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SCHEDA ARTICOLO N. «01336»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: BRUNO BONVECCHI
TITOLO: LA DEPRESSIONE... PER RIGENERARSI...
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TESTO ARTICOLO

DEPRESSIONE

(di Bruno Bonvecchi)

-

Chi è depresso, uomo o donna che sia, vive riferendosi prevalentemente al
passato con una corrispondente negazione del presente. Questa negazione del
presente è anche frutto di prigioni interiori, infatti la persona depressa è
imprigionata dalle barriere inconsce che la isolano, la limitano e
successivamente ne opprimono lo spirito: la via di liberazione che viene
scelta più frequentemente passa attraverso il perseguimento di "scopi
irreali".

E' mia intenzione parlare della depressione nell'ambito dell'aspetto
energetico della vita umana oltre che dell'aspetto economico, in quanto il
passaggio da una "fine" ad un "inizio" si caratterizza sovente di atmosfera
depressiva.

La de-pressione, definita anche "male oscuro", è legata al nero ed al lutto,
ma anche alla notte, il periodo di quiescenza profonda che precede la
RINASCITA mattutina. Un episodio depressivo può costituire, per molti,
l'inizio di un ripensamento, di una virata che consenta nuovi sviluppi o
un'ulteriore possibilità di crescita.

Dal punto di vista fisiologico, in effetti, la depressione che interviene
dopo una grave delusione, una perdita, comunque dopo un cambiamento
significativo, appare come il tentativo di disimpegnare un investimento
energetico di tensione, di affetti ed emozioni da oggetti che non possono
più essere perseguiti.: si potrebbe parlare del momento sospensivo
immediatamente successivo al conseguimento di un traguardo perseguito con
tutta l'energia possibile.

Nel momento in cui ci si accorge di "essere quello che si è", e non quello
che si credeva di essere, può intervenire un sentimento depressivo, di
svalutazione o delusione. Ma la consapevolezza dei propri limiti è anche il
primo passo per accrescere la "vera" conoscenza di sé.

L'atteggiamento di rinuncia propugnata dallo stato depressivo può avere
un'accezione positiva: quella di spezzare vincoli ormai sterili, per
rinnovarsi in profondità, per far conto sopratutto su sé stessi, consci
finalmente delle proprie risorse reali. Anche la momentanea mancanza di
speranze può essere vissuta come una rinuncia alle aspettative infondate ed
alle illusioni infantili in favore di una realtà più credibile e
costruibile, anche se più dura.

Secondo la Sophianalisi non è importante soltanto l'azione dei mediatori
psichici e dei mediatori chimici ma anche, come già Binswanger nel 1927
aveva fatto presente a Freud, l'azione ovvero la decisione dell'Io Persona
sotto la spinta delll'elemento spirituale. Secondo l'ottica
cognitivo-cibernetica il sistema nervoso centrale è considerato come un
elaboratore che serve a manipolare e a combinare le informazioni espresse in
vari codici ( attività mentale ), che sono poi veicolati dalla dinamica
dell'attività neurale (attività cerebrale neurochimica ).

L'interazione tra sistema cerebrale e sistema immunitario, secondo
acquisizioni recenti della biopsicologia, giustifica il mantenimento
dell'omeostasi interna e la preservazione dello stato di salute o di
malattia: ma è di fondamentale importanza la connessione tra processi
cognitivi connessi alla elaborazione mentale fatta di
emozioni-decisioni-ricordi-idee.

Pertanto i significati tratti dalla storia e dalle esperienze personali ,
con il conseguente atteggiamento interiore che ne deriva, risiedono nel
livello mentale, in quello cerebrale ed anche in un altro livello che in
questo momento possiamo chiamare il livello della possibilità della persona
umana di trascendersi ! Questa è una premessa molto significativa perchè può
orientare in più direzioni l'eventuale intervento di aiuto nei casi
depressivi. Sciogliendo i nodi esistenziali, come le decisioni di scegliere
la depressione come meccanismo di difesa o di offesa, si sciolgono anche i
nodi psichici e persino i disturbi psicosomatici: da qui l'esigenza di una
sinergia multidisciplinare di competenze per ricostruire quel ponte
interrotto tra Scienze dello spirito e Scienze esatte.

