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SCHEDA ARTICOLO N. «00755»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: ROY EUGENE DAVIS
TITOLO: GLI INSEGNAMENTI NASCOSTI DI GESU'
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

Gli insegnamenti nascosti di Gesù

(Una spiegazione mistica degli insegnamenti di Cristo,
basata sul vangelo secondo Giovanni)

- di Roy Eugene Davis -

(Traduzione a cura di Furio Sclano

fsyukteswarji@yahoo.com )

"All'inizio era il verbo, il verbo era presso Dio, e il verbo era Dio"
Giovanni 1:1

Prima della creazione, la pura coscienza riposava in uno stato
incondizionato e senza vibrazioni. Questo è l'aspetto trascendentale di Dio,
che è perennemente immutabile. Esiste però anche un aspetto manifesto che
appare sotto forma di creazione. I due aspetti non sono separati, poiché
l'aspetto
trascendentale è la sola causa sostenitrice di tutte le manifestazioni
relative.

Per permettere alla creazione di essere manifestata, la pura coscienza
iniziò una lieve vibrazione che perdurò fino a diventare una forza
attivante. Un fluire duale di potere divenne evidente nei poli positivo e
negativo.

Alla "mano destra " apparve l'intelligenza universale ( o coscienza
cristica ) e alla sinistra, il verbo. Alcuni mistici si riferiscono ad esso
con le parole di "Om" o "Amen". L'intelligenza universale, attraverso il
verbo, guida il processo creativo.

"Tutte le cose furono fatte da lui, e senza di lui non c'era niente, di
fatto, che era fatto" Giovanni 1:3

Tutte le cose create sono estensioni in forma della pura coscienza, perciò,
non esiste nulla in questo, o in ogni altro mondo che non sia coscienza in
manifestazione.
La creazione, così come la vediamo, è la vita che agisce su se stessa. È la
mancanza d'intuizione che ci fa concludere che la materia è qualcosa di
diverso dallo spirito con forma. Anche gli scienziati, oggi, dichiarano che
la creazione è energia con forma, e noi possiamo concludere, seguendo
l'energia
fino alla sua origine, che è luce, e che questa non è altro che una
manifestazione di coscienza. Sul percorso spirituale è molto importante
ricordare questa verità basilare: la coscienza, ossia la sola realtà, appare
come creazione.

"In lui c'era la vita; e la vita era la luce degli uomini. E la luce
risplendette nel buio; e l'oscurità non la comprese" Giovanni 1:4,5

Vita e luce sono solamente in quest'oceano di coscienza che è apparso, e
appare, come creazione. Vita e luce esistono anche quando l'uomo è
nell'ignoranza
spirituale, e pertanto non le comprende. Un uomo nell'oscurità, cui manca la
percezione intuitiva, non può percepire la luce che è dentro e attraverso di
sé, e senza la quale lui non esisterebbe. Tutti gli uomini dovranno essere,
alla fine, risvegliati o spiritualmente accelerati in modo da poter
comprendere la verità della vita. Questo risveglio è la seconda nascita, che
risveglia l'intuizione dell'anima e ci permette, sia di divenire consapevoli
delle forze ed elettricità sottili presenti in natura, sia di realizzare
alla fine la vera natura di Dio.

La volontà intellettuale può precedere questo risveglio, ma non può occupare
il suo posto. I gradi di risveglio spirituale sono accompagnati dalle
comprensioni di nuove aree della vita e della coscienza. La legge è la
stessa per ogni uomo: chi cercherà, troverà.

"C'era un uomo, mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come
testimone per portare testimonianza della luce, in modo che tutti gli uomini
potessero credere attraverso di lui. Egli non era la luce, ma ne portava
testimonianza". 1:6.8

Ogni nuovo stadio di consapevolezza cosciente è preceduto da uno stato
riconoscibile di consapevolezza con determinate caratteristiche. Lo stato
precedente porta testimonianza a quello che lo segue. Nella narrazione del
vangelo, Giovanni battista è considerato il precursore di Gesù. Egli preparò
la via per la consapevolezza illuminata che sarebbe stata evidente nella
vita di quest'ultimo, attirando l'attenzione verso la necessità del percorso
spirituale. Giovanni non era la luce, ossia non era completamente illuminato
in quel tempo, ma era sufficientemente consapevole per sapere che
un'espressione
più grande della coscienza di Dio stava per giungere sulla scena.

Secondo la tradizione occulta, Giovanni battista era il guru di Gesù in
un'incarnazione
precedente, con i rispettivi ruoli di Elijah ed Elisha. Nel vecchio
testamento troviamo Elijah dare il suo mantello ( coscienza spirituale ) ad
Elisha, che acquisì nuovo potere e nuova realizzazione. E' tradizione
nell'est,
per un guru, poco prima di lasciare il mondo, di impartire il risveglio
spirituale ad un discepolo scelto che porta avanti il lavoro di mostrare ad
altre anime la via per la liberazione.

"Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel
mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo
riconobbe. Venne in mezzo alla sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A
quanti però l'hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio,
persino a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né dalla
volontà della carne, né dalla volontà dell'uomo, ma da Dio sono stati
generati". 1:9..13

Dio è la vera luce che anima ogni uomo. La manifestazione positiva della
pura coscienza, intelligenza universale ( coscienza cristica ) rivelò Dio,
ma, benché questa luce fu rivelata nella vita di Gesù, il mondo non fu in
grado di concepirla o comprenderla a livello di percezione di massa. Questo
è vero anche oggigiorno. La luce è disponibile oggi come lo è stata in ogni
momento della storia, ma le persone non intuitivamente risvegliate non
possono discernerla. Quando gli uomini sono nell'illusione, le loro
percezioni sono deboli e tendono ad essere materialisti, poiché l'aspetto
materiale della creazione è tutto quello che possono percepire attraverso i
loro sensi. La condizione di illusione nel quale l'uomo vive non è la sua
vera, ed è solamente temporanea.

Quando l'uomo impara a risvegliarsi, e inizia a ricevere ( accettare )
l'infinito
qui e adesso, realizza lo straordinario potere dovuto alla sua comprensione
dell'onnipotenza e dell'onnipresenza. Egli comprende la sua vera natura di
figlio di Dio, essere divino. Ogni anima è spirito individualizzato, e
perciò, è quello che Dio è. Un vero messaggio spirituale incoraggia l'uomo a
risvegliarsi e a realizzare questa verità, in modo da potersi salvare dal
dolore e dalla sofferenza dovute all'ignoranza. Tutti quelli che "credono
nel suo nome" o comunicano con la propria natura divina, sono condotti alla
comprensione della realtà suprema.

Così come la creazione fu manifestata partendo dal puro e incondizionato
stato attraverso stadi successivi, così l'uomo può iniziare da dove si trova
e ritornare alla realizzazione di se stesso come puro spirito. Una persona
che si muove attraverso i veli della consapevolezza, per stabilirsi nella
coscienza cristica ( o intelligenza universale ), finisce per conoscerla e
manifestarla. E' letteralmente vero che tutti devono "pentirsi" o dirigere
nuovamente la propria attenzione dal mondo all'origine di tutte le forme e
apparenze.

L'anima, spirito individualizzato, in verità non è mai nata dalla carne.
Essa si identifica con il corpo a causa dell'ignoranza. Ma il suo inizio era
in Dio, quando lo spirito si individualizzò in esso. E' ovvio che solamente
credere in una dottrina di salvezza non è sufficiente a liberare l'uomo dal
legame terreno, ma, la contemplazione che culmina nella realizzazione
dell'unità
con Dio è una via sicura.

"E il verbo si fece carne e venne a dimorare in mezzo a noi; e noi vedemmo
la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e verità"
1:14

Il verbo ( coscienza attivante ) appare come forma. In questo punto, la
scrittura si riferisce all'incarnazione di Gesù. Egli si incarnò uomo e
apparve come uomo tra gli uomini, ma c'era una differenza. Egli era vicino
all'illuminazione, e perciò di lì a poco sarebbe stato consapevole della sua
missione. Si afferma che quando un essere perfetto - un'anima
autorealizzata - decide di incarnarsi per uno scopo preciso, a causa dello
shock della nascita fisica ci sia un temporaneo annebbiamento della
consapevolezza. Durante i primi anni sul piano terreno, l'anima si risveglia
ancora una volta alla piena realizzazione che possedeva prima di incarnarsi.

Giovanni, essendo intuitivo, era in grado di vedere questa cosa in Gesù e
quindi "vide la sua gloria". Egli era in condizione di discernere la
luminosità spirituale dovuta all'interiore realizzazione di Gesù. Un'anima
consapevole della coscienza cristica ( il solo "figlio unigenito" del Padre,
essendo tutto il resto, una nuova modificazione della stessa ), vive in una
coscienza che trascende la personalità, ed è sempre consapevole della sua
natura divina. Non era Gesù il "solo figlio unigenito", ma la coscienza
cristica. C'è una differenza tra la personalità e l'anima realizzata. La
scrittura, qui rivela che la gloria di Gesù è "come di unigenito dal padre".

Essendo pervaso dalla realizzazione della coscienza cristica, Gesù è,
naturalmente e automaticamente, pieno di grazia e verità, che sono attributi
di questa coscienza.

"Giovanni gli rende testimonianza e grida: ecco l'uomo di cui io dissi,
colui che viene dopo di me, mi è passato avanti, perché era prima di me"
1:15

Giovanni riconobbe Gesù come un essere spiritualmente consapevole e come uno
in cui la pienezza della conoscenza era manifestata. Qui abbiamo un gioco di
parole, "Colui che viene dopo di me, mi è passato avanti, perché era prima
di me". Il ministero della coscienza cristica appare come fase successiva a
quello di Giovanni battista. Quest'ultimo va in ogni caso avanti e dichiara
che la ragione per la quale la coscienza cristica viene prima della sua, è
perché la prima precede, nell'ordine della manifestazione creativa, tutte le
altre ombre di coscienza. Giovanni battista era indubbiamente risvegliato
spiritualmente per essere in grado di scorgere questa verità, ma al tempo
non era completamente realizzato, o, se lo era, era consapevole del suo
ruolo predestinato.

"Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la
legge fu data da Mosè, ma la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù
Cristo" 1:16,17

Ogni uomo è pervaso dalla coscienza cristica e perciò, possiede tutti i suoi
desiderabili attributi, sia che lo comprenda oppure no. In tempi antichi (
in questo caso quelli di Mosè ), quando la consapevolezza delle masse era
debole, un'elaborata lista di leggi fu data per servire come guida del
comportamento umano nella società. Quando l'uomo si risveglia alla sua
natura di essere coscientemente cristico, si eleva sopra le leggi degli
uomini ( benché non le infranga se il suo esempio può danneggiare la
società ) e vive per mezzo della grazia ( di Dio N.d.T. ). Quando viviamo
attraverso la grazia, ci muoviamo in questo mondo in sintonia con la volontà
infinita, e, benché ci si possa conformare esteriormente ( agli altri
N.d.T. ), siamo guidati interiormente in ogni cosa che facciamo.
"Nessun uomo ha mai visto Dio: solo il figlio unigenito, che è nel seno del
Padre, egli lo ha rivelato" 1:18

Nessuna persona che vive nel mondo tridimensionale e che limita la sua
percezione a ciò che è rivelato dai sensi, ha mai percepito la realtà.
Possiamo percepire gli attributi dello spirito: luce, vibrazione, gioia,
beatitudine, pace, amore, onnipresenza, onnipotenza e onniscienza, ma fino a
che siamo limitati a causa della nostra identificazione con le apparenze
esteriori della natura, non possiamo vedere o percepire direttamente
l'aspetto
trascendentale di Dio. Quando una persona percepisce la vera natura del
supremo, e questa visione domina la sua vita, questa persona non è più un
uomo nel senso classico del termine, ma un figlio di Dio risvegliato.

La coscienza cristica, essendo il primo e, quindi, unigenito del Padre (
pura coscienza ), dichiara o rivela la natura di Dio. Poiché la pura
coscienza è incomprensibile ( solo realizzabile ), la coscienza cristica dà
un'indicazione di Dio stesso.

Nei versi che seguono, Giovanni battista va avanti e afferma di non essere
il Cristo ( Non manifesta in quel momento la coscienza cristica ) e nega
persino di essere la reincarnazione di Elijah perché non consapevole di
quella incarnazione passata. Tutto ciò che può dire, è di essere una voce
che grida nel deserto del pensiero umano che prepara la via per uno stato di
coscienza nuovo e più rivelante che sarà incarnato in Gesù.

Giovanni battezzava con l'acqua, e questo è un simbolo di purificazione,
un'indicazione
di una vita trasformata. Egli disse però che, chi sarebbe venuto dopo di lui
( Gesù ), avrebbe battezzato con lo spirito santo. Lo spirito santo ( sacra
vibrazione ) è il verbo, l'OM o Amen. Una persona battezzata o immersa in
esso, sperimenta la spinta magnetica dello spirito che chiarisce mente e
coscienza e permette di poter realizzare Dio.

Una persona può essere battezzata con lo spirito santo sia come risultato di
un forte desiderio interiore di conoscere la verità che forza il risveglio
dell'anima, sia contattando una figura di grande autorealizzazione. La
presenza di un simile essere risveglia ricordi addormentati dell'anima e
forza il risveglio spirituale. Attraverso il nostro contatto con una persona
spiritualmente risvegliata, siamo magnetizzati, le forze vitali sono
accelerate e siamo intuitivamente risvegliati.

A questo punto, nel ventinovesimo verso, Giovanni battista vede Gesù e si
prepara a battezzarlo. Benché Gesù sia destinato a recitare un ruolo
esteriore più drammatico di Giovanni, egli segue lo stesso il percorso
secondo la tradizione e va da Giovanni, il suo Guru, per il tocco mistico:
l'niziazione - o risveglio -. Mentre Giovanni lo battezza con l'acqua, in
conformità al suo rituale, Gesù ha un'esperienza ed è elevato oltre la
condizione umana.

"Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo spirito scendere come una
colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha
inviato a battezzare con l'acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai
scendere e rimanere lo spirito è colui che battezza con lo spirito santo".
1:32,33

Giovanni fu condotto dallo spirito sino ad un livello meraviglioso. Egli
sapeva che, mentre faceva il suo dovere di battezzare e cercare di
risvegliare spiritualmente le persone, avrebbe, alla fine, incontrato un
essere che avrebbe indicato il compimento della sua missione. Giovanni vide
che lo spirito sembrava discendere e che la consapevolezza di esso
"dimorava", o rimaneva. Ora, molte persone hanno un barlume di visione
cosmica, quindi ritornano al loro stato normale di coscienza, ma, come
Giovanni comprese, in quel momento era davanti a lui una persona che, per
virtù dell'essere ricettiva, era in grado di ritenere la consapevolezza di
Dio una volta risvegliata. Questa era la prova che Giovanni stava cercando
ed era anche "l'inizio della fine" del suo personale ministero. Da quel
momento in avanti, il lavoro vitale si sarebbe manifestato nel susseguirsi
di azioni compiute da Gesù. Giovanni era così sicuro di aver incontrato il
suo successore che testimoniò:

"...che questo è il figlio di Dio" 1:34

Chiunque diventi consapevole della propria reale natura di essere
spirituale, e viva da questa realizzazione, è un figlio di Dio risvegliato.
Un altro vangelo ci ricorda che dopo questo drammatico risveglio, Gesù si
ritirò in un posto appartato per stabilirsi permanentemente nella sua nuova
coscienza. In quel posto, egli riuscì a resistere alla tentazione delle
tendenze subcoscienti di utilizzare la sua intuizione ed abilità per
guadagno personale. Prendete nota di questa lezione, dalla quale tutti
possiamo trarre beneficio.

A questo punto, il ministero di Gesù iniziò, ed egli procedette per
raccogliere i suoi discepoli intorno a lui. Andrea, Simone, Pietro, Filippo
e Natanaele furono tra i primi. Molti studiosi discutono sul perché questi
uomini seguirono Gesù così prontamente. Comprendendo però la legge occulta
che vuole i discepoli stretti di un Avatar venuto per uno scopo preciso,
incarnarsi in un tempo conveniente per assisterlo e lavorare con lui, non è
strano che quando Gesù li chiamò, essi risposero velocemente.

Un maestro conosce i suoi discepoli e spesso, il discepolo, quando è
chiamato, si risveglia immediatamente ed entra in un rapporto di
collaborazione con il maestro. Come Giovanni battista riconobbe Gesù per
quello che era, così Gesù era in grado di riconoscere i suoi prescelti. Gesù
disse di Natanaele:

"Guarda un israelita nel quale non c'è falsità" 1:47

Natanaele era senza malizia. Egli era puro o aperto, e quindi il tipo ideale
per ricevere la saggezza dei tempi.
Egli fu lo stesso sorpreso, e chiese: " Come mi conosci? " Gesù rispose: "
Prima che Filippo ti chiamasse, io ti avevo già visto ".
Questo accadimento impressionò Natanaele, ed egli accettò Gesù come
precettore o Guru. D'altro canto, Gesù fu contento di questa pronta risposta
da parte del suo discepolo, e gli disse che poiché era stato ricettivo,
avrebbe visto cose più grandi ( più importanti di mere dimostrazioni di
chiaroveggenza ), come cieli aperti e angeli ( esseri astrali ) ascendere e
discendere sul figlio dell'uomo. Egli sarebbe stato in grado di percepire le
anime vestite di luce astrale entrare ed uscire dai corpi, ed avrebbe anche
potuto percepire gli esseri celestiali che avrebbero comunicato in seguito
con Gesù.

Da questo momento in poi, seguendo la narrazione di Giovanni, il ministero
di Gesù si muove avanti nel tempo. Lo troviamo nel secondo capitolo alle
nozze di Cana, e da lì a Gerusalemme. Laggiù è descritto come talmente
seccato a causa delle attività del tempio, scambio di denaro, compravendite
ecc. che è riportata la sua reazione alquanto violenta con lo scopo di
mettere ognuno al proprio posto.

A quel tempo, molti avevano visto i suoi miracoli di guarigione ed erano
rimasti impressionati, ma egli non sì "confidava con loro, perché li
conosceva tutti", ossia, era consapevole del livello di comprensione
dell'uomo
medio, e non vide quindi la ragione per dichiarare loro chi egli realmente
fosse e forzarli così a soffermare l'attenzione sulla sua persona in un modo
o nell'altro.

Un fariseo, Nicodemo, raggiunse Gesù nella notte e affermò di credere nella
consapevolezza spirituale di Gesù." poiché nessun uomo può fare questi
miracoli, a meno che Dio non sia con lui" ( 3:2)

"Gesù rispose e gli disse: In verità ti dico, a meno che un uomo non nasca
nuovamente, non può vedere il regno di Dio" 3:3

Qui è affermata una profonda verità. Salvo che un uomo non nasca in un nuovo
stato di coscienza, non può comprendere le verità sottili della vita, non
può sperimentare uno schiarimento della sua coscienza e non può realizzare
l'ultima
realtà. Nicodemo, come molti uomini in stato di coscienza ordinario, non può
capire questo, e così dice: "Come può un uomo nascere quando è già
vecchio?".Gesù risponde:

"Io ti dico, a meno che un uomo non sia nato dall'acqua e dallo spirito, non
può entrare nel regno di Dio" 3:5

L'acqua sta ad indicare gli elementi del mondo fisico. Un uomo deve, perciò,
nascere in una maniera normale e, in seguito, risvegliarsi spiritualmente
per dirigersi coscientemente verso la consapevolezza del mondo della realtà,
ossia la creazione perfetta non distorta da errori e false percezioni, del
quale questa dimensione ordinaria è solo un riflesso.

"Quello che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo spirito è
spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: devi nascere nuovamente. Il
vento soffia dove vuole, tu lo senti, ma non puoi sapere da dove arriva e
dove va; così è di chiunque è nato dallo spirito". 3:6..8

Tutto ciò che è sotto la legge dell'incarnazione fisica, deve vivere secondo
le leggi materiali, ma quando l'anima si risveglia spiritualmente, essa può
vivere in accordo al nuovo livello di comprensione. " Non siate sorpresi per
questo ", c'è detto, poiché l'accettazione intellettuale rende più facile la
comprensione. Il vento soffia dove vuole e noi possiamo sentirne il suono,
ma non sappiamo da dove viene e dove sta andando. Chi nasce dallo spirito è
così, si muove a piacere attraverso questo mondo, ma i suoi movimenti sono
sempre in linea con la volontà cosmica, poiché egli è sempre in sintonia con
essa. Una persona intuitivamente risvegliata non segue un piano rigido di
azione a meno che non sia per uno scopo specifico. Per la maggior parte dei
casi, compie quello che deve compiere nel momento più opportuno e giusto.

