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SCHEDA ARTICOLO N. «01282»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: CHARLES W. LEADBEATER
TITOLO: LA VITA DOPO LA MORTE (MONOGRAFIA LUNGA)
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TESTO ARTICOLO

LA VITA DOPO LA MORTE

di Charles W. Leadbeater

Editrice Libraria "Ars Regia" - Milano

SOMMARIO

Prima parte.

Introduzione.
Cari fratelli...
Il vostro cordoglio nuoce alla persona che amate.
La costituzione sottile dell'uomo.
Ogni corpo vede solo al suo proprio livello.
Le ricerche degli scienziati dimostrano che...
Ma se i morti sono vivi, che genere di vita conducono?
Vi sono infelici nel mondo dell'oltretomba?
Seconda parte.
I morti ci vedono? Odono quello che diciamo loro?
La realtà del Purgatorio.
Che cosa avviene dei bimbi in questo strano mondo spirituale?
Lo spiritismo.
Non piangere...
Mantra da dire dopo l'ultimo respiro.

--

Introduzione

Questo opuscolo è stato scritto da Charles Webster Leadbeater (1847-1934),
Vescovo della Chiesa Cattolica liberale e famoso chiaroveggente.

In questa breve opera C.W. Leadbeater porta l'attenzione sul problema della
morte e la esamina sotto il profilo di un semplice cambio di stato
dell'uomo. Oltre a dare alcune informazioni circa la costituzione occulta
dell'essere umano, l'Autore vuole portare conforto a quanti provano dolore
per la 'scomparsa' di parenti ed amici, restituendo con estrema chiarezza e
precisione la visione di una vita immortale per l'uomo spirituale.

La morte come avvenimento inevitabile fa parte dell'esperienza di ogni uomo
nato sul pianeta ed ha sempre interessato le religioni, le filosofie e le
culture dell'umanità. Queste hanno cercato di fornire diverse risposte allo
smarrimento dovuto alla dipartita di un caro, ma fino ad oggi nessuna di
esse, o poche, hanno saputo consolare veramente chi resta.

La diffusione dello spiritismo che ha interessato il mondo occidentale dal
XIX secolo in poi ha dato qualche risposta in più, ma le implicazioni forti
che esso presuppone ha fatto in modo che molte persone non ne venissero in
contatto. C.W. Leadbeater cerca con questo opuscolo di far luce sulla morte,
uno dei grandi misteri dell'umanità, con l'intento di portare conforto a chi
soffre per quella che ancora oggi viene creduta una separazione definitiva.



Fratelli, la morte vi ha rapito una persona cara che forse era tutto per voi
ed ora vi sembra che il mondo sia deserto e che la vita sia senza valore.
Sentite che ogni gioia vi ha abbandonati per sempre, che per voi l'esistenza
d'ora in avanti non può più essere altro che un angoscioso rimpianto della "
... cara mano svanita, della diletta voce muta per sempre". Inoltre il
vostro dolore per la perdita irreparabilmente subita è aggravato
dall'incertezza intorno alle condizioni della persona amata che avete
perduto, che è ora "scomparsa nell'ignoto".

Certo voi sperate che ora sia felice; ma se guardate in alto, il cielo vi
sembra vuoto; se chiamate nessuno vi risponde. Dubbio e disperazione vi
opprimono e formano una nube che vi nasconde lo splendore del sole.

Il vostro stato d'animo è naturale ed io lo comprendo perfettamente; il mio
cuore è pieno di simpatia per quanti soffrono come voi, ma spero di fare
qualcosa di più che simpatizzare: spero di portarvi aiuto e speranza.
Migliaia di altre persone che si trovavano nella vostra triste situazione
sono state consolate. Perché non potreste esserlo anche voi?

Voi dite: "Come può esservi sollievo e speranza per me?". Certo, può esservi
sollievo e speranza per voi, perché il vostro dolore è fondato su di un
equivoco, perché vi affliggete per una cosa che non è realmente avvenuta.

Quando conoscerete come stanno veramente le cose, cesserete di affliggervi.
"Ma la mia perdita è un fatto", voi direte, "Come potete aiutarmi, se non vi
è dato rendermi la persona cara che ho perduto?".

Io vi comprendo, ma ascoltatemi per un momento e cercate di afferrare tre
proposizioni che voglio presentarvi, inizialmente come semplici
affermazioni, poi nei loro convincenti particolari.

La vostra perdita è solo un fatto apparente, apparente dal vostro punto di
vista; ed io voglio portarvi ad un altro punto di vista. Siccome la vostra
sofferenza deriva da una grande illusione, dall'ignoranza delle leggi di
Natura, io cercherò di aiutarvi sulla via della conoscenza, spiegandovi
alcune semplici verità, che potrete poi approfondire a vostro piacimento.

Non c'è ragione perché voi siate incerti ed inquieti riguardo alle
condizioni in cui si trova in questo momento la persona cara, che dite di
avere perduto, poiché la vita dopo la morte non è più un mistero. Il mondo
d'oltretomba è governato da leggi naturali, precisamente come questo che
conosciamo ed è stato esplorato e studiato con precisione scientifica.

Il vostro cordoglio nuoce alla persona che amate

Voi non dovete addolorarvi, perché il vostro cordoglio nuoce alla persona
che amate. Se riuscirete ad aprire la vostra mente alla verità non vi
affliggerete più.

Voi forse osserverete che le mie sono soltanto asserzioni, ma ditemi, voi su
che cosa basate la vostra presente credenza, qualunque essa sia?
Sull'insegnamento di qualche Chiesa, su qualche supposta Sacra Scrittura o
sulla credenza generale di coloro che vi circondano, cioè sull'opinione
pubblica dei vostro tempo.

