Esperienze delle vette
(di Marcella Danon)
L'esperienza della trascendenza dei confini con i quali solitamente percepiamo la realtà non solo è accessibile, ma è sicuramente già stata sperimentata in diverse occasioni da ognuno di noi.
A tutti è sicuramente già successo, di fronte ad un cielo stellato, a un tramonto, in un momento d'amore o davanti allo sguardo di un bambino, di sentirsi, anche solo per un istante, in contatto con una realtà più vasta, di sentire che non siamo soli che c'è qualche cosa di più grande che ci abbraccia, ci include, ci sostiene e da improvvisamente significato a tutta l'esistenza. Forse sono stati solo istanti, che hanno lasciato una forte impressione per poi svanire con la stessa rapidità con cui erano apparsi, come piccoli viaggi in elicottero sulle vette del nostro mondo interiore, sufficienti a risvegliare il desiderio di intraprendere, a piedi questa volta, il lungo sentiero che porta a riconquistare quella stessa vetta.
Riconoscere, a poco a poco, la ricchezza e la topografia del nostro mondo interiore ci permette di imparare il cammino che ci porta a quei luoghi più isolati e suggestivi, da cui possiamo osservare la nostra realtà quotidiana da un punto di vista più alto ed elevato, e immergerci per qualche istante nell'atmosfera più tersa ed energizzante, più vicina la nostro Sé.
Esistono un'infinità di scuole, di tecniche, di metodi, che ci aiutano in questa esplorazione, e ognuno dovrà scoprire quelli più adatti, di volta in volta, al proprio percorso. Ma il riportare alla mente uno di quei piccoli fugaci istanti di "illuminazione", vissuti nell'arco della propria vita, cercando di lasciarsi riavvolgere dalla stessa atmosfera, magari aiutandosi con un'ambientazione tranquilla e rilassante e una musica adatta, è un semplice esercizio, che può trasformarsi in valido aiuto per affrontare le piccole e grandi difficoltà della vita quotidiana.
La conquista delle dimensioni superiori è, comunque, paragonabile all'ascesa di una montagna, con tutte le meraviglie e i rischi connessi alla scalata di una vetta. La qualità e l'autenticità della propria esperienza spirituale non si misura a parole, ma a fatti. E' nella pratica che si esprime la propria "illuminazione", e un certo grado di umiltà funge sicuramente da cartina tornasole, per distinguere chi dice di essere maestro, da chi lo è senza dirlo e, forse, senza neppure saperlo.
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