Tratto da: http://www.iltk.it/it/L2_download.htm > > > Premessa: > > La recitazione di un Sutra è molto più efficace di una semplice lettura: > > a) i suoni e i significati delle parole vibrano all'orecchio di chi > ascolta, > con sottili effetti di purificazione del senso dell'udito e di tutto ciò > che > è connesso a tale sistema sensoriale, > > b) tutte le creature, visibili e invisibili, che soltanto udranno i suoni > del sutra, ne trarranno beneficio > > c) Quando recitiamo un sutra, un autentico discorso di Buddha - cioè le > sue > parole prima messe in scritto, poi raccolte nei vari canoni (pali, > sanscrito, cinese, giapponese, ecc) - a parte tutti i benefici personali > che > ne riceviamo, stiamo agendo in un modo davvero diretto e potente per > rendere > attivi gli insegnamenti di Buddha, che sono così urgentemente necessari > per > alleviare le sofferenze di tutti gli esseri". > > > * * * > > Lama Zopa Rinpoche ha recentemente suggerito che tutti i centri FPMT > recitino 20 volte un certo sutra mahayana chiamato Sanghatasutra. > > La recitazione di questo sutra crea enormi benefici a tutti coloro che lo > ascoltano o recitano, ed è stato raccomandato da Rinpoche soprattutto per > sviluppare il potenziale positivo (merito) necessario a completare il > Progetto Maitreya, che già sarà di enorme beneficio a un numero > incredibile > di esseri senzienti. > > Il Sanghatasutra è una scrittura diretta di un insegnamento che fu dato da > Buddha Shakyamuni sul Picco dell'Avvoltoio a Rajagriha. Questo discorso > del > Buddha, come tutti i sutra mahayana, fu memorizzato dai suoi discepoli e > più > tardi smesso per iscritto in sanscrito. Il Sanghatasutra è tuttavia unico, > rispetto agli altri sutra, in quanto è un insegnamento che il Buddha > stesso > ascoltò da un buddha precedente! Ed è inoltre unico nella finalità degli > effetti sulle persone che lo recitano. > > Il Sanghatasutra fa parte di una speciale serie di sutra chiamati > dharma-paryaya o insegnamenti trasformativi, che agiscono per la > trasformazione, in condizioni particolari, di chi li ascolta o li recita. > Un > suo potente effetto è che, nel momento della morte, chiunque avrà recitato > il Sanghatasutra avrà la visione dei Buddha che si avvicinano per > sostenerlo > durante il processo della morte. Un ulteriore beneficio è che, in > qualsiasi > luogo il Sanghatasutra venga recitato proclamandolo (approvandolo, cioè, > nella sua autorevolezza), i Buddha saranno sempre presenti, come spiega il > testo stesso. Per questo motivo, la recitazione può lasciare una potente > energia ispiratrice, o benedizione, nel luogo in cui avviene. > > In generale, la recitazione dei sutra mahayana è una delle sei pratiche > virtuose specificamente raccomandata per la purificazione. In particolare, > la recitazione di questo sutra ha effetti karmici positivi molto oltre le > varie future rinascite, come il sutra stesso spiega nei dettagli. > > All'interno del sutra, il Buddha espone numerose descrizioni del modo di > agire del sutra in coloro che lo recitano per devitalizzare ed eliminare i > semi della sofferenza e per assicurarsi ogni futura felicità fino > all'illuminazione. > Il sutra, inoltre, contiene insegnamenti rilevanti sulla morte e > l'impermanenza, > inclusi gli insegnamenti sui processi fisici e mentali che avvengono al > momento della morte. > > Per molti secoli, il Sanghatasutra è stato uno dei sutra mahayana > maggiormente letti e copiati. Nel 1930, uno scavo archeologico condotto > nel > Nord Pakistan con il patrocinio coloniale britannico, scoprì > un'insospettata > libreria di testi buddhisti. Questo scavo archeologico è stato di enorme > portata storica poiché ha permesso il recupero di una grande quantità di > manoscritti del v secolo d.C., il più antico periodo di scritture che sia > stato possibile rintracciare anche nella stessa India! > > Tra questi importantissimi manoscritti, il testo di cui sono state trovate > più copie era il Sanghatasutra: molte di più del Sutra del Loto e del > Sutra > del Diamante o della Perfezione della Saggezza, i sutra che conosciamo > meglio. Nonostante il Sanghatasutra sia stato tradotto in molte lingue fin > dagli albori della diffusione del buddhismo mahayana - in cinese, kotanese > e > tibetano, per esempio - il testo originale sanscrito era andato perduto, > fino al ritrovamento del 1930. > > In tempi più recenti, dopo aver letto per la prima volta il Sanghatasutra > nel monastero di Geshe Sopa a Madison, Lama Zopa Rinpoche decise di > copiare > il sutra a mano, con caratteri d'oro, e in molte occasioni iniziò a > chiedere > ai suoi studenti di recitarlo. Nell'anniversario dell'11 settembre, > Rinpoche > chiese che tutti i suoi studenti, in tutto il mondo, recitassero il sutra > il > maggior numero possibile di volte, per prevenire futuri attacchi. > > Mentre leggiamo un tale potente e trasformativo sutra, che Buddha > pronunciò > per facilitare il più possibile il cammino verso l'illuminazione, per il > maggior numero possibile di creature, possiamo avere un'esperienza > palpabile > dell'incredibile amorevolezza di Buddha nei nostri confronti. > Allo stesso tempo, poiché questo sutra riporta le effettive parole > pronunciate dal Buddha, ripetendole noi stessi tramite la recitazione, > stiamo offrendo la nostra voce per servire da canale che trasmette la > presenza dei suoi insegnamenti nel mondo. Recitando il Sanghatasutra, > dunque, a parte tutti i benefici personali che ne riceviamo, stiamo agendo > in un modo davvero diretto e potente per rendere attivi gli insegnamenti > di > Buddha, che sono così urgentemente necessari per alleviare le sofferenze > di > tutti gli esseri. (A cura dell'FPMT international, elaborato dalle parole > di > Lama Zopa Rinpoche) > > > > > 1 Cari lettori di questo sorprendente sutra, che esiste nel mondo come una > reale manifestazione della compassione del Buddha per noi. > > La prima parte è una traduzione dal tibetano; la seconda è una traduzione > dal sanscrito. Possa ciò portarvi le benedizioni di tutti i testi sacri in > entrambe le lingue! > > Le parti con i margini rientranti appaiono in versi sia nell'originale > sanscrito sia nel tibetano. Sebbene i versi nelle traduzioni inglesi [e > italiana] non siano splendidi come appaiono nell'originale, leggeteli, per > favore, pensando che queste sono tutte stanze di quattro versi, alle quali > il sutra fa riferimento parecchie volte. > > Possa la gentilezza del Buddha, incarnata in questo meraviglioso sutra, > riempire i cuori di tutti gli esseri e volgerli alla virtù. Proprio come > questo sanghata sutra è esistito nel mondo da molti secoli, solo per > portare > benefici, possa il Buddhadharma esistere e rimanere per eoni e portare > conforto e aiuto a tutti. > > Per favore, ricordate che questa traduzione è un lavoro ancora da > completare > e che è stata pubblicata dietro urgenti necessità. Per favore non fatene > copie senza autorizzazione, e consultate il sito della FPMT per ulteriori > versioni rivedute e corrette: www.fpmt.org >
> - > > Damch Diana Finnegan > > > > Nella lingua dell'India: Aryasangatasutradharmaparyaya > Nel lingua del Tibet: phag pa zung gi do'i ch kyi nam drang > > Omaggio a tutti i buddha e i bodhisattva! > > - > > "Così udii una volta. Il Bhagavan dimorava a Rajagriha, sul Picco > dell'Avvoltoio, > insieme a una grande assemblea di 32.000 monaci, inclusi il venerabile > Ajnanakaundinya, il venerabile Maha Maudgalyayana, il venerabile > Shariputra, > il venerabile Mahakashyapa, il venerabile Rahula, il venerabile Bakkula, > il > venerabile Bhadrapàla, il venerabile Bhadrashri, il venerabile > Chandanashri, > il venerabile Jangula, il venerabile Subhuti, il venerabile Revata, il > venerabile Nandasena, il venerabile Ananda e così via, e insieme a 62.000 > bodhisattva, inclusi il bodhisattva mahasattva Maitreya, il bodhisattva > mahasattva Sarvashura, il bodhisattva mahasattva Kumarashri, il > bodhisattva > mahasattva Kumaravasin, il bodhisattva mahasattva Kumarabhadra, il > bodhisattva mahasattva Anuna, il bodhisattva mahasattva Manjushri, il > bodhisattva mahasattva Samantabhadra, il bodhisattva mahasattva > Sudarshana, > il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, il bodhisattva mahasattva > Vajrasena e così via, e insieme a 12.000 figli degli dei, inclusi il > figlio > divino Arjuna, il figlio divino Bhadra, il figlio divino Subhadra, il > figlio > divino Dharmaruci, il figlio divino Chandanagarbha, il figlio divino > Chandanavasin, il figlio divino Chandana e così via, e insieme a ottomila > figlie degli dèi, incluse la figlia divina Mrdamgini, la figlia divina > Prasadavati, la figlia divina Mahatmasamprayukta, la figlia divina Occhio > Glorioso, la figlia divina Prajapativasini, la figlia divina Balini, la > figlia divina Gloriosa Ricchezza, la figlia divina Subahuyukta e così via, > e > insieme a ottomila re naga, inclusi il re naga Apalala, il re naga > Elapatra, > il re naga Timimgila, il re naga Kumbhasara, il re naga Kumbhashirsha, il > re > naga Virtù Causale, il re naga Sunanda, il re naga Sushakha, il re naga > Gavashirsha e così via. > > Tutti si diressero verso la località dove era situata Rajagriha, dove si > trovava il Picco dell'Avvoltoio, dove era il Bhagavan. Là giunti, resero > omaggio toccando con il capo i piedi del Bhagavan, girarono intorno a lui > per tre volte e poi tutti gli sedettero di fronte. Il Bhagavan acconsentì > alla loro presenza rimanendo in silenzio. Allora il bodhisattva mahasattva > Sarvashura si alzò. Ponendo la sua veste superiore su di una spalla, > appoggiando il ginocchio destro al suolo e congiungendo le mani nella > direzione del Bhagavan, si inchinò rispettosamente e a lui si rivolse in > questo modo: " Bhagavan, si sono radunati un milioni di dèi, un milione di > figli degli dèi, molti milioni di bodhisattva. Bhagavan, si sono radunati > molti milioni di shravaka e anche molti re naga, e tutti si sono seduti > con > l'intento di ascoltare il Dharma. Poiché è così, prego il Tathagata Arhat > Buddha Pienamente Illuminato di voler spiegare quel tipo di insegnamento > introduttivo a causa del quale, non appena lo si ascolta, gli esseri > senzienti vecchi purificano immediatamente tutti gli ostacoli karmici e > gli > esseri senzienti giovani fanno un grande sforzo per il Dharma virtuoso, > con > ciò raggiungono un livello superiore e le loro azioni virtuose non > degenerano, per niente affatto degenerano e non degenereranno." > > Egli disse così e allora il Bhagavan parlò al bodhisattva mahasattva > Sarvashura in questo modo: "Sarvashura, bene, è molto bene che tu abbia > pensato di domandare di questo argomento al Tathagata. Perciò, Sarvashura, > ascolta attentamente, tieni bene a mente e io ti dirò." > > Avendo detto al Bhagavan: "Sia come tu chiedi", il bodhisattva mahasattva > Sarvashura ascoltò di fronte a lui. > > Il Bhagavan parlò così: "Sarvashura, vi è un dharma-paryaya chiamato > Sanghata che è attivo su questo pianeta Terra. Chiunque ascolti tale > Sanghata dharma-paryaya purificherà i cinque crimini a retribuzione > immediata e non si allontanerà mai dall'insuperabile, perfettamente > realizzata illuminazione. Sarvashura, se tu riflettessi su questo > chiedendoti perché è così, e se allora pensassi che coloro che ascoltano > questo Sanghatasutra produrranno una quantità di merito pari a quella > accumulata da un tathagata, non dovresti stimarla in quel modo." > > Sarvashura disse: "Ebbene, allora come dovrebbe essere stimata?" > > Il Bhagavan rispose: "Sarvashura, quegli esseri svilupperanno una grande > quantità di merito, tale quale è accumulata da un numero di bodhisattva > mahasattva, pari alla grande quantità di merito maturata da tanti > tathagata > arhat buddha pienamente illuminati in numero pari ai granelli di sabbia > del > fiume Gange. Sarvashura, coloro che ascoltano questo Sanghata > dharma-paryaya > non torneranno mai indietro. Essi vedranno il Tathagata. Essi non verranno > mai separati dal vedere il Tathagata. Essi saranno completamente > illuminati > nell'insuperabile e perfettamente realizzato risveglio. I dharma virtuosi, > che tutti loro conseguiranno, non saranno mai sopraffatti dai maligni mara > [demoni]. Sarvashura, coloro che ascoltano questo Sanghata dharma-paryaya > comprenderanno nascita e cessazione." > > 3 > Allora, in quel momento, tutti i bodhisattva si alzarono; posero la loro > veste superiore sopra una spalla, appoggiarono il ginocchio destro al > suolo > e domandarono al Bhagavan: "Bhagavan, quanto misura la grande quantità di > merito di un tathagata?" > > Il Bhagavan parlò come segue: "Figli del lignaggio, ascoltate la misura > della grande quantità di merito di un buddha. E' come segue. Per fare > un'analogia, > tante gocce d'acqua quante sono contenute nel grande oceano e tante > particelle di polvere sul pianeta e tanti granelli di sabbia nel fiume > Gange > sono pari alla grande quantità di merito di un bodhisattva che dimora al > decimo livello. La grande quantità di merito di un buddha è molto più > vasta. > Allo stesso modo, per gli esseri senzienti che ascoltano questo Sanghata > dharma-paryaya, l'accumulazione di merito che essi produrranno sarà molto > più grande. Non è possibile, contando, arrivare alla fine di quella grande > quantità di merito. Sarvashura, coloro che saranno grandemente ispirati > dall'aver > ascoltato queste parole, in quella circostanza, in quel momento, > produrranno > un'incommensurabile quantità di merito." > > Allora il bodhisattva mahasattva Sarvashura domandò: "Bhagavan, chi sono > gli > esseri senzienti enormemente assetati di Dharma?" > > Dopo che ebbe detto ciò, il Bhagavan parlò al bodhisattva mahasattva > Sarvashura come segue: "Sarvashura, gli esseri senzienti enormemente > assetati di Dharma sono di due tipi. Quali? Sarvashura, essi sono come > segue: il primo ha una mente equanime verso tutti gli esseri senzienti. Il > secondo, Sarvashura, avendo ascoltato il Dharma, lo mostra in modo > perfetto > a tutti gli esseri senzienti senza eccezione." > > Allora il bodhisattva mahasattva Sarvashura domandò: " Bhagavan, chi, > avendo > ascoltato il Dharma, lo espone in maniera perfetta a tutti gli esseri > senzienti senza eccezione?" > > Il Bhagavan parlò: "Sarvashura, colui che ha ascoltato il Dharma dedica se > stesso o se stessa al risveglio. Chiunque abbia dedicato se stesso o se > stessa al risveglio, per il bene degli esseri senzienti diventa assetato > di > Dharma. Sarvashura, il secondo è chiunque entri nel sentiero mahayana: > anche > lui è sempre assetato di Dharma" > > Allora i milioni di dèi, naga, umani e figlie degli dèi si alzarono e, > congiungendo le mani in direzione del Bhagavan, così si rivolsero a lui: > > "Bhagavan, anche noi siamo assetati di Dharma e, così essendo, possa il > Bhagavan appagare completamente i desideri nostri e di tutti gli esseri > senzienti." > > In quella circostanza, in quel momento, il Bhagavan mostrò un sorriso. > > Allora il bodhisattva mahasattva Sharvasura si alzò e si inchinò, > giungendo > le mani in direzione del Bhagavan. E si rivolse a lui in questo modo: > "Bhagavan, qual è il motivo del tuo sorriso, quale è l'occasione?" > > Quindi il Bhagavan parlò al bodhisattva mahasattva Sarvashura: > "Sarvashura, > gli esseri senzienti qui giunti saranno completamente illuminati > nell'insuperabile > risveglio perfettamente realizzato. Tutti attueranno completamente le > esperienze dei tathagata." > > 4 > Il bodhisattva mahasattva Sharvasura domandò: "Bhagavan, per quale causa, > per quale circostanza, gli esseri senzienti qui giunti saranno > completamente > illuminati nell'insuperabile risveglio perfettamente realizzato?" > > Il Bhagavan parlò: "Sarvashura, bene, è molto bene che tu abbia richiesto > al > Tathagata un tale argomento. Perciò, Sarvashura, ascolta bene le qualità > della dedica. > > Sarvashura, in un tempo remoto, incalcolabili eoni fa, un tathagata arhat > buddha completamente illuminato chiamato Ratnashri, dotato di conoscenza e > buona condotta, andato nella beatitudine, conoscitore del mondo, > ineguagliato timoniere di esseri da ammansire, maestro di dèi e umani, un > buddha, un bhagavan, apparve al mondo. > > Sarvashura, in quella circostanza, in quel momento, io ero un giovane > bramino. Tutti gli esseri senzienti che avrei portato alla conoscenza > elevata di un buddha erano allora animali selvaggi. In quella circostanza, > in quel momento, io formulai questa preghiera: 'Ogni animale selvaggio, > ora > tormentato dalla sofferenza, possa rinascere nel mio terreno di buddha. > Possano inoltre, tutti loro, essere da me guidati alla conoscenza vera > propria di un buddha.' E tutti gli animali selvatici, avendo udito quelle > parole e approvando, dissero: 'Possa essere così.' > > Sarvashura, perciò, tramite quella radice di merito, tali esseri senzienti > sono arrivati ad essere in tal modo: essi saranno completamente illuminati > nell'insuperabile risveglio completamente realizzato". > Al che, dopo aver udito dal Buddha questa gioiosa notizia, il bodhisattva > mahasattva Sarvashura disse così al Bhagavan: "Bhagavan, quanto potrà > essere > lunga una vita di tali esseri senzienti?" > > Il Bhagavan parlò: "Per tali esseri senzienti la durata di una vita potrà > essere di ottantamila eoni." > Il bodhisattva mahasattva Sharvasura domandò: "Bhagavan, qual è la misura > di > un eone?" > Il Bhagavan parlò: "Figlio del lignaggio, ascolta. E' come segue. Facendo > un'analogia, > un uomo potrebbe costruire un recinto di circa 12 yojana di circonferenza > e > di tre yojana d'altezza, e riempire completamente il suo interno solo con > semi di sesamo. In seguito, ogni cento anni, quell'uomo getta via da quel > recinto colmo di semi, un unico seme di sesamo. In tal modo, persino > quando > quell'uomo avrà esaurito tutti quei semi di sesamo e persino le fondamenta > e > la base del recinto non esisteranno più, non sarà ancora trascorso un > eone. > > Ancora, Sarvashura, è come segue. Per fare un'analogia, ci potrebbe essere > una montagna larga cinquanta yojana e alta circa dodici yojana. Un uomo, > dunque, costruisce una casa su di un lato di quella montagna e, ogni cento > anni, quell'uomo strofina la montagna con un panno di seta una volta > soltanto. Così facendo, anche quando la montagna sarà stata completamente > consumata, non sarà ancora trascorso un eone. Sarvashura, tale è la durata > del tempo di un eone." > > Allora il bodhisattva mahasattva Sharvasura si alzò e si rivolse al > Bhagavan: "Bhagavan, se perfino una sola dedica genera un'enorme quantità > di > merito, tale da portare alla durata di una vita felice di ottanta eoni, > che > dire allora di qualcuno che venera grandemente gli insegnamenti del > Tathagata?" > > 5 > Il Bhagavan parlò: "Ascolta, figlio del lignaggio: se qualcuno che ascolta > il sanghatasutra dharma-paryaya è in grado di vivere un'esistenza di > ottantaquattromila eoni, che dire allora di qualcuno che ha scritto per > esteso il Sanghatasutra e di qualcuno che lo legge? Sarvashura, quella > persona produrrà una quantità di merito incredibilmente vasta. > > Sarvashura, chiunque compia sincere prostrazioni al Sanghatasutra con > un'attitudine > di fiducia, ricorderà le vite passate per novantanove eoni. Quella persona > diventerà un 'sovrano che gira la ruota' per sessanta eoni. > > Persino in quella stessa vita, chiunque apprezzerà quella persona. > Sarvashura, la morte di quella persona non sarà causata da armi. La morte > di > quella persona non sarà causata da veleno. Quella persona non verrà > danneggiata dalla magia nera. Anche nel momento della morte, quella > persona > vedrà direttamente novantanove milioni di buddha e, Sarvashura, quei > buddha, > quei bhagavan, diranno a quella persona: 'Sacro essere, poiché il grande > Sanghatasutra dharma-paryaya, spiegato nei particolari, è stato da te > ascoltato, ne è derivata, perciò, questa grande quantità di merito.' E > quei > novantanove milioni di buddha, quei baghavan, prediranno anche il luogo > della sua illuminazione. > Sarvashura, che bisogno c'è qui di menzionare chiunque ascolti fino alla > fine, in modo esteso e completo, questo grande Sanghatasutra > dharma-paryaya? > > Perciò essi daranno conforto a quella persona dicendo: 'Non aver paura'" > > Allora il bodhisattva mahasattva Sharvashura domandò: "Bhagavan, poiché > anch'io > ascolterò il grande Sanghatasutra dharma-paryaya, quale grande quantità di > merito genererò, o Bhagavan?" > Il Bhagavan parlò: "Sarvashura, anche questi esseri senzienti genereranno > una grande quantità di merito vasta quanto il merito di tanti buddha e > tathagata in numero pari ai granelli di sabbia del fiume Gange." > > Egli disse: "Bhagavan, quando ascolto il grande Sanghatasutra > dharma-paryaya > non ne ho mai abbastanza." > > Il Bhagavan parlò: "Sarvashuara, bene, è molto bene, che tu sia incapace > di > essere sazio degli insegnamenti del Dharma. Sarvashura, io stesso non sono > mai sazio degli insegnamenti del Dharma. Perciò, Sarvashura, che bisogno > c'è > di dire che gli esseri ordinari non ne hanno mai abbastanza? Sarvashura, > un > figlio o una figlia del lignaggio, chiunque generi fiducia nel Mahayana, > non > andrà incontro a destini sfavorevoli per un migliaio di eoni; non nascerà > animale per cinquemila eoni; non sarà malvagio per dodicimila eoni; non > nascerà in un luogo sperduto per diciottomila eoni; sarà il principale > benefattore del Dharma per ventimila eoni; nascerà nel mondo degli dèi per > venticinquemila eoni; sarà celibe per trentacinquemila eoni; rinuncerà > allo > stile di vita del capofamiglia per quarantamila eoni; appoggerà il Dharma > per cinquantamila eoni; mediterà sul ricordo delle vite precedenti per > sessantacinquemila eoni. > > Sarvashura, per quel figlio o figlia del lignaggio non vi sarà neppure il > minimo accumulo di karma negativo. I malvagi mara non troveranno alcuna > occasione per fargli del male. Non rinascerà mai nel ventre di una madre. > Sarvashura, chiunque ascolti questo Sanghata dharma-paryaya, dovunque sia > nato, non cadrà in una rinascita sfortunata per novantacinque > incalcolabili > eoni. Per ottomila eoni essi sosterranno ciò che hanno ascoltato. Per > mille > eoni non uccideranno. Per novantanovemila eoni abbandoneranno le menzogne. > Per tredicimila eoni, abbandoneranno la calunnia. > > Sarvashura, gli esseri senzienti che hanno ascoltato questo dharma-paryaya > sono rari da trovare." > > 6 > Allora il bodhisattva mahasattva Sarvashura si alzò, pose la sua veste > superiore su di una spalla, appoggiò il ginocchio destro al suolo, giunse > le > mani in direzione del Bhagavan e si rivolse a lui come segue: "Bhagavan, > quanto vasta sarà la grande quantità di karma negativo che creerà chiunque > abbandoni questo dharma-paryaya?" > > Il Bhagavan rispose: "Molto vasta, Sarvashura,." > Egli disse: "Bhagavan, ma quanto vasta sarà la grande quantità di karma > negativo creata da tali esseri senzienti?" > > Il Bhagavan parlò: "Taci Sarvashura, taci. Non domandarmi delle enormi > quantità di karma negativo. Sarvashura, paragonato al generare ostilità > verso tanti tathagata arhat buddha perfettamente realizzati quanti sono i > granelli di sabbia di dodici fiumi Gange, coloro che sono sprezzanti verso > il Sanghatasutra genereranno una ben più grande quantità di non-virtù. > Sarvashura, anche coloro che generano ostilità contro il Mahayana > genereranno una assai più grande quantità di non-virtù. Sarvashura, tali > esseri senzienti sono bruciati, sono proprio bruciati." > > Sarvashura domandò, "Bhagavan, questi esseri senzienti non sono in grado > di > essere liberati?" > Il Bhagavan parlò: "Sarvashura, è proprio così. Essi non sono in grado di > essere liberati. > Sarvashura, è come segue. Per fare un'analogia, è come se la testa di un > uomo fosse stata tagliata e qualcuno le applicasse un impiastro di miele o > zucchero o melassa o burro o qualsiasi altro impiastro medicinale, qual è > il > tuo pensiero Sarvashura: quella persona sarebbe ancora capace di stare > eretta?" > Sarvashura rispose: "Bhagavan, ciò