(di Felicillo Pavoni)
Nell'universo vige la costante Che gli uomini nomaron «cambiamento» Nessuna cosa è com'era avante Ed il passar arreca turbamento.
Volgon le stagioni, il vento e i giorni, Cambiano i monti, il sole ed anche i sassi: Pur se pare serbar i suoi contorni, Non c'è cosa al mondo che non passi.
Così 'l sembiante nostro il tempo muta, Nel turbinìo di palpiti e emozioni, Cambian le idee e la ragion creduta Com'anche gli ideali e le opinioni.
Resistere al passare è vana impresa: Qui cosa non c'è che far si possa. Resisti, soffri e gemi nell'attesa, E al termine ti attenderà la fossa.
È saggio chi fluisce con il mondo, Chi non resiste e apprezza il cambiamento: Chi in ogni sorte vive a cuor giocondo, E non s'ostina a ire contro vento.
Resistendo al divenire ci si stressa, Se sai apprezzare il flusso ti rilassi. Tieni a mente sol questa premessa: Al mondo non c'è cosa che non passi.
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