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SCHEDA ARTICOLO N. «00625»

CLASSIFICAZIONE: 2
TIPOLOGIA: BUDDISMO
AUTORE: FONTE: ILGIARDINODEIPENSIERI.COM
TITOLO: INTRODUZIONE AL PENSIERO BUDDISTA: PARTE SECONDA
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TESTO ARTICOLO

INTRODUZIONE AL PENSIERO BUDDISTA: PARTE SECONDA

tratta dal "Canone Pali" >
> dall'ex sito
http://www.ilgiardinodeipensieri.com
>

> (parte seconda)
> "Se scoprite la vostra mente in preda al dubbio delle passioni e
> sprofondata
> nella brama dell'egoismo, dovete sopprimere la tentazione e riprendere il
> controllo di voi stessi; ciascuno di voi sia il signore e il dominatore
> della propria mente".
>
> "La mente Pu renderci un Buddha, oppure trasformarci in bestie. Si ci si
> lascia sedurre dall'errore, dalla brama di esistere e di possedere, si
> diventa simili a demoni; al culmine dell'Illuminazione, si diventa
> Buddha.
> Suvvia, tenete sotto controllo la mente e non lasciate che abbandoni il
> retto sentiero".
>
> 3. "Abbiate rispetto l'uno dell'altro, seguite i miei insegnamenti e
> mettete
> da parte eventuali dispute; non respingetevi e non separatevi come fanno
> acqua e olio, ma siate un tutt'uno come latte e acqua.
>
> "Applicatevi insieme allo studio, imparate l'uno dall'altro, praticate i
> miei insegnamenti riuniti in comunità. Non sprecate tempo ed energie nella
> vana accidia e nella polemica. A tempo debito godetevi i fiori
> dell'Illuminazione
> e, quando sarà maturo, il frutto del retto sentiero.
>
> "Gli insegnamenti che vi lascio in eredità, li ho ottenuti sperimentandoli
> io stesso in prima persona. Seguite questi insegnamenti e conformatevi al
> loro spirito in ogni occasione".
>
> "Se li lascerete negletti, significa che non mi avete mai realmente
> incontrato. Significa che siete lontani da me, nonostante ora vi troviate
> presso di me; ma se accettate e mettete in pratica quanto vi ho insegnato,
> allora mi sarete sempre vicini, non importa quanto siate lontani nello
> spazio e nel tempo".
>
> 4. "Miei discepoli, la fine si va approssimando, la nostra separazione è
> vicina, ma non lamentatevi. La vita è un continuo cambiamento; nessuno Pu
> sfuggire alla dissoluzione del corpo. » questo ciò che dimostrerò con la
> mia
> morte, col corpo che cadrà a pezzi come un carro in rovina".
>
> "Non lamentatevi vanamente, ma pensate che nulla è permanente e apprendete
> da ciò la vanità del vivere umano. Non attaccatevi all'inopportuno
> desiderio
> che quanto è per sua essenza mutabile possa diventare immutabile".
>
> "Il demone di questi desideri mondani è sempre alla ricerca di opportunità
> per offuscare la mente. Se una vipera vive nascosta nella vostra stanza e
> voi desiderate dormire in pace, dovete prima scacciarla fuori
> dall'uscio".
>
> "Occorre che rompiate le catene delle passioni mondane e le gettiate via
> come fareste con una vipera. Proteggete la vostra mente con attenzione".
>
> 5. "Miei discepoli, è giunto il mio ultimo momento, ma non dimenticate che
> la morte è soltanto la fine del corpo fisico. Il corpo è nato dai
> genitori
> ed è stato nutrito col cibo; pertanto malattia e morte sono inevitabili".
>
> "Ma il vero Buddha non è un corpo umano: - è Illuminazione. Un corpo umano
> deve morire, ma la Saggezza dell'Illuminazione esisterà per sempre nella
> verità del Dharma, e nella pratica del Dharma. Chi vede soltanto il mio
> corpo in disfacimento, non vede veramente me. Soltanto chi accetta il mio
> insegnamento si incontra realmente con me".
>
> "Quando sarò morto, il Dharma sarà il vostro maestro. Seguite il Dharma e
> in
> ogni istante sarete presso di me".
>
> "Durante gli ultimi quarantacinque anni della mia vita, non ho omesso
> nulla
> dai miei insegnamenti. Non c'è nessuna dottrina segreta, nessun
> significato
> nascosto; ogni cosa vi è stata dichiarata e trasmessa apertamente e con
> chiarezza. Miei cari discepoli, ecco la fine. Fra un momento, trapasserò
> nel
> Nirvana. Questa è la mia ultima istruzione".