non potrebbe accadere." > > Il Bhagavan parlò: "Inoltre, Sarvashura, supponiamo che ci sia un altro > uomo. Se costui aggredisse un altro essere senziente, lo colpisse con > un'arma > affilata e, pur non riuscendo a ucciderlo, gli causasse una ferita, > applicando una medicina la sua ferita guarirebbe. Nel momento in cui > riprendesse conoscenza, ricordando la sofferenza, l'uomo potrebbe pensare: > 'Adesso ho capito e mai più creerò il male, il karma negativo.' > Riflettendo > in questo modo, Sarvashura, quando ricorda la sofferenza, quell'uomo > abbandona completamente il male. In quel momento avrà compreso tutti i > dharma. Avendo compreso tutti i dharma, in quella circostanza, porterà a > compimento tutti i dharma virtuosi. > Sarvashura, è come segue. Per fare un'analogia: i genitori di un uomo che > è > morto si addolorano e si lamentano, ma non per questo hanno la possibilità > di proteggerlo. Allo stesso modo, Sarvashura, gli individui ordinari sono > incapaci di aiutare se stessi o gli altri. Come i genitori, ai quali sono > state stroncate le speranze, anche questi esseri senzienti, nel momento > della morte, vedranno stroncate le proprie speranze. > > Sarvashura, ci sono due esseri senzienti le cui le speranze vengono > stroncate. Quali sono i due? Sono come segue. Uno è un essere senziente > che > fa del male o lo ha fatto; l'altro è uno che abbandona il sacro Dharma. > Questi due esseri senzienti, nel momento della morte, vedranno stroncate > le > proprie speranze." > > 7 > Il bodhisattva mahasattva Sharvasura domandò, "Bhagavan, quale sarà la > rinascita di questi esseri senzienti? Quale sarà la loro vita in seguito?" > > Il Bhagavan parlò: "Sarvashura, le rinascite degli esseri senzienti > sprezzanti del Dharma sono illimitate. Illimitate sono le loro vite > future. > Sarvashura, gli esseri senzienti che abbandonano il Dharma sperimenteranno > sensazioni dolorose per un eone nel grande Inferno del Pianto degli esseri > senzienti; per un eone nell'Inferno degli Schiacciati Insieme', per un > eone > nell'Inferno Caldo, per un eone nell'Inferno Molto Caldo, per un eone > nell'Inferno > Delle Linee Nere, per un eone nel grande inferno degli esseri senzienti > chiamato Indicibili Tormenti, per un eone nel grande inferno degli esseri > senzienti chiamato Spaventoso, per un eone nel grande inferno degli esseri > senzienti chiamato Pianti Disperati e, Sarvashura, per oltre otto eoni, > dovranno provare le sofferenze di questi otto grandi inferni degli esseri > senzienti." > > Allora il bodhisattva mahasattva Sharvasura disse: " Bhagavan, è > sofferenza. > Andato nella Beatitudine, è sofferenza. Non è piacevole ascoltare." > Allora, in quella circostanza, il Bhagavan pronunciò questi versi: > > "Come gli esseri nell'inferno degli esseri > sperimentano simili sofferenze, > molte terrificanti parole come queste > ti senti afflitto al solo sentire. > Chi virtuose azioni compie > diverrà beatitudine. > Chi compie azioni negative, > diverrà solo sofferenza. > Chi non conosce la causa della felicità, > essendo nato, continuamente soffrirà, > tormentato dalla morte e al dolore legato. > Chi ricorda il buddha come supremo, > quell'unico saggio è felice. > Anche colui che ha fiducia nel grande veicolo > non andrà verso rinascite inferiori. > Sarvashura, in questo modo, spinto dal precedente karma, > avendo compiuto anche una sola piccola azione, > godrà di risultati illimitati. > Nel terreno di buddha, il supremo terreno, > se si pianta un seme, grandi saranno i risultati. > Proprio dal seminare pochi semi, > si godono molti risultati. > Così, coloro che gioiscono degli insegnamenti del Conquistatore, > > 8 > > quei pochi qualificati, saranno felici: > essi le negatività abbandoneranno > e anche la virtù compiranno a pieno. > Come offerta ai miei insegnamenti > chiunque faccia dono anche di un semplice capello, > per ottantamila eoni avrà grandi possedimenti > e anche molta ricchezza. > In qualsiasi luogo egli sia nato, > sarà sempre generoso. > In tal modo il buddha, luogo profondo del donare, > dà grandi risultati. > > In seguito il bodhisattva mahasattva Sarvashura domandò al Bhagavan: "Come > è > il Dharma che il Bhagavan insegna di dover possedere? Bhagavan, dopo aver > ascoltato il Sanghatasutra, dharma-paryaya, quali sono le radici di virtù > da > tener salde?" > > Il Bhagavan rispose: "Sarvashura, la grande vastità di merito di colui che > ascolta questo Sanghatasutra dharma-paryaya dovrebbe essere riconosciuta > come uguale a quella di chi venera tanti tathagata arhat buddha > completamente illuminati pari ai granelli di sabbia di dodici fiumi Gange, > fornendo loro tutto ciò che può renderli felici." > > Il bodhisattva mahasattva Sarvashura disse: "Bhagavan, quali sono le > radici > di virtù da realizzare completamente?" > > Così domandò e il Bhagavan parlò al bodhisattva mahasattva Sharvasura come > segue: "Queste radici di virtù devono essere considerate come pari a un > tathagata." > > Il bodhisattva mahasattva Sarvashura domandò: " Quali sono le radici di > virtù da considerare pari a un tathagata?" > > Il Bhagavan parlò: " Il divulgatore del Dharma è colui che deve essere > considerato pari a un tathagata." > > E il bodhisattva mahasattva Sarvashura: "Bhagavan, chi è un divulgatore > del > Dharma?" > > "Chiunque reciti il Sanghatasutra, quello è un divulgatore del Dharma." > > Il bodhisattva mahasattva Sarvashura disse: "Se persino coloro che > ascoltano > il Sanghatasutra dharma-paryaya generano una così grande quantità di > merito, > che dire allora di coloro che lo annotano e lo leggono? Quale grande > vastità > di merito produrranno?" > > Il Bhagavan parlò come segue: "Sarvashura, ascolta. E' come segue. Per > fare > un'analogia, in ognuna delle quattro direzioni, tanti tathagata arhat > buddha > perfettamente realizzati quanti i granelli di sabbia di dodici fiumi Gange > continuano ad esistere da oltre dodici eoni e insegnano il Dharma; > tuttavia > se essi dovessero esprimere la grande quantità di merito di chi scrive il > Sanghatasutra, non sarebbero in grado di stabilirne la fine, né di > tradurla > in parole. > > 9 > > Se perfino tanti bhagavan buddha pari ai granelli di sabbia di quarantotto > fiumi Gange sono incapaci di esprimere la grande quantità di merito di > colui > che lo scrive, che bisogno c'è di dire che chiunque lo scriva, lo mediti o > lo reciti, diventerà un forziere del Dharma?" > > Il bodhisattva mahasattva Sarvashura domandò: "Bhagavan, quanto vasta sarà > la grande quantità di merito per chi lo recita?" > > Allora, in quella circostanza il Bhagavan si espresse con questi versi: > > Per quanto riguarda le virtù di chi abbia letto > anche una sola stanza di quattro versi, > tanti conquistatori quanti i granelli di sabbia > in ottantaquattro fiumi Gange, > pur esprimendo senza sosta i meriti > che possiede colui che ha letto, > non arriveranno alla fine di quel merito. > Il Dharma insegnato dai buddha > è arduo da trovare, e senza fine. > > E anche in quell'occasione, in quel momento, ottantaquattromila decine di > milioni di miliardi di dèi resero omaggio, congiungendo le mani nella > direzione dalla quale il Sanghatasutra dharma-paryaya veniva insegnato e > così dissero al Bhagavan: "Bhagavan, qualunque sia il fine per cui il > Bhagavan ha introdotto un simile tesoro di Dharma su questo pianeta Terra, > è > bene, è molto bene. " > Inoltre, diciottomila decine di miliardi di milioni di asceti Jaina > giunsero > nel luogo dove era il Bhagavan e dissero al Bhagavan: "O ascetico Gautama, > possa tu essere vittorioso!" > > Il Bhagavan parlò: "Il Tathagata è sempre vittorioso. O ignudi estremisti, > come potete, voi estremisti, essere vittoriosi?" > > Essi ripeterono: "Sii vittorioso. Ascetico Gautama, sii vittorioso." > > Il Bhagavan parlò: "Non vedo un vittorioso tra voi: > > Se vivete sbagliando, > come potete essere vittoriosi? > Voi ignudi, ascoltate, > e io rivelerò qualcosa di benefico per voi. > La mente infantile non ha nulla di piacevole. > Come potete essere vittoriosi? > Perciò, tramite l'occhio di Buddha, a chiunque sia da insegnare > Io insegnerò anche il sentiero profondo. > > 10 > > Allora gli asceti Jaina, pieni di collera verso il Bhagavan, generarono > una > mente priva di fede. In quella circostanza, in quel momento, il signore > degli dèi, Indra, fece roteare il suo fulmine, e i diciottomila milioni di > asceti Jaina, terrorizzati, si disperarono al pensiero della grande > sofferenza e singhiozzarono con copiose lacrime. Inoltre, il Bhagavan fece > scomparire il proprio corpo. Allora gli asceti Jaina singhiozzarono con il > volto rigato di lacrime e, non vedendo il Bhagavan, recitarono questi > versi: > > Ora non c'è nessuno a proteggerci, > né padre né madre. > Noi qui vediamo come un deserto: > nessuna casa abbandonata, nessun posto dove rifugiarsi. > Non c'è nemmeno acqua, > né un albero, né un uccello. > Qui non si vede un essere. > Senza un protettore, si prova sofferenza. > Non vedendo il Tathagata, > si prova una grande, inesauribile sofferenza. > > Allora, in quella circostanza, i diciottomila milioni di asceti Jaina si > alzarono, si inginocchiarono con entrambe le ginocchia a terra e, unendo > le > loro voci, gridarono: > > Tathagata, essere compassionevole, > Buddha realizzato, supremo tra gli umani, > fa' il nostro bene. > Ti preghiamo, sii un rifugio per gli esseri che disperano. > > Allora il Bhagavan mostrò un sorriso e parlò al bodhisattva mahasattva > Sarvashura: "Sarvashura, va' e insegna il Dharma agli ignudi estremisti." > > Avendo così parlato, il bodhisattva mahasattva Sarvashura disse al > Bhagavan > ciò che segue: > > "Bhagavan, se la Montagna Nera sgretola la sua roccia per rendere omaggio, > con la sua vetta, al Monte Sumeru, re delle montagne, come posso io > insegnare il Dharma mentre il Tathagata è presente?" > > Il Bhagavan parlò: "Non dire così. Figlio del lignaggio, con qualsiasi > abile > mezzo dei buddha va', Sarvashura, guarda negli universi delle dieci > direzioni, osserva dove si manifestano i tathagata e dove vengono disposti > i > seggi e, Sarvashura, io personalmente insegnerò il Dharma agli altri, agli > estremisti ignudi." > > Il bodhisattva Sarvashura domandò: "Bhagavan, con i mezzi del mio potere > prodigioso o, piuttosto, con il potere prodigioso dei tathagata? Con quale > potere devo muovermi?" > Il Bhagavan rispose: "Sarvashura, va' con la benedizione della forza del > tuo > potere prodigioso. Sarvashura, ritorna tramite il potere prodigioso dei > tathagata." > > 11 > Quindi il bodhisattva si alzò in piedi, circumambulò il Bhagavan e, > proprio > là, divenne invisibile. Allora il Bhagavan insegnò il Dharma agli altri, > agli ignudi estremisti: "Amici, la nascita è sofferenza. Persino la > nascita > stessa è sofferenza. Essendo nati, sopraggiungono molte paure della > sofferenza. Essendo nati, sopraggiungono le paure della malattia. Dalla > malattia, sopraggiunge la paura di invecchiare. Dall'invecchiare > sopraggiunge la paura della morte." > > "Bhagavan che affermi 'dalla nascita nascerà la paura di essere nato', > cosa > significa?" > "Essendo nato umano, sopraggiungono molte paure. Sorge la paura del > sovrano. > Sopraggiunge la paura dei ladri. Sopraggiunge la paura dell'incendio. > Sopraggiunge la paura del veleno. Sopraggiunge la paura dell'acqua. > Sopraggiunge la paura del vento. Sopraggiunge la paura dei turbini. > Sopraggiunge la paura delle azioni compiute." > > Il Bhagavan insegnò il Dharma in vari e molteplici aspetti quali > l'argomento > della nascita e, in quella circostanza, in quel momento, gli altri, quegli > ignudi estremisti, furono completamente terrorizzati e affermarono: "D'ora > in poi non desidereremo mai più la nascita." > > Quando il Bhagavan ebbe spiegato questo Sanghatasutra dharma-paryaya, gli > altri, quei diciotto milioni di ignudi estremisti, realizzarono > l'insuperabile > e perfettamente completa illuminazione. Dal suo personale seguito, anche > diciottomila bodhisattva entrarono a dimorare nel decimo livello e tutti > quanti manifestarono anche emanazioni magiche, come le seguenti: alcuni > palesarono la forma di un cavallo, altri la forma di un elefante, la forma > di una tigre, la forma di un garuda, la forma del Monte Sumeru e forme > quali > una svastica, e alcuni la forma di un albero. E poi sedettero tutti a > gambe > incrociate su troni di loto. > > Novemila milioni di bodhisattva sedettero alla destra del Bhagavan. > Novemila > milioni di bodhisattva sedettero alla sua sinistra, e il Bhagavan rimase > in > equilibrio meditativo per tutto il tempo e dimostrò di insegnare il Dharma > con gli strumenti dei mezzi abili. > > Il settimo giorno, il Bhagavan distese il palmo della mano e seppe che il > bodhisattva mahasattva Sharvasura stava arrivando dall'universo Loto > Insuperabile [Padmottara]. > > Quando il bodhisattva mahasattva Sharvasura aveva percorso i vari luoghi > con > la benedizione della forza del proprio potere prodigioso, aveva impiegato > sette giorni per raggiungere l'universo Loto Insuperabile. Invece, appena > il > Bhagavan distese la mano, in quello stesso momento, il bodhisattva > Sarvashura si ritrovò alla presenza del Bhagavan. Dopo averlo > circumambulato > per tre volte, con la mente ispirata da fiducia, giunse le mani in segno > di > omaggio nella direzione dove era il Bhagavan e disse: > > "Bhagavan, quando mi recai in tutti gli universi nelle dieci direzioni, > per > mezzo di uno dei miei poteri prodigiosi, Bhagavan, vidi novantanovemila > milioni di terreni di buddha e, tramite due dei miei poteri prodigiosi, > vidi > un miliardo di bhagavan. Al settimo giorno, essendomi recato nell'universo > Loto Insuperabile, lungo il tragitto vidi anche centinaia di miliardi di > incrollabili terreni di buddha. > > 12 > > Bhagavan, allora quei buddha dispiegarono emanazioni magiche e i bhagavan > insegnarono il Dharma nei novantaduemila milioni di terreni di buddha. E > proprio quel giorno, in ottantamila milioni di campi di Buddha, io vidi > ottantamila milioni di tathagata arhat buddha perfettamente realizzati che > apparivano al mondo. Dopo essermi prostrato a tutti quei bhagavan, andai > avanti. > > Bhagavan, in quello stesso giorno attraversai trentanovemila milioni di > terreni di buddha, e in quei trentanovemila milioni di terreni di buddha > apparvero trentanovemila milioni di bodhisattva che, proprio in quel > giorno, > furono completamente illuminati nell'insuperabile risveglio perfettamente > realizzato. Io circumambulai tre volte quei bhagavan arhat buddha > perfettamente realizzati e divenni invisibile per mezzo del potere > prodigioso. > > Bhagavan, vidi anche i bhagavan buddha in sessanta milioni di terreni di > buddha. Bhagavan, feci prostrazioni ai terreni di buddha, ai bhagavan > buddha > e proseguii. > > Bhagavan, in altri otto milioni di campi di buddha vidi tathagata che > compivano l'atto di entrare nel nirvana. Dopo essermi prostrato anche a > quei > bhagavan, andai avanti. > > Inoltre, Bhagavan, in novantacinque milioni di terreni di buddha vidi la > scomparsa del sacro Dharma. Mi angosciai e scoppiai in lacrime. Inoltre > vidi > dèi, naga, yaksha, raksha e molti esseri incarnati del reame del > desiderio, > piangenti, afflitti da pene strazianti. Inoltre, Bhagavan, feci ugualmente > prostrazioni a questi terreni di buddha con i loro oceani, il loro Monte > Sumeru e le loro terre, che erano tutte bruciate, senza alcuna eccezione. > Persa la speranza, me ne andai. > > Bhagavan, allorquando giunsi nell'universo Loto Insuperabile, vidi > disposti > cinquecentomila milioni di troni. A sud apparivano disposti centomila > milioni di troni; a nord vidi disposti centomila milioni di troni; a est > erano disposti centomila milioni di troni; a ovest erano disposti > centomila > milioni di troni; allo zenit erano disposti centomila milioni di troni. > Bhagavan, quei troni erano fatti unicamente di sette tipi di gioielli > preziosi. E, inoltre, su quei troni sedevano i tathagata e insegnavano il > Dharma. Pieno di stupore di fronte a quei bhagavan, domandai a quei > tathagata: 'Qual è il nome di questo universo di buddha?' Ed essi > risposero: > 'Figlio del lignaggio, questo universo è chiamato Loto Insuperabile.' > > Bhagavan, allora, dopo aver circumambulato quei tathagata, domandai: 'Qual > è > il nome del tathagata di questo campo di buddha?' > > Essi risposero: 'Colui che è chiamato tathagata arhat buddha perfettamente > realizzato Essenza del Loto [Padmagarbha] svolge le attività di un buddha > in > questo terreno di buddha.' > Allora domandai loro: 'Dato che vi sono molte centinaia di migliaia di > milioni di buddha e dato non ho incontrato il tathagata arhat buddha > perfettamente realizzato Essenza del Loto, ditemi, qual è?' > I bhagavan risposero: 'Figlio del lignaggio, noi ti mostreremo colui che è > chiamato tathagata arhat buddha perfettamente realizzato Essenza del > Loto.' > > 13 > > Poi i sacri corpi di tutti quei tathagata scomparvero ed essi si > presentarono solo nell'aspetto di bodhisattva. Rimanendo soltanto un > tathagata, a lui resi omaggio toccando con il capo i suoi sacri piedi. > Mentre ero in quel luogo, apparve un trono e là mi diressi. E, Bhagavan, > in > quel momento apparvero molti troni, ma, non vedendo nessuno andare verso > di > loro, dissi a quel Tathagata: 'Bhagavan, non vedo nessun essere senziente > su > quei troni.' > > Quel Tathagata dichiarò: 'Gli esseri senzienti che non hanno generato la > radice di virtù, non hanno il potere di sedere su quei troni." > > Io proseguii: 'Bhagavan, creando quale tipo di radice di virtù si accederà > a > quei troni?' > > Quel Bhagavan parlò così: 'Ascolta, figlio del lignaggio. Gli esseri > senzienti che hanno ascoltato il Sanghatasutra dharma-paryaya, grazie a > quella radice di virtù siederanno su questi troni, per non parlare di > coloro > che lo hanno scritto o letto. Sarvashura, tu hai ascoltato il > Sanghatasutra > dharma-paryaya e perciò sei seduto su questo seggio. Altrimenti, come > avresti potuto entrare in questo campo di buddha?' > > Quel Bhagavan parlò in questo modo e io domandai: 'Bhagavan, quanto è > vasta > la grande quantità di merito generata da colui che ascolta il > Sanghatasutra > dharma-paryaya?' > > Allora il Bhagavan tathagata Essenza di Loto mostrò un sorriso. Io > domandai > per quale motivo avesse mostrato un sorriso: 'Bhagavan, per quale ragione > e > per quale scopo il Tathagata ha mostrato un sorriso?' > > Allora il Bhagavan parlò: 'Figlio del lignaggio, bodhisattva mahasattva > Sharvasura, colui che ha ottenuto il grande potere, ascolta. E' come > segue. > Per fare un'analogia, c'è un 're che gira la ruota' e regna sui quattro > continenti. Se egli seminasse sesamo nei campi dei quattro continenti, > Sarvashura, qual è il tuo pensiero: germogliebbero molti semi?' > > Sarvashura rispose: 'Molti, Bhagavan. Molti, Andato nella Beatitudine' > > Il Bhagavan parlò: 'Sarvashura, se un essere senziente facesse un unico > grande cumulo di quei granelli di sesamo e un' altra persona prendesse un > granello di sesamo alla volta dal cumulo e, uno ad uno, li volesse mettere > da parte, Sarvashura, qual è il tuo pensiero: sarebbe possibile per > quell'essere > senziente contare quei semi di sesamo o fare un' analogia con essi?' > > Il bodhisattva mahasattva Sarvashura rispose: 'Bhagavan, non potrebbe. > Andato nella Beatitudine, non potrebbe. Non sarebbe in grado di contare > quei > semi di sesamo o di fare un'analogia.' > > 'Allo stesso modo, Sarvashura, eccettuato il Tathagata, nessun altro può > fare un'analogia della quantità di merito di questo Sanghatasutra > dharma-paryaya. > > "Sarvashura, è come segue: per fare un'analogia, anche se tanti tathagata > quanti sono i granelli di sesamo proclamassero il merito delle radici di > virtù per l'ascolto del Sanghata dharma-paryaya, quel merito non potrebbe > essere descritto nemmeno con un'analogia. Per non parlare di chi lo > scrive, > lo recita o lo ha scritto." > > 14 > > Il bodhisattva mahasattva Sharvasura proseguì: "Quanto è grande la > quantità > di merito che verrebbe generato dallo scrivere?" > > Il Bhagavan dichiarò: "Figlio del lignaggio, ascolta. È come se qualcuno > sminuzzasse a misura di un semplice dito tutta l'erba o tutta la legna di > un > milione di pianeti. Sarvashura, ascolta altre due analogie. Se tante > pietre > o dirupi o terra o particelle di polvere quante sono in un milione di > sistemi di mondi diventassero 're che girano la ruota' governando i > quattro > continenti, sarebbe possibile trovare un'analogia del loro merito?" > > Sarvashura rispose: "Bhagavan, non sarebbe possibile, se non si tiene > conto > del Tathagata." > > "Sarvashura, allo stesso modo, è altrettanto impossibile trovare > un'analogia > della grande quantità di merito nello scrivere il Sanghatasutra > dharma-paryaya. Paragonata alla grande quantità di merito di quei molti > 're > che girano la ruota', la grande quantità di merito di chi annota anche una > sola sillaba di questo dharma-paryaya, è molto superiore. Sebbene il loro > merito sia enormemente vasto, quei 're che girano la ruota' non gli sono > pari. Sarvashura, allo stesso modo, un bodhisattva mahasattva, che è > detentore del sacro Dharma mahayana e dimora nella pratica, non può essere > oscurato da un 're che gira la ruota'. Ugualmente, non può essere fatta > alcuna analogia con la grande quantità di merito di chi annota il > Sangharasutra dharma-paryaya. Sarvashura, questo Sanghatasutra si rivela > un > tesoro di merito. E' pacificatore di tutto ciò che è illusorio. Fa in modo > che la lampada di ogni Dharma arda di viva fiamma. Sconfigge tutti i > demoni > malvagi. Fa risplendere le dimore di tutti i bodhisattva. Genera la > completa > realizzazione di tutti i Dharma." > > Egli così si espresse, e allora il bodhisattva mahasattva Sharvasura parlò > in questo modo: "Bhagavan, qui la pratica del celibato è una pratica molto > difficile. Se qualcuno se ne chiede la ragione, è che se la pratica di un > tathagata è rara, altrettanto rara è la pratica del celibato. Nel momento > in > cui ci si impegna nella pratica del celibato, si vedrà direttamente il > Bhagavan. Si vedrà il Bhagavan giorno e notte. Nel momento in cui si vedrà > direttamente il Bhagavan e si guarderà a lui giorno e notte, si vedrà il > terreno di buddha. Quando si vedrà il terreno di buddha, si vedranno tutti > i > tesori. Nel momento della morte non nascerà il terrore. Inoltre, non si > diventerà addolorati. Non si sarà legati dal cappio della brama." > > Così disse e il Bhagavan si rivolse in questo modo al bodhisattva > mahasattva > Sarvashura: > > "Sarvashura, l'avvento dei tathagata è difficile da incontrare." > > Egli rispose, "Bhagavan, è difficile da incontrare. Andato nella > beatitudine, è difficile da incontrare." > Il Bhagavan dichiarò: "Sarvashura, allo stesso modo, anche questo > Sanghatasutra dharma-paryaya è difficile da incontrare. Sarvashura, > chiunque, nel cui orecchio penetri questo Sanghatasutra dharma-payaya, > ricorderà le vite trascorse per ottanta eoni. Per sessantamila eoni > otterrà > lo stato di 're che gira la ruota'. Per ottomila eoni otterrà la posizione > di Indra. Per ventimila eoni nascerà con l'identica fortuna degli dei > delle > dimore pure. Per trentottomila eoni diventerà il grande Brahma. Per > novantanovemila eoni non cadrà in rinascite sfavorevoli. Per centomila > eoni > non nascerà preta. Per ventottomila eoni non nascerà animale. Per > tredicimila eoni non nascerà nel reame degli asura. La sua morte non sarà > causata da armi. Per venticinquemila eoni la sua saggezza non verrà > distorta. Per settemila eoni sarà intelligente. Per novemila eoni sarà > bello > e considerato attraente. Proprio come sono state completate le forme > fisiche > del Tathagata, così egli diverrà. Per venticinquemila eoni non nascerà tra > coloro la cui natura è femminile. > > 15 > > Per sedicimila eoni, non contrarrà malattie fisiche. Per trentacinquemila > eoni sarà detentore dell'occhio divino. Per diciannovemila eoni non > nascerà > nei