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SCHEDA ARTICOLO N. «00446»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: JOHN CAIRNS
TITOLO: CHI ERA MADRE TERESA?
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TESTO ARTICOLO

Tratto da:

MADRE TERESA

ARNOLDO MONDADORI EDITORE
John Cairns, 1995

-

(Nel testo che leggerete si parla al presente di Madre Teresa, considerato
che la Buona Madre viveva ancora, al tempo in cui queste parole venivano
scritte.

-

Viveva ancora?...Perchè?...Adesso è morta?..[Guido.)

-

Comunque la vogliamo definire - missionaria di grande coraggio, o santa
vivente - l'impronta che Madre Teresa ha lasciato è incancellabile. Abbiamo
tutti un'opinione, un'idea su di lei.

Viene considerata una figura portante del movimento per la pace nel mondo e
spesso compare negli elenchi delle dieci donne più ammirate del mondo.
Eppure non ha mai preteso di essere un personaggio speciale, né di compiere
imprese straordinarie.

Ma, quanto sappiamo davvero della sua filosofia e del suo lavoro?

Se andiamo al di là di ciò che è noto a tutti, scopriamo che la sua fede e
la limpidezza dei suoi obiettivi ci possono dare lezioni importanti su come
amare, servire e rispettare il nostro prossimo, soprattutto i poveri e gli
indigenti.

Ciò che lei predica, lo mette in pratica. Il suo cammino è semplice, e può
essere seguito da chiunque.

In passato, abbiamo avuto guide spirituali d'eccezione, inviate tra noi
quando il mondo aveva urgente bisogno di un'illuminazione spirituale. Queste
persone di grande forza interiore intrattenevano evidentemente un
particolare rapporto col divino, e in molti casi portavano un messaggio
rivoluzionario.

Una di tali figure carismatiche fu san Francesco d'Assisi che, chiamato da
Cristo a restaurare la sua Chiesa, a quel tempo assai ricca e spesso
corrotta, esercitò una forte influenza riformatrice e fondò quell'ordine
religioso dei Francescani che oggi è tra i più grandi del mondo.

Per la sua epoca, san Francesco fu un radicale, anzi, secondo alcuni, un
eretico, perché vivendo da mendicante, affidandosi alla Provvidenza e
seguendo strettamente gli insegnamenti dei Vangeli, offrì una nuova visione
della vita cristiana.

Un altro tratto insolito è che riuscì a riformare la Chiesa, rimanendo all'
interno dell'istituzione ecclesiastica, anziché rifuggirne.

La vita di Madre Teresa presenta molte somiglianze con quella di Francesco.
Anche il suo cammino passa attraverso la povertà, la semplicità e la
stretta adesione agli insegnamenti di Cristo, e per questo, nell'attuale
contesto fondamentalista della Chiesa patriarcale, è stata considerata una
progressista.

Eppure, predica il suo messaggio di amore e di pace attiva in un mondo
ancora privo di importanti leader femminili, e da una delle città più
grandi, più povere e più degradate dell'Asia.

Nel 1946 Madre Teresa ricevette la chiamata di Dio a servire i più poveri
tra i poveri e iniziò con un piccolo gesto, accudendo una persona malata
che stava morendo nelle vie di Calcutta.

Oggi è a capo delle Missionarie della Carità, una congregazione religiosa da
lei fondata nel 1950 con il pieno consenso del Vaticano.

Nel corso degli ultimi quarantacinque anni, sebbene nella Chiesa cattolica
le vocazioni siano andate lentamente declinando, il numero delle sorelle e
dei fratelli della congregazione è cresciuto, e ora ammonta a più di
quattromila, sparsi in tutto il mondo.

Le sorelle e i fratelli della congregazione affrontano la loro esistenza di
povertà con la fede assoluta che ciò li porterà più vicini a Dio. Credono e
confidano nella Sua provvidenza, e come Francesco, vivono e lavorano solo
grazie alla generosità degli altri.

Sempre come Francesco, nella loro vita mettono in pratica i precetti che
insegnano agli altri e non possiedono ricchezze maggiori di quelle dei
poveri che servono. I loro pasti sono frugali; hanno solo due cambi di
vestiti, un paio di sandali, una tazza, un piatto di metallo, gli utensili
fondamentali e semplice biancheria da letto.

