Chi era Roberto Assagioli
(di Giampiero Cara)
Nessuno è profeta in patria, si dice. Un luogo comune non smentito dal caso del grande medico e psichiatra italiano Roberto Assagioli, fondatore di una disciplina, la psicosintesi, più conosciuta all'estero che in Italia (dove comunque ci sono molti psicologi all'avanguardia che la praticano).
Oltre che scienziato di livello internazionale - studiò con Sigmund Freud e fu amico fraterno di Carl Gustav Jung - Assagioli fu anche un maestro di vita molto aperto nei confronti di tutte le discipline spirituali. In effetti, la sua visione integrale della psiche umana è particolarmente ricca e appassionante, e può aiutare l'uomo a sviluppare le proprie potenzialità inespresse in modo positivo, creativo.
Proprio per questo, insieme ad altri grandi psicologi "illuminati" suoi contemporanei come Milton Erikson, ispiratore della programmazione neurolinguistica, e Abraham Maslow, il fondatore della psicologia umanistica, si può dire che Assagioli abbia contribuito a gettare le basi su cui in seguito si è sviluppata buona parte della filosofia New Age.
UN "ENFANT PRODIGE"
Nato Roberto Marco Greco (cognome originario di Assagioli) a Venezia nel febbraio del 1888 da genitori ebrei, rimasto orfano di padre a soli due anni e adottato dal dottor Alessandro Emanuele Assagioli, si dimostrò subito dotato di capacità di apprendimento straordinarie e imparò contemporaneamente, oltre all'italiano, l'inglese e il francese (e, in seguito, anche il tedesco).
Nel 1904, terminate le scuole superiori e trasferitosi a Firenze con la famiglia, Roberto Assagioli s'iscrisse alla sezione di Medicina e Chirurgia del locale Istituto di Studi Superiori, all'epoca una delle università più qualificate del Regno d'Italia.
GLI INTERESSI "ALTERNATIVI"
Mentre studiava medicina - dimostrando maggiore interesse per gli aspetti psicologici e filosofici della materia che per quelli esclusivamente organici - collaborò anche alla rivista "Leonardo", fondata dal celebre scrittore e intellettuale italiano Giovanni Papini, e insieme a quest'ultimo coltivò un forte interesse per l'occultismo e lo spiritismo.
Viaggiava molto all'estero, frequentando i migliori psichiatri e psicologi del mondo e partecipando a numerosi congressi internazionali. Contemporaneamente, si dedicava all'approfondimento dei suoi interessi "alternativi", ossia lo studio del pensiero orientale in genere e della grande tradizione spirituale indiana in particolare (soprattutto attraverso un testo sacro fondamentale come la Bhagavad-Gita), nonché delle discipline esoteriche e delle varie forme di spiritualità e misticismo.
La sua intenzione, sin dall'inizio, era quella di fondere elementi della tradizione orientale con i principi più fecondi della cultura occidentale. Si interessò anche di fenomeni medianici, ma prese subito le distanze da essi, poiché considerava la medianità qualcosa di passivo, di incontrollato, mentre il suo interesse verteva sullo sviluppo di poteri spirituali che l'individuo fosse in grado di controllare e di utilizzare a proprio piacimento.
IL DISTACCO DA FREUD
Dal 1907, cominciò a frequentare la Burghlzli, una celebre clinica psichiatrica di Zurigo - dove conobbe Jung, del quale rimase amico per tutta la vita (i due studiosi, tra l'altro, erano uniti da un comune interesse per le culture orientali, i fenomeni paranormali, l'alchimia e l'astrologia) - e cominciò a occuparsi della psicanalisi freudiana, che suscitava grande interesse ma anche tante polemiche.
Tuttavia, pur essendo stato uno dei primi a diffondere in Italia la sua dottrina, Assagioli si discostò ben presto da Freud, perché riteneva che desse troppa importanza al lato più basso ed istintivo della sessualità umana, e soprattutto alle sue aberrazioni.
A queste ultime egli contrapponeva le "manifestazioni superiori dell'amore", e invece della celebre "rimozione" freudiana (la tendenza a mantenere fuori dalla coscienza pensieri, immagini o ricordi condannati dal Super-Io, ossia la parte della nostra psiche in cui si attua la censura esercitata dalla coscienza morale), preferiva sottolineare il processo di "sublimazione", che permette di trasformare le "cieche forze istintive in elevate energie emozionali e spirituali".
Proprio attraverso la sublimazione, Assagioli propugnava il risveglio interiore dell'uomo. E infatti nel 1910 a Firenze, durante il primo Convegno Italiano sulla Questione Sessuale, suscitò lo stupore dei presenti parlando di superamento dei vincoli materiali "per esplorare le vette più luminose della propria anima e studiare i più alti misteri della vita umana".
LA "PSICOLOGIA DELLA SALUTE"
Insomma, il giovane e brillante scienziato sentiva ormai la necessità di crearsi un cammino di ricerca personale. Nel 1912 fondò a Firenze la rivista "Psiche", attraverso le cui pagine si attuò il passaggio dalla psicanalisi alla psicosintesi.