luoghi di nascita dei naga. Per sessantamila eoni non verrà > sopraffatto > dalla collera. Per settemila eoni non nascerà indigente. Per ottantamila > eoni vivrà nei due continenti. Anche quando nascerà indigente, otterrà > gioie > come le seguenti: per più di dodicimila eoni, non nascerà nel luogo ove è > nata una persona affetta da cecità; per tredicimila eoni non nascerà nei > tre > reami delle cattive migrazioni; per undicimila eoni sarà saggio > predicatore > di pazienza. > > Inoltre, in punto di morte, quando cesserà la coscienza finale, non avrà > percezioni erronee. Non sarà sopraffatto dall'ira. In direzione est vedrà > tanti bhagavan buddha quanti sono i granelli di sabbia di dodici fiumi > Gange. In direzione sud vedrà direttamente tanti bhagavan buddha, quanti > sono i granelli di sabbia di venti milioni di fiumi Gange; in direzione > ovest vedrà direttamente tanti bhagavan buddha quanti sono i granelli di > sabbia di venticinque fiumi Gange; in direzione nord vedrà direttamente > tanti bhagavan buddha quanti sono i granelli di sabbia di ottanta fiumi > Gange; in direzione ascendente vedrà direttamente novanta milioni di > bhagavan buddha; in direzione discendente vedrà direttamente tanti > bhagavan > buddha quanti sono i granelli di sabbia di otto milioni di fiumi Gange. E > quei bhagavan buddha diranno a quel figlio del lignaggio: 'Figlio del > lignaggio, hai ascoltato il Sanghata dharma-paryaya e perciò, nelle > prossime > vite, avrai buone qualità, benefici e questo tipo di felicità. Perciò, non > avere paura'. Così dicendo, lo rassicureranno." > > E aggiunse: "O figlio del lignaggio, hai visto tanti tathagata quanti i > granelli di sabbia di molte centinaia di miliardi di milioni di fiumi > Gange?" > > "Bhagavan, li ho visti. Essere andato alla beatitudine, li ho visti". > "O figlio del lignaggio, questi tathagata sono arrivati per vedere te." > "A causa di quale azione virtuosa da me compiuta, questi tathagata sono > giunti nel luogo ove io sono?' > > "Figlio del lignaggio, ascolta. Tu hai acquisito un corpo umano, il > Sanghata > dharma-paryaya ti è penetrato nelle orecchie e, di conseguenza, grazie a > questo, tu hai generato una tale, enorme, quantità di merito." > > " Bhagavan, se anche la mia quantità di merito è grande a tal punto, che > dire allora di colui che lo ascolta in modo completo sino alla fine!" > > Egli parlò: "Taci, taci. O figlio del lignaggio, descriverò il merito di > un'unica > stanza di quattro versi. Perciò ascolta, figlio del lignaggio, è come > segue. > Per fare un'analogia, confrontata persino alla quantità di merito di > innumerevoli tathagata arhat buddha perfettamente realizzati, tanti quanti > sono i granelli di sabbia di tredici fiumi Gange, essa sviluppa una massa > di > merito molto più grande. Paragonato a colui che venera tanti tathagata > arhat > buddha perfettamente realizzati quanti i granelli di sabbia di tredici > fiumi > Gange, se colui che ascolta anche una sola stanza in quattro versi di > questo > Sanghata dharma-paryaya genera una quantità di merito molto più grande, > che > dire allora di colui che lo ascolta in forma completa sino alla fine? > Figlio > del lignaggio, ti dirò a proposito di chi ode il Sanghata dharma-paryaya > in > forma completa sino alla fine. > > 16 > > Se qualcuno piantasse semi di sesamo in tutti i milioni di sistemi di > mondi > e ci fossero tanti 're che girano la ruota' quanti sono tali semi di > sesamo > e, inoltre, ci fosse un uomo ricco, di una tale opulenza e possedimenti da > fare beneficenza a quei 're che girano la ruota', paragonato a > quest'ultimo, > colui che fa beneficienza a un solo 'entrato nella corrente' genererebbe > una > ben più vasta quantità di merito. E se ognuno di quegli esseri senzienti > di > milioni di sistemi di mondi fosse diventato un 'entrato nella corrente', > paragonando la massa di merito di colui che fa beneficenza a tutti loro, > la > quantità di merito prodotta da chi fa beneficenza a un solo 'che ritorna > una > sola volta' sarebbe molto più grande. Se ogni essere senziente di milioni > di > sistemi di mondi fosse diventato un ' colui che ritorna una sola volta', > paragonando la vastità di merito di chi fa beneficenza a tutti loro, la > quantità di merito prodotta da chi fa doni a un solo ' colui che non > ritorna' > sarebbe molto più grande. E se ogni essere senziente di milioni di sistemi > di mondi fosse diventato un ' colui che non ritorna', paragonando la > quantità di merito di chi fa beneficenza a tutti loro, la vastità di > merito > generata da chi fa doni a un solo arhat sarebbe molto più grande. Se ogni > essere senziente di milioni di sistemi di mondi fosse diventato arhat, > paragonando la massa di merito di colui che fa beneficenza a tutti loro, > la > quantità di merito generata da chi fa beneficenza a un solo > pratyekabuddha, > sarebbe molto più grande. E se ogni essere senziente di milioni di sistemi > di mondi fosse diventato pratyekabuddha, paragonando la massa di merito di > chi fa beneficenza a tutti loro, la grande quantità di merito generata da > chi fa beneficenza a un solo bodhisattva sarebbe enormemente più vasta. Se > tutti gli esseri senzienti di milioni di sistemi di mondi fossero > diventati > bodhisattva, paragonando la grande quantità di merito di chi fa > beneficenza > a tutti loro, la grande quantità di merito generata da colui la cui la > mente > è ispirata da fiducia verso un tathagata e da colui che genera una mente > ispirata da fiducia verso milioni di sistemi di mondi colmi di tathagata e > da colui che ascolta questo Sanghata dharma-paryaya genererebbe una più > vasta quantità di merito. Che dire allora, Sarvashura, di chiunque > trascriva > questo Sanghata dharma-paryaya o lo memorizzi o lo reciti o lo comprenda! > Sarvashura, che dire del prostrarsi a questo Sanghata dharma-paryaya con > una > mente ispirata da fiducia! > > Sarvashura, qual è il tuo pensiero? Se qualcuno dovesse domandarsi: 'Gli > individui ordinari sono tutti in grado di ascoltarlo? Anche se lo > ascoltano, > non svilupperanno fiducia'. Sarvashura, ascolta: esiste qualcuno, tra gli > individui ordinari, in grado di raggiungere il fondo del grande oceano?" > > "Bhagavan, non esiste." > > "Esiste un qualsiasi essere senziente capace di prosciugare l'oceano con > il > cavo di una mano?" > "Bhagavan, non esiste. Andato nella Beatitudine, non esiste." > > Egli parlò: "Proprio come non esiste alcun essere senziente in grado di > prosciugare il grande oceano, Sarvashura, nessun essere senziente di > inferiore aspirazione è in grado di ascoltare questo dharma-paryaya. > > Sarvashura, coloro che non hanno visto milioni di Tathagata, tanti quanti > i > granelli di sabbia di ottanta fiumi Gange, non sono in grado di scrivere > per > esteso questo Sanghata dharma-paryaya. Coloro che non hanno incontrato > tanti > Tathagata quanti i granelli di sabbia di novanta fiumi Gange non sono in > grado di ascoltare questo dharma-paryaya. Coloro che non hanno visto cento > milioni di miriadi di Tathagata, ascoltando questo dharma-paryaya lo > rifiuteranno. Sarvashura, coloro che hanno incontrato cento milioni di > Tathagata, tanti quanti sono i granelli di sabbia del fiume Gange, > ascoltando questo dharma-paryaya svilupperanno una mente di fiducia. Essi > saranno estasiati. > > 17 > > Essi conosceranno la verità, esattamente come essa è. Essi avranno fiducia > in questo Sanghata dharma-paryaya e non lo respingeranno. > > Sarvashura, ascolta: il terreno di buddha di coloro che scrivono anche una > sola stanza di quattro versi di questo Sanghatasutra, dopo aver > attraversato > novantacinque milioni di universi, sarà proprio come l'universo di > Sukhavati. Sarvashura, la durata di una vita di quegli esseri senzienti si > estenderà per ottantaquattromila eoni. > > Sarvashura, ascolta: per quanto riguarda quei bodhisattva mahasattva che > ascoltano anche soltanto una piccola stanza di quattro versi di questo > Sanghata dharma-paryaya, è come segue: per fare un'analogia, essi sono > come > un essere senziente che abbia compiuto i cinque crimini a retribuzione > immediata o abbia ordinato a qualcuno di compierle o abbia gioito nel > farle > e che, ascoltando anche una sola stanza di quattro versi di questo > Sanghata > dharma-paryaya, purifica i karma malvagi dei cinque crimini a retribuzione > immediata. > > Sarvashura, ascolta e io ti illustrerò un'altra buona qualità. E' come > segue. Facendo un'analogia: un essere senziente ha distrutto degli stupa, > ha > creato una scissione all'interno del Sangha, provoca il vacillare di un > bodhisattva nel suo assorbimento meditativo, ostacola la saggezza di un > buddha e sopprime una vita umana. In seguito, quell'essere senziente si > pente e si affligge (pensando) 'con questo corpo mi sono rovinato e sarò > rovinato anche nella prossima esistenza. Sono completamente indegno'. Così > riflettendo, scaturisce in lui una grande sofferenza ed egli sperimenta > una > sensazione di intenso dolore. Egli prova una sensazione insostenibile. > Sarvashura, quell'essere senziente sarà rifiutato da tutti gli altri > esseri > senzienti. Sarà disprezzato. Quell'essere senziente sarà incenerito e > privo > di valore. Persino i dharma mondani e sovramondani saranno per lui > insostenibili. Come un ceppo ridotto in cenere, così sarà quell'uomo per > molti eoni. Come le colonne e le travi di una casa ben progettata che, > attaccate dal fuoco, si imbruttiscono annerendosi, così sarà quell'uomo. > Persino in questo mondo non sarà gradevole alla vista. Ovunque egli andrà, > in ogni luogo, gli esseri senzienti lo criticheranno e percuoteranno, > soffrirà fame e sete, e non troverà nulla di cui cibarsi o dissetarsi. > Per questo motivo, egli sperimenta la sensazione della sofferenza e, a > causa > della sete, della fame e delle ingiurie, gli torna alla mente il karma > della > distruzione degli stupa e dei cinque crimini a retribuzione immediata. E > avendo ricordato, egli si chiede: 'Dove posso andare? Chi è il mio > protettore?' e si abbatte pensando: 'Poiché non c'è nessuno qui a > proteggermi, meglio andare verso un montagna o un burrone e, là, mettere > fine alla mia vita'. > > E dice: > > 'Dal momento che indegne azioni ho commesso > come cenere sono, bruciato per sempre. > Tanto non gradito in questo mondo > quanto nel seguente non gradito. > Perfino in casa non gradito, > fuori di casa non gradito. > Causa i difetti, colpe da me furon commesse, > per questo io vado nei reami inferiori. > In altre vite ancora dovrò io soffrire > > 18 > > dimorando in ogni stato negativo". > Poiché singhiozzando scoppiò in lacrime, > le sue parole persino dagli dèi furono udite. > 'Speranza non vi è per il mondo oltre: > ahimè! Nel reame inferiore io mi dirigo'. > Gli dei così gli si rivolgono: > 'Stolto a pensare questo! > Abbandona questa mente di sofferenza e va'! > 'Padre ucciso e madre uccisa, > poiché le cinque efferate azioni io commisi. > né rifugio o consorte, nulla è per me. > Io proverò soltanto sensazioni dolorose. > Al picco della montagna mi dirigo > per gettar via il mio corpo'. > 'Essere stolto, non andare. > Con questa mente propensa a fare il male > Molti errori furon da te commessi. > Non compiere questa deplorevole azione! > Colui che a se stesso causa un danno, > andrà negli inferni della sofferenza. > Quell'essere si affliggerà e piangerà ad alta voce > e a causa di questo crollerà a terra. > Un buddha mai sarà con tale impresa, > nè diverrà un bodhisattva. > Nemmeno lo stato di 'uditore' verrà raggiunto. > Con differente sforzo, quindi, impegnati. > Va' verso quella montagna ove risiede un saggio.' > Essendo andato e del saggio avendo veduta la grandezza, > egli rese omaggio ai suoi piedi con il capo: > 'Essere santo, sii tu il mio rifugio! > Sono così oppresso da paure e sventure! > Essenza degli esseri, Saggio, ti prego, ascolta le mie parole! > Seduto, donami l'opportunità per meditare. > Spiega il virtuoso Dharma anche per un solo istante. > Poiché sono oppresso da panico e sventure, > ti prego, siedi per un momento, > lasciami confessare le molte malvagità commesse. > Possa il saggio parlarmi.' > > 19 > > Il saggio parlò: > 'Gemente di sofferenza, oppresso dai lamenti, > sei afflitto da fame e sete > mentre, senza speranza, vaghi nei tre mondi. > Mangia, pertanto, il cibo offerto.' > Per soddisfare il corpo, > il saggio offrì del cibo. > 'Dopo aver mangiato questo prelibato e gustoso cibo, > un essere ne sarà deliziato. > Poi il Dharma che purifica ogni colpa > ti spiegherò più avanti.' > In un istante egli mangiò il gustoso cibo > e, dopo aver mangiato, si lavò le mani > e girò devotamente intorno al saggio. > Non appena seduto a gambe incrociate, > raccontò quelle colpe da lui commesse,. > 'Ho ucciso il padre e la madre ho ucciso, > ho compiuto la distruzione di uno stupa, > ho ostacolato la realizzazione della buddhità di un bodhisattva.' > Quando udì le parole di quell'uomo > il saggio pronunciò queste parole: > 'Poiché hai fatto del male, > ahimè, non sei virtuoso. > Confessa le azioni malvagie che hai compiuto > o che hai ordinato di compiere.' > > > In quella circostanza, in quel momento, afflitto da pene lancinanti e > angosciato dal terrore, egli disse al saggio: > > 'Chi sarà il mio protettore? > Poiché ho commesso azioni malvagie, > proverò sensazioni dolorose.' > Quell'uomo, poi, poggiò entrambe le ginocchia al suolo > 'Tutto il male compiuto e ordinato di compiere > io lo confesso. > Possa non tramutarsi in malvagi risultati, > possa io non sperimentare sofferenze. > Dacché ti sono vicino, > saggio, sei diventato il mio rifugio. > Senza rimorso e placato: > pacifica così il mio karma negativo. > > 20 > > Allora, in quella circostanza, in quel momento, il saggio disse all'uomo, > confortandolo: 'Essere, Io sarò il tuo rifugio, Io sarò il tuo sostegno. > Io > sarò il tuo aiuto. Perciò, ascolta il Dharma al mio cospetto, senza paura. > Hai mai udito anche solo una piccola parte del dharma-paryaya chiamato > Sanghata?' > > Quello rispose: 'Non ne ho mai udito niente.' > > Il saggio disse: 'Ad eccezione di chi insegna il Dharma agli esseri > senzienti dimorando nella compassione, chi mai insegnerà il Dharma > all'essere > senziente che si è bruciato?' > > E proseguì: 'Figlio del lignaggio, ascolta ancora. Una volta, in un tempo > smisuratamente remoto, oltre molti incalcolabili eoni, a quel tempo viveva > un virtuoso 're del Dharma' chiamato re Vimalachandra. Figlio del > lignaggio, > nella famiglia del re Vimalachandra nacque un figlio. Di conseguenza, il > grande sovrano Vimalachandra convocò i bramini augurali e domandò loro: > 'Bramini, quale tipo di presagio vedete per il bambino? I bramini allora > dichiararono: 'Potente re, non è buono. Questo piccolo che è nato non è > buono'. Il re domandò: 'Bramini, che ne sarà di lui?' I vati affermarono: > 'Re, se questo giovane raggiunge i sette anni di età, metterà in pericolo > la > vita della madre e del padre'. Allora il sovrano parlò come segue:'Anche > se > vi può essere un ostacolo alla mia vita, pazienza: io non ucciderò questo > mio figlio. Poiché, per quanto rara, è avvenuta in questo mondo la nascita > di un umano, io non compirò un simile danno al corpo di nessun umano.' Il > piccolo crebbe rapidamente. Più esattamente, all'età di un mese egli era > cresciuto quanto gli altri crescono in due anni. A quel punto, il re > Vimalachandra capì anche che il bambino era cresciuto grazie al karma che > il > re stesso aveva accumulato. In seguito il sovrano cedette la corona a quel > fanciullo e parlò come segue: 'Possa tu divenire un re ben rinomato e con > un > vasto regno. Governa virtuosamente attraveso il Dharma, non per mezzo di > ciò > che non è Dharma'. Quindi, avendogli dato la corona, gli conferì il titolo > di 're'. E il re Vimalachandra non governò più come sovrano della sua > terra. > In seguito, i suoi numerosi ministri raggiunsero il luogo ove risiedeva il > re Vimalacandra e, ivi giunti, parlarono al sovrano in questo modo: 'O > grande re, perché accade che ora non ti comporti più da sovrano nella tua > terra?' Il re rispose: 'Benché per molti incalcolabili eoni io abbia > regnato > come colui che possiede regni, ricchezza e potere, non ho mai provato > soddisfazione'. E in quella circostanza, in quel momento, non molto tempo > dopo, quel ragazzo tolse la vita a suo padre e a sua madre e, a quel > punto, > accumulò il karma dei cinque crimini a retribuzione immediata. > O essere, ricordo anche il tempo in cui nacque in quel re l'esperienza > della > sofferenza ed egli provò rimorso e singhiozzò, soffocato dalle lacrime, e > io > provai grande compassione per lui, ed essendomi colà recato, insegnai il > Dharma. E quando anch'egli udì quel Dharma, quei cinque crimini a > retribuzione immediata furono rapidamente purificate, senza alcun > residuo'. > Egli disse ancora: 'Quei grandi asceti che ascoltano il Sanghata > dharma-paryaya, il re dei sutra, otterranno la fonte insuperabile del > Dharma, la purificazione di ogni malvagità e la pacificazione di tutte le > emozioni afflittive. > > I Dharma tramite i quali un essere sarà velocemente liberato > io spiegherò, quindi ascolta attentamente. > Se anche una sola stanza in quattro versi > viene spiegata ad continuum mentale, > purificato ogni errore, > > 21 > > egli otterrà 'l'entrata nella corrente' > e sarà liberato da ogni malvagità: > così affermando, quando questi stessi enunciati sono proferiti, > dalla schiavitù dell'inferno spaventoso e dalla sofferenza > gli esseri senzienti vengono pienamente liberati'. > In seguito l'uomo si alzò > e, a mani giunte, > a lui inchinò il suo capo. > Egli approvò con la parola 'eccellente.' > 'Eccellente, virtuosi amici. > Eccellenti coloro che insegnano il vasto metodo, > il Sanghatasutra che distrugge il male. > E anche per coloro che lo ascoltano, eccellente.' > > Dopodiché, in quella circostanza, in quel momento, dal centro dello spazio > sovrastante, dodicimila figli divini, con le mani giunte, scesero di > fronte > al Saggio e, rendendo omaggio ai suoi piedi, pronunciarono le seguenti > parole: 'Bhagavan, quanto addietro risale la tua conoscenza?' Allo stesso > modo, giunsero quattro milioni di re naga e diciottomila re yaksha. Con le > mani giunte in direzione del Saggio e rendendo rispettosamente omaggio, > essi > pronunciarono le seguenti parole: 'O eccelso, quanto addietro risale la > tua > conoscenza?' Il saggio rispose, 'Centinaia di migliaia di miriadi di > milioni > di incalcolabili eoni.' > > Essi domandarono: ' Da quale karma virtuoso verrà completamente > pacificato, > in un istante, quel karma malvagio?' > > Egli rispose: 'Dall'ascoltare il Sanghata dharma-paryaya. Tra gli esseri > senzienti qui radunati, tutti coloro che hanno sviluppato fede ascoltando > questo dharma-paryaya ottengono la predizione di un ineguagliabile > risveglio > perfettamente realizzato. Quelle persone che hanno commesso i cinque > crimini > a retribuzione immediata, persino loro, se soltanto ascoltano questo > dharma-paryaya chiamato 'Sanghata', esauriranno in un istante il loro > karma > dei cinque crimini a retribuzione immediata e lo purificheranno > interamente. > Per innumerevoli centinaia di migliaia di miriadi di milioni di eoni, le > porte dei reami inferiori saranno chiuse per loro e le trentadue porte dei > mondi degli dèi saranno aperte. Se le radici di merito di chi ascolta > anche > una sola semplice stanza in quattro versi di questo Sanghata > dharma-paryaya, > matureranno a tal punto, che dire allora di chi lo onora e lo venera, fa > disegni, fa offerte di fiori, incensi, profumi, ghirlande, unguenti, > polveri, abiti, baldacchini, stendardi e vessilli o di chi suona i cembali > e > poi gioisce, anche solo una volta, approvando col dire 'Eccellente, > eccellente'!" > > Allora il bodhisattva mahasattva Sharvasura così domandò al Bhagavan: > "Bhagavan, riguardo a chi giunge le mani quando il Sanghata dharma-paryaya > viene esposto, quale grande quantità di merito produrrà colui che > semplicemente si prostra a mani giunte?" > > Il Bhagavan parlò: "Figlio del lignaggio, ascolta. Se chiunque abbia > commesso i cinque crimini a retribuzione immediata o abbia ordinato di > commetterle o anche abbia soltanto gioito nel commetterle, giungendo le > mani > nell'udire anche una sola semplice stanza di quattro versi di questo > Sanghata dharma-paryaya verrà interamente purificato di > > 22 > > tutto il karma negativo dei cinque crimini a retribuzione immediata quando > si prostra, Sarvashura, che dire allora di chi ascolta questo Sanghata > dharma-paryaya completamente, sino alla fine? Costui genererà una ben più > vasta quantità di merito del precedente. Figlio del lignaggio, ti esporrò > un'analogia > allo scopo di farti capire il significato del Sanghatasutra. Sarvashura, è > come segue. Per fare un'analogia, dal palazzo del re naga Anavatapta, ove > il > sole non sorge mai, nascono cinque grandi fiumi. Se un umano contasse le > gocce di questi cinque grandi fiumi, potrebbe mai arrivare alla fine del > conto?" > > Ed egli: "Bhagavan, non sarebbe possibile." > > Il Bhagavan parlò: "Sarvashura, similmente, enumerando le radici di merito > del Sanghata dharma-paryaya per cento eoni o anche per mille, non sarà > possibile arrivare alla fine. Sarvashura, se ti stai chiedendo perché è > così: chi divulga questo Sanghata dharma-paryaya anche per un solo > istante, > non si assume forse una fatica?" > > Ed egli: "Bhagavan, si assume una fatica" > > Il Bhagavan dichiarò: "Sarvashura, colui che sarà in grado di divulgare > questo Sanghata dharma-paryaya, si assumerà fatiche molto più grandi. È > come > segue. Per fare un'analogia, pur contando le gocce dei cinque grandi fiumi > che nascono dal lago Anavatapta, non è possibile pensarne la fine." > Ed egli: "Bhagavan, quali sono i cinque grandi fiumi?" > > "Essi sono: il Gange, il Sita, il Vakshu, lo Yamuna e il Chandrabhaga. > Questi sono i cinque grandi fiumi che arrivano all'oceano. In ognuno dei > cinque grandi fiumi confluiscono cinquecento affluenti. Sarvashura, anche > questi cinquecento fiumi nascono dalla volta celeste con mille affluenti > ciascuno e, per mezzo loro, gli esseri vengono appagati." > > Ed egli: "Quali sono queste migliaia di affluenti?" > > Il Bhagavan parlò: "Nel Sundari ne confluiscono migliaia, nel Shamkha > migliaia, nel Vahanti migliaia, nel Chitrasena migliaia e nel Dharmavritta > ne confluiscono migliaia. Ognuno di questi grandi fiumi possiede migliaia > di > affluenti. > > Essi liberano un torrente di pioggia sul pianeta terra. Sarvashura, ogni > volta che vengono fatti scendere i torrenti di gocce di pioggia, ciò > produce > fiori, frutta e raccolti. Quando i torrenti di pioggia vengono liberati > sul > pianeta Terra, nasce l'acqua. Poiché l'acqua è stata generata, campi e > giardini vengono appagati e resi lieti. Sarvashura, è come segue. Per fare > un'analogia, il Signore degli Esseri rende felice tutto l'intero pianeta > Terra. Allo stesso modo, Sarvashura, questo Sanghata dharma-paryaya viene > proclamato sulla Terra per il bene e la felicità di molti esseri. > > La durata di vita degli umani non è come la durata di vita degli dèi della > 'Dimora dei Trentatré' [Trayastrimsha]. Sarvashura, se ti domandassi chi > sono gli dei della Dimora del Trentatré, quel luogo ove risiede il signore > degli dei, Indra, quello è denominato 'dei Trentatré'. Sarvashura, lì > dimorano anche coloro che si sono impegnati in una buona condotta verbale, > ed è impossibile fare un'analogia della loro grande quantità di merito. > Esistono anche esseri senzienti che praticano una cattiva condotta verbale > ed è impossibile proporre un'analogia con le loro rinascite negli inferni > degli esseri senzienti o come animali. Quegli esseri senzienti che > sperimenteranno le sofferenze degli inferni degli esseri > > 23 > > senzienti, degli stati animali e degli stati dei preta, non hanno avuto > alcun rifugio. Perduta ogni speranza, essi piangono e precipitano negli > inferni degli esseri senzienti; dovrebbero essere visti come sotto il > potere > di amici non-virtuosi. E quegli esseri senzienti che praticano una buona > condotta verbale, della cui vastità del merito è impossibile fare > un'analogia, > dovrebbero essere visti come sotto il potere di amici virtuosi. Quando > s'incontra > un amico virtuoso, si incontra un tathagata. Quando s'incontra un > tathagata, > tutte le proprie malvagità saranno purificate. Quando il Signore degli > Esseri provoca gioia sulla Terra, è impossibile fare un'analogia della > felicità degli esseri senzienti sulla Terra. > > "Sarvashura, similmente, anche questo Sanghata dharma paryaya svolge le > funzioni di un buddha per gli esseri senzienti sulla Terra. Chiunque non > avrà ascoltato il Sanghata dharma-paryaya, non sarà in grado di divenire > completamente illuminato nell'insuperabile risveglio perfettamente > realizzato. Non sarà in grado di avviare la ruota del Dharma. Sarà > incapace > di suonare il gong del Dharma. Non sarà in grado di sedere sul trono del > leone del Dharma. Sarà incapace di entrare nella sfera del nirvana. Non > sarà > in grado di illuminare con innumerevoli raggi di luce. Sarvashura, allo > stesso modo, coloro che non ascoltano questo Sanghata dharma-paryaya non > saranno parimenti in grado di dimorare nel cuore dell'illuminazione." > > Sarvashura disse: "Bhagavan, posso domandare a proposito di un certo > portento? Andato nella Beatitudine, posso domandare a proposito di un > certo > portento?" > Il Bhagavan rispose: "Sarvashura, domanda qualunque cosa tu desideri e io > chiarirò i tuoi dubbi." > Ed egli: "Chi è quel saggio per mezzo del quale gli esseri senzienti > vengono > liberati dal karma dei cinque crimini a retribuzione immediata e, in > seguito, condotti uno per uno allo stesso livello di 'colui che non > ritorna?" > > Il Bhagavan parlò: > > Il parlare dei buddha è sottile. > Sarvashura, ascoltami. > Il Sanghatasutra, il Maestro, > si rivela nell'aspetto del saggio. > Il Sanghata insegna, per amorevolezza, > anche attraverso i corpi dei buddha. > Quanti sono i granelli di sabbia che il Gange contiene, > altrettanti sono gli aspetti sotto cui esso insegna. > Insegna con l'aspetto di un Buddha. > Insegna l'essenza stessa del Dharma. > Se si desidera vedere un buddha, > Sanghata è l'equivalente di un buddha. > Dovunque è il Sanghata, > sempre vi è il Buddha. > > Il Bhagavan parlò ancora: "Figlio del lignaggio, ascolta. Sarvashura, > molto > tempo fa, novantanove incalcolabili eoni fa, apparvero dodici milioni di > buddha. Là si manifestò il tathagata chiamato Ratnottama e io, dopo essere > diventato uno > > 24 > > dei principali benefattori, venerai quei dodici milioni di buddha chiamati > Chandra. Ne ebbi cura offrendo loro cibo, bevande, profumi, ghirlande, > unguenti, qualsiasi cosa li allietasse, pasti di buona qualità e ogni cosa > necessaria al loro benessere. Essendomi occupato di loro in questo modo, > ricordo di aver ascoltato, proprio in quell'occasione, una predizione di > insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione. > > Sarvashura, ricordo che là apparvero diciotto milioni di buddha chiamati > Ratnavabhasa, ed essendo diventato, anche in quella circostanza, uno dei > principali benefattori, venerai diciotto milioni di Tathagata chiamati > Garbhasena con ghirlande, unguenti, ornamenti e abbigliamento decorativo, > nel modo adatto a ciascuno. Avendo così agito, ascoltai, proprio in > quell'occasione, > una predizione di insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione. > > Sarvashura, ricordo venti milioni di buddha, e ognuno di loro era chiamato > tathagata arhat buddha perfettamente realizzato Shikhisambhava. > > Sarvashura, ricordo venti milioni di buddha, e ognuno di quei tathagata > arhat buddha perfettamente realizzati era chiamato Kashyapa. Anche quella > volta, essendo diventato uno dei principali benefattori, resi omaggio ai > tathagata con profumi, ghirlande e unguenti, e poi offrii loro un servizio > reverenziale proprio come deve essere offerto ai tathagata. E anche allora > ricevetti una predizione di insuperabile, perfettamente realizzata > illuminazione. > > Sarvashura, là apparvero sedici milioni di buddha chiamati Buddha > Vimalaprabhasa e io, a quel tempo, ero un capofamiglia di grandi ricchezze > e > possedimenti. Essendo diventato un benefattore donando tutti i miei beni, > offrii loro un servizio reverenziale, con offerte di drappi coprisedile, > indumenti, profumi, ghirlande, unguenti e mantelli, proprio come dovrebbe > essere offerta assistenza reverenziale ai tathagata. E, proprio in > quell'occasione, > ricevetti una predizione di insuperabile, perfettamente realizzata > illuminazione. Io ricordo anche questo, ma il momento e le condizioni > della > predizione non erano ancora maturi. > > Sarvashura, ascolta, novantacinque milioni di Buddha si presentarono al > mondo, e ognuno di quei tathagata arhat buddha perfettamente realizzati > era > chiamato Shakyamuni. A quel tempo ero un sovrano virtuoso e venerai quei > novantacinque milioni di tathagata, chiamati Shakyamuni, con essenze, > ghirlande, unguenti, preziosi coprisedili, indumenti, incenso, stendardi e > vessilli. E, proprio in quell'occasione, ricevetti una predizione di > insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione. > > Questo io ricordo. > > Sarvashura, là si presentarono al mondo novanta milioni di tathagata arhat > buddha perfettamente realizzati chiamati Krakutsanda e io, a quel tempo, > ero > un giovane e ricco bramino di grande opulenza e possedimenti. Essendo > diventato un benefattore donando tutti i miei possedimenti, venerai tutti > quei tathagata con essenze, ghirlande, unguenti, coprisedili preziosi, > indumenti e, avendo offerto assistenza reverenziale a quei tathagata, nel > modo consono a ciascuno di loro, ricevetti, proprio in quell'occasione, > una > predizione di ineguagliabile, perfettamente realizzata illuminazione. > Anche > questo io ricordo. Ma non ero ancora arrivato al momento e alle condizioni > della predizione. > Sarvashura, là si presentarono al mondo diciotto milioni di buddha, e > ciascuno dei tathagata arhat buddha perfettamente realizzati era chiamato > Kanakamuni. A quel tempo, essendo io diventato uno dei principali > benefattori, venerai tutti > > 25 > > quei tathagata arhat buddha perfettamente realizzati con profumi, > ghirlande, > unguenti, coprisedili preziosi e ornamenti. Così come deve essere offerto > servizio ai tathagata, offrii loro servizio. E. anche in quell'occasione, > ricordo di aver ricevuto una predizione di insuperabile, perfettamente > realizzata illuminazione. Ma il momento e le condizioni della predizione > non > erano maturi. > Sarvashura, là apparvero al mondo tredici milioni di Buddha, e ciascuno di > quei tathagata arhat buddha perfettamente realizzati fu chiamato > Avabhasashri. Io venerai quei tathagata arhat buddha perfettamente > realizzati con coprisedili preziosi, abiti, profumi, ghirlande, unguenti, > mantelli e ornamenti. Proprio come deve essere offerto servizio > reverenziale > ai tathagata, così io offrii loro servizio reverenziale. Poiché quei > tathagata avevano anche dato numerose introduzioni al Dharma per > dimostrarne > il significato e la disciplina, anche in quell'occasione io ricevetti una > predizione di insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione. Questo > io ricordo, ma, anche allora, il momento e le condizioni per la predizione > non erano maturi. > > Sarvashura, là vennero nel mondo venticinque milioni di tathagata arhat > buddha perfettamente realizzati, chiamati Pushya. A quel tempo ero un > rinunziante e venerai quei tathagata. Così come Ananda oggi mi offre > servizio, allo stesso modo io offrii servizio a quei tathagata, e là > ottenni > una predizione di insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione. > Questo io ricordo, ma, anche allora, il momento e le condizioni della > predizione non erano maturi. > > Sarvashura, là apparvero al mondo dodici milioni di tathagata arhat buddha > perfettamente realizzati chiamati Vipashyin. Io venerai quei tathagata > arhat > buddha perfettamente realizzati con drappi coprisedili, abiti, profumi, > ghirlande e unguenti. Proprio come dovrebbe essere offerto servizio ai > tathagata, così offrii loro servizio. In quella circostanza, essendo > diventato un rinunziante, proprio allora ricordo di aver ricevuto anche > una > predizione di insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione. Poco > tempo dopo, fui consapevole che l'ultimo Vipashyin apparso aveva spiegato > questo Sanghata dharma-paryaya, e che allora, in quella circostanza, una > pioggia di sette gioielli preziosi si era riversata sulla Terra. Allora > gli > esseri senzienti della Terra erano stati liberati dalla povertà e io, > proprio in quella circostanza, avevo ricevuto la predizione di > un'insuperabile, > perfettamente realizzata illuminazione. Dopodiché, per un lungo periodo, > non > ricevetti alcuna predizione." > > Sarvashura domandò: "Quale fu quel momento? Quale fu quella condizione?" > > Il Bhagavan rispose: "Sarvashura, ascolta. Innumerevoli eoni dopo, il > tathagata arhat buddha perfettamente realizzato Dipamkara comparve nel > mondo > e io, a quel tempo, ero un giovane bramino, chiamato Megha. Nel tempo in > cui > il Tathagata Dipamkara si manifestò al mondo, stavo praticando il celibato > sotto l'aspetto di un ragazzo bramino. Poi, avendo incontrato il Tathagata > Dipamkara, lanciai sette fiori di utpala e li dedicai alla insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata. E quel Tathagata mi predisse: > 'Giovane bramino, in futuro, tra innumerevoli eoni, diventerai in questo > mondo un tathagata arhat buddha perfettamente realizzato chiamato > Shakyamuni.' > > Dopo di che, Sarvashura, mi misi a sedere al centro dello spazio, a > un'altezza > di dodici alberi di borasso, e raggiunsi lo stato della pazienza > imperturbabile in riferimento ai fenomeni non-funzionali. Come se fosse > ieri > o oggi, ricordai direttamente tutte le radici di merito da quando avevo > praticato il celibato per innumerevoli eoni e ottenuto le perfezioni. E se > in seguito, Sarvashura, ho condotto individualmente innumerevoli centinaia > di migliaia di milioni di miliardi di esseri senzienti verso il Dharma > virtuoso, Sarvashura, adesso che sono risvegliato direttamente e > totalmente > > 26 > > nell'insuperabile, perfettamente realizzata illuminazione, c'è forse > bisogno > di dire che voglio il beneficio di tutti gli esseri senzienti? Sarvashura, > io insegno il Dharma agli esseri senzienti sotto molti aspetti. Qualunque > sia la forma degli esseri da conquistare, io insegno il Dharma in quella > forma. Nel mondo degli dèi, insegno il Dharma con le sembianze di un dio. > Nella terra dei naga, insegno il Dharma con le sembianze di un naga. Nella > terra degli yaksha, insegno il Dharma con le sembianze di uno yaksha. > Nella > terra dei preta, insegno il Dharma con le sembianze di un preta. Nel mondo > degli umani, insegno il Dharma con le sembianze di un umano. A quegli > esseri > senzienti che devono essere conquistati da un buddha insegno il Dharma con > le sembianze di un buddha. A quegli esseri senzienti, che devono essere > conquistati da un bodhisattva, insegno il Dharma con le sembianza di un > bodhisattva. Qualunque sia l'aspetto degli esseri senzienti da > conquistare, > insegno il Dharma esattamente sotto quell'aspetto. Sarvashura, così > insegno > il Dharma agli esseri senzienti sotto molti aspetti. > > Se ci si chiedesse qual è la ragione, Sarvashura, è che proprio come gli > esseri senzienti ascoltano il Dharma in vari aspetti, allo stesso modo > quegli esseri senzienti sinceri svilupperanno radici di virtù in molti > aspetti: si impegneranno in azioni generose, creeranno meriti, > rinunceranno > persino al sonno per il proprio bene, mediteranno anche sul ricordo della > morte e attueranno tutti i karma virtuosi che, come questi, devono essere > compiuti. A causa dell'aver ascoltato il Dharma, essi ricorderanno le > precedenti radici di virtù. E ciò sarà per una meta a lungo termine, per > il > bene e per la felicità di dèi e umani. > > Sharvasura, poiché così è, non appena il Sanghata dharma-paryaya viene > ascoltato, le buone qualità e i benefici diventano, in tal modo, > incalcolabili. > > In seguito, quegli esseri senzienti si diranno l'uno all'altro quanto > segue: > 'Tramite quanto è stato fatto e accumulato, ci deve essere qualche altro > effetto maturante del Dharma virtuoso del diretto e totale risveglio > nell'insuperabile, > perfettamente realizzata illuminazione, e della volontà di beneficiare > tutti > gli esseri senzienti'. > > Per chiunque, avendo avuto fiducia nel Dharma, affermi: 'Vi è un Dharma > perfettamente conforme ai fenomeni così come essi sono', il gran risultato > maturante della sua felicità sarà l'insuperabile felicità del Dharma. > > Per gli esseri senzienti, ignoranti e insensati, che affermano: 'Non > esiste > alcun dharma, non esiste neppure l'andare al di là dei dharma', il loro > grande risultato maturante sarà di dirigersi verso i reami inferiori. Essi > inseguiranno incessantemente le terre dei reami inferiori. Per otto eoni > proveranno le sensazioni dolorose degli inferni degli esseri senzienti. > Per > dodici eoni sperimenteranno le sensazioni dolorose della terra dei preta. > Per sedici eoni nasceranno tra gli asura. Per novemila eoni nasceranno tra > gli spiriti infernali e gli spiriti perfidi. Per quattordicimila eoni > saranno privi di lingua. Per sedicimila eoni l'ora della loro morte > avverrà > nel ventre materno. Per dodicimila eoni diventeranno tonde palle di carne. > Per undicimila eoni nasceranno ciechi e proveranno sensazioni dolorose e i > genitori penseranno: 'Abbiamo sofferto inutilmente. La nascita di nostro > figlio è stata priva di senso. E' stato privo di senso averlo portato nel > ventre per nove mesi'. Essi sperimenteranno sensazioni sgradevoli di caldo > e > freddo. Inoltre, proveranno intensamente la sofferenza della fame e della > sete. Anche in questa vita soffriranno molto. Anche quando i genitori > vedranno un tale figlio nella loro casa, non vi sarà alcuna gioia e le > speranze dei genitori saranno totalmente distrutte. > Sarvashura, è così che gli esseri senzienti che abbandonano il sacro > Dharma > seguono la direzione dell'inferno e delle rinascite animali. > > 27 > > [QUI INIZIA LA TRADUZIONE DAL SANSCRITO] > > Al momento della loro morte, saranno afflitti dai grandi strali del > dolore. > Sarvashura, coloro che pronunciano parole come queste:'Qui è il Dharma. > Qui > c'è un profondo studioso del Dharma', per questa radice di virtù > nasceranno > per venti eoni tra gli Uttarakuru. Essi rinasceranno nella comunità dei > deva > di Trayastrimsha per venticinquemila eoni. Esaurito il karma dei > Trayastrimhsa, nasceranno di nuovo tra gli Uttarakuru. Non rinasceranno > nel > ventre di una madre. Essi vedranno centomila mondi. Avendo avuto la > visione > di tutti i terreni di Buddha chiamati Sukavati ed essendosi stabiliti in > essi, realizzeranno la completa illuminazione proprio in quel luogo. > Sarvashura, tale è davvero la grande efficacia di questo Sanghata > dharma-paryaya. Coloro che ripongono fede in esso, in nessun modo > moriranno > per un colpo di sfortuna. Essi saranno dotati di pura moralità. > > Sarvashura, vi sono esseri che dicono così: 'Il Tathagata libera molti > esseri, giorno e notte. Nonostante ciò, il mondo degli esseri non si > spopola. Molti di essi sviluppano la determinazione per l'illuminazione. > Molti rinascono nel mondo celestiale. Molti hanno raggiunto la felicità. > Allora, per quale motivo accade che gli esseri non diminuiscono?" > > Fu allora che i settari, gli asceti erranti, i mendicanti religiosi e i > non > credenti ebbero questo pensiero: "Dobbiamo andare, dobbiamo dibattere con > l'asceta > Gautama" > > Perciò novantaquattro settari, erranti, mendicanti religiosi, bramini, e > molte centinaia di non credenti si diressero là dove sorge la grande città > di Rajagriha. In quella circostanza, in quello momento, il Bhagavan mostrò > un sorriso. > > Allora il bodhisattva mahasattva Maitreya, alzatosi dal suo seggio, > coprendo > una spalla con la veste superiore, poggiando al suolo il ginocchio destro > e > rendendo omaggio con le mani giunte in direzione del Bhagavan, domandò > così: > "Bhagavan, qual è la causa, qual è il motivo per cui hai mostrato un > sorriso? Non senza causa, non senza motivo, i tathagata arhat buddha > perfettamente realizzati mostrano un sorriso." > > Il Bhagavan rispose:"Ascolta, figlio del lignaggio. Oggi, in questa grande > città di Rajagriha, si terrà una grande assemblea". > > Egli domandò: "Bhagavan, chi arriverà qui? Deva, naga, yaksha, esseri > umani, > esseri non-umani?" > Il Bhagavan rispose: "Maitreya, tutti quanti: deva, naga, yaksha, esseri > umani ed esseri non-umani, oggi stanno arrivando qui. E qui giungeranno > anche ottantaquattromila bramini, novantamila milioni di settari, asceti > erranti, mendicanti religiosi e non-credenti. Essi dibatteranno con me. > Insegnerò il Dharma per placare tutte le loro dispute. Tutti quei bramini > svilupperanno il pensiero della suprema illuminazione perfettamente > realizzata. Nove milioni di milioni di settari, asceti erranti, mendicanti > religiosi e non credenti otterranno il frutto di 'colui che è entrato > nella > corrente'. E giungeranno anche diciottomila milioni di re naga. Essi > ascolteranno il Dharma da me e, avendolo ascoltato, genereranno tutti > quanti > i pensieri della suprema illuminazione perfettamente realizzata. Verranno > sessantamila milioni di figli degli dei delle pure dimore. Mara, il > maligno, > verrà con il suo seguito di trentaduemila milioni di seguaci. Verranno > dodicimila milioni di asura. In numero di cinquecento, per ascoltare il > Dharma, verranno i re con i loro seguiti. Avendo ascoltato il Dharma da > me, > tutti quanti genereranno il pensiero dell'insuperabile illuminazione > perfettamente realizzata." > > 28 > > Allora il bodhisattva mahasattva Maitreya, dopo aver reso omaggio toccando > con il capo i piedi del Bhagavan e dopo aver circumambulato il Bhagavan, > scomparve proprio in quel luogo. > Fu allora che il bodhisattva mahasattva Sarvashura, alzatosi dal suo > seggio, > coprendo una spalla con la veste superiore, poggiando al suolo il > ginocchio > destro e rendendo omaggio con le mani giunte in direzione del Bhagavan, > gli > si rivolse così "Bhagavan, quali sono i nomi dei 500 re? " > Il Bhagavan elencò: "Ascolta, Sarvashura. C'è il re chiamato Nanda, il re > chiamato Sunanda, il re chiamato Upananda, il re chiamato Jinarsabha, il > re > chiamato Brahmasena, il re chiamato Brahmagosha, il re chiamato > Sudarshana, > il re chiamato Jayasena, il re chiamato Nandasena, il re chiamato > Bimbisara, > il re chiamato Prasenajit e il re chiamato Virudhaka. Così, preceduti da > loro, vi sono i cinquecento re. Ogni re è accompagnato da due milioni di > milioni di seguaci. Tutti quanti sono diretti verso l'insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata, eccetto il re Virudhaka. > Trentamila > milioni di bodhisattva stanno giungendo da est. Ottantamila milioni di > bodhisattva stanno giungendo da nord. Dal nadir stanno giungendo > novantamila > milioni di bodhisattva. Dallo zenit stanno giungendo centomila milioni di > bodhisattva. Tutti quanti sono stabiliti nei dieci stadi." > Allora tutti quei bodhisattva si radunarono là, dove si estendeva la > grande > città di Rajagriha, dove sorgeva il Picco dell'Avvoltoio e dove si trovava > il Bhagavan, per poterlo vedere. E tutti quei bodhisattva si erano avviati > verso l'insuperabile illuminazione perfettamente realizzata. > Allora il Bhagavan si rivolse al bodhisattva mahasattva Sarvashura: "Va', > Sarvashura. Parla in questo modo ai bodhisattva di tutti i mondi delle > dieci > direzioni: 'Oggi il Tathagata insegna il Dharma nella grande città di > Rajagriha. Quindi, voi tutti che dimorate nei mondi delle dieci direzioni, > rendete omaggio a mani giunte'. Annuncialo solo brevemente e torna di > nuovo > ad ascoltare il Dharma." > Al che il bodhisattva mahasattva Sarvashura, essendosi alzato dal suo > seggio > e avendo reso omaggio toccando con il capo i piedi del Bhagavan, dopo aver > circumambulato il Bhagavan, scomparve per potere prodigioso. > > Poi il bodhisattva mahasattva Sarvashura, essendosi recato nei mondi delle > dieci direzioni, annunziò ai bodhisattva: "Amici, oggi il tathagata arhat > buddha perfettamente realizzato Shakyamuni insegna il Dharma agli esseri > nella grande città di Rajagriha, nel mondo Saha. Perciò esprimete tutti la > vostra approvazione. Proprio oggi vi sarà un gran beneficio per voi tutti, > per il vostro benessere e la vostra felicità." > > Quindi il bodhisattva mahasattva Sarvashura, dopo essersi recato nei mondi > delle dieci direzioni, dopo aver venerato rispettosamente tutti quei > buddha > ed essersi rivolto a tutti i bodhisattva, nell'arco di tempo in cui un > uomo > robusto schiocca le dita, tornò là dove sorge la grande città di > Rajagriha, > dove si trovava il Bhagavan, e si fermò di fronte a lui. > > Tutti i settari, gli asceti erranti, i mendicanti religiosi, i non > credenti > e i bramini si erano radunati in quel luogo. Molti deva, naga, esseri > umani > ed esseri non-umani e i 500 re si erano colà radunati con i loro seguaci. > Anche trentatremila milioni di mara, i maligni, si erano lì radunati con i > loro seguaci. > In quel momento, la grande città di Rajagriha tremò. > > 29 > > Al che una polvere celestiale di legno di sandalo piovve giù nei mondi > delle > dieci direzioni, e cadde anche una pioggia di fiori celestiali, che > formarono un baldacchino nello spazio sopra il capo del Bhagavan. Allo > stesso tempo Indra, il capo dei deva, scagliò un fulmine in onore del > Tathagata. > Allora, immediatamente, quattro violentissimi venti soffiarono nelle > quattro > direzioni e spazzarono via tutta l'immondizia, la polvere e la sabbia che > si > trovavano nella grande città di Rajagriha. Nei mondi delle dieci direzioni > cadde una pioggia profumata. Fiori di utpala, loto, kumunda e pundarika > piovvero nei mondi delle dieci direzioni, questi fiori si fermarono nel > cielo sopra il capo di quegli esseri come ombrelli di fiori e sopra il > capo > del Tathagata formarono ottantaquattromila baldacchini. Sotto questi > ottantaquattromila baldacchini di fiori furono allestiti > ottantaquattromila > seggi, e si vide che erano fatti di sette tipi di gioielli. Sopra ogni > seggio sedeva un Tathagata che insegnava il Dharma. Allora questo Gran > Migliaio di tre migliaia di sistema di mondi tremò in sei modi. > Al che il bodhisattva mahasattva Sarvashura, rendendo omaggio con le mani > giunte in direzione del Bhagavan, così domandò: " Bhagavan, qual è la > causa, > qual è il motivo per cui si vedono simili prodigi nella grande città di > Rajagriha?" > > Il Bhagavan rispose: "È come se vi fosse un uomo instabile, ondeggiante, > arrogante ed egocentrico e fosse anche molto indigente. Quell'uomo, > dunque, > essendosi spinto nel suo orgoglio fino ad arrivare al portone reale, > pensando che il re ungerà il suo capo, pretende di entrare di forza nel > palazzo. I ministri del re e i guardiani, quindi, cercano di bloccare in > vari modi quest'uomo e di picchiarlo. Allora, in quella circostanza, in > quel > momento, il re vuol essere informato del perché quel pover'uomo voglia > entrare di forza. Mentre ascolta, gli viene in mente questo pensiero: > 'Quest'uomo > vuole uccidermi a tutti i costi'. Perciò il re si rivolge incollerito ai > suoi guardiani dicendo così:'Signori, andate, portate quell'uomo in un > crepaccio sulla montagna e uccidetelo. Annientate tutte le persone che > dipendono da lui: genitori, figli, figlie, domestiche, domestici e > braccianti'. > E così tutti quanti vengono uccisi. Tutto il gruppo dei suoi famigliari e > parenti viene afflitto dagli strali del dolore estremo. Allo stesso modo, > Sarvashura, il Tathagata Arhat Buddha Perfettamente Realizzato insegna il > Dharma