La loro vita di comunità si basa sugli insegnamenti del vangelo: è la via
cristiana della preghiera, dell'amore, del perdono, dell'astensione da
giudizio, dell'umiltà, della verità e dell'abbandono totale alla Parola. Un
rapido sguardo ad alcuni dei momenti fondamentali della vita di Madre Teresa
può servire a gettar luce sulla sua ricchezza interiore e sugli obiettivi
del suo lavoro.

Nata il 16 agosto 1910 a Skopie, una città che allora faceva parte dell'
Albania, con il nome di Agnes Gonxha Bojaxhiu, era l'ultima di tre figli.
Ebbe un'infanzia facile e agiata: suo padre era appaltatore edile e
importatore, sua madre era severa, ma affettuosa, e possedeva una fede
profonda.

Dopo la morte prematura del padre, però, la vita si fece più dura, tanto
che, per mantenere la famiglia, la madre si mise a vendere tessuti e ricami.

Da adolescente, Agnes prese a frequentare un gruppo di giovani della
parrocchia locale, chiamato La Confraternita e, grazie a queste attività,
guidate da un prete gesuita, entrò in contatto con il mondo dei missionari.

La sua prima vocazione come suora missionaria cattolica risale a quando
Agnes aveva diciott'anni. La congregazione in cui scelse di entrare fu
quella irlandese delle suore di Loreto, nota per l'impegno missionario,
soprattutto in India.

Qui, infatti, Madre Teresa aveva sempre desiderato lavorare; ma prima, fu
mandata in Irlanda per imparare l'inglese, e solo più tardi venne trasferita
come insegnante a Calcutta, presso la Scuola conventuale di Sani Mar.

Ciò avveniva il 6 gennaio 1929, e il 24 maggio 1931, quando prese i voti
come suora di Loreto, scelse il nome di Teresa ispirandosi a santa Teresa di
Lisieux, "il piccolo fiore di Gesù".

Sia la decisione di abbandonare la madrepatria per recarsi dall'altra parte
del mondo, sia la scelta di Teresa come nome sono due elementi fondamentali
per comprendere la forza, la fermezza di carattere e la chiarezza di
obiettivi di Madre Teresa.

Il suo fervido desiderio era non semplicemente di diventare una religiosa,
ma di svolgere in particolare un lavoro missionario: questa prima chiamata è
da lei definita come un "portare la vita di Cristo alla gente".

Il lavoro missionario richiede fervore, una profonda motivazione evangelica
e una intensa fede nell'azione misericordiosa. Madre Teresa ha sempre avuto
lo spirito del pioniere. Ma il lavoro di una missionaria non è solo opera di
misericordia, e Madre Teresa ci dà un primo segno dell'aspetto contemplativo
della sua missione scegliendo santa Teresa di Lisieux come guida spirituale.

Teresa, la figlia minore di un orologiaio francese, era entrata nella
congregazione delle Carmelitane nel 1988, alla precocissima età di quindici
anni, annunciando che la sua vocazione era l'"amore" e che uno dei suoi
grandi doveri era pregare per i preti e i missionari.

Non potendo, per motivi di salute, praticare personalmente la vita
missionaria, aveva indicato la "via" di una schietta spiritualità, fondata
sulla semplicità, lo spirito di sacrificio e la generosità, ispirata alla
verità essenziale dei Vangeli.

"La mia piccola via" scrisse "è la via della fanciullezza spirituale, la via
della fede e dell'assoluta abnegazione".

Si paragonava a "una palla nelle mani di Gesù Bambino".

Madre Teresa, invece, presenta una visione meno giocosa, più pratica del suo
modo semplice di avere fede e di sacrificare se stessa: si definisce "una
matita nelle mani di Dio".

A Calcutta, Madre Teresa insegnò geografia e catechismo alla scuola di Saint
Mary e imparò hindi e bengali, diventando nel 1944 direttrice di studi.

Erano tempi duri - il cibo era razionato, i carichi di lavoro sempre più
onerosi - e Madre Teresa, che non aveva un fisico molto robusto, si ammalò
di tubercolosi. Non potè quindi continuare a insegnare e fu mandata a
Darjeeling, alle pendici dell'Himalaya.

Fu in treno, il 10 settembre 1946, che ebbe la seconda chiamata - "la
chiamata nella chiamata", come la definisce lei:

" E quando succede, non si può fare altro che rispondere "sì". Il messaggio
era assai chiaro: dovevo lasciare tutto e seguire Gesù nelle periferie
povere, per servirLo nel più povero dei poveri. Sapevo che era la Sua
volontà e che Lo dovevo seguire. Non c'era dubbio che sarebbe stata opera
Sua. Dovevo lasciare il convento e lavorare con i poveri, vivendo tra loro.
Era un ordine. Ora sapevo qual era il mio mondo: ma non sapevo ancora come
arrivarci". (Nota: E. Egan, Such a Vision of the Street, London, 1985,
p.25.)

