INTRODUZIONE AL PENSIERO BUDDISTA: PARTE SECONDA
tratta dal "Canone Pali" > > dall'ex sito http://www.ilgiardinodeipensieri.com >
> (parte seconda) > "Se scoprite la vostra mente in preda al dubbio delle passioni e > sprofondata > nella brama dell'egoismo, dovete sopprimere la tentazione e riprendere il > controllo di voi stessi; ciascuno di voi sia il signore e il dominatore > della propria mente". > > "La mente Pu renderci un Buddha, oppure trasformarci in bestie. Si ci si > lascia sedurre dall'errore, dalla brama di esistere e di possedere, si > diventa simili a demoni; al culmine dell'Illuminazione, si diventa > Buddha. > Suvvia, tenete sotto controllo la mente e non lasciate che abbandoni il > retto sentiero". > > 3. "Abbiate rispetto l'uno dell'altro, seguite i miei insegnamenti e > mettete > da parte eventuali dispute; non respingetevi e non separatevi come fanno > acqua e olio, ma siate un tutt'uno come latte e acqua. > > "Applicatevi insieme allo studio, imparate l'uno dall'altro, praticate i > miei insegnamenti riuniti in comunità. Non sprecate tempo ed energie nella > vana accidia e nella polemica. A tempo debito godetevi i fiori > dell'Illuminazione > e, quando sarà maturo, il frutto del retto sentiero. > > "Gli insegnamenti che vi lascio in eredità, li ho ottenuti sperimentandoli > io stesso in prima persona. Seguite questi insegnamenti e conformatevi al > loro spirito in ogni occasione". > > "Se li lascerete negletti, significa che non mi avete mai realmente > incontrato. Significa che siete lontani da me, nonostante ora vi troviate > presso di me; ma se accettate e mettete in pratica quanto vi ho insegnato, > allora mi sarete sempre vicini, non importa quanto siate lontani nello > spazio e nel tempo". > > 4. "Miei discepoli, la fine si va approssimando, la nostra separazione è > vicina, ma non lamentatevi. La vita è un continuo cambiamento; nessuno Pu > sfuggire alla dissoluzione del corpo. » questo ciò che dimostrerò con la > mia > morte, col corpo che cadrà a pezzi come un carro in rovina". > > "Non lamentatevi vanamente, ma pensate che nulla è permanente e apprendete > da ciò la vanità del vivere umano. Non attaccatevi all'inopportuno > desiderio > che quanto è per sua essenza mutabile possa diventare immutabile". > > "Il demone di questi desideri mondani è sempre alla ricerca di opportunità > per offuscare la mente. Se una vipera vive nascosta nella vostra stanza e > voi desiderate dormire in pace, dovete prima scacciarla fuori > dall'uscio". > > "Occorre che rompiate le catene delle passioni mondane e le gettiate via > come fareste con una vipera. Proteggete la vostra mente con attenzione". > > 5. "Miei discepoli, è giunto il mio ultimo momento, ma non dimenticate che > la morte è soltanto la fine del corpo fisico. Il corpo è nato dai > genitori > ed è stato nutrito col cibo; pertanto malattia e morte sono inevitabili". > > "Ma il vero Buddha non è un corpo umano: - è Illuminazione. Un corpo umano > deve morire, ma la Saggezza dell'Illuminazione esisterà per sempre nella > verità del Dharma, e nella pratica del Dharma. Chi vede soltanto il mio > corpo in disfacimento, non vede veramente me. Soltanto chi accetta il mio > insegnamento si incontra realmente con me". > > "Quando sarò morto, il Dharma sarà il vostro maestro. Seguite il Dharma e > in > ogni istante sarete presso di me". > > "Durante gli ultimi quarantacinque anni della mia vita, non ho omesso > nulla > dai miei insegnamenti. Non c'è nessuna dottrina segreta, nessun > significato > nascosto; ogni cosa vi è stata dichiarata e trasmessa apertamente e con > chiarezza. Miei cari discepoli, ecco la fine. Fra un momento, trapasserò > nel > Nirvana. Questa è la mia ultima istruzione". > > > DHARMA (DOTTRINA) > CAUSALITÀ > > La Quadruplice Nobile Verità > > 1. Il mondo è pieno di sofferenza. La nascita è sofferenza, la vecchiaia è > sofferenza, malattia e morte sono sofferenza. Incontrare un uomo che si > odia > è sofferenza, essere