>
>
> DHARMA (DOTTRINA)
> CAUSALITÀ
>
> La Quadruplice Nobile Verità
>
> 1. Il mondo è pieno di sofferenza. La nascita è sofferenza, la vecchiaia è
> sofferenza, malattia e morte sono sofferenza. Incontrare un uomo che si
> odia
> è sofferenza, essere separato da chi si ama è sofferenza, combattere
> vanamente per soddisfare i propri bisogni è sofferenza. Tant'è, una vita
> non
> libera dal desiderio e dalla passione è sempre mescolata con l'angoscia.
> Questa è chiamata la Verità della Sofferenza.
>
> La causa della sofferenza umana si trova indubbiamente nelle bramosie del
> corpo fisico e nelle illusioni della passione mondana. Se queste brame e
> illusioni sono ricondotte alla loro fonte, si scopre che traggono la loro
> ragion d'essere, in ultima istanza, dagli intensi desideri legati agli
> istinti fisici. Così, il desiderio, fondandosi su una ben robusta base di
> volontà-di-vivere, va in cerca di quanto egli avverte desiderabile,
> persino
> quando ciò coincide con la morte. Questa è chiamata la Verità della Causa
> della Sofferenza.
>
> Se il desiderio, che giace alla radice di tutte le passioni umane, viene
> rimosso, allora la passione sarà annichilita e con essa avranno fine
> tutte
> le umane sofferenze. Questa è chiamata la Verità della Cessazione della
> Sofferenza.
>
> Per raggiungere uno stato scevro di desiderio e di passione, occorre
> seguire
> un determinato Sentiero. Le tappe di questo Nobile Ottuplice Sentiero
> sono:
> Retta Visione, Retto Pensiero, Retto Discorso, Retto Intendimento, Retto
> Stile di Vita, Retto Sforzo Cosciente, Retta Consapevolezza e Retta
> Concentrazione. Questa è chiamata la Verità del Nobile Sentiero che porta
> alla Cessazione della Causa della Sofferenza.
>
> La gente dovrebbe tenere bene a mente queste Verità, perché il mondo è
> pieno
> di sofferenza e si vuol sfuggire alla sua morsa, occorre sciogliere uno ad
> uno i nodi della passione che ci incatena al mondo ed è l'unica vera causa
> di ogni angoscia e tribolazione. Lo stile di vita di colui che si è
> lasciato
> dietro ogni legame con la brama e l'angoscia di esistere nel mondo Pu
> esser
> afferrato e conosciuto attraverso l'Illuminazione, e l'Illuminazione Pu
> esser ottenuta solo da chi si sottopone con pieno convincimento ed energia
> alla disciplina del Nobile Ottuplice Sentiero.
>
> 2. Tutti coloro i quali sono alla ricerca dell'Illuminazione devono
> comprendere appieno la Nobile Quadruplice Verità. Senza tale comprensione,
> essi andranno vagando qua e là in un circolo senza fine di domande e
> risposte, invischiati nell'intricata matassa delle illusioni di cui è
> intessuta la vita. Di quanti sono riusciti a far propria questa Nobile
> Quadruplice Verità si dice che "hanno acquistato gli occhi
> dell'Illuminazione".
>
> Pertanto, chi vuol seguire gli insegnamenti del Buddha dovrebbe
> concentrare
> la sua mente su questa Quadruplice Nobile Verità e sforzarsi, passo dopo
> passo, di rendere sempre più chiaro il suo profondo significato. In tutti
> i
> tempi, un santo, se è un vero santo, è colui che ha compreso questo e lo
> insegna agli altri.
>
> Quando qualcuno comprende in profondità la Nobile Quadruplice verità,
> allora
> il Nobile Ottuplice Sentiero lo guiderà lontano da ogni forma di
> attaccamento; e se è libero dall'attaccamento, non avrà conti da saldare
> col mondo, non ucciderà, né ruberà, né commetterà adulterio, né frode, né
> abuso, né prevaricazione, non proverà invidia, non smarrirà la propria
> moderazione, né dimenticherà la transitorietà della vita: sarà un uomo
> giusto.
>
> 3. Seguire il Nobile Sentiero è come entrare in una stanza buia con una
> lume
> in mano: le tenebre saranno rischiarate e la stanza, man mano che si
> procede, si riempirà di luce.
>
> Chi capisce il significato delle Nobili Verità ed ha imparato a seguire il
> Nobile Sentiero ha con sé, in ogni istante, la luce della saggezza che va
> diradando le tenebre dell'ignoranza.
