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SCHEDA ARTICOLO N. «00395»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: RAYMOND A.MOODY JR
TITOLO: LA LUCE OLTRE LA VITA, TESTIMONIANZE DI SOPRAVVISSUTI
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

Tratto da:

Raymond A.Moody JR.

(La luce oltre la vita)

ARNOLDO MONDADORI EDITORE

(Chi, quanti e perché)

L'argomento che vorrei trattare in questo capitolo è la grande frequenza di
casi di esperienze
di pre-morte. Quando cominciai a interessarmi del fenomeno pensavo che in
realtà fossero
pochissime le persone che l'avessero provato. Non avevo dati, né trovavo
alcun riferimento nella
letteratura medica; ma, a naso, avrei detto che, su otto persone che fossero
risuscitate, o che
avessero sfiorato la morte, una avesse provato almeno qualcuna delle
sensazioni della «esperienza di pre-morte».

Quando cominciai a parlarne in pubblico e a chiedere a folti gruppi di
persone se avessero
avuto un'esperienza di pre-morte, o se conoscessero qualcuno che l'avesse
avuta, la mia
percezione della frequenza del fenomeno cambiò drammaticamente. Quando, nel
corso di una
conferenza, domandavo ai miei ascoltatori «Quanti di voi hanno avuto
un'esperienza di pre-
morte, o conoscono qualcuno che l'abbia avuta?», una persona su trenta
all'incirca sollevava la mano in risposta.

Un sondaggio di opinioni eseguito da George Gallup Jr. rivelò che negli
Stati Uniti vi sono
otto milioni di adulti che hanno vissuto un'esperienza di pre-morte: vale a
dire una persona su
venti.

Gallup, inoltre, riuscì ad analizzare il contenuto di tali esperienze
isolandone gli elementi.

Ecco cosa scoprì:

ELEMENTO PERCENTUALE

Abbandono del corpo 26
Esatta percezione visiva 23
Suoni o voci ben distinti 17
Senso di pace e di assenza del dolore 32
Fenomeni di luce 14
Esame della propria vita 32
Ritrovamento in un altro mondo 32
Incontro con altri 23
Passaggio del tunnel 9
Precognizione 6

Da un simile sondaggio risultò chiaro che le esperienze di pre-morte sono
molto più frequenti
di quanto non immaginasse alcuno dei ricercatori sull'argomento.

(Caratteristiche dell'esperienza di pre-morte)

Come ho già accennato, riuscii a ricavare un elenco di nove
caratteristiche tipiche dell'esperienza di pre-morte, dopo aver intervistato
centinaia di
persone ed aver esaminato gli elementi comuni a tutti quegli episodi così
singolari.

In (La vita oltre la vita) dissi di non aver mai conosciuto nessuno che
avesse sperimentato
tutti questi elementi insieme. Dopo la pubblicazione di quel libro, invece,
ho intervistato più
di mille «risuscitati», dei quali parecchi avevano avuto episodi «completi»
di tutte le nove caratteristiche.

Tuttavia, è importante osservare che non tutti coloro che provano
un'esperienza di pre-morte
hanno tutti i seguenti sintomi. C'è chi ne ha uno, o due, chi cinque o sei.
É la presenza di uno
o più di tali elementi che determina l'«esperienza di pre-morte».

LA SENSAZIONE DELLA MORTE

Molti non realizzano che la loro esperienza ha qualcosa a che fare con la
morte. Si trovano a
fluttuare al di sopra del proprio corpo, a guardarlo a distanza, e d'un
tratto provano paura
e/o imbarazzo. «Come mai mi trovo quassù e vedo il mio corpo laggiù?» si
chiederanno; e non
capendo cosa accade, si sentiranno molto disorientati.

A questo punto, possono addirittura non riconoscere come proprio il corpo
che vedono dall'alto.

Un tale mi raccontò che, mentre era fuori del proprio corpo, aveva
attraversato una corsia d'un
ospedale militare ed era rimasto sorpreso dal numero di giovani di età e di
aspetto simile a
lui che vi aveva trovato. In realtà, lui osservava tutti quei corpi
chiedendosi quale fosse il suo.

Un altro, reduce da un terribile incidente nel quale aveva perso due arti,
ricordava di aver
indugiato al di sopra del tavolo operatorio e di aver provato pena per quel
corpo mutilato che
vi stava su. Dopo, aveva realizzato che era proprio il suo!

