Chi è Anthony De Mello, e cosa ne dice la Chiesa?
Il "Messaggero" online
Domenica 23 Agosto 1998
*Un coro di critiche: «Ratzinger sbaglia»*
IN QUESTO inquieto fine Millennio, uno spettro turba i sonni delle gerarchie vaticane. E' di ieri la notizia della notificazione della Congregazione per la dottrina della fede contro Anthony De Mello. E sono unanimi i commenti nello stigmatizzare la decisione dei vertici ecclesiastici che colpisce anche i tanti libri del padre gesuita che affollano gli scaffali delle librerie, dalle edizioni Paoline alla Piemme. «Sono molto duro con questa decisione», dice Gabriele La Porta, direttore dei Palinsesti notturni delle tre reti Rai e autore di una trasmissione intitolata "Notte magica", in onda su Raiuno il venerdì all'1,50. «Non si puo' rispondere con anatemi a un autentico bisogno di spiritualita'. E' errato.
C'e' una sottovalutazione da parte della Chiesa delle esigenze dell'uomo moderno. Alle soglie del Duemila non si possono ripetere le solite allocuzioni che conosciamo da duemila anni. Probabilmente le religioni rivelate non sono in grado di dare nuove formulazioni a queste attese».
Anche il senatore dell'Udr Alessandro Meluzzi, autore di un libro che uscira' a novembre da Marsilio, "Oltre l'Apocalisse", e' dello stesso parere: «C'è una carenza di assoluto nella Chiesa che porta verso forme di neomisticismo e verso la gnosi. Ma non bisogna dimenticare che la gnosi rappresenta una risposta alla mancanza di spiritualita' e di religiosita' in atto nella Chiesa di oggi, la quale ha perso di vista il bisogno di sacro dell'uomo per privilegiare il discorso sociologico, pratico e anche politico», dice il senatore dal suo rifugio estivo, in un castello medievale nel Cilento.
Mino Damato e' stupito: «Come sempre la notificazione del Vaticano arriva con molti anni di ritardo rispetto alla nostra societa'. La New Age e' superata da altri movimenti come la Text Age o la Last Age. Tutto questo e' anacronistico e dimostra una preoccupazione eccessiva: sarebbe meglio preoccuparci di altre cose piu' importanti». Riflette ancora La Porta sui pericoli legati a queste spiritualita' fai-da-te:
«E' vero che ci sono milioni di persone che vengono strumentalizzate, ma in mezzo a queste ci sono veri studiosi, cattolici e laici, di ben altra statura. E cio' avviene evidentemente per motivi ben precisi. Nel mondo c'e' un grande bisogno di giustizia sociale, permeato di gnosticismo, che andrebbe osservato con grande umilta' e direi anche con ottimismo da parte della Chiesa. Se, in seno a questi movimenti, ci sono moltissimi cialtroni, non si puo' fare di ogni erba un fascio e travisare cosi' attese molto forti». E La Porta sente odore di eresia:
«Mi sembra», dice, «di essere tornati a Pico della Mirandola che fu condannato perche' sosteneva che ogni persona ha il diritto di nutrire liberamente la propria spiritualita'». E finisce con la speranza che la prossima enciclica di Giovanni Paolo II «sia diversa e piu' attenta di quanto si annunci».
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Il Messaggero online
Lunedì 12 Ottobre 1998
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La scomunica di Ratzinger non ferma il successo editoriale di Di Mello
A QUEL MITE uomo d'acciaio, soprannominato affettuosamente anche Panzer Kardinal, e' proprio il caso di dirlo, sembra non gliene vada bene nessuna. Al momento, anche se non ci sono dubbi che le cose rimarranno come sono in aeternum, dalle Alpi alle Piramidi, dal Reno al Nuovo Mondo, e' tutto un rispondere picche a Sua Eminenza Joseph Ratzinger.
Come si ricordera', poco meno di due mesi fa il porporato aveva «scomunicato», sia pure post mortem, lo scrittore indiano gesuita Anthony De Mello, nel 1987 passato, speriamo, a miglior vita (se in cielo non si applicano le condanne date su questa terra).
Il defunto, pero', aveva lasciato una certa abbondanza di scritti ai quali, in seguito, hanno attinto a piene mani i teorici della New Age per proporre all'umanita' una spicciola, terrena ricerca della felicita', che esclude tutto cio' che e' trascendente.