separato da chi si ama è sofferenza, combattere > vanamente per soddisfare i propri bisogni è sofferenza. Tant'è, una vita > non > libera dal desiderio e dalla passione è sempre mescolata con l'angoscia. > Questa è chiamata la Verità della Sofferenza. > > La causa della sofferenza umana si trova indubbiamente nelle bramosie del > corpo fisico e nelle illusioni della passione mondana. Se queste brame e > illusioni sono ricondotte alla loro fonte, si scopre che traggono la loro > ragion d'essere, in ultima istanza, dagli intensi desideri legati agli > istinti fisici. Così, il desiderio, fondandosi su una ben robusta base di > volontà-di-vivere, va in cerca di quanto egli avverte desiderabile, > persino > quando ciò coincide con la morte. Questa è chiamata la Verità della Causa > della Sofferenza. > > Se il desiderio, che giace alla radice di tutte le passioni umane, viene > rimosso, allora la passione sarà annichilita e con essa avranno fine > tutte > le umane sofferenze. Questa è chiamata la Verità della Cessazione della > Sofferenza. > > Per raggiungere uno stato scevro di desiderio e di passione, occorre > seguire > un determinato Sentiero. Le tappe di questo Nobile Ottuplice Sentiero > sono: > Retta Visione, Retto Pensiero, Retto Discorso, Retto Intendimento, Retto > Stile di Vita, Retto Sforzo Cosciente, Retta Consapevolezza e Retta > Concentrazione. Questa è chiamata la Verità del Nobile Sentiero che porta > alla Cessazione della Causa della Sofferenza. > > La gente dovrebbe tenere bene a mente queste Verità, perché il mondo è > pieno > di sofferenza e si vuol sfuggire alla sua morsa, occorre sciogliere uno ad > uno i nodi della passione che ci incatena al mondo ed è l'unica vera causa > di ogni angoscia e tribolazione. Lo stile di vita di colui che si è > lasciato > dietro ogni legame con la brama e l'angoscia di esistere nel mondo Pu > esser > afferrato e conosciuto attraverso l'Illuminazione, e l'Illuminazione Pu > esser ottenuta solo da chi si sottopone con pieno convincimento ed energia > alla disciplina del Nobile Ottuplice Sentiero. > > 2. Tutti coloro i quali sono alla ricerca dell'Illuminazione devono > comprendere appieno la Nobile Quadruplice Verità. Senza tale comprensione, > essi andranno vagando qua e là in un circolo senza fine di domande e > risposte, invischiati nell'intricata matassa delle illusioni di cui è > intessuta la vita. Di quanti sono riusciti a far propria questa Nobile > Quadruplice Verità si dice che "hanno acquistato gli occhi > dell'Illuminazione". > > Pertanto, chi vuol seguire gli insegnamenti del Buddha dovrebbe > concentrare > la sua mente su questa Quadruplice Nobile Verità e sforzarsi, passo dopo > passo, di rendere sempre più chiaro il suo profondo significato. In tutti > i > tempi, un santo, se è un vero santo, è colui che ha compreso questo e lo > insegna agli altri. > > Quando qualcuno comprende in profondità la Nobile Quadruplice verità, > allora > il Nobile Ottuplice Sentiero lo guiderà lontano da ogni forma di > attaccamento; e se è libero dall'attaccamento, non avrà conti da saldare > col mondo, non ucciderà, né ruberà, né commetterà adulterio, né frode, né > abuso, né prevaricazione, non proverà invidia, non smarrirà la propria > moderazione, né dimenticherà la transitorietà della vita: sarà un uomo > giusto. > > 3. Seguire il Nobile Sentiero è come entrare in una stanza buia con una > lume > in mano: le tenebre saranno rischiarate e la stanza, man mano che si > procede, si riempirà di luce. > > Chi capisce il significato delle Nobili Verità ed ha imparato a seguire il > Nobile Sentiero ha con sé, in ogni istante, la luce della saggezza che va > diradando le tenebre dell'ignoranza. > > Buddha rappresenta una guida per gli uomini, solo per il fatto di aver > indicato loro la Nobile Quadruplice Verità. Quanti riescono a comprenderla > appieno ottengono l'Illuminazione; saranno loro, uomini in carne ed ossa, > a > guidare e ad aiutare gli altri a far piazza