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SCHEDA ARTICOLO N. «01067»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: ANNA POLETTI
TITOLO: BABA BEDI E LA VIA DELLA GIOIA
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TESTO ARTICOLO

Baba Bedi e la via della gioia

(di Anna Poletti)

Baba Bedi è il padre dell'attore Kabir Bedi (Sandokan)

Un maestro di auto-realizzazione, presa di coscienza, sviluppo dei propri
talenti, messa a frutto dei doni ricevuti e soddisfazione dei desideri
profondi, per rendere felici se stessi e gli altri.

Un'autentica evoluzione spirituale implica la capacità di vivere pienamente
e armonicamente la propria esistenza in questo mondo. Vivendo con coerenza e
sincerità, rispettando e accettando i propri limiti e i propri tempi di
maturazione si procede anche sul cammino della Luce senza perdere tempo.

Quando Baba Bedi parlava di realizzazione non si riferiva solo al
raggiungimento dell'unione cosciente con il Divino, ma innanzitutto a quelle
azioni che rendono la quotidianità della nostra vita piena di soddisfazione
e di gioia. La parola realizzazione viene oggi invece usata in modo ambiguo.
Infatti si sente spesso dire che una persona è realizzata quando ha
raggiunto la totale illuminazione, cioè quando ha sperimentato l'Essenza
divina in sé.

Questa definizione di realizzazione non è sbagliata, ma si riferisce solo al
raggiungimento dello stadio finale, saltando a pie' pari tutte le fasi
intermedie. Induce quindi molte persone a sottovalutare l'importanza della
vita materiale e spesso a penalizzare il benessere psicofisico per
focalizzarsi esclusivamente sull'evoluzione spirituale.

Chi cerca di perseguire l'illuminazione senza aver imparato a vivere
armonicamente e totalmente la quotidianità della vita, compie lo stesso
errore di chi volesse raggiungere l'ultimo piano di un grattacielo compiendo
balzi sempre più alti, senza attraversare via via i piani intermedi.

Un simile comportamento a volte può essere causa di gravi turbe psichiche o
di seri problemi fisici e, nella migliore delle ipotesi, è fonte di profonde
insoddisfazioni e scoraggiamenti, dovuti ai molti anni di sacrifici
infruttuosi, oppure è la matrice di varie forme di presunzione e di
autoesaltazione.

Accettare e rispettare se stessi e il proprio livello di maturazione non
significa adagiarsi, ma camminare attentamente al proprio ritmo, seguendo le
indicazioni degli organi della Luce, e superare gli ostacoli che via via si
incontrano. Se poi capita di non vederne uno e di inciampare o di cadere,
non bisogna scoraggiarsi o denigrarsi, ma riprendere il cammino con amore,
pazienza e fiducia nelle proprie capacità.

Vivere con coerenza e sincerità significa anche essere fedeli a se stessi...

Vivere con coerenza e sincerità significa anche essere fedeli a se stessi,
cioè manifestarsi ed esprimersi così come veramente si è. Significa
togliersi le innumerevoli maschere dietro alle quali nascondiamo il nostro
vero volto, significa ritrovare la spontaneità e l'autenticità che avevamo
da bambini.

Essere vuol dire vivere attivamente e coscientemente tutte le nostre
potenzialità. Esistere invece significa lasciarsi vivere, senza
consapevolezza, senza utilizzare le potenzialità che si hanno a
disposizione. La maggior parte delle persone esiste in uno stato di semi
incoscienza, senza una chiara prospettiva, senza una finalità. Per questo
motivo queste persone agiscono come le bandiere al vento, lasciandosi
trasportare dalla moda, dalle pubblicità, dagli amici, ecc. e non
raggiungono mai la piena soddisfazione, oppure si annoiano a morte, perché
non sanno cosa farsene della loro vita.

Vivere quindi non significa solo agire con dinamismo e vitalità, ma
utilizzare pienamente e consapevolmente tutte le proprie capacità per
ottenere innanzitutto ciò che si desidera nell'ambito materiale, perché
l'anima ha un corpo che deve essere curato, rispettato e apprezzato. Il
corpo infatti è uno strumento essenziale, senza il quale l'evoluzione stessa
sarebbe praticamente impossibile. Se non si sono risolti i problemi di
sopravvivenza e di benessere psicofisico non si conquista la pace interiore.
Non bisogna dunque dimenticare che i due aspetti, materiale e spirituale,
non si escludono a vicenda, ma anzi non sono mai nettamente separabili l'uno
dall'altro.

La vita è come noi la vogliamo. Noi stessi creiamo la nostra vita felice o
angosciata, a seconda degli atteggiamenti interiori che seguiamo. Se diamo
retta ai pensieri negativi, alle paure, ai rimpianti, ai rancori, se
aspettiamo che siano gli altri a farci felici, vivremo una vita piena di
sofferenza e di infelicità. Se invece vogliamo essere felici dobbiamo
individuare tutto ciò che può dare gioia e realizzarlo.

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- Chi è Baba Bedi -

Baba Phiare Lal Bedi, nacque a Panijab, nell'India del nord, il 5 Aprile
1909. Studiò nelle università di Panijab, Oxford, Berlino, Heidelberg e
Ginevra, conseguendo tre lauree.

Partecipò attivamente alla guerra di liberazione dell'India contro gli
inglesi. Dopo l'indipendenza ricoprì una carica politica di grande rilievo
per alcuni anni, finché un giorno "sentì" di dover lasciare tutto per
dedicarsi alla ricerca della verità e all'insegnamento.

Fondò quindi a Dheli l'Istituto di ricerca per il non-conosciuto. Venne poi
in Italia dove ha vissuto per 20 anni e ha trasmesso la sua inesauribile
conoscenza a centinaia di persone, anche se in modo sempre molto riservato e
schivo rispetto a qualsiasi forma di pubblicità.

La via della gioia che Baba insegnava a vivere è intesa come via
dell'auto-realizzazione, della presa di coscienza, dello sviluppo dei propri
talenti, della messa a frutto dei doni ricevuti, della soddisfazione dei
desideri profondi, per rendere felici se stessi e gli altri.

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Letture consigliate: 'Baba Bedi e la Via della Gioia', di Cristina Aprato,
Edizioni Centro di Benessere Psicofisico.

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