Nicodemo non capisce ancora e Gesù gli dice che gli sta parlando di quello
che lui vede e conosce:

"Se ti ho detto di cose terrene, e non mi credi, come potresti credere se ti
parlassi di cose celesti"? 3:12

Gesù rileva il concetto secondo il quale un uomo può vedere solo quello che
il suo livello di comprensione gli permette. La risposta non soddisfa ancora
Nicodemo, e siccome questo non può comprendere semplici verità, in questo
momento non è ovviamente in grado di comprendere realtà più sottili. Gesù
continua:

"Eppure nessun uomo è mai salito al cielo, fuorché il figlio dell'uomo che è
disceso dal cielo" 3:13

Gesù spiega che nessun uomo può ascendere alla consapevolezza celeste, il
regno della realtà, a meno che non discenda da quel livello di comprensione.
In altre parole, tutte le anime, anche quelle che non sono consapevoli della
loro natura, risiedevano una volta nella dimensione della libertà e della
beatitudine, prima di essere coinvolte nell'apparenza esteriore della
natura. E' per questa ragione che gli è possibile risvegliarsi e divenire
nuovamente consapevoli di quelle stesse realtà già conosciute. Ogni anima,
durante l'atto creativo iniziale, "cadde" nel coinvolgimento della creazione
ad un qualche livello. Alcune divennero coinvolte al livello della creazione
materiale, altre, furono coinvolte nelle dimensioni sottili di luce e
"caddero" in seguito nella creazione materiale poiché la loro curiosità
vinse su di loro. Poiché ogni anima è divina, risvegliarsi e realizzare (
ricordare ) la natura di Dio è possibile per tutti.

"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così anche il figlio dell'uomo
deve essere innalzato, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la
vita eterna" 3:14,15

Gesù qui si riferisce al vecchio testamento ( Numeri 21: 9 ) dove Mosè
eresse un serpente di rame ( era un simbolo di salvezza N.d.T. ) per il suo
popolo da guardare quando essi erano in tribolazione. Apparentemente questo
permise loro di innalzare le loro coscienze, liberandoli dai problemi e
dalla discordia. Allo stesso modo, per le persone di questa generazione ( mi
riferisco al tempo di Gesù e a qualunque altro nel quale le masse non sono
risvegliate ) è una buona idea elevare il figlio dell'uomo ( Gesù ) ad un
livello dove, attraverso la contemplazione di questo ideale, le persone
possano elevarsi oltre i problemi, frutto del pensare in maniera egocentrica
e del comportamento mal guidato.

Coloro che potranno sostenere coscientemente questa visione verso l'alto,
potranno, con il tempo, " credere in lui ", ossia essere in grado di
discernere la verità spirituale del ministero di Gesù e percepire
intuitivamente la coscienza cristica impersonale. Questo permetterà loro di
non perire ( perdersi nella confusione e nei problemi ) e risulterà nella
realizzazione della vita eterna. Un'anima non può perire ( nel senso di
essere distrutta ), ma può - rifiutandosi di mantenere l'attenzione
sull'origine
- perdersi nella confusione delle opinioni e teorie conflittuali, perdendo
di vista la vita e la vera luce.

"Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" 3:16

Dio, la coscienza, la sola realtà, per manifestarsi nella creazione dovette
estendere dei flussi elettrici duali. L'impulso positivo iniziale fu
l'intelligenza,
senza la quale la creazione sarebbe stata cieca e disordinata.
Quest'intelligenza
è il " solo unigenito " del padre. Tutte le anime - indipendentemente dal
loro grado di illusione - che " credono " o comunicano con la coscienza
cristica, si risvegliano alla realizzazione della loro vera natura e
conoscono coscientemente la " vita eterna ".

Dopo il battesimo dello spirito santo - o risveglio spirituale iniziale - il
sincero ricercatore della verità è istruito sul come contemplare la
coscienza cristica, quella che è più vicina al " padre ", lo stato
trascendentale. Facendo questo con successo, l'anima è in grado di
sperimentare la chiara consapevolezza, e da questo livello può divenire
consapevole della sua natura divina. E' letteralmente vero che la sola via
per raggiungere l'autorealizzazione è attraverso il risveglio spirituale (
la seconda nascita ), la contemplazione della coscienza cristica (
intelligenza universale ), e la consapevolezza dell'aspetto trascendentale
di Dio. Indipendentemente dalle tecniche, dai metodi e dalle credenze, tutte
le anime seguono la stessa strada per raggiungere la liberazione.

"Dio non ha mandato il figlio nel mondo per condannarlo, ma perché il mondo
si salvi attraverso di lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non
crede in lui è già condannato, poiché non ha creduto nel nome dell'unigenito
figlio di Dio ". 3:17,18

L'intelligenza infinita che pervade tutto lo spazio e anima ogni forma, non
condanna. Nel mondo, coloro che sono nella coscienza mortale, possono
salvarsi dal dolore causato dall'illusione " credendo in... " ( comunicando
con... ) questa intelligenza.

Chi non " crede in... " ( comunica con... ) essa, dovrà continuare
nell'ignoranza
spirituale fino a che non sarà alla fine risvegliato. Essi si condanneranno
da soli a vagare nell'illusione per tutta la durata della loro ignoranza.

Dio non punisce le anime, che sono individualizzazioni di lui stesso. Le
anime nell'illusione devono continuare nella loro condizione cieca fino a
che non si risveglieranno ed impareranno a contemplare la vera natura di Dio
( loro stessi ). A quel punto, essi sperimenteranno la liberazione.

I principali fattori limitanti da superare sono cinque in numero, e più
precisamente:

Ignoranza - Un'anima è ignorante dell'unica verità sulla vita quando si
identifica incoscientemente con la natura. Questa condizione è la causa di
tutti i problemi umani.

Senso dell'ego - E' la credenza di essere separati da Dio. La cura per
l'egoismo
è l'umiltà, ossia comprendere che Dio è l'unica realtà che appare come ogni
cosa in natura. Non esiste nulla che sia separato dal supremo.

Attaccamento ( in senso generale N.d.T. ) - E' un'indicazione che una
persona non capisce realmente la verità che la coscienza appare come tutte
le cose. La cura per questo atteggiamento è di smettere di contare
esclusivamente su persone specifiche, condizioni o cose nel mondo, e
dirigere l'attenzione verso l'origine del tutto.

Avversione - Rigettare istintivamente ogni manifestazione della vita
significa non comprendere che Dio è in tutto e che egli si esprime
attraverso ogni cosa. Quando osserviamo una situazione creata da persone non
sagge, che secondo la nostra opinione non sembra essere in accordo con il
piano divino, non dovremmo rigettarla, ma, sforzarci di mettere ordine,
direzione e scopo in essa.

Attaccamento al corpo - Benché sia importante mantenere il corpo in salute
in modo che ci serva bene, dobbiamo anche ricordare che la nostra vera
natura è spirito e che il corpo è solo un veicolo che, un giorno, sarà
abbandonato.

"E il giudizio è questo: La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini le hanno
preferito le tenebre, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque,
infatti, compie il male, odia la luce e non viene ad essa perché non siano
svelate le sue opere. Ma chi opera la verità, viene alla luce, perché appaia
chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" 3:19,21

Quando gli uomini sono nello stato di illusione, essi sono come ipnotizzati
e non possono capire nulla riguardo alle verità sottili della vita. Essi
preferiscono la loro condizione perché non hanno conosciuto nient'altro.
Essendo nell'oscurità, essi sono in uno stato negativo e ricercano se stessi
in quasi tutte le cose che fanno o pensano. A questo livello le persone
tendono ad essere ciniche, competitive e critiche verso quegli insegnamenti
spirituali che possono invece rivelare loro la luce e mettere a nudo la loro
mancanza di comprensione. Queste persone difendono il loro punto di vista
sulla vita con lo scopo di proteggere e giustificare se stessi.
D'altro canto, una persona che si muove verso la luce
dell'autorealizzazione,
ama l'idea di un'ulteriore evoluzione perché desidera essere in armonia con
il principio creativo in ogni cosa. Queste persone vogliono che le loro
azioni siano " fatte in Dio ", ossia, che siano compiute nella
consapevolezza del supremo.

Poco dopo, sorge la questione della purificazione ( Giovanni, 3:25 ). Alcune
persone si recano dal battista e sostengono che Gesù, il quale era stato
battezzato proprio da Giovanni, sta attirando a sé tutte le persone. Queste
persone sentono che il ministero di Gesù è più grande, più efficace e dà più
risultati di quello di Giovanni. Quest'ultimo non è invidioso perché conosce
bene la sua missione e quella del suo discepolo, Gesù. Egli dice:

"Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo" 3:27

"Egli deve crescere e io, invece, diminuire" 3:30

Giovanni battista riconobbe che le esperienze di un uomo sono il risultato
della sua realizzazione interiore. Egli sapeva che Gesù aveva la
consapevolezza della sua missione e che avrebbe attirato gli uomini verso
una vita più elevata. ( Tutti gli uomini sono, con il tempo, attirati verso
la realizzazione della coscienza cristica ). Egli sapeva inoltre che la sua
missione era ormai conclusa e che la sua influenza sarebbe diminuita, mentre
quella di Gesù sarebbe aumentata. Egli non era triste, ma felice di vedere
il compimento della sua missione. Egli disse:

"Infatti, colui che Dio ha mandato, parla le parole di Dio, perché Dio gli
ha dato lo spirito senza misura" 3:34

Chi è un canale aperto dell'infinito, può vedere e parlare chiaramente. Il
potere spirituale non gli è stato dato con una qualche misura, ma
illimitatamente, perché lo spirito è illimitato.

Nei primi cinque versi del capitolo cinque, leggiamo che Gesù, divenuto
consapevole della confusione causata dal suo successo personale, in
contrasto con il battista, e lasciò la Giudea per la Galilea. Qui, la
confusione era tra i farisei e non tra Giovanni e i suoi seguaci. E' anche
riportato che a quel tempo Gesù non battezzava direttamente, ma lasciava
questa responsabilità ai suoi discepoli. Durante il viaggio, Gesù si fermò
presso un pozzo, e una donna samaritana sopraggiunse per prendere
dell'acqua.
I discepoli erano andati in città per prendere del cibo, e Gesù chiese alla
donna dell'acqua. La donna fu sorpresa perché era samaritana, e di solito i
samaritani non avevano a che fare con i giudei. Gesù a quel punto informò la
donna che se lei avesse saputo chi lui fosse - se avesse conosciuto la sua
natura di anima cosciente in Dio -, avrebbe chiesto "acqua viva". Un
maestro, quando gli è richiesto, può risvegliare nel discepolo ( quando
questo è in sintonia ) la consapevolezza dell'anima in modo che il discepolo
stesso, cosciente della sua natura divina, diventi anche cosciente di vivere
grazie al potere dello spirito che scorre liberamente.