Spesso, a questo punto, le persone «morte» provano una gran paura; che, poi,
cede il posto alla
perfetta consapevolezza di quanto sta accadendo. Esse riescono a capire
quello che medici e
infermieri cercano di comunicarsi l'un l'altro (sebbene spesso non abbiano
alcuna cultura
medica), ma, quando tentano di parlare con questi, o con altri presenti,
nessuno riesce a vederle o a sentirle.

A questo punto, talvolta cercano di attirare l'attenzione dei presenti,
toccandoli; ma, quando lo
fanno le loro mani passano direttamente attraverso il braccio della persona
in questione, come se non vi fosse nulla.

Questo fenomeno mi fu descritto da una donna che io stesso avevo fatto
risuscitare: aveva avuto
un arresto cardiaco, e io ero immediatamente intervenuto con un massaggio al
petto. In seguito
mi disse che, mentre io cercavo di riattivarle il cuore, lei fluttuava al di
sopra del suo
corpo e guardava in giù; standomi alle spalle, cercava di dirmi di
smetterla, ché lei stava
benissimo, ma io non la sentivo; allora tentò di afferrarmi il braccio per
impedirmi di farle
un'iniezione endovenosa, ma la sua mano passò dritto attraverso il mio
braccio; mi spiegò
inoltre che, nel fare ciò, aveva sentito qualcosa della consistenza di «una
gelatina
rarefatta», che sembrava percorsa da una corrente elettrica.

Ho sentito simili descrizioni anche da altri pazienti.

Dopo il tentativo di comunicare con gli altri, spesso i «morti» provano un
maggiore senso della
propria identità. Una paziente descrisse così questa fase: «in quel momento
non sei più la
moglie di tuo marito, la madre dei tuoi figli, la figlia dei tuoi genitori:
sei assolutamente e
completamente tu». Un'altra donna paragonò questa sensazione a un «taglio di
nastri», alla libertà data ad un palloncino, quando si spezza il filo.

É a questo punto che la paura si tramuta in beatitudine, nonché in
comprensione.

LA PACE E L'ASSENZA DEL DOLORE

Finché il paziente rimane nel suo corpo vi può essere intensa sofferenza, ma
quando «si
tagliano i nastri» sopravviene realmente un gran senso di pace e di assenza
del dolore.

Ho parlato con alcuni pazienti cardiopatici, i quali dicono che la
sintomatologia dei loro
attacchi va dall'agonia ad un'intensa sensazione di piacere. Certi
ricercatori hanno teorizzato
che il cervello, quando sperimenta un dolore così forte, produce una qualche
sostanza chimica
che arresta il dolore. Discuterò di questa teoria nel Capitolo 7; per il
momento, dico soltanto
che nessuno finora ha fatto esperimenti in proposito. Anche se fosse vero,
comunque, ciò non spiegherebbe gli altri sintomi di questo fenomeno.

ABBANDONO DEL CORPO

Spesso, proprio nel momento in cui il medico dice «É finita», il paziente
subisce un totale
mutamento di prospettiva: sente di sollevarsi verso l'alto e di osservare il
proprio corpo a
distanza. La maggior parte di essi sostiene che, quando questo accade, non
si è ridotti
soltanto a un residuo di coscienza: essi hanno ancora la sensazione di avere
una specie di
corpo, anche se sono usciti dal corpo fisico. Dicono che il corpo spirituale
ha una forma
diversa da quello fisico, ma con una sua sagoma e completo di braccia;
tuttavia la maggior
parte di loro non riesce a descriverlo. Alcuni lo rappresentano come una
nuvola di colori, o come una fonte di energia.

Diversi anni fa, un uomo mi disse che, mentre era in quello stato, aveva
esaminato le proprie
mani, che erano composte da minuscole strutture di luce e che lui riusciva a
distinguere le
delicate spirali delle impronte digitali e i tubi di luce lungo le braccia.

IL PASSAGGIO DEL TUNNEL

L'esperienza del tunnel generalmente avviene dopo l'abbandono del corpo.
All'epoca in cui
scrissi "La vita oltre la vita", non avevo ancora osservato che è soltanto
dopo il «taglio dei
nastri» e l'abbandono del corpo che i pazienti realizzano che la loro
esperienza ha qualcosa a che fare con la morte.

A questo punto si trovano di fronte un tunnel, o un portale e si sentono
spinti verso le
tenebre. Quindi, dopo aver attraversato questo spazio buio, entrano in
quella luce splendente, di cui parleremo in seguito.