Ci vollero un paio d'anni per ottenere il permesso di modificare la sua
opera missionaria e diventare, da insegnante, servitrice, passando da una
comunità sicura e confortevole al non avere nulla tranne una fede
eccezionale e una straordinaria chiarezza di visione.

Molte sorelle che hanno lavorato alla scuola di Saint Mary con l'allora
sorella Teresa, nei diciannove anni di attività svolta al convento di
Loreto, ne hanno sempre parlato nelle proprie testimonianze come di una
persona dalla salute cagionevole e dall'animo semplice.

Oggi invece la si può considerare come il tipo dell'imprenditore pieno di
energia che sa cogliere una necessità e agire di conseguenza, costruendo un'
organizzazione a dispetto delle difficoltà, dettandone le regole e creandone
ramificazioni in tutto il mondo.

Qui troviamo un altro esempio della coesistenza di elementi evidentemente
contraddittori nella sua personalità e nella sua vita. Madre Teresa è una
rara combinazione di concretezza e di trascendenza, combinazione resa
possibile dalla preghiera che, a suo parere, la aiuta a trovare "il giusto
equilibrio tra Terra e Cielo".

Questo equilibrio tra forza di volontà e assoluta dedizione a Dio è
indicativo: come ha avuto occasione di affermare, il suo progresso nella
santità "dipende da Dio e da me: dalla Grazia di Dio e dalla mia volontà. Il
primo passo per il cambiamento è averne la volontà".

A chi le chiede di parlare della sua santità, Madre Teresa risponde sempre,
in termini molto pratici, che la santità è una necessità della vita e spiega
che non si tratta di un lusso per pochi, come quelli che scelgono di
condurre una vita religiosa, ma "è un semplice dovere di tutti. La santità è
per tutti".

Il fatto che venga chiamata da molti "santa vivente" può essere
probabilmente ricondotto a un concetto che nella vita contemporanea è sempre
più apprezzato: l'equilibrio.

Krishnamurti, famoso maestro indiano, ha interpretato la santità come
conseguenza della "completezza", intendendo con ciò che tutte le parti
distinte di noi si combinano nella giusta misura per formare la persona
compiuta.

Il cammino spirituale di Madre Teresa dimostra quanto sia importante
equilibrare la vita contemplativa, di preghiera, con quella pratica, di
azione amorevole.

E' certamente semplice, ma dietro alla semplicità di Madre Teresa ci sono
anni di esperienza e devozione che hanno dato luogo a una fede, a una forza
di volontà e a una saggezza insuperate.

,Questo equilibrio tra la consapevolezza dei piccoli particolari relativi
alla situazione contingente e una visione più ampia, dischiusa sull'
eternità, le consente di essere affabile ma rispettosa, pragmatica e insieme
sensibile, vulnerabile e forte, concreta eppure contemplativa e devota.

Le due testimonianze che seguono illustrano la sua capacità di essere
generosa e delicata. La prima è quella di un volontario inglese che rimase
profondamente colpito quando, da adolescente, conobbe Madre Teresa alla
scuola superiore:

"Era in grado di parlare da uguale con noi come con chiunque altro. Fu
questo, credo, a farci impressione: era sulla nostra lunghezza d'onda. E'
stato così poi tutte le altre volte che l'ho incontrata. con chiunque stia
parlando, per lei quella persona diventa la più importante, non importa se
sia un presidente il signor Rossi. Mi piace e credo che la maggior parte
delle persona che l'hanno conosciuta provi la stessa sensazione".

La seconda testimonianza è quella di una donna che a Calcutta aiutava le
Missionarie della Carità e che rifletteva sull'indirizzo da dare alla
propria vita.

Per caso, incontrò Madre Teresa sul ballatoio fuori dalla sua stanza, nella
Casa madre:

"Stava intrattenendosi con alcune persone - davanti a me c'era una coppia
indiana - quando d'un tratto, si è girata, mi ha guardato e ha detto: "Quand
'è che ti deciderai?". Sono rimasta a bocca aperta: io non mi ero mai
confidata con lei. In qualche modo, era riuscita a capire chi ero, su un
piano molto profondo. Mi aveva davvero colpita. Commossa, ho passato il
resto della giornata nella cappella, a piangere e a farmi coraggio. Alla
fine ho capito di dover prendere quella decisione sulla mia vita che stavo
rimandando da moltissimo tempo".