Quando la donna chiese a Gesù circa l'acqua di cui parlava, egli le rispose
di chiamare suo marito. La donna rispose di non averne. Gesù dimostrò in
questo caso chiaroveggenza - o visione chiara - dicendole che ciò che lei
affermava rispondeva a verità. Lei, infatti, non aveva marito, ma aveva
conosciuto almeno cinque uomini con i quali aveva vissuto, e l'uomo con il
quale stava vivendo in quel momento non era suo marito.

La donna fu sorpresa, e dichiarò che Gesù dovesse essere un profeta,
altrimenti non avrebbe potuto sapere questo su di lei. Quando disse -
secondo la sua tradizione - che la montagna era il suo posto di adorazione,
Gesù la illuminò:

"Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in
Gerusalemme adorerete il padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi
adoriamo quello che conosciamo. Ma è giunto il momento, ed è adesso, in cui
i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre li
cerca. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono farlo in spirito e
verità" 4:21.24

Nell'adorazione, il posto non è importante. Poiché Dio è spirito, chi vuole
adorare il Padre con successo deve comunicare spirito con spirito. L'anima,
essendo spirito individualizzato, deve essere realizzata così, ed è per
questo che tutti i legami alla tradizione ed ai rituali devono essere
lasciati da parte.
La donna rimase impressionata e andò nella città per raccontare la sua
esperienza con Gesù. Dopo poco, i discepoli tornarono e offrirono a Gesù una
porzione di cibo. Egli, forse ancora in uno stato di coscienza
trascendentale, disse loro:

" Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete. (.) Il mio cibo è fare la
volontà del Padre che mi ha mandato, e di terminare il suo lavoro". 4:32-34

Il "cibo" o, in ogni caso, quello che sosteneva Gesù, era il potere infinito
che lo motivava e gli dava la visione e il potere di portare a termine il
compito della sua vita. La ragione della sua incarnazione era sempre in
primo piano nella sua coscienza. Gesù sposa perfettamente la descrizione
data nelle scritture orientali di "Avatar", ossia un essere perfetto che
ritorna sulla terra per illuminare l'umanità. Non vi è da meravigliarsi se
gli psicologi che cercano le motivazioni subcoscienti del suo comportamento
non riescono a giungere a delle conclusioni.

L'incarnazione di un'anima autorealizzata è parte di un piano cosmico e di
questo abbiamo conferma sia dal fatto che Giovanni battista stava aspettando
Gesù sia dal fatto che c'erano già discepoli pronti ad essere chiamati per
assisterlo nel suo ministero.

"Non dite voi: ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco,
io vi dico: alzate gli occhi e guardate i campi, perché già sono pronti da
mietere. E chi miete, riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna,
che sia colui che miete che colui che semina possano goderne insieme"
4:35,36

A proposito dei raccolti da mietere, possiamo dire il tempo della mietitura
guardando i segni che la precedono. In materia spirituale, invece, benché
noi possiamo dire in base ai segnali che precedono il risveglio che stiamo
per raccogliere i frutti della serenità e della beatitudine interiore, non
abbiamo bisogno di aspettare.
Dirigendo l'attenzione verso la natura di Dio, possiamo immediatamente
"mietere il raccolto" dell'autorealizzazione e "raccogliere i frutti della
vita eterna". Possiamo quindi manifestare gli attributi dello spirito e
realizzare la verità che chi miete e chi raccoglie sono la stessa cosa. Chi
miete è Dio, e lo è anche chi raccoglie.

Abbastanza naturalmente, ci furono alcuni che poterono accettare questa
dottrina e altri che non poterono farlo. Gesù continuò a muoversi in
Galilea, e gli fu chiesto da un uomo di guarire suo figlio. Gesù disse
semplicemente: " Vai per la tua via, tuo figlio vivrà ". L'uomo tornò a
casa, con fede, e trovò il figlio guarito dalla febbre che lo aveva divorato
fino al momento in cui Gesù non aveva pronunciato quelle parole a suo padre.
Questo è considerato come il secondo miracolo. Alla luce dei moderni
insegnamenti della verità, sappiamo che è relativamente semplice, per una
persona in completa sintonia con Dio, "parlare il verbo" e guarire a
distanza, ma ancora oggi, simili guarigioni sono considerate da molti come
miracoli.

Dopo questo accadimento, Gesù si trasferì a Gerusalemme e lì, presso il
mercato delle pecore, c'era una piscina chiamata "Betzata". Molte persone
frequentavano questo posto come un altare di guarigione, nella speranza di
essere curate.

Un uomo non era in grado di entrare nella piscina e lo disse a Gesù ( 5:7 ).
Quest'ultimo lo istruì di prendere il lettuccio e di camminare, e l'uomo,
credendo nelle sue parole, fece come gli fu detto.

Era il giorno del sabato e i giudei non erano d'accordo sul fatto che un
uomo potesse trasportare il suo lettuccio. Poiché una folla incominciò a
riunirsi, Gesù lasciò quel posto e andò nel tempio, dove, più tardi,
incontrò la persona che era stata guarita.

Egli diede all'uomo un sonoro avviso: "Non peccare più, perché non ti abbia
ad accadere qualcosa di peggio" ( non ritornare al tuo precedente modo di
pensare e credere negativo, o peggiorerai la tua condizione di malato... )

L'uomo pecca, o commette un errore, nel credere e pensare, e crea la sua
limitazione nel corpo o nell'ambiente in cui vive. Questo a causa della
legge dell'equivalenza mentale: Le immagini mentali interiori tendono a
riflettersi come circostanze esteriori.

Ogni persona proietta nell'ambiente che lo circonda quello che segretamente
crede e che è meritevole di sperimentare. Così come una persona può creare
malattia e limitazione, la stessa può, rilasciando questi stessi concetti,
sperimentare salute ed espressione illimitata. Non importa per quanto tempo
siamo stati prigionieri dell'immaginazione mentale negativa; quando
interrompiamo il flusso di questo modo di essere, possiamo essere liberati
in un momento. Questo è il segreto della guarigione istantanea.

L'uomo guarito riportò l'accaduto ai leader giudei ed essi vollero punire
Gesù perché aveva violato il sabato. Gesù risponde: "Il Padre mio opera
sempre, e anche io opero". Quest'affermazione complicò le cose, perché ora
non aveva solo violato il sabato, ma si era anche dichiarato uguale a Dio. A
questo punto della storia, segue una lunga spiegazione del rapporto del
figlio con il Padre. ( La coscienza cristica che riflette la volontà dello
spirito ). La spiegazione è che la coscienza cristica, essendo un'emanazione
dello spirito, può fare solo quello che è spinta a fare; Gesù quindi,
essendo stabile nella coscienza cristica, può solo fare quello che è incline
a fare in quel momento. La sua intuizione, e non la tradizione degli uomini,
è la sua guida.

Nel capitolo sei del vangelo secondo Giovanni, vediamo Gesù oltre il mare
della Galilea. A questo punto è descritto il fatto dei pani e dei pesci. Un
altro miracolo è compiuto, e la moltitudine lo segue, attirata dalle voci
sul suo potere miracoloso. In una discussione con gli scettici, ( 6:24.40 )
la gente dice: "Non è Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo
padre e madre? Come mai allora egli dice di venire dal cielo?" (6:42)

"Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato, e io
lo risusciterò nell'ultimo giorno. E' scritto nei profeti: E tutti saranno
ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a
me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo chi viene da Dio lo ha
visto". 6.44.46

Gesù dichiara che nessun uomo può comprendere le sue parole a meno che non
sia spiritualmente accelerato in modo da poter percepire con gli occhi
dell'intuizione.
E' lo spirito che si manifesta attraverso Gesù che attira lo spirito
manifestato nelle altre persone. Abbastanza naturalmente, chiunque "senta"
con l'orecchio dell'intuizione è attirato verso un vero maestro,
manifestazione di Dio in terra. Colui che " è di Dio " ( che è
intuitivamente consapevole ), può realizzare la sua natura divina. Nessun
uomo può percepire il Padre ( Spirito ), a meno che non sia intuitivamente
risvegliato.

Nel capitolo otto, troviamo Gesù andare al monte degli ulivi. Una mattina,
mentre si trovava al tempio, la gente accorreva perché lui insegnasse loro.
Gli scribi e i farisei gli portarono una donna che era stata riconosciuta
colpevole di adulterio. Essi stavano testando Gesù, dicendogli che Mosè,
nella sua legge, affermava che una simile persona dovesse essere lapidata, e
gli chiedevano che cosa avesse da dire sull'argomento. Ovviamente questa era
una sorta di trappola. Gesù fece finta di non udirli, e fece quello che è
comune fare in certe parti del mondo, quando si è assorti profondamente nei
propri pensieri. Egli si chinò e scrisse sul terreno. Questa è un'attività
senza un senso specifico per avere il tempo di pensare e di far passare un
po' di tempo. Quello che scrisse nella polvere non aveva nessun rapporto con
il momento in questione, indicando che era solamente un gesto senza senso.
E'
riportato che "egli scrisse come se non li avesse uditi".

Dopo aver pensato per un po', egli si alzò in piedi e disse: "Chi è senza
peccato, scagli la prima pietra". Dopo aver detto questo, iniziò nuovamente
a scrivere nel terreno. Non avendo nulla da rispondere a questa domanda di
sfida, gli uomini si allontanarono con calma.

Dopo poco, segue una breve spiegazione, data da Gesù, circa il suo rapporto
con l'infinito e sul come una persona autorealizzata si comporta:

"Io sono la luce del mondo: Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma
avrà la luce della vita" 8:12

Come rilevato nel capitolo d'apertura di questo libro, la coscienza cristica
è quella che illumina il mondo. Ogni anima che si risveglia a questo livello
di coscienza, trascende l'influenza delle tenebre ( la natura ). Un'anima
non realizzata è definita "nel peccato" o "nell'ignoranza". La via d'uscita
dall'oscurità e dall'ignoranza è di cercare la realizzazione e diventare
coscientemente cristici.

