Gli insegnamenti nascosti di Gesù
(Una spiegazione mistica degli insegnamenti di Cristo, basata sul vangelo secondo Giovanni)
- di Roy Eugene Davis -
(Traduzione a cura di Furio Sclano
fsyukteswarji@yahoo.com )
"All'inizio era il verbo, il verbo era presso Dio, e il verbo era Dio" Giovanni 1:1
Prima della creazione, la pura coscienza riposava in uno stato incondizionato e senza vibrazioni. Questo è l'aspetto trascendentale di Dio, che è perennemente immutabile. Esiste però anche un aspetto manifesto che appare sotto forma di creazione. I due aspetti non sono separati, poiché l'aspetto trascendentale è la sola causa sostenitrice di tutte le manifestazioni relative.
Per permettere alla creazione di essere manifestata, la pura coscienza iniziò una lieve vibrazione che perdurò fino a diventare una forza attivante. Un fluire duale di potere divenne evidente nei poli positivo e negativo.
Alla "mano destra " apparve l'intelligenza universale ( o coscienza cristica ) e alla sinistra, il verbo. Alcuni mistici si riferiscono ad esso con le parole di "Om" o "Amen". L'intelligenza universale, attraverso il verbo, guida il processo creativo.
"Tutte le cose furono fatte da lui, e senza di lui non c'era niente, di fatto, che era fatto" Giovanni 1:3
Tutte le cose create sono estensioni in forma della pura coscienza, perciò, non esiste nulla in questo, o in ogni altro mondo che non sia coscienza in manifestazione. La creazione, così come la vediamo, è la vita che agisce su se stessa. È la mancanza d'intuizione che ci fa concludere che la materia è qualcosa di diverso dallo spirito con forma. Anche gli scienziati, oggi, dichiarano che la creazione è energia con forma, e noi possiamo concludere, seguendo l'energia fino alla sua origine, che è luce, e che questa non è altro che una manifestazione di coscienza. Sul percorso spirituale è molto importante ricordare questa verità basilare: la coscienza, ossia la sola realtà, appare come creazione.
"In lui c'era la vita; e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplendette nel buio; e l'oscurità non la comprese" Giovanni 1:4,5
Vita e luce sono solamente in quest'oceano di coscienza che è apparso, e appare, come creazione. Vita e luce esistono anche quando l'uomo è nell'ignoranza spirituale, e pertanto non le comprende. Un uomo nell'oscurità, cui manca la percezione intuitiva, non può percepire la luce che è dentro e attraverso di sé, e senza la quale lui non esisterebbe. Tutti gli uomini dovranno essere, alla fine, risvegliati o spiritualmente accelerati in modo da poter comprendere la verità della vita. Questo risveglio è la seconda nascita, che risveglia l'intuizione dell'anima e ci permette, sia di divenire consapevoli delle forze ed elettricità sottili presenti in natura, sia di realizzare alla fine la vera natura di Dio.
La volontà intellettuale può precedere questo risveglio, ma non può occupare il suo posto. I gradi di risveglio spirituale sono accompagnati dalle comprensioni di nuove aree della vita e della coscienza. La legge è la stessa per ogni uomo: chi cercherà, troverà.
"C'era un uomo, mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per portare testimonianza della luce, in modo che tutti gli uomini potessero credere attraverso di lui. Egli non era la luce, ma ne portava testimonianza". 1:6.8
Ogni nuovo stadio di consapevolezza cosciente è preceduto da uno stato riconoscibile di consapevolezza con determinate caratteristiche. Lo stato precedente porta testimonianza a quello che lo segue. Nella narrazione del vangelo, Giovanni battista è considerato il precursore di Gesù. Egli preparò la via per la consapevolezza illuminata che sarebbe stata evidente nella vita di quest'ultimo, attirando l'attenzione verso la necessità del percorso spirituale. Giovanni non era la luce, ossia non era completamente illuminato in quel tempo, ma era sufficientemente consapevole per sapere che un'espressione più grande della coscienza di Dio stava per giungere sulla scena.
Secondo la tradizione occulta, Giovanni battista era il guru di Gesù in un'incarnazione precedente, con i rispettivi ruoli di Elijah ed Elisha. Nel vecchio testamento troviamo Elijah dare il suo mantello ( coscienza spirituale ) ad Elisha, che acquisì nuovo potere e nuova realizzazione. E' tradizione nell'est, per un guru, poco prima di lasciare il mondo, di impartire il risveglio spirituale ad un discepolo scelto che porta avanti il lavoro di mostrare ad altre anime la via per la liberazione.
"Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne in mezzo alla sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio, persino a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né dalla volontà della carne, né dalla volontà dell'uomo, ma da Dio sono stati generati". 1:9..13
Dio è la vera luce che anima ogni uomo. La manifestazione positiva della pura coscienza, intelligenza universale ( coscienza cristica ) rivelò Dio, ma, benché questa luce fu rivelata nella vita di Gesù, il mondo non fu in grado di concepirla o comprenderla a livello di percezione di massa. Questo è vero anche oggigiorno. La luce è disponibile oggi come lo è stata in ogni momento della storia, ma le persone non intuitivamente risvegliate non possono discernerla. Quando gli uomini sono nell'illusione, le loro percezioni sono deboli e tendono ad essere materialisti, poiché l'aspetto materiale della creazione è tutto quello che possono percepire attraverso i loro sensi. La condizione di illusione nel quale l'uomo vive non è la sua vera, ed è solamente temporanea.
Quando l'uomo impara a risvegliarsi, e inizia a ricevere ( accettare ) l'infinito qui e adesso, realizza lo straordinario potere dovuto alla sua comprensione dell'onnipotenza e dell'onnipresenza. Egli comprende la sua vera natura di figlio di Dio, essere divino. Ogni anima è spirito individualizzato, e perciò, è quello che Dio è. Un vero messaggio spirituale incoraggia l'uomo a risvegliarsi e a realizzare questa verità, in modo da potersi salvare dal dolore e dalla sofferenza dovute all'ignoranza. Tutti quelli che "credono nel suo nome" o comunicano con la propria natura divina, sono condotti alla comprensione della realtà suprema.
Così come la creazione fu manifestata partendo dal puro e incondizionato stato attraverso stadi successivi, così l'uomo può iniziare da dove si trova e ritornare alla realizzazione di se stesso come puro spirito. Una persona che si muove attraverso i veli della consapevolezza, per stabilirsi nella coscienza cristica ( o intelligenza universale ), finisce per conoscerla e manifestarla. E' letteralmente vero che tutti devono "pentirsi" o dirigere nuovamente la propria attenzione dal mondo all'origine di tutte le forme e apparenze.
L'anima, spirito individualizzato, in verità non è mai nata dalla carne. Essa si identifica con il corpo a causa dell'ignoranza. Ma il suo inizio era in Dio, quando lo spirito si individualizzò in esso. E' ovvio che solamente credere in una dottrina di salvezza non è sufficiente a liberare l'uomo dal legame terreno, ma, la contemplazione che culmina nella realizzazione dell'unità con Dio è una via sicura.
"E il verbo si fece carne e venne a dimorare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e verità" 1:14
Il verbo ( coscienza attivante ) appare come forma. In questo punto, la scrittura si riferisce all'incarnazione di Gesù. Egli si incarnò uomo e apparve come uomo tra gli uomini, ma c'era una differenza. Egli era vicino all'illuminazione, e perciò di lì a poco sarebbe stato consapevole della sua missione. Si afferma che quando un essere perfetto - un'anima autorealizzata - decide di incarnarsi per uno scopo preciso, a causa dello shock della nascita fisica ci sia un temporaneo annebbiamento della consapevolezza. Durante i primi anni sul piano terreno, l'anima si risveglia ancora una volta alla piena realizzazione che possedeva prima di incarnarsi.
Giovanni, essendo intuitivo, era in grado di vedere questa cosa in Gesù e quindi "vide la sua gloria". Egli era in condizione di discernere la luminosità spirituale dovuta all'interiore realizzazione di Gesù. Un'anima consapevole della coscienza cristica ( il solo "figlio unigenito" del Padre, essendo tutto il resto, una nuova modificazione della stessa ), vive in una coscienza che trascende la personalità, ed è sempre consapevole della sua natura divina. Non era Gesù il "solo figlio unigenito", ma la coscienza cristica. C'è una differenza tra la personalità e l'anima realizzata. La scrittura, qui rivela che la gloria di Gesù è "come di unigenito dal padre".
Essendo pervaso dalla realizzazione della coscienza cristica, Gesù è, naturalmente e automaticamente, pieno di grazia e verità, che sono attributi di questa coscienza.
"Giovanni gli rende testimonianza e grida: ecco l'uomo di cui io dissi, colui che viene dopo di me, mi è passato avanti, perché era prima di me" 1:15
Giovanni riconobbe Gesù come un essere spiritualmente consapevole e come uno in cui la pienezza della conoscenza era manifestata. Qui abbiamo un gioco di parole, "Colui che viene dopo di me, mi è passato avanti, perché era prima di me". Il ministero della coscienza cristica appare come fase successiva a quello di Giovanni battista. Quest'ultimo va in ogni caso avanti e dichiara che la ragione per la quale la coscienza cristica viene prima della sua, è perché la prima precede, nell'ordine della manifestazione creativa, tutte le altre ombre di coscienza. Giovanni battista era indubbiamente risvegliato spiritualmente per essere in grado di scorgere questa verità, ma al tempo non era completamente realizzato, o, se lo era, era consapevole del suo ruolo predestinato.
"Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data da Mosè, ma la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo" 1:16,17
Ogni uomo è pervaso dalla coscienza cristica e perciò, possiede tutti i suoi desiderabili attributi, sia che lo comprenda oppure no. In tempi antichi ( in questo caso quelli di Mosè ), quando la consapevolezza delle masse era debole, un'elaborata lista di leggi fu data per servire come guida del comportamento umano nella società. Quando l'uomo si risveglia alla sua natura di essere coscientemente cristico, si eleva sopra le leggi degli uomini ( benché non le infranga se il suo esempio può danneggiare la società ) e vive per mezzo della grazia ( di Dio N.d.T. ). Quando viviamo attraverso la grazia, ci muoviamo in questo mondo in sintonia con la volontà infinita, e, benché ci si possa conformare esteriormente ( agli altri N.d.T. ), siamo guidati interiormente in ogni cosa che facciamo. "Nessun uomo ha mai visto Dio: solo il figlio unigenito, che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato" 1:18
Nessuna persona che vive nel mondo tridimensionale e che limita la sua percezione a ciò che è rivelato dai sensi, ha mai percepito la realtà. Possiamo percepire gli attributi dello spirito: luce, vibrazione, gioia, beatitudine, pace, amore, onnipresenza, onnipotenza e onniscienza, ma fino a che siamo limitati a causa della nostra identificazione con le apparenze esteriori della natura, non possiamo vedere o percepire direttamente l'aspetto trascendentale di Dio. Quando una persona percepisce la vera natura del supremo, e questa visione domina la sua vita, questa persona non è più un uomo nel senso classico del termine, ma un figlio di Dio risvegliato.
La coscienza cristica, essendo il primo e, quindi, unigenito del Padre ( pura coscienza ), dichiara o rivela la natura di Dio. Poiché la pura coscienza è incomprensibile ( solo realizzabile ), la coscienza cristica dà un'indicazione di Dio stesso.
Nei versi che seguono, Giovanni battista va avanti e afferma di non essere il Cristo ( Non manifesta in quel momento la coscienza cristica ) e nega persino di essere la reincarnazione di Elijah perché non consapevole di quella incarnazione passata. Tutto ciò che può dire, è di essere una voce che grida nel deserto del pensiero umano che prepara la via per uno stato di coscienza nuovo e più rivelante che sarà incarnato in Gesù.
Giovanni battezzava con l'acqua, e questo è un simbolo di purificazione, un'indicazione di una vita trasformata. Egli disse però che, chi sarebbe venuto dopo di lui ( Gesù ), avrebbe battezzato con lo spirito santo. Lo spirito santo ( sacra vibrazione ) è il verbo, l'OM o Amen. Una persona battezzata o immersa in esso, sperimenta la spinta magnetica dello spirito che chiarisce mente e coscienza e permette di poter realizzare Dio.
Una persona può essere battezzata con lo spirito santo sia come risultato di un forte desiderio interiore di conoscere la verità che forza il risveglio dell'anima, sia contattando una figura di grande autorealizzazione. La presenza di un simile essere risveglia ricordi addormentati dell'anima e forza il risveglio spirituale. Attraverso il nostro contatto con una persona spiritualmente risvegliata, siamo magnetizzati, le forze vitali sono accelerate e siamo intuitivamente risvegliati.
A questo punto, nel ventinovesimo verso, Giovanni battista vede Gesù e si prepara a battezzarlo. Benché Gesù sia destinato a recitare un ruolo esteriore più drammatico di Giovanni, egli segue lo stesso il percorso secondo la tradizione e va da Giovanni, il suo Guru, per il tocco mistico: l'niziazione - o risveglio -. Mentre Giovanni lo battezza con l'acqua, in conformità al suo rituale, Gesù ha un'esperienza ed è elevato oltre la condizione umana.
"Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con l'acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo spirito è colui che battezza con lo spirito santo". 1:32,33
Giovanni fu condotto dallo spirito sino ad un livello meraviglioso. Egli sapeva che, mentre faceva il suo dovere di battezzare e cercare di risvegliare spiritualmente le persone, avrebbe, alla fine, incontrato un essere che avrebbe indicato il compimento della sua missione. Giovanni vide che lo spirito sembrava discendere e che la consapevolezza di esso "dimorava", o rimaneva. Ora, molte persone hanno un barlume di visione cosmica, quindi ritornano al loro stato normale di coscienza, ma, come Giovanni comprese, in quel momento era davanti a lui una persona che, per virtù dell'essere ricettiva, era in grado di ritenere la consapevolezza di Dio una volta risvegliata. Questa era la prova che Giovanni stava cercando ed era anche "l'inizio della fine" del suo personale ministero. Da quel momento in avanti, il lavoro vitale si sarebbe manifestato nel susseguirsi di azioni compiute da Gesù. Giovanni era così sicuro di aver incontrato il suo successore che testimoniò:
"...che questo è il figlio di Dio" 1:34
Chiunque diventi consapevole della propria reale natura di essere spirituale, e viva da questa realizzazione, è un figlio di Dio risvegliato. Un altro vangelo ci ricorda che dopo questo drammatico risveglio, Gesù si ritirò in un posto appartato per stabilirsi permanentemente nella sua nuova coscienza. In quel posto, egli riuscì a resistere alla tentazione delle tendenze subcoscienti di utilizzare la sua intuizione ed abilità per guadagno personale. Prendete nota di questa lezione, dalla quale tutti possiamo trarre beneficio.
A questo punto, il ministero di Gesù iniziò, ed egli procedette per raccogliere i suoi discepoli intorno a lui. Andrea, Simone, Pietro, Filippo e Natanaele furono tra i primi. Molti studiosi discutono sul perché questi uomini seguirono Gesù così prontamente. Comprendendo però la legge occulta che vuole i discepoli stretti di un Avatar venuto per uno scopo preciso, incarnarsi in un tempo conveniente per assisterlo e lavorare con lui, non è strano che quando Gesù li chiamò, essi risposero velocemente.
Un maestro conosce i suoi discepoli e spesso, il discepolo, quando è chiamato, si risveglia immediatamente ed entra in un rapporto di collaborazione con il maestro. Come Giovanni battista riconobbe Gesù per quello che era, così Gesù era in grado di riconoscere i suoi prescelti. Gesù disse di Natanaele:
"Guarda un israelita nel quale non c'è falsità" 1:47
Natanaele era senza malizia. Egli era puro o aperto, e quindi il tipo ideale per ricevere la saggezza dei tempi. Egli fu lo stesso sorpreso, e chiese: " Come mi conosci? " Gesù rispose: " Prima che Filippo ti chiamasse, io ti avevo già visto ". Questo accadimento impressionò Natanaele, ed egli accettò Gesù come precettore o Guru. D'altro canto, Gesù fu contento di questa pronta risposta da parte del suo discepolo, e gli disse che poiché era stato ricettivo, avrebbe visto cose più grandi ( più importanti di mere dimostrazioni di chiaroveggenza ), come cieli aperti e angeli ( esseri astrali ) ascendere e discendere sul figlio dell'uomo. Egli sarebbe stato in grado di percepire le anime vestite di luce astrale entrare ed uscire dai corpi, ed avrebbe anche potuto percepire gli esseri celestiali che avrebbero comunicato in seguito con Gesù.
Da questo momento in poi, seguendo la narrazione di Giovanni, il ministero di Gesù si muove avanti nel tempo. Lo troviamo nel secondo capitolo alle nozze di Cana, e da lì a Gerusalemme. Laggiù è descritto come talmente seccato a causa delle attività del tempio, scambio di denaro, compravendite ecc. che è riportata la sua reazione alquanto violenta con lo scopo di mettere ognuno al proprio posto.
A quel tempo, molti avevano visto i suoi miracoli di guarigione ed erano rimasti impressionati, ma egli non sì "confidava con loro, perché li conosceva tutti", ossia, era consapevole del livello di comprensione dell'uomo medio, e non vide quindi la ragione per dichiarare loro chi egli realmente fosse e forzarli così a soffermare l'attenzione sulla sua persona in un modo o nell'altro.
Un fariseo, Nicodemo, raggiunse Gesù nella notte e affermò di credere nella consapevolezza spirituale di Gesù." poiché nessun uomo può fare questi miracoli, a meno che Dio non sia con lui" ( 3:2)
"Gesù rispose e gli disse: In verità ti dico, a meno che un uomo non nasca nuovamente, non può vedere il regno di Dio" 3:3
Qui è affermata una profonda verità. Salvo che un uomo non nasca in un nuovo stato di coscienza, non può comprendere le verità sottili della vita, non può sperimentare uno schiarimento della sua coscienza e non può realizzare l'ultima realtà. Nicodemo, come molti uomini in stato di coscienza ordinario, non può capire questo, e così dice: "Come può un uomo nascere quando è già vecchio?".Gesù risponde:
"Io ti dico, a meno che un uomo non sia nato dall'acqua e dallo spirito, non può entrare nel regno di Dio" 3:5
L'acqua sta ad indicare gli elementi del mondo fisico. Un uomo deve, perciò, nascere in una maniera normale e, in seguito, risvegliarsi spiritualmente per dirigersi coscientemente verso la consapevolezza del mondo della realtà, ossia la creazione perfetta non distorta da errori e false percezioni, del quale questa dimensione ordinaria è solo un riflesso.
"Quello che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: devi nascere nuovamente. Il vento soffia dove vuole, tu lo senti, ma non puoi sapere da dove arriva e dove va; così è di chiunque è nato dallo spirito". 3:6..8
Tutto ciò che è sotto la legge dell'incarnazione fisica, deve vivere secondo le leggi materiali, ma quando l'anima si risveglia spiritualmente, essa può vivere in accordo al nuovo livello di comprensione. " Non siate sorpresi per questo ", c'è detto, poiché l'accettazione intellettuale rende più facile la comprensione. Il vento soffia dove vuole e noi possiamo sentirne il suono, ma non sappiamo da dove viene e dove sta andando. Chi nasce dallo spirito è così, si muove a piacere attraverso questo mondo, ma i suoi movimenti sono sempre in linea con la volontà cosmica, poiché egli è sempre in sintonia con essa. Una persona intuitivamente risvegliata non segue un piano rigido di azione a meno che non sia per uno scopo specifico. Per la maggior parte dei casi, compie quello che deve compiere nel momento più opportuno e giusto.