Ricordo a questo proposito una donna 35enne che da quattro anni circa,
subito dopo il matrimonio, aveva visto accentuarsi marcatamente la sua
sintomatologia iniziata quando aveva 15 anni. Si è presentata a me come un
caso di depressione associata a disturbi psicosomatici, caratterizzati da
gastroduodenite con senso di vomito e inappetenza, colite, senso di
costrizione respiratoria nella zona sternale. Tale quadro era corredato da
ansia, paura di essere malata, alterazioni della percezione, psicotofobia
( paura di impazzire ), insicurezza, senso di incapacità, inibizione
sessuale. Dopo aver tentato il rimedio farmacologico, l'agopuntura e
l'omeopatia, si era decisa di chiedere un aiuto basato sulla relazione
interpersonale con finalità terapeutiche. Si era evidenziata subito
un'educazione rigorosa e costrittiva, specialmente da parte del padre
(autoritario, punitivo e moralista), con litigi familiari all'ordine del
giorno: il padre era molto legato a lei e geloso, mentre la madre mostrava
apertamente di preferire la sorella minore. A 6 anni la paziente aveva
risentito negativamente della nascita della sorellina (frequentava allora la
prima elementare e aveva spesso crisi di vomito); dall'età di 12 anni aveva
cominciato a mostrarsi insofferente delle manifestazioni affettuose del
padre. Da piccola dormiva nella stessa stanza dei genitori e percepiva come
cosa sporca e violenta i loro rapporti sessuali . A 15 anni la morte del
padre le lasciò marcati sensi di colpa e di rimorso: da allora aveva avuto
inizio la sua sintomatologia ansioso- depressiva.

Il lavoro terapeutico ha cercato di sciogliere i sensi di colpa che avevano
dato origine alla sintomatologia autopunitiva ed in breve si è manifestato
un generale miglioramento con la ripresa a pieno ritmo della sua attività di
impiegata di banca.Ma il passaggio di svolta decisivo è avvenuto con
l'invito di considerare che la propria storia passata non poteva essere
cambiata: " il tuo futuro non dipenderà dalla tua storia, ma dall'uso che tu
vorrai fare dell'esperienza passata per realizzare il progetto di vita che
ognuno di noi ha dentro di sè".

Saturno, dio del tempo e della concretezza, il cui colore è il nero, il cui
metallo è il piombo, è considerato anche il pianeta della depressione;
simboleggia tuttavia anche la ricerca profonda, l'acquisizione della
conoscenza, l'ottenimento di risultati duraturi grazie all'applicazione di
sè ed allo sforzo ponderato. In qualche caso la depressione "fisiologica" ha
la funzione di dare una scossa alle proprie false sicurezze, e spesso il Sé
la utilizza per dare uno scuotimento radicale all'Io: nella mia esperienza
di vita personale ho realizzato le più grosse trasformazioni attraversando
il mar rosso della depressione (l'immagine del mar rosso mi viene suggerita
dalla storia di Mosè e la ritengo calzante per l'argomento di questa
relazione): il mar rosso sta ad indicare la vitalità compressa.

P.Citati ci ricorda che per Aristotele esistevano già i malinconici,
maledetti dalla sorte: quelli che dipingono, scrivono e così via. Scoprì che
la natura della malinconia arriva a ciò che noi chiamiamo depressione. Da un
lato l'euforia, l'abbraccio del mondo; dall'altro un senso di desolazione:
il mondo è frantumato, distrutto, sotto il segno di un pianeta remoto,
Saturno, e di un dio prigioniero, ancora Saturno. Insomma la malinconia è la
qualità essenziale del nostro tempo (Citati P., La luce della notte. Milano,
Mondadori, 1996).
La depressione è caratterizzata da perdita di energia o da compressione di
energia: tutte le principali funzioni dell'organismo sono ridotte o in
quantità od in estensione (mancanza di movimento, volto cadente, pelle
inerte...).Questo tipo di energia può essere messo direttamente in relazione
con una diminuzione del metabolismo del soggetto.

I fisici definiscono l'energia come la capacità di compiere un lavoro e la
misurano quantificando il lavoro svolto. Il lavoro da svolgere nel processo
vitale, però, non è di tipo meccanico. L'energia della vita viene usata per
la crescita, per la riproduzione, per l'eccitabilità e per la capacità di
rispondere emotivamente. E' attiva e muove gli organismi verso il
soddisfacimento dei loro bisogni e verso l'espressione di sè e delle proprie
capacità creative. L'energia entra in un organismo sotto forma di cibo, di
aria (il respiro) e di stimoli emotivi eccitanti, propulsivi: e viene
scaricata sotto forma di movimento o di varie attività.
Quando si affronta la depressione sul piano psicoterapeutico si deve porre
attenzione a diversi aspetti:

- mancanza di fiducia in sè
- perseguimento di scopi irreali
- mancanza di grounding
- diminuito livello energetico
- impaludamento globale

Sul piano sophianalitico si pone l'attenzione anche sul livello di

- autonomia
- libertà
- responsabilità

dell'Io Persona imprigionato dai condizionamenti psichici (storia, genitori,
vita intrauterina, famiglia, ambiente,...) che si oppongono, come il famoso
"muro di Berlino", al tentativo del Sé di dare vita al proprio progetto che
in ogni persona è "unico e irripetibile".