" Voi non conoscete né me, né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche
il Padre mio " 8:19

Una persona nell'illusione non può comprendere intuitivamente la verità
circa la natura di Dio. Potrà farlo solo diventando coscientemente cristica.

"Io vado, e voi mi cercherete, e morirete nei vostri peccati. Dove vado io,
voi non potete venire" 8:21

"Voi siete di quaggiù, io sono di lassù. Voi siete di questo mondo, io sono
di un altro. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; poiché se non
crederete che io sono Lui, morirete nei vostri peccati". 8:23,24

Una persona che non è autorealizzata, non può vivere la vita di una che lo
è. Questa persona, a meno che non cerchi l'autorealizzazione, è destinata a
lasciare questo mondo nell'ignoranza ( nel " peccato " ).

Gesù era cosciente di essersi incarnato come un'anima illuminata e dichiarò
di provenire da "lassù", ossia, dalle dimensioni della luce. Coloro ai quali
lui si riferiva in quel tempo, erano invece " del mondo ", o attaccati alle
cose materiali. Egli dichiarò la pura verità, ossia che un uomo, a meno che
non realizzi la sua vera natura di anima coscientemente cristica e non si
risvegli, lascia sicuramente questo mondo in uno stato di illusione.
Ovviamente, tali anime si risvegliano nell'incarnazione successiva o in
quelle che seguiranno.

"Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora
saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato
il Padre, così io parlo" 8:28

Quando innalziamo e purifichiamo la nostra natura umana ci risvegliamo alla
realizzazione della nostra natura divina e possiamo comprendere quella di
una persona spiritualmente elevata come Gesù. Vediamo quindi come la
saggezza scorra da dentro, risultato della coscienza illuminata.

"Se continuerete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi" 8:43

Se un serio ricercatore della verità segue il saggio consiglio di un maestro
realizzato, sarà riconosciuto come un vero discepolo. Egli conoscerà alla
fine la verità sulla natura di Dio, su se stesso, e sul suo rapporto con la
vita. Questa realizzazione lo renderà libero.

A questo punto, quelli che ascoltavano Gesù non riescono a capire bene
quello che egli intende affermare, e Gesù continua:

"Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto
alle mie parole?" 8:43

Le persone non capiscono quello che Gesù afferma poiché esse vivono in un
mondo diverso, ossia una coscienza differente dalla sua. Essi non lo
"ascoltano" e cercano di relazionarsi a quello che lui dice partendo dal
proprio punto di vista, invece di cercare di usare l'intuizione per
comprendere il significato delle parole.

" Voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre
vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella
verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo,
perché è menzognero e padre della menzogna." 8:44

Qui Gesù si riferisce al tessuto della natura già compreso dai saggi
orientali. Gli antichi si riferivano a quanto qui espresso come a Maya;
composta dagli elementi di spazio, tempo, movimento e particelle di luce,
dalle quali le forme della creazione furono plasmate. Un'anima che divenga
coinvolta con questo tessuto della natura è illusa, perché l'intuizione è
disturbata. Una persona completamente identificata con tutto questo è " del
Diavolo " -nella terminologia del nuovo testamento - perché la parola greca
diabolus significa Diavolo. I saggi dell'antico testamento si riferivano ad
esso come a "Satana", o "l'avversario", ossia, quello che una persona sul
percorso spirituale deve combattere e - alla fine - superare per ottenere
l'illuminazione.
Si dice quindi che una persona la cui attenzione è principalmente centrata
nelle cose del mondo, senza guida Divina, è coinvolta con il lavoro del
Diavolo. Il Diavolo, Satana, Maya, il senso di illusione o in qualunque modo
vogliamo chiamarlo, è la causa dell'errore. Non esiste verità in esso. E'
solamente la sostanza utilizzata dalla suprema intelligenza per dare forma
ai mondi.

"In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai
la morte" 8:51

Se si rimane nella realizzazione della coscienza cristica ( "osservare la
mia parola" ), le fluttuazioni della consapevolezza cesseranno. La
realizzazione della vera natura dell'anima, che è spirito individualizzato
( quindi indistruttibile, senza inizio e fine ), distruggerà i precedenti
concetti di morte, stanti a significare la fine o l'interruzione della
consapevolezza.

Questi concetti scuotono realmente le persone che ascoltano, ed essi
domandano a Gesù se lui si considera più grande di Abramo. Gesù risponde:

"Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo
vide e se ne rallegrò" 8:56

Abramo provò godimento nel realizzare la coscienza cristica ( che è
impersonale e accessibile a tutti ).
E' quindi chiesto a Gesù:

"Tu non hai ancora cinquant'anni, come puoi aver visto Abramo?" 8:57

"Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse,
Io Sono" 8:58

Tanto tempo fa, prima che Abramo esistesse, lo spirito già esisteva. Una
persona cosciente di Dio può dire: " tutti quelli che hanno realizzato la
verità su se stessi, persino secoli fa, hanno realizzato la mia coscienza".

Non c'è promessa la vita eterna nel futuro in funzione delle opere buone nel
mondo. Il messaggio di Gesù è che la vita eterna è qui e adesso per chiunque
possa risvegliarsi ad essa.

- o -

Nel capitolo nove, leggiamo della guarigione di un uomo cieco dalla nascita.
I Farisei non possono capire come Gesù osi guarire il sabato. Inoltre, se
egli non è un uomo giusto, qual è il suo segreto nel fare il bene?

"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la
porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece
entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le
pecore ascoltano la sua voce: egli le chiama una per una e le conduce
fuori." 10: 1..3

Questa è una parabola che ci dice di elevarci spiritualmente. Dobbiamo avere
motivazioni pure e andare direttamente nel "regno". Solo una simile persona
è in grado di essere uno strumento, attraverso il quale può essere mostrata
la via per la realizzazione di Dio agli altri. Una persona che non va
direttamente nel "regno", - la pura realizzazione di Dio - ma che, invece,
cerca la realizzazione per guadagno personale o per esercitare il potere a
scopi illeciti, è letteralmente un ladro e un brigante. Queste persone
tendono ad esercitare l'occultismo in maniera negativa o a diventare degli
intermediari pseudo-spirituali negli affari altrui. Una persona bramosa di
conoscere la verità deve sforzarsi di realizzare la coscienza cristica,
ossia la porta per la coscienza di Dio. Indipendentemente dal fatto che
questo livello di coscienza possa essere definito come cristico,
intelligenza universale, o la dimensione degli esseri perfetti...è sempre la
sola via per la realizzazione di Dio.

" Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e
uscirà e troverà pascolo." 10:9

La coscienza cristica è sempre la porta per la coscienza trascendentale.
Chiunque entri per questa porta sarà "salvato" dall'ignoranza e dal dolore.
Una simile persona può "entrare e uscire" o andare e ritornare a volontà,
rimanendo sostenuto da essa. Questa esperienza è definita "Samadhi" dagli
illuminati orientali. Samadhi significa "realizzazione dell'unità". Quando
entriamo in questo stato di coscienza durante la meditazione, la nostra
felicità eterna e la successiva liberazione sono assicurate.

"Il ladro non viene, se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono
venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" 10:10
Il "ladro", ossia una persona che è solo parzialmente realizzata e non ha
motivazioni pure, fa più male che bene, confonde gli altri e distrugge la
speranza. La pura coscienza cristica, rivelata nel ministero di una persona
autorealizzata seriamente dedicata a quello che fa, risveglia le anime e
mostra loro la via per la vita abbondante. La libertà, la mancanza di
limitazione, salute e felicità, aspettano la persona che percorre la strada
dell'autorealizzazione. Quando, come risultato dell'autorealizzazione, le
false nozioni sulla vita sono dissolte, la completezza è l'effetto naturale.

"Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono. Io
do loro la vita eterna, non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla
mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può
rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre, siamo uno". 10:27.30

Gesù afferma: "I miei veri discepoli comprendono intuitivamente il mio
messaggio, e seguono le mie istruzioni in modo che essi possano risvegliarsi
e realizzare quello che ho realizzato io. Io, ( in quanto espressione della
coscienza cristica ) dono loro la consapevolezza della vita eterna, ed essi
non periranno mai ( non diventeranno mai persi e confusi ), né potranno mai
essere rapiti dalla mia mano ( nessuno potrà mai fuorviarli dal loro
obiettivo di realizzare quello che ho realizzato io ). Mio Padre, Dio, che
me li ha dati, è più grande di qualsiasi altra cosa ( poiché è l'origine e
il sostenitore di tutto ) e nessuno può attirarli via da lui. Io sono uno
con il Padre. ( La mia natura, la coscienza cristica, è la stessa di Dio ).

Nel capitolo undici troviamo la storia della resurrezione di Lazzaro. Le due
sorelle di Lazzaro, Maria e Marta, andarono da Gesù a riportargli della
malattia che aveva colpito il fratello. Quando Gesù fu informato, egli
disse: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, in modo
che anche il figlio di Dio possa essere glorificato". Nel linguaggio
moderno, potremmo tradurre così: " Questa condizione non risulterà nella sua
morte, ma sarà un mezzo per avere una più grande realizzazione della sua
vera natura, quando la coscienza cristica si manifesta in lui". Gesù non
cerca di andare da Lazzaro in quel momento, ma rimane ancora due giorni nel
posto in cui è. Dopo questo breve periodo, chiede ai suoi di seguirlo ancora
una volta in Giudea. I discepoli, ricordando il precedente viaggio dove
erano stati quasi lapidati, cercano di dissuaderlo, ma il maestro, sempre
con pieno controllo, spiega loro che un uomo non inciampa e non commette
errori se cammina alla luce dell'intuizione ( la luce del giorno ). Egli
afferma di sapere dove sta andando e perché, e che il viaggio è sicuro (
Giovanni 11:10 ).

Leggiamo che quando Gesù arrivò alla tomba e seppe che Lazzaro era morto, se
ne risentì e persino pianse. Davvero una strana reazione! Egli non aveva
avuto fretta di arrivare in quel luogo e aveva assicurato le due sorelle che
la malattia non sarebbe stata fatale.

