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SCHEDA ARTICOLO N. «01368»

CLASSIFICAZIONE: 3
TIPOLOGIA: YOGA
AUTORE: SRI AUROBINDO ASHRAM
TITOLO: L'INSEGNAMENTO DI SRI AUROBINDO E IL METODO DELLA SADHANA
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TESTO ARTICOLO

L'Insegnamento di Sri Aurobindo e il metodo della sadhana
> - di Sri Aurobindo Ashram -
> (Traduttore: Nicoletta De Gregori)
>
> L'insegnamento di Sri Aurobindo parte da quello degli antichi saggi
> dell'India che sostenevano che dietro alle apparenze dell'universo vi è la
> realtà di un essere e della coscienza, un sé di tutte le cose, uno ed
> eterno. Tutti gli esseri sono uniti in quell'unico sé e spirito, ma divisi
> da una certa separatività di coscienza, un'ignoranza del loro vero sé e
> realtà nella mente, nella vita e nel corpo. E' possibile, per mezzo di una
> disciplina psicologica, rimuovere questo velo di coscienza separativa e
> divenire consci del vero sé, della divinità in noi e in tutto.
>
> L'insegnamento di sri Aurobindo stabilisce che questo unico essere e
> coscienza è involuto qui nella materia. L'evoluzione è il metodo grazie al
> quale libera sé stesso; la coscienza appare in ciò che sembra essere
> incosciente e, una volta apparsa, è automaticamente spinta a crescere
> sempre
> più in alto e allo stesso tempo ad ampliarsi e a svilupparsi verso una
> sempre più grande perfezione. La vita è il primo passo di questa
> liberazione
> di coscienza; la mente è il secondo; ma l'evoluzione non termina con la
> mente, attende di rivelarsi in qualcosa di più grande, una coscienza che
> sia
> spirituale e supermentale. Il prossimo passo dell'evoluzione deve essere
> verso lo sviluppo della supermente e dello spirito come il potere
> dominante
> nell'essere cosciente. Perché solo allora la divinità involuta nelle cose
> rivelerà se stessa interamente e sarà possibile alla vita manifestare la
> perfezione.
>
> Ma, mentre i primi passi dell'evoluzione furono intrapresi dalla natura
> nella pianta e nella vita animale senza una volontà cosciente, nell'uomo
> la
> natura diviene capace di evolvere grazie alla volontà cosciente nello
> strumento. Non è tuttavia per mezzo della volontà mentale nell'uomo che
> questo può essere fatto compiutamente, perché la mente giunge solo fino ad
> un certo punto e dopo questo può solo muoversi in tondo. Deve essere
> attuata
> una conversione, un rivolgimento della coscienza con il quale la mente
> deve
> essere cambiata in un principio superiore. Questo metodo è da ricercarsi
> attraverso l'antica disciplina psicologica e la pratica dello yoga. In
> passato, era stato tentato con un allontanamento dal mondo e una scomparsa
> nelle altezze del sé, o dello spirito. Sri Aurobindo insegna che è
> possibile
> una discesa del più alto principio, che non rivelerà semplicemente il sé
> spirituale fuori del mondo, ma lo rivelerà nel mondo, rimpiazzerà
> l'ignoranza della mente o la sua limitatissima conoscenza con una verità
> coscienza supermentale. Questa sarà uno strumento sufficiente del sé
> profondo che renderà possibile all'essere umano scoprire se stesso
> dinamicamente così come interiormente e svincolarsi dalla sua umanità
> ancora
> animale in una razza più divina. La disciplina psicologica dello Yoga può
> essere usata a questo fine, aprendo tutte le parti dell'essere verso una
> conversione o una trasformazione attraverso la discesa e l'operare di un
> più
> alto principio supermentale ancora celato.
>
> Questo cambiamento, tuttavia, non può essere fatto all'improvviso, o in
> breve tempo, o per mezzo di una trasformazione rapida o miracolosa. Molti
> passi devono essere intrapresi dal ricercatore prima che la discesa
> supermentale sia possibile. L'uomo vive, per lo più, nella sua mente, vita
> e
> corpo superficiali, ma vi è un essere profondo in lui con più grandi
