La Strada della Realizzazione
(dal libro "Sufismo Universale" di H.J.Witteveen)
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Inayat Khan cita Sa'di che disse:
"Ogni anima è stata creata per un certo scopo e la luce di questo scopo è stata accesa in quell'anima."
Se si cerca questo scopo, lo si troverà, è cercare di raggiungerlo dà senso alla nostra vita. All'inizio potrebbe essere uno scopo limitato e materiale; ciò nonostante lnayat Khan considera lo sforzo per raggiungerlo come un passo sulla strada spirituale". Lavorando per raggiungerlo, impariamo e facciamo progressi e questo ci renderà capaci, quando il nostro primo scopo è stato realizzato, di mirare a un ideale piu elevato.
Così lnayat Khan dice che "alla fine tutti gli scopi si risolvono in uno scopo ed è questo scopo che viene cercato dal mistico". Inayat Khan descrive poi come progrediamo verso il mistico scopo finale tramite cinque aspetti: il desiderio di vivere, il desiderio di conoscere, il desiderio di potere, il desiderio di felicità e il desiderio di pace.
Si tratta di desideri fondamentali e completi che si trovano dietro la maggior parte degli obiettivi terreni. lnayat Khan ci dà dei consigli molto pratici e psicologici sul modo in cui possiamo raggiungere con successo questi obiettivi, superando le numerose difficoltà che si incontrano sul cammino. Questo insegnamento sulla "strada della realizzazione" è stato molto importante nella mia vita. Per riassumere brevemente tali insegnamenti, che non sono ancora stati pubblicati, direi come segue: in primo luogo occorre sviluppare la concentrazione, mantenendo la nostra attenzione e i nostri pensieri rivolti allo scopo.
Occorre anche avere fiducia che l'obiettivo verrà raggiunto, nonostante tutte le difficoltà. La nostra ragione deve essere usata per trovare in seguito il modo di risolvere queste difficoltà. Questo vuol dire un progresso graduale: e pericoloso desiderare un raggiungimento veloce di questi obiettivi. Ciò potrebbe esaurire la nostra forza ed essere controproducente. lnayat Khan dice che ci sono molte persone che, in questo modo, con il loro entusiasmo, allontanano l'obiettivo della loro realizzazione come un pallone. Per prima cosa occorre prepararsi a raggiungere lo scopo; acquisire la forza necessaria. Occorre quindi pazienza: imparare ad attendere il momento giusto per fare un passo in avanti. Avere pazienza è difficile, ma produce forza interiore.
Tutto ciò vuoi dire che dall'inizio alla fine c'è bisogno dell'autodisciplina. Mantenendo l'oggetto in vista; senza cedere facil- mente all'ira o alle emozioni; senza lasciarsi tentare dalle deviazioni: tutto ciò richiede autodisciplina. Significa anche che per poter raggiungere il nostro fine dobbiamo fare dei sacrifici. E occorre anche autodisciplina per mantenere il più possibile il silenzio sui nostri progetti. Con il silenzio non sperperiamo l'energia che è necessaria per poter raggiungere lo scopo; in tal modo si evita il più a lungo possibile critica e opposizione.
Quando perseveriamo in questo spirito, i nostri obiettivi verranno raggiunti. Inayat Khan ne è sicuro. Ci indica la potenza divina dell'anima che può attirare tutto quello che si desidera. Il Dio Onnipotente darà una risposta al desiderio dell'anima. Come disse Cristo:
"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto."
Procedendo lungo questa strada della realizzazione, possiamo mirare passo dopo passo a ideali sempre più alti. I cinque desideri fondamentali di cui abbiamo parlato prima possono allora condurci alla finale realizzazione interiore. Trovando la vita fisica limitata nel tempo, possiamo scoprire la vita eterna dell'anima; possiamo scoprire al di là della conoscenza terrestre la conoscenza dell'essere divino; possiamo entrare in contatto con l'Onnipotente Potenza di Dio; e possiamo trovare la vera felicità dell'anima al di là di tutte le influenze della vita che ci disturbano.
Di fatto quello che accade in questa realizzazione finale del desiderio dell'anima è che essa diventa cosciente di se stessa, del suo essere divino, unito con Dio e illuminato da Dio. L'anima che è un raggio della luce divina - o intelligenza divina catturata dai suoi strumenti, la mente e il corpo, è stata completamente assorbita dal suo interesse per le esperienze che riceve attraverso questi strumenti. Ma a un certo momento essa troverà tali esperienze deludenti. Allora si gira e dirige la sua attenzione su se stessa. Inayat Khan descrive questo processo come segue:
"Come per far sì che gli occhi vedano se stessi occorre prendere uno specchio per vedere il loro riflesso, così per potere rendere manifesto questo essere reale, l'intero essere, la mente e il corpo, sono stati fatti come uno specchio, così che questo essere reale possa vedere se stesso in questo specchio e realizzare il suo essere indipendente. Ciò che dobbiamo raggiungere tramite la strada dell'iniziazione, tramite la meditazione, tramite la conoscenza spirituale, è di realinare tutto ciò, rendendoci degli specchi perfetti."
Nel capitolo sul misticismo parleremo più a lungo di argomenti importanti come l'iniziazione e la meditazione, essenza della strada Sufi. L'obiettivo di questa strada è la consapevolezza di Dio che può essere raggiunta con la realizzazione di se stessi. E in tal modo lo scopo della manifestazione viene realizzato. Alla domanda quale sia lo scopo della manifestazione, Inayat Khan risponde così:
"Si può rispondere con una parola: l'appagamento, l'appagamento di Dio. E perché Dio non è appagato senza di essa? Perché Dio è l'Essere Unico, e la natura dell'essere è di diventare conscio di esistere. Questa consapevolezza crea l'esperienza della vita attraverso vari canali, nomi e forme; nell'uomo questa consapevolezza dell'essere raggiunge il culmine. In parole semplici, tramite l'uomo Dio fa l'esperienza della vita nella sua perfezione più alta".
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