Alcuni, invece di attraversare un tunnel, salgono per una scalinata. Una
donna raccontò che una
delle ultime cose dette dal figlio morente di cancro al polmone fu che
vedeva una bellissima
scala a chiocciola; quando aggiunse che gli sembrava di salire per quella
scala, sua madre si tranquillizzò.

Alcuni hanno riportato descrizioni di magnifiche porte decorate, il che
appare indicativo di un
passaggio in un altro regno.

Alcuni, nell'entrare nel tunnel, sentono un sibilo, o una sorta di
vibrazione elettrica, o un ronzio.

L'esperienza del tunnel non è una mia scoperta. Esiste un dipinto del
quindicesimo secolo,
«L'Ascesa all'Empireo» di Hieronymus Bosch, che descrive visivamente tale
esperienza: in primo
piano vi sono dei moribondi i quali, circondati da esseri spirituali che ne
attirano
l'attenzione verso l'alto, attraversano una galleria buia per uscire nella
luce; una volta
entrati in questa luce, essi s'inginocchiano rispettosamente.

In uno dei racconti più stupefacenti che ho ascoltato, il tunnel appariva
quasi infinito per lunghezza e ampiezza, e pieno di luce.

Le descrizioni variano, ma il senso di quel che accade rimane lo stesso:
la persona attraversa un passaggio verso una luce intensa.

ESSERI DI LUCE

Una volta passato il tunnel, solitamente la persona incontra degli esseri di
luce. Questi
esseri non sono composti di luce ordinaria, ma brillano di una stupenda
luminescenza che sembra
permeare ogni cosa e riempire il soggetto di amore. Di fatto, una persona
che era passata per
quest'esperienza disse: «Potrei parlare di "luce" o di "amore" e
significherebbe la stessa
cosa». Qualcuno dice che è come essere impregnati da una tempesta di luce.

Dicono anche che è una luce molto più splendente di qualsiasi altra
conosciuta sulla terra,
ma che, nonostante la notevole intensità, non ferisce gli occhi: è qualcosa
di caldo, vivo e stimolante.

Di frequente, in questa situazione, i soggetti interessati incontrano amici
e parenti morti; e
spesso parlano di queste persone come aventi lo stesso corpo indescrivibile
che hanno loro.

Oltre che delle luce e degli amici e parenti luminescenti, alcuni hanno
parlato di bellissime
scene pastorali. Una donna che conosco mi descrisse un campo circondato da
piante, ciascuna delle quali con una sua luce interna.

Di quando in quando c'è chi vede stupende città di luce, la cui grandiosità
è indicibile.
In queste condizioni la comunicazione non si svolge a parole come al solito,
ma in un modo telepatico, non verbale, che porta alla comprensione
immediata.

L'ESSERE DI LUCE

Dopo aver visto vari esseri luminosi, abitualmente il «morto» incontra il
massimo Essere di
Luce. Quelli che hanno avuto un'educazione cristiana spesso lo definiscono
Dio, o Gesù;
quelli che hanno un diverso bagaglio religioso possono chiamarlo Buddha o
Allah;
altri hanno detto che non è né Dio, né Gesù, ma comunque qualcosa di sacro.

Chiunque egli sia, questo Essere emana amore e comprensione assoluti, al
punto che quasi tutti vorrebbero restare con lui per sempre.

Ma questo non è possibile: a questo punto qualcuno, di solito l'Essere di
Luce stesso, ordina
loro di ritornare nel corpo terreno. Prima, però, sarà suo compito guidarli
in un riesame della propria vita.

L'ESAME DELLA PROPRIA VITA

Al momento dell'esame della vita non vi sono più contorni materiali, ma
soltanto in visione
panoramica, a colori e a tre dimensioni, di ogni singola azione compiuta dal
«morto» durante la sua vita.

Abitualmente la cosa si verifica nella prospettiva di una terza persona e
non si svolge nel
tempo, così come noi lo conosciamo. La descrizione più appropriata che mi è
stata fatta è che tutta la propria vita è lì contemporaneamente.

In queste condizioni, non solo si vedono tutte le azioni che si siano mai
compiute, ma si
percepisce immediatamente l'effetto di ogni singola azione sugli altri.

Così, per esempio, se io mi vedo nell'atto di compiere un'azione cattiva, ho
immediatamente
coscienza della persona alla quale era rivolta quell'azione e ne sento tutta
la tristezza, la pena, il dolore.

Parimenti, se compio un'azione di amore verso qualcuno, mi sento
immediatamente al suo posto e
ne provo i sentimenti di gioia e di bontà.

