
natura
a noi note potremmo trovarci in un vicolo cieco. Prendendo in considerazione
i
concetti che la tradizione vedica dell'India ha tramandato, gli scienziati
moderni possono vedere le loro discipline in una nuova prospettiva e
favorire il
progetto di ogni tentativo scientifico: la ricerca della verità."

In quest'era di totale incertezza è indispensabile comprendere la vera
origine
del nostro io cosciente, la ragione della nostra esistenza in differenti
corpi e
condizioni di vita e conoscere la nostra destinazione futura all'istante
della
morte. Queste nozioni essenziali sono ampiamente illustrate in quest'opera.

Il primo capitolo spiega che la reincarnazione ha influenzato profondamente
molti tra più grandi filosofi, poeti e artisti, da Socrate a Salinger. e'
illustrato quindi il meccanismo della reincarnazione, così come esso è
esposto
nella Bhagavad-gita, la più antica e autorevole raccolta di documenti
originali
in materia di trasmigrazione dell'anima.

Nel secondo capitolo, la vivace conversazione tra Sua Divina Grazia A.C.
Bhaktivedanta Swami Prabhupada e il famoso psicologo e religioso Professor
Karlfried Graf von Durckheim, offre la chiara dimostrazione che il corpo
materiale e la particella di antimateria, l'anima spirituale, non sono mai
un'unica e medesima cosa.

Nel terzo capitolo, un famoso specialista in chirurgia cardiaca insiste
sulla
necessità di impegnarsi in ricerche sistematiche sull'anima, e Srila
Prabhupada
cita la versione vedica di migliaia di anni più antica e sorprendentemente
molto
più informata della scienza medica moderna.

Tre affascinanti narrazioni estratte da un'opera vedica, lo
Srimad-Bhagavatam,
costituiscono il quarto capitolo. Queste descrizioni sono classici esempi
del
modo in cui l'anima trasmigra in diversi tipi di corpi sotto il controllo
delle
precise leggi della natura e del karma.

Nel quinto capitolo, alcuni estratti dagli scritti di Srila Prabhupada
dimostrano chiaramente che i princìpi della reincarnazione possono essere
facilmente compresi in funzione di fatti ordinari e di osservazioni comuni
che
ricorrono regolarmente nella nostra vita di tutti i giorni.

Il capitolo sesto spiega che la reincarnazione implica un sistema di
giustizia
universale e infallibile, nel quale l'anima non è mai condannata alla
dannazione
eterna, ma, per la sua stessa intrinseca natura, ha sempre l'opportunità di
sfuggire al ciclo senza fine di nascite e morti.

I concetti erronei e le nozioni alla moda che vengono generalmente applicati
alla reincarnazione sono oggetto di discussione nel settimo capitolo;
infine, il
capitolo conclusivo, "Non tornate più", presenta il processo mediante il
quale
l'anima può trascendere la reincarnazione e accedere a un livello che la
rende
finalmente libera dalla prigionia del corpo materiale. Una volta raggiunto
questo stato, l'anima non torna più in questo mondo, che muta eternamente ed
è
caratterizzato da nascita, malattia, vecchiaia e morte.

Capitolo 1.
La reincarnazione: da Socrate a Salinger.

Per l'anima non c'è né nascita né morte. Esiste e non cessa mai di esistere.
Non
nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai
fine.
Non muore quando il corpo muore.
Bhagavad-gita, 2.20

E' vero che la vita comincia con la nascita e finisce con la morte? Siamo
già
vissuti prima? Generalmente tali domande sono caratteristiche delle
religioni
dell'Oriente, dove tutti sanno che la vita dell'uomo non dura soltanto dalla
culla alla bara, ma si estende per milioni di ere, e dove l'idea di
rinascere è
universalmente accettata. Arthur Schopenhauer, il grande filosofo tedesco
del
diciannovesimo secolo, osservò una volta: "Se un asiatico mi chiedesse una
definizione dell'Europa sarei costretto a rispondergli: è quella parte del
mondo
infestata dall'incredibile illusione che l'uomo è stato creato dal nulla, e
che
la sua vita attuale sia l'unica esistenza che egli abbia mai conosciuto."

