PERDONARE IL BAMBINO - LA BAMBINA CHE E' DENTRO DI NOI
- (Louise Hay)
Chi viaggia su un sentiero spirituale, prima o poi si imbatte sul bisogno di perdonare sia sé stesso, sia gli altri. Il perdono è una delle lezioni più importanti che abbiamo bisogno di conoscere. Potete non sapere ancora come perdonare, ma potete coltivare la disponibilità a perdonarvi e ad entrare in uno spazio positivo della mente nel quale includere persone e situazioni del passato.
Con gli angeli al vostro fianco, state coltivando una protezione interiore che vi aiuterà a rimediare.
Pensate al vostro "bambino interiore" come a un bambino affidato alle vostre cure. N
on sa ancora cos'è il calore e si brucia toccando il camino?
Forse che non fate del vostro meglio per consolarlo, baciandolo, cullandolo e coccolandolo? Vi sembra strano? Non lo è, naturalmente. E il bambino che è in voi? Quello di cui vi vergognate? Quello che continua a saltare fuori e fare o dire la cosa sbagliata? Quello che ha paura di crescere?
L'adulto che è in voi consola questo bambino, invece di criticarlo o, peggio, di scacciarlo?
Pensate di poter cominciare ad amare questo bambino? A
llora, sedetevi in pace e lasciate che il vostro bambino/bambina "da amare in modo speciale" vi ritorni in mente.
Portatelo a fare una passeggiata, guardate dove va a finire, giocate con lei, chiedetele cosa vorrebbe fare per divertirsi, mettetela a letto, curatevi di lui/lei quando è malato/a (e rendetevi conto di cosa l'ha sconvolto al punto di farlo ammalare).
Cercate quindi di conoscerla e di amarla. Potete anche aver trovato il bambino che, come Peter Pan, non vuole crescere, o potete scoprire che cambia e diventa una parte adulta di voi. Bello, senza regole, solo amore.
Un mio esempio personale di esercizio di perdono:
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Durante l'adolescenza sono andata da un dentista per fare una pulizia di denti, che sicuramente non avevo bisogno di fare; ma, consigliata dalle amiche, decise di andare. Appena arrivo, mi siedo nella fatidica sedia del dentista e vedo che questo prepara una iniezione di anestetico, penso.
Ovviamente rimango un po' stupita che per fare una semplice pulizia di denti serva una iniezione; non lo avevo mai sentito.
Ora, sorpresa gli chiedo perché mi voleva fare quella iniezione; il dentista mi risponde che per la pulizia era necessaria, dandomi come scusa che, senza anestetico, avrei sentito dolore, ma che se io non volevo non me l'avrebbe fatta. Io non ero per niente convinta della spiegazione, ma non sapendo cosa fare gli ho detto che se lui la riteneva necessaria allora O.K.
Così lasciai che il dentista mi facessi l'iniezione e, dopo la quale, la pulizia dei denti.
Dopo questo fatto, non sono più tornata da quel dentista e non feci più una pulizia di denti fino a poco tempo fa.
Mi sentii presa in giro, umiliata ed arrabbiata, per anni, con quel dentista. Fino a quando scoprii che la persona con la quale ero veramente arrabbiata ero proprio io; era con me che ce l'avevo, e non con il dentista.ce l'avevo con me perché non avevo saputo dire di no, dire quello che sentivo veramente: "che fare una iniezione per fare una pulizia di denti era una stupidaggine, e che lui lo faceva solo per soldi".mi sentivo che avevo sbagliato, e questo mi faceva arrabbiare tantissimo; soprattutto perché lui aveva in qualche modo dato la scelta a me, io potevo dire che non la volevo.
Quando scoprii questo decisi di utilizzare le mie conoscenze riguardo agli esercizi sul perdono. Mi perdonai perché ero giovanissima, inesperta, e perché avevo fatto il meglio che avevo potuto fare e che sapevo fare in quel momento, con la conoscenza e la consapevolezza che avevo in quel momento. Parlai con la mia bambina interiore e la perdonai, le chiesi scusa per tutto il tempo che sono stata arrabbiata.
Le dissi che, al contrario di quello che avevo pensato per anni, lei era stata molto brava, era una situazione non semplice da gestire per un ragazzina di fronte all'esperto in materia, e la ringraziai di quanto aveva fatto. A questo punto, provai una forza incredibile dentro di me e mi sentii finalmente più leggera; finalmente, questo vecchio carico, che condizionava ancora oggi il mio comportamento, se ne era andato.
(Louise Hay)
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