Nicodemo non capisce ancora e Gesù gli dice che gli sta parlando di quello che lui vede e conosce:
"Se ti ho detto di cose terrene, e non mi credi, come potresti credere se ti parlassi di cose celesti"? 3:12
Gesù rileva il concetto secondo il quale un uomo può vedere solo quello che il suo livello di comprensione gli permette. La risposta non soddisfa ancora Nicodemo, e siccome questo non può comprendere semplici verità, in questo momento non è ovviamente in grado di comprendere realtà più sottili. Gesù continua:
"Eppure nessun uomo è mai salito al cielo, fuorché il figlio dell'uomo che è disceso dal cielo" 3:13
Gesù spiega che nessun uomo può ascendere alla consapevolezza celeste, il regno della realtà, a meno che non discenda da quel livello di comprensione. In altre parole, tutte le anime, anche quelle che non sono consapevoli della loro natura, risiedevano una volta nella dimensione della libertà e della beatitudine, prima di essere coinvolte nell'apparenza esteriore della natura. E' per questa ragione che gli è possibile risvegliarsi e divenire nuovamente consapevoli di quelle stesse realtà già conosciute. Ogni anima, durante l'atto creativo iniziale, "cadde" nel coinvolgimento della creazione ad un qualche livello. Alcune divennero coinvolte al livello della creazione materiale, altre, furono coinvolte nelle dimensioni sottili di luce e "caddero" in seguito nella creazione materiale poiché la loro curiosità vinse su di loro. Poiché ogni anima è divina, risvegliarsi e realizzare ( ricordare ) la natura di Dio è possibile per tutti.
"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così anche il figlio dell'uomo deve essere innalzato, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna" 3:14,15
Gesù qui si riferisce al vecchio testamento ( Numeri 21: 9 ) dove Mosè eresse un serpente di rame ( era un simbolo di salvezza N.d.T. ) per il suo popolo da guardare quando essi erano in tribolazione. Apparentemente questo permise loro di innalzare le loro coscienze, liberandoli dai problemi e dalla discordia. Allo stesso modo, per le persone di questa generazione ( mi riferisco al tempo di Gesù e a qualunque altro nel quale le masse non sono risvegliate ) è una buona idea elevare il figlio dell'uomo ( Gesù ) ad un livello dove, attraverso la contemplazione di questo ideale, le persone possano elevarsi oltre i problemi, frutto del pensare in maniera egocentrica e del comportamento mal guidato.
Coloro che potranno sostenere coscientemente questa visione verso l'alto, potranno, con il tempo, " credere in lui ", ossia essere in grado di discernere la verità spirituale del ministero di Gesù e percepire intuitivamente la coscienza cristica impersonale. Questo permetterà loro di non perire ( perdersi nella confusione e nei problemi ) e risulterà nella realizzazione della vita eterna. Un'anima non può perire ( nel senso di essere distrutta ), ma può - rifiutandosi di mantenere l'attenzione sull'origine - perdersi nella confusione delle opinioni e teorie conflittuali, perdendo di vista la vita e la vera luce.
"Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" 3:16
Dio, la coscienza, la sola realtà, per manifestarsi nella creazione dovette estendere dei flussi elettrici duali. L'impulso positivo iniziale fu l'intelligenza, senza la quale la creazione sarebbe stata cieca e disordinata. Quest'intelligenza è il " solo unigenito " del padre. Tutte le anime - indipendentemente dal loro grado di illusione - che " credono " o comunicano con la coscienza cristica, si risvegliano alla realizzazione della loro vera natura e conoscono coscientemente la " vita eterna ".
Dopo il battesimo dello spirito santo - o risveglio spirituale iniziale - il sincero ricercatore della verità è istruito sul come contemplare la coscienza cristica, quella che è più vicina al " padre ", lo stato trascendentale. Facendo questo con successo, l'anima è in grado di sperimentare la chiara consapevolezza, e da questo livello può divenire consapevole della sua natura divina. E' letteralmente vero che la sola via per raggiungere l'autorealizzazione è attraverso il risveglio spirituale ( la seconda nascita ), la contemplazione della coscienza cristica ( intelligenza universale ), e la consapevolezza dell'aspetto trascendentale di Dio. Indipendentemente dalle tecniche, dai metodi e dalle credenze, tutte le anime seguono la stessa strada per raggiungere la liberazione.
"Dio non ha mandato il figlio nel mondo per condannarlo, ma perché il mondo si salvi attraverso di lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede in lui è già condannato, poiché non ha creduto nel nome dell'unigenito figlio di Dio ". 3:17,18
L'intelligenza infinita che pervade tutto lo spazio e anima ogni forma, non condanna. Nel mondo, coloro che sono nella coscienza mortale, possono salvarsi dal dolore causato dall'illusione " credendo in... " ( comunicando con... ) questa intelligenza.
Chi non " crede in... " ( comunica con... ) essa, dovrà continuare nell'ignoranza spirituale fino a che non sarà alla fine risvegliato. Essi si condanneranno da soli a vagare nell'illusione per tutta la durata della loro ignoranza.
Dio non punisce le anime, che sono individualizzazioni di lui stesso. Le anime nell'illusione devono continuare nella loro condizione cieca fino a che non si risveglieranno ed impareranno a contemplare la vera natura di Dio ( loro stessi ). A quel punto, essi sperimenteranno la liberazione.
I principali fattori limitanti da superare sono cinque in numero, e più precisamente:
Ignoranza - Un'anima è ignorante dell'unica verità sulla vita quando si identifica incoscientemente con la natura. Questa condizione è la causa di tutti i problemi umani.
Senso dell'ego - E' la credenza di essere separati da Dio. La cura per l'egoismo è l'umiltà, ossia comprendere che Dio è l'unica realtà che appare come ogni cosa in natura. Non esiste nulla che sia separato dal supremo.
Attaccamento ( in senso generale N.d.T. ) - E' un'indicazione che una persona non capisce realmente la verità che la coscienza appare come tutte le cose. La cura per questo atteggiamento è di smettere di contare esclusivamente su persone specifiche, condizioni o cose nel mondo, e dirigere l'attenzione verso l'origine del tutto.
Avversione - Rigettare istintivamente ogni manifestazione della vita significa non comprendere che Dio è in tutto e che egli si esprime attraverso ogni cosa. Quando osserviamo una situazione creata da persone non sagge, che secondo la nostra opinione non sembra essere in accordo con il piano divino, non dovremmo rigettarla, ma, sforzarci di mettere ordine, direzione e scopo in essa.
Attaccamento al corpo - Benché sia importante mantenere il corpo in salute in modo che ci serva bene, dobbiamo anche ricordare che la nostra vera natura è spirito e che il corpo è solo un veicolo che, un giorno, sarà abbandonato.
"E il giudizio è questo: La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini le hanno preferito le tenebre, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque, infatti, compie il male, odia la luce e non viene ad essa perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità, viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" 3:19,21
Quando gli uomini sono nello stato di illusione, essi sono come ipnotizzati e non possono capire nulla riguardo alle verità sottili della vita. Essi preferiscono la loro condizione perché non hanno conosciuto nient'altro. Essendo nell'oscurità, essi sono in uno stato negativo e ricercano se stessi in quasi tutte le cose che fanno o pensano. A questo livello le persone tendono ad essere ciniche, competitive e critiche verso quegli insegnamenti spirituali che possono invece rivelare loro la luce e mettere a nudo la loro mancanza di comprensione. Queste persone difendono il loro punto di vista sulla vita con lo scopo di proteggere e giustificare se stessi. D'altro canto, una persona che si muove verso la luce dell'autorealizzazione, ama l'idea di un'ulteriore evoluzione perché desidera essere in armonia con il principio creativo in ogni cosa. Queste persone vogliono che le loro azioni siano " fatte in Dio ", ossia, che siano compiute nella consapevolezza del supremo.
Poco dopo, sorge la questione della purificazione ( Giovanni, 3:25 ). Alcune persone si recano dal battista e sostengono che Gesù, il quale era stato battezzato proprio da Giovanni, sta attirando a sé tutte le persone. Queste persone sentono che il ministero di Gesù è più grande, più efficace e dà più risultati di quello di Giovanni. Quest'ultimo non è invidioso perché conosce bene la sua missione e quella del suo discepolo, Gesù. Egli dice:
"Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo" 3:27
"Egli deve crescere e io, invece, diminuire" 3:30
Giovanni battista riconobbe che le esperienze di un uomo sono il risultato della sua realizzazione interiore. Egli sapeva che Gesù aveva la consapevolezza della sua missione e che avrebbe attirato gli uomini verso una vita più elevata. ( Tutti gli uomini sono, con il tempo, attirati verso la realizzazione della coscienza cristica ). Egli sapeva inoltre che la sua missione era ormai conclusa e che la sua influenza sarebbe diminuita, mentre quella di Gesù sarebbe aumentata. Egli non era triste, ma felice di vedere il compimento della sua missione. Egli disse:
"Infatti, colui che Dio ha mandato, parla le parole di Dio, perché Dio gli ha dato lo spirito senza misura" 3:34
Chi è un canale aperto dell'infinito, può vedere e parlare chiaramente. Il potere spirituale non gli è stato dato con una qualche misura, ma illimitatamente, perché lo spirito è illimitato.