In realtà, l'ideologia dominante in Occidente, cioè la scienza materiale, ha
soffocato per secoli qualsiasi interesse serio o diffuso per i concetti di
preesistenza e sopravvivenza della coscienza al di là del corpo attuale.

Tuttavia, nella storia occidentale ci sono sempre stati pensatori che hanno
capito e sostenuto l'immortalità della coscienza e la trasmigrazione
dell'anima.
E un gran numero di filosofi, scrittori, artisti, scienziati e politici ha
manifestato un'attenta considerazione per questa idea.

La Grecia antica.

Nella Grecia antica, Socrate, Pitagora e Platone possono essere annoverati
tra
coloro che considerarono la reincarnazione parte
integrante dei loro insegnamenti. Alla fine della sua vita Socrate disse:
"Credo
veramente nella possibilità di rinascere, e penso che dalla morte sbocci di
nuovo la vita." Pitagora affermava di ricordare le sue vite passate e
Platone lasciò descrizioni dettagliate della reincarnazione nelle sue
principali
opere. Egli sosteneva, in breve, che l'anima pura cade dal piano della
realtà
assoluta a causa del desiderio dei sensi, e prende quindi un corpo fisico.

Secondo Platone, queste anime cadute nascono dapprima in forme umane, e tra
queste forme la più elevata è quella del filosofo che è alla ricerca di una
conoscenza superiore. Se la sua conoscenza diventa perfetta, il filosofo può
tornare a un'esistenza eterna, ma se, al contrario, s'invischia
irrimediabilmente nei desideri materiali scende tra le specie animali.
Platone
credeva che i golosi e gli alcolizzati sarebbero diventati asini nelle vite
future, i violenti e gli ingiusti sarebbero rinati come lupi e avvoltoi, e
coloro che seguivano ciecamente le convenzioni sociali sarebbero diventati
api e
formiche. Dopo un po' di tempo l'anima avrebbe ottenuto di nuovo la forma
umana
e, con questa, un'altra possibilità di raggiungere la liberazione. Alcuni
studiosi ritengono che Platone e altri filosofi dell'antica Grecia abbiano
attinto la loro conoscenza della reincarnazione dai misteri propri di alcune
religioni come l'orfismo o dall'India.

- Giudaismo, cristianesimo e islamismo -

Accenni alla reincarnazione sono frequenti anche nella storia del giudaismo
e
dall'antico cristianesimo. Possiamo trovare informazioni sulle vite passate
e
future nella Cabala, che rappresenta secondo molti studiosi ebraici la
saggezza
segreta delle Scritture. Nello Zohar, uno dei principali testi cabalistici,
è
detto: "Le anime devono ritornare alla sostanza assoluta da cui sono emerse.
Tuttavia, per raggiungere questo fine devono sviluppare tutte le perfezioni,
il
cui seme è già presente in loro; se non soddisfano questa condizione nel
tempo
di una vita, devono cominciare a viverne una seconda, una terza, e così via,
finché non riescono ad acquisire la condizione che li rende idonei a
riunirsi a
Dio." Secondo l'Universal Jewish Encyclopedia anche gli Ebrei assidici hanno
credenze che si ricollegano a quelle menzionate sopra.

Nel terzo secolo dopo Cristo il teologo Origene, uno dei padri della Chiesa
cristiana primitiva e il più completo conoscitore della Bibbia, scrisse:
"Poiché
sono inclini al male, alcune anime...entrano in corpi dapprima umani; in
seguito, se vengono in contatto con le passioni irrazionali, allo scadere
del
tempo loro assegnato, si trasformano in animali e, infine, si degradano
ulteriormente al livello di piante. Da questa situazione si elevano di nuovo
passando attraverso le medesime tappe per essere ricondotte alla loro dimora
celeste."

Anche nella Bibbia sono numerosi i passi dai quali risulta chiaramente che
Cristo e i suoi seguaci conoscevano il principio della reincarnazione. Una
volta, i discepoli di Gesù lo interrogarono a proposito della profezia
dell'Antico testamento che affermava che Elia sarebbe riapparso sulla Terra.
Nel
vangelo di San Matteo leggiamo: "E Gesù rispose loro, in verità Elia verrà e
ristabilirà ogni cosa. Ma vi dico che Elia è già venuto, e non è stato
riconosciuto... Allora i discepoli capirono che egli stava parlando di
Giovanni
Battista." In altre parole, Gesù dichiarò che Giovanni Battista, che era
stato decapitato da Erode, era una reincarnazione del profeta Elia. Parlando
ancora di Giovanni Battista, Gesù disse: "Questo è l'Elia che doveva venire.
E
chi ha orecchi per intendere intenda."