Ebbene provate a lasciare da parte ogni preconcetto e constaterete che gli
insegnamenti delle Chiese non sono identici, che le parole delle Sacre
Scritture sono state interpretate in differenti modi, e che anche l'opinione
pubblica dei vostro tempo non è basata su di una conoscenza precisa, bensì
da un "si dice". Ma in queste cose che ci interessano così da vicino e così
profondamente non ci si può accontentare di mere supposizioni o di vaghe
credenze, occorre l'investigazione accurata, la descrizione precisa,
insomma. la certezza scientifica.

Ebbene tale investigazione è stata intrapresa, tale descrizione è stata
fatta ed è mio desiderio appunto farvi conoscere i risultati di questi
studi. Non vi domando di credermi ciecamente, vi espongo solo i fatti quali
mi sono noti e vi invito ad esaminarli.

La costituzione sottile dell'uomo.

Consideriamo dunque ad una ad una le proposizioni che vi ho presentato. Ma
per maggior chiarezza permettete che vi dica prima qualche cosa circa la
costituzione dell'uomo; qualche cosa di più di quel che generalmente ne
sanno coloro che non hanno fatto studi speciali in proposito.

Si dice in genere che l'uomo possiede un'anima immortale, cioè un'anima che
si suppone sopravviva alla morte del corpo. Questa affermazione è vaga ed
inesatta. Non bisogna dire: "Io spero di avere un'anima", bensì "Io so di
essere un'anima", poiché quest'ultima corrisponde alla realtà. L'uomo, è
un'anima ed ha, possiede un corpo. Il corpo non è l'uomo, è solo la sua
veste. Ciò che si dice "morte", è il deporre un vestito logoro, ma non
implica la fine dell'uomo più di quanto l'implichi il deporre il cappotto.

Voi non avete quindi perduto il vostro amico, il vostro caro, ma avete
semplicemente perduto di vista l'abito nel quale eravate abituati a vederlo.
L'involucro è scomparso, ma l'uomo che lo portava esiste tuttora e certo voi
amate l'uomo e non il suo involucro.

Prima però di poter comprendere le condizioni presenti dei vostro amico vi è
necessario conoscere le vostre. Cercate di far vostra l'idea che voi siete
un essere immortale, perché divino in essenza, una scintilla dei fuoco di
Dio; che prima di rivestire l'involucro chiamato corpo fisico avete vissuto
lunghe età, e che vivrete ancora a lungo dopo che esso si sarà dissolto in
polvere. "Iddio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò"
(Genesi 1,27).

Questa non è una congettura od una pia credenza, ma un fatto scientifico
suscettibile di prova, come potete constatare voi stessi, leggendo le
pubblicazioni che esistono sull'argomento.Ciò che voi avete creduto essere
la vostra vita è in realtà solo un giorno della vostra vita reale e lo
stesso è per il vostro amico; egli non è morto, ma ha soltanto deposto
l'involucro più denso.

Malgrado ciò non dovete pensare a lui come ad un soffio incorporeo, perché
egli non è in alcun modo diminuito da quanto era prima. Come disse S. Paolo:
"Se vi è un corpo materiale, vi è pure un corpo spirituale. Difatti così sta
scritto: il primo uomo Adamo fu fatto anima vivente" (I Corinti 15,44-45).

In generale si interpreta male questa frase; si pensa a questi corpi come se
fossero successivi e non si comprende invece che tutti noi li possediamo
anche ora, uno visibile e l'altro invisibile. Quando si abbandona il primo,
si mantiene ancora quello più sottile, cioè si resta rivestiti dei corpi
sottili o spirituali.

Chiarita questa idea avanziamo di un altro passo. L'involucro di materia più
densa non viene deposto solo al momento di ciò che normalmente si definisce
"morte", ma viene fatto ogni volta che ci si addormenta. Si abbandona il
proprio corpo fisico e si erra nel mondo nel corpo spirituale, invisibili al
mondo denso, ma chiaramente visibili a coloro che in quel momento si trovino
anch'essi a far uso dei loro corpo spirituale.

Ogni corpo vede soltanto ciò che è al proprio livello.

Per questo motivo gli occhi del corpo fisico vedeno solo gli altri corpi
fisici mentre gli occhi del corpo spirituale vedono solo gli altri corpi
spirituali. Quando poi si riprende il proprio cappotto, ovvero si ritorna
nel corpo denso, o, come si dice comunemente "ci si sveglia", accade
talvolta di riportare sotto forma di sogno qualche ricordo, in genere assai
confuso e distorto, di ciò che si è visto mentre si era altrove nel corpo
spirituale.

Il sonno poterebbe definirsi una specie di morte temporanea, con la sola
differenza che nel sonno non ci si ritrae dei tutto dal corpo denso e che è
quindi possibile farvi ritorno, mentre alla morte lo si abbandona
definitivamente. Da tutto ciò consegue che quando voi dormite vi trovate
nelle stesse condizioni in cui è passata la persona cara che vi è morta. E
vi spiegherò ora quali siano tali condizioni.

Per quanto riguarda la vita post-mortem si sono avute molte teorie, basate
per la maggior parte su erronee interpretazioni di Sacre Scritture. Fino a
poco tempo fa (inizio del XX secolo (N.d.R.)) era universalmente accettato
il dogma della punizione eterna che oggi più nessuno, tranne gli
ignorantissimi, accetta. Esso era basato sulla traduzione sbagliata di
alcune parole attribuite a Cristo, ed i monaci dei medioevo lo mantennero
come un utile spauracchio per costringere le masse ignoranti a comportarsi
bene.

