di A. De Mello
> Brani da "Scopri te stesso e riprenditi la vita", di Anthony De Mello > > ETICHETTE >> L'importante non e' sapere chi o cosa sia l'"io". Non ci riuscirete mai. > Non > esistono parole che possano esprimerlo. > > L'importante e' dimenticare le etichette. Come dicono i maestri giapponesi > dello Zen: "Non cercate la verita'; abbandonate i vostri giudizi". > Abbandonate le vostre teorie; non cercate la verita'. La verita' non e' > una > cosa da cercare. Se smetteste di essere dogmatici, ve ne accorgereste." > > Qui accade qualcosa di simile. Se dimenticherete le vostre etichette, lo > scoprirete. Cosa intendo per etichette? Ogni etichetta che vi venga in > mente, eccetto forse quella di essere umano. E' vero: questa definizione > non > dice molto. Ma quando dite: > > "Sono una persona di successo", e' una follia. Il successo non e' parte > dell'"io". Il successo e' qualcosa che va e viene; oggi c'e', domani > potrebbe essere finito. Non e' l'"io". Quando si dice: "Sono uno di > successo", si e' in errore: significa che si e' precipitati nelle tenebre. > Ci si e' identificati col successo. > > E lo stesso vale per chi ha detto: "Sono un fallimento, sono un avvocato, > sono un uomo d'affari". Sapete cosa vi accadra', se vi identificherete con > queste cose? Vi abbarbicherete ad esse, avrete paura che svaniscano, ed e' > da qui che deriva la vostra sofferenza. > > Intendevo proprio questo, quando vi ho detto, poco fa, "Se state > soffrendo, siete addormentati". Volete un segno evidente del fatto che > siete > addormentati? Eccolo: state soffrendo. La sofferenza e' il sintomo > dell'allontanamento dalla realta'. La sofferenza vi viene data perche' > possiate aprire gli occhi alla realta'; perche' possiate capire che da > qualche parte regna la falsita', proprio come un dolore fisico si fa > sentire > perche' si capisca che da qualche parte c'e' una malattia o un morbo. > > La sofferenza indica che da qualche parte c'e' del falso. La sofferenza > sorge quando ci si scontra con la realta', quando la vostra falsita' si > scontra con la verita': allora scatta la sofferenza. Altrimenti, non c'e' > sofferenza. > > > OSTACOLI ALLA FELICITA' > > Cio' che sto per dirvi vi sembrera' un tantino pomposo, ma e' la verita'. > > Quelli che seguiranno potrebbero essere i minuti piu' importanti della > vostra vita. Se riusciste ad afferrare quel che verra' ora, potreste > carpire il segreto del risveglio. Sareste felici per sempre. Non sareste > mai > piu' infelici. Niente avrebbe piu' il potere di farvi del male. Lo dico > davvero: niente. E' come quando si getta in aria della vernice nera: > l'aria > resta incontaminata. Non e' possibile verniciare l'aria di nero. Qualsiasi > cosa accada, si rimane incontaminati, si rimane in pace. > > Ci sono esseri umani che hanno raggiunto quest'obiettivo, cio' che io > definisco essere umani. Niente a che vedere con l'assurdita' di essere un > pupazzo, strattonato in tutte le direzioni, che lascia che siano gli > eventi, > o altre persone, a dirgli cosa deve provare. E cosi' uno prova' quel che > gli > dicono gli altri, e lo definisce essere vulnerabili. Ah! Io lo definisco > essere un pupazzo. > > Volete essere dei pupazzi? Si preme un pulsante, e voi andate giu'; vi > piace? Ma se voi vi rifiutate di identificarvi con qualsiasi etichetta, la > maggior parte delle preoccupazioni si volatilizzeranno. > > Piu' avanti parleremo della paura delle malattie e della morte, ma in > genere si e' preoccupati della propria carriera. > > Un insignificante uomo d'affari, di cinquantacinque anni, sta > sorseggiando una birra in un bar, e dice: > > "Guarda i miei compagni di classe: loro si' che sono arrivati!" > > Che idiota! Cosa intende dire con quel "sono arrivati?" Vedono il proprio > nome sul giornale. E questo vi sembra che significhi che sono arrivati? > > Uno e' presidente di una societa'; l'altro e' stato nominato giudice capo; > qualcun altro e' diventato questo o quello. > > Scimmie, scimmie tutti quanti. > > Chi decide cosa significa avere successo? Questa stupida societa'! La > principale preoccupazione della societa' e' mantenere la societa' stessa > in > uno stato di infermita'! E prima lo si capisce, meglio e'. Malati, tutti > quanti. Sono lunatici, pazzi. Uno diventa presidente del ricovero dei > pazzi > e ne e' orgoglioso, anche se non significa niente. Essere presidente di > una > societa' non ha niente a che vedere con l'avere successo nella vita. > > Si ha successo nella vita quando ci si sveglia! Allora non devi chiedere > scusa a nessuno, non devi spiegare nulla a nessuno, non te ne frega un bel > niente di cosa pensi o dica la gente di te. Non hai preoccupazioni: sei > felice. Ecco cos'e'per me, avere successo. > > Avere un bel lavoro, o essere famoso, o avere una splendida reputazione > non > ha assolutamente nulla a che fare con la felicita', i successo. Nulla! E' > totalmente irrilevante. > > Quell'uomo di successo ha in realta' come unica preoccupazione cosa > pensano di lui i suoi figli, cosa pensano di lui i suoi vicini, cosa pensa > di lui sua moglie. Avrebbe dovuto diventare famoso. La nostra societa' e > la > nostra cultura ce lo trapanano in testa, giorno e notte. > > Persone arrivate! Arrivate dove? Arrivate a rendersi ridicole. Perche' > hanno impiegato tutte le loro energie per ottenere qualcosa che non ha > alcun > valore. Sono spaventate e confuse, sono pupazzi come tutti gli altri. > Guardateli, mentre passeggiano sul palcoscenico. Guardate come si turbano > nel notare una macchiolina sulla camicia. E questo lo chiamate successo? > Sono controllati, manipolati. Sono persone infelici, miserabili. Non si > godono la vita. Sono costantemente tesi e ansiosi. E lo chiamate umano? > Sapete perche' accade tutto questo? Per un'unica ragione: > > si sono identificati con un'etichetta. > > Hanno identificato l'"io" con il denaro, il lavoro, la professione. E' > stato > questo il loro errore. > > Avete mai sentito parlare di quell'avvocato che aveva ricevuto la fattura > dell'idraulico? > > L'avvocato disse all'idraulico: "Ehi, ma tu mi costi duecento dollari > all'ora. Non li prendo nemmeno io che sono avvocato!". > > E l'idraulico: "Nemmeno io li prendevo, quando facevo l'avvocato!". > > Potreste fare l'idraulico, l'avvocato, l'uomo d'affari o il prete, ma > questo non tocca l'"io" essenziale, non tocca voi. > > Se domani cambio professione, e' come se cambiassi abito. Rimango intatto. > > Voi (siete) i vostri abiti? (Siete) il vostro nome? (Siete) la vostra > professione? Smettetela di identificarvi con queste cose, che vanno e > vengono. > > Quando lo capirete davvero, nessuna critica vi potra' toccare, e nemmeno > la lode o l'adulazione. > > Quando qualcuno dice: "Sei un tipo in gamba". di cosa sta parlando? Sta > parlando di "me", non dell'"io". L'"io" non e', ne' forte, ne' debole; non > e', ne' di successo, ne' fallito. > > Non e' nessuna di queste etichette. > > Queste sono cose che vanno e vengono, e dipendono dai criteri stabiliti > dalla societa', dal condizionamento a cui si e' stati sottoposti. Queste > cose dipendono dall'umore della persona che vi parla in quel dato momento. > Non hanno niente a che vedere con l'"io". > > L'"io" non e' alcuna di queste etichette. Il "me" e', in genere, egoista, > sciocco, infantile - un vero asino. > > E cosi', quando dite: "Sei un asino", lo sapete da anni! > > Il se' e' condizionato - cosa vi aspettavate? Io lo so da anni. E perche' > vi > identificate con il se'? Stupidi! Non si tratta dell'"io": quello e' il > "me". > > Volete essere felici? La felicita' ininterrotta non ha cause. La vera > felicita' non ha cause. " > > Voi non potete rendermi felice, non siete la mia felicita'. Se chiedete > alla > persona che si e' svegliata: "Perch, sei felice?, lei risponde: "Perch, > no?". > > La felicita' e' la nostra condizione naturale. La felicita' e' la > condizione naturale dei bambini piccoli, a cui il regno appartiene, > finche' > non vengono inquinati e contaminati dalla stupidita' della societa' e > della > cultura. > > Per acquisire la felicita' non bisogna fare nulla, perche' la felicita' > non > puo' essere acquisita. > > Qualcuno sa perche'? > > Perche' l'abbiamo gia'. Come si fa ad acquisire qualcosa che gia' si > possiede? > > E allora, perche' non la provate? > > Perche' dovete abbandonare qualcosa. Dovete abbandonare le illusioni. Non > dovete aggiungere niente, per poter essere felici: dovete invece > abbandonare > qualcosa. La vita e' facile, e' meravigliosa. E' dura solo con le vostre > illusioni, le vostre ambizioni, la vostra avidita', le vostre richieste. > > Sapete da dove arrivano queste cose? Dall'essersi identificati con tutti i > tipi di etichette! > > (Anthony De Mello)
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