Il Corano dice: "Tu eri morto, ed Egli ti riportò in vita, e alla fine ti
ricongiungerà a Lui." (9) Tra i seguaci dell'islamismo, soprattutto i sufi
credono che la morte non sia in alcun modo una perdita, perché l'anima
immortale
passa continuamente attraverso corpi differenti. Jalalu 'D-Din Rumi, un
famoso
poeta sufi, scrive:

Morii come minerale e divenni una pianta,
Morii come pianta e mi elevai ad animale,
Morii come animale e fui un uomo.
Perché dovrei temere? Quando mai persi qualcosa morendo?

Le antichissime Scritture vediche dell'India confermano che l'anima, secondo
il
suo grado di identificazione con la natura materiale, assume una delle otto
milioni quattrocentomila forme esistenti, e una volta incarnata in una certa
specie di vita, si evolve automaticamente da forme inferiori a forme
superiori,
ottenendo infine un corpo umano.

Vediamo, quindi, che tutte le principali religioni occidentali - giudaismo,
cristianesimo e islamismo - presentano, nella struttura dei loro
insegnamenti,
elementi ben definiti del concetto di reincarnazione, sebbene coloro che
ufficialmente custodiscono il dogma li ignorino o ne neghino l'esistenza.

- Medioevo e Rinascimento -

In circostanze che tuttora rimangono avvolte nel mistero, l'imperatore
bizantino
Giustiniano, nel 553 d.C., bandì gli insegnamenti sulla preesistenza
dell'anima
dalla dottrina della Chiesa Cattolica Romana. In quell'epoca vennero
distrutti
numerosi scritti appartenenti alla Chiesa e ora molti studiosi ritengono che
tutti i riferimenti alla reincarnazione siano stati eliminati dalle
Scritture.

Tuttavia, le sette gnostiche, sebbene severamente perseguitate dalla Chiesa,
riuscirono a mantenere in vita la dottrina della reincarnazione in
Occidente.
(Il termine gnostico deriva dal Greco gnosis, che significa "conoscenza").

Durante il Rinascimento ci fu una nuova fioritura di interesse pubblico per
la
reincarnazione. Una delle figure preminenti di tale risveglio fu il grande
filosofo e poeta italiano Giordano Bruno, che alla fine venne condannato al
rogo
dal tribunale dell'Inquisizione a causa dei suoi insegnamenti sulla
reincarnazione. Nelle sue risposte conclusive alle accuse che gli venivano
fatte, Giordano Bruno proclamò, in un atteggiamento di sfida, che l'anima
"non è
il corpo" e che "può essere in un corpo o in un altro, e può passare di
corpo in
corpo."

A causa della soppressione di tale principio da parte della Chiesa, gli
insegnamenti sulla reincarnazione diventarono clandestini e sopravvissero in
Europa nelle società segrete dei rosacroce, dei massoni, dei cabalisti e di
altri.

- Illuminismo -

All'epoca dell'Illuminismo, gli intellettuali europei cominciarono a
liberarsi
delle costrizioni imposte dalla censura ecclesiastica.

Il grande filosofo Voltaire scrisse che la dottrina della reincarnazione
"non è
né assurda, né inutile" e aggiunse: "Non è cosa più sorprendente essere nati
due
volte, anziché una soltanto."

Può sorprendere, tuttavia, sapere che numerosi tra i "padri fondatori"
dell'America rimasero affascinati dall'idea della reincarnazione, quando
l'interesse sull'argomento si diffuse anche oltre Atlantico e arrivò in
America,
e finirono con l'accettarla. Esprimendo la sua ferma convinzione, Benjamin
Franklin scrisse: "Poiché esisto in questo mondo, credo che, in una forma o
in
un'altra, io esisterò sempre."

