(Citazioni di Waldo Emerson) > > Credere nel proprio pensiero, credere che ciò che è vero per voi, > personalmente per voi, sia anche vero per tutti gli uomini, ecco, è questo > il genio. Date voce alla convinzione latente in voi, ed essa prenderà > significato universale; giacché ciò che è interno diventerà esterno, a > tempo > debito, e il primo nostro pensiero ci sarà restituito dalle trombe del > Giudizio Finale. > (Fiducia in se stessi) > > La fede dovrebbe unirsi con la luce dell'alba e del tramonto, con la > nuvola > che vola sulle ali del vento, con l'uccello che canta, e il profumo dei > fiori. > (Discorso alla Facoltà di Teologia) > > Ognuno dovrebbe imparare a scoprire e a tener d'occhio quel barlume di > luce > che gli guizza dentro la mente più che lo scintillio del firmamento dei > bardi e dei sapienti. E invece ognuno dismette, senza dargli importanza, > il > suo pensiero, proprio perché è il suo. E intanto, in ogni opera di genio > riconosciamo i nostri propri pensieri rigettati; ritornano a noi ammantati > di una maestà che altri hanno saputo dar loro. > (Fiducia in se stessi) > > È facile, nel mondo, vivere secondo l'opinione del mondo; è facile, in > solitudine, vivere secondo noi stessi; ma l'uomo grande è colui che in > mezzo > alla folla conserva con perfetta serenità l'indipendenza della solitudine. > (Fiducia in se stessi) > > (...) Perciò, meno governo avremo, e meglio sarà per tutti; minore è il > numero delle leggi, e minore il potere delegato agli altri. L'antidoto a > quest'abuso di governo formale è dato dall'influsso che può essere > esercitato dal carattere personale, dalla crescita, in noi, > dell'Individuo; > dal far ricomparire il vero protagonista al posto del sostituto; dalla > presenza, infine, dell'uomo saggio, del quale ogni governo in carica - e > ciò > va fermamente ribadito - è solo una misera imitazione. Ciò che tutte le > cose > tendono a portare in luce, ciò che la libertà, la cultura, i rapporti > sociali, le rivoluzioni mirano a formare e a delineare, è il carattere: è > questo il fine della Natura: di arrivare a incoronare infine questo suo > re. > Lo Stato esiste per formar l'uomo saggio: e con l'entrata in scena > dell'uomo > saggio, lo Stato cessa di esistere. Il carattere rende lo Stato non più > necessario. Il saggio è egli stesso lo Stato. > (Politica) > > Un talento volgare si delizia nel meravigliare e nell'accecare lo > spettatore. Mentre il vero genio si studia di difenderci dalla sua > influenza. Il vero genio non vuole impoverire, ma liberare; non togliere, > ma > aggiungere nuove possibilità spirituali. Se un saggio apparisse > d'improvviso > nel nostro villaggio, creerebbe, in chi lo avvicina, una nuova coscienza > di > ricchezza, svelando agli spiriti inosservati ed impreveduti vantaggi; > stabilirebbe un ordine d'immutabile uguaglianza morale, ci calmerebbe con > l'assicurarci che non possiamo essere ingannati; perché ciascuno di noi > scorgerebbe chiarissimi i freni e le garanzie che offre la singola > condizione. I ricchi vedrebbero dove sono veramente poveri e > disprezzabili, > i poveri scoprirebbero le vie di salvezza e le nascoste risorse della loro > condizione. > (Gli uomini rappresentativi - A che cosa servono i grandi uomini) > > Per il tuo non-conformismo il mondo ti colpirà e non ti avrà in nessuna > considerazione. E perciò un uomo ha da sapere che conto deve fare di una > faccia acida. Per la strada, o nel salotto di un amico la gente lo guarda > di > sbieco. Se una tale ostilità avesse la sua origine in quello stesso > disdegno > e in quella ostinatezza che egli prova, potrebbe benissimo tornarsene a > casa > con malinconica dignità; ma, le facce acide, o benevole, della moltitudine > non hanno mai causa profonda, sono indossate, o dismesse come soffia il > vento, o come ordina un giornale. > (Fiducia in se stessi) > > > Gesù Cristo appartenne alla vera razza dei profeti. Egli ha visto con gli > occhi aperti il mistero dell'anima. Attirato dalla sua severa armonia, > rapito dalla sua bellezza, visse in essa, in essa fu. Egli solo in tutta > la > storia ha stimato la nobiltà dell'uomo. > (Discorso alla Facoltà di Teologia) > > Insisti su te stesso; mai imitare. Tu puoi presentare in ogni momento il > tuo > talento con la forza accumulata coltivandoti per tutta la vita; ma il > talento che hai adottato da un altro lo possiedi solo in maniera > estemporanea. Ciò che ognuno può fare nel modo migliore, nessuno se non il > suo Fattore può insegnarglielo. > (Fiducia in se stessi) > > Una più segreta, dolce e irresistibile bellezza appare all'uomo quando il > suo cuore e la