Prima che ufficialmente venisse apposto l'interdetto sulle tesi esposte nei libri del prete-scrittore indiano, il cardinale Ratzinger aveva inviato i vescovi di tutto il mondo a impedire la diffusione e la ristampa di quei testi incriminati o, quanto meno, chiedere che gli editori s'impegnassero a far si' che i libri gia' in commercio fossero comprensivi della Notificazione del Sant'uffizio, che ha ritenuto le tesi esposte da De Mello «incompatibili con la fede cattolica» perche' «possono causare gravi danni».
Come se nulla fosse successo.
Secondo un sondaggio effettuato da una agenzia cattolica in varie parti del mondo, nessuno si e' detto disponibile ad aderire all'invito del cardinale. Almeno finora. In Italia soltanto l'editrice Piemme, che di De Mello ha fatto il proprio autore di bandiera, ha reso noto che pur proseguendo nella pubblicazione alleghera' la Notificazione.
La vita non e' un sogno.
Italia cattolica. Pensate che perfino al Meeting di Rimini, il tradizionale appuntamento estivo di Comunione e Liberazione, che e' il movimento ecclesiale sempre pronto a pugnare con gli eretici in difesa della fede e della tradizione, quei libri «incompatibili con la fede cattolica» erano in bella evidenza, negli stands, tra testi di dottrina e riflessioni teologiche.
E che dire poi delle librerie che si avvalgono dell'etichetta di cattoliche e che numerose aprono i battenti a pochi passi dal portone del Sant'Uffizio? Nella stragrande maggioranza hanno negli scaffali, in vista al pubblico, i libri dell'autore messo all'indice. Alcune, per prudenza, li hanno tolti; ma, a richiesta, sono pronte a fornirli agli acquirenti. E della Notificazione non c'e' traccia, con buona pace di Panzer Kardinal Joseph Ratzinger.
Probabilmente, la risposta sta nelle diverse sfaccettature del problema. I piu' sostengono l'inutilita' della condanna di un autore scomparso undici anni fa, anche se si comprendono le motivazioni di fondo che hanno mosso il Sant'Uffizio, perche' piu' che proibire ha inteso mettere in guardia i fedeli sulle tesi esposte da De Mello. E, a parziale difesa del gesuita indiano, c'e' da dire che molti suoi testi sono stati pubblicati dopo la sua morte e variamente manipolati e assemblati sulla base di appunti, registrazioni di conferenze che il religioso aveva lasciato. Da tutto cio', pero', traspare anche e in modo evidente l'ipocrisia di fondo di quella parte del mondo cattolico che, soprattutto di questi tempi, resiste a tutto tranne che alla tentazione del business.
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*Mistica e cristianesimo*
Spesso, nel leggere testi di autori occidentali esponenti della mistica speculativa e considerati eretici dalla Chiesa cattolica, si nota negli studiosi contemporanei un duplice sforzo volto a:
- cercare di giustificare in senso almeno 'cristiano', se non 'cattolico', i testi dell'autore incriminato
- sottolineare le incredibili consonanze di temi tra autori or ora 'dimostrati' cristiani e autori che sicuramente tali non sono; ma, nel contempo, andare a scovare nel cristianesimo elementi di preminenza che, soli, possano giustificare lo slancio mistico dell'autore occidentale che, ad un esame piu' attento, risultera' essere collocabile nel solo cristianesimo.
Senza ovviamente volerci confrontare con tali insigni studiosi, che hanno dalla loro una primogenitura in Hegel che basterebbe a coprire di ridicolo qualsiasi nostro tentativo in questo senso, vorremmo pero' affrontare il problema in modo differente, e precisamente ragionare come segue, relativamente ai punti sopra citati:
in fondo, questi autori sono considerati eretici dalla Chiesa cattolica, ed e' la voce di questa Chiesa che deve essere sentita per giudicare l'ortodossia o meno di tali autori
le differenze riscontrate determinano, si', una supremazia del cristianesimo, ma solo finche' si parla di questi temi. Intendo dire che l'esperienza mistica espressa da esponenti di altre religioni manca effettivamente di alcuni concetti a disposizione dei mistici cristiani, ma questo non determina alcuna supremazia effettiva. In questo senso e' possibilissimo (anche se stupido e inutile) 'pensare' Eckhart fuori dal cristianesimo.
Ora segue una brevissima discussione circa questi punti.
*Eresia od ortodossia*
E' difficile che la Chiesa riapra il processo a Eckhart, o a Margherita, e non credo che l'aver pubblicato il testo di quest'ultima, anche presso una casa editrice cattolica (San Paolo, 1994, nella collana "I classici del pensiero cristiano") equivalga ad una sua riabilitazione. Quindi considerereremo il caso di un autore contemporaneo, il cui pensiero e' stato condannato dalla Chiesa nel 1998, facendo osservare come i punti condannati siano in effetti gli stessi che tratta Eckhart, che viene in questo modo ad essere condannato una seconda volta, per cosi' dire 'a ritroso' nel tempo.