Con l'avanzare della civiltà gli uomini iniziarono a comprendere che una
simile credenza era non solo empia, ma anche ridicola, ed i religiosi
moderni l'hanno sostituita con qualche cosa di più ragionevole, ma si
mantengono sempre molto vaghi e ben lontani dalla semplicità dei vero. Tutte
le Chiese hanno complicato le loro dottrine, perché hanno voluto insistere
sul dogma assurdo ed infondato dell'esistenza di un Dio crudele e collerico,
che vuoi far dei male al suo popolo. Terribile dottrina questa importata dal
Giudaismo primitivo, invece che dall'insegnamento di Cristo che mostra Dio
come Padre amorevole.

Una volta ammesso il fatto fondamentale che Dio è Amore e che il Suo
universo è governato da leggi eterne e sagge, si comincia a comprendere che
tali debbono essere tanto le leggi che reggono il mondo di qua della tomba,
quanto quelle che reggono il mondo di là.

Ma anche a questo proposito le credenze sono vaghe: mentre si parla di un
lontano Paradiso, di un lontano Giorno dei Giudizio, ben poco ci si dice di
quello che accade qui al momento della morte. D'altronde coloro che
insegnano queste cose non pretendono di avere alcuna esperienza delle
condizioni dopo la morte. Essi dicono soltanto ciò che hanno ascoltato ed
imparato da altri, non ciò che sanno direttamente. Come possono quindi
soddisfarci?

In verità l'epoca della fede cieca è tramontata. Viviamo nell'era della
conoscenza, scientifica e non possiamo più accettare idee non conformi alla
ragione ed al buon senso. Pensiamo forse che i metodi scientifici non si
potrebbero applicare alla comprensione di problemi lasciati finora
completamente alla religione? La Società Teosofica e la Società per le
Ricerche Psichiche li hanno proprio utilizzati in questo senso ed io intendo
appunto esporvi i risultati di tali investigazioni condotte con spirito
scientifico.

Noi siamo Spiriti, ma viviamo in un mondo materiale, un mondo che ci è noto
solo in parte, poiché ne percepiamo appena quei poco che ce ne viene
trasmesso dai nostri sensi fisici, assai imperfetti. Possiamo vedere i corpi
solidi; vediamo generalmente i liquidi, se non sono perfettamente limpidi,
ma i gas ci sono, nella maggior parte dei casi, invisibili.

- Le ricerche degli scienziati dimostrano che...-

Le ricerche degli scienziati dimostrano che esistono altre specie di materia
molto più tenui dei gas più rarefatto che non si possono percepire né
osservare con i sensi ed i mezzi fisici.

Tuttavia si può venire in contatto con queste diverse specie di materia più
tenui e si possono investigare per mezzo del corpo spirituale di cui ho
parlato poc'anzi, il quale ha sensi suoi propri, come li ha il corpo fisico.

La maggior parte degli uomini non ha ancora imparato a farne uso, ma si
tratta di facoltà che è possibile acquisire. Tanto è vero che alcuni le
hanno sviluppate e riescono grazie ad esse a vedere molte cose celate alla
vista ordinaria. Essi hanno così constatato che questo mondo è assai più
meraviglioso di quanto abbiano mai supposto gli uomini, i quali pur avendo
vissuto in esso per migliaia di anni, sono rimasti per la maggior parte
completamente ignoranti della parte più alta e più bella della vita.

Le ricerche fatte in questo campo hanno già dato risultati sorprendenti e
dischiudono orizzonti sconfinati e meravigliosi.

La prima cosa che si impara studiando i mondi superfisici è che la morte non
è la fine della vita, come abbiamo sempre supposto, ma soltanto il passaggio
da uno stadio di vita ad un altro.

Come ho già detto, la morte non è che il deporre un cappotto: dopo di essa
l'uomo si trova nel suo corpo spirituale. Ma benché, per la sua
sottigliezza, S. Paolo lo abbia chiamato spirituale, esso è un corpo e
quindi come tale è materiale. Tuttavia esso è composto da una materia molto
più sottile. di ogni materia a noi nota fino ad ora, più sottile (o per
meglio intenderci potremmo dire meno densa) dei più fine gas conosciuto in
natura.

Il corpo fisico serve all'uomo come mezzo di comunicazione con il mondo
fisico; senza questo strumento infatti egli non potrebbe né ricevere né
trasmettere alcuna impressione in tale mondo. Il corpo spirituale serve
precisamente allo stesso scopo nel mondo spirituale; esso è cioè
l'intermediario per mezzo dei quale lo spirito dell'uomo comunica con il
mondo superiore, con il mondo spirituale.

Ma questo mondo spirituale non è qualcosa di nebuloso, di lontano ed
irraggiungibile. È semplicemente una parte più elevata dei mondo che
abitiamo ora. Esistono bensì altri mondi assai più alti ancora e più remoti,
ma ciò che comunemente si chiama morte non ha nulla a che fare con essi: la
morte è soltanto il passaggio da uno stato, o condizione di vita, ad un
altro.

Si può obiettare che l'uomo in questo cambiamento diventi invisibile, ma in
realtà l'uomo è sempre stato invisibile. Quello che di lui si vedeva prima
della morte non era che il corpo da lui abitato, una sorta di 'cappotto', di
vestito indossato dal vero uomo in esso celato. Dopo la morte egli abita in
un corpo più sottile che trascende la vista ordinaria (essendo uno dei sensi
essenzialmente fisici), ma che non è fuori dalla nostra portata.

È necessario rinunciare alla credenza a cui siamo stati abituati seconda la
quale la morte è un avvenimento straordinario, miracoloso; che quando
l'anima lascia il corpo, essa in qualche modo svanisca in un cielo oltre le
stelle. Certo i processi di Natura sono meravigliosi e spesso per noi
incomprensibili, ma essi non vanno mai contro la ragione e contro il buon
senso.

