Questo documento è stato scritto in seguito alla fondazione della Lega del WWF Conservazione e Religione
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- La visione Bahá'í del mondo -
È facile trovare una concordanza fra i giudizi sul problema della conservazione formulati dalla scienza e la visione del mondo esposta negli scritti di Bahá'u'lláh (1817-1892), il Profeta Fondatore della Fede Bahá'í, e di Suo Figlio `Abdu'l-Bahá (1844-1921), visione che rispecchia la fondamentale armonia fra scienza e religione.
I termini con cui sono descritte le origini dell'universo sono in armonia con le attuali teorie scientifiche, anche se tale descrizione precedente all'elaborazione della moderna terminologia della fisica e della chimica. "Questo mondo dell'esistenza, questo sconfinato universo non ha né principio n fine".
(2) "Ciò che è esistito era esistito prima, ma non nella forma che vedi oggi. Il mondo dell'esistenza si originò per il calore sprigionato dall'interazione fra la forza attiva e ciò che n'è il recipiente".
(3) "Può essere che una delle parti dell'universo, uno dei corpi celesti, per esempio, venga all'esistenza o sia disintegrato, ma gli altri infiniti corpi celesti continuano ad esistere; l'universo non ne sarebbe scompigliato o distrutto; al contrario l'esistenza è eterna e perpetua".
(4) "In principio la materia era una e quell'unica materia apparve sotto differenti aspetti in ogni elemento; così se ne produssero varie forme e questi vari aspetti, una volta prodotti, divennero permanenti e ciascun elemento si specializzò . Poi questi elementi divennero composti e si organizzarono e combinarono in infinite forme . Dalla composizione e dalla combinazione degli elementi, dalla loro decomposizione, dalla loro quantità e dall'effetto prodotto su di loro da altri esseri, derivarono forme, infinite realtà e innumerevoli esseri".
(5) "Giunto all'esistenza, questo globo terrestre, crebbe e si sviluppò nella matrice dell'universo e sortì in differenti forme e condizioni, finché a poco a poco conseguì la sua presente perfezione e divenne adorno di innumerevoli esseri e apparve come organizzazione completa".
(6) La natura è vista obbediente a leggi scientifiche che sono esse stesse espressione di una realtà divina. "La Natura è la Volontà di Dio e l'espressione di tale Volontà nel e per mezzo del mondo contingente".
(7) "Questa natura è soggetta ad un'organizzazione assoluta, a leggi determinate, ad un ordine completo e ad un disegno perfetto, da cui non potrà mai allontanarsi - a tal segno, infatti, che se guarderai con attenzione e con vista acuta, dal più piccolo invisibile atomo fino ai grandi corpi celesti del mondo dell'esistenza come il sole o le altre grandi stelle e luminose sfere, nella loro disposizione, composizione, forma e movimento, vedrai che si trovano tutti al massimo grado dell'organizzazione, soggetti ad un'unica legge dalla quale non si allontaneranno mai".
(8) "Per natura s'intendono le proprietà intrinseche e le necessarie relazioni derivate dalle realtà delle cose; realtà che, pur infinitamente diverse, sono nondimeno fra loro strettamente concatenate".
(9) "Se guardiamo con occhio attento il mondo della creazione, troviamo che tutte le cose esistenti possono essere classificate come segue: primo, minerali, vale a dire la materia o la sostanza che appare in varie forme di composizione; secondo, vegetali, che oltre alle virtù dei minerali possiedono la capacità dell'aumento o crescita, che denota un grado più elevato e specializzato di quello dei minerali; terzo, animali, che oltre agli attributi dei minerali e dei vegetali posseggono il potere della percezione sensoriale; quarto, uomini, il più alto fra gli organismi specializzati della creazione visibile, che oltre a comprendere le qualità dei minerali, dei vegetali e degli animali, posseggono una dote spirituale del tutto assente nei regni inferiori, il potere dell'indagine intellettuale dei misteri dei fenomeni esteriori. Frutto di questa dote intellettuale la scienza, tipica dell'uomo. Questo potere scientifico indaga e comprende gli oggetti creati e le leggi che li riguardano. Esso scopre i reconditi e arcani segreti dell'universo materiale ed peculiare dell'uomo soltanto. La più nobile ed encomiabile impresa dell'uomo pertanto la conoscenza scientifica con le sue conquiste".