Nel 1814, il presidente degli Stati Uniti John Adams, che aveva letto dei
libri
sulla religione indù, scrisse a un altro ex-presidente, Thomas Jefferson,
chiamato "il saggio di Monticello", a proposito della dottrina della
reincarnazione. "Dopo essersi ribellate all'Essere Supremo", Adams scrive,
"alcune anime furono gettate nelle regioni di totale oscurità", e poi, lo
statista aggiunge, "esse furono rilasciate dalla prigione e venne loro
concesso
di elevarsi fino alla Terra dove avrebbero dovuto trasmigrare attraverso
ogni
specie animale: rettili, uccelli, bestie e uomini secondo la loro posizione
e il
loro carattere, assumendo perfino forme vegetali e minerali, come in una
specie
di libertà vigilata. Se queste anime avessero superato perfettamente queste
prove, avrebbero potuto ottenere corpi di mucche e di uomini. Se come uomini
si
fossero comportate bene...sarebbero state riportate alla loro felice
posizione
originale nel Cielo.''

In Europa, Napoleone usava dire ai suoi generali che in una sua vita
precedente
egli era stato Carlomagno. Anche Johann Wolfgang von Goethe, uno dei più
grandi poeti tedeschi, credeva nella reincarnazione, e probabilmente egli
adottò
questa idea in seguito alle sue letture sulla filosofia indiana. Goethe,
famoso
non solo come drammaturgo ma anche come scienziato, una volta notò: "Sono
sicuro
di essere già stato qui come lo sono ora, per migliaia di volte, e spero di
ritornarvi ancora, per altre migliaia di volte.''

- Trascendentalismo -

L'interesse per la reincarnazione e per la filosofia indiana cresceva anche
tra
gli spiritualisti americani, tra cui Emerson, Whitman e Thoreau.

Emerson scrisse: "Uno dei segreti dell'universo è che tutto
continua a esistere senza mai morire; le cose si sottraggono soltanto per un
attimo alla vista, poi tornano di nuovo...Niente muore; gli uomini fingono
di
essere morti e subiscono falsi funerali e lugubri necrologi, ma eccoli
invece
che guardano fuori della finestra, in perfetta salute, sotto qualche nuovo e
strano travestimento." Emerson citò un passo della Katha Upanisad, uno dei
numerosi testi dell'antica filosofia indiana che egli teneva nella sua
libreria:

"L'anima è non-nata; non muore; non fu generata da nessuno...Non-nata ed
eterna,
non muore quando il corpo muore."

Thoreau, il filosofo di Walden Pond, scrisse: "Per tutto il tempo che riesco
a
ricordare, mi sono inconsciamente riferito a esperienze di un precedente
stato
di esistenza." Un'altra prova del profondo interesse di Thoreau per la
reincarnazione è un suo manoscritto scoperto nel 1926, intitolato 'La
Trasmigrazione dei sette brahmana'. Questa breve opera è la traduzione in
lingua
inglese di un racconto sulla reincarnazione, tratto da un'antica storia
sanscrita. Questo episodio di trasmigrazione descrive la vita di sette saggi
attraverso successive incarnazioni in corpi di cacciatori, principi e
animali.

Nel suo poema 'Canzone su me stesso', Walt Whitman scrive:

So che non morirò mai... Abbiamo già trascorso miliardi di inverni e di
estati,
Ancora miliardi ne abbiamo davanti, e miliardi davanti a loro.

In Francia, Honoré de Balzac, scrittore famoso, scrisse un intero romanzo,
'Seraphita', che è impostato interamente sulla reincarnazione. Nel corso del
romanzo Balzac afferma: "Ogni essere umano passa attraverso vite
precedenti...Lei sa quante sono le forme materiali che l'erede del cielo
deve
occupare prima di poter arrivare a capire il valore del silenzio e della
solitudine, le cui distese stellate non sono altro che l'anticamera dei
mondi
spirituali?"

Nel suo romanzo, David Copperfield, Charles Dickens analizzò un tipo di
esperienza che si basa spesso su ricordi di vite passate, il "déjà-vu":
"Tutti
abbiamo sperimentato improvvisamente la sensazione, che occasionalmente ci
assale, di dire e fare cose che avevamo già detto e fatto in precedenza,
in un tempo lontano, la sensazione di essere già stati attorniati, in vaghe
ere
remote, dagli stessi visi, oggetti e circostanze..."