agli esseri. Perché, proprio come quella persona arrogante, così le > comuni persone ordinarie, avendo estratto un segno dalla forma, dal > colore, > dal sesso e dall'aspetto del Tathagata, pensano: 'Questo è il corpo del > Tathagata'. Quindi, dopo aver udito molti insegnamenti di Dharma, cadono > nell'arroganza. Dicono varie cose insensate. Sopraffatti dall'interesse > per > se stessi e dall'egoismo, non ascoltano più il Dharma e nemmeno lo > divulgano. Se qualcuno spiega un sutra, o anche una stanza o un solo > esempio > di esso, non lo afferrano né gli prestano attenzione, ma piuttosto dicono: > 'Lo conosciamo già'. Qual è la ragione di tale comportamento? È perché, a > causa di questa arroganza, si sono infatuati della loro stessa erudizione. > Coloro che si aggregano alle comuni persone ordinarie, e non ascoltano i > discorsi riferiti al Dharma, si infatueranno della loro erudizione. Uomini > simili diffondono i propri poemi, diffondono le proprie composizioni > letterarie e i propri prologhi. Sono causa di sventura per tutto il mondo > e > per se stessi. Inoltre, essi si nutrono inutilmente di molte elemosine > pubbliche ma, dopo aver mangiato, non le digeriscono in modo adeguato. > > Al momento della morte, si spaventeranno enormemente. A questi esseri > verrà > domandato: 'Molte persone sono state addestrate da te nella conoscenza di > tante maestrie. Come mai adesso sei incapace di affermare te stesso?' E > quello risponderà loro: 'Amici, adesso non mi è possibile affermare me > stesso". E' così che, a quel punto, quegli esseri si lamenteranno in vari > modi. > > 30 > > Così come molti gruppi di parenti, benché innocenti, a causa di > quell'unica > persona furono privati della vita come risultato del loro stesso karma, in > modo analogo questi esseri, dopo essersi lamentati nell'ora della morte, > contempleranno se stessi scaraventati negli inferni e negli uteri di > animali, per essersi associati ad amici non virtuosi. > > Così dico a voi, bramini, settari, asceti erranti, mendicanti religiosi e > non credenti: non siate incauti. Come un uccello senza ali è incapace di > volare in cielo per raggiungere il mondo degli dei, così per voi, che > dimorate nell'interesse per voi stessi e nell'egoismo, non sarà possibile > ottenere il nirvana. Un simile potere miracoloso non si trova in voi. Qual > è > il motivo di ciò? A motivo del karma, siete come coloro che nascono da una > gallina: ben presto questo vostro corpo, la cui natura è disgregazione, > finirà con la morte. Al momento della morte vi sarà disperazione e > tormento: > 'Perché abbiamo sostenuto questo corpo, noi che non possiamo godere della > felicità dei deva né della felicità del mondo umano? E non potremo > dimorare > neppure nel luogo del nirvana. Questo nostro corpo è stato sostenuto > vanamente. Quale sarà la nostra rinascita? Chi ci proteggerà? Dove > avverranno la nostra nascita e la nostra morte?" > > Poi il Bhagavan si rivolse a quei settari, asceti erranti, mendicanti > religiosi e bramini: "Amici, non perdete la speranza di un Jambudvipa > fatto > dei sette tipi di gioielli. Non escludetevi dal gioiello del Dharma. > Amici, > esponete al Tathagata ogni vostro dubbio ed appagherò tutte le vostre > richieste." > Al che quei settari, asceti erranti, mendicanti religiosi, non-credenti e > bramini, dopo essersi alzati dai loro seggi, coprendo una spalla con il > loro > mantello e congiungendo le mani, domandarono al Bhagavan: "Il Bhagavan > libera molti esseri dal samsara, giorno e notte. Ma non si riscontra né > una > diminuzione né una saturazione del mondo degli esseri. Bhagavan, qual è la > causa, qual è il motivo per cui gli esseri, pur restando dello stesso > numero, mostrano generazione e cessazione?" > > A quel punto il Bhagavan si rivolse al bodhisattva mahasattva > Bhaishajysena: > "I settari sono dotati della grande armatura spirituale. Sollevano un > vasto > numero di questioni per dissolvere grandi perturbazioni della mente, per > accendere le grandi torce del Dharma. > > In un tempo futuro, in verità, non ci sarà nessun essere, giovane o > vecchio, > che causerà generazione e cessazione. Bhaishajysena, in verità, vi sono > sia > giovani, sia vecchi che non conoscono nulla. > Bhaishajysena, è come se un uomo si lavasse il capo, indossasse nuovi > abiti, > uscisse di casa e la gente si rivolgesse a lui dicendo: 'I tuoi nuovi > indumenti sono portati bene'. E poi ci fosse un altro uomo che si lavasse > il > capo e indossasse vecchi indumenti, larghi e non belli. Quell'uomo si è > lavato bene il capo, ma i suoi indumenti non sono belli. In modo analogo, > Bhaishajysena, vi sono vecchi che non abbelliscono Jambudvipa. I giovani, > però, mostrano generazione e cessazione." > > Al che tutti i settari, gli asceti erranti, i mendicanti religiosi, i non > credenti e i bramini, dopo essersi alzati dai loro seggi, domandarono al > Bhagavan: "Bhagavan, chi di noi è vecchio e chi è giovane? " > Il Bhagavan parlò: 'Vecchi sono coloro che, tra di voi, avendo > sperimentato > ripetutamente le dolorose sensazioni degli inferni, degli animali e dei > preta, ancor'oggi non ne hanno abbastanza." > Allora tutti i tutti i settari, gli asceti erranti, i mendicanti > religiosi, > i non credenti e i bramini, e tutti i re naga dissero così al Bhagavan: > "Bhagavan, noi non possiamo sopportare più a lungo le sensazioni dolorose > del samsara." > > 31 > > Ma quei settari, asceti erranti, mendicanti religiosi, non credenti e > bramini, aggiunsero: "Non esistono giovani che possano realizzare > direttamente la vera natura delle cose." > Allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajysena disse così al Bhagavan: > "Venerabile Bhagavan, vedi fino a che punto questi esseri sono refrattari > a > essere resi effettivamente partecipi." > Il Bhagavan parlò:"Ascolta, Bhaishajysena. Adesso il Tathagata percepirà > l'intero > mondo." > Al che novantaquattromila milioni di nuovi esseri, dopo essersi fermati in > piedi di fronte al Tathagata, non salutarono, né parlarono, né dialogarono > con il Tathagata, ma rimasero in silenzio. > Allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajysena così disse al Bhagavan: > "Bhagavan, qual è la causa, qual è il motivo per cui questi esseri non > parlano, né conversano, né salutano, né interrogano il Bhagavan?" > > Il Bhagavan rispose: "Ascolta, Bhaishajysena. Dovresti osservare questi > novizi che dicono: 'I novizi non sono in grado di comprendere la > condizione > normale'" > E quegli esseri dissero così: "Venerabile Bhagavan, siamo novizi. > Venerabile > Andato nella Beatitudine, noi siamo solo novizi." > Il Bhagavan parlò: "Signori, comprendete adeguatamente il mondo di questi > esseri e mostrate la vastità del mondo con il vostro corpo." > Allora, proprio allora, in quel momento, i novantaquattromila milioni di > novizi, saliti nel cielo, dopo la dissoluzione del corpo conquistarono i > dieci stadi. > Al che il bodhisattva, il mahasattva Bhaishajysena disse così: "Bhagavan, > questi esseri che si sono impegnati, hanno raggiunto bene la loro meta > della > cessazione e dell'estinzione del samsara. Bhagavan, questi esseri sono > nati > in questo stesso giorno. In questo stesso giorno questi esseri sono stati > liberati. Essi appaiono tutti quanti stabiliti nei dieci stadi." > Intanto, da parte loro, tutti i settari, gli asceti erranti, i mendicanti > religiosi, i non-credenti e i bramini, i re naga e Mara, il maligno, con i > suoi seguaci, si erano avvicinati per creare confusione. Ma tutti quanti > dissero così al Bhagavan: > > "Bhagavan, ci eravamo avvicinati al Bhagavan per creare confusione ma, > avendo ascoltato questo dharma-paryaya, ci siamo sentiti ispirati da > fiducia > nel Buddha e nel Dharma. Bhagavan, ognuno di noi, di conseguenza, desidera > conquistare la stessa condizione di felicità risvegliata del Bhagavan. > Desideriamo diventare come i tathagata arhat buddha perfettamente > realizzati > nel mondo." > Il Bhagavan disse: "È così, miei buoni signori, è proprio così. Poiché vi > siete avvicinati al Tathagata Arhat Buddha Perfettamente Realizzato, e > avete > generato i pensieri di un'insuperabile illuminazione perfettamente > realizzata dopo aver ascoltato il Sangatasutra-dharma-paryaya, grazie a > questa radice di virtù, miei buoni signori, vi risveglierete presto > nell'insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata." > > 32 > > Allora, non appena il Bhagavan ebbe pronunciato queste parole, proprio > nello > stesso momento, tutti quei settari, asceti erranti, mendicanti religiosi, > non-credenti e bramini ottennero lo stato della pazienza imperturbabile > riguardo ai fenomeni non-funzionali, e tutti quanti divennero bodhisattva > stabiliti nei dieci stadi. E tutti quei bodhisattva, essendo saliti a > un'altezza > di sette alberi di palma dal suolo, offrirono al Tathagata sette > baldacchini > di gioielli. E tutti quanti compirono atti di trasformazione, controllo e > poteri prodigiosi. Poi, in quella circostanza, radunatisi in piedi nello > spazio sopra il suo capo, lanciarono molti fiori al Bhagavan. Essi > contemplarono i tathagata. Essi generarono la nozione di un buddha nel > loro > stesso corpo. Anche cento milioni di miliardi di devaputra cosparsero di > fiori il Bhagavan. > > Essi pronunciarono queste parole: "L'asceta Gautama ha una grande > conquista. > Egli è un vasto terreno. È un salvatore del mondo. È giunto a ottenere il > potere del samadhi, ha conoscenza, possiede il discernimento, è colui che > libera gli esseri dal samsara gradualmente, attraverso l'abilità nei > metodi. > Per il suo solo giusto parlare, molti esseri si liberano dal samsara." > > Allora il bodhisattva, il mahasattva Bhaishajyasena, dopo essersi alzato > dal > suo seggio, coprendo una spalla con la veste superiore, poggiando al suolo > il ginocchio destro e rendendo omaggio con le mani giunte in direzione del > Bhagavan, così domandò: "Bhagavan, qual è la causa, qual è il motivo per > cui > questi devaputra pronunziano simili parole, compiono molti atti prodigiosi > e > tramite tanti elogi di virtù lodano sinceramente il Tathagata?" > > Il Bhagavan disse: "Ascolta, figlio del lignaggio. Essi non lodano me, > essi > lodano il proprio corpo. Essi porranno il proprio corpo sul trono del > Dharma, essi stabiliranno il proprio corpo sul seggio superiore del > Dharma, > essi irradieranno la luce del Dharma dai propri corpi, essi saranno > abbracciati da tutti i buddha. Avendo completato la realizzazione > dell'insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata, essi insegneranno il Dharma." > > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena così disse: "Molti esseri, > venerabile Bhagavan, molti esseri, venerabile Andato nella Beatitudine, > sono > liberati giorno e notte, eppure non vi è esaurimento di esseri." > > Il Bhagavan parlò: "Eccellente, eccellente, Bhaishajyasena, che tu ritenga > opportuno domandare al Tathagata su questo argomento. Ascolta, > Bhaishajyasena. È come se vi fosse un uomo opulento, proprietario di vaste > ricchezze, padrone di vasti beni, con abbondanza di possedimenti. Egli ha > molto denaro e cereali, forzieri e granai. Egli ha domestiche, domestici e > braccianti. Possiede una vasta quantità di ricchezze. Egli possiede molti > campi e giardini che abbondano di ogni bene, e granaglie come orzo, grano, > riso, sesamo, fagioli e fagioli selvatici. Durante la primavera, > quest'uomo > semina tutti questi beni e le granaglie. Poi, durante la stagione > successiva, beni e granaglie maturano. Vedendo che tutto è completamente > maturo, dopo aver mietuto la messe, la porta a casa. Quest'uomo, nella sua > casa, immagazzina separatamente i chicchi delle granaglie, e avendoli > immagazzinati, li custodisce. Durante la primavera, quell'uomo semina > ancora > quei semi. In modo analogo, Bhaishajyasena, avendo compiuto azioni > virtuose > nel passato, questi esseri, dedicandosi ripetutamente al campo del merito, > piantano le radici della virtù quando quelle azioni sono state compiute. > Avendo piantato le radici di virtù, essi portano ad effetto la loro > pratica > virtuosa in quel buon Dharma. Poiché hanno portato ad effetto la pratica > virtuosa, fanno crescere tutti i Dharma. Avendo fatto crescere tutti i > Dharma, sviluppano felicità e gioia. Allora, a causa di questa mente di > felicità e gioia, Bhaishajyasena, non periranno per molte migliaia di > milioni di eoni. > > 33 > > In modo analogo, Bhaishajyasena, il bodhisattva in cui ha preso forma la > determinazione iniziale [per l'illuminazione] non sarà mai esposto a > rovina. > Egli sperimenta tutti i Dharma in forma condensata." > Egli domandò: "Bhagavan, quali sogni vede un bodhisattva in cui ha preso > forma la determinazione iniziale?" > > Il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, il bodhisattva in cui ha preso forma > la determinazione iniziale vede molte cose paurose nei suoi sogni. Qual è > il > motivo? Quando le cose paurose gli appaiono nei sogni, allora egli > purifica > tutte le azioni negative. Bhaishajyasena, per nessun essere malvagio è > possibile evitare dure sofferenze, ma nel fare un brutto un sogno, il > bodhisattva non ha paura." > Bhaishajyasena disse: "Bhagavan, quali sono le cose paurose che vede un > bodhisattva in cui ha preso forma la determinazione iniziale?" > > Il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, egli vede divampare un fuoco. In > questo > caso quel bodhisattva dovrebbe generare il pensiero: 'Ho bruciato tutti i > desideri'. Poi, Bhaishajyasena, egli vede acque turbinose e tempestose > Qui, > il bodhisattva in cui ha preso forma la determinazione iniziale non > dovrebbe > avere paura. Per quale motivo? Bhaishajyasena, perché dal momento in cui > il > bodhisattva ha gettato via tutte le catene dell'illusione, tutte le > negatività sono state da lui distrutte. In terzo luogo, Bhaishajyasena, il > bodhisattva in cui ha preso forma la determinazione iniziale vede un sogno > spaventoso." > > Egli domandò: "Bhagavan, di che cosa si tratta? " > > "Vede che il proprio corpo viene decapitato. Qui, Bhaishajyasena, il > bodhisattva in cui ha preso forma la determinazione iniziale non dovrebbe > avere paura. Per quale motivo? Perché, allora, dovrebbe generare il > pensiero: 'Ho tagliato via passione, odio e illusione. Ho sconfitto il > samsara, con i suoi sei stati di esistenza" Per lui, in effetti, non ci > sarà > nessuna sosta in un inferno, né in esistenze come animale, preta, asura, > naga e deva. Bhaishajyasena, il bodhisattva in cui ha preso forma la > determinazione iniziale rinasce nei puri terreni di buddha. > > Bhaishajyasena, se, più tardi, in un periodo successivo, una certa persona > porrà le cause della maturazione di un pensiero di bodhi, allora andrà > incontro a grandi discrediti e si troverà in condizioni mortificanti. In > tal > caso, Bhaishajyasena, il bodhisattva in cui ha preso forma la > determinazione > iniziale non dovrebbe avere pensieri deprimenti né indulgervi. > > Bhaishajyasena, molti sono i Dharma che ho insegnato. Bhaishajyasena, mi > sono impegnato in ardue pratiche per molte centinaia di migliaia di > incalcolabili eoni, non per il piacere di godere della sovranità, né per > il > piacere di godere di un modo di vivere, né per il piacere di godere del > potere. Mi sono impegnato in pratiche ardue, Bhaishajyasena, allo scopo di > comprendere la natura della realtà. E non ho ottenuto l'insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata finché non ho udito questo > dharma-paryaya. Bhaishajyasena, nel preciso istante in cui ho udito questo > Sanghata dharma-paryaya, proprio in quel giorno mi sono risvegliato > nell'insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata. Bhaishajyasena, questo > dharma-paryaya è profondo. Bhaishajyasena, udire questo dharma-paryaya è > raro perfino in centinaia di migliaia di incalcolabili eoni. > > 34 > > La nascita di un Tathagata, Bhaishajyasena, è estremamente rara. Molto > rari > sono coloro che trattengono nella memoria questo dharma-paryaya. Tutti > coloro che ascoltano questo dharma-paryaya realizzeranno l'insuperabile > illuminazione perfettamente realizzata. Per centomila eoni, > Bhaishajyasena, > questi esseri sconfiggeranno il samsara. Essi acquisiranno il terreno puro > di un buddha. Essi realizzeranno anche la via della cessazione. Essi > saranno > in grado di realizzare il sostegno Essi saranno in grado di realizzare le > caratteristiche dell'abilità. Essi saranno in grado di realizzare le > caratteristiche dell'abilità nella conoscenza intuitiva. Essi saranno in > grado di realizzare la cessazione delle caratteristiche dell'abilità. > Bhaishajyasena, quale significato è espresso da 'cessazione'?" > > Egli rispose: "Bhagavan, 'caratteristica del Dharma' è il significato > espresso". > E il Bhagavan domandò: "Bhaishajyasena, che cosa è la 'caratteristica del > Dharma'?" > Egli rispose: " Bhagavan, è detto che il Dharma è 'risolutezza', > 'moralità', > e 'possesso di moralità'. Tale è detto sia il tesoro del Dharma. Bhagavan, > questo è quanto contiene il tesoro del Dharma." > Il Bhagavan disse, "Eccellente, eccellente, Bhaishajyasena, che tu abbia > ritenuto opportuno interpellare il Tathagata su tale argomento." > > Allora egli domandò: " Bhagavan, per quale motivo i Tathagata appaiono nel > mondo?" > Il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, coloro che conoscono le risorse del > 'grande apprendimento' conoscono la manifestazione dei Tathagata. > Conoscendo > la manifestazione dei Tathagata, sanno che tale manifestazione è il luogo > della felicità. E quando i Tathagata appaiono nel mondo, allora gli esseri > conoscono tutti i dharma, essi conoscono l'abilità dei mezzi. Essi > conoscono > i dharma mondani e i sovramondani e tutti i tipi di conoscenza mondana e > sovramondana." > > Ed egli: "Avendo conosciuto la sapienza, come comprendono il nirvana?" > > E il Bhagavan: "Bhaishajyasena, conoscono il Dharma stesso. Avendo > conosciuto il Dharma stesso, Bhaishajyasena, essi creano il frutto > iniziale > di coloro che conoscono la raccolta del Dharma. Avendo afferrato che cosa > è > giusto [dharmico], ne nascerà un utile. È come se, Bhaishajyasena, ci > fosse > un uomo, un mercante che, viaggiando per affari, si accingesse a partire > con > l'oro di altri e il suo, un carico di mille uomini. Mentre sta per > mettersi > in viaggio, i genitori gli raccomandano: 'Ascolta, figlio del lignaggio: > adesso hai preso il tuo oro e quello degli altri, un carico di mille > uomini. > Perciò, devi essere accorto con questo oro e nulla ne deve essere > sprecato. > Dopo averlo fatto fruttare, conserva l'oro al sicuro. Ci darà un grande > profitto e vivremo felici.' Quel figlio risponde ai genitori: 'Farò così'. > Ciò detto e preso l'oro, parte. Poi il mercante, per avventatezza e > negligenza, in meno di un mese perde e dissipa tutto l'oro. Allora > quell'uomo, > riflettendo intensamente, con un cuore afflitto dagli strali del dolore, > non > ha il coraggio di entrare nella propria casa per riluttanza e vergogna. I > genitori ricevono la notizia :' Vostro figlio ha dissipato tutto l'oro.' > Udendo questo, con i cuori afflitti dagli strali del dolore essi perdono > ogni speranza. Lacerandosi le vesti, lamentandosi e piangendo forte, così > gemono:'Un figlio malato è nato in questa casa come nostro figlio. Tutta > la > casa, in realtà, è ora in rovina. Rendendoci indifesi, ha fatto di noi > degli > schiavi e dei braccianti.' E i genitori, con i cuori > > 35 > > colmi di pensieri angosciati, muoiono dalla disperazione. Quando il figlio > sente che i genitori sono morti dalla disperazione, anche lui muore dalla > disperazione. > > E' in questo modo, Bhaishajyasena, che il Tathagata, da parte sua, spiega > l'argomento. > Quegli esseri che non hanno fede nel mio messaggio, tagliati fuori dal > grande gioiello del Dharma, moriranno dalla disperazione, con i cuori > afflitti dagli strali del dolore nell'ora della morte. Proprio come quei > genitori, a causa dell'oro proprio e degli altri, piangendo e lamentandosi > disperati, con i cuori afflitti dagli strali del dolore, morirono con le > menti colme di angoscia e afflitti dagli strali del dolore, così si > lamenteranno, Bhaishajysena, coloro che non hanno fede nel mio messaggio. > Tormentati, essi soffriranno pene atroci più avanti, nel momento della > loro > morte. > > Avendo goduto (dei risultati) delle buone azioni compiute in passato, essi > non hanno attuato ulteriori buone azioni, una volta raggiunto un terreno > felice. Allora, esaurito qui il loro merito, con il cuore afflitto dagli > strali del dolore, in quella circostanza, in quel momento, avendo visto la > propria nascita spaventosa e terrificante nell'inferno, nel ventre di > animali e nel mondo degli Yama, a lui accade di pensare così, nell'ora > della > morte: 'Chi sarà il mio protettore, così che non debba vedere le regioni > dell'inferno, degli animali, dei preta e del regno degli Yama, e così che > non vi debba soffrire pene terribili?' Mentre egli parla in modo > incontrollato e si avvicina all'esistenza successiva, i genitori dicono: > 'Che cosa possiamo fare, caro figlio?' E si rivolgono a lui anche in > versi: > > 'Qui, in verità, il dolore della malattia > e la grande paura, non possono afferrarti. > Figlio, la morte non ti sovrasta. > La paura della morte è del malato. > Da pericolo e terrore della malattia tu sarai liberato. > Sii risoluto, o figlio! > Trionferai su tutto questo.' > E il figlio: > 'La mia coscienza è oppressa. Il mio corpo è molto dolorante. > Tutti gli arti mi dolgono. Vedo la mia stessa morte. > I miei occhi non vedono, le mie orecchie non sentono. > Mai più riavrò l'udito. Il corpo non riesce a far fronte a niente. > I miei arti mi fanno soffrire, come inerti pezzi di legno. > Consolami, o madre, dicendo: 'la tua morte non è arrivata.' > E la madre: > 'Figlio mio, non dir così, ti prego. Non mettermi in allarme. > Il tuo corpo è afflitto dalla febbre, tu vedi le cose deformate.' > E il figlio: > 'Non sento febbre nel corpo; > né malattia, né dolore. > Vedo una morte spaventosa: il mio corpo sarà aggredito con violenza. > Io stesso vedo tutto il mio corpo oppresso dalla sofferenza. > In chi dovrò prendere rifugio? Chi sarà il mio salvatore?' > > 36 > > E i genitori dicono: > > 'Figlio, l'ira del deva ti è contro. > Facendo un sacrificio ai deva tutto andrà bene.' > Il figlio dice: > 'Fatelo voi. > Fatelo in modo tale per me vada tutto bene. > Di corsa andate e chiedete al sacerdote del tempio." > > Allora i genitori, recatisi al tempio, chiedono al sacerdote di offrire > incenso al deva. Dopo averlo offerto, il sacerdote dice le parole > seguenti: > "Il deva è in collera con voi. Dovete fargli un'offerta. Deve essere fatto > un sacrificio. Deve essere uccisa una vittima, e per di più che sia un > uomo. > Allora vostro figlio sarà liberato dalla febbre." A quel punto quei > genitori > pensano: "Che cosa dobbiamo fare? Siamo poveri. Ma se il deva non viene > soddisfatto, nostro figlio morirà, invece così ci sarà favorevole. Perciò, > pur essendo molto poveri, porteremo una vittima, un uomo." Poi corrono a > casa e, dopo aver venduto tutto, tutti gli averi che erano nella casa, > vanno > a comprare una vittima. Per questo vanno da un certo uomo a chiedere > così:'Signore, > dacci dell'oro, te lo chiediamo in prestito. Se tutto va bene saremo in > grado di restituirlo il decimo giorno. Se non saremo in grado di > restituirlo, noi due diventeremo tuoi schiavi, tuoi servitori." Ottenuto > l'oro, > vanno a comprare una vittima, un uomo. Quindi la vittima, un uomo, viene > acquistata da entrambi, ma l'uomo non sa che lo priveranno della vita. Poi > quei genitori sconsiderati non rientrano nella loro casa ma, recatisi > direttamente al tempio, si rivolgono così al sacerdote: 'Fa' subito questo > sacrificio,adesso.' Poi i genitori uccidono essi stessi la vittima, > privando > l'uomo della vita. Quindi il sacerdote del tempio accende l'offerta di > grasso, iniziando il sacrificio. Allora il deva discende e dice: 'Vostro > figlio