IL LIBERO ARBITRIO: ESISTE?
(di Guido Da Todi)
(Intervento del 21/XI/98 nella Mailing List Esonet-L)
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(Scrive A.)
Ciao Guido!
Ti esprimo alcuni desideri che ho in merito ad argomenti che, se lo riterrai opportuno e adeguato, mi piacerebbe che tu trattassi e/o approfondissi. Innanzitutto la "questione" del libero arbitrio: c'e', non c'e', e' solo un illusione o cos'altro; sinceramente ho le idee un po' confuse poiche' ho trovato delle "discrepanze" (permettimi di usare questo termine anche se so che e' la mia mente che fatica a comprendere l'unicita' di vedute su questo argomento) tra gli scritti Teosofici e Rosacrociani (che ammettono l'esistenza del libero arbitrio) e quanto detto dall'amato Sai Baba in alcuni suoi discorsi (se ti occorre posso trovare le fonti ed i riferimenti precisi) in cui rivendica l'assoluta inesistenza ed illusorieta' di questo aspetto della vita umana.
Sai Ram
A.
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(risponde Guido)
In effetti, e per quanto possa sembrare presuntuosa la mia affermazione, non e'difficile accettare e comprendere l'apparente antinomia secolare tra libero arbitrio o mancanza di esso, nella vita dell'uomo (e della natura intera).
Potremo partire da orizzonti molto opalescenti e filosofici e sciogliere questo nodo planando sullo stato di coscienza cosmica dell'unicita' dell' essere, e, quindi, dedurre che li'ove esista una sola realta', evidentemente non possa manifestarsi un qualunque dualismo di sorta: ed ogni arbitrio allora si manifesterebbe come una delle infinite pulsioni di un'unica corrente originaria. Si tratta solo di riuscire, allora, a raggiungere questa lunghezza d'onda - che, in definitiva, e'il vertice a cui aspira ogni ricercatore dello spirito - per vivere intensamente e magicamente l'assoluta inesistenza di aspetti parziali, in seno ad un solo totale.
E' una risposta. Forse, la piu aristocratica che possa mostrarsi alla meditazione dell'uomo. Ma, e' anche una risposta che resterebbe - per molti - incomprensibile, in una quotidianita' composta di mille sfaccettature ancora troppo individualistiche e distanti dal sommo bene di una perfetta realizzazione.
La liberta' dell'uomo.
Intanto, in cosa consiste questo concetto?
Viene detto - con una magnifico buon senso - che la nostra liberta' termina dove inizia quella degli altri. E in tale affermazione esiste un cosi' fitto ed intricato contenuto di valori, che ha dato nascita ai massicci volumi delle leggi dei Manu (i mitici fondatori di ogni civiltą) e di tutti i codici che guidano le leggi dell'attuale societą.
Quindi, gia' il libero arbitrio acquista dei confini naturali e spontanei. Rispettare i quali non significa certamente avere un'amputazione di nostri diritti morali, o cosmici, allo slancio esistenziale, bensi' espandere i medesimi nel riconoscere quelli di ogni nostro prossimo.
Viene anche detto che le scelte dell'uomo si identificano alle direzioni che puo' prendere un viaggiatore nel corridoio di un treno in corsa. Egli ha la facolta' di andare alla buvette, di percorrere il treno in lungo ed in largo; ma, deve restare nell'ambito dei dieci o venti vagoni del medesimo.
Quindi: siamo liberi, o qualcosa ci condiziona, comunque, alla fine?
Siamo liberi, amici miei.
Si tratta solo di comprendere alcune leggi insegnateci dai nostri antichi progenitori spirituali.
Una tra di esse, e la pił aderente al nostro dialogo, e' il karma. Che, fondamentalmente, nasce come un potenziale di creativita', piuttosto che una ragnatela di coercizioni, quale viene spesso dipinta.
Molti faticano a riconoscere e sperimentare la verita' che ogni azione (dall 'animale all'umana, ed oltre) costituisca l'innesco di successive espansioni d'onda improrogabili, che ritornano sempre alla loro origine.
Ne accettano forse i suggerimenti teorici e letterari dei testi esoterici; ma, continuano a seminare con leggerezza le loro espressioni vitali attorno a se', fra i propri simili; amore, odio, simpatia, dolore, felicita', fastidio, mancanza di aiuto, persecuzioni materiali e mentali, tutto cio' viene prodotto da quella batteria carica di vitalita', di movimento e di intelligenza che e' l'uomo. Ma, ricco anche della piena libertą di costruire queste azioni, mentali e fisiche.
Ecco, il punto. Noi siamo liberi, e nasciamo liberi. E, quindi, e' giusto dire che possediamo il libero arbitrio.
Tuttavia, non v'e' attimo in cui noi non si esprima una qualunque azione. Anche quando dormiamo emettiamo delle sottili lunghezze d'onda, subconscie e ultra razionali.
Dal mozzo della ruota che rappresenta il nostro io si irradiano costantemente delle scelte attive (anche se, sovente, istintuali) che rappresentano, con i loro raggi, l'intricato arazzo della nostra vita: del nostro karma.
Ed e' dal nostro karma, finalmente, che nessuno di noi si puo' liberare, sino a che esso non venga nuovamente estinto cosi' come e' nato. In tal caso, non esiste certamente piu' libero arbitrio.
Tuttavia, e' necessario fare una considerazione, a questo punto. La mancanza di liberta' sopraggiunge, nell'uomo, dall'uso errato della sua liberta' originaria e naturale.
Come ha detto il Budda:" E' l'uomo stesso che crea le sue catene".
Comprendiamo adesso che chi afferma l'inesistenza di per la natura debba fare riferimento - consapevolmente oppure no - ad un ente che si dibatte nell'arena degli effetti, da lui causati. E chi, invece, difenda la alle scelte dell'umanitą debba forzatamente riferirsi al potenziale creativo che ognuno di noi possiede. Un potenziale che, immesso nelle armoniche regole delle Otto Veritą di Budda, nei Precetti dei Veda, nella Morale d'Amore dei Vangeli, e di ogni altra Scrittura si perpetui ed espanda, in un continuo arricchimento ed in una continuo allargamento di coscienza cosmica.
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Domattina noi ci sveglieremo. E ci troveremo di fronte ad un foglio bianco ed immacolato: sara' una delle nostre mille e mille giornate reincarnative.
Verremo riconosciuti pieni proprietari e padroni di quella zolla di terra simbolica. A meno che, si intenda, una qualunque vicenda karmica sottintesa - e, ora, celata - prenda il timone della situazione.
Lasceremo quell'humus senza piantare un solo fiore?
Le conseguenza saranno quelle del karma dell'inerzia, che si oppone alla sottile corrente creativa che proviene dal Logos, ed incita ogni cosa verso un Piano comune.
Nutriremo quella serpe che si avvolge sotto il sasso?
Il karma la farą, con il tempo figliare, spalancandocene un nido pieno ed agitato.
Semineremo, qui e lą, dei fiori profumati e del grano?
Questo ci garantirą un mese di sopravvivenza in un prossimo e gelido inverno.
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