A quel punto, si alzò e si diresse verso l'ingresso della tomba, ossia una
caverna chiusa da un masso. Il masso fu spostato. Il corpo era realmente
morto da almeno quattro giorni. Gesù alzò gli occhi ( diresse verso l'alto
la sua visione interiore dal mondo delle apparenze al mondo della realtà )
e, dopo essersi stabilito in uno stato esaltato di coscienza, comandò a
Lazzaro di uscire. Lazzaro lo fece, legato nei suoi abiti mortuari che
dovettero essere rimossi.

Guardiamo la situazione. Nell'est, - e non dobbiamo dimenticare che quanto
avvenne fu nell'est - ai discepoli è insegnato di meditare al punto di
trascendere la consapevolezza del corpo. Alcuni discepoli, dopo lunga
concentrazione, entrano in una condizione senza respiro e rimangono in uno
stato di animazione sospesa per lungo tempo. Benché possano apparire morti
al mondo esterno, essi sono intensamente consapevoli delle dimensioni
interiori. Lazzaro, essendo vicino Gesù, avrebbe potuto imparare l'arte
della meditazione. Questo può spiegare l'apparente mancanza di
preoccupazione di Gesù quando fu informato della malattia di Lazzaro;
oppure, Gesù sapeva intuitivamente, se Lazzaro era malato, che non c'era
causa di allarme per il momento. Certo è, che Gesù non era spaventato dalla
possibilità che Lazzaro uscisse dal corpo. La sua affermazione, circa il
fatto che la condizione di Lazzaro non era " per la morte ", ma " per la
gloria di Dio ", sembrerebbe indicare che Lazzaro avrebbe avuto
un'esperienza
elevante di qualche tipo. Questo mi sembra più corretto per Gesù, che non il
semplice permettere a Lazzaro di uscire dal corpo con lo scopo di riportarlo
indietro e mostrare così la sua abilità.

Egli aveva in ogni modo ampie possibilità di mostrare il suo potere in
maniere e tempi differenti. La scrittura evidenzia che Gesù era visibilmente
commosso quando trovò Lazzaro morto. Raccogliendosi, ossia raccogliendo i
suoi poteri attraverso la concentrazione, egli chiarì la sua coscienza in
modo da realizzare la sua unità con Dio, e da quello stato, " parlò il verbo
", comandando alla forza vitale di animare nuovamente il corpo di Lazzaro.
Una volontà superiore, supportata da una profonda realizzazione di Dio, può
compiere quello che ad una persona ordinaria può apparire come un miracolo.
Forse Lazzaro era in uno stato catalettico somigliante alla morte, con una
debole evidenza di forza vitale nel cervello e nella spina dorsale. In ogni
caso, qualunque fossero le circostanze, egli fu richiamato alla
consapevolezza di questo mondo e quelli che furono testimoni dell'accaduto
rimasero fortemente impressionati.

I problemi stavano in ogni caso crescendo. Il sacerdote capo e i farisei si
riunirono in un'assemblea e concordarono sul fatto che se il ministero di
Gesù fosse continuato, la gente comune avrebbe creduto a lui piuttosto che a
loro. Essi avrebbero perso la loro influenza sarebbero stati rimossi dalle
loro posizioni; decisero così di toglierlo dalla scena. La pasqua ebraica si
stava avvicinando ed una serie particolare di eventi secolari stava per
accadere.

-o-

Troviamo Gesù ancora a predicare cose che la gente e - persino - i suoi
discepoli più vicini, rifiutano di credere completamente; questo, anche dopo
essere stati testimoni del suo ministero.

Prima della pasqua ebraica, Gesù si diresse a Betania ( Giovanni 12:1 ) e
cenò con Lazzaro, Maria, Marta e gli altri discepoli.
Il giorno seguente c'era una festa ed egli vi andò. Molte persone che
avevano sentito del miracolo di Lazzaro accorsero, e gli diedero il
benvenuto a Gerusalemme. A quel tempo, Gesù percepiva che la fine del suo
ministero si stava avvicinando. Molte persone, anche i principali
governanti, credevano in lui, ma non vollero appoggiarlo pubblicamente.

Mentre stava consumando l'ultima cena con i suoi discepoli, Gesù li istruì.
Egli disse loro di essere umili e di attaccarsi alla fede. Sempre secondo il
vangelo, egli riconobbe Giuda come colui che l'avrebbe tradito. Dopo avergli
detto di andare e portare avanti il suo piano, continuò a parlare con i
discepoli. Essi lo videro parlare con Giuda e videro quest'ultimo lasciare
la stanza, ma essi pensarono che Gesù gli avesse detto di andare ad
acquistare del cibo per i poveri. ( Giovanni 13:29 ). Alcuni traduttori dei
manoscritti del mar morto, conclusero che " i poveri " citati nel nuovo
testamento erano una colonia di esseni e non " la povera gente " in
generale, ma considerando il fatto che stiamo discutendo su una falsa
presunzione da parte dei discepoli, non è il caso di proseguire nella
discussione di questo particolare.

Il quadro tradizionale è qui parzialmente alterato. Si pensa solitamente che
Giuda fu colui che tradì Gesù, eppure, vediamo chiaramente che egli era
pienamente consapevole delle intenzioni del suo discepolo, e gli disse
persino di andare e di fare quello che doveva. Giuda, in questo caso, non
può essere considerato la causa di quanto traspira. Ovviamente, egli era uno
dei tanti coinvolti nell'interpretare un ruolo.

Giovanni, riporta quindi che Gesù diede un nuovo comandamento ai suoi
discepoli:

"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho
amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri." 13:34

"Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io
vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi" 13:36

Riferendosi ad una precedente affermazione di Gesù, Pietro chiede
informazioni più dettagliate su dove Gesù sta andando e sul perché non può
essere seguito. Gesù gli assicura che potrà seguirlo successivamente (
quando avrebbe chiarito la sua coscienza e avrebbe così potuto comprendere
la natura dell'illuminazione spirituale ). Quando Pietro insiste e persino
sostiene di poter sacrificare la sua vita per Gesù, quest'ultimo usa il suo
potere di precognizione e dice a Pietro che negherà di conoscerlo nonostante
ora egli affermi di poter dare la sua vita per lui. Che possa essere facile
essere sinceramente coraggiosi in una situazione di sicurezza e ritornare
alla paura in un momento di avversità, possiamo impararlo anche oggi.

Gesù, successivamente, conforta i suoi discepoli e li prepara per quello che
sta per accadere.

"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche
in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei
detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato
un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono
io." 14:1.3

Non sia turbato il vostro cuore, credete nell'infinito perché io sono uno
con esso. Credete anche in me. Nell'onnipresenza infinita ci sono molti
piani di coscienza, potete essere sicuri di questo.Poiché io vado a
stabilirmi in un nuovo e più chiaro livello di consapevolezza, anche voi
crescerete e mi incontrerete di nuovo a quel livello.

"Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere
la via? Gli disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene
al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il
Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto." 14:5..7

In risposta alla domanda posta da Tommaso, Gesù risponde: Io ( coscienza
cristica ) sono la via per la coscienza cosmica e sono la verità e la vita.
"Verità e vita" sono la natura di questa pura coscienza. Nessun uomo
sperimenta la coscienza cosmica senza muoversi attraverso i livelli di
coscienza cristica, che è la porta di accesso. "Se sperimenti questo stato
( se conosci me ), conoscerai ( sperimenterai ) Dio, ma nel futuro, lo
sperimenterai". Filippo, un discepolo che in quel momento era presente, non
è ancora consapevole di quello che Gesù sta cercando di spiegare e chiede a
Gesù di mostrargli il Padre. Gesù spiega ancora i livelli di consapevolezza
e continua.:

"..anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più
grandi, perché io vado al Padre" 14:12

Chi è in comunione con lo stato della coscienza cristica potrà fare grandi
opere come io ho fatto, e anche cose più grandi in proporzione alla sua
realizzazione ed abilità.

"Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia
glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la
farò." 14:13,14

.e qualunque cosa vogliate vedere compiuta, rimanendo nella realizzazione
della coscienza cristica, dovrete solo volerla ed essa sarà fatta. A questo
livello, l'anima realizzata vede chiaramente la materia mentale apparire
come materia.

"Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga
con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere,
perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora
presso di voi e sarà in voi." 14:16,17

Io intercederò affinché la vostra coscienza possa essere aperta, in modo che
voi possiate diventare consapevoli del consolatore ( lo spirito santo, Om,
Amen ), e attraverso la sua ferma contemplazione, seguirlo fino all'origine,
che è Dio. Comprenderete a quel punto lo spirito della verità, anche se
altri non potranno, perché non sono ricettivi come voi.

"Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi
vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel
giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi
accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà
amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui" 14:18.21

Io non vi abbandonerò. Fra poco lascerò fisicamente questo mondo. Voi sarete
in grado di vedere e comprendere la coscienza cristica attraverso la pratica
della meditazione, e a causa dell'evoluzione spirituale che ne risulterà.
Quando realizzerete me ( coscienza cristica ) capirete il rapporto tra
questi livelli di consapevolezza. Vedrete che non c'è separazione. Chi vive
secondo le leggi spirituali e pratica la profonda meditazione, realizzerà
l'infinito
e diverrà un'anima liberata.

"Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli
v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" 14:26

Quando i seri ricercatori della verità si mettono in sintonia con la
vibrazione cosmica ( spirito santo ) l'intuizione è risvegliata, fa
riaffiorare ricordi di autorealizzazione e permette alla persona di accedere
al "magazzino" del subcosciente, in modo che tutte le cose sentite e
sperimentate possano essere richiamate alla memoria facilmente.

Gesù ora benedice i suoi discepoli e li assicura della sua immersione
nell'oceano
della coscienza cosmica. Egli dice anche loro che "Il principe di questo
mondo" verrà per lui, e "non avrà nessun potere su di lui" ( Giovanni,
14:30 ). Ossia, il senso di illusione cercherà di invadere la sua coscienza,
ma non ci riuscirà perché essa è pura e non ci sono immagini mentali con le
quali le idee illusorie possono corrispondere. Gesù si sta preparando a
lasciare il mondo stabilendosi nella realizzazione interiore della sua
natura divina.

"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me
non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché
porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso
se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla" 15:1.5

La coscienza cristica è il canale attraverso il quale la vita e il potere
fluiscono nella creazione. Ogni attributo non sviluppato dentro la coscienza
dell'uomo è rimosso o ridotto ad uno stato dormiente. Ogni attributo che è
in grado di dare frutti, aumenta in valore. Di tanto in tanto però, anche
gli attributi che danno frutti sono testati e purificati nel fuoco della
disciplina, in modo da poter dare ancora più frutti. Tutti gli uomini sono
sostenuti dalla luce interiore ( la coscienza cristica ) e sono pertanto
tralci della vite, dipendenti dalla vite per la vita. A meno che non si
impari a diventare coscientemente consapevoli della nostra natura
coscientemente cristica, non possiamo compiere niente che abbia un effettivo
valore a livello spirituale nel mondo.