è stato da me accettato'. Pieni di felicità e gioia, quei genitori > pensano: "E' meglio che nostro figlio viva, anche se noi saremo schiavi.' > Quei genitori, dopo aver venerato il deva, tornano a casa. Quando entrano, > vedono che il loro figlio è morto. Allora quei genitori, straziati e > infelici, con i cuori afflitti dagli strali del dolore, muoiono dalla > disperazione proprio in quel luogo. > > Questo, Bhaishajyasena, è esattamente il modo in cui si deve vedere > l'associazione > con amici non virtuosi." > > Ed egli: " Bhagavan, una domanda. Andato nella Beatitudine, desidererei > rivolgerti una domanda." > E il Bhagavan: "Domanda, Bhaishajyasena." > > Ed egli: " Bhagavan, dove sono nati quegli esseri? Quali sono stati i loro > destini?" > E il Bhagavan: "Basta, Bhaishajyasena. Come mai mi fai questa domanda?" > Ed egli:"Mi informo, Bhagavan, mi informo, Andato nella Beatitudine." > E il Bhagavan parlò: "Ecco, Bhaishajyasena, la madre è nata nel grande > inferno Raurava. Il padre è nato nel grande inferno Samghata. Il figlio è > nato nel grande inferno Tapana. Il sacerdote del tempio è nato nel grande > inferno Maha Avici [Grandi Tormenti]." > > 37 > > Ed egli: " Bhagavan, dove è nato quell'uomo innocente? Qual è stato il suo > destino?" > E il Bhagavan: "Bhaishajyasena, devi sapere che la nascita dell'uomo > innocente è avvenuta nella comunità dei deva Trayastrimsha." > Ed egli: " Bhagavan, qual'è la causa, qual'è il motivo per cui quell'uomo > è > nato nella comunità dei deva Trayastrimsha?" > E il Bhagavan: "Ascolta, Bhaishajyasena. Al momento della sua morte, > mentre > stava per essere privato della vita, quell'uomo ripose la sua fiducia nel > Tathagata e pronunciò le seguenti parole: 'Omaggio al Bhagavan, al > Tathagata > Arhat Buddha Perfettamente Realizzato.' Disse questo una sola volta. > Grazie > a questa radice di virtù, Bhaishajyasena, potrà godere della felicità dei > deva Trayastrimsha per sessanta eoni. Egli diventerà un essere che ricorda > le vite passate per ottanta eoni. Di nascita in nascita, sarà libero da > tutti gli affanni. Appena nato, tutte le sue pene saranno estinte. > Sicuramente tutti questi esseri non potranno estinguerle totalmente." > > Dopo che ciò fu detto, il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena domandò al > Bhagavan: " Bhagavan, perché accade che non tutti gli esseri siano in > grado > di estinguerle?" > Il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, deve essere applicato il vigore." > Ed egli: " Bhagavan, che cosa è l'applicazione del vigore?" > > Il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, ascolta. È detto che il vigore sia la > manifestazione dei frutti, vale a dire, il frutto di colui che è 'entrato > nella corrente' è uno stadio del vigore. Il frutto di colui che 'ritorna > una > sola volta' è uno stadio del vigore. Il frutto di colui che 'non ritorna' > è > uno stadio del vigore. Il frutto della condizione di essere 'arhat' e la > cessazione di un arhat sono uno stadio del vigore. Il frutto dello stato > di > pratyekabuddha con la conoscenza del frutto dello stato di pratyekabuddha > è > uno stadio del vigore. Anche il frutto dello stadio del bodhisattva, lo > stadio della realizzazione, è uno stadio del vigore. Bhaishajyasena, tutti > questi sono conosciuti come stadi del vigore." > > Ed egli: " Bhagavan, come potrebbero essere presentati 'colui che è > entrato > nella corrente' e 'il frutto di colui che è entrato nella corrente'?" > > Il Bhagavan disse: "Bhaishajyasena, è come se un tale avesse piantato un > albero. Dall'albero appena piantato, quello stesso giorno, nasce un > germoglio. Nello stesso giorno in cui nasce il germoglio, quel germoglio > si > radica fino alla misura di uno yojana. Come lui, anche un secondo uomo > pianta un albero. Ma in quel giorno, essendo scosso dal vento, da > quell'albero > non nasce alcun germoglio. E allora quel secondo uomo sradica l'(altro) > albero dal terreno. Allora l'altro uomo inizia a discutere con lui, > litiga, > lo insulta e lo aggredisce: 'Per quale motivo hai sradicato mia > proprietà?' > Proprio allora, in quel momento, il re sente dire: 'Due uomini litigano, > si > aggrediscono tra loro, stanno discutendo.' Il re manda un messaggero a > quei > due: 'Va', mio fido, porta qui due uomini'. Quel messaggero, dopo aver > risposto 'Così sia, Vostra Maestà', raggiunge velocemente i due uomini e > dice loro: 'Il re vi convoca entrambi'. Allora, in quella circostanza, uno > dei due uomini si spaventa e si allarma, mentre l'altro non si spaventa né > si allarma. Condotti nel > > 38 > > luogo in cui si trova il re, essi vengono introdotti al suo cospetto. E il > re chiede loro: 'Perché voi due, signori, litigate, vi insultate e vi > aggredite l'un l'altro?' Al che i due uomini, alzandosi, rispondono al re: > 'Ascoltate, Vostra Maestà. Noi non abbiamo una terra nostra. Su un > appezzamento di terreno affittato da entrambi è stato piantato un albero > da > me. Lo stesso giorno in cui è stato piantato, sono apparsi un germoglio, > foglie, fiori e frutti metà maturi e metà acerbi. Lo stesso giorno, sullo > stesso appezzamento di terreno, è stato piantato un altro albero da > quest'altro > uomo. Nessun germoglio è cresciuto, né foglie, fiori o frutti perché > l'albero > è stato scosso dal vento. Grande re, le radici di quell'albero non sono > scese di uno yojana. Ecco perché quest'uomo litiga con me affermando:'E' > colpa tua.' Maestà, vi prego di controllare voi stesso e saprete la > verità. > Non ho colpa alcuna.' Il re, dopo aver convocato i suoi innumerevoli > ministri e averli riuniti, così chiede loro: 'Che ne dite?' I ministri > rispondono: 'Grande re, che cosa possiamo dire?' E il re: ' Avete visto o > sentito dire di un germoglio che nasce lo stesso giorno in cui un albero > viene piantato e di foglie, fiori e frutti metà maturi e metà acerbi, > anch'essi > nati lo stesso giorno? Su questo dovete pronunciarvi, miei signori.' Al > che > quei ministri si alzano in piedi e dicono al re: 'Grande re, non è di > nostra > competenza prendere una decisione su questo argomento e non ne siamo in > grado. Si tratta di un prodigio, grande re. Quest'uomo deve essere > interrogato ulteriormente.' Il re dice: 'Parlane ancora, brav' uomo. E' > vero > ciò che affermi?' E quello risponde: 'Grande re, tutto ciò è vero.' > > Il re affermò: > 'Niente di questo ho mai udito o visto. > Duro è da credersi a queste tue parole > che 'il giorno in cui l'albero fu piantato, lo stesso giorno germogliò'. > Ma tu dichiari che foglie, fiori e frutti spuntarono il giorno stesso.' > > A mani giunte, così disse l'uomo al re: > 'Andate, piantate un albero voi stesso e vedrete crescere un germoglio." > > Così il re uscì con i suoi innumerevoli ministri, dopo aver fatto > imprigionare i due uomini. Poi il re stesso piantò un albero. Ma l'albero > non produsse germogli, né foglie, né fiori, né frutti. Allora il re disse, > furioso: 'Andate signori, portatemi subito delle asce per tagliare la > legna.' > Non appena le portarono, con rabbia abbatté l'albero piantato da > quell'uomo > e sul quale erano apparsi foglie, fiori e frutti. E quando quel singolo > albero fu abbattuto, ne apparvero altri dodici. I dodici alberi furono > abbattuti e allora ne apparvero ventiquattro, con radici, foglie, frutti e > germogli fatti di sette tipi di gioielli. Poi, da quei ventiquattro > alberi, > apparvero ventiquattro galli, con creste e becchi d'oro e le ali fatte di > sette tipi di gioielli. Allora il re, sopraffatto dalla collera, > afferrando > l'ascia con le sue stesse mani, colpì un albero. Ma dove l'albero fu > colpito, cominciò a scorrere del nettare. Allora il re, con mente agitata, > ordinò: 'Andate, liberate quei due uomini dalla prigionia'. Rispondendo > 'Così sia, Vostra Maestà', corsero a liberare i due uomini dalla prigione > e > li portarono dove si trovava l'albero. E il re domandò: "Perché l'albero > che > hai piantato, che era uno solo, quando è stato tagliato è ricresciuto, > moltiplicandosi sino diventare ventiquattro, mentre l'albero piantato da > me > non ha prodotto germogli, né foglie, né fiori, né frutti?" E l'uomo > rispose > così: "Grande re, il tipo di merito che è in me, in voi non si riscontra." > Allori gli innumerevoli ministri, poste entrambe le ginocchia al suolo, > così > dissero a quell'uomo: 'Dovresti regnare tu. L'attuale re non è > all'altezza'. > E allora quell'uomo rispose a quei ministri in stanze: > > 'La sovranità non mi serve, né mi servono ricchezze o grano . > La mia fiducia è riposta nei Buddha. > Possa io diventare supremo tra gli esseri a due piedi. > > 39 > > Possa io andare nella sfera del nirvana, dove i tathagata dimorano nella > pace. > Possa io insegnarvi il Dharma, che porta alla città del nirvana.' > Poi, seduto a gambe incrociate, confessò: "Ho fatto del male nel passato; > sono finito nella prigione del re. Ma avendo preso proprio laggiù una > decisione, > possano i miei atti malvagi essere estinti'. > E allora i ventiquattro galli suonarono strumenti musicali con i loro > becchi > di diamante. E in quella circostanza, in quel momento, apparvero > trentaduemila baldacchini e ognuno di essi si estendeva per venticinque > yojana. In ciascun baldacchino apparvero 25 galli dai becchi d'oro, creste > d'oro > e teste d'oro, che si espressero nel linguaggio degli umani: > > 'Non è bene per te, grande re, che quell'albero sia stato da te abbattuto. > Ventiquattro alberi, di cento milioni di alberi, si ergevano prima di lui. > Per causa delle (tue) malvagie azioni, dovrai consumarne il frutto > indesiderato. > Lo sai chi era la persona che ha piantato quell'albero?' > Il re rispose: > > Non so niente di questo. > Spiega, Grande Asceta, > Quale grande essere era colui che ha piantato l'albero? > Gli uccelli dissero: > 'In verità egli è la lampada del mondo. Egli sorgerà come la Guida, > liberando tutti gli esseri dalle catene della nascita nel samsara.' > Il re domandò: > 'Chi era l'altro uomo, il cui albero non crebbe? > Quali azioni malvagie aveva commesso? Spiegatemelo uccelli.' > E gli uccelli risposero: > 'Colui il cui albero non crebbe era lo stolto Devadatta. > > Come avrebbe potuto crescere il suo albero, senza che egli avesse compiuto > buone azioni?' > Allora, in quella circostanza, in quel momento, gli innumerevoli ministri, > per aver udito questo dharma-paryaya, divennero tutti bodhisattva > stabiliti > nei dieci stadi e tutti in possesso di conoscenza intuitiva. E quel re > ottenne una realizzazione di quel virtuoso Dharma stabilendosi nei dieci > stadi, ". > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena domandò così al Bhagavan: > " > Bhagavan, qual è la causa, qual è la ragione per cui quelle innumerevoli > persone hanno raggiunto la conoscenza intuitiva e si sono stabilite nei > dieci stadi?" > > Il Bhagavan rispose: "Ascolta, Bhaishajyasena, e adesso spiegherò." > > 40 > > Poi, in quella circostanza, il Bhagavan mostrò un sorriso. E in quel > preciso > istante in cui il Bhagavan sorrise, ottocentquarantamila raggi di tanti e > diversi colori, di molte centinaia di migliaia di colori quali blu, > giallo, > rosso, bianco, rosso fulvo, cristallo e argento, si emanarono dalla bocca > del Bhagavan. E quei raggi, dopo aver illuminato innumerevoli mondi senza > fine, tornarono indietro e, dopo aver girato intorno al Bhagavan per tre > volte, si dissolsero nel suo capo. Al che il bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena, dopo essersi alzato dal suo seggio, coprendo una spalla > con > la sua veste superiore, appoggiando il ginocchio destro al suolo e > rendendo > omaggio con le mani giunte in direzione del Bhagavan, disse così: > "Bhagavan, > qual è la causa, qual è il motivo del tuo mostrare un sorriso? Non senza > causa, non senza motivo, i tathagata arhat buddha perfettamente realizzati > sorridono". > > Il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, vedi l'intera massa di persone che > vengono da tutti i mondi delle quattro direzioni in mia presenza?" > > Egli rispose: "No, Bhagavan, non la vedo." > > E il Bhagavan disse: "Bhaishajyasena, allora scruta attentamente e nota la > moltitudine." > Al che, il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, avendo scrutato > attentamente, vide apparire a est un albero, largo settemila yojana. E, da > una parte, si era radunata una massa di venticinquemila milioni di > persone: > esse non parlavano, non dialogavano, non comunicavano, non conversavano > tra > loro, non mangiavano, non si alzavano, non camminavano ma attendevano in > silenzio. A sud apparve un altro albero, largo settemila yojana. Là si era > radunata una massa di venticinquemila milioni di persone: esse non > parlavano, non dialogavano, non conversavano tra loro, non si alzavano, > non > camminavano ma attendevano in silenzio. A ovest apparve un albero, largo > settemila yojana. Là era radunata una massa di venticinquemila milioni di > persone: esse non dialogavano, non comunicavano, non conversavano tra > loro, > non chiacchieravano, non si alzavano non camminavano ma attendevano in > silenzio. A nord apparve un altro albero, largo settemila yojana. Là si > era > radunata un massa di venticinquemila milioni di persone: esse non > comunicavano, non dialogavano, non conversavano tra loro, non parlavano, > non > si alzavano, non camminavano ma attendevano in silenzio. Allo zenit > apparve > un albero, largo settemila yojana. Là si era radunata una massa di > venticinquemila milioni di persone: esse non comunicavano, non > dialogavano, > non conversavano tra loro, non parlavano, non si alzavano, non camminavano > ma attendevano in silenzio. Al nadir apparve un albero, largo settemila > yojana e là era riunita una massa di venticinquemila milioni di persone: > esse non comunicavano, non dialogavano, non conversavano tra loro, non > parlavano, non si alzavano, non camminavano ma attendevano in silenzio. > > E allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena disse: "Se il Bhagavan, > il > Tathagata Arhat Buddha Perfettamente Realizzato, volesse dare > l'opportunità > di essere consultato per la soluzione di un quesito, desidererei domandare > a > proposito di un certo argomento" > > Quando ciò fu detto, il Bhagavan rispose così al bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena: "Bhaishajyasena domanda qualsiasi cosa desideri. Appagherò > i > tuoi pensieri risolvendo ogni quesito da te posto." > > Quando ciò fu detto, il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena così > domandò: > "Bhagavan, perché una tale moltitudine di persone è venuta dai mondi delle > quattro direzioni e si è fermata qui? Perché una tale massa di persone, in > numero di centocinquanta milioni, provenienti dallo spazio, tra lo zenit e > il nadir, è venuta e si è fermata qui? Essi non dialogano > > 41 > > con il Bhagavan, non scambiano parole con lui, né gli rendono omaggio o lo > interpellano. Non si alzano, né camminano ma attendono in silenzio. > Bhagavan, qual è la causa, qual è il motivo?" > Il Bhagavan rispose, "Bhaishajyasena, va'. Domanda tu stesso ai tathagata: > 'Da quale mondo provengono tali masse di persone?'" > > Ed egli: "Bhagavan, con quale potere prodigioso devo andare? Con il potere > del Tathagata o con il mio potere?" > > Il Bhagavan disse: "Bhaishajyasena, va' per il tuo potere prodigioso e > torna > per il potere prodigioso del Tathagata." > > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, dopo aver circumambulato > il > Bhagavan per tre volte, disparve proprio lì, in quel luogo. > > Ora, a una distanza di oltre novantasei milioni di mondi da questo mondo, > vi > è un mondo chiamato Chandrapradipa. Laggiù risiede, esiste e vive il > tathagata arhat buddha perfettamente realizzato di nome > Chandravatikshetra. > Egli stava insegnando il Dharma di fronte a ottantamila milioni di > bodhisattva mahasattva che lo attorniavano. E il bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena arrivò là, ove si trovava il mondo di Chandrapradipa. > > Poi il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena si avvicinò là dove si > trovava > quel Bhagavan, ed essendosi avvicinato, dopo aver reso omaggio toccando > con > il capo i piedi del bhagavan Chandravatikshetra, il tathagata arhat buddha > perfettamente realizzato, stette di fronte a lui. > Standogli di fronte, dopo aver reso omaggio a mani giunte in direzione di > quel bhagavan, si rivolse a lui: "Bhagavan, ho attraversato novantaseimila > milioni di mondi per venire qui dal terreno di buddha del bhagavan > Shakyamuni, il Tathagata nel mondo Saha. Bhagavan, in nessun altro luogo > ho > visto tanti esseri come laggiù. Qual è la causa, qual è il motivo per cui > nel mondo Saha si è radunata alla presenza del Shakyamuni quella gran > massa > di persone giunta dalle dieci direzioni,? Qui non ne vedo tante quante > sono > ferme laggiù." > > Quel Bhagavan parlò:"Bhaishajyasena, proprio in quel luogo essi vagano e > si > fermano." > > Ed egli:" Bhagavan, come può essere così?" > > Il Bhagavan parlò: "Perché (sono) esseri causati da alberi insensati." > > Ed egli:" Bhagavan, quando mai si è visto o sentito dire che la gente > nasce > da alberi insensati?" > Il Bhagavan domandò: "Bhaishajyasena, non hai mai visto o udito dire che > la > gente nasce da alberi insensati?" > > Ed egli:" Bhagavan, non ho mai visto né sentito dire che la gente nasce da > alberi insensati." > Il Bhagavan disse: "Bhaishajyasena, desidereresti vedere? Se è così, ti > farò > vedere adesso." > Ed egli disse, " Bhagavan, lo desidero. Andato nella Beatitudine, lo > desidero." > > 42 > > Allora il bhagavan tathagata Chandravatikshetra in quel momento tese le > sue > braccia, abbellite da centinaia di meriti. Dal suo braccio apparvero > centomila milioni di masse di persone. Da queste masse si tesero cento di > braccia, spargendo vari profumi, fiori e unguenti sul Tathagata. > Allora il Bhagavan tathagata Chandravatikshetra si rivolse al bodhisattva > mahasattva Bhaishajyasena: "Vedi, Bhaishajyasena, come una tale massa di > persone sparge vari profumi, fiori e unguenti sul Tathagata?" > > Ed egli disse, "Lo vedo, Bhagavan. Lo vedo, Bhagavan." > > Il Bhagavan disse: "Così appaiono le masse di persone insensate. Così > nascono gli uomini insensati." > Al che le cento braccia di ciascuna delle centomila milioni di moltitudini > si protesero. Allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, avendo > visto > ciò, disse: " Bhagavan, perché questo? Andato nella Beatitudine, perché > questo? Cento di braccia sono state protese da questa gente in un solo > istante. Bhagavan, se non possono essere liberati coloro che hanno cento > braccia, quanto meno possono essere liberati quelli che hanno solo due > braccia!" > > Il Bhagavan rispose: " Bhaishajyasena, proprio così gli esseri insensati > nascono e gli esseri insensati cessano di nascere. Bhaishajyasena, deve > essere compreso che la nostra stessa massa fisica è insensata." > > Ed egli domandò: "Bhagavan, chi sono gli esseri che sono giovani? E chi > sono > quelli vecchi?" > Il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, qui ci sono i giovani e qui ci sono > i > vecchi." > Ed egli domandò: " Bhagavan, chi sono i giovani e chi i vecchi?" > Il Bhagavan rispose: "Coloro che avevano teso le braccia erano i vecchi. > Coloro che erano nati dagli alberi erano i giovani" > > Ed egli disse: "Vorrei vedere i giovani" > > Allora il Bhagavan, il tathagata Chandravatikshetra tese il suo palmo > destro > e dalle dieci direzioni giunsero centomila milioni di masse di persone. > Dal > nadir e dallo zenit giunsero le masse di cinquanta milioni di persone. E > quelle masse di persone, una volta giunte, dopo aver reso omaggio toccando > con il capo i piedi del Bhagavan, non dialogavano né comunicavano col > Tathagata, ma rimanevano in silenzio. > > E allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena domandò: "Bhagavan, > perché > questi esseri non dialogano né comunicano con il Tathagata, ma restano in > silenzio?" > > Quel Bhagavan parlò: "Non lo sai, Bhaishajyasena? Gli esseri insensati di > questa terra non comunicano né dialogano, né comprendono il corpus degli > insegnamenti del Dharma. Quale ne è la ragione? Bhaishajyasena, tutti i > giovani che sono qui non comprendono la nascita, non comprendono la > cessazione e non hanno visto la vecchiaia, né la malattia, il > > 43 > > dolore, il pianto, la separazione dalle persone care, l'unione con quelle > non care, la morte e la morte prematura. E anche se hanno visto tutte > queste > amare sofferenze, non si sentono spinti ad applicarsi. E come > comprenderanno? Bhaishajyasena, bisogna insegnare loro molte volte, > ripetutamente." > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena parlò così al Bhagavan: > "Bhagavan, da dove sono venuti i giovani, coloro che non conoscono il > Dharma? Da dove sono caduti? Dove nasceranno?" > Il Bhagavan disse: "Ascolta, Bhaishajyasena. La forma umana che essi > assumono non è creata da un gioielliere, né da un fabbro, né da un > falegname, né da un vasaio. Non sorge dalla paura del re. È prodotta in > seguito a un karma negativo, combinato con l'unione di un uomo e una > donna. > Per molte volte vengono insegnate arti a questi esseri, e accadono loro > pene > atroci senza fine. Qui sperimentano atroci sofferenze, la maturazione > delle > azioni negative compiute nel passato. Bhaishajyasena, quei giovani che non > si alzano in piedi e che provano tali angosciose pene sono venuti proprio > in > questo luogo. Bhaishajyasena, per questo motivo non dialogano e non > parlano > tra loro. Perciò, Bhaishajyasena, questi giovani, non conoscendo il bene, > non capiscono la nascita, non capiscono la cessazione e non otterranno il > corpo degli esseri umani. Bhaishajyasena, essi sono chiamati 'i giovani.'" > > Ed egli domandò: " Bhagavan, ma i giovani, in che modo nascono e come > cessano?" > Quel Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, è come se un uomo toccasse il fuoco > con un pezzo di legno e poi, piano piano, quel pezzo di legno prendesse > fuoco. Allo stesso modo, Bhaishajyasena, il corpo umano ha la sua prima > origine. E, nascendo, prova la sensazione." > > Egli domandò: " E qui, chi è di buona nascita? Chi è passato nel > parinirvana?" > > Il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, il Buddha è davvero di buona > nascita. > Il Tathagata è invero passato nel parinirvana. Bhaishajyasena, è proprio > come se un re imprigionasse un uomo nella segreta di un buio edificio. Là, > dopo essere arrivato nella casa buia, quell'uomo entra nel cupo > sotterraneo. > Allora un altro uomo, che ha provato in precedenza angosciose pene, pensa: > 'Quest'uomo è rovinato. Perderà anche la vita, poiché non ha provato la > sofferenza.' Dopo aver portato del fuoco in quel luogo, accende una > piccola > fiamma all'interno della casa, e l'uomo imprigionato ne veda la luce. > Quell'uomo, > vedendola, ne è confortato e il suo coraggio aumenta. Ma per qualche > ragione > quel fuoco dilaga all'esterno e, divampando, incendia tutta la casa. E > quell'uomo > muore bruciato nel luogo stesso. Allora il re, avendo udito che quell'uomo > è > morto nell'incendio, viene preso dall'angoscia e gli sorge questo > pensiero: > 'Nel mio regno non imprigionerò più nessuno'. Poi il re decide di > rassicurare la gente che vive nel suo regno: 'Signori, non più paura. Non > vivete in allarme. Ora siete al sicuro. Nel mio regno non vi saranno più > percosse né carcerazioni. Non distruggerò più la vita di alcun essere. > Signori, potete vivere senza paura' > > Bhaishajyasena, proprio allo stesso modo il Tathagata ha distrutto tutte > le > afflizioni e ha curato tutte le malattie. Proprio come quell'uomo consumò > il > proprio corpo bruciando nell'incendio della casa, così egli procedette per > il beneficio, il benessere e la felicità degli esseri. Il re ha voluto > rendere liberi gli esseri da catene e prigionia. Allo stesso modo il > Tathagata rende liberi gli esseri. Essendo libero egli stesso dalle > impurità > dell'attaccamento, dell'odio