Nei primi cinque versi del capitolo cinque, leggiamo che Gesù, divenuto consapevole della confusione causata dal suo successo personale, in contrasto con il battista, e lasciò la Giudea per la Galilea. Qui, la confusione era tra i farisei e non tra Giovanni e i suoi seguaci. E' anche riportato che a quel tempo Gesù non battezzava direttamente, ma lasciava questa responsabilità ai suoi discepoli. Durante il viaggio, Gesù si fermò presso un pozzo, e una donna samaritana sopraggiunse per prendere dell'acqua. I discepoli erano andati in città per prendere del cibo, e Gesù chiese alla donna dell'acqua. La donna fu sorpresa perché era samaritana, e di solito i samaritani non avevano a che fare con i giudei. Gesù a quel punto informò la donna che se lei avesse saputo chi lui fosse - se avesse conosciuto la sua natura di anima cosciente in Dio -, avrebbe chiesto "acqua viva". Un maestro, quando gli è richiesto, può risvegliare nel discepolo ( quando questo è in sintonia ) la consapevolezza dell'anima in modo che il discepolo stesso, cosciente della sua natura divina, diventi anche cosciente di vivere grazie al potere dello spirito che scorre liberamente.
Quando la donna chiese a Gesù circa l'acqua di cui parlava, egli le rispose di chiamare suo marito. La donna rispose di non averne. Gesù dimostrò in questo caso chiaroveggenza - o visione chiara - dicendole che ciò che lei affermava rispondeva a verità. Lei, infatti, non aveva marito, ma aveva conosciuto almeno cinque uomini con i quali aveva vissuto, e l'uomo con il quale stava vivendo in quel momento non era suo marito.
La donna fu sorpresa, e dichiarò che Gesù dovesse essere un profeta, altrimenti non avrebbe potuto sapere questo su di lei. Quando disse - secondo la sua tradizione - che la montagna era il suo posto di adorazione, Gesù la illuminò:
"Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo. Ma è giunto il momento, ed è adesso, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre li cerca. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono farlo in spirito e verità" 4:21.24
Nell'adorazione, il posto non è importante. Poiché Dio è spirito, chi vuole adorare il Padre con successo deve comunicare spirito con spirito. L'anima, essendo spirito individualizzato, deve essere realizzata così, ed è per questo che tutti i legami alla tradizione ed ai rituali devono essere lasciati da parte. La donna rimase impressionata e andò nella città per raccontare la sua esperienza con Gesù. Dopo poco, i discepoli tornarono e offrirono a Gesù una porzione di cibo. Egli, forse ancora in uno stato di coscienza trascendentale, disse loro:
" Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete. (.) Il mio cibo è fare la volontà del Padre che mi ha mandato, e di terminare il suo lavoro". 4:32-34
Il "cibo" o, in ogni caso, quello che sosteneva Gesù, era il potere infinito che lo motivava e gli dava la visione e il potere di portare a termine il compito della sua vita. La ragione della sua incarnazione era sempre in primo piano nella sua coscienza. Gesù sposa perfettamente la descrizione data nelle scritture orientali di "Avatar", ossia un essere perfetto che ritorna sulla terra per illuminare l'umanità. Non vi è da meravigliarsi se gli psicologi che cercano le motivazioni subcoscienti del suo comportamento non riescono a giungere a delle conclusioni.
L'incarnazione di un'anima autorealizzata è parte di un piano cosmico e di questo abbiamo conferma sia dal fatto che Giovanni battista stava aspettando Gesù sia dal fatto che c'erano già discepoli pronti ad essere chiamati per assisterlo nel suo ministero.
"Non dite voi: ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate gli occhi e guardate i campi, perché già sono pronti da mietere. E chi miete, riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, che sia colui che miete che colui che semina possano goderne insieme" 4:35,36
A proposito dei raccolti da mietere, possiamo dire il tempo della mietitura guardando i segni che la precedono. In materia spirituale, invece, benché noi possiamo dire in base ai segnali che precedono il risveglio che stiamo per raccogliere i frutti della serenità e della beatitudine interiore, non abbiamo bisogno di aspettare. Dirigendo l'attenzione verso la natura di Dio, possiamo immediatamente "mietere il raccolto" dell'autorealizzazione e "raccogliere i frutti della vita eterna". Possiamo quindi manifestare gli attributi dello spirito e realizzare la verità che chi miete e chi raccoglie sono la stessa cosa. Chi miete è Dio, e lo è anche chi raccoglie.
Abbastanza naturalmente, ci furono alcuni che poterono accettare questa dottrina e altri che non poterono farlo. Gesù continuò a muoversi in Galilea, e gli fu chiesto da un uomo di guarire suo figlio. Gesù disse semplicemente: " Vai per la tua via, tuo figlio vivrà ". L'uomo tornò a casa, con fede, e trovò il figlio guarito dalla febbre che lo aveva divorato fino al momento in cui Gesù non aveva pronunciato quelle parole a suo padre. Questo è considerato come il secondo miracolo. Alla luce dei moderni insegnamenti della verità, sappiamo che è relativamente semplice, per una persona in completa sintonia con Dio, "parlare il verbo" e guarire a distanza, ma ancora oggi, simili guarigioni sono considerate da molti come miracoli.
Dopo questo accadimento, Gesù si trasferì a Gerusalemme e lì, presso il mercato delle pecore, c'era una piscina chiamata "Betzata". Molte persone frequentavano questo posto come un altare di guarigione, nella speranza di essere curate.
Un uomo non era in grado di entrare nella piscina e lo disse a Gesù ( 5:7 ). Quest'ultimo lo istruì di prendere il lettuccio e di camminare, e l'uomo, credendo nelle sue parole, fece come gli fu detto.
Era il giorno del sabato e i giudei non erano d'accordo sul fatto che un uomo potesse trasportare il suo lettuccio. Poiché una folla incominciò a riunirsi, Gesù lasciò quel posto e andò nel tempio, dove, più tardi, incontrò la persona che era stata guarita.
Egli diede all'uomo un sonoro avviso: "Non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio" ( non ritornare al tuo precedente modo di pensare e credere negativo, o peggiorerai la tua condizione di malato... )
L'uomo pecca, o commette un errore, nel credere e pensare, e crea la sua limitazione nel corpo o nell'ambiente in cui vive. Questo a causa della legge dell'equivalenza mentale: Le immagini mentali interiori tendono a riflettersi come circostanze esteriori.
Ogni persona proietta nell'ambiente che lo circonda quello che segretamente crede e che è meritevole di sperimentare. Così come una persona può creare malattia e limitazione, la stessa può, rilasciando questi stessi concetti, sperimentare salute ed espressione illimitata. Non importa per quanto tempo siamo stati prigionieri dell'immaginazione mentale negativa; quando interrompiamo il flusso di questo modo di essere, possiamo essere liberati in un momento. Questo è il segreto della guarigione istantanea.
L'uomo guarito riportò l'accaduto ai leader giudei ed essi vollero punire Gesù perché aveva violato il sabato. Gesù risponde: "Il Padre mio opera sempre, e anche io opero". Quest'affermazione complicò le cose, perché ora non aveva solo violato il sabato, ma si era anche dichiarato uguale a Dio. A questo punto della storia, segue una lunga spiegazione del rapporto del figlio con il Padre. ( La coscienza cristica che riflette la volontà dello spirito ). La spiegazione è che la coscienza cristica, essendo un'emanazione dello spirito, può fare solo quello che è spinta a fare; Gesù quindi, essendo stabile nella coscienza cristica, può solo fare quello che è incline a fare in quel momento. La sua intuizione, e non la tradizione degli uomini, è la sua guida.
Nel capitolo sei del vangelo secondo Giovanni, vediamo Gesù oltre il mare della Galilea. A questo punto è descritto il fatto dei pani e dei pesci. Un altro miracolo è compiuto, e la moltitudine lo segue, attirata dalle voci sul suo potere miracoloso. In una discussione con gli scettici, ( 6:24.40 ) la gente dice: "Non è Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo padre e madre? Come mai allora egli dice di venire dal cielo?" (6:42)
"Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. E' scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo chi viene da Dio lo ha visto". 6.44.46
Gesù dichiara che nessun uomo può comprendere le sue parole a meno che non sia spiritualmente accelerato in modo da poter percepire con gli occhi dell'intuizione. E' lo spirito che si manifesta attraverso Gesù che attira lo spirito manifestato nelle altre persone. Abbastanza naturalmente, chiunque "senta" con l'orecchio dell'intuizione è attirato verso un vero maestro, manifestazione di Dio in terra. Colui che " è di Dio " ( che è intuitivamente consapevole ), può realizzare la sua natura divina. Nessun uomo può percepire il Padre ( Spirito ), a meno che non sia intuitivamente risvegliato.
Nel capitolo otto, troviamo Gesù andare al monte degli ulivi. Una mattina, mentre si trovava al tempio, la gente accorreva perché lui insegnasse loro. Gli scribi e i farisei gli portarono una donna che era stata riconosciuta colpevole di adulterio. Essi stavano testando Gesù, dicendogli che Mosè, nella sua legge, affermava che una simile persona dovesse essere lapidata, e gli chiedevano che cosa avesse da dire sull'argomento. Ovviamente questa era una sorta di trappola. Gesù fece finta di non udirli, e fece quello che è comune fare in certe parti del mondo, quando si è assorti profondamente nei propri pensieri. Egli si chinò e scrisse sul terreno. Questa è un'attività senza un senso specifico per avere il tempo di pensare e di far passare un po' di tempo. Quello che scrisse nella polvere non aveva nessun rapporto con il momento in questione, indicando che era solamente un gesto senza senso. E' riportato che "egli scrisse come se non li avesse uditi".
Dopo aver pensato per un po', egli si alzò in piedi e disse: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra". Dopo aver detto questo, iniziò nuovamente a scrivere nel terreno. Non avendo nulla da rispondere a questa domanda di sfida, gli uomini si allontanarono con calma.
Dopo poco, segue una breve spiegazione, data da Gesù, circa il suo rapporto con l'infinito e sul come una persona autorealizzata si comporta:
"Io sono la luce del mondo: Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" 8:12
Come rilevato nel capitolo d'apertura di questo libro, la coscienza cristica è quella che illumina il mondo. Ogni anima che si risveglia a questo livello di coscienza, trascende l'influenza delle tenebre ( la natura ). Un'anima non realizzata è definita "nel peccato" o "nell'ignoranza". La via d'uscita dall'oscurità e dall'ignoranza è di cercare la realizzazione e diventare coscientemente cristici.
