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SCHEDA ARTICOLO N. «00405»

CLASSIFICAZIONE: 2
TIPOLOGIA: BUDDISMO
AUTORE: VARI AUTORI
TITOLO: GLI HARE KRISHNA: IL KARMA E LA REINCARNAZIONE
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TESTO ARTICOLO

Il karma e la reincarnazione

(Dal sito
http://www.harekrsna.it/karma_e_reincarnazione/reincarnazione.asp )

"Per l'anima non vi è nascita nè morte. La sua esistenza non ha avuto inizio
nel passato, non ha inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è
non nata, eterna, sempre esistente e primordiale. Non muore quando il corpo
muore." (Bhagavad-gita 2:20)

Può sembrare che ciò che si pensa su ciò che succede dopo la morte non sia
così importante, e che ciò che veramente conta sia solo come si vive qui e
adesso. Ma che dire se le due cose fossero strettamente connesse? Che dire
se ciò che si fa ora influisse in modo determinante sul futuro e le mie
attività del passato avessero ora i loro effetti? Con un'analisi
approfondita, inoltre, si può osservare che lo stile di vita nelle diverse
culture del mondo si può facilmente mettere in relazione al concetto che
ciascuno ha della vita dopo la morte.

Spesso è proprio questo che modella l'intera impostazione culturale. Sebbene
i particolari della trasmigrazione dell'anima, la reincarnazione, siano
differenti da religione a religione, le basi scientifiche di questo credo o
i princìpi su cui si fonda, sono gli stessi. In sostanza il concetto è che
la forza vitale, o l'essenza che distingue un corpo vivente da uno morto,
sopravvive alla morte del corpo; bisogna passare di corpo in corpo, proprio
come in questa vita si passa dall'infanzia all'adolescenza e
dall'adolescenza alla vecchiaia, fino a quando non si raggiunge la
perfezione, vale a dire la relazione di puro amore per Dio che rende
coscienti della propria posizione originale.

Fino a che non saremo abbastanza puri e desiderosi di ricongiungerci a Dio,
torneremo più e più volte a prendere nuovi corpi materiali al fine di
purificare appunto la nostra coscienza da tutti i desideri di natura
materiale.

La legge di causa ed effetto, conosciuta nella letteratura vedica come
"legge del karma" e simboleggiata nella Bibbia dalla frase "ciò che semini
raccoglierai", accompagna logicamente il concetto di reincarnazione. Spesso
confuso con una specie di punizione, il karma, propriamente compreso, è un
sistema didattico dal quale si può trarre insegnamento; se si fanno le cose
giuste, tutto andrà bene, mentre se si fanno cose sbagliate tutto andrà
male; così è possibile imparare dai nostri errori.

Spesso l'apprendimento è sottile quindi, anche se non ricordiamo gli errori
commessi nelle vite precedenti, saremo guidati naturalmente verso il
progresso, o il regresso, secondo i desideri e le attività del passato. Il
fatto che non si possano ricordare le attività del passato non dimostra
affatto che non esistano. D'altro canto chi ricorda le prime parole di
questo articolo? Gli scettici sostengono che la reincarnazione è la speranza
di chi non riesce ad accettare la morte. Molti non desiderano però
reincarnarsi, ma cercano di perfezionare le loro vite in vista di un
obiettivo al di là del mondo materiale.

Esistono anche parecchie ricerche che suggeriscono che la reincarnazione sia
più di una speranza. Ian Stevenson, dell'Università della Virginia, ha
raccolto numerose testimonianze secondo le quali molte persone sostengono di
ricordare vite precedenti. In molti casi bambini hanno dato indicazioni
sufficienti ad identificare una famiglia precedente. L'ipotesi che queste
persone possano davvero aver trovato la famiglia giusta è, alcune volte
sostenuta da segni particolari congeniti, o caratteristiche che erano
presenti nel corpo precedente.

Anche nel mondo della scienza, Einstein, Stromberg, Edison, ecc..., erano
sostenitori della dottrina della reincarnazione, e i primi filosofi
dell'antica Grecia ne erano ardenti sostenitori e la spiegavano in termini
di ragione e di logica. Socrate, Platone e Pitagora non sono che pochi tra i
grandi pensatori che sostennero la verità della reincarnazione. La scienza
considera molto importanti le relazioni di "causa" nel mondo fenomenico.
Ogni evento fenomenico ha la sua causa, ed ogni causa avrà il suo effetto;
questa è la terza legge di Newton. Le scienze spirituali, specialmente i
Veda, allargano questa concezione anche alla vita morale e spirituale
dell'uomo. Anche le religioni occidentali lo sostengono. "Ciò che uno semina
raccoglie"; oppure "Chi di spada ferisce, di spada perisce", ecc.

Le conseguenze delle scelte passate condizionano la vita presente, come un
giocatore si trova la partita vinta in mano, ma è comunque libero di
giocarla in diversi modi. Ciò significa che il viaggio dell'anima da un
corpo ad un altro è guidato dalle nostre scelte.