In Russia, il Conte Leo Tolstoy, eminente scrittore, afferma: "Come nella
nostra
vita presente viviamo migliaia di sogni, così, questa nostra vita è solo una
tra
le molte migliaia di vite in cui entriamo provenendo da un'altra, più reale
vita...quella a cui torniamo dopo la morte. La nostra vita è soltanto uno
dei
sogni di una vita più reale; e così continuiamo eternamente, finché
raggiungeremo la definitiva e vera vita, la vita divina."

- L'era moderna -

All'inizio del ventesimo secolo, l'idea della reincarnazione attrae la mente
di
uno dei più importanti artisti dell'Occidente, Paul Gauguin. Nei suoi ultimi
anni a Tahiti, egli scrisse che quando l'organismo fisico cede, "l'anima
sopravvive", e prende un altro corpo "degradandosi, o elevandosi in
conformità
dei propri meriti o delle proprie colpe." L'artista credeva che il concetto
di
continua rinascita fosse stato per la prima volta introdotto in Occidente da
Pitagora, il quale l'aveva appreso dai saggi dell'antica India.

L'americano Henry Ford, il magnate dell'automobile, disse una volta a un
giornalista: "Ho aderito alla teoria della reincarnazione all'età di
ventisei
anni". "Il genio viene dall'esperienza", egli diceva. "Alcuni pensano che
sia un
dono, o un talento, ma è invece il frutto di una lunga esperienza acquisita
durante numerose vite." Anche il generale americano George S. Patton
sosteneva di avere appreso la perizia militare su antichi campi di
battaglia.

La reincarnazione è un tema ricorrente nell'Ulisse di James Joyce,
romanziere e
poeta irlandese. In un famoso passo del romanzo, l'eroe di Joyce, Mister
Bloom,
dice a sua moglie: "Alcuni credono che dopo la morte noi continuiamo a
vivere in
un altro corpo, e che, prima di questa, abbiamo già vissuto un'altra vita.
La
chiamano reincarnazione. Dicono che siamo già vissuti, sulla Terra o su
qualche
altro pianeta, migliaia di anni fa, e che l'abbiamo dimenticato. Alcuni
affermano di ricordare le loro vite passate.''

La reincarnazione è il tema principale del romanzo di Jack London' The Star
Rover'
("Il vagabondo delle stelle"). Qui il protagonista dice: "Non ho avuto
inizio al
momento della nascita, né al momento del concepimento. Sono cresciuto e mi
sono
evoluto per innumerevoli millenni... Le voci, gli echi, le aspirazioni delle
mie
precedenti identità sono ancora in me... Oh, per innumerevoli volte
rinascerò
ancora...e questi sciocchi attorno a me pensano che, tirandomi il collo con
una
corda, metteranno fine alla mia esistenza."

Nel suo celebre romanzo sulla ricerca della verità spirituale, Siddhartha,
il
premio Nobel Herman Hesse scrive: "Egli vide tutti quei volti e quelle forme
uniti in mille modi gli uni alle altre... Nessuno di loro moriva, non
facevano
altro che trasformarsi; rinascendo sempre, si rivestivano continuamente di
nuovi
aspetti: soltanto il tempo separava un volto da un altro."

Anche numerosi scienziati e psicologi hanno creduto nella reincarnazione.
Carl
Jung, uno dei più grandi psicologi moderni, si serviva del concetto di un sé
eterno che subisce numerose rinascite, come di uno strumento nel tentativo
di
penetrare i misteri più profondi del sé e della coscienza. Egli diceva:
"Riesco
facilmente a immaginare di essere già vissuto durante i secoli che furono e
di
essermi imbattuto in domande a cui non sono stato in grado di rispondere. Ho
dovuto quindi rinascere per non essere stato in grado di portare a termine
il
compito che mi era stato assegnato."

Il biologo inglese Thomas Huxley notò che "la dottrina della trasmigrazione"
era
"una plausibile spiegazione delle influenze del cosmo sull'uomo", e
aggiunse:
"Soltanto qualche pensatore sconsiderato potrebbe rifiutarla ritenendola
assurda."

