Tratto da:
Il Dalai Lama ci parla
di John F. Avedon
Traduzione italiana di Francesco Settanni
Chiara Luce Edizioni - Pomaia
- Valori Religiosi e Società Umana -
In un certo senso, con la presente generazione, abbiamo raggiunto un alto livello di sviluppo, ma nello stesso tempo ci troviamo a dover affrontare molti problemi. Alcuni di questi problemi sono dovuti a eventi esterni, o naturali e non possiamo evitarli; altri invece sono dovuti ai nostri difetti mentali, a un'incompletezza interiore - fonte d'ulteriori sofferenze e problemi.
Il solo sviluppo materiale non sarà sufficiente se non sviluppiamo nella nostra mente una giusta attitudine verso la società e il genere umano. Questo è chiaro. Tuttavia, se adottiamo una giusta attitudine, potremo evitare quella parte di problemi creati dall'uomo.
Il punto fondamentale è la compassione; l'amore per gli altri, il prendersi a cuore la loro sofferenza, un minore egoismo. Io credo che il pensiero pieno di compassione sia la cosa più preziosa. Solo noi, in quanto esseri umani, siamo in grado di svilupparlo nei nostri cuori. Se abbiamo un buon cuore, un cuore pieno di calore, ci sentiremo a nostra volta felici e soddisfatti e anche i nostri amici lo saranno. In questo modo forse si potrà arrivare a godere di un'atmosfera amichevole, e di una vera pace tra città e città, tra nazione e nazione, tra continente e continente.
La domanda è: - come sviluppare la compassione? -
Fondamentalmente la compassione è in relazione con la consapevolezza dell'io. A livello convenzionale esiste un "io". "io voglio, io non voglio".
Questa, è l'esperienza di ciascuno di noi. Basandoci su questa consapevolezza, naturalmente desideriamo la felicità e non vogliamo la sofferenza. Inoltre, abbiamo anche il diritto d'avere la felicità e d'evitare la sofferenza. Dunque, così, come io stesso ho questa consapevolezza e questo diritto, anche gli altri l'hanno. La differenza è che quando parliamo dell'io" si tratta di una sola persona, mentre gli altri sono un numero infinito e questo lo si può vedere con chiarezza. Immaginiamo da un lato il nostro "io", che finora si è concentrato solo su motivazioni egoistiche, mettiamolo vicino, di fronte a noi; dall'altro lato, immaginiamo gli altri, un numero infinito di esseri e il nostro sé che diventa una terza persona e che fa da spettatore.
In questo modo possiamo vedere che il sentimento che desidera la felicità e non vuole la sofferenza è uguale sia per noi che per gli altri: è assolutamente identico. Anche il diritto ad avere la felicità è identico. Per quanto questa persona egoisticamente motivata sia ricca, o famosa, è solo "uno" di numero. Per quanto poveri siano gli altri, il loro numero è infinito. Naturalmente molte persone sono più importanti di una sola. Così, vedete, è una cosa assolutamente scorretta usare gli altri per i propri scopi e in questo modo non sarò mai felice, anche se ne ho la possibilità. Tuttavia, se contribuisco al benessere comune, e cerco di rendermi utile per quel che posso, questo atteggiamento sarà fonte di grande gioia per me e per gli altri.
Con questa attitudine si può sviluppare vero amore e vera compassione per gli altri, che si possono estendere persino al nostro nemico. L'amore, come viene comunemente inteso, è solo attaccamento. Con "vostra" moglie, "vostro" marito, i "vostri" figli, o genitori, avete delle ragioni per amarli e dite li amo perché sono "mia" madre, "mio" padre, i "miei" figli.