Dato il rispetto di cui Madre Teresa gode a livello internazionale, da lei
ci si attende moltissimo.

Poiché è una donna non potrebbe, ci si chiede, trasformarsi in un portavoce
delle più importante istanze femminili, non solo nella Chiesa ma anche nel
mondo?

Ma, Madre Teresa non si allontanerebbe mai dalla lettera delle dottrine
della Chiesa - non potrebbe, né probabilmente vorrebbe farlo. Quando le
vengono poste domande sui temi più scottanti, come quelli relativi all'
aborto, o sulle donne sacerdote, la sua posizione è esplicita.

Sulla prima questione risponde che qualsiasi vita umana, senza eccezioni, è
preziosa per Dio; e in risposta alle domande sul ruolo della donna nelle
principali funzioni sacre cita Maria, la Madre di Cristo.

Maria, dice, sarebbe stata un sacerdote migliore di tutti noi; e tuttavia
chiamava se stessa ancella del Signore, e tale è sempre rimasta. Il ruolo di
Maria è il modello a cui si ispirano Madre Teresa e tutte le missionarie
della Carità, che a lei pregano con fervore in quanto simbolo di grande
santità, purezza, castità, obbedienza e sacra maternità. Questa devozione
alla Madre divina è una via femminile al cuore di Cristo.

Una delle preghiere spesso recitate da Madre Teresa e dalle Missionarie
della Carità è:

Maria, Madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
tanto bello, tanto puro, tanto immacolato,
tanto pieno d'amore e d'umiltà,
cosicché io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita,
amarLo come tu l'hai amato
e servirLo sotto le spoglie del più Poveri dei Poveri.

Il servizio dedicato ai poveri, che Madre Teresa descrive dettagliatamente
in questo libro, non si limita all'azione in favore dei diseredati, ma è
anche uno stare insieme a loro e alla loro sofferenza, condividendola con
Cristo.

Madre Teresa sottolinea spesso che era questo ciò che "San Giovanni e la
nostra Benedetta Madre facevano ai piedi della Croce".

In molte Case delle Missionarie della Carità è possibile vedere grandi
statue, a volte appariscenti, di Maria, frequentemente rappresentata con un
vestito bianco e azzurro, come era apparsa a Lourdes a santa Bernadette, o
come Regina dei Cieli, con un'aureola di stelle e di luci.

I segni dell'ecumenismo di Madre Teresa, tuttavia, sono spesso altrettanto
evidenti. A Calcutta, per esempio, proprio all'interno delle porte di Prem
Dan, la Casa delle Missionarie della Carità per pazienti tubercolotici e con
handicap mentali, c'è una statua in grandezza naturale della Madonna con una
cappa azzurra, che tiene in mano il grano di un rosario cattolico; ma se la
si guarda con più attenzione, si scopre che ha un volto indiano, una tunica
indiana, a ai suoi piedi vi è un enorme fiore di loto rosa.

Molti dei compiti solitamente svolti dai preti, per esempio nella funzione
della Benedizione, e in talune parti della Messa quotidiana, vengono
eseguiti dalle sorelle e da Madre Teresa stessa e, in generale, ognuno serve
Dio senza seguire un protocollo troppo rigido.

Madre Teresa una volta ebbe a dire di se stessa: "Per sangue e origini sono
albanese pura. Per cittadinanza sono indiana. Come suora sono cattolica. Per
vocazione appartengo a tutto il mondo. E quanto al mio cuore, sono tutta del
cuore di Gesù" (nota: Op. cit., pag.357).

Nell'abbracciare il mondo, definisce il proprio ruolo dicendo: "Il nostro
lavoro è quello di incoraggiare cristiani e non cristiani a fare opere d'
amore. E ogni opera d'amore, fatta con tutto il cuore, porta sempre la gente
più vicina a Dio".

Il suo mandato di misericordia è diffondere l'amore nel mondo alleviando le
sofferenze degli altri, attraverso una congregazione di sorelle e fratelli
cattolici che serve una comunità prevalentemente non cristiana, e che non
obbliga le persone che aiuta a convertirsi alla fede cattolica.

Madre Teresa ha scelto di amare là dove la maggior parte della gente non è
riuscita a farlo,tra i poveri e i sofferenti. E qui ha trovato i frutti
della propria fatica, e la traccia per seguire il cammino semplice.

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