Durante tutto ciò l'Essere rimane accanto a queste persone, chiede loro cosa
abbiano fatto di
bene nella propria vita, le aiuta a compiere questa revisione ed a sistemare
in prospettiva tutti gli eventi della propria vita.

Tutti coloro che passano per quest'esperienza ne escono convinti che la cosa
più importante
della vita sia l'amore. Subito dopo, per la maggior parte di loro, viene la
conoscenza. Mentre
loro rivedono quei momenti nei quali hanno imparato qualcosa, l'Essere
sottolinea che una
delle cose che ci si può portare dietro al momento della morte è la
conoscenza; l'altra è l'amore.

Quando «risuscita», la persona ha una gran sete di conoscenza. Spesso, chi
ha avuto
un'esperienza di pre-morte diventa un avido lettore; anche se in passato non
amava molto i
libri, oppure s'iscrive a qualche corso per approfondire un campo diverso
dal suo.

LA RAPIDA ASCESA AL CIELO

Devo rivelare che non tutti i «morti» fanno l'esperienza del tunnel. Alcuni
raccontano di
essersi sentiti «fluttuare», di essere saliti rapidamente al cielo e di aver
visto l'universo
dalla stessa prospettiva dei satelliti e degli astronauti.

Lo psicoterapeuta C. G. Jung ebbe un'esperienza del genere nel 1944, quando
ebbe un attacco di
cuore: disse di aver avuto la sensazione di salire rapidamente fino a un
punto molto al di sopra della terra.

Un bambino da me intervistato disse che si era sentito sollevare molto al di
sopra della terra,
di essere passato in mezzo alle stelle e di essersi trovato tra gli angeli.
Un altro «morto» mi
raccontò di essere sfrecciato verso l'alto e di aver visto tutti i pianeti
intorno a sé e la
terra al di sotto simili a un marmo azzurro.

LA RILUTTANZA A TORNARE

Per molte persone l'esperienza di pre-morte è talmente piacevole che non
vorrebbero tornare
indietro. Di conseguenza, spesso sono molto adirate contro i medici che le
hanno fatte risuscitare.
Ho due amici medici che hanno scoperto il fenomeno di persona, dall'ostilità
dei pazienti che avevano salvato.

Uno di loro fece risuscitare un altro medico che aveva subìto un arresto
cardiaco; quando
questi rinvenne, gli disse infuriato: «Carl, non farmi mai più una cosa del
genere!».

Carl non sapeva spiegarsi il perché di quella collera. In seguito, il medico
da lui rianimato
lo chiamò in disparte e, scusandosi per il proprio comportamento, gli
raccontò della sua
esperienza. «Ero impazzito, perché tu mi riportavi verso la morte, non verso
la vita.»

Un altro mio amico medico scoprì il fenomeno della pre-morte quando riportò
in vita un uomo che
lo rimproverò aspramente per averlo portato via da «un posto così bello e
luminoso».

Spesso, chi ha avuto un'esperienza di pre-morte agisce in questo modo, ma è
una reazione
momentanea: se ci si parla dopo una settimana, sono tutti felici di essere
ritornati. Per
quanto rimpiangano quello stato di beatitudine, sono contenti di avere
l'opportunità di continuare a vivere.

É interessante notare che molti di questi «morti» ritengono di poter
scegliere se tornare, o
restare. Questa possibilità di scelta può essere offerta, o dall'Essere di
Luce, o da un parente morto.

Tutte le persone con le quali ho parlato sarebbero rimaste, se avessero
dovuto pensare soltanto
a se stesse; abitualmente, però, dicono di aver preferito tornare perché
avevano dei bambini da
accudire, o perché i coniugi o i genitori avevano bisogno di loro.

Una donna di Los Angeles ha affrontato il problema con l'Essere di Luce per
ben due volte nella
sua vita. Una volta, alla fine degli anni Cinquanta, mentre era in coma in
seguito a un
incidente d'auto, l'Essere le disse che era ora di morire e di andare in
cielo:
lei rispose contestando che era troppo giovane per morire, ma
l'Essere sembrava irremovibile. Soltanto quando la donna disse: «Ma sono
giovane!
Non ho ancora danzato abbastanza!», l'Essere scoppiò in una bella risata e
le permise di vivere.