- La reincarnazione e le religioni del mondo -

Proprio come gli hindu e i buddisti accettano la dottrina della
reincarnazione, così tutte le tradizioni religiose l'hanno accettata in
tempi diversi. Gli antichi Egizi e i Greci la accettavano come un fatto
della vita, mentre i Druidi arrivavano a prestare denaro pensando di
riaverlo in una vita futura. Gli indiani d'America, gli aborigeni
australiani e molte tribù africane includono la reincarnazione nei loro
credo. L'idea, pienamente accettata da Ebrei ed Esseni, era largamente
diffusa ai tempi di Gesù, e ha continuato ad essere popolare tra gli Ebrei
europei fino alla fine del Medioevo, tra gli Ebrei Cassidici e mistici,
presso i quali è conosciuta come gilgul ed è spiegata abbastanza in
profondità in varie opere cabalistiche.

I Drusi, di origine musulmana, non solo credono nella reincarnazione ma
considerano le memorie delle vite passate una cosa normale, anche se fino a
poco tempo fa era loro vietato di parlarne al di fuori del loro popolo. Il
concetto di reincarnazione è decisamente una componente anche nel primo
Cristianesimo; ciò nonostante molti cristiani moderni tendono a considerare
l'idea come una buffa superstizione. I padri della Chiesa Cristiana,
comunque, testimoniano che le reincarnazione era parte del pensiero
cristiano primitivo.

Per esempio, nel terzo sec. d.C., Origene che era considerato secondo solo
ad Agostino per la sua influenza durante i primi tempi della Chiesa, scrisse
nella sua opera Sui principi:

"A causa di una certa inclinazione verso il male di alcune anime, esse
perdono le ali e prendono corpo, prima sotto forma di uomini; quindi a causa
dell'associazione con la passione irrazionale, dopo il periodo assegnato con
la forma umana, essi si trasformano in bestie, forma dalla quale passano poi
alla forma di piante. Restano in queste diverse forme di corpi fino a quando
non saranno degni di essere riportati alla loro posizione spirituale."

Con il tempo, quando la teologia cristiana iniziò a cambiare, l'idea della
reincarnazione divenne sinonimo di eresia, e nel 553 d.C., nel secondo
Concilio di Costantinopoli, l'Imperatore Giustiniano proclamò il suo anatema
contro Origene: "Se qualcuno dovesse proclamare che l'anima trasmigra da un
corpo ad un altro che sia maledetto". Questo pose fine ad ogni disquisizione
seria sulla trasmigrazione dell'anima nella cristianità organizzata.

- La conclusione vedica -

Secondo i Veda, che danno informazioni più dettagliate e scientifiche sulla
trasmigrazione dell'anima, la forza vitale è legata al corpo nella stessa
misura in cui il corpo è legato ai vestiti che indossa o alla casa in cui
abita. Quando un vestito sta stretto o la casa è piccola li cambiamo. La
scienza spiega che nel corso di sette anni tutte le cellule del corpo
cambiano, quindi il corpo di sette anni fa, non è più lo stesso, difatti
basta... guardarsi allo specchio. La nostra mente e la nostra personalità
subiscono, nel corso della vita, cambiamenti altrettanto radicali. Eppure,
nonostante questi cambiamenti, su un altro livello (quello spirituale) siamo
sempre gli stessi, siamo sempre la stessa persona.

Che cos'è questo livello più profondo e fondamentale che continua in mezzo a
tanti mutamenti? L'anima.

Il vocabolo 'personalità' deriva dal latino persona, che in origine indicava
la maschera indossata dagli attori sulla scena. La maschera aveva le
caratteristiche del personaggio interpretato, mentre l'attore restava
anonimo. Anche noi, usando stratagemmi simili alle maschere, camuffiamo la
nostra vera identità con i trucchi e le apparenze del ruolo che stiamo
interpretando.

Le nostre reali personalità sono nascoste. Sfortunatamente chi sceglie di
ignorare il messaggio di Dio, così com'è rivelato dalle Sacre Scritture,
tende a perdere di vista la differenza tra la vera personalità e la
personalità materiale, che è la maschera che stiamo indossando attualmente,
ma che ci verrà tolta alla fine di questo show, con la morte. Siamo tanto
identificati con questa parte, che non riusciamo più a vedere nient'altro.

Però c'è chi decide di ritrovare la propria vera identità nascosta, cercando
di portare la propria attenzione sull'elemento spirituale che sta sotto alle
apparenze esteriori. Così riuscendo ad eliminare tutti gli strati della
maschera della falsa identificazione materiale, possiamo scoprire il vero
attore che c'è sotto: un'anima, che per 'vera' natura è piena di conoscenza,
di felicità ed è eterna servitrice di Krishna, Dio, la Persona Suprema.

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