Come il fatto di deporre il proprio cappotto o vestito non implica il
trasferimento della persona in un altro luogo, così il deporre il corpo
fisico non implica il trapasso dell'uomo in. un'altra regione: è vero che
gli altri uomini incarnati, ancora dotati cioè di un corpo fisico, non lo
vedono più, ma questo è dovuto solo all'insufficiente visione nei mondi
superfisici

È noto che i nostri occhi percepiscono solo pochissime delle vibrazioni
esistenti in Natura e che quindi noi vediamo solamente quelle sostanze che
riflettono tali particolari vibrazioni. La vista del corpo spirituale è in
grado di rispondere anch'essa a vibrazioni, ma a vibrazioni di un genere dei
tutto differente, e proprie di una materia più sottile...

Tutto questo è spiegato nei suoi particolari nelle pubblicazioni teosofiche
(si veda a questo proposito l'opuscolo a cura dei Gruppo Teosofico
Valdostano "Lo Spiritismo: cause e pericoli delle sedute spiritiche " che
spiega in modo soddisfacente e con linguaggio moderno tutto ciò).

Per il momento basta constatare che per mezzo dei corpo fisico si
percepiscono i fenomeni dei mondo fisico e che per mezzo dei corpo
spirituale si percepiscono quelli dei mondo spirituale. Ricordiamo inoltre
che il mondo spirituale non è un altro mondo, bensì una parte più raffinata
di questo mondo. Vi sono altri mondi ripeto, ma di essi non è necessario
occuparcene ora.

La persona che voi credete dipartita, vi è in realtà tuttora vicina, solo
voi non vi accorgete della sua presenza perché non potete vederla; ma quando
nel sonno lasciate il vostro corpo fisico, vi trovate con lei in piena
coscienza e la vostra unione è completa come quando era in vita. Durante il
sonno voi siete felice, insieme alla persona che amate; solo nelle ore di
veglia sentite la separazione.

Disgraziatamente per la maggior parte degli uomini vi è una interruzione fra
la coscienza fisica e la coscienza dei corpo spirituale, in modo che,
quantunque in quest'ultimo si ricordi perfettamente il primo, è impossibile
per molti riportare alla coscienza di veglia il ricordo di ciò che l'anima
fa quando, durante il sonno, è fuori dal corpo fisico.

Se tutti avessero questo ricordo la morte non esisterebbe più. Alcuni hanno
già raggiunto tale continuità di coscienza e tutti possono ottenerla a poco
a poco, perché essa fa parte dello sviluppo naturale delle facoltà umane. In
molti questo sviluppo è già iniziato e quindi qualche barlume dei mondo
spirituale viene portato al loro cervello fisico; ma quelli che ancora non
sanno cosa siano i sogni, perché non ne hanno studiato il meccanismo, non
attribuiscono a questi primi barlumi alcun valore.

Finora pochi posseggono pienamente coscienza e ricordo di ciò che hanno
visto o fatto durante il sonno, ma alcuni pur non riuscendo a vederli,
sentono vagamente la presenza dei loro cari defunti, ed altri, benché non
abbiano alcun ricordo preciso, si svegliano con un senso di pace e di
serenità che è appunto il risultato di quanto è avvenuto nel mondo
superiore.

Ricordiamo sempre che il mondo fisico è l'inferiore e che quello spirituale
è il superiore, e che anche in questo caso il maggiore include il minore.
Quando ci si trova in stato di coscienza spirituale si ricorda perfettamente
ciò che è avvenuto in stato di coscienza 'ordinaria', perché passando nella
prima quando ci si addormenta si depone l'ingombro dei corpo denso, ma
quando si ritorna alla vita inferiore e si riprende quel fardello, oscurando
con esso le facoltà superiori, il mondo dello spirito cade nell'oblio.

Se dunque desiderate comunicare qualche cosa ad una persona 'morta' basterà
formulare la vostra intenzione e la comunicazione in modo chiaro e preciso
nelle vostra mente prima di addormentarvi, e certamente essa avverrà non
appena incontrerete il defunto. Se si trattasse di consultarlo per ricevere
un'informazione, è quasi certo che l'interruzione tra le due forme di
coscienza (tra quella spirituale e quella fisica) che avviene durante il
risveglio vi impedirebbe di riportare una risposta chiara, ma anche in
questo caso vi potrete svegliare con una forma di impressione che sarà molto
probabilmente il riflesso dei suo desiderio o della sua decisione.

È consigliabile però consultare i defunti il meno possibile, perché, come
vedremo più avanti, non è bene che essi siano disturbati nel mondo superiore
in cui si trovano con questioni che riguardano uno stadio di vita da cui
sono per il momento liberati.

Ma se i morti sono vivi, che genere di vita conducono?

Vi sono molte gradazioni e varietà, ma essa è quasi sempre più felice di
quella terrena. Come dice un'Antica Scrittura: "Le anime dei giusti sono
nelle mani di Dio e là nessun tormento può toccarli".

Alla vista dell'ignorante le persone sembrano morire; la loro scomparsa è
considerata come una sventura ed il loro allontanarsi da noi come una
completa distruzione, ma esse sono in pace. Liberiamoci dunque da teorie
antiquate: chi muore non balza improvvisamente in un cielo impossibile od in
un impossibile inferno.
Non esiste inferno, nel senso empio della parola, e non esiste inferno in
alcun luogo ed in alcun senso, tranne quello che ogni uomo forma per sé
stesso. La morte non porta alcun mutamento all'uomo; essa non lo fa
diventare ad un tratto un angelo od un santo né gli conferisce
immediatamente la sapienza dei secoli: il giorno dopo la sua morte egli è
precisamente lo stesso uomo dei giorno prima, con gli stessi sentimenti, le
stesse disposizioni, lo stesso sviluppo intellettuale.

La sola differenza è che egli ha perduto il corpo fisico.