mente si aprono al sentimento della virtù. Allora subito > viene messo a conoscenza di ciò che sta sopra di lui. Impara che il suo > essere è senza limiti; impara di essere nato per il bene e per la > perfezione, pur giacendo ora in basso nel male e nella debolezza. > (Discorso alla Facoltà di Teologia) > > Non m'aspetto che diventi buon lettore di storia chi pensasse che ciò che > fu > compiuto in un'epoca remota da uomini i cui nomi sono poi risuonati famosi > abbia un più profondo significato di quello che egli stesso sta operando > quest'oggi, in questo momento. > (Storia) > > Una stupida coerenza è l'ossessione di piccole menti, adorata da piccoli > uomini politici e filosofi e teologi. Con la coerenza una grande anima non > ha, semplicemente, nulla a che fare. Tanto varrebbe che si occupasse della > sua ombra sul muro. Dite quello che pensate ora con parole dure, e dite > domani quello che il domani penserà con parole altrettanto dure, per > quanto > ciò possa essere in contraddizione con qualunque cosa abbiate detto oggi. > (Fiducia in se stessi) > > L'amante della natura è colui i cui sensi interni ed esterni sono ancora > in > pieno accordo tra di loro; chi ha saputo conservare lo spirito > dell'infanzia > perfino nell'età adulta. Il suo rapporto con il cielo e con la terra > diventa > parte del suo cibo quotidiano. > (Natura (1836)) > > È stato detto che «le anime comuni pagano con quel che fanno, e le anime > più > nobili con quel che sono». E perché? Perché una natura profonda ridesta in > noi, con le azioni e le parole, e anzi solo con le sue maniere e le sue > apparenze, lo stesso potere e la stessa bellezza che vengono in noi > suscitate da un'intera galleria di statue e di quadri. > (Storia) > > Se uno vive con Dio, la sua voce si farà dolce come il mormorio del > ruscello > e il brusio del grano. > (Fiducia in se stessi) > > Ogni uomo non è tanto uno che operi nel mondo, ma è piuttosto un > suggerimento di ciò che vorrebbe essere. Gli uomini camminano come > profezie > di un'età a venire. > (Cerchi) > > E' un grande uomo chi unisce alla migliore capacità speculativa una tale > proporzione e un tale equilibrio nelle sue facoltà, che gli uomini vedono > in > lui riflessi i propri sogni e le proprie intuizioni utilizzabili ed > accettabili per quello che sono. Dà garanzia un grande senso comune che lo > caratterizza come il rappresentante del mondo. > (Gli uomini rappresentativi - Platone, o il filosofo) > > Colui che pensa di più, dirà il minimo di quell'ineffabile essenza che > chiamiamo Spirito. Possiamo intravvedere Dio nei fenomeni grezzi e in > qualche modo distanti della materia; ma quando tentiamo di descriverlo e > di > definirlo, sia il linguaggio che il pensiero ci abbandonano, e restiamo > impotenti, come stolti e selvaggi. Quell'essenza rifiuta di essere > tradotta > in proposizioni. > (Natura (1836)) > > Trattando dello Stato, dovremmo sempre tener presente che le sue > Istituzioni > non sono originarie, benché esistessero già prima, certo, che noi > nascessimo; che esse non sono superiori ai cittadini; che ogni legge e > costume fu l'espediente escogitato da qualcuno per affrontare un qualche > particolare caso; che esse sono tutte imitabili, tutte alterabili, e che > siamo noi che possiamo farle più o meno buone; e renderle migliori. > (Politica) > > Per quanto buono sia il discorrere, il silenzio è migliore, e lo > mortifica. > La lunghezza del discorso è un'indicazione della distanza di pensiero che > vi > è tra chi parla e chi ascolta. Se essi s'intendessero perfettamente in > tutto, le parole non sarebbero anzi affatto necessarie. Se fossero una > unità > in tutto, le parole non sarebbero neppure tollerate. > (Cerchi) > > Da dentro o da dietro una luce brilla attraverso noi sulle cose e ci rende > consapevoli che non siamo niente, che la luce è invece tutto. > (Fiducia in se stessi) > > Dì la verità, e tutte le cose animate o inanimate ti saranno garanti, e le > stesse radici dell'erba sotto la terra sembreranno agitarsi e muoversi per > testimoniare a tuo vantaggio. > (Discorso alla Facoltà di Teologia) > > In luoghi non ufficiali, tra sordidi oggetti, un atto di virtù o di > eroismo > sembra improvvisamente attirare a sé il cielo come suo tempio, il sole > come > sua candela. La Natura tende le sue mani ad abbracciare l'uomo, solo che i > pensieri di questi siano di pari grandezza. Volentieri essa segue i suoi > passi con la rosa e con la viola, e piega il suo profilo splendido e > grazioso ad ornare il figlio amato. Se solo i pensieri di questi sono di > eguale portata, la cornice si adatterà al quadro. > (Natura (1836)) > > Il vero predicatore può essere sempre riconosciuto dal fatto che manifesta > la sua vita alla gente, la vita passata attraverso il fuoco del pensiero. > (Discorso alla Facoltà di Teologia) > > La natura sembra esistere soltanto per coloro che eccellono. Il mondo è > sostenuto dalla personalità degli uomini migliori; essi rendono la terra > sana. Coloro che vissero con essi hanno trovata la vita gioconda e piena. > Perché la vita è soltanto dolce e tollerabile quando noi abbiamo fede in > tali esistenze; e, effettivamente, o idealmente, noi ci studiamo di vivere > con degli esseri superiori. Non sono forse denominati con i nomi loro i > nostri figli e i luoghi che abitiamo? Il loro nome è trasformato nei > simboli > della lingua, l'opere, le immagini loro ornano i muri delle nostre case, > ogni circostanza della giornata è utile per ricordarci un aneddoto che li > concerne. > (Gli uomini rappresentativi - A che cosa servono i grandi uomini) > > La vecchiaia non dovrebbe mai insinuarsi nella mente umana. In natura ogni > momento è nuovo, il passato è continuamente inghiottito e dimenticato; > solo > ciò che sta per arrivare è sacro. Niente è sicuro se non la vita, la > transizione, lo spirito energicizzante. > (Cerchi) > > La natura universale, troppo forte per la fragile natura del bardo, gli > sta > sul collo e scrive con la sua mano; e mentre sembra che il poeta porti > avanti soltanto un suo semplice capriccio e un suo strampalato argomento, > l'esito conclusivo è invece un'esatta allegoria. Per questo, Platone disse > che «i poeti esprimono cose grandi e degne che essi stessi non intendono». > (Storia) > > Il segno invariabile della saggezza consiste nel vedere il miracolo in ciò > che è comune. Che cos'è un giorno? Che cos'è un anno? Che cos'è un'estate? > Che cos'è una donna? Che cos'è un bambino? Che cos'è il sonno? Alla nostra > cecità, queste cose sembrano prive di valore. Noi raccontiamo favole per > nascondere la povertà del fatto e conformarlo, come noi diciamo, alla più > alta legge della mente. Ma quando il fatto è visto alla luce di un'idea, > la > favola sfarzosa scolorisce e avvizzisce. Contempliamo la vera, più alta > legge. Per il saggio perciò un fatto è vera poesia, e la più bella delle > favole. > (Natura (1836)) > > La società è come un'onda. L'onda si muove in avanti, ma resta immobile la > massa d'acqua di cui essa è composta. La stessa particella non s'innalza > dal > fondo fino alla cima. La sua unità è solo fenomenica. Molte persone che > compongono oggi una popolazione saranno morte nel prossimo anno, e la loro > esperienza morirà con esse. > (Fiducia in se stessi) > > Dacché "i governi hanno origine nella identità morale degli uomini", il > riconoscimento di una comune natura umana con interessi comuni deve > indurre > gli uomini razionali a una comune fratellanza politica; e finché essi non > diverranno abbastanza saggi per cooperare volontariamente al comune > benessere, non è possibile alcun governo buono. > (Politica) > > Plaudo all'uomo che si trova sempre all'altezza del suo còmpito, a un > ufficiale che è all'altezza del suo grado; ai capitani, ai ministri, ai > senatori. Amo un dominatore che sta saldo, piantato sulle sue ferree > gambe, > dal corpo armonicamente sviluppato, eloquente, ricco di qualità, dotato > del > potere di trascinare tutti gli uomini con il suo fascino, per crearne dei > tributari e dei sostegni della sua potenza. Spada e bastone, o mezzi della > stessa natura del bastone e della spada, fanno procedere il mondo. Ma > reputo > il dominatore tanto più grande quanto più può abolire se stesso e tutti > gli > eroi con lui, lasciando che penetri in noi quell'elemento di ragione che > non > ha riguardo per alcuno; quell'irresistibile e sottilizzante forza > ascensionale distruggitrice d'ogni individualismo; quella potenza così > grande ch'ogni potere annulla. Allora ecco un monarca che largisce al suo > popolo una costituzione; un pontefice che predica l'eguaglianza delle > anime > e solleva i suoi servi da ogni barbaro omaggio; ecco un imperatore che può > creare la potenza del suo impero. > (Gli uomini rappresentativi - A che cosa servono i grandi uomini) > > Ahimè! nessun uomo va da solo. Tutti gli uomini vanno a gruppi da questo o > quel santo o poeta, evitando il Dio che vede nel segreto. Essi non possono > vedere nel segreto, amano essere ciechi in pubblico. Pensano che la > società > sia più saggia della loro anima, e non sanno che un'anima, la loro, è più > saggia del mondo intero. > (Discorso alla Facoltà di Teologia)
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