L'Insegnamento di Sri Aurobindo e il metodo della sadhana > - di Sri Aurobindo Ashram - > (Traduttore: Nicoletta De Gregori) > > L'insegnamento di Sri Aurobindo parte da quello degli antichi saggi > dell'India che sostenevano che dietro alle apparenze dell'universo vi è la > realtà di un essere e della coscienza, un sé di tutte le cose, uno ed > eterno. Tutti gli esseri sono uniti in quell'unico sé e spirito, ma divisi > da una certa separatività di coscienza, un'ignoranza del loro vero sé e > realtà nella mente, nella vita e nel corpo. E' possibile, per mezzo di una > disciplina psicologica, rimuovere questo velo di coscienza separativa e > divenire consci del vero sé, della divinità in noi e in tutto. > > L'insegnamento di sri Aurobindo stabilisce che questo unico essere e > coscienza è involuto qui nella materia. L'evoluzione è il metodo grazie al > quale libera sé stesso; la coscienza appare in ciò che sembra essere > incosciente e, una volta apparsa, è automaticamente spinta a crescere > sempre > più in alto e allo stesso tempo ad ampliarsi e a svilupparsi verso una > sempre più grande perfezione. La vita è il primo passo di questa > liberazione > di coscienza; la mente è il secondo; ma l'evoluzione non termina con la > mente, attende di rivelarsi in qualcosa di più grande, una coscienza che > sia > spirituale e supermentale. Il prossimo passo dell'evoluzione deve essere > verso lo sviluppo della supermente e dello spirito come il potere > dominante > nell'essere cosciente. Perché solo allora la divinità involuta nelle cose > rivelerà se stessa interamente e sarà possibile alla vita manifestare la > perfezione. > > Ma, mentre i primi passi dell'evoluzione furono intrapresi dalla natura > nella pianta e nella vita animale senza una volontà cosciente, nell'uomo > la > natura diviene capace di evolvere grazie alla volontà cosciente nello > strumento. Non è tuttavia per mezzo della volontà mentale nell'uomo che > questo può essere fatto compiutamente, perché la mente giunge solo fino ad > un certo punto e dopo questo può solo muoversi in tondo. Deve essere > attuata > una conversione, un rivolgimento della coscienza con il quale la mente > deve > essere cambiata in un principio superiore. Questo metodo è da ricercarsi > attraverso l'antica disciplina psicologica e la pratica dello yoga. In > passato, era stato tentato con un allontanamento dal mondo e una scomparsa > nelle altezze del sé, o dello spirito. Sri Aurobindo insegna che è > possibile > una discesa del più alto principio, che non rivelerà semplicemente il sé > spirituale fuori del mondo, ma lo rivelerà nel mondo, rimpiazzerà > l'ignoranza della mente o la sua limitatissima conoscenza con una verità > coscienza supermentale. Questa sarà uno strumento sufficiente del sé > profondo che renderà possibile all'essere umano scoprire se stesso > dinamicamente così come interiormente e svincolarsi dalla sua umanità > ancora > animale in una razza più divina. La disciplina psicologica dello Yoga può > essere usata a questo fine, aprendo tutte le parti dell'essere verso una > conversione o una trasformazione attraverso la discesa e l'operare di un > più > alto principio supermentale ancora celato. > > Questo cambiamento, tuttavia, non può essere fatto all'improvviso, o in > breve tempo, o per mezzo di una trasformazione rapida o miracolosa. Molti > passi devono essere intrapresi dal ricercatore prima che la discesa > supermentale sia possibile. L'uomo vive, per lo più, nella sua mente, vita > e > corpo superficiali, ma vi è un essere profondo in lui con più grandi > possibilità al quale deve risvegliarsi, perché ora egli riceve da questo > essere un'influenza assai ridotta ed è questa che lo spinge verso una > costante ricerca di una più grande bellezza, armonia, potere e conoscenza. > > Il primo sviluppo dello Yoga è perciò quello di aprire le distese di > questo > essere interiore e di vivere da lì verso l'esterno, di governare la sua > vita > esteriore per mezzo della luce e della forza interiori. Nel fare questo > egli > scopre in se stesso la sua vera anima che non è la commistione esterna di > elementi mentali, vitali e psichici, ma qualcosa della realtà che sta > dietro > a loro, una scintilla originata dall'unico fuoco divino. Deve apprendere a > vivere nella propria anima e a purificare e orientare, per mezzo di questa > guida verso la verità, il resto della natura. A quel punto può esserci > un'apertura verso l'alto e la discesa di un più alto principio > dell'essere. > > Ma persino allora non si tratta della piena luce e forza supermentali, > giacché vi sono parecchi campi di coscienza fra la mente ordinaria e umana > e > la verità coscienza supermentale. Questi campi di coscienza intermedi > devono > essere aperti e il loro potere fatto discendere nella mente,nella vita e > nel > corpo. Solo in seguito il pieno potere della verità coscienza potrà > lavorare > nella natura. Lo sviluppo di questa autodisciplina, o Sadhana, è di > conseguenza lungo e difficile, ma persino una piccola parte di esso è un > grande guadagno perché rende la realizzazione e la perfezione ultime più > possibili. Vi sono molte cose che appartengono a sistemi più antichi che > sono necessarie sulla via: un'apertura della mente a più grandi > comprensioni > e al senso del sé e dell'infinito, un emergere in ciò che è stata chiamata > la coscienza cosmica, il controllo sui desideri e sulle passioni; un > ascetismo esteriore non è essenziale, ma sono indispensabili la conquista > del desiderio e dell'attaccamento e un controllo del corpo e delle sue > necessità, le sue bramosie e i suoi istinti. Vi è una combinazione dei > princìpi dei vecchi sistemi: la via della conoscenza attraverso il > discernimento della mente fra la realtà e l'apparenza, la via del cuore, > della devozione, dell'amore e del dono di sé, e la via delle opere che > volge > la volontà dagli interessi egoistici verso la verità e il servizio di una > più grande realtà che non sia l'ego. Per questo, l'intera natura deve > essere > esercitata affinché possa rispondere e venire trasformata ogniqualvolta > una > più grande luce e forza operi in essi. > > In questa disciplina l'ispirazione del maestro e il suo controllo e la sua > presenza nei momenti di difficoltà sono indispensabili, perché sarebbe > altrimenti impossibile superarli senza un gran numero di ostacoli ed > errori > che impedirebbero ogni possibilità di successo. Il maestro è qualcuno che > ha > raggiunto una coscienza e uno stato d'essere più alti ed è spesso visto > come > la loro manifestazione o il rappresentante. Egli non aiuta solo grazie al > suo insegnamento e in misura maggiore con la sua influenza ed esempio, ma > con il potere di comunicare agli altri la sua propria esperienza. > > Questo è l'insegnamento e il metodo d'azione di Sri Aurobindo. Non è suo > scopo sviluppare alcun tipo di religione o di amalgamare le religioni più > vecchie, o di fondare alcuna nuova religione, poiché ciascuna di queste > cose allontanerebbe dal suo scopo centrale. > La sola meta di questa Yoga è un autosviluppo interiore per mezzo del > quale > chiunque lo segue possa col tempo scoprire l'unico sé in tutti ed evolvere > una più alta coscienza di quella mentale, una coscienza spirituale e > supermentale che trasformerà e divinizzerà la natura umana.
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