E ciò cosa significa? Significa liberazione da ogni possibilità di dolore o
di stanchezza; liberazione da ogni faticoso dovere, libertà completa, forse
per la prima volta nella sua vita, di fare precisamente quello che vuole.
Nella vita fisica è legato ed impacciato, a meno che non appartenga a quella
piccola minoranza che vive di rendita, e si trova sempre nella necessità di
lavorare per guadagnare il denaro necessario per procurarsi il cibo, il
vestiario e la casa per sé e per coloro che dipendono da lui. In ben pochi
casi, forse quelli dell'artista o del letterato, il lavoro è una gioia, ma
la maggior parte degli uomini è costretta ad un lavoro che non farebbe se
non fosse spinta dalla necessità.

Nel mondo spirituale non occorre denaro, non occorrono né cibo né vestiti né
riparo; il suo splendore e le sue bellezze sono a disposizione di quanti vi
dimorano, senza bisogno di comprarli. Nella materia rarefatta dei corpo
spirituale ci si può aggirare liberamente ovunque ed a piacere: chi ama le
bellezze delle foreste, dei mare, dei cielo, può a suo piacimento visitare i
più pittoreschi paesi della Terra.

Chi ama l'arte può trascorrere il suo tempo nella contemplazione dei
capolavori dei più grandi uomini. Chi è amante della musica può assistere
alle esecuzioni dei più celebri artisti e delle migliori orchestre dei
mondo. Ciascuno può dedicarsi interamente alla soddisfazione dei suoi gusti
purché il godimento che desidera sia fra quelli dell'intelletto o dei
sentimenti superiori e non abbia bisogno dei corpo fisico per essere
appagato.

È quindi evidente che ogni persona rispettabile e ragionevole è
infinitamente più felice dopo la morte che non prima, avendo la possibilità
non solo di procurarsi i piaceri che desidera, ma anche di fare progressi
nelle cose che più lo interessano.

Vi sono infelici nel mondo dell'oltretomba?

Sì, vi sono. Poiché quella vita è il seguito inevitabile di questa, ed ogni
persona è la stessa di ciò che era prima di abbandonare il proprio corpo
fisico e morire, e se i piaceri che essa amava nel mondo materiale erano
bassi e grossolani, si troverà nell'altro mondo nell'impossibilità di
soddisfare i suoi desideri: il beone soffrirà una sete inestinguibile, non
avendo più un corpo con il quale calmarla; il goloso sarà tormentato dalla
privazione dei piaceri della tavola; l'avaro non troverà più denaro da
accumulare.

Chi si sarà abbandonato in vita a basse passioni le troverà nell'altro mondo
come roditrici implacabili: l'uomo sensuale palpiterà ancora di brame che
non potrà soddisfare; il geloso sarà lacerato dalla gelosia, ed inoltre non
potrà più intromettersi nelle azioni che vorrebbe impedire.

Tutti questi tipi di persone soffrono senza dubbio nell'aldilà, ma soltanto
coloro le cui passioni sono state grossolane e fisiche per natura. In ogni
caso anche allora essi sono padroni dei loro destino: non devono far altro
che vincere le loro basse inclinazioni e subito sono liberati dalle
sofferenze che esse procurano loro. In breve, non esiste ciò che normalmente
si chiama punizione, ma solo il risultato naturale di cause messe in moto.

Basta togliere la causa per farne cessare l'effetto, non sempre
immediatamente, ma non appena si sia esaurita l'energia della causa ecco che
anche l'effetto svanisce. Vi sono molti che essendo immuni da bassi vizi
hanno condotto quel che in genere viene detta una vita mondana, occupandosi
principalmente della società e delle convenzioni, e pensando solo a
divertirsi.

Questi non hanno vere sofferenze nel mondo spirituale, ma spesso lo trovano
monotono e non sanno come occupare il loro tempo. Possono tuttavia riunirsi
ad altri dei loro tipo; ma, solitamente li trovano noiosi, non essendovi ora
più nessuna gara nel vestiario ed in altre ostentazioni, mentre le persone
più serie che desidererebbero ora avvicinare sono occupate in altre cose e
quindi inaccessibili ad essi.

Ma chiunque si interessi di cose intellettuali od artistiche si trova
infinitamente più felice fuori dal corpo fisico che non in esso. Ad ogni
modo è sempre possibile sviluppare nel mondo spirituale un interesse
razionale se si è saggi abbastanza per desiderare di farlo.

Più felici ancora degli artisti e degli intellettuali sono coloro il cui più
profondo interesse è stato riposto nei loro simili, quelli il cui maggiore
piacere è stato di aiutare, di consolare, di insegnare. Poiché sebbene nel
mondo spirituale non vi sia più povertà, fame, sete, freddo o cose di questo
genere, si trovano tuttavia molti afflitti ai quali si può dar conforto,
molti ignoranti ai quali si può insegnare.

Appunto perché in occidente si sa così poco dei mondo dell'oltretomba, vi si
trovano molti che hanno bisogno di istruzioni circa la loro nuova vita ed
uno che sa può aggirarsi in quel mondo offrendo informazioni consolanti.
Bisogna tener presente che le parole "qua" e "là" si riferiscono ad un
nostro erroneo apprezzamento, poiché il mondo "di là" è qui vicino a noi,
continuamente, e non si deve pensare ad esso come se fosse lontano e
difficile da raggiungere.

***

SOMMARIO

Seconda parte.

I morti ci vedono? Odono quello che diciamo loro?
La realtà del Purgatorio.
Che cosa avviene dei bimbi in questo strano mondo spirituale?
Lo spiritismo.
Non piangere...
Mantra da dire dopo l'ultimo respiro.