"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello
che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda." 15:16

Non fu un caso che Gesù chiamò proprio quei discepoli. Egli li conosceva dal
passato e riconobbe in loro determinate qualità che potevano essere
sviluppate e usate per il bene del mondo. I discepoli furono assicurati del
fatto che, fintanto che sarebbero rimasti nello stato coscientemente
cristico ( .. nel mio nome ), avrebbero potuto avere tutte le loro richieste
soddisfatte.
"Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del
mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo,
ma io vi ho scelto dal mondo, per questo il mondo vi odia." 15:18,19

Poiché il mondo ( le persone che sono nell'illusione ) non conosce la verità
su Dio e sulla natura delle cose, esso resiste e ostacola chiunque dice di
conoscere. Le persone in sintonia con la coscienza umana ordinaria, vivono
bene insieme alle masse a questo livello di comprensione.

"Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di
verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi
renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio"
15:26,27

Quando i discepoli sono spiritualmente risvegliati e in sintonia con l'OM
( spirito santo ) che si emana dalla pura coscienza, essi possono avere
poteri che vanno oltre le capacità umane, diventare autorealizzati e
conoscere la verità d'essere unità spirituali, uno con Dio. Lo sono stati
dall'inizio, e lo possono realizzare come Gesù lo realizzò di se stesso.

"Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non
me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve
lo manderò" 16:7

Gesù dice loro che se lui non li lasciasse nella forma fisica, essi
continuerebbero a vederlo in quel modo invece di meditare e comprendere le
proprie nature divine. Gesù sta parlando come un guru saggio, che sa quello
che è meglio per i suoi discepoli. Egli sa inoltre di essere in grado,
attraverso il suo potere di benedire, di aiutarli a "vedere attraverso" i
loro problemi e le false nozioni in modo da permettergli di risvegliarsi
spiritualmente.

Nel capitolo diciassette, troviamo Gesù pregare per i suoi discepoli
affinché essi siano purificati e spiritualizzati. E' il desiderio di un vero
maestro spirituale, risvegliare i propri discepoli il più possibile prima di
lasciarli. Alcune delle parole più belle del nuovo testamento si trovano in
questa preghiera finale.

"Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che
hai mandato, Gesù Cristo" 17:3

Conoscere la vera natura di Dio e quella della coscienza cristica è
conoscere la vita eterna.

"E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso
di te prima che il mondo fosse" 17:5

Questa è la più alta preghiera che chiunque possa offrire; ossia di essere
pienamente consapevole della natura di Dio come all'inizio, prima che la
creazione fosse manifestata. Quest'atteggiamento rappresenta il massimo
nella vera meditazione.

Dopo che Gesù ebbe pregato e benedetto i suoi discepoli, andò con loro in un
giardino che frequentava per periodi di contemplazione. Anche Giuda
conosceva questo posto e portò con se degli uomini con armi e lanterne. (
Giovanni 18:3 )

Non c'è prova in questa scrittura del fatto che Gesù fosse stato tradito.
Egli conosceva il suo destino e sapeva cosa gli sarebbe capitato in ogni
passo del suo cammino. Per una persona cosciente di Dio è impossibile essere
ingannato. Ricordate che poco prima, durante la cena, Gesù disse a Giuda di
fare quello che doveva, pertanto andò nei giardini con la piena conoscenza
del fatto che Giuda sapeva i suoi spostamenti.

Gli uomini portarono Gesù da Anna, il suocero del sommo sacerdote di
quell'anno.

"Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: È meglio che un uomo
solo muoia per il popolo" 18:14

Non vi è prova nella storia a supporto di questa veduta e, da questo momento
in poi, troviamo nel corso della narrazione del vangelo un'inconsistenza
dopo l'altra. Non c'è prova che gli ebrei processarono Gesù. Egli fu,
invece, mandato da Pilato, il quale, dopo averlo interrogato, disse di non
aver trovato nessun torto in lui. Il popolo volle che Barabba fosse
rilasciato, e così fu. Gesù rimase prigioniero. Fu quindi frustato con le
spine, e una corona di spine fu posta sul suo capo. Pilato lo portò
nuovamente davanti al popolo e disse loro di non trovarlo colpevole di alcun
crimine. I governanti ebrei vollero che Gesù fosse crocifisso e Pilato
accondiscese al loro volere. Gesù fu quindi condotto sul Golgotha, dove fu
crocifisso tra altre due persone. Pilato scrisse una nota e la pose sulla
croce. La nota riportava " Gesù di Nazareth, Re dei giudei ". La nota fu
scritta, si dice, in ebraico, greco e latino. Il vestito di Gesù fu diviso
in quattro parti e la sua tunica fu tirata a sorte fra i soldati.

Gli studiosi più acuti trovano il racconto della crocifissione pieno di
falsità, leggenda e notizie "per sentito dire". In primo luogo, i giudei,
presumibilmente mandarono Gesù da Pilato per il processo. La deduzione è che
Gesù dovesse essere condannato perché diceva di essere un re, nonostante
questo, è scritto che Gesù affermò davanti a Pilato che il suo regno non era
di questo mondo, e questo avrebbe dovuto chiarire il problema e dimostrare
che la sua persona non avrebbe potuto essere una minaccia per nessun
regnante. Questa semplice spiegazione non è accettata, e la sua morte è
ugualmente richiesta. Qui sorge una domanda: Perché non utilizzarono i loro
metodi tradizionali di lapidazione e decapitazione?

Se furono i Romani ad ucciderlo, perché non insistettero per un processo
vero? Dopotutto, la legge romana era altamente avanzata a quel tempo. Perché
i soldati romani, fuori della vista della gente, prima di gettarlo in pasto
alla folla, posero una corona di spine sulla sua testa e un mantello color
porpora sulle sue spalle? Perché lo umiliarono e lo definirono "re dei
giudei"? Questa storia ha tutte le caratteristiche di un'usanza romana di
epoca successiva che consisteva nello scegliere una vittima tirando a sorte
durante la celebrazione di Saturno. A quel tempo, alla vittima era permesso
di presiedere alla celebrazione con fantastica stravaganza. Alla fine della
celebrazione la vittima era sacrificata sull'altare di Saturno oppure si
toglieva la vita con un'arma fornita per l'occasione.

C'è qualche dubbio sul fatto che i soldati romani compiessero questo rituale
in quel periodo dell'anno, perché tradizionalmente era compiuto il 17
dicembre.

Ci sono altre storie che identificano quest'episodio con antiche usanze
persiane e babilonesi, dove un giovane re sole, cavalcava durante una
processione in primavera. In Babilonia, al tempo del dominio persiano, si
teneva una festa intorno al 25 marzo, dove un prigioniero era scelto
appositamente e gli erano tributati tutti gli onori e i privilegi di un re
durante il periodo del festival. Passato questo periodo, il prigioniero era
spogliato di tutti i vestiti, frustato e impiccato.

Ricordando che il fatto della crocifissione di Gesù fu tramandato oralmente
da persona a persona, e non scritto per intere generazioni, c'è una
sostanziale possibilità che molte tradizioni e usanze furono mescolate con
la storia per assecondare i bisogni particolari del compilatore del vangelo.
Tutti i vangeli hanno subito notevoli revisioni durante i secoli per
assecondare i bisogni dei tempi e le volontà di più di un ufficiale della
chiesa.

Alcuni scrittori cercano di spiegare la storia in maniera psicologica. Essi
rilevano che ogni uomo è crocifisso sul Golgotha, o che la consapevolezza
dell'uomo è confinata dentro il cranio. Secondo la loro opinione, ogni uomo,
se vuole essere realmente libero, deve imparare ad estendere la propria
consapevolezza oltre il cranio per sperimentare la resurrezione.

Durante tutta la narrazione del vangelo troviamo costanti riferimenti al
fatto che i soldati presero le dovute precauzioni affinché nulla fosse fatto
in contrasto a quanto ci si aspettasse da loro secondo la profezia. Questo
sembrerebbe indicare che i successivi compilatori del vangelo arrangiarono i
dettagli della storia, affinché questa coincidesse con la profezia
dell'antico
testamento, per dargli maggior peso.

Il ventesimo capitolo tratta la storia della resurrezione. Maria Maddalena,
arrivata al sepolcro, trova la pietra spostata dall'ingresso e corre da
Pietro con la notizia. "Hanno portato il signore via dal sepolcro, e non
sappiamo dove lo hanno messo". Pietro ed alcuni discepoli corrono a vedere.
Un altro discepolo, non ci è detto chi, arriva per primo, guarda all'interno
del sepolcro e trova i vestiti di lino dimessi. Arriva anche Pietro ad
esaminare il sepolcro, per trovare solamente i vestiti ed il drappo che
copriva la testa di Gesù, posti da un lato. Tutti sono d'accordo sul fatto
che Gesù non ci sia, ma, al momento, non sono consapevoli della scrittura
che prevede la resurrezione ( Giovanni 20:8 ). I discepoli concludono che
Gesù non è più li, ma non ipotizzano oltre. Maria, che rimane dietro ai
discepoli, guarda ancora nel sepolcro e vede due angeli in bianco, che le
chiedono perché stesse piangendo. Girandosi, vede Gesù, ma non lo riconosce,
supponendo che fosse il guardiano. Guardando più attentamente, in ogni modo,
capisce chi è. Gesù l'avvisa di non toccarlo, poiché egli non è ancora
asceso e la istruisce di andare e informare i discepoli della sua imminente
ascesa. Maria segue immediatamente le sue istruzioni.

Quella sera, mentre i discepoli sono raccolti in una stanza con la porta
chiusa, Gesù appare improvvisamente in mezzo a loro e dice "La pace sia con
voi". Egli mostra loro le sue mani e il suo fianco che hanno ancora i segni
dei chiodi e della lancia ( questo, nonostante in quell'epoca ci fosse
l'abitudine
di legare le mani alla croce non di inchiodarle ).

