Visita alla casa di Yogananda (dal Diario di Sandra Maria Duarte Bose)
Calcutta, Sabato 2 Giugno 2001
E' primo pomeriggio, esattamente sono le 16.00, e piove a Salt Lake. Sta per arrivare il taxi, così sveglio Swapan, mio marito, dal suo riposino pomeridiano. Ci cambiamo i vestiti, ed io, indosso il mio unico paio di jeans e la maglietta verde con i ricami a fiori rosa.
Alle 16.30 saliamo sulla vettura che ci porterà al numero 4 di Garpar Road, Da Salt Lake, dove vivo, a Garpar Road, occorrono solo 15 minuti di auto!! Ci fermiamo solo una volta, giusto per chiedere la direzione, e subito dopo, Swapan mi indica l' Atheneum Institution.
Ci fermiamo proprio di fronte alla storica casa; la guardo e ne rimango molto colpita! Mi piace subito! E' ben mantenuta ed in buono stato, considerando che e' una vecchia costruzione.
Vediamo per prima, la targa fuori della casa; si legge :
"Qui ha vissuto Paramahansa Yogananda, fondatore della Yogoda Satsanga Society in India e Self-Realization Fellowship in America".
E' una targa rettangolare di marmo colore bianco avorio, e sotto, in metallo, una targhetta con la scritta in vernice, "S. Ghosh".
Il fratello di Yogananda, Sananda Lal Ghosh, vissuto in questa casa per buona parte della sua vita, preparò e pose questa targa in onore di suo fratello "Mejda" (così era chiamato in famiglia Yoganandaji) e della sua divina missione.
Cerchiamo di aprire il cancello di ferro, ma è chiuso con un catenaccio; fortunatamente, ai piedi delle scale vicino all'ingresso, c'è un uomo di mezza età. Swapan gli si rivolge in lingua "bengali" chiedendo se è possibile visitare il luogo in cui Paramahansa Yogananda visse e meditò.
L'uomo suona il campanello dicendoci di attendere e scompare all'interno della casa; dopo qualche momento di attesa, fa cenno di entrare, indicandoci di salire.
Ci attende, in cima alle scale, un uomo anziano, molto magro, vestito con il tipico pigiama Indiano di colore bianco, e un top "Punjabi". Come d'uso in India, ci togliamo le scarpe e iniziamo a salire le scale. L' uomo anziano apre una porta a vetri con struttura in legno invitandoci ad entrare.
La prima cosa che attrae il mio sguardo è una grande struttura ovale appesa a destra sul muro, contenente la foto di Yogananda. Ci sediamo tutti su un divano antico e molto bello ed io inizio la conversazione.
Mi rendo conto che l'uomo somiglia moltissimo a Sananda Lal Ghosh e gli chiedo se è un componente della famiglia, così si presenta come:
Harekrishna Ghosh, figlio di Sananda Lal Ghosh, in altre parole, nipote di Yogananda !
Ci racconta di aver lavorato alle ferrovie come suo nonno e di essere in pensione da circa 21 anni.
Dopo essersi presentato, Mr. Ghosh ci fornisce dettagli circa la stanza particolare in cui ci troviamo e cioè quella era la camera da letto del padre di Yogananda in cui, in seguito, dormì anche Guruji.
Ora è un misto tra un soggiorno e un piccolo museo.
Dal balcone di quella stanza, Yogananda parlava ai suoi amici e ai devoti che si trovavano nella strada, evitando loro di salire le scale.
Durante gli anni in cui Yogananda era in America, Sri Sri Swami Yukteswar Giri entrava spesso in quella casa, incontrandosi con Bhagababi Charan Ghosh (padre di Yogananda), che fu discepolo del grande Lahiri Mahashaya, così come Yukteswarji stesso.
Di fronte, dall'altro lato della strada, si può vedere la Deaf e Dumb's School.