(10) Gli scritti bahá'í accettano le prove scientifiche a favore dell'evoluzione. Ma essi fanno distinzione fra la potenzialità dei vari tipi di esseri, che intrinseca alla sostanza e alle leggi della creazione e che sempre esistita, e il processo attraverso il quale tale potenzialità si rivela. "Come l'uomo nel grembo materno passa da una forma all'altra, da una foggia all'altra, si trasforma e si sviluppa e fin dal principio del periodo embrionale appartiene sempre alla specie umana, così l'uomo una specie distinta, cioè quella umana, fin dall'inizio della sua esistenza nella matrice del mondo e si è a poco a poco evoluto da una forma all'altra".
(11) "Nello stesso modo, la crescita e lo sviluppo di tutti gli esseri graduale; questa l'organizzazione universale divina, questo il sistema naturale".
(12) "Tutti gli esseri, grandi o piccoli, furono creati perfetti e completi fin dal principio, ma le loro perfezioni vi appaiono per gradi. L'organizzazione di Dio una sola".
(13) "Tutti questi infiniti esseri che abitano il mondo, uomini, animali, vegetali, minerali, qualunque cosa siano, sono sicuramente tutti composti di elementi. Non v' dubbio che questa perfezione che si trova in tutti gli esseri dovuta - per opera della creazione di Dio - alla composizione degli elementi, secondo la misura, l'equilibrio, il modo della combinazione e le reciproche influenze. Infatti tutti gli esseri sono collegati insieme come una catena e l'aiuto, l'assistenza e l'influenza reciproci appartenenti alle proprietà delle cose sono la causa dell'esistenza, dello sviluppo e della crescita degli esseri creati".
(14) Negli scritti sacri bahá'í appaiono anche i concetti dei processi ecologici essenziali e dei fondamentali sistemi di supporto della vita. "Considera, per esempio, come un insieme di cose create costituisca il regno vegetale, e un altro il regno animale. Entrambi utilizzano alcuni elementi presenti nell'aria, dai quali dipende la loro vita, e nello stesso tempo ciascuno di essi incrementa il tasso di quegli elementi che sono essenziali per la vita dell'altro. In altre parole, se non esistesse il regno animale, il mondo vegetale non potrebbe crescere e svilupparsi e se non vi fosse la cooperazione del regno vegetale la vita animale non potrebbe mantenersi. Dello stesso tipo sono le relazioni esistenti fra tutte le cose create; perciò è stato detto che cooperazione e reciprocità sono proprietà essenziali inerenti al sistema unificato del mondo dell'esistenza e che senza di esse l'intera creazione sarebbe ridotta al nulla".
(15) "Nel regno materiale della creazione, le cose o mangiamo o sono mangiate: la pianta beve il minerale, l'animale bruca o ingoia le piante, l'uomo si ciba dell'animale e il minerale divora il corpo dell'uomo. I corpi materiali migrano, passando una barriera dopo l'altra, da una vita all'altra e tutte le cose sono soggette alla trasformazione e al mutamento, con la sola eccezione dell'essenza dell'esistenza - e infatti essa costante e immutabile e su di essa si fonda l'esistenza di ogni specie e genere, di ogni realtà contingente in tutto il creato".
(16) All'uomo attribuito un posto speciale nel mondo naturale. "Il corpo dell'uomo, come quello degli animali, soggetto alle leggi della natura. Ma l'uomo dotato di una seconda realtà, la realtà razionale o intellettuale; e la realtà intellettuale dell'uomo predomina sulla natura".
(17) " . all'uomo Dio ha donato un tale meraviglioso potere che egli può guidare, controllare e sopraffare la natura".
(18) "Ma nell'uomo v' una terza realtà, la realtà spirituale . Quella realtà celestiale . libera l'uomo dal mondo materiale. Il suo potere induce l'uomo a sottrarsi al mondo della natura. Sottraendosi, egli trova una realtà illuminante, trascendente la limitata realtà umana che lo porta a conseguire l'infinito di Dio, lo proietta nel mare dei raggi del Sole della Realtà".
(19) L'uomo dev'essere "libero ed emancipato dalla cattività del mondo della natura; infatti finché, prigioniero della natura, egli un animale feroce, poiché la lotta per l'esistenza una delle esigenze del mondo della natura".
