IL MAESTRO DISSE
Dedicato ai membri della Self- Realization Fellotvsbip a tutti i cercatori della verita'
Dopo aver lodato un discepolo, il M. disse: "Quando ti si dice che sei buono, non devi rilassarti, ma cercare di diventare anche migliore. Il continuo miglioramento di te stesso rende felice te, quelli che ti stanno intorno, e Dio".
La rinuncia non è una cosa negativa, bensì positiva", disse il M."Non è che una rinuncia all'infelicità". Non si deve pensare ad essa come a una vita di sacrificio; è piuttosto un divino investimento, col quale i nostri pochi centesimi di autodisciplina renderanno l'interesse di un milione di dollari. Non è saggezza forse spendere le monete d'oro dei nostri giorni fuggevoli per acquistare l'Eternità?".
Guardando una domenica mattina i mazzi di fiori che decoravano la chiesa, il M. disse: "Dio è Bellezza, perciò Egli creò la leggiadria nei fiori affinchè parlino di Lui. Più d'ogni altra cosa nella natura essi suggeriscono la Sua presenza. Il Suo volto luminoso ci guarda dalle finestre dei gigli e dei non-ti-scordar-di-me. Nella fragranza della rosa Egli sembra dire: 'CercaMi!'. Questa è la Sua favella; altrimenti mantiene il silenzio. Espone i Suoi manufatti nella bellezza del creato, ma non rivela che Egli stesso vi è nascosto".
Due discepoli residenti nell'eremitaggio chiesero al M. il permesso di fare una gita per visitare degli amici. P. rispose: "All'inizio della vita del rinunciante non è bene mescolarsi troppo spesso con la gente del mondo. La mente si buca come un setaccio, e non riesce a trattenere le acque della percezione di Dio.Fare delle gite non vi porterà la realizzazione dell'Infinito". Poichè era abitudine del Guru daresuggerimenti, non comandi, egli aggiunse: "E' mio dovere mettervi in guardia quando vedo che vi incamminate nella direzione sbagliata. Ma fate come volete".
"Sulla terra, Iddio cerca di evolvere l'arte universale del giusto vivere incoraggiando nel cuore degli uomini i sentimenti di fratellanza e di rispetto per gli altri", disse il M. "Egli non ha perciò concesso a nessun popolo d'essere completo in se stesso. Ai membri d'ogni razza Egli diede qualche attitudine speciale, qualche genio unico, coi quali dare un contributo specifico alla civiltà del mondo."La pace sulla terra si otterrà più presto mediante uno scambio costruttivo, fra le nazioni, dei loro tratti migliori. Trascurando i difetti di una razza, noi dobbiamo discernere ed emulare le sue virtù. E' importante notare che i grandi santi della storia hanno impersonato gli ideali di tutti i paesi e le più alte aspirazioni di tutte le religioni".
La conversazione del maestro era vivace e punteggiata di similitudini. Un giorno egli disse: "Io vedo quelli che sono sul sentiero spirituale come in una gara. Alcuni scattano; altri avanzano piano. Un certo numero di essi cammina perfino all'indietro". Un'altra volta osservò: "La vita è una battaglia. Gli uomini combattono i loro nemici interiori, l'avidità e l'ignoranza. Molti vengon feriti dai proiettili dei desideri".
Il M. aveva sgridato parecchi discepoli per mancanza di efficienza nell'esecuzione dei loro compiti. Essi si sentivano molto tristi; allora Y. disse: "Non mi piace sgridarvi, perchè tutti voi siete tanto buoni. Ma quando vedo delle macchioline su un muro bianco, sento il dovere di toglierle".
P. e alcune persone stavano viaggiando in auto per visitare un ritiro SRF. Un vecchio, con un fardello sulla schiena, si affaticava procedendo sulla strada calda e polverosa. Il M. fece fermare la macchina, chiamò l'uomo e gli diede del denaro. Pochi minuti dopo Y. disse ai discepoli: "Il mondo e le sue terribili sorprese! Noi viaggiamo in macchina e un uomo così vecchio cammina a piedi. Tutti voi dovreste prendere la decisione di sfuggire al timore degli imprevisti maya. Se quello sfortunato avesse la realizzazione di Dio, povertà o ricchezza non avrebbero alcuna importanza. Nell'Infinito tutti gli stati di coscenza sono tramutati in uno solo: sempre nuova Beatitudine".
"Signore, quale passo dell'Autobiografia di uno Yoghi ritenete essere il più ispirante per un uomo comune?", chiese uno studente. Il M. riflettè un poco, poi disse: "Queste parole del mio Guru, Sri Yukteswar: "Dimentica il passato. La condotta umana non darà mai affidamento finchè l'uomo non sarà ancorato nel Divino. Tutte le cose miglioreranno in avvenire, se farete uno sforzo spirituale adesso'".
