Lettera agli studenti Giuseppe Del Nobile
E' proprio necessario che io mi rivolga direttamente a voi studenti; scrivendo una lettera mi è sembrato di fare una cosa in linea - seppure indegna - con quanto fatto da Jiddu Krishnamurti e la speranza è quella di riuscire a parlare con la profondità del cuore, con la lucidità della mente e con la luminosità dello spirito; sperando che una "intelligenza" spiritualmente superiore possa accordarsi con la mia coscienza e influenzarmi con tutto l'amore col quale, è proprio indispensabile, si debba scrivere una tale lettera.
Chiedo espressamente quindi che la mia mente sia guidata da una intelligenza divina affinché chi legge questa lettera possa entrare in una risonanza tale da esserne toccato nell'anima e nella mente fino ad intendere senza veli quello che sempre i Maestri hanno messo a disposizione dei propri allievi: la Saggezza e l'Amore. Che possa il cuore dell'allievo che legge questo scritto avvertire l'Amore dei Maestri, che possa la sua coscienza sentirne la Saggezza.
Se avete letto questo lavoro, cari amici studenti, se avete messo la giusta attenzione vi sarete certamente accorti che esso è anche a voi dedicato. Certo mi sono rivolto ai colleghi ma a chi se non a voi erano destinati i frutti dei mio dire; mi sono rivolto anche ai bidelli ma sempre nel vostro interesse; e alle segretarie e ai presidi; ho coinvolto anche i vostri genitori che sono molto preziosi in questa storia ma non quanto voi.
Se vi siete resi conto di questo allora potete intuire il vero perché di questo libro. Ma cosa deve accadere affinché questo libro possa essere utile a voi e quindi a tutti ? Il dirlo è proprio facile: deve entrarvi nel cuore e nella mente; deve essere percepito come un richiamo forte e accorato alle vostre coscienze affinché possiate intendere la profonda necessità di una buona istruzione, e se avete letto la lettera di Krishnamurti non devo aggiungere altro su che cosa si deve intendere per "buona istruzione".
Il mondo, non esagero cari amici, aspetta che voi cresciate; aspetta - di sicuro ora sorriderete - perché da voi noi aspettiamo di imparare. Sembra un controsenso che un insegnante voglia da voi imparare ma ribadisco quello che ho scritto: noi, il mondo intero, aspettiamo voi, che con le vostre intelligenze incontaminate, coi vostri migliori cuori, non intaccati ancora dalla corruzione del "tanto niente può cambiare" e dagli egoistici "non importa se non è giusto, se lo fanno gli altri lo devo poter fare anch'io!" portiate la luce nuova delle coscienze intatte.
Aspettiamo, noi non giovani, con una consapevolezza inerte, come di persone che guardano dal finestrino di una nave l'arrivo nel porto di un nuovo mondo, dove nuova terra aspetta di essere coltivata, con in tasca i semi buoni da non sciupare sulla terra sassosa del vecchio mondo. E questi semi buoni siete voi.
Noi, il mondo di quasi ieri, non siamo perduti solo se crediamo in voi in quanto portatori di un mondo migliore, perché voi siete, siatene consapevoli, il nuovo e il meglio. Se non ci foste voi pensate che la speranza di un mondo nuovo potrebbe risiedere dalle nostre parti ? Tutto sarebbe finito prima di cominciare, tutto sarebbe deciso prima di decidere, e tutto sarebbe desolazione e decadenza; nessuno alzerebbe un dito per migliorare niente e, ancora peggio, nessuno amerebbe.
Cosa mai potrebbero amare gli uomini e le donne di un mondo senza figli, forse le loro auto sportive, le loro case alla moda, le loro città luccicanti, le loro complicate leggi? Tutto sarebbe caduco senza figli, tutto sarebbe senza un senso. Quanto durerebbe un mondo senza nessuno a cui insegnare il perché e il come di un raggio di sole che accarezza un fiore e lo nutre; oppure a chi mai dirò che non si toccano le ali di una farfalla che altrimenti non potrebbe più volare; e a chi insegnerò quella filastrocca che tanto dice e niente sembra?
E perché un asino che vola bisogna prenderlo subito nella rete altrimenti non è più il primo di Aprile? E a chi lo dico se scopro che davvero c'è un angelo custode accanto a me se non c'è nessuno che possa tenere questo tenero segreto? E figurati se poi un giorno una coccinella mi si posa sulla mano e io, pronto ad esprimere un desiderio, non chiedo di avere un figlio a cui insegnare che, per puro esempio, "se ti si posa, un giorno, una coccinella su una mano, sii pronto figlio mio, ad esprimere un desiderio!".
Avete letto bene, amici, ho scritto figli e intendevo dire allievi; ma non sono forse, in fondo, la stessa cosa; e non sono degni dello stesso Amore ? Ogni figlio è un allievo, a casa o a scuola, e ogni allievo è anche un figlio. Potete mai dirmi quando un figlio smette di essere un allievo? E potete mai dirmi che se non è a scuola un allievo è diverso da un figlio ? Posso mai trattare con sufficienza a scuola coloro che a casa amo con tutte le mie forze ? Può mai essere il posto a farci diversi ? No, miei cari, gli uni sono gli altri e loro sono noi ! Ma allora questa lettera è per i genitori ! No, lo ribadisco, questa lettera è per gli allievi, che sono anche figli.