*Il 'caso' De Mello*
Padre Anthony De Mello, gesuita nato nel 1931 a Bombay e morto nel 1987 a New York, e' divenuto famosissimo nel 1990 col bestseller mondiale Awareness (Consapevolezza), edito in Italia nel 1995 dalle Edizioni Piemme col titolo "Messaggio per un'aquila che si crede un pollo". Precedentemente, padre De Mello era noto in ambiente cattolico, sia per i molti libri dove coniugava la rivelazione cristiana con la sapienza orientale (tra gli altri "Sadhana"[NDR: di cui state leggendo i brani, su questa lista] e "Un minuto di saggezza", Edizioni Paoline), sia per i corsi rivolti a gruppi di formatori e guide spirituali. Il citato Messaggio e' in effetti una raccolta di pensieri compilata da suoi discepoli, dopo la morte dell'autore. Non per questo si debbono ritenere tali riflessioni estranee allo spirito di De Mello, e verranno qui considerate del tutto autentiche. A causa dell'enorme diffusione avuta dal Messaggio e da altri scritti di De Mello, la Chiesa e' intervenuta il 24 giugno 1998 con una Notificazione della Congregazione per la dottrina della fede. Qui di seguito vengono ripresi praticamente tutti i punti condannati nella Notificazione e vengono fatti seguire da brevi frasi di Eckhart:
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ALLA RIVELAZIONE, AVVENUTA IN CRISTO, EGLI [De Mello] SOSTITUISCE UNA INTUIZIONE DI DIO SENZA FORMA, NE' IMMAGINI, FINO A PARLARE DI DIO COME DI UN PURO VUOTO.
Eckhart (E1 a pag. 258) Devi amarlo [Dio] in quanto e' un non-Dio, un non-Spirito, una non-Persona, una non-immagine, o, per meglio dire: in quanto e' un puro, limpido, chiaro Uno, separato da ogni dualita'. E in questo Uno dobbiamo eternamente sprofondare dal qualcosa al nulla.
PER VEDERE DIO NON C'E' CHE DA GUARDARE DIRETTAMENTE IL MONDO.
Eckhart (E1 a pag. 80) Dio si forma, dove tutte le creature esprimono Dio: la' si forma "Dio".
NULLA SI PUO' DIRE SU DIO, L'UNICA CONOSCENZA E' LA NON CONOSCENZA. PORRE LA QUESTIONE DELLA SUA ESISTENZA, E' GIA' UN NONSENSO.
Eckhart (E1 a pag. 57) E se non e' ne' bontà, ne' essere, ne' verità, ne' Uno, che cosa e' dunque? E' il nulla, ne' questo, ne' quello (NDR: "neti, neti"). Se tu pensi ancora che e' qualcosa, non e' quello (NDR: Chi dice di conoscere il tao, non lo conosce).
QUESTO APOFATISMO RADICALE PORTA ANCHE A NEGARE CHE NELLA BIBBIA CI SIANO DELLE AFFERMAZIONI VALIDE SU DIO. LE PAROLE DELLA SCRITTURA SONO DELLE INDICAZIONI CHE DOVREBBERO SERVIRE SOLO PER APPRODARE AL SILENZIO.
Eckhart (E2 a pag. 251) Cio' che si dice di Dio non e' vero, e cio' che non si dice di lui, e' vero.
LE RELIGIONI, INCLUSA QUELLA CRISTIANA, SONO UNO DEI PRINCIPALI OSTACOLI ALLA SCOPERTA DELLA VERITA'.
Eckhart (E1 a pag. 133) Percio' preghiamo Dio di diventare liberi da Dio.
"DIO" VIENE CONSIDERATO COME UNA REALTA' COSMICA, VAGA E ONNIPRESENTE. IL SUO CARATTERE PERSONALE VIENE IGNORATO E IN PRATICA NEGATO.
Eckhart (E1 a pag. 128) Ho parlato a volte di una luce che e' nell'anima, increata e increabile [...] Questa scintilla rifiuta tutte le creature, e non vuole altro che Dio nella sua nudita', come e' in se stesso. Non le bastano ne' il Padre ne' il Figlio ne' lo Spirito santo, e neppure le tre Persone insieme, in quanto ciascuna permane nella sua particolarita' [...] essa vuole penetrare nel semplice fondo, nel silenzioso deserto, dove mai ha gettato uno sguardo la distinzione, ne' Padre ne' Figlio ne' Spirito santo [...]; questo fondo e' un semplice silenzio, immobile in se stesso; da questa immobilita' vengono mosse tutte le cose.