Se la depressione può essere un momento di chiusura e di rinnovamento, la
sua cronicizzazione sta ad indicare la rinuncia ad un progetto di crescita
che richiede, per essere realizzato, l'attraversamento dell'esperienza
iniziatica che, sola, può portare un essere umano ad un livello superiore.
Potremmo anche dire che si tratta di una rinuncia al desiderio di darsi
un'anima per rimanere avvinghiati invece alla malattia come mezzo di
vendetta. "L'ANIMA è un campo di energia, materiale e immateriale al tempo
stesso, di Libertà, di Amore, di Verità e di Bellezza che si crea giorno
dopo giorno: che si condensa e si concentra attorno ad un nucleo centrale,
che è l'Io del singolo o l'Io di un popolo, perchè questo è stato il
progetto che un singolo o un popolo si sono dati, e hanno offerto anche la
vita per la realizzazione di un progetto" (A.Mercurio). Dice un antico detto
Tuareg: "Dio ha creato i paesi pieni di acqua per vivere e i deserti perchè
l'uomo ritrovi la sua anima".

Infatti il soggetto depresso somiglia ad un essere inanimato, preoccupato di
sopravvivere; preferisce conservare la vita, fermando l'esistenza, anzichè
affrontare la vita nel suo inevitabile succedersi di morte e rinascita.
Darsi un progetto per vivere significa accrescere l'autostima e la fiducia,
sia verso di sé come anche verso gli altri: infatti la teomania del depresso
è alquanto tipica e si manifesta nel considerare il proprio problema
insolubile (non c'è soluzione, non c'è speranza: nessuno è in grado di
aiutarmi).

L'atteggiamento è quello di chi si è arreso, di chi non ha più carte da
giocare, o comunque si ritira dal gioco, ormai inerme: minima vitalità,
energia scarsa, letargo. Insonnia o ipersonnia, comunque stravolgimento dei
ritmi sonno-veglia; mancanza di appetito o continuo, insensato piluccare
cibo; apatia profonda, mancanza di desideri e di volontà; facilità al pianto
anche senza motivo; sensazione di venir meno, di inutilità, di annullamento:
si è toccato il fondo, ma non si sa se e come si potrà risalire.
Spesso la persona che si trova in queste condizioni rimane in attesa di un
EVENTO MAGICO ( il farmaco portentoso, il medico taumaturgo), anzichè
prendersi l'onere e la responsabilità di coltivare anche dentro di sé il
seme della speranza.

Comunque, specialmente in soggetti giovani, questo tipo di depressione può
essere indice di energie e vitalità potenzialmente grandi, ma purtroppo mal
gestite. Tali energie vengono utilizzate in modo implosivo, vale a dire
contro le esigenze e gli interessi dell'individuo stesso: così quanto più
forte e vitale è il soggetto, con tanta più violenza si lascerà abbattere;
il soggetto depresso è invaso da un'ondata di rabbia che, per senso di
colpa, cerca di trattenere.

Se è vero, come ha scoperto la psicoanalisi, che alla base di ogni
depressione c'è il senso di colpa, io aggiungo che, secondo la Sophianalisi,
dietro il senso di colpa patologico si nasconde anche una colpa reale nei
confronti di sè stesso, ossia del proprio progetto esistenziale di diventare
una Persona autonoma, libera, responsabile e creativa.
Come conclusione vorrei condividere una strategia che ritengo efficace nel
rapporto con una persona depressa:

- ACCOGLIERE senza farsi invadere o travolgere
- ACCENDERE o eccitare ovvero provocare (senza insistere ma con fiducia)
- RISPETTARE i tempi e le scelte esistenziali dell'altro

La risposta è positiva quando comincia ad affiorare la rabbia e
l'aggressività, il fuoco e il movimento (ciò che avviene dopo la notte):
l'alba di un nuovo giorno si annuncia, il sole ri-sorge e la natura
risponde; nello scambio energetico la vita riprende ed il passato cede il
passo al futuro ! Domani ci attende un nuovo giorno se, entrando nella
notte, ci apriamo e ci affidiamo al potere rigeneratore dei sogni!

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