Otto giorni più tardi, Gesù appare ancora ai discepoli in una stanza chiusa.
Successivamente egli è con loro al mare di Tiberiade, dove mangia pani e
pesci con loro. In quel momento, in risposta alle loro domande, Gesù informa
i discepoli che Giuda si "tratterrà", o rimarrà nel suo attuale stato di
coscienza fino a che " io arriverò ", o fino a che egli ( Giuda ) non si
risveglierà allo stato di coscienza cristica per essere liberato. ( Giovanni
20:20,21 )

Molti racconti sono riportati in riguardo alla resurrezione. Matteo, nel
ventottesimo capitolo scrive che Maria Maddalena e l'altra Maria arrivarono
al sepolcro e videro un grosso terremoto. Un angelo del signore discese dal
cielo, spostò la pietra dalla porta e si posò sopra di essa. Le donne
andarono in fretta a dire ai discepoli di questo drammatico avvenimento e
incontrarono Gesù per la strada. Quando si seppe di quest'avvenimento, il
sommo sacerdote convocò il consiglio. Essi quindi diedero grosse somme di
denaro ai soldati, perché sostenessero che i discepoli erano venuti durante
la notte e avevano portato via il corpo. Questo, nonostante una guardia
fosse stata posta davanti al sepolcro.

Marco, nel capitolo sedici, racconta la storia in un modo ancora differente.
Maria Maddalena e Salomè portarono dell'olio aromatico con il quale
imbalsamare Gesù. Esse incontrano un uomo vestito di bianco che dice loro
che Gesù è risorto dai morti. Esse quindi ritornano dai discepoli e
incontrano Gesù sulla strada. Anche in questo vangelo, Gesù appare ai
discepoli.

Luca dice che Maria Maddalena, Giovanna e "l'altra donna" ( 24:10 ) come
prime al sepolcro. Due discepoli, sulla via per Emmaus, un villaggio vicino
a Gerusalemme, incontrano Gesù, e Gesù cammina con loro, ma essi non lo
riconoscono perché " I loro occhi erano chiusi " o, essi non avevano la
percezione intuitiva per riconoscerlo. Essi lo riconobbero solamente dopo
che Gesù spezzò il pane e diede la benedizione. A quel punto Gesù svanì
dalla loro vista. I due discepoli andarono a Gerusalemme e raccontarono agli
altri la loro esperienza. Gesù appare nella stanza in quel momento e chiede
ai discepoli di esaminare il suo corpo. "Guardate le mie mani e i miei
piedi, ( . ) un fantasma non ha carne e ossa come ho io". Quindi, egli
mangiò del pesce arrostito, dopodiché egli "aumentò la loro comprensione"
poiché potessero capire le scritture. Dopo aver fatto questo, andò con loro
verso Betania, li benedisse e ascese, scomparendo dalla loro vista.

Nel libro degli atti, che molti storici pensano essere la continuazione del
vangelo di Marco, troviamo due uomini ( Atti 1:11 ) insieme agli apostoli
dopo l'ascensione, che chiedono: " Perché guardate il cielo? Lo stesso Gesù
che è stato tra voi assunto in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in
cui l'avete visto andare in cielo". ( Il nono verso ci dice che la visione
dei discepoli fu disturbata da una nuvola ).

Per rendere giustizia ai vangeli, dobbiamo continuare nel libro degli atti e
nelle rivelazioni. E' ovvio, dal modo in cui la storia della resurrezione
viene raccontata, che molta parte di essa è basata sul sentito dire, e fu
messa insieme in epoca successiva. E' mia opinione senza dubbio che quando
questo fu fatto, molte altre cose furono inserite nei vangeli, come ad
esempio l'idea della morte di Gesù come sacrificio per il mondo. Questo
concetto è ovviamente figlio dei culti del mistero. E' assolutamente
credibile che Gesù sperimentò ostacoli e persecuzioni quale risultato del
predicare una dottrina non popolare. E' anche comprensibile che egli dovette
sopportare dolori fisici ed emotivi con lo scopo di elevare spiritualmente i
suoi discepoli, com'è probabile che la presenza di Gesù sulla terra, essendo
lui un maestro, un essere illuminato, tolse oscurità e confusione dalle
menti dell'umanità. Questo, è lo scopo di un Avatar: passare del tempo sulla
terra per elevare l'umanità, come parte del piano universale per la
redenzione finale - o liberazione - di tutte le anime.

Alcuni racconti dei vangeli affermano che Gesù aveva la capacità di muoversi
attraverso la materia solida; apparire nelle stanze chiuse e spostarsi
attraverso i muri. Altri, lo vogliono manifestarsi in forma materiale e
prendere del cibo. Neanche due vangeli sono d'accordo su quello che avvenne
al sepolcro nel giorno della resurrezione. Neanche due vangeli concordano su
come Gesù fece la sua apparizione, a chi, e in che sequenza.

Ritorniamo un attimo al processo e alla sentenza di crocifissione. Troviamo
molta enfasi posta sul fatto che i giudei erano responsabili per essa, oltre
che essere responsabili del fatto che le guardie furono corrotte per dire
che il corpo di Gesù era stato portato via dal sepolcro. E' ovvio che i
primi compilatori non amavano i giudei e vollero farli apparire in cattiva
luce. I compilatori sentivano che i giudei avevano rifiutato Gesù,
nonostante questi fosse venuto come loro salvatore. I discepoli, c'è detto,
sapendo che Gesù aveva detto "Il mio regno non è di questo mondo", si
aspettavano che lui ritornasse e regnasse come un re sulla terra. Molto è
stato detto sulla promessa seconda venuta di Cristo dai predicatori e dagli
scrittori nel corso dei secoli. Non passa una generazione senza che
qualcuno, osservando la scena mondiale per cercare una prova de "l'ultimo
giorno", lo proclami in maniera rumorosa. I fondamentalisti cristiani sono
sempre nell'attesa che Gesù ritorni e li salvi da un mondo stanco che non li
comprende; mancando di capire che l'unica cosa in grado di salvare l'uomo è
la realizzazione del cristo interiore, come Gesù fece per se stesso. Solo
quando "la mente che era in Gesù" è dentro l'uomo, questo sarà salvato dalle
pressioni del mondo e dai conflitti interiori.

Fino a qualche anno dopo che fu veramente ovvio che Gesù non sarebbe
ritornato nel suo corpo fisico, i vangeli non furono compilati. A quel
punto, era quindi in atto un cambiamento nella filosofia. Dobbiamo dare
credito a Paolo per un approccio dinamico al problema, poiché fu lui che
ebbe una visione e predicò "Cristo, non nella carne". Egli non aveva
conosciuto Gesù in persona, ma predicava con ispirazione di una coscienza
cristica universale. La sua predicazione non era limitata ai giudei, ma egli
portò il suo ministero altrove ai gentili, alterando la presentazione delle
sue idee per venire incontro alle esigenze della gente che incontrava.

Con l'avvento di Paolo, troviamo che il concetto di Gesù è trasformato e
universalizzato.
Secondo molti studiosi, Paolo è il primo cristiano. Reinhold Niebuhr scrive:
"In termini storici, è certamente vero che la cristianità non è la religione
di Gesù". Dopo molti studi, Albert Schweitzer e altri erano convinti che,
sia molti dei discorsi degli atti degli apostoli, sia le preghiere di Gesù
prima della sua esecuzione, sono basate su quello che la gente pensava lui
avesse detto. Sappiamo che i vangeli hanno subito diverse alterazioni e
revisioni durante i secoli, perciò, un'interpretazione letterale non può
essere accettata. Dobbiamo andare oltre le parole scritte per comprendere
gli intenti dei personaggi dei vangeli.

Non possiamo dipendere da testi che non concordano; se si deve dar credito
alle rivelazioni, quali rivelazioni dobbiamo accettare?

La storia della resurrezione dà speranza a milioni di persone, ma il dramma
è basato su antiche celebrazioni primaverili nelle quali la natura rinnova
se stessa.

L'insegnamento che Gesù morì per i peccati del mondo è un ritorno alla
credenza del valore del sacrificio di sangue, e nessuna persona in grado di
ragionare può accettarla letteralmente.

L'uomo è sempre risvegliato a nuovi livelli di comprensione cosciente.
Milioni di cristiani accettano Gesù come il salvatore, e se la loro fede li
aiuta ad utilizzare quest'ideale come punto di contatto con l'infinito e a
trarne un insegnamento elevante, l'utilità è evidente. E' anche bene se essi
si sforzano di vivere secondo i precetti attribuiti a Gesù, trovando così la
via d'uscita dall'oscurità verso la luce della verità. Non c'è veramente
nulla nei vangeli di nuovo o rivelante. I concetti, i suggerimenti e la
filosofia generale presentata in essi sono le stesse che si possono trovare
in tutte le grandi scritture del mondo. Dovunque ci sia una scrittura che ha
soddisfatto i bisogni della gente per un lungo periodo, possiamo trovare un
messaggio vitale, interfacciato con miti e storie tradizionali. Questo è
vero anche per i vangeli.

Nessuno può negare che esista un'intelligenza impersonale universale che
pervade e dirige i movimenti della creazione. Dov'è Gesù adesso? L'immagine
popolarizzata di Gesù è fermamente stabile nel subcosciente di milioni di
esseri umani al giorno d'oggi, per lo più grazie agli sforzi in pubbliche
relazioni da parte delle varie chiese; ma, cosa ne è stato dell'anima che
s'incarnò
più di 2000 anni fa e interpretò il ruolo di cui abbiamo parlato fino ad
ora? Gesù si è incarnato ancora da quel tempo, o è rimasto assorbito nella
coscienza di Dio? Gli apostoli pensarono che Gesù sarebbe tornato presto, ma
egli non lo fece. Alcuni scrittori sostengono che Gesù lasciò semplicemente
quei luoghi e continuò il suo ministero in mezzo ad altre persone in altre
terre, vivendo fino a tarda età. Le loro affermazioni non sono basate su
prove storiche. La stessa cosa, può essere detta in riguardo alle numerose
speculazioni di diversi scrittori, trattanti gli anni della Gioventù di Gesù
non menzionati nei vangeli.

Mi sembra più realistico, e più in linea con le parole di Gesù, credere che
il salvatore dell'uomo sia la propria coscienza risvegliata. Quando un uomo
si risveglia sufficientemente, egli realizza di essere un uomo-Dio, salvato
dalla miseria dell'ignoranza. A questo punto i suoi occhi sono aperti, può
capire le scritture e, se così ispirato, può compiere grandi opere. ( ... )

SPAZIATORE bianco

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