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SCHEDA ARTICOLO N. «00834»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: JEAN PIERRE DE CAUSSADE
TITOLO: L'ABBANDONO ALLA PROVVIDENZA DIVINA
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TESTO ARTICOLO

L'Abbandono alla Provvidenza Divina
(L'abandon à la providence divine), ed. Adelphi, Milano.]
JEAN PIERRE DE CAUSSADE

. Non vi è niente di piú ragionevole, di piú perfetto, di piú divino della
volontà di Dio. Può forse il suo valore infinito essere accresciuto da una
qualche differenza di tempi, di luoghi, di cose? .

. Attingete dunque a questa volontà che si dà, nascosta e velata, in tutto
ciò che vivete al momento presente, e la troverete sempre infinitamente piú
vasta dei vostri desideri. .

. i sensi adorano le creature, la fede adora la volontà divina. Strappate
gli idoli ai sensi, piangeranno come bambini disperati: la fede invece
trionfa, perché non le si può togliere la volontà di Dio. .

. Ciò che fa difetto ai sensi, rafforza, aumenta e arricchisce la fede;
quanto meno è dato ai sensi, tanto piú è dato all'anima. .

. La via della fede è come un continuo inseguimento di Dio attraverso quanto
lo dissimula, lo sfigura, lo distrugge, per cosí dire, e lo annienta.
.
. Ma quello che Dio vi dice, anime care, le parole che Egli pronuncia
momento per momento, il cui corpo non è fatto di inchiostro e di carta, ma
di quello che a voi tocca patire e fare un momento dopo l'altro, non
meritano dunque niente da parte vostra? Perché non rispettate in tutto
questo la verità e la bontà di Dio?

Eppure non c'è nulla che non vi dispiaccia, e tutto censurate. Non vi
accorgete che in tal modo misurate con i sensi e con la ragione quello che
si può misurare soltanto con la fede? .

. Voi cercate dei mezzi segreti per appartenere a Dio, anime care? Non ce
n'è altri se non quello di servirsi di tutto quello che si presenta a noi.
Tutto conduce a questa unione, tutto perfeziona, eccetto quel che è peccato
ed esula dal dovere .

. Ciò che accade in ogni istante reca l'impronta della volontà di Dio.
Quanto è santo questo nome! quanto è giusto dunque benedirlo, trattarlo come
una cosa che santifica quel che designa! Come potremmo dunque vedere ciò che
porta questo nome senza stimarlo infinitamente? È una manna divina che
fluisce dal cielo per farci costantemente crescere nella grazia .

. Tutto quello che da Lui viene è eccellentissimo, tutto quello che ne
discende porta il segno della sua origine. .

. Se non vi basta quello che Dio stesso sceglie espressamente per voi, quale
mano, che non sia la sua, potrebbe mai bastarvi? Se vi disgusta un cibo che
la divina volontà ha lei stessa imbandito, quale nutrimento non sembrerà
insipido a un gusto tanto depravato? Un'anima non può essere veramente
nutrita, fortificata, purificata, arricchita, santificata, se non da questa
pienezza nel momento presente. .

. Quanta infedeltà nel mondo! In che maniera indegna si giudica Dio, poiché
continuamente si trova da ridire sull'azione divina come non si oserebbe
fare, a proposito della sua arte, nemmeno con il piú umile artigiano! .

. Ah! divino amore! adorabile! azione infallibile! in che modo vi si
giudica? La volontà divina può mai essere inopportuna, può mai aver torto?

«Ma . quel tale mi ostacola in opere cosí sante: tutto questo non è del
tutto irragionevole? E questa malattia che mi colpisce proprio quando non
posso assolutamente fare a meno della salute?».

Eppure io dico che la volontà di Dio è la sola cosa necessaria. Quindi
tutto ciò che essa non dà è inutile. No, anime care, a voi non manca niente;
se sapeste che cos'è tutto quello che chiamate rovesci, contrattempi,
avvenimenti inopportuni e irrazionali, contrarietà, sareste grandemente
mortificati: perché le vostre sono bestemmie, ma voi non ci pensate. Tutto
quello che vi accade non è altro che la volontà di Dio: e i suoi cari figli
la misconoscono e la bestemmiano. .

. Quello che si chiama volontà di Dio potrebbe mai farmi del male? Dovrei
forse temere, fuggire il nome di Dio? E dove potrei andare, allora, per
trovare qualcosa di migliore, se temo l'azione divina su di me, poiché
questa è l'effetto della sua divina volontà? .

. La fede è madre della serenità, della fiducia, della gioia; essa non può
avere altro che tenerezza e compassione per i suoi nemici che si
arricchiscono tanto a sue spese. .

. La volontà di Dio ha solo compiacenze, favori, tesori per le anime
sottomesse; non si può mai avere troppa fiducia in lei, né abbandonarsi
troppo spesso. Essa può e vuole sempre ciò che piú contribuirà alla nostra
perfezione, purché, tuttavia, si lasci fare a Dio; su questo la fede non ha
dubbi. .

. Andiamo, dunque, anima mia, andiamo a Dio mediante l'abbandono, e, poiché
la virtú nasce dall'attività e dagli sforzi, confessiamole la nostra
impotenza e la nostra fiducia in Dio, il quale certo non ci renderebbe
incapaci di camminare a piedi, se non avesse la bontà di portarci sulle sue
braccia. .

. Ci basterà volgere lo sguardo a Voi, Signore, per sentirci sicuri nei piú
grandi pericoli.

Dimenticheremo le diverse strade e le loro qualità, dimenticheremo noi
stessi, e, totalmente abbandonati alla sapienza, alla bontà, alla potenza
della nostra guida, non avremo piú altro pensiero se non quello di amarVi,
di fuggire ogni peccato, non solo quelli evidenti, ma anche i piú lievi, e
di adempiere ai doveri cui siamo tenuti. Questo è il solo compito, amore
caro, che Voi lasciate ai vostri cari figli, mentre siete Voi a sobbarcaVi
tutto il resto. .

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