(20) I brani delle scritture bahá'í che abbiamo riportato - i più recenti dei quali risalgono ai primi anni del secolo - illustrano il concetto bahá'í dell'origine del mondo naturale e del posto che l'uomo vi occupa. Il tema di fondo delle strette relazioni esistenti fra tutte le cose rappresenta un incentivo naturale all'interesse e all'azione nel campo della conservazione. Il suo potere di interferire con la natura e di controllarla d inoltre all'uomo la responsabilità di amministrarla con saggezza. Tuttavia i problemi della conservazione non nascono da una mancanza nella comprensione scientifica, essi dipendono perlopiù dai problemi sociali e strutturali della società moderna. La Fede Bahá'í offre anche concetti sociali altrettanto importanti ai fini della conservazione della natura.
- Una civiltà in continuo progresso -
La Fede Bahá'í dichiara:"Tutti gli uomini sono stati creati per portare avanti una civiltà in continuo progresso".
(21) Ma quanto alla forma che il progresso deve assumere, la questione aperta. In quest'éra nella quale la tecnologia ha unito fisicamente tutti i popoli del mondo e l'unità della biosfera un concetto accettato, si devono attuare provvedimenti intesi a conseguire una corrispondente unità sociale e politica. Le ingiustizie che perpetuano le grandi differenze fra ricchi e poveri e inducono i poveri a distruggere le proprie risorse devono essere eliminate mediante "una combinata applicazione di vari elementi, spirituali, morali e pratici".
(22) L'educazione universale permetterebbe alle masse di comprendere e modificare i propri comportamenti. Nello stesso tempo necessario controllare lo smodato consumo di risorse da parte dei ricchi. Oltre un secolo fa Bahá'u'lláh ha pronunziato un ammonimento sui pericoli degli eccessi della civiltà materiale. "La civiltà così spesso esaltata dai dotti esponenti delle arti e delle scienze, porterà, se le si permetterà di oltrepassare i limiti della moderazione, grandi mali all'umanità . L'incivilimento, se spinto all'eccesso, si risolver in una feconda sorgente di male, come lo sarebbe stato di bene, se contenuta nell'ambito della moderazione . Si avvicina il giorno in cui la sua fiamma divorerà le città . ".
(23) In un passo che potrebbe riferirsi all'energia nucleare, ma che fu scritto molti anni prima della sua scoperta, Egli afferma:"Nel mondo esistono cose strane e stupefacenti, che sono celate alle menti e alla comprensione umana. Esse hanno il potere di modificare l'intera atmosfera terrestre e la loro contaminazione sarebbe esiziale".
(24) Gli attuali problemi di inquinamento sono una conferma di questo avvertimento. Ovviamente la civiltà del futuro dovrà trovare un più moderato equilibrio fra lo sviluppo materiale e i bisogni del mondo naturale.
I cambiamenti necessari richiedono modificazioni radicali nella struttura della società umana. "L'unità della razza umana, così com' stata prevista da Bahá'u'lláh, implica la creazione di una Confederazione mondiale entro la quale tutte le nazioni, le razze, i credi e le classi siano uniti intimamente e permanentemente e nel quale l'autonomia degli stati confederati e la libertà personale e l'iniziativa degli individui che li compongono siano definitivamente e completamente garantite. Questa Confederazione. per quel che si può concepire, consiste in un corpo legislativo mondiale, i cui membri, quali fiduciari dell'umanità intera, dovranno controllare tutte le nazioni componenti, e promulgare le leggi necessarie per regolare la vita e le relazioni e soddisfare i bisogni di tutte le razze e di tutti i popoli . Le risorse economiche del mondo saranno organizzate e le fonti di materie prime saranno sfruttate e pienamente utilizzate; i mercati saranno coordinati e sviluppati, e la distribuzione dei prodotti regolata con equità e giustizia .
"Un sistema federale mondiale che governi tutta la terra, esercitando un'autorità incontestabile sulle sue inconcepibilmente vaste risorse, fondendo e incorporando gli ideali dell'Oriente e dell'Occidente, liberati dalla piaga e dalla sofferenza della guerra e tesi allo sfruttamento di tutte le fonti di energia esistenti sulla superficie del pianeta; un sistema nel quale la Forza si faccia serva della Giustizia, la cui esistenza sia sostenuta dal riconoscimento universale di un solo Dio e dalla sua sottomissione a una Rivelazione unica e comune: questa la méta verso la quale l'umanità s'avanza, sotto l'impulso della forza unificatrice della vita".
(25) Si noti che tale sistema sovrintenderebbe alle intere risorse di tutte le nazioni, sfrutterebbe e utilizzerebbe pienamente le fonti di materie prime e regolerebbe la distribuzione dei prodotti e provvederebbe a sfruttare tutte le fonti di energia esistenti sulla faccia della terra. Solo un sistema di questo genere sarebbe in grado di attuare pienamente una strategia mondiale per la conservazione.