>
> Buddha rappresenta una guida per gli uomini, solo per il fatto di aver
> indicato loro la Nobile Quadruplice Verità. Quanti riescono a comprenderla
> appieno ottengono l'Illuminazione; saranno loro, uomini in carne ed ossa,
> a
> guidare e ad aiutare gli altri a far piazza pulita delle illusioni
> mondane
> e a divenire degni di fiducia. Quando la Nobile Quadruplice Verità diviene
> manifesta, tutte le sorgenti delle umane passioni, inevitabilmente, si
> seccano.
>
> Grazie a questa Nobile Quadruplice Verità, ai discepoli del Buddha si
> schiuderanno tutte le altre preziose verità che da essa discendono; lungo
> il
> cammino otterranno la saggezza e il discernimento per comprenderne a
> fondo
> il significato, e saranno capaci di predicare il cuore del Dharma a tutti
> gli uomini della terra.
>
>
> Causalità
>
> 1. Ci sono cause per tutte le sofferenze umane, e c'è un modo per farle
> cessare, poiché ogni fenomeno nel mondo è il risultato di una vastissima
> occorrenza di cause e condizioni, e ciascuno di essi scompare e diviene
> nulla non appena queste cause e condizioni cambiano e passano via.
>
> La pioggia cade, il vento soffia, le piante fioriscono, i frutti maturano
> e
> un soffio li fa cadere a terra. Questi fenomeni sono tutti correlati con
> cause e condizioni, si manifestano grazie al loro apporto, e cessano di
> esistere nel momento in cui queste cause e condizioni mutano. La nascita
> di
> ciascuno di noi è condizionata dalla parentela e dalla discendenza. Il
> nostro corpo è nutrito dal cibo: il nostro spirito si forma attraverso
> l'insegnamento
> e l'esperienza.
>
> Quindi, sia la carne che lo spirito dipendono da determinate condizioni e
> si
> trasformano quando queste condizioni cambiano.
>
> Come una rete è costituita da una serie di nodi intrecciati tra di loro,
> così ogni cosa in questo mondo è connessa ad ogni altra da una serie di
> nodi. » un errore pensare che vi sia qualcosa di separato, isolato da
> tutto
> il resto. Tutti i fenomeni sono intrecciati in un'unica trama.
>
> Il mondo è una rete poiché è composto da una serie di nodi interconnessi,
> e
> ogni singolo nodo, ogni singolo essente ha il suo posto, la sua funzione e
> le sue responsabilità in relazione a tutti gli altri nodi.
>
> 2. I germogli spuntano giacché si realizzano una serie di condizioni
> favorevoli al loro germogliare. E così una mano invisibile fa sì che i
> frutti si stacchino dai rami. I germogli non appaiono autonomamente, né
> una
> foglia né un frutto cadono a terra da sé, se non è il momento giusto. Così
> tutte le cose appaiono, si fanno innanzi e passano via; nessun fenomeno è
> immune dal cambiamento.
>
> » la legge sempiterna e immutabile di questo mondo che tutto si crei
> attraverso una serie di cause e condizioni e tutto, allo stesso modo,
> scompaia; tutto passa, niente è durevole.
>
>
> Generazione causata
>
> 1. Qual è la sorgente della disgrazia, dell'afflizione, del dolore e
> dell'angoscia
> che tormentano gli uomini? Non Pu che essere individuata nel semplice
> fatto
> che la gente, di norma, è dominata dal desiderio.
>
> Gli uomini si ostinano a perseguire esistenze all'insegna della ricchezza
> e
> del prestigio sociale, della comodità e del piacere, dell'eccitazione e
> dell'autocompiacimento, ignorando che è proprio il tenace desiderio ed
> attaccamento per queste cose a generare la loro sofferenza.
>
> Sin dalle sue origini, il mondo degli uomini si è riempito di innumerevoli
> calamità, ben al di sopra del semplice ed inevitabile fatto di dover
> cadere
> malati, patire la vecchiaia, morire.
>
> Ma se si considerano con attenzione tutti questi fatti, ci si deve
> convincere che alla base di tutte le sofferenze giace il principio del
> desiderio smodato. Se l'avidità Pu esser rimossa, il dolore che permea
> ogni
> essere umano scomparirà in una bolla di sapone.
>
> L'ignoranza si manifesta nell'avidità che riempie e ottunde la mente
> dell'uomo.
>
> Essa deriva dal fatto che gli uomini non sono consapevoli della vera
> ragione
> che determina la successione dei fenomeni e tutte le cose della vita.