"Dio ci ricorda, anche se noi non Lo ricordiamo", disse il M. "Se egli dimenticasse per un secondo la creazione, tutto sparirebbe senza lasciar traccia. Chi, se non Lui, trattiene nel cielo questa palla di fango che è la terra? Chi se non Lui spinge gli alberi e i fiori a crescere? E' Dio solo che sostiene il battito del nostro cuore, digerisce il nostro cibo e rinnova giornalmente le cellule del nostro corpo. Eppure, quanti tra i Suoi figli Gli rivolgono un pensiero?".
"La mente", disse P. "E' come un miracoloso elastico che si può tendere all'Infinito senza che si strappi":
"Come può un santo prendere su di sè il karma cattivo altrui?", chiese un allievo. Il M. rispose:"Se vedeste un uomo che sta per colpire un altro, potreste mettervi davanti a questi e lasciarvi colpire al suo posto. Questo è ciò che fa un grande M. Egli vede nelle vite dei suoi devoti, quando effetti deleteri del loro cattivo karma del passato stanno per abbattersi su di loro. Se lo ritiene saggio, egli adopera un certo metodo metafisico col quale trasferisce su di sè le conseguenze degli errori dei propri discepoli. La legge di causa-effetto opera meccanicamente e matematicamente; gli yoghi sanno come sviare le sue correnti. "Poichè i santi sono consci di Dio di quale Essere eterno e inesauribile Energia Vitale, essi possono sopravvivere a colpi che ucciderebbero un uomo normale. La loro mente non viene minimamente influenzata da una malattia fisica, o dalle disgrazie di questo mondo".
Il M. stava discutendo con dei discepoli i piani per l'espansione dell'opera della Fratellanza. Egli disse: "Ricordate che la Chiesa è l'arnia, ma il Signore è il Miele. Non accontentatevi di parlare alla gente delle verità spirituali; mostrate loro come essi stessi possono raggiungere la coscienza di Dio."
P. era distaccato, ma amorevole e sempre fedele. Un giorno egli disse: "Quando non vedo i miei amici, essi non mi mancano; ma quando li vedo, non mi stanco mai di loro".
"Io vedo il Signore nel Suo universo", diceva il M."Vedendo un bell'albero, il mio cuore si commuove e sussurra: 'Egli è qui!'. M'inchino a Lui per adorarLo. Non permea Egli forse ogni atomo della terra? Potrebbe il nostro pianeta esistere se non in virtù della forza di coesione di Dio? Un vero devoto Lo vede in tutte le persone, in tutte le cose; ogni sasso diviene un altare. "Quando il Signore comandò: 'Non avrai altro Dio all'infuori di Me. Non ti farai scultura nè immagine alcuna', Egli intendeva dire che non dobbiamo esaltare gli oggetti della creazione ponendoli al disopra del Creatore. Il nostro amore per la natura, la famiglia, gli amici, i doveri e i possessi non deve occupare il trono supremo nel nostro cuore. Quello è il posto di Dio".
Dopo aver fatto rilevare a un discepolo il suo errore, il M. disse: "Non devi sentirti ferito quando io ti correggo. E' perchè stai vincendo la battaglia contro le abitudini sollecitate dall'ego che io continuo a mostrarti la via della'autodisciplina. Io ti benedico incessantemente per un glorioso avvenire nel bene. Questa sera ti ho ammonito affinchè tu non ti abitui a svolgere meccanicamente i tuoi doveri spirituali, dimenticando di fare quotidianamente uno sforzo profondo e ardente per trovare Iddio".
Un ministro di una certa chiesa venne una sera a far visita a P. Il visitatore disse, avvilito: "Sono così confuso nel mio pensiero spirituale!". "Allora, perchè predicate?". "Mi piace predicare". "Non ci disse il Cristo che un cieco non può guidare un altro cieco?", disse il M. "I vostri dubbi svaniranno se imparerete e praticherete il metodo della meditazione su Dio, la sola Certezza. Senza l'ispirazione proveniente da Lui, come potreste infondere la realizzazione negli altri?".
Nella sala principale dell'eremitaggio di Encitas, i discepoli ascoltavano avidamente il M. parlare di argomenti sublimi fino a notte alta. "Io sono qui per dirvi della gioia che si può trovare in Dio", egli concluse, "quella gioia che ciascuno di voi è libero di scoprire in sè, la gioia di cui sono permeato in ogni attimo della mia vita; poichè Egli cammina con me, parla con me, pensa con me, gioca con me, guida in tutti i modi.'Signore', io Gli dico, 'non ho preoccupazioni perchè Tu sei sempre con me. Sono felice d'essere il Tuo servo, un umile strumento per porgere aiuto ai Tuoi figli. Qualsiasi persona o evento Tu porti a me, essi sono responsabilità Tua; io non interferirò nel Tuo piano per me, accampando miei desideri personali'.
"Io so nel mio profondo che potrò trovare felicità solamente in Dio. Eppure molte cose terrene mi attraggono ancora", disse un giovane che contemplava la possibilità di entrare nel convento. "Un bambino trova divertente giocare con i mucchietti di fango, ma perde l'interesse per questo gioco quando diviene più grandicello", rispose il M. "Quando sarai cresciuto spiritualmente, non rimpiangerai i piaceri del mondo".
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