e dell'illusione, apparendo nel mondo come > una > luce per tutti gli esseri, egli rende liberi tutti, govani e vecchi, dagli > stati infernali e dai corpi di animali, preta e asura." > > 44 > > Allora, fino ai limiti dell'atmosfera, risuonarono questi versi: > Ah, il terreno, il terreno vittorioso, il terreno eccellente è ben > lavorato. > Qui dove i semi, una volta seminati, non periscono più. > Il terreno di buddha, il terreno vittorioso, è il lodato messaggio del > Vittorioso. > Il Maestro sviluppa i suoi mezzi abili per radunare tutti gli esseri. > Stabilito nella sfera del nirvana, egli è visibile su questa terra. > Avendo pacificato il mondo intero, egli purifica il ricettacolo di Buddha. > Egli libera i giovani e libera i vecchi. > Avendo liberato tutti gli esseri dal triplice mondo > avendo chiuso le porte degli inferni > e avendo liberato animali e preta, > ha portato la pace in questo mondo e la felicità nel prossimo. > E allora il Bhagavan mostrò un sorriso e parlò: > Eccellente è vedere gli eccellenti. Eccellente è vedere il Buddha. > Eccellente è il terreno che è la buona qualità del Dharma. > Vedere la totalità del Sangha è eccellente. > Eccellente è l'esposizione del Sanghata, il distruttore di tutto il male. > Coloro che ascoltano questo sutra otterranno il sentiero supremo. > > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, rendendo omaggio con le > mani giunte in direzione del Bhagavan, domandò: " Bhagavan, qual è la > causa, > qual è la ragione del mostrare un sorriso?" > E il Bhagavan: " Figlio del lignaggio, vedi tu questi giovani?" > Ed egli: "Li vedo, Bhagavan. Li vedo, Andato nella Beatitudine." > E il Bhagavan: "Bhaishajyasena, oggi stesso essi diverranno tutti dei > bodhisattva stabiliti nei dieci stadi." > > Al che, (apparendo) in piedi nel cielo a un'altezza di ottantamila yojana, > il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, insieme a ottantamila milioni di > devaputra, fece cadere una pioggia di fiori sul Bhagavan. Avendo visto > ciò, > tutti i giovani giunsero le mani e resero omaggio. Allora il bodhisattva > mahasattva Bhaishajyasena, stando dritto nel cielo, proferì delle parole. > In > quella circostanza riempì il gran migliaio delle tre migliaia di sistemi > di > mondi con la sua voce. Gli esseri nati nei trentadue grandi inferni > udirono > quella voce. Anche i trentadue gruppi di deva la udirono. Il gran migliaio > delle tre migliaia di sistemi di mondi tremò in sei diversi modi. > Ottantaquattromila re naga sussultarono nel grande oceano. Trentamila > milioni di rakshasa giunsero in questo pianeta. Venticinque milioni di > preta, yaksha e rakshasa, giunti dalla metropoli di Adakavati, si > fermarono > di fronte al Bhagavan radunandosi in una grande assemblea. > Allora il Bhagavan insegnò il Dharma a quei giovani. E giunsero i > bodhisattva mahasattva di centomila milioni di miliardi di mondi delle > dieci > direzioni, ciascuno in virtù del proprio potere prodigioso. > > 45 > > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, rendendo omaggio con le > mani giunte in direzione del Bhagavan, così disse: "Molti, o Bhagavan, > molti, Andato nella Beatitudine, sono i bodhisattva oggi riuniti e seduti > insieme. Bhagavan, molti sono i deva e naga riuniti e seduti insieme. > Anche > innumerevoli rakshasa e preta, giunti dalla metropoli di Adakavati, sono > riuniti e seduti insieme allo scopo di ascoltare il Dharma." > > Allora il Bhagavan si rivolse al bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena: > "Vieni, figlio del lignaggio." > Allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, sceso dall'alto in virtù > del suo potere prodigioso, avendo reso omaggio con le mani giunte in > direzione del Bhagavan, domandò: "Bhagavan, si dice cumulo di Dharma, > cumulo > di Dharma'. Bhagavan, che cosa è questo 'cumulo di Dharma'?" > Il Bhagavan rispose: "Figlio del lignaggio, si dice 'cumulo di Dharma' > quando qualcuno ricerca la castità e, ricercando la castità, evita tutte > le > azioni negative. Vedi, figlio del lignaggio? I giovani evitano la > non-castità. Essi diventeranno detentori del potere delle dharani e > saranno > dotati di tutti i Dharma." > > Ed egli: " Con quali mezzi, Bhagavan, tanti esseri si sono riuniti per > udire > l'accumulo di Dharma?" > Al che il Bhagavan si rivolse al bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena: > "Bhaishajyasena, vi sono molti esseri che non hanno udito che la nascita, > in > verità, è sofferenza. Essi non hanno udito che invecchiare è sofferenza. > Essi non hanno udito che la malattia è sofferenza, né hanno udito della > sofferenza del dolore, la sofferenza del pianto, la sofferenza della > separazione dai propri cari, la sofferenza dell'unione con quelli a noi > non > cari, nè che la morte, che causa tutto il dolore, porta via la vita dal > corpo. Bhaishajyasena, ciò è chiamato 'sofferenza onnipervadente'." > > Al che i giovani, avendo ascoltato questo insegnamento, rendendo omaggio > con > le mani giunte in direzione del Bhagavan, così domandarono: " Bhagavan, > dobbiamo davvero morire?" > Il Bhagavan disse: "Davvero. Voi, figli del lignaggio, e tutti quanti gli > esseri dovrete morire." > Ed essi: " Bhagavan, come si avvicina il momento della morte?" > > Il Bhagavan parlò: "Al momento della morte, figli del lignaggio, quando > arriva il momento finale della coscienza, tre venti - un vento chiamato > 'cessazione della coscienza', un vento chiamato 'distrazione dalla > coscienza' > e un vento chiamato 'coscienza disturbante' - confondono, scuotono e > disturbano il momento finale della coscienza nell'ora della morte." > > Ed essi: "Bhagavan, quali sono i tre che distruggono il corpo al momento > della morte, quando avviene la cessazione finale della coscienza?" > Il Bhagavan disse: "Amici, quelli che distruggono il corpo si chiamano > 'tagliante', 'trafiggente' e 'guastante'." > Ed essi:"Bhagavan, che cosa è ciò che è chiamato ' il corpo'?" > > 46 > > Il Bhagavan rispose: "Amici, è chiamato 'ardente', 'dimorante nel fuoco', > 'causa di flegma', 'secrezione di muco', 'frequentatore di cimiteri', > 'ottuso', 'oppresso da fardelli', 'completamente sofferente fin dalla > nascita', 'interamente turbato dalla nascita', 'totalmente sconfitto dalla > vita', 'morte' e 'separazione da ciò che è caro'. Amici, questi sono i > nomi > del corpo." > > Ed essi: "Come si muore? E come si vive?" > > Il Bhagavan parlò: "Esseri longevi, muore ciò che è chiamato 'coscienza'.. > Esseri longevi, continua a vivere ciò che è chiamato 'merito'. > > Amici, il corpo muore, muore ciò che è tenuto assieme da milioni di nervi, > tenuto insieme da ottantaquattromila pori, tenuto insieme da dodicimila > lembi e tenuto insieme da oltre trecentosessanta ossa. Ottantaquattro tipi > di esseri vivono nel corpo. In tutti gli esseri che respirano avviene la > morte e avviene anche la cessazione che è morte. Allora tutti gli esseri > che > respirano diventano disperati. Quando muore un uomo, un agitarsi del vento > spinge tutti gli esseri che respirano (all'interno del corpo) a divorarsi > l'un > l'altro. E allora soffrono pene atroci. Alcuni, da parte loro, soffrono > per > motivo dei figli, altri sono afflitti da tutte le pene della sofferenza, > come soffrire per motivo delle figlie o dei parenti. Tutti, afflitti dagli > strali del dolore, cominciano a distruggersi l'un l'altro. E tutti a poco > a > poco si divorano l'un l'altro fino a quando, alla fine, rimangono solo due > esseri che respirano. Questi due combattono per sette giorni e, alla fine > del settimo giorno, poiché uno dei due esseri che respirano ha vinto, > l'altro > fugge. > > O esseri longevi, che cosa è ciò che è chiamato 'Dharma'? Qual è il vostro > pensiero? > > Così come tutti gli esseri che respirano sono morti per aver combattuto > tra > di loro, allo stesso modo le stolte persone comuni litigano e lottano tra > di > loro. Non hanno paura della nascita, né paura della vecchiaia, né paura > della malattia, né paura della morte. Così come lottano tra loro quei due > esseri che respirano, allo stesso modo le stolte persone comuni lottano > tra > di loro. Poi, nell'ora della morte, saranno interrogate da uomini > virtuosi: > 'Signore, perché sei così fiducioso? Come mai non hai visto la sofferenza > del mondo?' Ed egli risponde: 'Essere longevo, ho visto le sofferenze > della > nascita, ho visto le sofferenze della vecchiaia e le sofferenze della > malattia. Ho visto tutte le sofferenze dopo la morte.' E l'altro: 'E > allora > come mai non hai creato le radici del bene che dovevano essere create? E > poi, come mai non hai creato le radici di virtù, l'accumulo di Dharma che > porta alla felicità nei due mondi? Amico, in secondo luogo ti chiedo: > 'Perché non hai creato la raccolta delle buone virtù così da poter essere > liberato da nascita e morte? Come mai non hai riflettuto sulla > comprensione > mentale fondamentale? Come mai non hai udito il suono del gong sulla > Terra? > Non hai visto la gente fare elemosine e piantare le radici della virtù nel > terreno del Tathagata? Non hai visto donare al Tathagata profumi o > ghirlande > o lampade o cibi morbidi e duri? E non hai visto come erano contesi i > quattro gruppi - bhikshu, bhikshuni, upasaka e upasika - i quattro gruppi > devoti al messaggio?' Così diranno per il suo bene: "Perché tu, o re, > forse > non sei mai stato ammalato? O uomo! Lo sei stato solo venendo a > Jambudvipa?' > > In quella circostanza, il Re del Dharma pronunziò versi di esortazione a > quell'uomo inanimato: > Avendo visto il sorgere del Tathagata, avendo udito i suoni del gong e > avendo udito l'insegnamento del Dharma, che è pacificante e conduce al > nirvana, com'è successo che non ti sei dedicato a creare il merito per la > felicità in questo mondo e il successivo? > > Andrai a soffrire le pene dell'inferno come frutto del karma > indesiderato." > > 47 > > E l'uomo rispose: > > "La mia mente era instupidita per aver seguito cattive compagnie > e ho compiuto azioni negative con la mente illusa dal desiderio. > Ho ottenuto un risultato orrendo per aver seguito i desideri. > Ho causato danni a esseri viventi e distruzione di ciò che appartiene al > Sangha. > A causa del mio perfido io, ho distrutto stupa. > Ho pronunciato parole dure e ho tormentato mia madre. > Sono cosciente dei crimini commessi col mio corpo. > Vedo la mia nascita nello spaventoso inferno di Raurava. > Dopo aver subìto pene nel Samghata e poi nel Pratapana, > soffrirò pene atroci nell'inferno Maha Avici. > Urlerò di dolore estremo nell'inferno Maha Padma. > Nascerò nel Kalasutra, con immensa paura, cento volte. > Gli esseri negli inferni, scaraventati giù, vivono di nuovo questa paura. > Essi precipitano per cento yojana nell'enorme paura. > Non troveranno alcuna uscita, una volta caduti dentro l'orcio. > Nell'inferno che si chiama Kshura appariranno mille coltelli. > Mi troverò di fronte a centomila milioni di lame. > Con esse mi staccheranno gli arti a causa delle mie azioni malvagie. > Terribili e sconvolgenti tempeste sconquasseranno tutto questo corpo. > Tali pene dovrò subire nell'inferno. > Tutti gli esseri vedranno il mio corpo completamente sfibrato. > Le ricchezze di altri, a me non date, ho sottratto per le necessità della > famiglia. > Così (fecero) anche i miei figli, le figlie, i fratelli e le sorelle, > anche > i miei genitori, gli amici, > i gruppi di parenti, i servi, i braccianti, i dipendenti, il bestiame e > gli > animali domestici. > Mi sono smarrito per i miei misfatti. > Mi sono smarrito per recipienti d'oro e argento, > come pure per bei vestiti e per costruire una casa. > Dopo aver allestito una bella casa decorata, averla riempita di uomini e > di > donne, > la mia mente incontrollata si deliziava suonando la musica con il liuto. > Aspergevo il mio corpo di acque profumate > ma non provavo alcuna gratitudine. > Corpo insensato! Mi sono smarrito per colpa tua. > Non c'è protettore per me adesso, né ve ne saranno più tardi. > Per il tormento del mio corpo in terribili e sconvolgenti tempeste, > dopo aver goduto con la lingua di sapori dolci, > molte splendide ghirlande sono state allacciate sul mio capo. > I miei occhi sono stati ingannati dalla bellezza: > non esiste protezione dalla vista. > Vedevo che i due occhi erano causa del male, > ma in ciò che facevo in seguito ero spinto dall'udito. > > 48 > > Alle braccia portavo buccole di diamanti, bracciali adornavano i miei > polsi, > mettevo anelli alle dita e fili di perle al collo. > Anche le mie gambe erano tutte ornate di catenine d'oro. > Indossavo tutti i gioielli possibili sul corpo, e perfino lacci d'oro. > Avendo troppo goduto di grandi ricchezze, > anche la mia mente si dilettò all'estremo. > Avendo provato la sensazione di cose molto morbide, > ero spinto da un grande desiderio di vedere cose come tappeti e coperte. > Indulgevo nei divertimenti. > Facevo il bagno in acqua profumata di buona qualità > e mi ungevo con essenze, con divine ricchezze come la canfora e il legno > di > sandalo. > Riempivo l'aria di profumi e, avendo macinato raffinati colori, > mi spalmavo di muschio, aroma di gelsomino, > olio di gelsomino, champaka e così via. > Dopo essermi imbellettato in questo modo, > mi vestivo con eleganti abiti di mussola bianca. > Scendendo dal dorso di un elefante, desideravo montare a cavallo. > Mi consideravo un re e la gente fuggiva al mio cospetto. > Ero in intimità con femmine al mio servizio, > perfettamente esperte nel canto e nella danza. > Gli animali non fanno del male, ma io ne uccidevo molti. > A questo modo facevo del male senza conoscere l'altro mondo. > Mangiavo la carne degli altri > e per questo sono stato colpito da questa insostenibile sofferenza. > Non sapevo cosa fosse la morte. Vivevo con una mente ignara > e per giunta nutrivo il mio corpo. > Oggi la morte mi si è avvicinata e qui non c'è invero alcun protettore. > Tutti voi, o parenti, perché guardate e scrutate la mia faccia? > Perché vi lacerate le vesti? Perché piangete e levate lamenti? > Perché vi strappate i capelli? Perché inoltre vi ferite a sangue? > Perchè vi coprite la testa con la cenere? Perchè vi battete il petto? > Io ho vissuto una vita miserevole, > e voi, perché vi aggrappate a questa famiglia che dovrebbe essere > rifiutata? > Il mio corpo sarà divorato dai lupi, dai cani, dagli avvoltoi e dagli > uccelli. > Non ha alcun senso nutrire questo corpo. > Se posseduto dal serpente della morte, un uomo nascerà sempre. > Per essere liberati da questa paura, > queste sono le medicine che dovrebbero essere date. > La medicina somministratami da qualche medico > non sarà quella che serve a liberarmi dal serpente della lussuria. > Adesso, proprio nel momento della mia morte, > mi si dovrebbe dare la medicina del Dharma. > > 49 > > Non datemi carne per nutrire questo corpo che, senza dubbio, morirà. > Perché dovreste offrirmi sofferenza? Perché dovrei ricevere grandi > quantità > di male? > Questo corpo è stato invero ben nutrito, ma è fatto per essere distrutto. > Perché voi, figli e figlie, mi guardate con quegli occhi? > Non v'è ragione. E per quale scopo dovrei essere salvato da questa > malattia? > Tutti voi, figli e figlie, evitate du causare rovina. > Allo scopo di allevare voi, ho rubato le ricchezze di altri. > Adesso è arrivato il momento della morte. Perché dovrebbe esserci > disperazione? > La nascita in uno stato indesiderabile è spaventosa, > e la morte stessa è colma di sofferenza.. > Sensazioni, coscienza, fattori di composizione, contatto, percezione, > desiderio, ignoranza ed emozioni afflittive generano invero conseguenze > dolorose. > La nascita in una famiglia corrotta, > questo invero rappresenta un legame di sofferenza. > Pensando che il merito religioso non fosse importante, > ho causato pene ad altri. > Offerte e osservanza morale sono scomparse > ed io mi sono allontanato dal Dharma, non comprendendo ancora la nascita. > Non sentendo di essere tormentati dal serpente della lussuria, > dove possono trovare libertà gli esseri ignoranti senza perdersi? > Non avendo conosciuto il significato di liberazione, > attraverso l'inganno, ho commesso del male. > Stoltamente confusa dalla lussuria, la mente è sempre disturbata. > Con ogni sorta di catene, il corpo è divorato dal fuoco. > Il corpo si muove con totale travisamento verso dove non c'è felicità, > non riconoscendo nemmeno dove la felicità si trova. > La felicità è offerta dal terreno di buddha. > La ruota del Dharma è la migliore medicina. > Una condotta etica e la verità delle condotte etiche sono la voce pura del > Tathagata." > Quindi il Bhagavan si rivolse al bodhisattava mahasattva Bhaishajyasena: > "Bhaishajyasena, tutti gli esseri si lamentano in questo modo nell'ora > della > loro morte, senza aver nessun frutto di azioni buone da maturare e senza > avere qualcuno che li protegga." > Detto ciò, il Bhagavan proferì anche i seguenti versi: > "Compiendo azioni malvagie, si cadrà negli inferni e s'indosseranno abiti > ardenti. > Si berrà ferro liquido per la sete. Tizzoni incandescenti cadranno sul > corpo > e > Il bruciore sarà insopportabile. Enormi sono le paure negli inferni. > Là i corpi sono completamente bruciati, > senza conoscere piaceri e nemmeno il Dharma. > Esseri stolti che si sono smarriti per il non-Dharma, > non godranno neppure della minima felicità. > > 50 > > Colui che ha fiducia, che è perfetto nella moralità, > che possiede saggezza, grande ascetismo e frequenta amici virtuosi, > presto diverrà un tathagata. > Il Buddha appare nel mondo per sostenere tutti quegli esseri > che si sono impegnati a praticare con grande diligenza > e anche per insegnare con grande compassione il Dharma della buona azione. > Bhaishajyasena, tu hai seguito la migliore condotta pura. > Per aver ascoltato queste parole, compi la più splendida conquista, > vedi la completa liberazione dalla rinascita > e vedi il Buddha, la guida che ha una voce rinomata. > Egli è il padre e la madre del mondo ed è chiamato 'bodhicitta' > Colui che insegna questo Dharma nel mondo > è il miglior amico virtuoso ed è difficile da trovare. > Coloro che ascoltano con rispetto gli insegnamenti del Buddha, > diventeranno buddha supremi, andati nella beatitudine. > Tutti coloro che rispettano i figli sublimi del Buddha > saranno liberati e saranno protetti nel mondo." > E allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena così disse al Bhagavan: > " > Bhagavan, perché questa parte della montagna trema?" > Quando questo fu detto, il Bhagavan così parlò al bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena: "Bhaishajyasena, osserva attentamente." > Il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena guardò e vide la terra fendersi > nelle quattro direzioni. Dalle fenditure nate dalla terra squarciata, > emersero venti milioni di persone dal nadir e venti milioni di persone > dallo > zenit. > Allora i giovani, avendo osservato tutto, domandarono al Bhagavan: > "Bhagavan, chi sono queste persone che sono nate qui?" > Il Bhagavan rispose: "Avete visto quella grande massa di persone?" > Ed essi:" Bhagavan, l'abbiamo vista." > Il Bhagavan disse: "Questa massa di persone è nata per il bene della > vostra > felicità." > Ed essi: "Ci sarà la morte anche per questi esseri?" > Il Bhagavan rispose: "Amici, sarà così. Per tutti gli esseri ci sarà la > morte." > > 51 > > E allora tutti coloro che in precedenza erano stati chiamati 'giovani', > quelli nati per primi, avendo reso omaggio con le mani giunte in direzione > del Bhagavan, così dissero: "Bhagavan, noi non possiamo sopportare di > vedere > ancora nascita e morte." > > Il Bhagavan domandò: "Desiderate ottenere il potere dell'energia?" > > Essi risposero: "Noi abbiamo visto il Tathagata in persona. In seguito, > abbiamo ascoltato con gioia il Dharma che abbiamo chiesto di ascoltare. > Abbiamo visto il Sangha, l'assemblea dei discepoli del Tathagata, e > abbiamo > visto le grandi forze del potere prodigioso del bodhisattva. Bhagavan, > allo > stesso modo, noi non possiamo sopportare di vedere nascita e morte." > > Al che, con il loro potere prodigioso, il bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena e cinquecento altri bodhisattva, alzandosi dai loro seggi, > si > diressero verso il cielo per potere prodigioso e, dopo essersi seduti a > gambe incrociate, entrarono in uno stato di meditazione. Dai loro corpi > apparvero leoni, tigri, serpenti ed elefanti, ed essi mostrarono molte > trasformazioni grazie a grandi poteri prodigiosi. Essi sedettero a gambe > incrociate sulla vetta di montagne alte venti yojana, si trasformarono in > diecimila milioni di soli e lune e indussero quei soli e quelle lune a > discendere. > > Allora i giovani dissero così al Bhagavan: " Bhagavan, qual è la causa, > qual > è il motivo per cui è apparso un grande raggio di luce e si sono > manifestate > nel mondo queste grandi trasformazioni prodigiose?" > > Il Bhagavan rispose: " Figli del lignaggio, avete visto quei soli e quelle > lune?" > Ed essi: " Bhagavan, li abbiamo visti. Andato nella Beatitudine, li > abbiamo > visti." > Il Bhagavan disse: "Questi raggi di luce e le trasformazioni meravigliose > e > prodigiose erano emanazioni del corpo stesso del bodhisattva. Dopo questa > dimostrazione, egli insegnerà il Dharma a beneficio di molti esseri, per > la > felicità di molti esseri, con la compassione per il mondo, e a vantaggio, > a > beneficio e per la felicità della grande assemblea di esseri, deva e > uomini. > E là, avendo mostrato il vigore della forza fisica, essi manifesteranno > poteri simili." > Ed essi: "Possa il Bhagavan insegnare il Dharma della causa della comparsa > di questo splendente raggio di luce." > > Quando ciò fu detto, il Bhagavan così parlò al bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena: " "Bhaishajyasena, hai veduto il gran migliaio delle tre > migliaia di sistemi di mondi tremare nei sei modi?" > > Ed egli: "L'ho veduto, Bhagavan. Andato nella Beatitudine, l'ho veduto. Io > desidero domandare al Tathagata a proposito di un certo argomento." > > Il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, domanda su qualunque cosa tu > desideri. > Risponderò in modo esauriente ai tuoi pensieri chiarendo i tuoi quesiti. > Spiegherò con chiarezza. Bhaishajyasena, spiegherò tutti gli eventi del > passato, del presente e del futuro." > > 52 > > Ed egli: "Possa il Bhagavan parlare per fare luce su alcuni dubbi. > Bhagavan, > vedo che il Tathagata è circondato da ottantaquattromila devaputra, > ottantaquattromila milioni di bodhisattva, dodicimila milioni di re naga, > diciottomila milioni di yaksha e venticinquemila milioni di preta e > pishacha." > Il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, questi esseri sono qui per ascoltare > il > Dharma da me. Per quale altro motivo potrebbero essere seduti in > assemblea? > Bhaishajyasena, oggi essi sconfiggeranno il samsara stesso. Tutti questi > esseri saranno beneficiati proprio in questo giorno, perché saranno > stabiliti nei dieci stadi. Una volta stabiliti nei dieci stadi, si > situeranno in seguito nella sfera del nirvana. > > Per liberarsi dalla vecchiaia e dalla morte, > devono essere effettuate buone azioni. > > Spezzato il cappio della lussuria, si dimorerà nella disciplina di > Buddha." > > Ed egli:" Bhagavan, perché così tanti esseri provenienti da varie località > sono apparsi qui e circondano il Bhagavan?" > > Il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, ascolta: > > "Questi esseri stolti non sanno dove avverrà la loro emancipazione. Oggi > molti giovani otterranno le dharani. Allo scopo di ottenere i dieci stadi, > compirannno le attività di un buddha. Gireranno la ruota del Dharma e > spargeranno la pioggia del Dharma. E' in questo modo che gli esseri che si > sono qui radunati godranno della mia esposizione. I deva, i naga, i preta, > gli asura e gli esseri molto feroci, situati nei dieci stadi, > proclameranno > la voce del Dharma. Essi suoneranno il tamburo del Dharma e soffieranno > nella conchiglia del Dharma. Questi giovani verranno anche in possesso > della > risorsa dell'energia. Oggi conseguiranno il Dharma così come è stato > realizzato dal Tathagata;" > > E allora cinquemila giovani, essendosi alzati dai loro seggi, resero > omaggio > con le mani giunte in direzione del Bhagavan e così gli si rivolsero: > > "Perché non dovremmo desiderare di porre termine alla morte nel samsara? > Bhagavan, il corpo è un fardello ben pesante, spaventoso e irrefrenabile. > Il sentiero non è completamente compreso. Inoltre, in verità, non vi è un > sentiero. > Noi non vediamo un protettore. > Chiediamo tutti insieme, chiediamo che ci venga dato coraggio. > Possa la guida insegnare il Dharma. Siamo nati con poca saggezza. > Non desideriamo i piaceri. Possa il Buddha insegnare il Dharma per noi > e liberarci da questa insopportabile sofferenza. > Dovunque nasciamo, si possa noi vedere il Buddha." > > Al che il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, essendosi recato laddove > si > trovavano i giovani, così disse: > > Dovreste mangiare piatti preparati con molti sapori. > Quando più tardi sarete pronti, ascolterete il Dharma senza timore. > > 53 > > Ed essi : > > Nobile Anziano, chi sei? Noi non ti conosciamo. > Vediamo che sei molto garbato e il tuo aspetto > è un grande e rinomato terreno di serenità. > Come in un essere vivente che sia stato salvato dalle grandi paure > del mondo dei preta, degli inferni e del mondo degli animali, > così tutto il tuo male è stato estinto. > > Nelle tue mani mostri un recipiente fatto di sette tipi di gioielli. > Nastri d'oro sono sul tuo corpo > e vediamo che sei adorno di una grande quantità di luce. > > Noi non siamo abili nel replicare alle parole calme che hai pronunciato. > Di cibi e bevande gradevoli non abbiamo bisogno. > Dal cibo nascono evacuazioni intestinali, le bevande diventano urina. > Il sangue è prodotto dai liquidi, così come la carne è prodotta dal > sangue. > La mescolanza di alimenti e bevande non è un bisogno per noi. > Le comodità delle sete, degli abiti di lana e di vesti eleganti > non sono per noi necessarie. Non abbiamo bisogno di braccialetti d'oro, > né di ghirlande di perle, né di anelli alle dita. > Tutti questi oggetti hanno una natura impermanente. > > Noi siamo creature disperate che non hanno desiderio di continuare a > vivere. > Per ottenere la felicità dei deva e la carità del Dharma > sono necessari amici virtuosi e non i 're che girano la ruota'. > Morirà anche un 're che gira la ruota', lasciando il continente dei > piaceri > estremi. > I figli non lo seguiranno, e nemmeno le mogli e le figlie. > né i sette tipi di oggetti preziosi. > > Le sue numerose folle di persone non lo seguiranno > Né, allo stesso modo,sarà possibile raggiungerlo più tardi. > La vita di un re è impermanente e si svolge senza alcuno scopo. > Commettendo molti atti malvagi, essi cadono negli inferni Raurava. > Dovunque, nei quattro continenti, > essi sono circondati dalle grandi forze prodigiose dei sette preziosi > oggetti, > ma quando creano i risultati nel Raurava, dove è finito quel potere > prodigioso? > La loro terra non è rintracciabile. > Non è possibile produrre potere prodigioso dalla morte. > > Anziano, ascoltaci. Va' dove risiede il Tathagata. > Il Tathagata è come i nostri genitori. > Va' per incontrarlo. Noi non abbiamo un padre, una madre né fratelli. > Il Tathagata, il Maestro del mondo, egli stesso è padre e madre, sole e > luna. > Egli mostra la strada per la felicità. Egli non nascerà di nuovo. > Egli salva gli esseri dal samsara. Enorme è la paura del fiume della > lussuria. > Egli è la zattera che ci può salvare dal fiume. > > 54 > > Egli traghetta gli esseri dall'altra parte, in modo che non tornino più > indietro. > Inoltre, egli insegna il puro Dharma e ne mostra la suprema bodhi. > Noi non abbiamo bisogno di cibo e non aspiriamo al frutto di un reame. > Noi non desideriamo andare verso il mondo dei deva o verso gli inferni > spaventosi. > La vita degli esseri umani è fortunata: in essa appaiono Coloro Che Tutto > Sanno. > La vita è breve e si è vagato senza meta, > e per giunta sono stati commessi atti malvagi con il proprio corpo. > Gli esseri ignorano la morte e bramano i divertimenti del reame. > Intrappolati nel ciclo della nascita e della morte, > gli esseri sono senza timori e senza alcuna conoscenza. > La mente è confusa e instabile. > Non conoscono i sottili Dharma, non compiono buone azioni, > non conoscono la sfera della calma e non si affliggono al pensiero della > rinascita. > Nasceranno ancora e ancora. > Essi subiranno a lungo molta sofferenza > e dopo essere stati sempre puniti e percossi, > saranno fatti prigionieri da altri che allo stesso modo > li legheranno e uccideranno. > Accompagnati dalle negatività del passato, > saranno incatenati con i cinque ceppi, > sarà tolta loro la speranza e saranno afflitti da pene e sofferenze. > Quando cesserà la coscienza, essi saranno patetici nei loro lamenti: > 'Chi mi proteggerà? Offro tutti i miei piaceri, oro, argento e cristalli. > Diverrò anche uno schiavo e svolgerò le mansioni degli schiavi. > Farò qualsiasi lavoro. Non desidero i piaceri del regno. > Non ho bisogno di ricchezze e grano. Non voglio nemmeno questo corpo, > che, avendo compiuto azioni malvagie, non è liberato.' > In modo simile, o Anziano, non abbiamo bisogno di cibo. > Anche quei re che mangiano cibi prelibati moriranno. > Anche i deva, che bevono le migliori bevande, moriranno. > I re mangiano cibi solidi e liquidi che però non hanno consistenza alcuna. > I re sono avvinti ai sapori e, inoltre, compiono molti atti malvagi. > Perché essere attaccati ai sapori > che sono privi di consistenza e impermanenti? > Noi non vogliamo nessun cibo. In verità, non abbiamo bisogno di cibo. > Quale liberazione dalla sofferenza ci sarà mai per noi? > E' necessario solo ciò che è della natura della realtà. > Desideriamo essere liberati dalle catene; > desideriamo essere liberati dalle brame. > Per essere liberati da tutti i ceppi, > prendiamo rifugio nel Buddha, il Grande Saggio, il Protettore del Mondo. > > 55 > > Avendo visto le sofferenze degli esseri, va' e rendi omaggio per conto > nostro. > Noi non conosciamo il tuo nome. Di grazia, svelaci il tuo glorioso nome." > E Bhaishajyasena: > "Voi, come tutti quanti gli altri esseri, desiderate udire il nome. > Il Tathagata è circondato da mille milioni di giovani." > Ed essi: > "Tu sei un seguace del Buddha. Il tuo nome è profondo e glorioso. > E così, come noi, tutti gli esseri viventi desiderano sapere il tuo nome." > Egli parlò: > "Il mio nome è Bhaishajyasena. Sono la medicina [bhaishajya] di tutti gli > esseri > e vi insegnerò la migliore tra tutte le medicine. > Gli esseri viventi che soffrono di tutti i mali, saranno guariti da tutti > i > mali. > Il male della passione è una malattia grave e irrefrenabile e distrugge il > mondo. > La malattia dell'illusione, che porta gli stolti a smarrirsi, > è una grave malattia che spinge gli esseri verso le sfere degli inferni > o, similmente, verso i mondi degli animali e dei preta. > L'ignoranza e la collera verranno ugualmente placate." > > Ed essi: > > "Per aver ascoltato questo buon Dharma, si possa noi essere liberati > da ogni sofferenza, dalla nostra stoltezza e ignoranza. > Una volta liberati da tutte le sofferenze, > ogni azione malvagia sarà abbandonata. > Abbiamo ascoltato l'offerta del Dharma e, avendo abbandonato ogni > malvagità, > anche le paure irrefrenabili saranno abbandonate. > Tale medicina, questo re delle medicine, placa tutte le malattie > ed estingue tutte le sofferenze; così noi vedremo il Buddha davvero > rapidamente. > Anziano, parti presto per rendere omaggio al Tathagata. > Riferisci le nostre parole alla Guida del Mondo e placa questa malattia. > Tutto il corpo è in fiamme e arde senza sollievo. > Placa questo fuoco insostenibile. > Il fardello del corpo è un fardello davvero pesante. > È invero un grave fardello insopportabile che ci causa sofferenze > dolorose. > Abbi pura compassione di noi. > Gli esseri viventi sono continuamente oppressi e trascinati > > 56 > > dai fardelli della collera e dell'illusione. > Portano questo peso ripetutamente, senza conoscere il modo per > liberarsene. > Non conoscono la strada della liberazione né la vedono > e, ciononostante, in essi non si genera paura > nel momento in cui prendono coscienza della morte. > Mai noi abbiamo immaginato che la morte potesse essere un luogo felice. > Nessuna delle illusioni morirà. > Pur avendo visto la morte, non la ricordiamo. > Gli esseri non pensano al dopo, che soffriranno sempre per le malattie > e saranno sconvolti dalla brama. > Quando abbiamo finito di mangiare il cibo, siamo stanchi senza alcun > motivo > e logorati dalla sofferenza senza nulla comprendere. > Le sofferenze come l'ignoranza sono causate da noi > e da qui, a loro volta, nascono la coscienza, i concetti e le sensazioni. > Grandi sono le paure di pesanti fardelli > in coloro che non hanno la consapevolezza del Dharma. > Vagando con stoltezza e desiderio, il loro corpo è assediato dal loro > fardello. > La nascita nel mondo è priva di senso. > Che cosa accadrà a questo corpo che ha bisogno di bagni, > unguenti e abiti eleganti e puliti? > Il cibi gustoso gli diverrà necessario. > E, similmente, le orecchie vorranno ascoltare i suoni melodiosi > dei cinque tipi di strumenti musicali. > Gli occhi saranno attratti dalle forme prodotte dai sette tipi di > gioielli. > La lingua vorrà gustare tutti i sapori dolci. > Il corpo vorrà sentire sempre un tatto morbido e gradevole. > La carne e il corpo sono stati resi anch'essi deliziosi. > Questo corpo è nato senza alcun senso, e poi si imbatte in qualcosa di > piacevole. > Io dò conforto alle sue gambe con calzari e ornamenti raffinati > ma, al momento della morte, ornamenti e unguenti > non saranno in grado di proteggerle. > Neppure il corpo può essere protetto. > Perché dovrebbero essere necessari ornamenti o unguenti? > Questo corpo, conosciuto col nome di 'persona', > riceve la grande forza della respirazione, > il potere dell'ascolto e la completa considerazione. > Questo corpo ha grandi attributi. > In tempi passati, circondato da cavalli ed elefanti, giocava e girovagava > senza dare a se stesso l'emancipazione del Dharma. > Di quali atti malvagi ero esperto? > Senza conoscere del mondo successivo, prendevo parte a divertimenti > insani. > Ero già nato ripetutamente, e ancora una volta la morte mi si è accostata. > > 57 > > E di nuovo vedo sofferenze. > Soffocato dal pianto, vedo le madri morire e vedo le morti di padri, > parenti, sorelle e figli. Vedo che anche le mogli muoiono. > Tutti gli aggregati sono vuoti, ma la mente si afferra alle passioni. > Con la mente consumata dalla brama, ho distrutto la fiducia > Il Dharma della calma è impercettibile. > Non c'è delizia nella morte. > A causa di una mente inquinata dal desiderio, non ho fatto offerte. > Non c'è male pari al desiderio che non se ne va mai. > Siamo nati confusi. Il mondo intero è confuso. > Confusi, udiamo il suono e non lo cogliamo come il puro Dharma. > Incessantemente, il corpo non rende onore, > non osserva o contempla l'emancipazione. > Soprattutto in nome degli esseri viventi nel mondo > possa il Buddha dare insegnamenti. > Buddha è il padre e la madre del mondo. > Il Buddha è colui che indica il sentiero > e fa cadere una pioggia di gioielli in tutto il Jambudvipa. > Gli esseri stolti non sanno che cosa sia il cumulo del Dharma. > Motivando la mente all'illuminazione, > si potrebbe ottenere il cumulo del Dharma. > Tutti gli stati causati sono vuoti, > così come vuoto è anche il godimento di ricchezze. > Anche il sé dovrebbe essere compreso come vuoto. > Una volta compreso in tal modo, si dovrebbe essere senza desideri. > O Anziano Bhaishajyasena, ascolta le nostre parole. > Nel nome dei bodhisattva, > desideriamo che tu proceda col nostro messaggio. > Consapevoli delle sventure del samsara, > i bodhisattva non provano mai stanchezza. > Sono dotati di vigore e grande ascetismo, e raccolgono in sé tutte le > virtù. > Recati là dove dimora il Maestro, il Maestro che è perfettamente > risvegliato, > il Conquistatore che non si stanca un istante. > Richiedi a nome nostro: 'Tu hai vinto Mara e sgominato anche la sua forza. > Per poter salvare tutti gli esseri, possano coloro che hanno generato il > pensiero di diventare buddha, essere presto, qui, il risplendente Dharma.' > Noi non abbiamo udito il Dharma. Per il nostro bene, ti diciamo: > "Anziano,va' > rapidamente." Noi non abbiamo visto il Tathagata che ha i trentadue marchi > e, pertanto, noi non siamo stati traghettati. > Noi tutti rispettosamente offriamo i nostri omaggi." > Bhaishajyasena disse: > > 58 > > " Guardate in alto, per un breve momento, e osservate cosa c'è." > > Essi guardarono in alto e videro tremilacinquecento baldacchini. Sotto > ognuno di essi vi erano seggi decorati con i sette tipi di gioielli e > ornati > in modo bellissimo con reti ingioiellate. Il centro era cosparso di fiori > e > vi erano asperse fragranze divine e incenso. E allora i giovani > domandarono > all'Anziano: "Perché vediamo questi baldacchini coperti da reti > ingioiellate > e disposti come gli stami del loto?" > > E Bhaishajyasena: > > "Quei seggi sono per voi, per andare a vedere il Buddha, per aiutarvi ad > andare là dove dimora il Maestro, colui che è andato al di là del mondo, > la > Luce del Mondo." > > Ed essi: > > "Noi non conosciamo il modo e non vediamo il Tathagata. Non sappiamo dove > trovare il sentiero. Dove dobbiamo andare a rendergli omaggio?" > > E Bhaishajyasena parlò: > > "Così come il cielo senza fine non può essere veramente raggiunto, allo > stesso modo non è possibile andare a rendere omaggio al Maestro, colui che > dona l'assenza di morte. Così come esiste Sumeru, anche il Maestro dimora > nella sua sede. Il Buddha è come il Sumeru e il grande oceano, che ha > grandi > profondità. Molti Bodhisattva, pari al numero delle particelle di polvere > del gran migliaio delle tre migliaia di sistemi di mondi, arrivati dalle > dieci direzioni, senza sapere dove era apparso il Buddha, resero comunque > omaggio alla Luce del Mondo." > > Ed essi: > > "Desidereremmo vedere il Protettore del Mondo. Noi desideriamo essere resi > perfetti. Noi, esseri, desideriamo rendere omaggio al Maestro e > raccoglierne > i frutti." > > E Bhaishajyasena: > > "Il Maestro che ci libererà dagli stati costituenti, che afferra gli > esseri, > non ama né incenso, né ghirlande né unguenti. > Andate dal Buddha, colui che ha conquistato la propria mente. > Neppure Mara, il grande irresistibile, lotterà con lui. Allora otterrete > velocemente le dharani > e non dovrete procedere verso la forza della morte. > > E così la mente, essendo divenuta molto devota, vedrà il Tathagata." > A questo punto il Bhagavan, il Tathagata, sorrise (e si manifestò) con la > dolce voce del cuculo. E il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, > alzatosi > dal seggio, rendendo omaggio con le mani giunte in direzione del Bhagavan, > > 59 > > disse: "Bhagavan, qual è la causa, qual è il motivo per cui il Bhagavan ha > mostrato un sorriso che ha fatto apparire ottocentoquarantamila raggi > dalla > bocca del Bhagavan? Tutto il gran migliaio delle tre migliaia di sistemi > di > mondi è stato colmato da questi raggi; anche trentadue grandi inferni ne > sono stati colmati; perfino le trentadue dimore dei deva erano illuminate. > Quei raggi, di svariati colori come blu, giallo, rosso, bianco, papavero, > cristallo, argento e così via, irradiatisi dalla bocca del Bhagavan, hanno > estasiato tutti gli esseri nel gran migliaio delle tre migliaia di sistemi > di mondi, sono tornati indietro e, dopo aver girato intorno al Bhagavan > sette volte, sono scomparsi nella sommità del capo del Bhagavan." > > E, ancora, il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena disse al Bhagavan: > "Bhagavan, se me ne fosse concessa l'opportunità, vorrei domandare al > Bhagavan, al Tathagata Arhat Buddha Perfettamente Realizzato, a proposito > di > un certo argomento." > > Quando ciò fu detto, il Bhagavan così parlò al bodhisattva mahasattva > Bhaishajyasena: > "Bhaishajyasena, domanda qualsiasi cosa desideri. Ti appagherò spiegando > qualsiasi cosa richiesta." > Egli disse: " Bhagavan, sono apparsi trentamila milioni di giovani. Essi, > avendo compreso la sottile esposizione del Tathagata, parlano così ai > vecchi: 'Vecchi, voi non conoscete il Dharma. Voi dite che il Dharma non > esiste. Voi siete affezionati all'infelicità. In tal modo, non riuscite a > prendere in considerazione che esistono complessità sottili e fate danno > denigrando.' Bhagavan, perché essi pronunciano parole piacevoli e > condivisibili?" > > Il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, non sai perché essi pronunciano queste > parole? Essi pronunciano parole gentili e confacenti al Tathagata. > Bhaishajyasena, ascoltando il Dharma terranno a mente il significato di > tutti i dharma. possiederanno tutte le virtù e tutti percepiranno le > dharani. Poi verranno posti nei dieci livelli. Oggi, essi diffonderanno il > suono del grande tamburo del Dharma. Oggi entreranno in possesso del > sistema > del grande Dharma. Bhaishajyasena, vedi questi baldacchini?" > Egli rispose: "Bhagavan, li ho visti, Andato nella Beatitudine, li ho > visti." > > E il Bhagavan parlò: "Bhaishajyasena, questi giovani essendosi fermati > oggi > sotto questi baldacchini, otterranno la chiara comprensione del Dharma. > Oggi > stesso porteranno completamente a termine tutti i buoni dharma. Oggi, essi > suoneranno il grande tamburo del Dharma. Oggi, le regioni dei deva > acquisiranno la chiara realizzazione del Dharma. Gli esseri negli inferni > e > in molti luoghi di iniquità, avendo udito la dimostrazione della perfetta > saggezza del Tathagata, distruggeranno il samsara e saranno vittoriosi. E, > in quella circostanza, tutti i novantamila milioni di vecchi otterranno il > frutto di colui che è "entrato nella corrente'. E tutti quanti diverranno > detentori del Dharma. Bhaishajyasena, essi abbandoneranno completamente > tutte le sofferenze. Bhaishajyasena, tutti quanti diverranno divulgatori > del > Tathagata. Bhaishajyasena, tutti quanti diverranno altresì detentori del > suono del grande tamburo del Dharma. Bhaishajyasena, guarda nelle quattro > direzioni." > > E il bodhisattva, il grande Bhaishajyasena guardò nelle quattro direzioni > e > vide che tanti bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia di cinquanta > milioni di fiumi Gange erano giunti dalla direzione est; dalla direzione > sud > erano giunti tanti bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia di > sessanta > milioni di fiumi Gange; dalla direzione ovest erano giunti tanti > bodhisattva > quanti sono i granelli di sabbia di settanta milioni di fiumi Gange; dalla > direzione nord erano giunti > > 60 > > tanti bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia di ottanta milioni di > fiume Gange; dal nadir erano giunti tanti bodhisattva quanti sono i > granelli > di sabbia di novanta milioni di fiume Gange e dallo zenit erano giunti > tanti > bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia di cento milioni di fiume > Gange. E questi, giunti alla presenza del Bhagavan si sedettero ai due > lati. > > Allora il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena disse così al Bhagavan: " > Bhagavan, che cosa sono quelle forme nere e rosse che appaiono laggiù nel > cielo?" > E il Bhagavan domandò: "Bhaishajyasena, non sai cosa sono queste forme > nere > e rosse? Il Tathagata lo sa. Bhaishajyasena, quello è Mara. > Bhaishajyasena, > desideri vedere?" > Ed egli rispose: "Lo desidero, Bhagavan. Lo desidero, Andato nella > Beatitudine." > E il Bhagavan disse: "Bhaishajyasena, allo stesso modo sono giunti tanti > bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia di cento milioni di fiumi > Gange." > Ed egli domandò: " Bhagavan, qual è la causa, qual è il motivo per cui > sono > giunti questi bodhisattva?" > > E il Bhagavan rispose: "Bhaishajyasena, essi sono giunti a motivo dei > giovani. Tutti questi esseri conquisteranno il Dharma della meditazione. > Bhaishajyasena, vedi le grandi moltitudini di esseri arrivati qui per > mezzo > di vari poteri prodigiosi?" > > Ed egli rispose: "Vedo tanti bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia > di > cento milioni di fiumi Gange e tanti bodhisattva quanti sono i granelli di > sabbia di centomila miliardi di milioni di fiumi Gange dimorano nei poteri > prodigiosi: dimorano in molte forme, molti colori e molte fattezze. Vedo > che > questi bodhisattva dimorano nello stato del Dharma degli Arya, e questi > bodhisattva sono stabiliti nella dimora del Dharma insieme ai loro > seguiti." > Quando il Bhagavan ebbe proferito queste parole, il bodhisattva mahasattva > Sarvashura, il bodhisattva mahasattva Bhaishajyasena, tutti i vecchi e i > giovani, e tutti coloro che erano lì con i loro seguiti, come i deva, gli > esseri umani, gli asura e i gandharva, furono estasiati e lodarono il > discorso del Bhagavan. > > Il "Nobile Sanghatasutradharmaparyaya" è così concluso. > > -- > > Colophon alla traduzione dal tibetano in inglese > Questa prima bozza di traduzione dal tibetano in inglese è offerta dalla > ven. Lhundup Damch quale mezzo provvisorio perché il sutra possa essere > recitato al più presto da quante più persone possibile. Tutti gli errori > sono suoi; tutto ciò che è fatto bene è il risultato della gentilezza di > Geshe Lhundup Sopa nel leggere la prima parte del testo con lei, dal > settembre 2002 fino alla fine di gennaio 2003, a Madison, nel Wisconsin. > La > traduzione è stata fatta usando l'edizione di Taipei del Kangyur, con > alcune > correzioni basate sulle edizioni di Lhasa e Pechino e considerando il > sanscrito. > > 61 > > Colophon alla traduzione dal sanscrito in inglese > La traduzione dal sanscrito in inglese appare nella tesi di laurea (PhD), > non pubblicata, del defunto studioso dello Sri Lanka, R.A. Gunatilaka, > presentata all'università di Cambridge nel 1967. Un grande numero di > termini > sanscriti lasciati non tradotti da Gunatilaka, sono stati qui tradotti in > inglese per facilitare la recitazione e la comprensione. In alcuni punti > sono state fatte dalla ven. Lhundup Damch altre correzioni per migliorare > la grammatica e la punteggiatura dell'inglese, consultando l'originale in > sanscrito, in altri punti alcuni passaggi sono stati tradotti ex novo. > Ultima revisione: Puerto Rico, 18 giugno 2003 > > Leggero editing della Ven.Constance Miller, FPMT Education Departement, > settembre 2004 > Colophon all'edizione italiana del 25 maggio 2005 > > Il Sanghatasutra dharma-paryaya è stato tradotto dall'inglese in italiano > da > Roberta Scandellari (1a parte), da Annette Fitz (2a parte) e, per una > decina > di pagine mancanti, da Adalia Samten Telara, che ne ha curato una prima > sommaria revisione generale, nel luglio 2004, con la collaborazione di > Roberta Scandellari. Tutto questo affrettato lavoro era stato fatto per > seguire i consigli di Lama Zopa Rinpoce, di una diffusione e recitazione > ampia e immediata del Sanghatasutra.. > > Per esaudire ancora il desiderio di Lama Zopa, di rendere accessibile il > Sanghatasutra al maggior numero di persone, di recitarlo nei centri FPMT > italiani nel miglior modo possibile e dedicarlo nei vari modi, e per amore > di questo sorprendente e chiarificante sutra, ho offerto ai centri FPMT > questa mia seconda e più approfondita revisione della traduzione italiana. > Senza dubbio il lavoro non è ancora perfezionato e restiamo tutti in > attesa > di una traduzione completa dal tibetano per un'ulteriore pubblicazione. > Spero tuttavia di aver migliorato la comprensione e la recitazione di > questo > potente sutra di Buddha Shakyamuni. Ringrazio Maurizio Cacciatore per aver > sollevato varie perplessità su parti effettivamente oscure ed essersi > impegnato in suggerimenti linguistici molto utili. Adalia Samten Telara, > 25 > maggio 2005, mese del Vesak.
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