-

- I morti ci vedono? Odono quello che diciamo loro? -

Certamente essi, ci vedono, nei senso che sono sempre coscienti della nostra
presenza, che sanno se noi siamo felici od infelici; ma non odono le parole che
diciamo né hanno coscienza dei particolari delle nostre azioni fisiche. Basta
riflettere un momento per comprendere quali debbano essere i limiti della loro
facoltà di vedere.

Essi dimorano nel corpo spirituale che tutti possediamo e che è un esatto
duplicato dei corpo fisico nel quale è esclusivamente concentrata la nostra
coscienza durante la veglia. Abbiamo già detto che, come solo la materia fisica
è percepibile al corpo fisico, così la materia spirituale è discernibile per
mezzo dei corpo spirituale e quindi i morti vedono di noi solo il corpo
spirituale.

Quando siamo addormentati, usiamo quel veicolo e quindi per i morti siamo
svegli, mentre quando ci svegliamo ad essi sembra che ci addormentiamo, perché,
pur restando vicino a loro, non prestiamo più attenzione e non possiamo più
comunicare con essi. Come quando un nostro amico vivente è addormentato, noi
constatiamo la sua presenza, ma non possiamo comunicare con lui. Così i morti si
trovano nella stessa condizione: sono consci della nostra presenza, ma non
possono comunicare con noi.

La maggior parte degli uomini non ricorda nella veglia ciò che ha visto durante
il sonno e crede quindi erroneamente di aver perduto i suoi morti, ma ad essi
non sembra affatto di aver perduto i cari ancora viventi, perché li vedono in
ogni momento. La sola differenza per essi è che i vivi sono svegli per loro
durante la notte ed incoscienti durante il giorno, precisamente il contrario di
quel che accadeva quando erano nel corpo fisico.

Ciò che seguendo l'espressione di S. Paolo noi abbiamo chiamato il "corpo
spirituale" (e che più comunemente oggi viene detto "corpo astrale") è il
veicolo dei nostri sentimenti, delle nostra passioni e sono quindi le nostre
passioni ed i nostri sentimenti che noi mostriamo principalmente ai morti. Se
noi siamo lieti essi se ne accorgono immediatamente, anche se non possono
conoscere la ragione della nostra gioia e lo stesso fanno se siamo tristi, essi
sentono e dividono la nostra tristezza pur non rendendosi conto della ragione
dei nostro stato.

Questo naturalmente mentre noi siamo svegli, perché non appena ci addormentiamo
essi conversano con noi come erano soliti fare quando erano vivi e possono così
sapere quanto desiderano sul nostro conto. Durante le ore di veglia noi possiamo
dissimulare i nostri sentimenti, ma nel mondo superiore questo è impossibile,
poiché essi si mostrano immediatamente con mutamenti visibili; e siccome tanti
dei nostri pensieri sono collegati a sentimenti, così accade che anche la
maggior parte dei nostri pensieri si mostri a quel mondo, mentre tutto ciò che
si riferisce al pensiero astratto è assolutamente invisibile al corpo astrale.

Si osserverà che tutto ciò ha ben poca relazione con il Paradiso e con l'inferno
di cui ci parlavano durante la nostra infanzia, eppure questi sono i fatti reali
celati sotto quei miti. L'inferno non esiste, è vero, ma è evidente che
l'ubriacone, l'avaro, l'uomo sensuale, ecc. si preparano per l'aldilà qualche
cosa che può somigliare ad esso. Solo che non è eterno: dura finché le passioni
non si sono esaurite ed i morti possono farlo cessare all'istante se sanno e
vogliono dominare le loro brame terrene ed innalzarsi completamente sopra di
esse./p>

- La realtà del Purgatorio -

L'idea del Purgatorio come è inteso dalla Chiesa Cattolica si riferisce al fatto
che le cattive qualità di un uomo debbono essere arse e distrutte attraverso la
sofferenza prima che egli possa godere la beatitudine celeste. Questa
costituisce uno stadio superiore della vita d'oltretomba e corrisponde ad un
concetto razionale dei Paradiso. Quando tutte le brame egoistiche e basse sono
scomparse nell'uomo egli passa in una condizione di estasi religiosa, oppure di
elevata attività intellettuale, secondo il suo temperamento e secondo le linee
lungo le quali si sono sviluppate le sue energie durante la vita terrena.

È questo per l'uomo un periodo di beatitudine suprema, di altissimo godimento
intellettuale nel quale egli si avvicina alla realtà più di quanto gli fosse mai
stato possibile prima. Ed è concesso a tutti, non solo a quelli che sono
particolarmente pii e credenti. Non bisogna neppure considerarlo come una
ricompensa, bensì come il risultato inevitabile dei carattere che ciascuno ha
sviluppato durante la vita fisica.

Come la condotta di un uomo durante la sua gioventù influisce sulle condizioni
della sua virilità e della sua vecchiaia, così la sua condotta durante la vita
terrena ne determina le condizioni durante la vita d'oltretomba. Essa d'altronde
non è che uno stadio transitorio nella lunghissima vita dell'uomo, poiché
essendo la vita d'oltretomba risultato della vita terrena, cioè di una causa
finita, non può essere infinito.

La vita dell'uomo è ben più lunga e più grande di quanto generalmente si
supponga: la scintilla che è stata emanata da Dio deve tornare a Lui e l'uomo è
finora assai lontano dalla divinità. Tutta la vita evolve, poiché l'evoluzione è
legge di Dio e l'uomo si sviluppa lentamente insieme a tutto il resto.

Ciò che viene comunemente chiamato vita umana è in realtà solo un giorno della
vera e lunga vita. Come nella vita fisica l'uomo si sveglia ogni mattina,
indossa i suoi abiti, esce per il lavoro quotidiano ed al calare della sera si
spoglia e si riposa per alzarsi di nuovo il mattino seguente e riprendere il
proprio lavoro al punto in cui l'aveva lasciato, così quando l'uomo scende alla
vita fisica assume la veste dei corpo fisico e finito il lavoro di quella
giornata (che chiamiamo vita) lo depone nell'atto che si chiama morte e passa
nella condizione di riposo che ho descritto poco prima.