pulita delle illusioni > mondane > e a divenire degni di fiducia. Quando la Nobile Quadruplice Verità diviene > manifesta, tutte le sorgenti delle umane passioni, inevitabilmente, si > seccano. > > Grazie a questa Nobile Quadruplice Verità, ai discepoli del Buddha si > schiuderanno tutte le altre preziose verità che da essa discendono; lungo > il > cammino otterranno la saggezza e il discernimento per comprenderne a > fondo > il significato, e saranno capaci di predicare il cuore del Dharma a tutti > gli uomini della terra. > > > Causalità > > 1. Ci sono cause per tutte le sofferenze umane, e c'è un modo per farle > cessare, poiché ogni fenomeno nel mondo è il risultato di una vastissima > occorrenza di cause e condizioni, e ciascuno di essi scompare e diviene > nulla non appena queste cause e condizioni cambiano e passano via. > > La pioggia cade, il vento soffia, le piante fioriscono, i frutti maturano > e > un soffio li fa cadere a terra. Questi fenomeni sono tutti correlati con > cause e condizioni, si manifestano grazie al loro apporto, e cessano di > esistere nel momento in cui queste cause e condizioni mutano. La nascita > di > ciascuno di noi è condizionata dalla parentela e dalla discendenza. Il > nostro corpo è nutrito dal cibo: il nostro spirito si forma attraverso > l'insegnamento > e l'esperienza. > > Quindi, sia la carne che lo spirito dipendono da determinate condizioni e > si > trasformano quando queste condizioni cambiano. > > Come una rete è costituita da una serie di nodi intrecciati tra di loro, > così ogni cosa in questo mondo è connessa ad ogni altra da una serie di > nodi. » un errore pensare che vi sia qualcosa di separato, isolato da > tutto > il resto. Tutti i fenomeni sono intrecciati in un'unica trama. > > Il mondo è una rete poiché è composto da una serie di nodi interconnessi, > e > ogni singolo nodo, ogni singolo essente ha il suo posto, la sua funzione e > le sue responsabilità in relazione a tutti gli altri nodi. > > 2. I germogli spuntano giacché si realizzano una serie di condizioni > favorevoli al loro germogliare. E così una mano invisibile fa sì che i > frutti si stacchino dai rami. I germogli non appaiono autonomamente, né > una > foglia né un frutto cadono a terra da sé, se non è il momento giusto. Così > tutte le cose appaiono, si fanno innanzi e passano via; nessun fenomeno è > immune dal cambiamento. > > » la legge sempiterna e immutabile di questo mondo che tutto si crei > attraverso una serie di cause e condizioni e tutto, allo stesso modo, > scompaia; tutto passa, niente è durevole. > > > Generazione causata > > 1. Qual è la sorgente della disgrazia, dell'afflizione, del dolore e > dell'angoscia > che tormentano gli uomini? Non Pu che essere individuata nel semplice > fatto > che la gente, di norma, è dominata dal desiderio. > > Gli uomini si ostinano a perseguire esistenze all'insegna della ricchezza > e > del prestigio sociale, della comodità e del piacere, dell'eccitazione e > dell'autocompiacimento, ignorando che è proprio il tenace desiderio ed > attaccamento per queste cose a generare la loro sofferenza. > > Sin dalle sue origini, il mondo degli uomini si è riempito di innumerevoli > calamità, ben al di sopra del semplice ed inevitabile fatto di dover > cadere > malati, patire la vecchiaia, morire. > > Ma se si considerano con attenzione tutti questi fatti, ci si deve > convincere che alla base di tutte le sofferenze giace il principio del > desiderio smodato. Se l'avidità Pu esser rimossa, il dolore che permea > ogni > essere umano scomparirà in una bolla di sapone. > > L'ignoranza si manifesta nell'avidità che riempie e ottunde la mente > dell'uomo. > > Essa deriva dal fatto che gli uomini non sono consapevoli della vera > ragione > che determina la successione dei fenomeni e tutte le cose della vita. > > Dall'ignoranza e dall'avidità si generano desideri impuri per cose che > sono, > di fatto, non ottenibili, ma per le quali gli uomini, resi ciechi, si > affannano senza posa, come mosche intrappolate in un bicchiere. > > A causa di ignoranza ed avidità si vedono distinzioni e discriminazioni là > dove, in realtà, non ve ne sono. Nel comportamento umano in sé e per sé > non > vi sono discriminazioni né di giusto né di sbagliato, né di buono né di > cattivo; sono gli uomini ad immaginare e a giudicare questo come buono > quest'altro > come cattivo, giusto o ingiusto. Spesso il giudicare è materia di sogno. > > » per ignoranza che gli esseri umani sempre si crogiolano in cattivi > pensieri, smarriscono il giusto punto di vista e, aggrappati al proprio > ego > illusorio, producono cattive azioni. Un circolo vizioso da cui risulta un > attaccamento forzato ad una vita di inevitabili delusioni. > > Le azioni diventano il campo dell'ego, il complesso lavorio di > discriminazione dell'intelletto il seme gettato nel solco dell'aratro, la > mente oscurata dalle tenebre dell'ignoranza; i desideri smodati sono come > la > pioggia che agisce da fertilizzante con cui l'ostinata forza volitiva > dell'ego > provvede ad irrigare il campo; qui mette radice la concezione del male, da > qui la delusione e lo sconforto esistenziale traggono alimento. > > 2. In realtà, quindi, è la mente, la mente di ciascun uomo, a causare > delusioni su delusioni con il loro inevitabile bagaglio di sconforto, > lamento, pena ed agonia. > > L'intero mondo della delusione non è altro che un'ombra generata dalla > mente. E, d'altro canto, è pur sempre da questa stessa mente che si > manifesta il mondo dell'Illuminazione. > > 3. Il mondo dell'illusione/delusione si basa su tre errati modi di > considerare la realtà. Se si rimane emozionalmente legati a questi modi di > pensare, allora tutte le cose del mondo esistono ma solo per esser > negate. > > Per prima viene la tesi di chi dice che tutta l'umana vicenda è prodotta > esclusivamente dal destino o dalla fatalità; in secondo luogo, c'è chi > sostiene con fermezza che ogni cosa è creata da Dio e controllata dal Suo > volere; infine, altri ritengono che ogni fenomeno accada a caso senza che > vi > sia alcuna causa o condizione a determinarlo. > > Se tutto fosse stato deciso una volta sola dal destino, se le azioni, le > buone come le cattive, fossero predeterminate e a ciascuno, da sempre, > fosse > stata assegnata la sua parte di prosperità o di disgrazia; in tal caso, > nulla esisterebbe che non fosse stato preordinato. Allora tutti i progetti > e > le buone intenzioni coltivate dagli uomini in funzione dello sviluppo e > del > progresso sarebbero null'altro che vanità di vanità e il genere umano > rimarrebbe senza alcuna speranza. > > Alla stessa inevitabile conclusione si giunge percorrendo sino in fondo le > altre due strade, giacché, se ogni cosa, in ultima istanza, fosse nelle > mani > di un Dio inconoscibile, o del cieco caso, quale speranza potrebbe esserci > per gli uomini al di là di una rassegnata sottomissione? Non c'è da > meravigliarsi che la gente, prestando fede a queste concezioni del mondo, > finisca col perdere la speranza e col trascurare i buoni propositi di > agire > con saggezza ed evitare il male. > > Infatti, questi tre modi di concepire la realtà sono ugualmente errati: > ogni > fenomeno è soltanto una successione di apparenze che derivano > dall'accumulo > di determinate cause e condizioni. > > > LA TEORIA DELL'UNICITÀ DELLA MENTE E IL REALE STATO DELLE COSE > > Impermanenza ed insostanzialità dell'Io > > 1. Sebbene sia il corpo che la mente appaiano reali grazie ad una > concomitanza di cause, questo non implica che esista un ego-personalità in > sé. Poiché il corpo non è altro che un aggregato di elementi, esso è, per > sua natura, impermanente. > > Se il corpo fosse un ego-sostanziale, potrebbe fare qualunque cosa secondo > la propria volontà. > > Un re ha il potere di far onorare o di far punire un uomo, a suo completo > piacimento, e tuttavia egli si ammala come chiunque altro > indipendentemente > dal proprio