Figli, ora sapete che un Amore grande vi circonda e vi unisce a noi; potete, voi, ora che sapete, essere indegni di questo sentimento che non ha eguali? Non sto parlando di affetto o di tenerezza e nemmeno di simpatia ma di Amore che è anche tenerezza e affetto e tutto il resto ma di una grandezza tale che il mondo è stato fatto immenso solo per poterlo contenere.
Dunque, amici, comincia ad essere chiaro il perché di tanto interesse per voi? Riaffermo che non potrebbe essere altrimenti, infatti chiedetevi come sarebbe un mondo senza una scuola: immaginiamo che nasca un bambino e immaginiamo che i genitori lo guardino senza amore, questo bimbo sicuramente verrà fatto crescere sulle necessità della famiglia ma non sulle sue proprie necessità - viene da chiedersi subito se, senza amore per i figli, possa esistere una famiglia che, per sua natura, è una costellazione di più persone unite da vincoli d'amore - e questa necessità è sicuramente egoistica non potendo basarsi sull'amore.
Quindi quel bimbo è destinato ad essere sfruttato; immaginate quale vita di sofferenza possa trascorrere un bimbo che da appena nato viene cresciuto per essere usato: cosa imparerà costui dal mondo? Imparerà che è lecito sfruttare, imparerà che è meglio mentire, imparerà che è giusto fare violenza su altri ma soprattutto non imparerà ad amare il prossimo, anzi saprà solo odiarlo. Potete chiedervi, ora, se veramente la parola Amore sia stata usata con troppa leggerezza oppure con ragione?
I Maestri direbbero:
Se non ami non puoi insegnare se non ami puoi solo dire pur di dire o fare pur di fare o peggio, prevaricare forse una commedia recitare dove tu stesso sei l'attore e fin'anche spettatore e il fine può allora esser altro ma di certo non istruire tutto allora, sì, è fare o dire ma di certo non è amare e allora non è insegnare perché insegnare è amare così come lo è il dare e dare senza sosta, col cuore senza pensar di dare.
Allora, cari amici studenti, partecipate attivamente e col cuore alle lezioni; non sottraetevi, non siate pigri! Fate come il bravo operaio che riposa abbastanza pensando che all'indomani dovrà lavorare; non sciupate il meglio delle vostre energie in altre cose lasciando alla scuola solo il resto; cosa mai potete imparare se siete stanchi, cosa potete ricordare se siete assonnati.
Anche il bravo insegnante nulla potrà senza la vostra attenzione, perché se voi non date la vostra attenzione l'insegnante parlerà a se stesso senza profitto per voi. Se voi non cercherete di comprendere non avrete domande da porre o saranno domande la cui risposta sarà destinata al vuoto. Sforzatevi di stare attenti e di chiedere.
Siate onesti con la scuola e vedrete che anche il docente più "disonesto" diventerà migliore di fronte a voi. Siate, se possibile, migliori dei vostri insegnanti e innescherete quel circolo virtuoso che farà in modo che tutti crescano: voi, i vostri amici e i vostri insegnanti. Quando questo "gioco" funziona bene non è più una pena il venire a scuola proprio perché somiglia di più a un gioco partecipando al quale si impara ma ci si diverte anche.
Se non trovate insegnanti all'altezza di voi e della vostra classe siate virtuosi lo stesso, siate migliori ugualmente, ma senza presunzione. Molti alunni sono migliori dei loro insegnanti ma usano male questo vantaggio perché ne approfittano per denigrare o per offendere facendo un danno grave alla scuola, quindi a se stessi, e più grave ancora, agli altri.
Altre volte, peggio ancora, gli studenti usano questo vantaggio come merce di scambio accontentandosi di ricevere poco per poter dare poco. Mi raccomando amici, non fatevi invitare a questo perverso gioco, chiedete di più e date di più senza badare ai voti e al consenso malato. Chi vorrà vedere saprà vedere chi siete veramente e se siete preparati lo capirà subito.
Chi non è interessato alla vostra dote di personalità, di competenza e soprattutto alla vostra umanità è sicuramente un truffatore: cercherà di truffare voi e il prossimo attraverso voi. "Siate astuti come serpenti e candidi come colombe" è una frase del Maestro; credete che possa non valere per voi?
Imparare molto e bene vi permetterà di sapere di più e vi permetterà di comprendere di più. Abbiate molti maestri e, se volete, giudicateli pure ma insieme col cuore e con la mente, e imparate da loro qualunque sia il responso del giudizio. Da un cattivo maestro imparate come non essere e come non fare, da un buon maestro imparate a fare.
Un grande maestro vi insegnerà ad essere e quando avrete imparato ad essere sarete voi stessi maestri e sotto la vostra penna scorreranno le parole che cuore e mente, insieme, concepiranno affinché altre schiere di allievi potranno a loro volta essere. Ecco dove porta il gioco dell'apprendere.
Che la Pace e l'Amore siano per sempre nei vostri cuori.
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