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SCHEDA ARTICOLO N. «00365»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: JOSÉ VICENTE BONET
TITOLO: AVERSI A CUORE.
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TESTO ARTICOLO

Tratto da:

José Vicente Bonet.
AVERSI A CUORE.
Sulla stima e l'amicizia con se stessi.

Titolo originale:

Traduzione dallo spagnolo di MARIA GRAZIA DAL PORTO E LIDIA FONTANA.
Edizione italiana a cura di Giovanni Ruggeri

.....................

Cap. 2

Le "A" dell'autostima
1. Caratteristiche dell'autostima

1. APPREZZAMENTO genuino di sé in quanto persona, indipendentemente dalla
propria attività o dai propri beni, così da considerarsi simili - pur nella
differenza - a qualsiasi altro essere umano. E' un apprezzamento che
include tutto il positivo presente in se stessi: talenti, abilità, qualità
fisiche,
mentali e spirituali... Colui che si apprezza, gioisce stupito per le
proprie qualità manifeste, e sa, qualora se lo proponga seriamente, di
poterne
sviluppare altre ancora latenti. Gioisce dei propri successi senza
presunzione, né vanteria, indizi, generalmente, di sentimenti di
inferiorità.

"Tutti abbiamo dentro noi stessi una Buona Novella! La Buona Novella è che
davvero non sappiamo quale possa essere la nostra grandezza, quanto possiamo
amare, quanto possiamo ottenere, quanto grandi siano le nostre possibilità.
Non si può rendere una Buona Novella migliore di questa"
(Anne Frank)

2. ACCETTAZIONE tollerante e speranzosa dei propri limiti, debolezze,
errori e insuccessi. Chi accetta se stesso, si riconosce essere umano
fallibile,
come tutti gli altri, e non si meraviglia, né si angoscia troppo, per il
fatto di sbagliare con maggiore, o minor frequenza. Riconosce seriamente gli
aspetti spiacevoli della propria personalità, assume la responsabilità di
tutte le
proprie azioni, senza sentirsi in colpa più del dovuto per gli sbagli
commessi. Sa per esperienza che "l'orrore dell'errore è un errore
peggiore". Non lo spaventano i propri limiti e difetti, e preferisce
compiere con
successo ciò che fa, ma non affonda quando perde.

"Aspira a fare le cose bene, non alla perfezione. Non rinunciare mai al
diritto di sbagliarti, ché altrimenti perderai la capacità di imparare cose
nuove e di avanzare nella vita. Ricorda che sotto le ansie di perfezione si
nasconde sempre la paura. Affronta le tue paure e concedi a te stesso il
diritto di essere umano: paradossalmente, potrai fare di te una persona
molto più feconda e felice" (D. Burns)

3. AFFETTO: una disposizione positiva e amichevole, comprensiva e benevola
verso se stessi, così da sentirsi in pace, non in guerra, con i propri
pensieri e sentimenti (anche se sgradevoli), con la propria immaginazione e
il proprio corpo (quali che sino le sue rughe - letterali, o metaforiche - e
difetti). Si è capaci di gioire della solitudine senza disdegnare la
compagnia; " ci si trova bene con se stessi, nella propria pelle" (L.
Racionero).

"Dovremmo imparare a guardare noi stessi con la stessa tenerezza con cui ci
guarderemmo se fossimo nostro padre"
(J.L. Martìn Descalzo)

4. ATTENZIONE e cura amorevole dei propri bisogni, fisici e psichici,
intellettuali e spirituali (ovviamente, non ci riferiamo qui a quei bisogni
superflui, creati artificialmente da una pubblicità aggressiva ed
ingannevole).
La persona che ha stima di sé preferisce la vita alla morte, il piacere al
dolore, la gioia alla sofferenza. Non cerca il dolore per il dolore,
protegge la propria integrità fisica e psichica, non si espone a pericoli
inutili. E
tuttavia è capace di accettare anche la sofferenza, e, se occorre, la morte,
per una persona, o una causa con la quale si senta profondamente
identificata.
Così, ad esempio, una madre che ha stima di sé dona con gioia uno dei propri
reni per farlo trapiantare ad un figlio che ne ha bisogno.

Queste quattro caratteristiche - le prime quattro "A" dell'autostima -
presuppongono un buon livello di conoscenza di sé, e specialmente di
autocoscienza, cioè di consapevolezza del proprio mondo interiore,
conseguibile mediante l'amichevole ascolto di se stessi e l'attenzione
costante a tutte le voci che sorgono da dentro. Già Socrate ci avvertiva
che una vita inconsapevole non vale la pena di essere vissuta...

Quando parliamo di autostima, parliamo allora di AFFERMAZIONE di
quell'essere umano fallibile, irripetibile, preziosissimo, che merita tutto
il nostro
rispetto e la nostra considerazione, ossia di quel "se" che ciascuno è;
naturalmente, un "sé-in-relazione-con-gli-altri", ché altrimenti non ci
sarebbe individualità autentica. Non si tratta qui di narcisismo, poiché la
persona che si stima davvero, nella propria globalità individuale e sociale,
vive aperta e attenta all'altro, riconoscendone l'esistenza e affermandolo.
Sa che non ci può essere affermazione duratura di sé senza solidarietà;
accetta il fatto evidente dell'interdipendenza umana e si rende conto che
non può, né le interessa, vivere isolata e indipendente dagli altri.

"Come le mele maturano con il sole, così anche noi uomini maturiamo in
presenza dell'altro, collaborando con lui"
(G. Torrente Ballester)

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