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SCHEDA ARTICOLO N. «00878»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: PARAMAHANSA YOGANANDA
TITOLO: IL MAESTRO DISSE...
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TESTO ARTICOLO

IL MAESTRO DISSE

Dedicato ai membri della
Self- Realization Fellotvsbip
a tutti i cercatori della verita'

Dopo aver lodato un discepolo, il M. disse: "Quando ti si dice che sei
buono, non devi rilassarti, ma cercare di diventare anche migliore. Il
continuo
miglioramento di te stesso rende felice te, quelli che ti stanno intorno, e
Dio".

La rinuncia non è una cosa negativa, bensì positiva", disse il M."Non è che
una rinuncia all'infelicità". Non si deve pensare ad essa come a una vita di
sacrificio;
è piuttosto un divino investimento, col quale i nostri pochi centesimi di
autodisciplina
renderanno l'interesse di un milione di dollari. Non è saggezza forse
spendere le
monete d'oro dei nostri giorni fuggevoli per acquistare l'Eternità?".

Guardando una domenica mattina i mazzi di fiori che decoravano la chiesa, il
M. disse: "Dio è Bellezza, perciò Egli creò la leggiadria nei fiori affinchè
parlino di Lui.
Più d'ogni altra cosa nella natura essi suggeriscono la Sua presenza. Il Suo
volto luminoso
ci guarda dalle finestre dei gigli e dei non-ti-scordar-di-me. Nella
fragranza della rosa
Egli sembra dire: 'CercaMi!'. Questa è la Sua favella; altrimenti mantiene
il silenzio. Espone
i Suoi manufatti nella bellezza del creato, ma non rivela che Egli stesso vi
è nascosto".

Due discepoli residenti nell'eremitaggio chiesero al M. il permesso di fare
una gita per visitare degli amici. P. rispose: "All'inizio della vita del
rinunciante non
è bene mescolarsi troppo spesso con la gente del mondo. La mente si buca
come un setaccio, e
non riesce a trattenere le acque della percezione di Dio.Fare delle gite non
vi porterà
la realizzazione dell'Infinito". Poichè era abitudine del Guru
daresuggerimenti, non comandi,
egli aggiunse:
"E' mio dovere mettervi in guardia quando vedo che vi incamminate nella
direzione sbagliata. Ma fate come volete".

"Sulla terra, Iddio cerca di evolvere l'arte universale del giusto vivere
incoraggiando nel cuore degli uomini i sentimenti di fratellanza e di
rispetto per gli altri",
disse il M. "Egli non ha perciò concesso a nessun popolo d'essere completo
in se stesso. Ai
membri d'ogni razza Egli diede qualche attitudine speciale, qualche genio
unico, coi quali dare
un contributo specifico alla civiltà del mondo."La pace sulla terra si
otterrà più presto
mediante uno scambio costruttivo, fra le nazioni, dei loro tratti migliori.
Trascurando i
difetti di una razza, noi dobbiamo discernere ed emulare le sue virtù. E'
importante notare
che i grandi santi della storia hanno impersonato gli ideali di tutti i
paesi e le più alte
aspirazioni di tutte le religioni".

La conversazione del maestro era vivace e punteggiata di similitudini. Un
giorno egli disse:
"Io vedo quelli che sono sul sentiero spirituale come in una gara. Alcuni
scattano; altri
avanzano piano. Un certo numero di essi cammina perfino all'indietro".
Un'altra volta osservò:
"La vita è una battaglia. Gli uomini combattono i loro nemici interiori,
l'avidità e
l'ignoranza. Molti vengon feriti dai proiettili dei desideri".

Il M. aveva sgridato parecchi discepoli per mancanza di efficienza
nell'esecuzione dei loro
compiti. Essi si sentivano molto tristi; allora Y. disse: "Non mi piace
sgridarvi, perchè tutti
voi siete tanto buoni. Ma quando vedo delle macchioline su un muro bianco,
sento il dovere di
toglierle".

P. e alcune persone stavano viaggiando in auto per visitare un ritiro SRF.
Un vecchio, con un
fardello sulla schiena, si affaticava procedendo sulla strada calda e
polverosa. Il M. fece
fermare la macchina, chiamò l'uomo e gli diede del denaro. Pochi minuti dopo
Y. disse ai
discepoli: "Il mondo e le sue terribili sorprese! Noi viaggiamo in macchina
e un uomo così
vecchio cammina a piedi. Tutti voi dovreste prendere la decisione di
sfuggire al timore degli
imprevisti maya. Se quello sfortunato avesse la realizzazione di Dio,
povertà o ricchezza non
avrebbero alcuna importanza. Nell'Infinito tutti gli stati di coscenza sono
tramutati in uno
solo: sempre nuova Beatitudine".

"Signore, quale passo dell'Autobiografia di uno Yoghi ritenete essere il più
ispirante per un
uomo comune?", chiese uno studente. Il M. riflettè un poco, poi disse:
"Queste parole del mio
Guru, Sri Yukteswar: "Dimentica il passato. La condotta umana non darà mai
affidamento finchè
l'uomo non sarà ancorato nel Divino. Tutte le cose miglioreranno in
avvenire, se farete uno
sforzo spirituale adesso'".