>
> Dall'ignoranza e dall'avidità si generano desideri impuri per cose che
> sono,
> di fatto, non ottenibili, ma per le quali gli uomini, resi ciechi, si
> affannano senza posa, come mosche intrappolate in un bicchiere.
>
> A causa di ignoranza ed avidità si vedono distinzioni e discriminazioni là
> dove, in realtà, non ve ne sono. Nel comportamento umano in sé e per sé
> non
> vi sono discriminazioni né di giusto né di sbagliato, né di buono né di
> cattivo; sono gli uomini ad immaginare e a giudicare questo come buono
> quest'altro
> come cattivo, giusto o ingiusto. Spesso il giudicare è materia di sogno.
>
> » per ignoranza che gli esseri umani sempre si crogiolano in cattivi
> pensieri, smarriscono il giusto punto di vista e, aggrappati al proprio
> ego
> illusorio, producono cattive azioni. Un circolo vizioso da cui risulta un
> attaccamento forzato ad una vita di inevitabili delusioni.
>
> Le azioni diventano il campo dell'ego, il complesso lavorio di
> discriminazione dell'intelletto il seme gettato nel solco dell'aratro, la
> mente oscurata dalle tenebre dell'ignoranza; i desideri smodati sono come
> la
> pioggia che agisce da fertilizzante con cui l'ostinata forza volitiva
> dell'ego
> provvede ad irrigare il campo; qui mette radice la concezione del male, da
> qui la delusione e lo sconforto esistenziale traggono alimento.
>
> 2. In realtà, quindi, è la mente, la mente di ciascun uomo, a causare
> delusioni su delusioni con il loro inevitabile bagaglio di sconforto,
> lamento, pena ed agonia.
>
> L'intero mondo della delusione non è altro che un'ombra generata dalla
> mente. E, d'altro canto, è pur sempre da questa stessa mente che si
> manifesta il mondo dell'Illuminazione.
>
> 3. Il mondo dell'illusione/delusione si basa su tre errati modi di
> considerare la realtà. Se si rimane emozionalmente legati a questi modi di
> pensare, allora tutte le cose del mondo esistono ma solo per esser
> negate.
>
> Per prima viene la tesi di chi dice che tutta l'umana vicenda è prodotta
> esclusivamente dal destino o dalla fatalità; in secondo luogo, c'è chi
> sostiene con fermezza che ogni cosa è creata da Dio e controllata dal Suo
> volere; infine, altri ritengono che ogni fenomeno accada a caso senza che
> vi
> sia alcuna causa o condizione a determinarlo.
>
> Se tutto fosse stato deciso una volta sola dal destino, se le azioni, le
> buone come le cattive, fossero predeterminate e a ciascuno, da sempre,
> fosse
> stata assegnata la sua parte di prosperità o di disgrazia; in tal caso,
> nulla esisterebbe che non fosse stato preordinato. Allora tutti i progetti
> e
> le buone intenzioni coltivate dagli uomini in funzione dello sviluppo e
> del
> progresso sarebbero null'altro che vanità di vanità e il genere umano
> rimarrebbe senza alcuna speranza.
>
> Alla stessa inevitabile conclusione si giunge percorrendo sino in fondo le
> altre due strade, giacché, se ogni cosa, in ultima istanza, fosse nelle
> mani
> di un Dio inconoscibile, o del cieco caso, quale speranza potrebbe esserci
> per gli uomini al di là di una rassegnata sottomissione? Non c'è da
> meravigliarsi che la gente, prestando fede a queste concezioni del mondo,
> finisca col perdere la speranza e col trascurare i buoni propositi di
> agire
> con saggezza ed evitare il male.
>
> Infatti, questi tre modi di concepire la realtà sono ugualmente errati:
> ogni
> fenomeno è soltanto una successione di apparenze che derivano
> dall'accumulo
> di determinate cause e condizioni.
>
>
> LA TEORIA DELL'UNICITÀ DELLA MENTE E IL REALE STATO DELLE COSE
>
> Impermanenza ed insostanzialità dell'Io
>
> 1. Sebbene sia il corpo che la mente appaiano reali grazie ad una
> concomitanza di cause, questo non implica che esista un ego-personalità in
> sé. Poiché il corpo non è altro che un aggregato di elementi, esso è, per
> sua natura, impermanente.
>
> Se il corpo fosse un ego-sostanziale, potrebbe fare qualunque cosa secondo
> la propria volontà.