" Voi non conoscete né me, né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio " 8:19
Una persona nell'illusione non può comprendere intuitivamente la verità circa la natura di Dio. Potrà farlo solo diventando coscientemente cristica.
"Io vado, e voi mi cercherete, e morirete nei vostri peccati. Dove vado io, voi non potete venire" 8:21
"Voi siete di quaggiù, io sono di lassù. Voi siete di questo mondo, io sono di un altro. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; poiché se non crederete che io sono Lui, morirete nei vostri peccati". 8:23,24
Una persona che non è autorealizzata, non può vivere la vita di una che lo è. Questa persona, a meno che non cerchi l'autorealizzazione, è destinata a lasciare questo mondo nell'ignoranza ( nel " peccato " ).
Gesù era cosciente di essersi incarnato come un'anima illuminata e dichiarò di provenire da "lassù", ossia, dalle dimensioni della luce. Coloro ai quali lui si riferiva in quel tempo, erano invece " del mondo ", o attaccati alle cose materiali. Egli dichiarò la pura verità, ossia che un uomo, a meno che non realizzi la sua vera natura di anima coscientemente cristica e non si risvegli, lascia sicuramente questo mondo in uno stato di illusione. Ovviamente, tali anime si risvegliano nell'incarnazione successiva o in quelle che seguiranno.
"Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo" 8:28
Quando innalziamo e purifichiamo la nostra natura umana ci risvegliamo alla realizzazione della nostra natura divina e possiamo comprendere quella di una persona spiritualmente elevata come Gesù. Vediamo quindi come la saggezza scorra da dentro, risultato della coscienza illuminata.
"Se continuerete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi" 8:43
Se un serio ricercatore della verità segue il saggio consiglio di un maestro realizzato, sarà riconosciuto come un vero discepolo. Egli conoscerà alla fine la verità sulla natura di Dio, su se stesso, e sul suo rapporto con la vita. Questa realizzazione lo renderà libero.
A questo punto, quelli che ascoltavano Gesù non riescono a capire bene quello che egli intende affermare, e Gesù continua:
"Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole?" 8:43
Le persone non capiscono quello che Gesù afferma poiché esse vivono in un mondo diverso, ossia una coscienza differente dalla sua. Essi non lo "ascoltano" e cercano di relazionarsi a quello che lui dice partendo dal proprio punto di vista, invece di cercare di usare l'intuizione per comprendere il significato delle parole.
" Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna." 8:44
Qui Gesù si riferisce al tessuto della natura già compreso dai saggi orientali. Gli antichi si riferivano a quanto qui espresso come a Maya; composta dagli elementi di spazio, tempo, movimento e particelle di luce, dalle quali le forme della creazione furono plasmate. Un'anima che divenga coinvolta con questo tessuto della natura è illusa, perché l'intuizione è disturbata. Una persona completamente identificata con tutto questo è " del Diavolo " -nella terminologia del nuovo testamento - perché la parola greca diabolus significa Diavolo. I saggi dell'antico testamento si riferivano ad esso come a "Satana", o "l'avversario", ossia, quello che una persona sul percorso spirituale deve combattere e - alla fine - superare per ottenere l'illuminazione. Si dice quindi che una persona la cui attenzione è principalmente centrata nelle cose del mondo, senza guida Divina, è coinvolta con il lavoro del Diavolo. Il Diavolo, Satana, Maya, il senso di illusione o in qualunque modo vogliamo chiamarlo, è la causa dell'errore. Non esiste verità in esso. E' solamente la sostanza utilizzata dalla suprema intelligenza per dare forma ai mondi.
"In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte" 8:51
Se si rimane nella realizzazione della coscienza cristica ( "osservare la mia parola" ), le fluttuazioni della consapevolezza cesseranno. La realizzazione della vera natura dell'anima, che è spirito individualizzato ( quindi indistruttibile, senza inizio e fine ), distruggerà i precedenti concetti di morte, stanti a significare la fine o l'interruzione della consapevolezza.
Questi concetti scuotono realmente le persone che ascoltano, ed essi domandano a Gesù se lui si considera più grande di Abramo. Gesù risponde:
"Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò" 8:56
Abramo provò godimento nel realizzare la coscienza cristica ( che è impersonale e accessibile a tutti ). E' quindi chiesto a Gesù:
"Tu non hai ancora cinquant'anni, come puoi aver visto Abramo?" 8:57
"Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono" 8:58
Tanto tempo fa, prima che Abramo esistesse, lo spirito già esisteva. Una persona cosciente di Dio può dire: " tutti quelli che hanno realizzato la verità su se stessi, persino secoli fa, hanno realizzato la mia coscienza".
Non c'è promessa la vita eterna nel futuro in funzione delle opere buone nel mondo. Il messaggio di Gesù è che la vita eterna è qui e adesso per chiunque possa risvegliarsi ad essa.
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Nel capitolo nove, leggiamo della guarigione di un uomo cieco dalla nascita. I Farisei non possono capire come Gesù osi guarire il sabato. Inoltre, se egli non è un uomo giusto, qual è il suo segreto nel fare il bene?
"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli le chiama una per una e le conduce fuori." 10: 1..3
Questa è una parabola che ci dice di elevarci spiritualmente. Dobbiamo avere motivazioni pure e andare direttamente nel "regno". Solo una simile persona è in grado di essere uno strumento, attraverso il quale può essere mostrata la via per la realizzazione di Dio agli altri. Una persona che non va direttamente nel "regno", - la pura realizzazione di Dio - ma che, invece, cerca la realizzazione per guadagno personale o per esercitare il potere a scopi illeciti, è letteralmente un ladro e un brigante. Queste persone tendono ad esercitare l'occultismo in maniera negativa o a diventare degli intermediari pseudo-spirituali negli affari altrui. Una persona bramosa di conoscere la verità deve sforzarsi di realizzare la coscienza cristica, ossia la porta per la coscienza di Dio. Indipendentemente dal fatto che questo livello di coscienza possa essere definito come cristico, intelligenza universale, o la dimensione degli esseri perfetti...è sempre la sola via per la realizzazione di Dio.
" Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo." 10:9
La coscienza cristica è sempre la porta per la coscienza trascendentale. Chiunque entri per questa porta sarà "salvato" dall'ignoranza e dal dolore. Una simile persona può "entrare e uscire" o andare e ritornare a volontà, rimanendo sostenuto da essa. Questa esperienza è definita "Samadhi" dagli illuminati orientali. Samadhi significa "realizzazione dell'unità". Quando entriamo in questo stato di coscienza durante la meditazione, la nostra felicità eterna e la successiva liberazione sono assicurate.
"Il ladro non viene, se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" 10:10 Il "ladro", ossia una persona che è solo parzialmente realizzata e non ha motivazioni pure, fa più male che bene, confonde gli altri e distrugge la speranza. La pura coscienza cristica, rivelata nel ministero di una persona autorealizzata seriamente dedicata a quello che fa, risveglia le anime e mostra loro la via per la vita abbondante. La libertà, la mancanza di limitazione, salute e felicità, aspettano la persona che percorre la strada dell'autorealizzazione. Quando, come risultato dell'autorealizzazione, le false nozioni sulla vita sono dissolte, la completezza è l'effetto naturale.
"Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna, non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre, siamo uno". 10:27.30
Gesù afferma: "I miei veri discepoli comprendono intuitivamente il mio messaggio, e seguono le mie istruzioni in modo che essi possano risvegliarsi e realizzare quello che ho realizzato io. Io, ( in quanto espressione della coscienza cristica ) dono loro la consapevolezza della vita eterna, ed essi non periranno mai ( non diventeranno mai persi e confusi ), né potranno mai essere rapiti dalla mia mano ( nessuno potrà mai fuorviarli dal loro obiettivo di realizzare quello che ho realizzato io ). Mio Padre, Dio, che me li ha dati, è più grande di qualsiasi altra cosa ( poiché è l'origine e il sostenitore di tutto ) e nessuno può attirarli via da lui. Io sono uno con il Padre. ( La mia natura, la coscienza cristica, è la stessa di Dio ).
Nel capitolo undici troviamo la storia della resurrezione di Lazzaro. Le due sorelle di Lazzaro, Maria e Marta, andarono da Gesù a riportargli della malattia che aveva colpito il fratello. Quando Gesù fu informato, egli disse: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, in modo che anche il figlio di Dio possa essere glorificato". Nel linguaggio moderno, potremmo tradurre così: " Questa condizione non risulterà nella sua morte, ma sarà un mezzo per avere una più grande realizzazione della sua vera natura, quando la coscienza cristica si manifesta in lui". Gesù non cerca di andare da Lazzaro in quel momento, ma rimane ancora due giorni nel posto in cui è. Dopo questo breve periodo, chiede ai suoi di seguirlo ancora una volta in Giudea. I discepoli, ricordando il precedente viaggio dove erano stati quasi lapidati, cercano di dissuaderlo, ma il maestro, sempre con pieno controllo, spiega loro che un uomo non inciampa e non commette errori se cammina alla luce dell'intuizione ( la luce del giorno ). Egli afferma di sapere dove sta andando e perché, e che il viaggio è sicuro ( Giovanni 11:10 ).
Leggiamo che quando Gesù arrivò alla tomba e seppe che Lazzaro era morto, se ne risentì e persino pianse. Davvero una strana reazione! Egli non aveva avuto fretta di arrivare in quel luogo e aveva assicurato le due sorelle che la malattia non sarebbe stata fatale.
A quel punto, si alzò e si diresse verso l'ingresso della tomba, ossia una caverna chiusa da un masso. Il masso fu spostato. Il corpo era realmente morto da almeno quattro giorni. Gesù alzò gli occhi ( diresse verso l'alto la sua visione interiore dal mondo delle apparenze al mondo della realtà ) e, dopo essersi stabilito in uno stato esaltato di coscienza, comandò a Lazzaro di uscire. Lazzaro lo fece, legato nei suoi abiti mortuari che dovettero essere rimossi.