Sui muri della stanza ci sono molte fotografie a colori raffiguranti tutti membri della famiglia e due grandi dipinti ad olio fatti da Sananda Al Gosh, raffiguranti il grande poeta Bengali Rabindranath Tagore e il padre di Yogananda all'età di 82 anni.
Vi è un'altra foto raffigurante la moglie di Mr.Gosh, morta sei anni prima, e sua figlia, che si è sposata e vive in un'altra località.
Lui, invece, ha vissuto con la sua famiglia sempre nella stessa casa in cui è nato 81 anni fa.
Con lui vive ancora suo figlio, Somnath Ghosh, che credo essere la stessa persona che abbiamo visto all'ingresso quando siamo entrati, poiché il padre ci ha precisato che ha 49 anni.
Suo padre, Sananda, dipinse inoltre un grande ritratto raffigurante Yogananda sulla spiaggia con in mano un bastone. Questo ritratto è presente presso la Self-Realization Fellowship della Repubblica Dominicana in America Centrale.
Il nipote di Yogananda vide suo zio l'ultimo volta a 15 anni. In quella occasione, Guruji aveva ultimato un tour in Europa e fu l'ultima volta che ritornò in India.
Mr. Ghosh ci indica, appesa al muro, la fotografia di suo nonno all'età di 50 anni, spiegandoci che è la stessa che appare sull' "Autobiografia di uno Yogi", mentre la foto di Yogananda, che appare sulla copertina dello stesso libro, è stata scattata da un fotografo americano ed originariamente era in bianco e nero ma suo padre la dipinse a colori.
Lungo i lati del divano vi sono dei mobili tra cui i preferiti di Yogananda: una piccola sedia di legno scuro intagliato vecchia di 90 anni ed una piccola tavola quadrata anch'essa in legno intagliato che era appartenuta alla madre.
Ci alziamo e seguiamo Mr. Ghosh, sino all'altro lato della stanza, il quale ci mostra alcuni oggetti-ricordo molto interessanti:
una scatola con il coperchio di vetro contenente 4 stringhe di pelle ed una penna verde appartenute a Yoganandaji; Ghosh ricorda di aver visto Guruji usare quella penna; due paia di occhiali acquistati da Guruji a Calcutta per suo padre e su un supporto di legno, un francobollo con la sua effige, emesso dal Governo Indiano.
Dall'altro lato della scatola ci sono due pietre che Mr. Ghosh prese dalla caverna di Babaji durante una sua visita al luogo ed una foto in cui appaiono i rappresentanti delle quattro generazioni della famiglia Gosh: suo nonno, suo padre, lui, e suo figlio. Questo è stato possibile poiché suo padre ebbe l'idea di inserire la foto di suo nonno come sfondo, sovrapponendo poi le immagini degli altri componenti. L'idea mi è piaciuta!
Dopo di questo, Mr.Gosh ci chiede se vogliamo vedere il luogo in cui Yogananda meditava, rispondiamo immediatamente di si.
Saliamo quindi le strette scale che portano al secondo piano; sono le scale originali, le stesse che Yogananda saliva per accedere alla sua stanza di meditazione.
A quell'epoca, la stanza di meditazione era sulla terrazza della casa, ma ora è all'interno della casa stessa poiché Sananda Ghosh aggiunse un piano alla terrazza esistente dopo averla ereditata.
Essa è collegata con il piano inferiore da una piccola scala a chiocciola.
La stanza è molto piccola, a forma di "L", di circa 4 metri quadri con una finestra. Penso immediatamente a quanta difficoltà Yoganandaji deve aver avuto a meditare d'estate in un posto come quello.
Ora c'è un ventilatore a muro, ma a quei tempi non c'era, ed io so quanto siano calde, umide, e poco confortevoli le nostre estati qui a Calcutta!
