Voglia di Tè
(Mondo Vivo)
Il tè è tra i primi prodotti venduti dal Commercio Equo in Europa. Questo prodotto, conosciuto fin dall'antichità, può essere il veicolo di molte ingiustizie e manipolazioni da parte delle multinazionali. Berlo senza rimorsi è possibile, ma dipende dal tè.
Il tè occupa di diritto un posto d'onore tra i prodotti del Commercio Equo. Dai lontani anni '70 lo troviamo sugli scaffali delle botteghe sensibili a un commercio giusto e da allora siamo a conoscenza delle condizioni di vita dei lavoratori di questo importante settore di produzione per l'Asia e l'Africa.
Il tè è un arbusto della famiglia delle Theacee che può raggiungere la ragguardevole altezza di 9-15 metri. In genere viene coltivato, potato e mantenuto a un'altezza media di uno o due metri. La qualità del tè dipende da molteplici fattori, tra cui la varietà della pianta, il metodo di coltivazione, l'altitudine. Una differenza di fondo è determinata dall'età delle foglie e dal modo con cui vengono lavorate. Esistono tre principali tipi di tè: il tè nero, fermentato subito dopo il raccolto; il tè verde, non fermentato, e l'oolong, semifermentato.
Proveniente dalla Cina, la sua coltivazione è oggi ampiamente diffusa in Asia (India, Sri Lanka, Indonesia, Bangladesh) e in Africa (Kenya, Malawi, Isole Maurizio). Alcuni paesi producono gran parte del tè per il consumo interno. Solo il 47 per cento della produzione mondiale viene esportato dai paesi di origine. I prezzi del tè variano ampiamente a seconda della qualità, rendendo difficile un discorso unico sui prezzi. Diversamente da quanto avviene per il caffè, infatti, non esiste un mercato mondiale unico.
Il potere delle multinazionali è quindi determinante. Il 90 per cento del commercio occidentale è nelle mani di sette società che hanno un potere quasi assoluto nelle aste del tè. Esse non solo possiedono piantagioni e stabilimenti di lavorazione, ma controllano anche imprese di trasporti e di spedizioni.
Spesso le multinazionali controllano l'intero processo di produzione, imballaggio e distribuzione, dalla pianta alla bustina del tè, ottenendo così ampi margini di manipolazione. Dalla fine degli anni '70 i prezzi del tè sono variati ben poco, il che significa una diminuzione del costo in termini reali. Per compensare la diminuzione reale delle entrate e la caduta del potere d'acquisto, molti paesi estendono le superfici di coltivazione. Per questo motivo la produzione mondiale è cresciuta di oltre il 40 per cento tra il 1980 e il 1990.
Il tè viene generalmente esportato in una fase iniziale della lavorazione. La miscelatura e il confezionamento, le parti più remunerative di questo commercio, vengono normalmente effettuate negli stabilimenti del paese acquirente. Per questo motivo, tra i criteri che il Commercio Equo ha stabilito per la commercializzazione del tè, spicca il criterio del confezionamento in loco, in modo che siano i produttori a beneficiare del valore aggiunto e vengano creati nuovi posti di lavoro.
Un caso emblematico di questo importante criterio è lo Sri Lanka dove è stato possibile dare lavoro a 2000 donne. Nel 1985 a Dambadeniya, una regione con un alto livello di disoccupazione a 200 chilometri da Colombo, è stato avviato un progetto di produzione di piccoli cestini di paglia nei quali viene impacchettato il tè.
Le donne vengono pagate a cottimo guadagnando tra le 2000 e le 3000 rupie al mese, una somma rispettabile in un'area rurale povera. Per ogni cestino, il Commercio Equo paga un contributo extra per programmi di sviluppo e istruzione. Purtroppo dagli anni '90 la richiesta di cestini è in diminuzione, in quanto i consumatori preferiscono il confezionamento in scatole di cartone. Per salvare questa importante produzione si sta cercando di diversificare i prodotti in vendita nei cestini (anacardi e spezie).
Tra gli altri criteri che il Commercio Equo adotta per il tè annoveriamo il prezzo equo, che copre i costi di produzione e fornisce un ampio margine per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; le relazioni commerciali a lungo termine, che danno sicurezza e margini di progettazione ai produttori; il finanziamento anticipato, che evita ai produttori di cadere nella spirale del debito prima ancora di arrivare al raccolto.
Un'altra scelta importante del Commercio Equo è la preferenza data ai piccoli produttori, offrendo loro una possibilità di emancipazione altrimenti difficilmente ottenibile. Beviamoci dunque tranquillamente una tazza di tè. Basta sapere che tè abbiamo nella tazza.
LA RICETTA DELLA BOTTEGA
- Tè al cardamomo -
Portare a ebollizione 1,5 l di acqua ed aggiungere 12 baccelli di cardamomo interi sminuzzati, insieme a un pezzo di buccia di arancia.
Togliere dal fuoco e lasciare in infusione per circa 10 minuti.
Aggiungere 2-3 cucchiai di tè e lasciarlo in infusione per altri 2-3 minuti se lo si vuole eccitante o per 5 minuti se lo si vuole bere alla sera.
Servire con latte e zucchero. Il cardamomo facilita la digestione.
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