Fidarsi del proprio Istinto
(di Antonella Lucato)
L'istinto è una fondamentale risorsa personale che va rispettata e potenziata. Ha la capacità di proteggerci. Imparare a dare ascolto al proprio istinto fa fiutare il pericolo, quello palese ma anche quello più subdolo, mascherato o nascosto.
Fidarsi del proprio istinto è una delle caratteristiche delle persone di talento che sentono istintivamente in quale direzione orientare le loro scelte. La parola istinto deriva dal latino instinguere, eccitare. Non si conosce esattamente in che punto del sistema nervoso alberga, viene considerato innato. Insieme a riflessione e a consapevolezza ci fa da guida per muoverci nel mondo.
Dentro ognuno di noi esistono incredibili facoltà ancora poco conosciute. Istinto, ispirazione, sensitività, presentimenti esistono, appartengono alla sfera del sentire cui molta gente non attinge, o su cui non fa abbastanza affidamento.
Il nostro istinto è un alleato fidato al quale far ricorso quando ci troviamo di fronte ad una decisione o ad una scelta. Per sentirlo dobbiamo far silenzio e prestargli attenzione, rimanere vigili ai suoi messaggi. L'istinto ci avvisa quando è arrivato il momento per un cambiamento.
Tutto il troppo lo frastorna. Il troppo rumore, le troppe parole. Le troppe cose, la troppa superficialità, il troppo cibo. Le troppe aspettative. E' l'istinto che fiuta il raggiro e mette in moto le nostre capacità di difenderci e proteggerci. Si dice infatti spesso "ho sentito istintivamente che potevo fidarmi" - oppure - "l'istinto mi ha detto che qualcosa non era come sembrava".
Se una persona per sentirsi accettata si adatta sino a rinnegare la propria autentica identità, si contiene sino a non esprimere il proprio pensiero si allontanerà dal proprio istinto e, giorno dopo giorno, non riuscirà più ad udire la sua voce. Vivere una vita simulata e solo d'apparenza ammutolisce e mortifica l'istinto.
Quando l'istinto è stato danneggiato va aiutato a recuperare la sua funzione primaria. Se si rompe una gamba non possiamo camminare allo stesso modo e si farà di tutto per ripristinare la sua funzionalità. Lo stesso vale per l'istinto. Poiché non è visibile è più difficile riconoscere quando qualcosa si è spezzato tra noi e il nostro istinto ma se ne possono vedere le conseguenze.
Una persona con un istinto vitale danneggiato non si accorge quando qualcuno in buona, o cattiva fede, cerca di fregarla, strumentalizzarla, manipolarla. Come ogni altra capacità anche quella di percepire può essere allenata. L'istinto è una qualità interiore. Per allenarla occorre stare connessi con la propria interiorità.
Vivere secondo ciò che ci corrisponde senza troppe finzioni che lo fanno cadere in letargo. Se continuiamo a raccontargli che tutto va sempre bene, che siamo sempre solo d'accordo, che ci piace anche quello che non sopportiamo per il timore di prendere posizione, di perdere qualcuno o qualcosa, per paura di essere giudicati, o esclusi, l'istinto si intorpidisce, perde la sua forza vitale.
Quando siamo in contatto con noi stessi si delinea più facilmente la scelta da prendere. Sviluppare un buon istinto ed il potere che ne deriva implica imparare ad osservare e comprendere anche le forze negative e gli squilibri dentro e fuori.
L'istinto fa vedere il cuore buono, oltre l'azione cattiva. La dolcezza sotto la corazza di durezza. L'insicurezza dietro il bisogno di tenere tutto e tutti sotto controllo. L'invidia strisciante nascosta sotto un finto sorriso; una finta cordialità, la paura e la mancanza di coraggio di chi oppone sempre resistenze al cambiamento.
Vedere alcuni aspetti di sé e degli altri può essere una conoscenza difficile da sopportare, sino al punto che si preferirebbe spegnere la luce dell'istinto pur di non vedere. Per dirlo con le parole dello scrittore Alan Alda "dovete abbandonare la città del comfort per addentrarvi nel mondo selvaggio dell'intuizione. Quello che scoprirete sarà magnifico, perché scoprirete voi stessi".
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