Circa trent'anni dopo, durante un piccolo intervento chirurgico, la stessa
donna ebbe un
arresto cardiaco. Di nuovo passò per il tunnel e si trovò al cospetto
dell'Essere, e di nuovo
questi le disse che era giunto il momento di morire. Questa volta, la donna
obiettò che aveva
dei figli da allevare e che non poteva lasciarli a quel punto della loro
vita.

«Okay! - rispose l'Essere - ma questa è l'ultima volta; la prossima volta
dovrai restare.»

DIVERSA PERCEZIONE DEL TEMPO E DELLO SPAZIO

Oltre ai nove elementi di cui sopra, coloro che hanno subìto una esperienza
di pre-morte
riferiscono che il tempo era notevolmente compresso e per nulla simile a
quello segnato dagli
orologi. Spesso lo descrivono come «il senso dell'eternità». Alla mia
domanda, su quanto fosse
durata l'esperienza, una donna rispose: «Potrei dire che è durata un
secondo, come potrei dire
che è durata diecimila anni, e non cambierebbe nulla».

Spesso, durante l'esperienza di pre-morte, scompaiono i confini imposti
dallo spazio nella vita
quotidiana: se il «morto» vuole recarsi in un posto, spesso gli basta
pensare di esservi.

Qualcuno dice che, mentre era fuori del corpo e osservava il lavoro dei
medici nella sala
operatoria, gli bastava desiderare di spostarsi nella sala d'aspetto per
vedere i propri parenti.

Racconti simili sono forse la migliore risposta a coloro che considerano il
fenomeno uno
scherzo del cervello. Dopo tutto, in apparenza è possibilissimo che il
cervello, in un momento
di grande sofferenza, cerchi di acquietarsiescogitando passaggi di tunnel ed
Esseri
di Luce purché la persona riposi; ma un soggetto in grado di dirci cosa
accadeva in altre
stanze mentre lui era «morto» ha indubbiamente avuto un'esperienza di
abbandono del corpo.

Potrei citare molti esempi di persone che, durante la rianimazione, sono
uscite dal corpo e
hanno lasciato la sala operatoria per osservare i parenti in altre parti
dell'ospedale.

Una donna, abbandonato il proprio corpo, andò in sala d'attesa e vide che
sua figlia indossava
degli abiti male assortiti. Era successo che la cameriera, nella fretta di
portare la bambina
all'ospedale, aveva afferrato le prime due cose trovate tra i panni stirati.

In seguito, quando la donna raccontando ai familiari la propria esperienza
aggiunse di aver
visto la figlia così malvestita, fu chiaro che doveva essersi trovata in
quella sala d'attesa insieme a loro.

Un'altra donna fece l'esperienza di uscire dal corpo e lasciò la sala di
rianimazione.

Nell'atrio dell'ospedale, vide da lontano suo cognato, nel momento in cui un
collega d'ufficio
gli si avvicinava e gli chiedeva cosa facesse in quel posto.

«Stavo per partire per un viaggio di lavoro - rispose il cognato - ma sembra
che June stia per
tirare le cuoia, quindi sarà meglio che mi tenga pronto a portare la bara.»

Qualche giorno dopo, quando la donna cominciava a riprendersi, venne a
trovarla il cognato. Lei
gli raccontò di averlo visto parlare con il suo amico e dissipò ogni
possibilità di dubbio
dicendogli: «La prossima volta che muoio, parti pure per i tuoi viaggi di
lavoro, perché starò
benissimo». Il cognato impallidì a tal punto, che la donna pensò che stesse
lui sul punto di avere un'esperienza di pre-morte.

Un altro episodio simile capitò a un'anziana signora che io stavo
rianimando. Mentre le facevo
un massaggio cardiaco sul lettino di una sala d'emergenza, l'infermiera che
mi assisteva corse in un'altra stanza a prendere una fiala di un
medicinale che ci occorreva.

Era una di quelle fiale di vetro che, nel romperle, andrebbero tenute in un
salviettino di
carta per evitare di tagliarsi. Al ritorno dell'infermiera il collo era già
rotto e io usai direttamente il medicinale.

Quando si riprese, l'anziana signora rivolse uno sguardo dolcissimo
all'infermiera e le disse:
«Cara, ho visto cosa combinavi in quella stanza: così ti taglierai, prima o
poi». L'infermiera
rimase scioccata e ammise che, nella fretta, aveva rotto la fiala a mani
nude.

La signora ci disse inoltre che, mentre la massaggiavo, era ritornata nella
stanza insieme all'infermiera per vedere cosa facesse.

SPAZIATORE bianco

Manina indica Giù Spaziatore Manina indica Giù
Spaziatore