> possibilità al quale deve risvegliarsi, perché ora egli riceve da questo
> essere un'influenza assai ridotta ed è questa che lo spinge verso una
> costante ricerca di una più grande bellezza, armonia, potere e conoscenza.
>
> Il primo sviluppo dello Yoga è perciò quello di aprire le distese di
> questo
> essere interiore e di vivere da lì verso l'esterno, di governare la sua
> vita
> esteriore per mezzo della luce e della forza interiori. Nel fare questo
> egli
> scopre in se stesso la sua vera anima che non è la commistione esterna di
> elementi mentali, vitali e psichici, ma qualcosa della realtà che sta
> dietro
> a loro, una scintilla originata dall'unico fuoco divino. Deve apprendere a
> vivere nella propria anima e a purificare e orientare, per mezzo di questa
> guida verso la verità, il resto della natura. A quel punto può esserci
> un'apertura verso l'alto e la discesa di un più alto principio
> dell'essere.
>
> Ma persino allora non si tratta della piena luce e forza supermentali,
> giacché vi sono parecchi campi di coscienza fra la mente ordinaria e umana
> e
> la verità coscienza supermentale. Questi campi di coscienza intermedi
> devono
> essere aperti e il loro potere fatto discendere nella mente,nella vita e
> nel
> corpo. Solo in seguito il pieno potere della verità coscienza potrà
> lavorare
> nella natura. Lo sviluppo di questa autodisciplina, o Sadhana, è di
> conseguenza lungo e difficile, ma persino una piccola parte di esso è un
> grande guadagno perché rende la realizzazione e la perfezione ultime più
> possibili. Vi sono molte cose che appartengono a sistemi più antichi che
> sono necessarie sulla via: un'apertura della mente a più grandi
> comprensioni
> e al senso del sé e dell'infinito, un emergere in ciò che è stata chiamata
> la coscienza cosmica, il controllo sui desideri e sulle passioni; un
> ascetismo esteriore non è essenziale, ma sono indispensabili la conquista
> del desiderio e dell'attaccamento e un controllo del corpo e delle sue
> necessità, le sue bramosie e i suoi istinti. Vi è una combinazione dei
> princìpi dei vecchi sistemi: la via della conoscenza attraverso il
> discernimento della mente fra la realtà e l'apparenza, la via del cuore,
> della devozione, dell'amore e del dono di sé, e la via delle opere che
> volge
> la volontà dagli interessi egoistici verso la verità e il servizio di una
> più grande realtà che non sia l'ego. Per questo, l'intera natura deve
> essere
> esercitata affinché possa rispondere e venire trasformata ogniqualvolta
> una
> più grande luce e forza operi in essi.
>
> In questa disciplina l'ispirazione del maestro e il suo controllo e la sua
> presenza nei momenti di difficoltà sono indispensabili, perché sarebbe
> altrimenti impossibile superarli senza un gran numero di ostacoli ed
> errori
> che impedirebbero ogni possibilità di successo. Il maestro è qualcuno che
> ha
> raggiunto una coscienza e uno stato d'essere più alti ed è spesso visto
> come
> la loro manifestazione o il rappresentante. Egli non aiuta solo grazie al
> suo insegnamento e in misura maggiore con la sua influenza ed esempio, ma
> con il potere di comunicare agli altri la sua propria esperienza.
>
> Questo è l'insegnamento e il metodo d'azione di Sri Aurobindo. Non è suo
> scopo sviluppare alcun tipo di religione o di amalgamare le religioni più
> vecchie, o di fondare alcuna nuova religione, poiché ciascuna di queste
> cose allontanerebbe dal suo scopo centrale.
> La sola meta di questa Yoga è un autosviluppo interiore per mezzo del
> quale
> chiunque lo segue possa col tempo scoprire l'unico sé in tutti ed evolvere
> una più alta coscienza di quella mentale, una coscienza spirituale e
> supermentale che trasformerà e divinizzerà la natura umana.

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