"Dio ci ricorda, anche se noi non Lo ricordiamo", disse il M. "Se egli
dimenticasse per un
secondo la creazione, tutto sparirebbe senza lasciar traccia. Chi, se non
Lui, trattiene nel
cielo questa palla di fango che è la terra? Chi se non Lui spinge gli alberi
e i fiori a
crescere? E' Dio solo che sostiene il battito del nostro cuore, digerisce il
nostro cibo e
rinnova giornalmente le cellule del nostro corpo. Eppure, quanti tra i Suoi
figli Gli rivolgono
un pensiero?".

"La mente", disse P. "E' come un miracoloso elastico che si può tendere
all'Infinito senza che
si strappi":

"Come può un santo prendere su di sè il karma cattivo altrui?", chiese un
allievo. Il M.
rispose:"Se vedeste un uomo che sta per colpire un altro, potreste mettervi
davanti a questi e
lasciarvi colpire al suo posto. Questo è ciò che fa un grande M. Egli vede
nelle vite dei suoi
devoti, quando effetti deleteri del loro cattivo karma del passato stanno
per abbattersi su di
loro. Se lo ritiene saggio, egli adopera un certo metodo metafisico col
quale trasferisce su di
sè le conseguenze degli errori dei propri discepoli. La legge di
causa-effetto opera
meccanicamente e matematicamente; gli yoghi sanno come sviare le sue
correnti.
"Poichè i santi sono consci di Dio di quale Essere eterno e inesauribile
Energia Vitale, essi
possono sopravvivere a colpi che ucciderebbero un uomo normale. La loro
mente non viene
minimamente influenzata da una malattia fisica, o dalle disgrazie di questo
mondo".

Il M. stava discutendo con dei discepoli i piani per l'espansione dell'opera
della Fratellanza.
Egli disse: "Ricordate che la Chiesa è l'arnia, ma il Signore è il Miele.
Non accontentatevi di
parlare alla gente delle verità spirituali; mostrate loro come essi stessi
possono raggiungere
la coscienza di Dio."

P. era distaccato, ma amorevole e sempre fedele. Un giorno egli disse:
"Quando non vedo i miei
amici, essi non mi mancano; ma quando li vedo, non mi stanco mai di loro".

"Io vedo il Signore nel Suo universo", diceva il M."Vedendo un bell'albero,
il mio cuore si
commuove e sussurra: 'Egli è qui!'. M'inchino a Lui per adorarLo. Non permea
Egli forse ogni
atomo della terra? Potrebbe il nostro pianeta esistere se non in virtù della
forza di coesione
di Dio? Un vero devoto Lo vede in tutte le persone, in tutte le cose; ogni
sasso diviene un
altare.
"Quando il Signore comandò: 'Non avrai altro Dio all'infuori di Me. Non ti
farai scultura nè
immagine alcuna', Egli intendeva dire che non dobbiamo esaltare gli oggetti
della creazione
ponendoli al disopra del Creatore. Il nostro amore per la natura, la
famiglia, gli amici, i
doveri e i possessi non deve occupare il trono supremo nel nostro cuore.
Quello è il posto di
Dio".

Dopo aver fatto rilevare a un discepolo il suo errore, il M. disse: "Non
devi sentirti ferito
quando io ti correggo. E' perchè stai vincendo la battaglia contro le
abitudini sollecitate
dall'ego che io continuo a mostrarti la via della'autodisciplina. Io ti
benedico
incessantemente per un glorioso avvenire nel bene. Questa sera ti ho
ammonito affinchè tu non
ti abitui a svolgere meccanicamente i tuoi doveri spirituali, dimenticando
di fare
quotidianamente uno sforzo profondo e ardente per trovare Iddio".

Un ministro di una certa chiesa venne una sera a far visita a P. Il
visitatore disse, avvilito:
"Sono così confuso nel mio pensiero spirituale!". "Allora, perchè
predicate?". "Mi piace
predicare". "Non ci disse il Cristo che un cieco non può guidare un altro
cieco?", disse il M.
"I vostri dubbi svaniranno se imparerete e praticherete il metodo della
meditazione su Dio, la
sola Certezza. Senza l'ispirazione proveniente da Lui, come potreste
infondere la realizzazione
negli altri?".

Nella sala principale dell'eremitaggio di Encitas, i discepoli ascoltavano
avidamente il M.
parlare di argomenti sublimi fino a notte alta. "Io sono qui per dirvi della
gioia che si può
trovare in Dio", egli concluse, "quella gioia che ciascuno di voi è libero
di scoprire in sè,
la gioia di cui sono permeato in ogni attimo della mia vita; poichè Egli
cammina con me, parla
con me, pensa con me, gioca con me, guida in tutti i modi.'Signore', io Gli
dico, 'non ho
preoccupazioni perchè Tu sei sempre con me. Sono felice d'essere il Tuo
servo, un umile
strumento per porgere aiuto ai Tuoi figli. Qualsiasi persona o evento Tu
porti a me, essi sono
responsabilità Tua; io non interferirò nel Tuo piano per me, accampando miei
desideri
personali'.

"Io so nel mio profondo che potrò trovare felicità solamente in Dio. Eppure
molte cose
terrene mi attraggono ancora", disse un giovane che contemplava la
possibilità di entrare nel
convento. "Un bambino trova divertente giocare con i mucchietti di fango, ma
perde l'interesse
per questo gioco quando diviene più grandicello", rispose il M. "Quando
sarai cresciuto
spiritualmente, non rimpiangerai i piaceri del mondo".

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