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SCHEDA ARTICOLO N. «00355»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: OSHO
TITOLO: LA MEDITAZIONE, PUO' AIUTARMI AD ESSERE FELICE?
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TESTO ARTICOLO

La meditazione può aiutarmi a essere felice?
- di Osho -
(Tratto da, A Sudden Clash of Thunder )

Molte persone vengono da me e dicono di essere infelici, e vogliono che
dia loro qualche meditazione. Io dico loro: La prima cosa è comprendere
perché siete infelici. Se non eliminate le cause alla radice
dell'infelicità, posso anche darvi una meditazione, ma non potrà aiutarvi
molto, perché le cause di base saranno ancora presenti.

Quella persona poteva essere un bravissimo ballerino, e invece è seduto in
un ufficio, accatastando fascicoli. Non ha alcuna opportunità di danzare.
Avrebbe amato danzare sotto le stelle, e invece pensa solo ad accrescere il
suo conto in banca. E poi afferma di essere infelice, dice: "Dammi una
meditazione". Posso farlo! Ma cosa potrà fare quella meditazione? Che
possibilità ha? Lui rimarrà lo stesso:accumulerà soldi, sarà competitivo sul
lavoro. Questo sarà l'aiuto che la meditazione potrà dargli: gli darà un po'
di rilassamento per poter fare quelle sciocchezze ancora meglio.

Questo è ciò che succede a molte persone in Occidente con la TM [meditazione
trascendentale]. La meditazione trascendentale è così attraente proprio
perché Maharishi Mahesh Yogi dice sempre: "Ti renderà più efficiente sul
lavoro, ti farà avere più successo. Se sei un venditore, diventerai un
venditore più efficiente e di maggior successo. E gli americani vanno pazzi
per l'efficienza. Perderebbero tutto il resto pur di essere efficienti. Da
qui, l'attrazione.

Sì, può aiutarti. Può aiutarti un po', E' un tranquillante. Con la costante
ripetizione di un mantra, con la costante ripetizione di una certa parola,
trasforma l'ambiente chimico del cervello. È un tranquillante, un suono
tranquillante! Ti aiuta a ridurre lo stress in modo che tu possa essere più
efficiente domani sul lavoro, più capace di competere, ma non ti cambia per
nulla. Non è una trasformazione.

Puoi ripetere un mantra, puoi fare una certa meditazione; ti può aiutare un
pochino qui e là, ma ti aiuterà soprattutto a rimanere ciò che sei.

Per questo motivo, da me vengono attratte solo quelle persone che sono
veramente capaci di rischiare, quei temerari che sono pronti a cambiare la
struttura stessa della loro vita, che sono pronti a mettere tutto a
repentaglio. In realtà, non hai nulla da mettere a repentaglio: tutto ciò
che hai è la tua infelicità. Ma la gente è attaccata anche a questo.

Ho sentito dire:

In un campo di addestramento fuori mano, una squadra di reclute è appena
ritornata al suo accampamento dopo una dura giornata di marcia sotto un sole
rovente. "Che vita!", dice un soldatino, "siamo lontani chilometri da
qualunque posto, con un sergente che pensa di essere Attila l'Unno, senza
una donna, senza niente di forte da bere, senza poter avere permessi e, come
se non bastasse, i miei stivali sono troppo piccoli di due numeri". Il suo
vicino di branda replica: "Non devi rassegnarti a una cosa così, amico.
Perché non chiedi che te ne diano un altro paio?" "Non credo proprio che lo
farò", dice il primo soldato, "togliermi gli stivali è l'unico piacere che
mi rimane!"

Che cos'hai da poter mettere a rischio? Solo l'infelicità. L'unico piacere
che ti rimane è di parlare dei tuoi guai. Osserva quando qualcuno parla dei
suoi problemi: è così felice! Paga per farlo: va dallo psicoanalista per
parlare dei suoi problemi. Paga veramente per questo! Se qualcuno ascolta
con attenzione, è molto felice. La gente parla in continuazione dei suoi
problemi; non smette mai di farlo. Arriva ad esagerarli, a decorarli, a
farli apparire più grandi di quello che sono, più grandi di come siano nella
vita. Perché? Non possiedi nulla da poter mettere a rischio, ma la gente si
attacca a ciò che conosce già, a ciò che è familiare. L'infelicità è tutto
ciò che conoscono, è la loro vita. Non hanno nulla da perdere, ma sono
terrorizzati dal perdere qualcosa.