Appena entrati nella stanzetta, subito alla destra, Mr.Gosh ci precisa che quello fu esattamente il posto in cui Yogananda ebbe la visione del grande Babaji! Quando Yogananda descrisse la visione a suo fratello Sananda, egli dipinse il ritratto di Babaji, lo stesso ritratto che già conosciamo.
Dando uno sguardo all'interno della stanza, dipinta di un blu luminoso, vi sono le foto dei Guru come quelle che appaiono presso la Self-Realization Fellowship; una foto a mezzo busto di Yogananda con a fianco una capretta, e un'altra sua foto su cui vi è incollato un piccolo pezzo di stoffa del suo vestito color zafferano e alcune ciocche di capelli, che dopo la sua morte furono spedite a Mr. Sananda Lal Ghosh da Sri Sri Daya Mata.
Sul pavimento vi è un tappeto di lana coperto da un altro lembo di stoffa e da un ritaglio di pelle
Mr. Ghosh ci invita ad entrare, lo facciamo immediatamente.
Io e Swapan ci sediamo, guardandoci intorno, ed ammirando le fotografie.
Comincio a sentirmi molto emozionata e le lacrime salgono agli occhi. Dico a Swapan della mia forte emozione e della voglia di piangere; così decidiamo che è meglio uscire da lì. A dire la verità non ci siamo soffermati molto in quel luogo, forse solo 2 o tre minuti. Scattiamo delle foto della stanza di meditazione e delle cose a lui appartenute.
Usciti, Mr.Gosh ci attende nella sala da pranzo. Ci mostra un servizio da the che Guruji acquistò in Cecoslovacchia per suo fratello Sananda. Vediamo anche due croci donate da Madre Teresa; pensare che non lo incontrò mai personalmente. La santa nutrì sempre un profondo rispetto per Yoganandaji e lesse molti dei suoi libri.
Sul muro c'è un grande albero genealogico scritto in bengali da Somnath, il figlio di Mr. Ghosh il quale ci spiega che in un lontanissimo ramo della famiglia nacque il famoso Sri Aurobindo Ghosh, un altro santo uomo, un guru che ha trovato la sua illuminazione mentre era in prigione.
Swapan ed io avevano precedentemente letto uno dei suoi libri e visitato la sua casa in cui abbiamo acquistato alcuni deliziosi incensi.
Ci sediamo al tavolo da pranzo e Mr. Ghosh ci mostra alcune vecchie foto di Yogananda nonché l'album di famiglia in cui ve ne sono molte altre interessanti.
Una di queste mostra Sri Sri Daya Mata durante la sua visita in India.
Daya Mata la visitò tre volte, l'ultima nel 1973. Nella foto è ritratta seduta al tavolo da pranzo, la stessa tavola in cui siamo seduti io e Swapan mentre guardiamo l'album di fotografie!!
Mr Gosh ci mostra anche delle foto in cui sono ritratti lui, sua moglie e Sri Sri Daya Mata durante un soggiorno in America presso la Self Realization Felloship che li aveva invitati; un'altra foto, che ispirò suo padre Sananda Al Gosh a dipingere un grande ritratto di suo fratello (ritratto che si trova ora in Repubblica Dominicana) ed una foto di Guruji mentre cavalca un cammello in Egitto.
Infine ci vengono offerti dei "prasad" (dolci) e acqua come d'usanza in India.
Firmiamo il libro degli ospiti, e mentre stiamo per lasciare la casa, Mr.Gosh spontaneamente, pensate, rivolgendosi a mio marito in bengali, gli offre il suo numero telefonico chiedendogli di ritornare!!
Esco dalla casa in uno stato di leggerezza, pace e gioia, che non riesco assolutamente a descrivere. Voglio bene a Mr. Ghosh, è un'adorabile persona, e la sua ospitalità ci ha fatto sentire molto a nostro agio.
Sono molto felice di essere stata nella casa di Guruji, avrei dovuto andarci già molto tempo prima.. ma ora.. so che ci ritornerò ancora!!!
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