Dopo un certo tempo riveste un altro corpo di carne e ricomincia un altro giorno
di vita fisica, riprendendo la sua evoluzione al punto in cui l'aveva lasciata e
questo dura finché egli non ha raggiunto la meta che Dio ha fissato per lui.

Tutto questo può sembrare nuovo e, perché nuovo, perfino grottesco; tuttavia
quanto è stato detto è suscettibile di prova ed è stato verificato, molte volte,
da più persone anche di diverse culture. In un breve opuscolo non si possono che
esporre alcuni fatti, ma chi prova dell'interesse per l'argomento può ritrovarlo
diffusamente trattato in molti libri (si vedano le "Informazioni Bibliografiche"
al termine dei testo. (N.d.R.)

Ci si domanderà forse se i morti non sono turbati dall'ansia Per coloro che
hanno lasciato sulla Terra. Accade talvolta e questo infatti ritarda il loro
progresso; noi dobbiamo quindi, per quanto ci è possibile, evitare di
disturbarli. I morti devono essere lasciati completamente liberi da tutte le
preoccupazioni della vita che hanno abbandonato, affinché possano consacrarsi
interamente alla nuova esistenza in cui sono entrati.

Coloro che mentre erano in vita usavano ricorrere a loro per aiuto o consiglio
devono ora cercare di fare da sé, perché dipendendo ancora mentalmente da loro,
rinforzano i legami che li vincolano al mondo da cui debbono per il momento
staccarsi. Ecco perché è sempre opera motto buona prendersi cura degli orfani,
perché in questo modo non si fa solo dei bene ad essi, ma si sollevano i
genitori morti dall'ansia per i bimbi che hanno lasciato e si aiutano nel loro
avanzamento.

Coloro a cui durante la vita sono state insegnate dottrine religiose errate o
paurose, soffrono spesso, appena morti, per il timore dell'avvenire che li
aspetta, ma fortunatamente vi sono molti nel mondo spirituale che si consacrano
all'opera di consolare e rassicurare quelli che sono così turbati, dando loro
una spiegazione razionale dei fatti. E non solo vi sono morti che fanno questo,
ma anche molti vivi, i quali durante il sonno si dedicano al servizio dei morti
in questa maniera.

- Che cosa avviene dei bimbi in questo strano mondo spirituale? -

Uno dei casi più penosi riscontrabili sulla Terra è quello della morte di un
bambino che lascia i genitori desolati a piangere sulla culla vuota. Che cosa
avviene dei bimbi in questo strano mondo spirituale? Di tutti quelli che vi
entrano essi sono forse i più felici, quelli che si trovano bene più in fretta e
perfettamente a loro agio.

Essi non hanno perduto i genitori, i fratelli, le sorelle, i compagni di gioco
che amavano, ma si intrattengono con essi solo durante la notte, invece che
durante il giorno, quindi non provano alcun senso di perdita o di separazione.
Ed anche durante il giorno non si sentono soli, poiché là come qua, i bambini si
riuniscono a frotte e giocano insieme in "Campi Elisi" pieni di rare delizie.

Noi tutti sappiamo quanto i bambini si divertano a rappresentare scene
fantasiose, immaginando di essere quello o quell'altro personaggio, in ogni tipo
di avventura meravigliosa e fantastica: ebbene, nella materia così sottile di
quel mondo superiore, i pensieri assumono all'istante forme visibili e quindi un
bambino che immagini di essere un eroe prende temporaneamente l'aspetto di esso.
Se desidera un castello incantato, il suo pensiero subito lo costruisce; se
vuole un esercito, immediatamente un esercito è ai suoi comandi. Fra i morti le
schiere dei bambini sono sempre gioconde, talvolta anzi sfrenatamente allegre.

Ed anche i bimbi che hanno a disposizioni religiose trovano nel mondo celeste
ciò che forma oggetto delle loro aspirazioni poiché gli Angeli ed i Santi
esistono realmente e coloro che vi credono e li invocano sono attirati da essi e
li trovano più splendidi o più belli di quanto avessero mai immaginato. Neppure
coloro che vorrebbero vedere Dio stesso in forma materiale sono delusi, poiché
trovano nel mondo spirituale insegnanti amorevoli che spiegano loro che tutte le
forme sono forme di Dio, che Egli è dappertutto e che coloro che servono ed
aiutano le Sue anche più infime creature, servono ed aiutano Lui. I bambini in
generale si compiacciono di rendersi utili, di aiutare e consolare ed in quel
mondo superiore trovano sempre modo di farlo ed intanto nelle loro
peregrinazioni di pietà e di amore imparano la verità dei detto: "In quanto
l'avete fatto ad uno di questi miei più piccoli fratelli, voi l'avete fatto a
me".

Ed i bambini più piccoli, quelli che non possono ancora giocare? Non temete per
essi: molte madri li aspettano ansiose di stringerli al loro seno e di
accarezzarli come se fossero i loro. Normalmente questi piccoli restano solo
breve tempo nel mondo spirituale e quindi ritornano di nuovo sulla Terra, spesso
dalla stessa madre e dallo stesso padre.

I monaci medievali inventarono la crudele dottrina che i bimbi non battezzati
rimarrebbero per sempre nei cosiddetto "Limbo" separati da quanti li amavano.
Ora, è vero che il battesimo è un sacramento di innegabile efficacia, ma nessuno
pensi neppure lontanamente che l'omissione di una semplice forma esterna possa
sovvertire le leggi eterne e fare di un Dio d'amore uno spietato tiranno.