intento o desiderio, volente o nolente diviene vecchio; i > casi > della vita spesso non hanno niente a che vedere con i suoi desideri. > > Né la mente Pu considerarsi un ego-personalità. La mente umana è un > aggregato di cause e condizioni. Come tutto, è in costante cambiamento. > > Se la mente fosse un ego-sostanziale, potrebbe agire a sua discrezione > realizzando tutto quanto desideri. Ma la mente spesso vola via da ciò che > un > attimo prima ha riconosciuto come giusto e con riluttanza si mette sulle > tracce del male. Ancora una volta, nulla sembra accadere esattamente come > il > suo ego voleva avvenisse. > > 2. Posti dinanzi alla questione se il corpo sia durevole oppure > impermanente, non si potrebbe che rispondere "impermanente". > > E lo stesso, interrogati se un'esistenza impermanente generi felicità o > sofferenza, si è generalmente portati a rispondere "sofferenza". > > Credere che una cosa siffatta intrinsecamente instabile, mutevole e > soggetta > alla sofferenza sia un che di sostanziale, un "Io personale" che funga da > sostrato all'esperienza, è di certo un grave errore. > > La mente umana è parimenti impermanente e cagione di sofferenza; nulla vi > è > in essa che possa esser identificato con un "Io personale". > > La vera natura di corpo e mente, ovvero di ciò che ci determina in quanto > individui viventi, e da cui scaturisce la visione del mondo esterno in > quanto altro da sé, non ha nulla a che vedere con i concetti di 'io' o di > 'mio'. > > Questo ostinato persistere della mente nell'idea di 'io' e di 'mio' è > frutto > del cieco attaccamento a desideri impuri e dell'ignoranza che ne deriva. > > Dal momento che sia il corpo che le circostanze contingenti che lo > determinano scaturiscono da una serie di cause e condizioni concomitanti, > la > loro essenza è l'incessante mutevolezza, il divenire che non conosce fine. > > La mente umana, nel suo trasformarsi senza posa, è simile all'acqua > corrente > del fiume o alla fiamma danzante della candela; come una gibbone che si > slancia da un ramo all'altro con frenetica determinazione, allo stesso > modo > la mente non cessa neppure un attimo di agitarsi mutando. > > Il saggio, vedendo ed ascoltando questo discorso così com'è, chiaro ed > evidente, dovrebbe lasciar cadere ogni attaccamento al corpo e alla mente, > se intende ottenere l'Illuminazione. > > 3. Ci sono cinque cose che nessuno è in grado di realizzare in questo > mondo: > primo, smettere di invecchiare mentre si sta diventando vecchi; secondo, > evitare all'infinito di ammalarsi; terzo, sfuggire alla morte; quarto, > negare il processo di estinzione mentre è in atto; quinto, negare la > completa e perfetta realizzazione di tale processo. > > » normale che chiunque, presto o tardi, si confronti con questi fatti > della > vita. La maggior parte della gente, sforzandosi pazzamente di evitarli o > rimandarli nel tempo, ne ricava un'immensa sofferenza; ma coloro i quali > hanno prestato orecchio all'insegnamento del Buddha non soffrono poiché > hanno compreso la vera natura di questi eventi e ne accettano > l'inevitabilità. > > Ci sono quattro verità in questo mondo: primo, tutti gli esseri viventi > sorgono dall'ignoranza; secondo, tutti gli oggetti del desiderio sono > impermanenti, incerti e arrecano sofferenza; terzo, tutte le cose > esistenti > sono al pari impermanenti, incerte e soggette al dolore; quarto, non > essendovi nulla di sostanziale e permanente, 'ego' e 'mio' sono soltanto > parole, chimere evocate dalla mente e non corrispondono a nulla di reale. > > Queste verità che tutto è impermanente, soggetto al divenire ed > insostanziale, non hanno nessuna connessione col fatto che Buddha sia > apparso o non apparso in questo mondo. Queste verità sono certe ed > evidenti > a tutti; Buddha si è limitato a prenderne atto ed è per questo che ha > predicato il Dharma, affinché ne traessero giovamento tutti gli uomini.
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