>
> Un re ha il potere di far onorare o di far punire un uomo, a suo completo
> piacimento, e tuttavia egli si ammala come chiunque altro
> indipendentemente
> dal proprio intento o desiderio, volente o nolente diviene vecchio; i
> casi
> della vita spesso non hanno niente a che vedere con i suoi desideri.
>
> Né la mente Pu considerarsi un ego-personalità. La mente umana è un
> aggregato di cause e condizioni. Come tutto, è in costante cambiamento.
>
> Se la mente fosse un ego-sostanziale, potrebbe agire a sua discrezione
> realizzando tutto quanto desideri. Ma la mente spesso vola via da ciò che
> un
> attimo prima ha riconosciuto come giusto e con riluttanza si mette sulle
> tracce del male. Ancora una volta, nulla sembra accadere esattamente come
> il
> suo ego voleva avvenisse.
>
> 2. Posti dinanzi alla questione se il corpo sia durevole oppure
> impermanente, non si potrebbe che rispondere "impermanente".
>
> E lo stesso, interrogati se un'esistenza impermanente generi felicità o
> sofferenza, si è generalmente portati a rispondere "sofferenza".
>
> Credere che una cosa siffatta intrinsecamente instabile, mutevole e
> soggetta
> alla sofferenza sia un che di sostanziale, un "Io personale" che funga da
> sostrato all'esperienza, è di certo un grave errore.
>
> La mente umana è parimenti impermanente e cagione di sofferenza; nulla vi
> è
> in essa che possa esser identificato con un "Io personale".
>
> La vera natura di corpo e mente, ovvero di ciò che ci determina in quanto
> individui viventi, e da cui scaturisce la visione del mondo esterno in
> quanto altro da sé, non ha nulla a che vedere con i concetti di 'io' o di
> 'mio'.
>
> Questo ostinato persistere della mente nell'idea di 'io' e di 'mio' è
> frutto
> del cieco attaccamento a desideri impuri e dell'ignoranza che ne deriva.
>
> Dal momento che sia il corpo che le circostanze contingenti che lo
> determinano scaturiscono da una serie di cause e condizioni concomitanti,
> la
> loro essenza è l'incessante mutevolezza, il divenire che non conosce fine.
>
> La mente umana, nel suo trasformarsi senza posa, è simile all'acqua
> corrente
> del fiume o alla fiamma danzante della candela; come una gibbone che si
> slancia da un ramo all'altro con frenetica determinazione, allo stesso
> modo
> la mente non cessa neppure un attimo di agitarsi mutando.
>
> Il saggio, vedendo ed ascoltando questo discorso così com'è, chiaro ed
> evidente, dovrebbe lasciar cadere ogni attaccamento al corpo e alla mente,
> se intende ottenere l'Illuminazione.
>
> 3. Ci sono cinque cose che nessuno è in grado di realizzare in questo
> mondo:
> primo, smettere di invecchiare mentre si sta diventando vecchi; secondo,
> evitare all'infinito di ammalarsi; terzo, sfuggire alla morte; quarto,
> negare il processo di estinzione mentre è in atto; quinto, negare la
> completa e perfetta realizzazione di tale processo.
>
> » normale che chiunque, presto o tardi, si confronti con questi fatti
> della
> vita. La maggior parte della gente, sforzandosi pazzamente di evitarli o
> rimandarli nel tempo, ne ricava un'immensa sofferenza; ma coloro i quali
> hanno prestato orecchio all'insegnamento del Buddha non soffrono poiché
> hanno compreso la vera natura di questi eventi e ne accettano
> l'inevitabilità.
>
> Ci sono quattro verità in questo mondo: primo, tutti gli esseri viventi
> sorgono dall'ignoranza; secondo, tutti gli oggetti del desiderio sono
> impermanenti, incerti e arrecano sofferenza; terzo, tutte le cose
> esistenti
> sono al pari impermanenti, incerte e soggette al dolore; quarto, non
> essendovi nulla di sostanziale e permanente, 'ego' e 'mio' sono soltanto
> parole, chimere evocate dalla mente e non corrispondono a nulla di reale.
>
> Queste verità che tutto è impermanente, soggetto al divenire ed
> insostanziale, non hanno nessuna connessione col fatto che Buddha sia
> apparso o non apparso in questo mondo. Queste verità sono certe ed
> evidenti
> a tutti; Buddha si è limitato a prenderne atto ed è per questo che ha
> predicato il Dharma, affinché ne traessero giovamento tutti gli uomini.

SPAZIATORE bianco

Manina indica Giù Spaziatore Manina indica Giù
Spaziatore