Con me, la prima cosa è la gioia. La prima cosa è un atteggiamento di
celebrazione, un atteggiamento che affermi la vita. Sii felice! Se il tuo
lavoro non ti piace, cambialo. Non perdere tempo! Perché aspettare vuol dire
aspettare Godot. Godot non arriverà mai. Aspetti, e così sprechi la tua
vita. Chi o che cosa stai aspettando? Se afferri questo punto - che sei
infelice in una determinata struttura di vita - allora le vecchie tradizioni
ti dicono: in te c'è qualcosa di sbagliato. Io vorrei dirti: È la struttura
che è sbagliata. Cerca di comprendere la differenza di enfasi.

Non c'è nulla di sbagliato in te! È solo la struttura, il modo in cui hai
imparato a vivere che sono sbagliati. Motivazioni che hai imparato e
accettato come tue, non sono affatto tue, non ti aiutano a realizzare il tuo
destino. Vanno contro la tua stessa fibra, contro ciò di cui sei fatto....

Ricorda: nessuno può decidere per te. Tutti i loro comandamenti, i loro
ordini, i loro principi morali, servono solo a ucciderti. Devi decidere da
solo. Devi prendere la vita nelle tue mani. In caso contrario, la vita
continuerà a bussare alla tua porta e tu non sarai mai in casa. Sarai sempre
da qualche altra parte.

Se volevi diventare un danzatore, la vita arriverà attraverso quella porta,
perché penserà che ormai tu lo sia già. Se bussa a quell'uscio, e tu non ci
sei, perché invece lavori in banca, come fa la vita a venirne a conoscenza?

Dio viene da te sulla tua strada; conosce solo quell'indirizzo. Ma tu non ci
sei mai, sei da qualche altra parte, nascosto dietro un'altra maschera,
vestito in modo diverso, e con un nome diverso. Come farà dio a trovarti?
Seguiterà a cercarti. Saprà il tuo nome, che tu hai però dimenticato.
Conoscerà il tuo indirizzo, ma tu non avrai mai vissuto là. Hai permesso al
mondo di portarti fuori strada.

C'è solo un modo in cui Dio sarà in grado di trovarti, ed è quando fiorirai
nel modo in cui lui aveva desiderato. Se non scopri la tua spontaneità, se
non scopri di che cosa sei fatto, non puoi essere felice. E se non sei
felice, non puoi essere meditativo?

Come è nata nella mente delle persone l'idea che la meditazione renda
felici? Il fatto è che, ogni volta che scoprivano una persona felice, essa
aveva una mente meditativa, quindi le due cose sono state associate tra di
loro. Quando veniva scoperto un uomo circondato da un ambiente di grande
bellezza e meditazione, quest'uomo risultava essere straordinariamente
felice, vibrante di estasi, radioso. Le due cose sono diventate associate.
Hanno pensato: La felicità arriva quando sei meditativo.

Ma è vero esattamente il contrario: la meditazione arriva quando sei felice.
Ma essere felici è difficile, e invece è facile imparare a meditare. Essere
felici comporta una trasformazione drastica nel tuo modo di vivere, un
cambiamento brusco. Non c'è tempo da perdere: dev'essere un cambiamento
repentino, l'improvviso fragore del tuono, una rottura col passato.

Questo è ciò che intendo con sannyas: una rottura col passato. Ascolti il
fragore improvviso del tuono, e muori al vecchio, inizi da principio,
dall'ABC. È una nuova nascita; inizi la tua vita daccapo nel modo in cui
sarebbe stata se i genitori, la società, lo stato non ti avessero imposto i
loro modelli; come saresti stato, come saresti dovuto essere, se nessuno ti
avesse portato fuori strada. Ma purtroppo ciò è accaduto. Lascia andare
tutti quei modelli che ti sono stati imposti, e trova la tua fiamma
interiore.

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