Guardiamo la situazione. Nell'est, - e non dobbiamo dimenticare che quanto avvenne fu nell'est - ai discepoli è insegnato di meditare al punto di trascendere la consapevolezza del corpo. Alcuni discepoli, dopo lunga concentrazione, entrano in una condizione senza respiro e rimangono in uno stato di animazione sospesa per lungo tempo. Benché possano apparire morti al mondo esterno, essi sono intensamente consapevoli delle dimensioni interiori. Lazzaro, essendo vicino Gesù, avrebbe potuto imparare l'arte della meditazione. Questo può spiegare l'apparente mancanza di preoccupazione di Gesù quando fu informato della malattia di Lazzaro; oppure, Gesù sapeva intuitivamente, se Lazzaro era malato, che non c'era causa di allarme per il momento. Certo è, che Gesù non era spaventato dalla possibilità che Lazzaro uscisse dal corpo. La sua affermazione, circa il fatto che la condizione di Lazzaro non era " per la morte ", ma " per la gloria di Dio ", sembrerebbe indicare che Lazzaro avrebbe avuto un'esperienza elevante di qualche tipo. Questo mi sembra più corretto per Gesù, che non il semplice permettere a Lazzaro di uscire dal corpo con lo scopo di riportarlo indietro e mostrare così la sua abilità.
Egli aveva in ogni modo ampie possibilità di mostrare il suo potere in maniere e tempi differenti. La scrittura evidenzia che Gesù era visibilmente commosso quando trovò Lazzaro morto. Raccogliendosi, ossia raccogliendo i suoi poteri attraverso la concentrazione, egli chiarì la sua coscienza in modo da realizzare la sua unità con Dio, e da quello stato, " parlò il verbo ", comandando alla forza vitale di animare nuovamente il corpo di Lazzaro. Una volontà superiore, supportata da una profonda realizzazione di Dio, può compiere quello che ad una persona ordinaria può apparire come un miracolo. Forse Lazzaro era in uno stato catalettico somigliante alla morte, con una debole evidenza di forza vitale nel cervello e nella spina dorsale. In ogni caso, qualunque fossero le circostanze, egli fu richiamato alla consapevolezza di questo mondo e quelli che furono testimoni dell'accaduto rimasero fortemente impressionati.
I problemi stavano in ogni caso crescendo. Il sacerdote capo e i farisei si riunirono in un'assemblea e concordarono sul fatto che se il ministero di Gesù fosse continuato, la gente comune avrebbe creduto a lui piuttosto che a loro. Essi avrebbero perso la loro influenza sarebbero stati rimossi dalle loro posizioni; decisero così di toglierlo dalla scena. La pasqua ebraica si stava avvicinando ed una serie particolare di eventi secolari stava per accadere.
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Troviamo Gesù ancora a predicare cose che la gente e - persino - i suoi discepoli più vicini, rifiutano di credere completamente; questo, anche dopo essere stati testimoni del suo ministero.
Prima della pasqua ebraica, Gesù si diresse a Betania ( Giovanni 12:1 ) e cenò con Lazzaro, Maria, Marta e gli altri discepoli. Il giorno seguente c'era una festa ed egli vi andò. Molte persone che avevano sentito del miracolo di Lazzaro accorsero, e gli diedero il benvenuto a Gerusalemme. A quel tempo, Gesù percepiva che la fine del suo ministero si stava avvicinando. Molte persone, anche i principali governanti, credevano in lui, ma non vollero appoggiarlo pubblicamente.
Mentre stava consumando l'ultima cena con i suoi discepoli, Gesù li istruì. Egli disse loro di essere umili e di attaccarsi alla fede. Sempre secondo il vangelo, egli riconobbe Giuda come colui che l'avrebbe tradito. Dopo avergli detto di andare e portare avanti il suo piano, continuò a parlare con i discepoli. Essi lo videro parlare con Giuda e videro quest'ultimo lasciare la stanza, ma essi pensarono che Gesù gli avesse detto di andare ad acquistare del cibo per i poveri. ( Giovanni 13:29 ). Alcuni traduttori dei manoscritti del mar morto, conclusero che " i poveri " citati nel nuovo testamento erano una colonia di esseni e non " la povera gente " in generale, ma considerando il fatto che stiamo discutendo su una falsa presunzione da parte dei discepoli, non è il caso di proseguire nella discussione di questo particolare.
Il quadro tradizionale è qui parzialmente alterato. Si pensa solitamente che Giuda fu colui che tradì Gesù, eppure, vediamo chiaramente che egli era pienamente consapevole delle intenzioni del suo discepolo, e gli disse persino di andare e di fare quello che doveva. Giuda, in questo caso, non può essere considerato la causa di quanto traspira. Ovviamente, egli era uno dei tanti coinvolti nell'interpretare un ruolo.
Giovanni, riporta quindi che Gesù diede un nuovo comandamento ai suoi discepoli:
"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri." 13:34
"Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi" 13:36
Riferendosi ad una precedente affermazione di Gesù, Pietro chiede informazioni più dettagliate su dove Gesù sta andando e sul perché non può essere seguito. Gesù gli assicura che potrà seguirlo successivamente ( quando avrebbe chiarito la sua coscienza e avrebbe così potuto comprendere la natura dell'illuminazione spirituale ). Quando Pietro insiste e persino sostiene di poter sacrificare la sua vita per Gesù, quest'ultimo usa il suo potere di precognizione e dice a Pietro che negherà di conoscerlo nonostante ora egli affermi di poter dare la sua vita per lui. Che possa essere facile essere sinceramente coraggiosi in una situazione di sicurezza e ritornare alla paura in un momento di avversità, possiamo impararlo anche oggi.
Gesù, successivamente, conforta i suoi discepoli e li prepara per quello che sta per accadere.
"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io." 14:1.3
Non sia turbato il vostro cuore, credete nell'infinito perché io sono uno con esso. Credete anche in me. Nell'onnipresenza infinita ci sono molti piani di coscienza, potete essere sicuri di questo.Poiché io vado a stabilirmi in un nuovo e più chiaro livello di consapevolezza, anche voi crescerete e mi incontrerete di nuovo a quel livello.
"Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via? Gli disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto." 14:5..7
In risposta alla domanda posta da Tommaso, Gesù risponde: Io ( coscienza cristica ) sono la via per la coscienza cosmica e sono la verità e la vita. "Verità e vita" sono la natura di questa pura coscienza. Nessun uomo sperimenta la coscienza cosmica senza muoversi attraverso i livelli di coscienza cristica, che è la porta di accesso. "Se sperimenti questo stato ( se conosci me ), conoscerai ( sperimenterai ) Dio, ma nel futuro, lo sperimenterai". Filippo, un discepolo che in quel momento era presente, non è ancora consapevole di quello che Gesù sta cercando di spiegare e chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Gesù spiega ancora i livelli di consapevolezza e continua.:
"..anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre" 14:12
Chi è in comunione con lo stato della coscienza cristica potrà fare grandi opere come io ho fatto, e anche cose più grandi in proporzione alla sua realizzazione ed abilità.
"Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò." 14:13,14
.e qualunque cosa vogliate vedere compiuta, rimanendo nella realizzazione della coscienza cristica, dovrete solo volerla ed essa sarà fatta. A questo livello, l'anima realizzata vede chiaramente la materia mentale apparire come materia.
"Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi." 14:16,17
Io intercederò affinché la vostra coscienza possa essere aperta, in modo che voi possiate diventare consapevoli del consolatore ( lo spirito santo, Om, Amen ), e attraverso la sua ferma contemplazione, seguirlo fino all'origine, che è Dio. Comprenderete a quel punto lo spirito della verità, anche se altri non potranno, perché non sono ricettivi come voi.
"Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui" 14:18.21
Io non vi abbandonerò. Fra poco lascerò fisicamente questo mondo. Voi sarete in grado di vedere e comprendere la coscienza cristica attraverso la pratica della meditazione, e a causa dell'evoluzione spirituale che ne risulterà. Quando realizzerete me ( coscienza cristica ) capirete il rapporto tra questi livelli di consapevolezza. Vedrete che non c'è separazione. Chi vive secondo le leggi spirituali e pratica la profonda meditazione, realizzerà l'infinito e diverrà un'anima liberata.
"Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" 14:26
Quando i seri ricercatori della verità si mettono in sintonia con la vibrazione cosmica ( spirito santo ) l'intuizione è risvegliata, fa riaffiorare ricordi di autorealizzazione e permette alla persona di accedere al "magazzino" del subcosciente, in modo che tutte le cose sentite e sperimentate possano essere richiamate alla memoria facilmente.
Gesù ora benedice i suoi discepoli e li assicura della sua immersione nell'oceano della coscienza cosmica. Egli dice anche loro che "Il principe di questo mondo" verrà per lui, e "non avrà nessun potere su di lui" ( Giovanni, 14:30 ). Ossia, il senso di illusione cercherà di invadere la sua coscienza, ma non ci riuscirà perché essa è pura e non ci sono immagini mentali con le quali le idee illusorie possono corrispondere. Gesù si sta preparando a lasciare il mondo stabilendosi nella realizzazione interiore della sua natura divina.
"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" 15:1.5
La coscienza cristica è il canale attraverso il quale la vita e il potere fluiscono nella creazione. Ogni attributo non sviluppato dentro la coscienza dell'uomo è rimosso o ridotto ad uno stato dormiente. Ogni attributo che è in grado di dare frutti, aumenta in valore. Di tanto in tanto però, anche gli attributi che danno frutti sono testati e purificati nel fuoco della disciplina, in modo da poter dare ancora più frutti. Tutti gli uomini sono sostenuti dalla luce interiore ( la coscienza cristica ) e sono pertanto tralci della vite, dipendenti dalla vite per la vita. A meno che non si impari a diventare coscientemente consapevoli della nostra natura coscientemente cristica, non possiamo compiere niente che abbia un effettivo valore a livello spirituale nel mondo.