Fra gli elementi fondamentali di tale civiltà vi sarebbe uno sviluppo sostenibile. Lungi dall'affidarsi quasi esclusivamente a una pianificazione a breve termine come il mondo moderno, la visione di Bahá'u'lláh prevede la costruzione di fondamenta che dovranno durare almeno mille anni. L'economia di una tale società dovrebbe operare su una base sostenibile, utilizzando risorse rinnovabili o riciclabili e facendo un efficientissimo uso delle risorse.
L'atteggiamento Bahá'í verso la natura
Per i Bahá'í la natura non fine a s stessa, oggetto di adorazione e di culto,
(26), ma la creazione rispecchia le qualità e gli attributi di Dio. " . a chi contempli l'intima essenza di tutte le cose e l'individualità di ciascuna di esse, dato mirare i segni della misericordia del suo Signore in ogni cosa creata e vedere i raggi dei Suoi Nomi e Attributi spargersi per tutto il reame dell'essere . Vedrà allora come l'universo sia pergamena dischiudente i Suoi reconditi segreti, preservati nella Tavola celata. E non v'è atomo fra tutti gli atomi dell'esistenza, non creatura frammezzo alle creature che non dica la Sua lode e non narri dei Suoi attributi e nomi, che non riveli la gloria della Sua possanza, e che non guidi alla Sua unicità e alla Sua misericordia . "E colui che miri l'intera creazione e osservi i suoi atomi potrà vedere che i raggi del Sole della Verità si riversano su tutte le cose e vi risplendono, e dicono dei fulgori di quell'Astro Diurno, dei Suoi misteri e del balenar delle Sue luci. Guarda gli alberi, i fiori e i frutti, persino le pietre. Ivi vedrai i raggi del Sole battere, chiaramente visibili in essi e da essi palesati".
(27) La contemplazione della natura ha pertanto per i Bahá'í un significato spirituale. In verità nell'ambiente dell'uomo lo spirituale, il sociale e il fisico sono tutti interrelati. "Non possiamo segregare il cuore umano dall'ambiente esterno e dire che, riformato uno dei due, tutto migliorerà. L'uomo coordinato con il mondo. La sua vita interiore modella l'ambiente e n'è profondamente influenzata. L'una agisce sull'altro e ogni durevole trasformazione nella vita dell'uomo il risultato di queste reciproche reazioni".
(28) La diversità genetica che sorregge la ricchezza delle cose viventi perciò un riflesso delle qualità di Dio. I Bahá'í sono incoraggiati ad apparezzare tale diversità, tanto nell'uomo quanto nel mondo naturale. "Considerate il mondo degli esseri creati, quale diversità e varietà di specie, da un'unica origine. Tutte le differenze che appaiono sono differenze di forma esteriore e di colore. "Questa diversità di tipo evidente in tutta la natura . Guardiamo . la bellezza della diversità, la bellezza dell'armonia e impariamo la lezione della creazione vegetale. Se vedeste un giardino nel quale tutte le piante fossero di uguale forma, colore e profumo, non vi sembrerebbe affatto bello, ma monotono e grigio. Il giardino che riesce gradito all'occhio e rallegra il cuore quello nel quale crescono fianco a fianco fiori di ogni foggia, forma e profumo ed il gioioso contrasto dei colori che gli dà fascino e bellezza. Altrettanto dicasi degli alberi. Un frutteto pieno di alberi da frutto una delizia; così una piantagione in cui si trovino molte specie di arbusti. Sono proprio la diversità e la varietà che ne costituiscono il fascino; ogni fiore, ogni albero, ogni frutto, oltre ad essere bello in se stesso, fa risaltare per contrasto le qualità degli altri e fa figurare la speciale leggiadria di ciascuno".
(29) Il rispetto verso il mondo naturale e la moderazione nell'uso delle sue risorse sono implicite inoltre nella proibizione bahá'í della crudeltà verso gli animali e nella raccomandazione di non eccedere nella caccia. "In breve, non solo il prossimo che gli amati di Dio devono trattare con misericordia e compassione, ma devono mostrare massima gentilezza verso ogni creatura vivente . La sensibilità identica, facciate soffrire un uomo o una bestia. "Abituate i vostri figli sin dai primissimi giorni ad essere oltremodo teneri e amorevoli con gli animali. Se l'animale ammalato, cerchino i fanciulli di guarirlo; se affamato, lo nutrano; se assetato, ne plachino la sete; se stanco, provvedano al suo riposo".