A differenza di Freud e dei suoi seguaci più ortodossi, Assaggioli riteneva che nella psiche umana non albergassero soltanto conflitti e complessi, ma anche potenzialità sane e creative. Su questo si basava la sua "psicologia della salute", che anticipò molti temi caratteristici della psicologia transpersonale.
Infatti, essa si occupava anche di stati di coscienza che vanno al di là di una percezione limitata dell'io, come, per esempio, le esperienze di tipo spirituale, religioso, intuitivo, estatico, così importanti per l'evoluzione umana. Di qui, dunque, l'importanza dello studio approfondito delle religioni e delle filosofie orientali, nonché l'apertura alla dimensione spirituale.
Tutti questi elementi confluiscono nella psicosintesi; il termine "sintesi", naturalmente, viene inteso, in senso alchemico, come trasformazione, armonizzazione, sublimazione a livello individuale e collettivo, ma anche, a livello culturale, come fusione di Oriente e Occidente.
L'Istituto di Psicosintesi fu fondato a Roma nel 1926, ma dovette chiudere i battenti solo sei anni dopo, nel 1933, poiché Assaggioli, essendo ebreo ed avendo molti contatti con la comunità scientifica internazionale, non era ben visto dal regime fascista. Riaprì dopo la fine della seconda guerra mondiale a Firenze (dove ha sede ancora oggi, esattamente in quella che era l'abitazione del grande scienziato) e fu diretto dallo stesso Assagioli fino al 1974, anno della sua morte.
CURE PER I "NORMALI"
Come abbiamo visto, la psicosintesi s'interessa non soltanto delle persone "malate", ma anche e soprattutto di quelle considerate "normali", poiché Assagioli sosteneva che in ognuno di noi coesistono una parte sana ed una malata. Pertanto, la terapia psicosintetica deve aiutare l'individuo a sviluppare la prima, guarendo così la seconda, in base al presupposto che molte persone soffrono e si ammalano soprattutto perché non riescono a realizzare le proprie aspirazioni.
Assagioli stesso definiva la sua disciplina "un metodo di auto-formazione e realizzazione psico-spirituale per tutti coloro che non vogliono accettare di restare schiavi dei loro fantasmi interiori e degli influssi esterni, di subire passivamente il gioco delle forze psicologiche che si svolge in loro, ma vogliono diventare padroni del proprio regno interiore... Un metodo di cura per le malattie e i disturbi psicologici e psicosomatici particolarmente efficace quando la causa profonda di quei mali sta in una lotta particolarmente aspra tra le forze psichiche coscienti e inconsce, oppure in una di quelle crisi complesse e tormentose che spesso precedono il risveglio o un altro passo importante nello sviluppo spirituale".
Insomma, la psicoterapia messa a punto da Assagioli mira a sollecitare la parte attiva, creativa della personalità, per rimuovere quei blocchi che si creano quando un individuo non riesce ad esprimersi, a realizzare le proprie potenzialità creative.
Tra le tecniche utilizzate a questo scopo figurano l'ascolto della musica, il disegno, il diario psicologico personale (consistente nel riportare su carta, ogni giorno, i propri pensieri e le proprie emozioni), nonché degli ottimi esercizi di rilassamento (o meditazione) e di visualizzazione. Questi ultimi, in particolare, hanno precorso analoghi esercizi molto usati dai "terapisti New Age" e sono considerati ancora oggi molto efficaci.
L'UOVO E LA STELLA
La capacità di Assagioli di creare delle immagini particolarmente vivide ed efficaci si riflette anche nel modo che egli usò per descrivere la psiche umana: un perfetto uovo cosmico, il cui nucleo è costituito dall'io o sé cosciente.
Quest'uovo è diviso in tre settori: rispettivamente, dal basso verso l'alto, l'inconscio inferiore (la "cantina", sede delle attività psichiche che governano la vita organica, le funzioni fisiologiche, gli istinti primitivi, ecc.), l'inconscio medio (in cui si verifica l'elaborazione delle esperienze compiute, la progettazione delle attività future e l'archiviazione dei ricordi) e l'inconscio transpersonale (l'"attico", da dove provengono le intuizioni, le ispirazioni artistiche e creative in genere, gli slanci altruistici, gli stati di illuminazione o estasi, i poteri paranormali). Su tutto questo risplende una "stella": il Sé della psicologia moderna, ovvero l'anima, la nostra identità più profonda e autentica.
Nella psicosintesi, dunque, il terapeuta cerca di guidare il "paziente" proprio verso questi piani superiori dell'essere, stimolando una trasformazione interiore, un'impostazione della propria vita più sull'essere che sull'avere.
L'obiettivo da raggiungere è naturalmente, come in tutte le autentiche discipline iniziatiche, quello universale della "conoscenza di sé", che permette di superare i conflitti tra individui e popoli e di evolversi armonicamente nella Nuova Era che attende l'umanità.
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