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SCHEDA ARTICOLO N. «00675»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: AMADIO BIANCHI
TITOLO: IL PRANAYAMA
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TESTO ARTICOLO

IL PRANAYAMA

(di Amadio Bianchi)

Con questo vocabolo, in generale, nell'ambito dello Yoga, si fa riferimento
agli esercizi che hanno come obiettivo l'addestramento alla respirazione.
Tale termine sanscrito, nella cultura indù, ha tuttavia un significato più
ampio e più profondo. Esso cela l'indicazione sia per una via evolutiva
divina, sia umana.

La necessità di comunicare, come si sa, ha dato vita ad una convenzione: il
linguaggio e le diverse civiltà: alle lingue. Esistono tuttavia espressioni
che sono il frutto di piccole esperienze comunitarie come il linguaggio dei
pescatori, il linguaggio dei medici, il linguaggio di chi opera al computer
e così via... Così è anche per le religioni, dove ognuna utilizza nomi
diversi per indicare gli stessi principi, e perfino all'interno delle stesse
sono presenti distinzioni e vocaboli utilizzati in maniera diversa.

Anche i vari sentieri (Marga) dello Yoga presentano espressioni particolari.
I Fautori del pranayama, ad esempio, utilizzano speciali vocaboli che
ritengo interessante esaminare.

Per circa cinque anni ho frequentato un ashram (eremo) indù e, tra i miei
ricordi, positivi e negativi, rammento di aver assistito ad una lezione del
Maestro nella quale egli aveva fornito una interessante interpretazione
(forse un po' libera) della parola pranayama. Aveva sostenuto che tale
vocabolo risulterebbe dall'unione di quattro parole o radici di parole:
pra-na-ya-ma e che a seconda della direzione (diritto/rovescio) con cui si
esaminano potrebbero fornire indicazioni per un percorso umano (nirvritti) o
divino (pravritti).

Una lettura, secondo la via divina pravritti, suggerirebbe la seguente
interpretazione: l'aspetto puro e non manifesto (aviakta) dell'Energia
troverebbe espressione nel termine Pra mentre il manifesto nella componente
na. In base a tale interpretazione il prana sarebbe energia manifesta. La
costituente ya starebbe per i vari livelli (fisico, mentale, spirituale) di
espressione della stessa energia mentre il termine ma (riflessivo)
significherebbe per me o in me. Riassumendo la parola pranayama vorrebbe
dire: energia manifesta su vari livelli in me. Le sillabe di questo
vocabolo, lette in quest'ordine, ben rappresenterebbero il modo naturale di
Dio nell'esprimere la manifestazione. Egli partendo dalla sua forma di
perfezione-immobilità Pra si modificherebbe esprimendo la manifestazione
(na) diversificata (ya) fino a giungere a noi (ma). Questa sarebbe la via
pravritti o la via divina di espressione della manifestazione attraverso la
modificazione (vritti).

L'uomo, invece, avrebbe la possibilità di evolversi e fare l'esperienza di
Dio attraverso un percorso opposto, l'unico, del resto, a lui consentito: la
riemersione progressiva dall'ambito delle modificazioni (vritti) passando
prima per la conoscenza di se stesso, poi dei vari piani che lo compongono,
per giungere infine alla presa di coscienza di appartenere al cosmo o
addirittura all'universo. "Questa" sarebbe la via umana nirvritti della
negazione (nir) delle modificazioni (vritti). Da qui i vari yoga che
consentono, agli studenti, di sperimentare i quattro livelli proposti dalle
sillabe pra-na-ya-ma: l'Hatha yoga per conoscere il piano fisico (ma) e
prendere coscienza della consistenza dei vari livelli (ya), il Raja yoga che
attraverso il perfezionamento del piano mentale fa giungere all'eperienza
cosmica (na) ed infine il Laya yoga che potrebbe portare alla conoscenza
universale o addirittura trascendente (Pra).

Una interpretazione, meno ardita ma che, tuttavia, è maggiormente in uso
nelle scuole di yoga tende a suddividere la parola pranayama in due sole
parti: prana e yama ovvero controllo (yama) dell'energia vitale (prana).
Tale traduzione ben si sposerebbe con gli esercizi di respirazione a cui si
riferisce.

Per concludere, ricordo di aver sentito da un altro maestro, una spiegazione
ancora diversa: la parola veniva anch'essa suddivisa in sole due parti ma
alla seconda era anteposta la negazione a ovvero: prana-ayama. Il
significato di yama restrizione viene in tal caso modificato in non
restrizione (ayama) e per conseguenza estensione: estensione dell'energia
vitale o sviluppo dell'energia vitale.

Anche in questo caso l'interpretazione ben si sposerebbe con il fine di
taluni esercizi di pranayama.


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