Lo psicanalista americano Erik Erikson, una delle più importanti figure nel
campo della psicanalisi e dello sviluppo umano, è convinto che la
reincarnazione
è il nucleo di ogni sistema religioso. Egli scrisse: "Ammettiamolo, ogni
persona
sana di mente può esaminare nel profondo la sua propria esistenza e dedurre
di
essere sempre vissuta e di dover continuare a vivere in seguito."

Mahatma Gandhi, una delle più grandi figure politiche dei nostri giorni,
l'apostolo della non-violenza, spiegò una volta che era stata la
comprensione
pratica della reincarnazione a mantenere
viva in lui la speranza di poter realizzare il sogno di una pace mondiale.

Gandhi disse: "Non posso pensare che l'inimicizia tra gli uomini sia
qualcosa di
permanente e, poiché credo nella teoria della reincarnazione, vivo nella
speranza che, se non in questa vita, in qualche altra vita sarò in grado di
stringere tutta l'umanità in un abbraccio fraterno."

In uno dei suoi racconti più famosi, J.D. Salinger ci fa conoscere Teddy, un
bambino precoce che ricorda le sue esperienze di reincarnazione e ne parla
esplicitamente. "E' così semplice, egli dice, si tratta solo di abbandonare
il
corpo all'istante della morte. Insomma, ognuno l'ha fatto migliaia di volte.
Non
se ne ricordano, ma ciò non significa che non l'hanno mai fatto."

Il Gabbiano Jonathan Livingston, che è l'eroe del racconto omonimo di
Richard
Bach, spiega che "quel piccolo fuoco luminoso che arde in ognuno di noi",
passa
attraverso una serie di reincarnazioni che lo conducono dalla Terra a un
mondo
celeste e poi di nuovo alla Terra, al fine di illuminare i gabbiani meno
fortunati. Una delle guide di Jonathan chiede: "Hai idea di quante vite
abbiamo
trascorso prima di cominciare a renderci conto per la prima volta che esiste
qualcosa di meglio del mangiare, del combattere e conquistare il potere
nello
stormo? Mille vite, Jon, diecimila! E poi altre cento vite per cominciare a
capire che la perfezione esiste, ed altre cento per capire che la nostra
ragione
di vita è trovare tale perfezione e renderla manifesta."

Il premio Nobel Isac Bazhevis Singer, spesso, nei suoi magistrali racconti
narra
di vite passate, di rinascita e di immortalità dell'anima: "Non esiste la
morte.
Come può esistere la morte se ogni cosa è parte di Dio? L'anima non muore
mai e
il corpo non è mai realmente dotato di vita."

Il poeta inglese John Masefield, in una famosa poesia sulle vite passate e
future, scrive:

Vi dico che quando una persona muore
La sua anima ritorna sulla Terra;
Rivestito di un nuovo costume di carne,
Un'altra madre lo fa nascere.
Con membra più forti e un cervello nuovo
La vecchia anima riprende il cammino.

Il celebre ex-Beatle George Harrison, musicista e compositore, rivela le sue
profonde riflessioni sulla reincarnazione, riferendosi ai rapporti umani.
"Gli
amici sono tutte anime che abbiamo conosciuto in altre vite. Siamo attratti
l'uno dall'altro. Ecco cosa sono per me gli amici. Poco importa se li ho
conosciuti solo per un giorno. Non significa che io debba aspettare due anni
per
poter dire che ci siamo già incontrati in precedenza."

In Occidente la reincarnazione attrae di nuovo la mente degli intellettuali
e
della massa. Film, romanzi, canzoni popolari e riviste trattano ora della
reincarnazione sempre più spesso, e milioni di occidentali si uniscono
rapidamente all'altro miliardo e mezzo di persone, compresi indù, buddisti,
taoisti e membri di altre fedi, che sanno per tradizione che la vita non
inizia
con la nascita e non finisce con la morte. Ma la semplice curiosità, o la
fede
non sono sufficienti. Questo è soltanto il primo passo verso la scienza
completa
della reincarnazione, che include la conoscenza del modo di liberarsi dal
miserabile ciclo di nascite e morti ripetute.

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