(30) `Abdu'l-Bah disse di suo padre durante la Sua prigionia:"Bahá'u'lláh amava la bellezza e il placido verde della campagna. Un giorno Egli disse:`Sono nove anni che non vedo un po'di verde; la campagna il mondo dell'anima, la città il mondo del corpo'".
(31) Quando fu libero di lasciare la prigione, Bahá'u'lláh and spesso ad accamparsi fra gli alberi sulle pendici del monte Carmelo. In molte religioni, compresa la Fede Bahá'í, i fondatori si sono ritirati in solitudine per immergersi nella meditazione e nella contemplazione, prima di assumersi il peso del loro messaggio; altrettanto hanno fatto alcuni grandi personaggi alla ricerca di un rinnovamento spirituale. Bahá'u'lláh trascorse due anni fra le montagne, dove "Miei compagni erano gli uccelli dell'aria, e miei amici gli animali dei campi".
(32) e Shoghi Effendi, defunto Custode della Fede Bahá'í, trovò parziale sollievo dal peso delle sue responsabilità sulle cime delle Alpi Svizzere.
(33) I Bahá'í dunque guardano alla natura con la consapevolezza della stretta relazione esistente fra l'uomo e il mondo naturale, con un'indicazione dell'importanza di tutte le risorse del mondo ai fini della civiltà che essi stanno costruendo e con l'esempio delle loro guide che indicano il valore spirituale ed estetico dei territori incolti, della campagna e della diversità della vita naturale.
- La Strategia per la Conservazione del Mondo -
Gli scopi che la Strategia per la Conservazione del Mondo si prefigge - preservare essenziali processi ecologici e sistemi di supporto della vita, preservare la diversità genetica e assicurare una sostenibile utilizzazione delle specie e degli ecosistemi come base di uno sviluppo sostenibile sono in pieno accordo con gli insegnamenti della Fede Bahá'í. Ma come nel caso di molte imprese mondiali nel frammentato mondo moderno, tale strategia risente della mancanza di istituzioni mondiali capaci di metterla in atto. Di fronte a problemi di portata mondiale le azioni a livello nazionale non potranno mai essere altro che risoluzioni parziali. La creazione della confederazione mondiale prevista negli scritti bahá'í render finalmente possibile l'amministrazione e la conservazione delle risorse della biosfera. Nel frattempo, molti Bahá'í hanno già dimostrato individualmente la propria disponibilità personale e professionale ad attività per la conservazione e la protezione dell'ambiente, le comunità bahá'í sono impegnate in opere di rimboschimento e attività ambientali d'altro genere e la Comunità Internazionale Bahá'í partecipa a varie attività mondiali per l'ambiente come quelle sponsorizzate dagli organi delle Nazioni Unite.
Via via che le comunità bahá'í del mondo si occuperanno più attivamente del proprio sviluppo sociale ed economico, i principi dello sviluppo rurale basato sulla conservazione esposti nella Strategia per la Conservazione del Mondo assumeranno grande importanza nei loro sforzi. Le popolazioni locali, una volta educate alla necessità di amministrare bene le loro risorse, saranno in grado, attraverso la consultazione, di pianificare e svolgere attività per la conservazione in modo autonomo.
Come questo documento ha indicato, i Bahá'í vedono nel problema della conservazione dimensioni spirituali e materiali. "Esistono dei principi spirituali, o come alcuni preferiscono chiamarli, dei valori umani, in base ai quali possibile trovare soluzioni per ogni problema sociale. Ogni gruppo umano animato da buoni intendimenti può, in generale, concepire delle soluzioni pratiche ai suoi problemi, ma di solito le buone intenzioni e la conoscenza pratica non bastano. Il pregio essenziale del principio spirituale consiste non solo nel fatto che esso presenta prospettive in piena armonia con ciò che è immanente nella natura dell'uomo, ma che produce altresì atteggiamenti, energie, volontà e aspirazioni atti a favorire la scoperta e l'attuazione di misure pratiche. I capi di governo e tutti coloro che detengono autorità sarebbero molto agevolati nei loro sforzi per risolvere i var problemi se prima cercassero di riconoscere i principi impliciti in quei problemi e poi se ne lasciassero guidare".
(34) Alcuni dei principi spirituali di fondo nella conservazione della natura sono stati qui esposti. La religione può essere una potente forza motivante per mettere in atto quei principi.
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