"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda." 15:16
Non fu un caso che Gesù chiamò proprio quei discepoli. Egli li conosceva dal passato e riconobbe in loro determinate qualità che potevano essere sviluppate e usate per il bene del mondo. I discepoli furono assicurati del fatto che, fintanto che sarebbero rimasti nello stato coscientemente cristico ( .. nel mio nome ), avrebbero potuto avere tutte le loro richieste soddisfatte. "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, per questo il mondo vi odia." 15:18,19
Poiché il mondo ( le persone che sono nell'illusione ) non conosce la verità su Dio e sulla natura delle cose, esso resiste e ostacola chiunque dice di conoscere. Le persone in sintonia con la coscienza umana ordinaria, vivono bene insieme alle masse a questo livello di comprensione.
"Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio" 15:26,27
Quando i discepoli sono spiritualmente risvegliati e in sintonia con l'OM ( spirito santo ) che si emana dalla pura coscienza, essi possono avere poteri che vanno oltre le capacità umane, diventare autorealizzati e conoscere la verità d'essere unità spirituali, uno con Dio. Lo sono stati dall'inizio, e lo possono realizzare come Gesù lo realizzò di se stesso.
"Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò" 16:7
Gesù dice loro che se lui non li lasciasse nella forma fisica, essi continuerebbero a vederlo in quel modo invece di meditare e comprendere le proprie nature divine. Gesù sta parlando come un guru saggio, che sa quello che è meglio per i suoi discepoli. Egli sa inoltre di essere in grado, attraverso il suo potere di benedire, di aiutarli a "vedere attraverso" i loro problemi e le false nozioni in modo da permettergli di risvegliarsi spiritualmente.
Nel capitolo diciassette, troviamo Gesù pregare per i suoi discepoli affinché essi siano purificati e spiritualizzati. E' il desiderio di un vero maestro spirituale, risvegliare i propri discepoli il più possibile prima di lasciarli. Alcune delle parole più belle del nuovo testamento si trovano in questa preghiera finale.
"Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" 17:3
Conoscere la vera natura di Dio e quella della coscienza cristica è conoscere la vita eterna.
"E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse" 17:5
Questa è la più alta preghiera che chiunque possa offrire; ossia di essere pienamente consapevole della natura di Dio come all'inizio, prima che la creazione fosse manifestata. Quest'atteggiamento rappresenta il massimo nella vera meditazione.
Dopo che Gesù ebbe pregato e benedetto i suoi discepoli, andò con loro in un giardino che frequentava per periodi di contemplazione. Anche Giuda conosceva questo posto e portò con se degli uomini con armi e lanterne. ( Giovanni 18:3 )
Non c'è prova in questa scrittura del fatto che Gesù fosse stato tradito. Egli conosceva il suo destino e sapeva cosa gli sarebbe capitato in ogni passo del suo cammino. Per una persona cosciente di Dio è impossibile essere ingannato. Ricordate che poco prima, durante la cena, Gesù disse a Giuda di fare quello che doveva, pertanto andò nei giardini con la piena conoscenza del fatto che Giuda sapeva i suoi spostamenti.
Gli uomini portarono Gesù da Anna, il suocero del sommo sacerdote di quell'anno.
"Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: È meglio che un uomo solo muoia per il popolo" 18:14
Non vi è prova nella storia a supporto di questa veduta e, da questo momento in poi, troviamo nel corso della narrazione del vangelo un'inconsistenza dopo l'altra. Non c'è prova che gli ebrei processarono Gesù. Egli fu, invece, mandato da Pilato, il quale, dopo averlo interrogato, disse di non aver trovato nessun torto in lui. Il popolo volle che Barabba fosse rilasciato, e così fu. Gesù rimase prigioniero. Fu quindi frustato con le spine, e una corona di spine fu posta sul suo capo. Pilato lo portò nuovamente davanti al popolo e disse loro di non trovarlo colpevole di alcun crimine. I governanti ebrei vollero che Gesù fosse crocifisso e Pilato accondiscese al loro volere. Gesù fu quindi condotto sul Golgotha, dove fu crocifisso tra altre due persone. Pilato scrisse una nota e la pose sulla croce. La nota riportava " Gesù di Nazareth, Re dei giudei ". La nota fu scritta, si dice, in ebraico, greco e latino. Il vestito di Gesù fu diviso in quattro parti e la sua tunica fu tirata a sorte fra i soldati.
Gli studiosi più acuti trovano il racconto della crocifissione pieno di falsità, leggenda e notizie "per sentito dire". In primo luogo, i giudei, presumibilmente mandarono Gesù da Pilato per il processo. La deduzione è che Gesù dovesse essere condannato perché diceva di essere un re, nonostante questo, è scritto che Gesù affermò davanti a Pilato che il suo regno non era di questo mondo, e questo avrebbe dovuto chiarire il problema e dimostrare che la sua persona non avrebbe potuto essere una minaccia per nessun regnante. Questa semplice spiegazione non è accettata, e la sua morte è ugualmente richiesta. Qui sorge una domanda: Perché non utilizzarono i loro metodi tradizionali di lapidazione e decapitazione?
Se furono i Romani ad ucciderlo, perché non insistettero per un processo vero? Dopotutto, la legge romana era altamente avanzata a quel tempo. Perché i soldati romani, fuori della vista della gente, prima di gettarlo in pasto alla folla, posero una corona di spine sulla sua testa e un mantello color porpora sulle sue spalle? Perché lo umiliarono e lo definirono "re dei giudei"? Questa storia ha tutte le caratteristiche di un'usanza romana di epoca successiva che consisteva nello scegliere una vittima tirando a sorte durante la celebrazione di Saturno. A quel tempo, alla vittima era permesso di presiedere alla celebrazione con fantastica stravaganza. Alla fine della celebrazione la vittima era sacrificata sull'altare di Saturno oppure si toglieva la vita con un'arma fornita per l'occasione.
C'è qualche dubbio sul fatto che i soldati romani compiessero questo rituale in quel periodo dell'anno, perché tradizionalmente era compiuto il 17 dicembre.
Ci sono altre storie che identificano quest'episodio con antiche usanze persiane e babilonesi, dove un giovane re sole, cavalcava durante una processione in primavera. In Babilonia, al tempo del dominio persiano, si teneva una festa intorno al 25 marzo, dove un prigioniero era scelto appositamente e gli erano tributati tutti gli onori e i privilegi di un re durante il periodo del festival. Passato questo periodo, il prigioniero era spogliato di tutti i vestiti, frustato e impiccato.
Ricordando che il fatto della crocifissione di Gesù fu tramandato oralmente da persona a persona, e non scritto per intere generazioni, c'è una sostanziale possibilità che molte tradizioni e usanze furono mescolate con la storia per assecondare i bisogni particolari del compilatore del vangelo. Tutti i vangeli hanno subito notevoli revisioni durante i secoli per assecondare i bisogni dei tempi e le volontà di più di un ufficiale della chiesa.
Alcuni scrittori cercano di spiegare la storia in maniera psicologica. Essi rilevano che ogni uomo è crocifisso sul Golgotha, o che la consapevolezza dell'uomo è confinata dentro il cranio. Secondo la loro opinione, ogni uomo, se vuole essere realmente libero, deve imparare ad estendere la propria consapevolezza oltre il cranio per sperimentare la resurrezione.
Durante tutta la narrazione del vangelo troviamo costanti riferimenti al fatto che i soldati presero le dovute precauzioni affinché nulla fosse fatto in contrasto a quanto ci si aspettasse da loro secondo la profezia. Questo sembrerebbe indicare che i successivi compilatori del vangelo arrangiarono i dettagli della storia, affinché questa coincidesse con la profezia dell'antico testamento, per dargli maggior peso.
Il ventesimo capitolo tratta la storia della resurrezione. Maria Maddalena, arrivata al sepolcro, trova la pietra spostata dall'ingresso e corre da Pietro con la notizia. "Hanno portato il signore via dal sepolcro, e non sappiamo dove lo hanno messo". Pietro ed alcuni discepoli corrono a vedere. Un altro discepolo, non ci è detto chi, arriva per primo, guarda all'interno del sepolcro e trova i vestiti di lino dimessi. Arriva anche Pietro ad esaminare il sepolcro, per trovare solamente i vestiti ed il drappo che copriva la testa di Gesù, posti da un lato. Tutti sono d'accordo sul fatto che Gesù non ci sia, ma, al momento, non sono consapevoli della scrittura che prevede la resurrezione ( Giovanni 20:8 ). I discepoli concludono che Gesù non è più li, ma non ipotizzano oltre. Maria, che rimane dietro ai discepoli, guarda ancora nel sepolcro e vede due angeli in bianco, che le chiedono perché stesse piangendo. Girandosi, vede Gesù, ma non lo riconosce, supponendo che fosse il guardiano. Guardando più attentamente, in ogni modo, capisce chi è. Gesù l'avvisa di non toccarlo, poiché egli non è ancora asceso e la istruisce di andare e informare i discepoli della sua imminente ascesa. Maria segue immediatamente le sue istruzioni.
Quella sera, mentre i discepoli sono raccolti in una stanza con la porta chiusa, Gesù appare improvvisamente in mezzo a loro e dice "La pace sia con voi". Egli mostra loro le sue mani e il suo fianco che hanno ancora i segni dei chiodi e della lancia ( questo, nonostante in quell'epoca ci fosse l'abitudine di legare le mani alla croce non di inchiodarle ).