- Lo spiritismo -

Finora abbiamo parlato solo della possibilità di raggiungere i morti
innalzandosi al loro livello durante il sonno, che è il modo naturale e normale,
ma esiste anche il metodo anormale e non naturale offerto dallo spiritismo, per
mezzo dei quale i morti possono per qualche istante riassumere il velo di carne
e tornare visibili agli occhi fisici.

Gli occultisti non raccomandano questo metodo, in parte perché esso trattiene la
persona morta dal corso naturale della sua evoluzione ed in parte perché tali
pratiche sono molto incerte ed è molto facile essere tratti in inganno. In
questo breve opuscolo non posso dilungarmi su tale argomento, ma ne ho trattato
ampiamente nel mio libro Lautre cóté de la Mort.

Si veda a questo proposito l'opuscolo a cura dei Gruppo Teosofico Valdostano Lo
Spiritismo: cause e pericoli delle sedute spiritiche (N.d.R.). i troveranno
narrati in esso casi in cui alcuni defunti sono tornati spontaneamente in questo
mondo, manifestandosi in vari modi, generalmente perché avevano bisogno di
qualche cosa. In tali casi il miglior atteggiamento da assumere è cercare di
capire cosa desiderano e soddisfare, se possibile, il loro desiderio in modo che
possano tranquillizzarsi.

Ammettendo quanto ho esposto bisogna legittimamente dedurre che per quanto il
dolore per la morte di una persona cara sia naturale, esso è un male ed un
errore e che noi dobbiamo vincerlo. Non abbiamo ragione di affliggerci per i
nostri defunti, poiché essi sono passati ad una vita ampia e più felice.

Se ci rattristiamo per il fatto di esserci separati da loro, ci rattristiamo per
un'illusione ed il nostro rimpianto è egoistico, perché abbiamo a cuore più la
nostra apparente perdita che non il loro vero vantaggio. Dobbiamo sforzarci di
essere completamente altruisti, come deve essere ogni persona che ami veramente.
Dobbiamo pensare non a noi, non a ciò che ci farebbe piacere, ma solo a ciò che
è meglio per i nostri cari e più utile a loro progresso.

Se noi ci abbandoniamo al dolore, alla tristezza, alla disperazione, emaniamo
una caligine che oscura il loro cielo. Appunto l'affetto che essi nutrono per
noi, la loro simpatia, li rendono accessibili a questa nostra diretta influenza
e noi dobbiamo adoperare il potere che ci da questo amore per aiutarli e non per
ostacolarli.

Vegliamo dunque, affinché i nostri pensieri siano sempre buoni ed i nostri
sentimenti nobili e puri. Ciò richiede sicuramente coraggio da parte nostra,
abnegazione e la forza per dimenticare completamente noi stessi nel desiderio
ardente di dar loro il più grande aiuto possibile; ma tale è il nostro preciso
dovere.

Se supponiamo che i nostri defunti possano trovarsi in ansia per noi, cerchiamo
di mantenerci sereni, in modo che essi non debbano essere inquieti. Se durante
la loro vita fisica essi non possedevano nozioni esatte circa il mondo
dell'aldilà, il mondo spirituale, cerchiamo subito di acquistarle noi per
poterle trasmetterle a loro durante le conversazioni notturne che abbiamo con
essi, per poterli sollevare ed incoraggiare.

Cercate di comprendere l'unità dei tutto: vi è un solo Dio e tutti sono Uno in
Lui. Se riusciremo a prendere coscienza dell'idea di questa unità dell'Amore
Eterno, non potrà più esservi dolore per noi, poiché comprenderemo che vivi o
morti noi siamo dei Signore, che in questo mondo come nell'altro "In Lui
viviamo, ci muoviamo e siamo" come scrive S. Paolo. L'atteggiamento di chi prova
cordoglio per i morti è un atteggiamento da persona priva di fede o di
conoscenza. Più si sa, più si è fiduciosi perché si sente con maggiore certezza
che tanto noi, quanto i nostri morti siamo nelle mani di un Potere e di una
Sapienza perfetti, guidati da un perfetto Amore.

Note importanti: dopo il contatto con la luce, le anime che lo desiderano
possono tornare a visitare il mondo fisico.

Va anche ricordato che dopo la morte molte persone sono in uno stato di
confusione e hanno bisogno dell'aiutatore e dei pensieri dei loro cari.

-

- Non piangere...-

Questa lettera è da leggere come se fosse un messaggio di coloro che non sono
più tra noi.

Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove vivo, se tu potessi vedere e
sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine ed in questa
luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti, se mi ami!

L'incanto di Dio e delle sue espressioni di sconfinata bellezza sono ormai parte
del mio essere. Le cose di un tempo, al confronto, sono immensamente piccole e
quasi senza colore.

Mi è rimasto un intenso affetto per te, una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato ed amato nel tempo, ma tutto era allora così
fugace e limitato! Ora vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo tra
noi, tu pensami così!

Nelle tue difficoltà richiama alla mente questa meravigliosa casa dove non
esiste più la morte e dove insieme ci disseteremo, nel trasporto più intenso e
più puro, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore!

Non piangere quindi, se veramente mi ami!

-

Mantra da dire dopo l'ultimo respiro

"Anima di "(nome del trapassato)", nel nome del tuo Maestro spirituale ascolta:
stai sperimentando lo splendore della Luce, riconoscila come la tua coscienza,
rimani in uno stato di profonda unione e abbandono con la Luce che stai vedendo.

Nella Luce non perderai te stesso, ma ti ritroverai nella Pace e nella Gioia."

FINE

SPAZIATORE bianco

Manina indica Giù Spaziatore Manina indica Giù
Spaziatore