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SCHEDA ARTICOLO N. «00541»

CLASSIFICAZIONE: 2
TIPOLOGIA: BUDDISMO
AUTORE: DALAI LAMA
TITOLO: UGUALI NELLA DIVERSITÀ
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TESTO ARTICOLO

Uguali nella diversità

(Dalai Lama - Tratto da SIDDHI, periodico di Buddhismo Mahayana)

("Il fatto che esistano metodi e visioni differenti risponde alla natura e
alle disposizioni dei vari esseri". Un articolo del Dalai Lama per spiegare
come sia giusto che esistano diverse religioni: percorsi e linguaggi diversi
per una unica meta)



La distinzione tra bene e male non è un concetto assoluto, astratto: è
esattamente il bene e il male che i nostri stati dell'essere, i nostri modi
di pensare, producono in termini di benessere o malessere.

Il vero senso di una religione, di una spiritualità, è esattamente quello di
preoccuparsi di fornire gli strumenti per sviluppare le qualità costruttive
ed eliminare i pensieri distruttivi.
Vi possono essere molte credenze religiose connesse a questa aspirazione di
evitare la sofferenza e trovare il benessere. Queste credenze possono avere
forme primitive o essere più complesse.

Da benefici estremamente terreni, limitati alla sopravvivenza, nacque un
insieme di credenze attribuite alla luce, al potere del sole e degli
elementi naturali; possiamo supporre che in esse non vi fossero inizialmente
profondità filosofiche.

Queste religioni primitive, nei secoli, hanno cominciato a diventare più
complesse, più profonde, incorporando delle visioni metafisiche e
filosofiche sulla vita e il suo senso. Allora si è istaurata una visione più
vasta, una conoscenza più profonda delle cose, dei meccanismi della felicità
e della sofferenza.

Possiamo distinguere varie posizioni metafisiche che si sono sviluppare nel
corso del tempo: alcune per esempio hanno affermato l'esistenza di un dio
creatore, dando vita alle spiritualità teiste; altre si sono orientate verso
la legge di causalità e non hanno formulato l'idea di un creatore...
insomma, nelle diverse parti della Terra, riguardo le religioni si sono
stabilite delle differenze di carattere metafisico.

Lasciando da parte le credenze primitive, con la loro venerazione degli
elementi naturali e così via, se osserviamo le grandi religioni o le grandi
spiritualità fondate su visioni metafisiche e filosofiche molto profonde,
notiamo che tutte incoraggiano, stimolano e considerano essenziale lo
sviluppo dell'amore verso il prossimo, l'amore altruista e la compassione.
Non ce n'è una che, alla base, non ritenga essenziale sviluppare tali
qualità.

L'accento sull'importanza dell'amore altruista e della compassione lo
ritroviamo nel cristianesimo, nell'ebraismo, nell'islamismo, nelle varie
correnti dell'induismo, nel buddhismo, nel jainismo, insomma, in tutte le
grandi religioni.

Per quanto riguarda le religioni monoteiste, è chiaro che quando si
descrivono le qualità di un dio creatore o di un creatore in quanto
principio assoluto, gli si attribuiranno tutte le qualità positive, come
amore infinito, grande compassione, grande pazienza, e grandi qualità di
conoscenza, fino all'onniscienza. Saranno quindi tali qualità attribuite che
ispireranno la nostra fede in quella religione. Infatti, nessuno aspirerebbe
ad affidarsi a un dio che sarebbe incessantemente in collera, che vorrebbe
incessantemente nuocere alle proprie creature, che sarebbe irritato e
geloso.

È chiaro che nella loro essenza, nel loro fondamento, le religioni, teiste o
no, accordano un valore essenziale all'amore del prossimo e alla
compassione.
Il modo per coltivare amore e compassione, i motivi per cui dobbiamo farlo,
differiscono a causa delle differenti filosofie e a seconda che si tratti di
religioni teiste o no.
La ragione di tante differenze filosofiche dipende dalle differenti
condizioni umane, dalle differenti culture sviluppate nelle varie epoche e
regioni della Terra.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che tutte le religioni, nelle loro
diversità, mirano a migliorarci in quanto esseri umani; per questo è
importante avvicinarsi a queste grandi religioni, conoscerle, promuovere
rapporti armoniosi con i loro praticanti, evitare di comportarsi con
ostilità.

È esattamente con lo scopo di esprimere l'altruismo nei confronti degli
esseri umani, di fare il loro bene, che Buddha, per esempio, ha dato
insegnamenti in apparenza contraddittori. In varie situazioni, di fronte a
individui con facoltà intellettive, attitudini e disposizioni differenti, il
Buddha ha dato risposte apparentemente in contraddizione tra loro. Perché?
Perché nel suo desiderio di aiutarli a migliorare, in funzione del loro
sviluppo e del loro bene, ha compreso che era necessario un insegnamento che
tenesse conto di tale diversità.

Il fatto che esistano metodi e visioni differenti risponde alla natura e
alle disposizioni dei vari esseri, perché gli esseri umani in questo senso
non sono tutti uguali, non possono essere aiutati nello stesso modo, non si
può dare a tutti gli stessi strumenti per migliorare in un modo unico,
uguale per tutti. Le differenze tra le varie tradizioni religiose, quindi,
non solo sono accettabili, ma auspicabili.

Come si possono conciliare, allora, le diversità filosofiche e metafisiche?
Si può parlare di vari tipi di verità, ognuna in un certo senso valida,
giustificata.
Ma allora, con quale criterio scegliere? Come conciliare questa relatività
con il fatto che quando noi personalmente percorriamo un sentiero spirituale
abbiamo bisogno di credere a una sola verità, così come non possiamo andare
nello stesso tempo in tutte le direzioni?
Se guardate questo uditorio [Il discorso si è svolto davanti a oltre 6.000
persone, n.d.r.], vedrete che tra voi vi sono credenti e non credenti di
diverse religioni, persone che applicano una pratica religiosa, ma tra loro
la pratica non è la stessa, e persone che non hanno nessun credo religioso
ma hanno una filosofia e una visione della vita.

È chiaro che qui, in questo momento, c'è una pluralità di credi e non-credi,
è come uno specchio del mondo, una pluralità che è necessaria e benvenuta.
Nello stesso tempo vedete bene che tutti noi manifestiamo rispetto gli uni
per gli altri e che queste differenti visioni e fedi in questi giorni
coabitano in modo armonioso.

Sul piano individuale, però, quando si tratta di percorrere il nostro
cammino spirituale, quello che abbiamo scelto, dobbiamo concentrarci
completamente su tale sentiero di trasformazione e apprezzare nel suo giusto
valore l'aspetto di verità che riflette. Dobbiamo sentire, avere fiducia che
'questa, per me, è la verità', perché altrimenti faremo davvero fatica a
sviluppare la forte determinazione necessaria a progredire sul nostro
sentiero. Dovremmo quindi avere una convinzione personale, nel nostro
intimo, che 'questo è per me il modo in cui prende forma la verità' e
tuttavia rimanere aperti alla realtà di una pluralità di verità.

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