Otto giorni più tardi, Gesù appare ancora ai discepoli in una stanza chiusa. Successivamente egli è con loro al mare di Tiberiade, dove mangia pani e pesci con loro. In quel momento, in risposta alle loro domande, Gesù informa i discepoli che Giuda si "tratterrà", o rimarrà nel suo attuale stato di coscienza fino a che " io arriverò ", o fino a che egli ( Giuda ) non si risveglierà allo stato di coscienza cristica per essere liberato. ( Giovanni 20:20,21 )
Molti racconti sono riportati in riguardo alla resurrezione. Matteo, nel ventottesimo capitolo scrive che Maria Maddalena e l'altra Maria arrivarono al sepolcro e videro un grosso terremoto. Un angelo del signore discese dal cielo, spostò la pietra dalla porta e si posò sopra di essa. Le donne andarono in fretta a dire ai discepoli di questo drammatico avvenimento e incontrarono Gesù per la strada. Quando si seppe di quest'avvenimento, il sommo sacerdote convocò il consiglio. Essi quindi diedero grosse somme di denaro ai soldati, perché sostenessero che i discepoli erano venuti durante la notte e avevano portato via il corpo. Questo, nonostante una guardia fosse stata posta davanti al sepolcro.
Marco, nel capitolo sedici, racconta la storia in un modo ancora differente. Maria Maddalena e Salomè portarono dell'olio aromatico con il quale imbalsamare Gesù. Esse incontrano un uomo vestito di bianco che dice loro che Gesù è risorto dai morti. Esse quindi ritornano dai discepoli e incontrano Gesù sulla strada. Anche in questo vangelo, Gesù appare ai discepoli.
Luca dice che Maria Maddalena, Giovanna e "l'altra donna" ( 24:10 ) come prime al sepolcro. Due discepoli, sulla via per Emmaus, un villaggio vicino a Gerusalemme, incontrano Gesù, e Gesù cammina con loro, ma essi non lo riconoscono perché " I loro occhi erano chiusi " o, essi non avevano la percezione intuitiva per riconoscerlo. Essi lo riconobbero solamente dopo che Gesù spezzò il pane e diede la benedizione. A quel punto Gesù svanì dalla loro vista. I due discepoli andarono a Gerusalemme e raccontarono agli altri la loro esperienza. Gesù appare nella stanza in quel momento e chiede ai discepoli di esaminare il suo corpo. "Guardate le mie mani e i miei piedi, ( . ) un fantasma non ha carne e ossa come ho io". Quindi, egli mangiò del pesce arrostito, dopodiché egli "aumentò la loro comprensione" poiché potessero capire le scritture. Dopo aver fatto questo, andò con loro verso Betania, li benedisse e ascese, scomparendo dalla loro vista.
Nel libro degli atti, che molti storici pensano essere la continuazione del vangelo di Marco, troviamo due uomini ( Atti 1:11 ) insieme agli apostoli dopo l'ascensione, che chiedono: " Perché guardate il cielo? Lo stesso Gesù che è stato tra voi assunto in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". ( Il nono verso ci dice che la visione dei discepoli fu disturbata da una nuvola ).
Per rendere giustizia ai vangeli, dobbiamo continuare nel libro degli atti e nelle rivelazioni. E' ovvio, dal modo in cui la storia della resurrezione viene raccontata, che molta parte di essa è basata sul sentito dire, e fu messa insieme in epoca successiva. E' mia opinione senza dubbio che quando questo fu fatto, molte altre cose furono inserite nei vangeli, come ad esempio l'idea della morte di Gesù come sacrificio per il mondo. Questo concetto è ovviamente figlio dei culti del mistero. E' assolutamente credibile che Gesù sperimentò ostacoli e persecuzioni quale risultato del predicare una dottrina non popolare. E' anche comprensibile che egli dovette sopportare dolori fisici ed emotivi con lo scopo di elevare spiritualmente i suoi discepoli, com'è probabile che la presenza di Gesù sulla terra, essendo lui un maestro, un essere illuminato, tolse oscurità e confusione dalle menti dell'umanità. Questo, è lo scopo di un Avatar: passare del tempo sulla terra per elevare l'umanità, come parte del piano universale per la redenzione finale - o liberazione - di tutte le anime.
Alcuni racconti dei vangeli affermano che Gesù aveva la capacità di muoversi attraverso la materia solida; apparire nelle stanze chiuse e spostarsi attraverso i muri. Altri, lo vogliono manifestarsi in forma materiale e prendere del cibo. Neanche due vangeli sono d'accordo su quello che avvenne al sepolcro nel giorno della resurrezione. Neanche due vangeli concordano su come Gesù fece la sua apparizione, a chi, e in che sequenza.
Ritorniamo un attimo al processo e alla sentenza di crocifissione. Troviamo molta enfasi posta sul fatto che i giudei erano responsabili per essa, oltre che essere responsabili del fatto che le guardie furono corrotte per dire che il corpo di Gesù era stato portato via dal sepolcro. E' ovvio che i primi compilatori non amavano i giudei e vollero farli apparire in cattiva luce. I compilatori sentivano che i giudei avevano rifiutato Gesù, nonostante questi fosse venuto come loro salvatore. I discepoli, c'è detto, sapendo che Gesù aveva detto "Il mio regno non è di questo mondo", si aspettavano che lui ritornasse e regnasse come un re sulla terra. Molto è stato detto sulla promessa seconda venuta di Cristo dai predicatori e dagli scrittori nel corso dei secoli. Non passa una generazione senza che qualcuno, osservando la scena mondiale per cercare una prova de "l'ultimo giorno", lo proclami in maniera rumorosa. I fondamentalisti cristiani sono sempre nell'attesa che Gesù ritorni e li salvi da un mondo stanco che non li comprende; mancando di capire che l'unica cosa in grado di salvare l'uomo è la realizzazione del cristo interiore, come Gesù fece per se stesso. Solo quando "la mente che era in Gesù" è dentro l'uomo, questo sarà salvato dalle pressioni del mondo e dai conflitti interiori.
Fino a qualche anno dopo che fu veramente ovvio che Gesù non sarebbe ritornato nel suo corpo fisico, i vangeli non furono compilati. A quel punto, era quindi in atto un cambiamento nella filosofia. Dobbiamo dare credito a Paolo per un approccio dinamico al problema, poiché fu lui che ebbe una visione e predicò "Cristo, non nella carne". Egli non aveva conosciuto Gesù in persona, ma predicava con ispirazione di una coscienza cristica universale. La sua predicazione non era limitata ai giudei, ma egli portò il suo ministero altrove ai gentili, alterando la presentazione delle sue idee per venire incontro alle esigenze della gente che incontrava.
Con l'avvento di Paolo, troviamo che il concetto di Gesù è trasformato e universalizzato. Secondo molti studiosi, Paolo è il primo cristiano. Reinhold Niebuhr scrive: "In termini storici, è certamente vero che la cristianità non è la religione di Gesù". Dopo molti studi, Albert Schweitzer e altri erano convinti che, sia molti dei discorsi degli atti degli apostoli, sia le preghiere di Gesù prima della sua esecuzione, sono basate su quello che la gente pensava lui avesse detto. Sappiamo che i vangeli hanno subito diverse alterazioni e revisioni durante i secoli, perciò, un'interpretazione letterale non può essere accettata. Dobbiamo andare oltre le parole scritte per comprendere gli intenti dei personaggi dei vangeli.
Non possiamo dipendere da testi che non concordano; se si deve dar credito alle rivelazioni, quali rivelazioni dobbiamo accettare?
La storia della resurrezione dà speranza a milioni di persone, ma il dramma è basato su antiche celebrazioni primaverili nelle quali la natura rinnova se stessa.
L'insegnamento che Gesù morì per i peccati del mondo è un ritorno alla credenza del valore del sacrificio di sangue, e nessuna persona in grado di ragionare può accettarla letteralmente.
L'uomo è sempre risvegliato a nuovi livelli di comprensione cosciente. Milioni di cristiani accettano Gesù come il salvatore, e se la loro fede li aiuta ad utilizzare quest'ideale come punto di contatto con l'infinito e a trarne un insegnamento elevante, l'utilità è evidente. E' anche bene se essi si sforzano di vivere secondo i precetti attribuiti a Gesù, trovando così la via d'uscita dall'oscurità verso la luce della verità. Non c'è veramente nulla nei vangeli di nuovo o rivelante. I concetti, i suggerimenti e la filosofia generale presentata in essi sono le stesse che si possono trovare in tutte le grandi scritture del mondo. Dovunque ci sia una scrittura che ha soddisfatto i bisogni della gente per un lungo periodo, possiamo trovare un messaggio vitale, interfacciato con miti e storie tradizionali. Questo è vero anche per i vangeli.
Nessuno può negare che esista un'intelligenza impersonale universale che pervade e dirige i movimenti della creazione. Dov'è Gesù adesso? L'immagine popolarizzata di Gesù è fermamente stabile nel subcosciente di milioni di esseri umani al giorno d'oggi, per lo più grazie agli sforzi in pubbliche relazioni da parte delle varie chiese; ma, cosa ne è stato dell'anima che s'incarnò più di 2000 anni fa e interpretò il ruolo di cui abbiamo parlato fino ad ora? Gesù si è incarnato ancora da quel tempo, o è rimasto assorbito nella coscienza di Dio? Gli apostoli pensarono che Gesù sarebbe tornato presto, ma egli non lo fece. Alcuni scrittori sostengono che Gesù lasciò semplicemente quei luoghi e continuò il suo ministero in mezzo ad altre persone in altre terre, vivendo fino a tarda età. Le loro affermazioni non sono basate su prove storiche. La stessa cosa, può essere detta in riguardo alle numerose speculazioni di diversi scrittori, trattanti gli anni della Gioventù di Gesù non menzionati nei vangeli.
Mi sembra più realistico, e più in linea con le parole di Gesù, credere che il salvatore dell'uomo sia la propria coscienza risvegliata. Quando un uomo si risveglia sufficientemente, egli realizza di essere un uomo-Dio, salvato dalla miseria dell'ignoranza. A questo punto i suoi occhi sono aperti, può capire le scritture e, se così ispirato, può compiere grandi opere. ( ... )
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