DE MELLO MOSTRA APPREZZAMENTO PER GESU', DEL QUALE SI DICHIARA "DISCEPOLO". MA LO CONSIDERA COME UN MAESTRO ACCANTO AGLI ALTRI.
Eckhart (E3 a pag. 12) [Eraclito e'] uno dei nostri maestri piu' antichi, che trovo' la verita' tanto tempo prima della nascita di Dio, prima ancora che sorgesse la fede cristiana quale essa e' ora.
L'UNICA DIFFERENZA CON GLI ALTRI UOMINI E' CHE GESU' ERA "SVEGLIO" E PIENAMENTE LIBERO, MENTRE GLI ALTRI NO.
Eckhart (E1 a pag. 63) Nell'uomo giusto si compie tutto quello che la sacra Scrittura e i profeti hanno detto [di Cristo].
[GESÙ] NON VIENE RICONOSCIUTO COME IL FIGLIO DI DIO, MA SEMPLICEMENTE COME COLUI CHE CI INSEGNA CHE TUTTI GLI UOMINI SONO FIGLI DI DIO.
Eckhart (E1 a pag. 104) La gente si immagina che Dio sia diventato uomo solo laggiu'. Non e' cosi', perche' Dio e' diventato uomo altrettanto qui quanto la', ed e' diventato uomo per poterti generare come suo Figlio unigenito, e niente di meno.
ANCHE LE AFFERMAZIONI SUL DESTINO DEFINITIVO DELL'UOMO DESTANO PERPLESSITA'. IN QUALCHE MOMENTO SI PARLA DI UNO "SCIOGLIMENTO" NEL DIO IMPERSONALE, COME IL SALE NELL'ACQUA.
Eckhart (E2 a pag. 227) Quando un ramo spunta da un albero, esso porta il nome e l'essenza dell'albero [...] Io dico proprio lo stesso per l'immagine dell'anima. Cio' che esce e' identico a cio' che rimane all'interno e cio' che resta all'interno e' identico a cio' che esce.
IN DIVERSE OCCASIONI SI DICHIARA IRRILEVANTE ANCHE LA QUESTIONE DEL DESTINO DOPO LA MORTE. DEVE INTERESSARE SOLTANTO LA VITA PRESENTE.
Eckhart (E1 a pag. 137) Percio' io sono non nato, e, secondo il modo del mio non esser nato, non posso mai morire. Secondo il modo del mio non esser nato, io sono stato in eterno, e sono ora, e rimarro' in eterno. Cosa invece sono secondo il mio esser nato, dovra' morire ed essere annientato, perche' e' mortale, e percio' deve corrompersi col tempo.
QUANTO A QUESTA, DAL MOMENTO CHE IL MALE E'OLO IGNORANZA, NON CI SONO REGOLE OGGETTIVE DI MORALITA'. BENEE E MALE SONO SOLTANTO VALUTAZIONI MENTALI IMPOSTE ALLA REALTA'.
Eckhart (E1 a pag. 228) Vuoi sapere se e' nato il tuo bambino, ovvero se tu sei stato fatto figlio di Dio? Finche' hai dolore nel tuo cuore per qualche cosa, fosse anche per il peccato, il tuo bambino non e' nato [...] Se il bambino e' nato in me il mio cuore non si commuoverebbe neppure vedendo uccidere davanti ai miei occhi mio padre e tutti i miei amici.
COERENTEMENTE CON QUANTO ESPOSTO FINORA, SI PUO' COMPRENDERE COME SECONDO LA LOGICA DELL'AUTORE QUALSIASI CREDO O PROFESSIONE DI FEDE, SIA IN DIO CHE IN CRISTO ,NON PUO' CHE IMPEDIRE L'ACCESSO PERSONALE ALLA VERITA'.
Eckhart (E2 a pag. 159) Molti mi dicono spesso: Pregate per me! Io penso allora: perche' voi uscite? perche' non rimanete in voi stessi, e non possedete in voi stessi il vostro bene proprio? Voi portate tutta la verità essenzialmente in voi.
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Quanto precede ci sembra testimoni bene il fatto che la Chiesa, oggi, tornerebbe a condannare l'antico domenicano, insieme al moderno gesuita.
*Preminenza del cristianesimo*
In questa sede vorremmo solo spendere due parole sul punto fondamentale che sancirebbe la preminenza del cristianesimo su tutte le altre religioni - e di conseguenza l'impossibilita' di immaginare i mistici (ed eretici) occidentali al di fuori di esso.
*Religione dello Spirito*
Partendo dal fatto - innegabile - che il cristianesimo e' l'unica religione trinitaria, in quanto in nessun altra religione e' definito in modo analogo a quello cristiano lo Spirito, si identifica l'esperienza mistica nata nel cristianesimo come esperienza dello Spirito nella vita trinitaria, intendendo con questo una sorta di 'movimento' d'amore tra l'Uno e le creature. 'Trinita'' dunque in questo senso: Spirito/amore tra Dio Padre e la Sua Incarnazione, il Figlio unigenito che noi tutti siamo. Non e' possibile sminuire la bellezza di una simile immagine, ma e' ben possibile arricchirla con parole prese da mistici appartenenti ad altre religioni. Ad esempio Maharaj, certamente non cristiano, pur non usando - ovviamente - il lessico di Eckhart o di Margherita, la esprime come solo chi ha vissuto la loro stessa esperienza puo':
Maharaj (I1 a pag. 67) Nel cercare, scopri che non sei ne' il corpo ne' la mente, ma l'amore del se' in te, per il se' che e' nel tutto. I due sono uno. La coscienza in te e in me, apparentemente separate, in realtà sono identiche: cercano l'unita' e questo e' amore ... l'amore stesso e' l'amante e l'amato.
Maharaj (I1 a pag. 196) Nel sogno ami certuni, e altri no. Al risveglio scopri che tu sei l'amore, che tutto abbraccia. L'amore personale, anche quando e' vero e intenso, invariabilmente vincola: l'amore nella libertà e' amore per tutto ... Quando tu stesso diventi amore, sei oltre il tempo e le quantità. Amando uno, ami tutti, e in tutti ami ciascuno. Uno e tutti non si escludono.
Maharaj (I2 a pag. 45) Ci saranno il matrimonio, i bambini, guadagnerai denaro per mantenere la famiglia; tutto cio' seguira' il corso naturale degli eventi, perche' il destino si deve svolgere; attraverserai queste cose senza resistenza, affrontando i compiti man mano che vengono, attento e sollecito nelle piccole e nelle grandi cose. Ma l'atteggiamento generale sara' di distacco amorevole, di enorme buona volonta', senz'attesa di compenso, di offerta senza domanda. Nel matrimonio non sei ne' il marito ne' la moglie, ma l'amore tra i due. Sei la luce e la gentilezza che rende ogni cosa ordinata e felice. Puo' sembrarti vago; ma se ci pensi, troverai che la dimensione mistica e' la più pratica, perche' rende la tua vita creativamente felice.
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Inoltre, a sostegno della tesi per cui i concetti trinitari sono in effetti mere parole, leggiamo cosa scrive Eckhart a questo proposito:
Eckhart (E1 a pag. 129) Ho parlato a volte di una luce che e' nell'anima, increata ed increabile [...] Dico nella eterna e sempre permanente verita' che a questa luce non basta l'essere divino unico, impassibile, che non da' ne' riceve: essa vuole sapere da dove questo essere provenga; essa vuole penetrare nel semplice fondo, nel silenzioso deserto, dove mai ha gettato uno sguardo la distinzione, ne' Padre ne' Figlio ne' Spirito santo. Nella interiorita' piu' profonda, dove nessuno e' in patria, la' trova soddisfazione questa luce.
Eckhart (E1 a pag. 258) Se ami Dio in quanto Dio, in quanto Spirito, in quanto Persona o in quanto immagine - tutto questo deve sparire. - Come dunque devo amarlo? - Devi amarlo in quanto e' un non-Dio, un non-Spirito, una non-Persona, una non-immagine, o, per meglio dire: in quanto e' un puro, limpido, chiaro Uno, separato da ogni dualita'. E in questo Uno dobbiamo eternamente sprofondare dal qualcosa al nulla.
In definitiva, non ci pare giustificato considerare il cristianesimo 'superiore' ad altre religioni solo perche' ha sviluppato concetti migliori per definire l'esperienza dello Spirito. Parimenti ci sembrerebbe assurdo considerare 'superiore' l'induismo solo perche' ha sviluppato concetti assai piu' sottili di quelli cristiani per quanto riguarda le cose ultime.
Conclusione
Lungi dal voler trovare 'differenze' tra i grandi di tutte le religioni, ci piace qui seguire Margherita, quando si dice appartenente a Santa Chiesa la grande, che accoglie tutti gli spiriti liberi, piuttosto che a Santa Chiesa la piccola, comunita' che si vuole fondata da Gesu' Cristo e che continua a ritenere eretico uno spirito veramente libero; tanto libero da poter fiorire anche in una Chiesa che lo osteggia.
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