Questo tipo di amore è imperniato su una motivazione egoistica, mentre il suo opposto è il chiaro riconoscimento dell'importanza degli altri. Se riusciamo a sviluppare la compassione, partendo da questo punto di vista, allora questa potrà comprendere anche il nostro nemico. Per poter generare quest'atteggiamento altruistico, dobbiamo avere tolleranza e pazienza, perché senza tolleranza è difficile svilupparlo. Ora, chi ci dà questa occasione? Ce la dà il nostro nemico. Il nostro nemico ci dà la possibilità d'imparare a essere tolleranti, mentre il nostro maestro e i nostri amici non possono farlo. Perciò, il nostro nemico ci è effettivamente di grande aiuto ed è, in effetti, il nostro migliore amico, il nostro migliore maestro.
Se riuscirete a pensare in questo modo, se riuscirete a coltivare questo tipo d'attitudine, sperimenterete un'infinita compassione per tutti gli esseri.
In base alla mia personale esperienza, le più grandi soddisfazioni vengono dai periodi più difficili della vita di ciascuno. Se si segue una strada facile e tutto procede bene, il giorno in cui ci si trova di fronte a dei problemi, ci si sente depressi. Invece è soprattutto attraverso le difficoltà che s'impara, che si sviluppa forza interiore, coraggio e determinazione. Allora, ancora una volta chi vi dà l'occasione per tutto questo? Il vostro nemico.
Questo non significa che si deve obbedire, o inchinarsi al nemico.
A volte, a causa del comportamento del nemico, si può essere costretti ad agire con forza; potrebbe essere necessario farlo, senza perdere interiormente la calma e la compassione: è possibile.
Qualcuno potrebbe pensare "Ora il Dalai Lama sta dicendo cose senza senso", ma non è così, perché mettendo in pratica questi consigli potrete constatarlo attraverso la vostra esperienza personale.
Io chiamo "religione" il tipo d'amore che ho appena descritto, questo tipo di compassione che è la vera essenza della religione. A questo livello non c'è quasi nessuna differenza tra Buddhismo, Cristianesimo, o qualunque altra fede. Tutte le religioni insistono sull'importanza di migliorare gli esseri umani, di perfezionare l'uomo. La fratellanza e l'amore sono sentimenti comuni a tutte le religioni. Credo quindi - come dico sempre agli altri Buddhisti - che la questione del Nirvana non sia la cosa più immediata. Non c'è fretta. Comunque, se nella vita quotidiana ci si comporta in modo buono, onesto, compassionevole e meno egoista, allora automaticamente questo porterà al Nirvana. Al contrario, se si parla molto di Nirvana e si trascura la pratica quotidiana, allora si raggiungerà un tipo insolito d'illuminazione, ma non quella giusta - perché in realtà quella pratica quotidiana non esiste. Si devono quindi integrare quest'insegnamenti positivi alla vita di tutti i giorni, e non ha importanza che crediate in Dio, in Buddha oppure no. Si deve vivere una vita eticamente buona, perché il buon cibo, i bei vestiti e la bella casa non sono sufficienti; è necessaria una buona motivazione.
Ora, nel mondo d'oggi, alcuni potrebbero pensare che la religione sia adatta a quelli che vivono appartati in luoghi solitari e che non ci sia molto bisogno di religione negli affari, o nella politica. La mia risposta è no. Tutte le azioni, eccetto alcune di secondaria importanza, sono fondate su delle motivazioni. Penso che, se fate della politica, e avete una buona motivazione, diverrete un politico onesto. Senza una tale motivazione, quello che farete verrà considerato "sporca" politica.
Di per sé, la politica è necessaria per la soluzione dei problemi umani, non è una cosa negativa. Ma, quando la politica è fatta da persone egoiste e ignoranti, allora manca qualcosa.
Non solo nella politica, anche nella religione è così. Se pratico con una motivazione incentrata sul mio ego, allora la religione diventa negativa. Vedete quindi che la motivazione è la cosa più importante. Perciò la mia pratica è semplicemente l'amore, il rispetto per gli altri, l'onestà che sono insegnamenti che investono il campo dell'economia, quello degli affari e qualsiasi campo.
Se osservate a fondo la società odierna, vedrete che ci sono molti problemi. Interiormente quasi ognuno di noi prova un senso d'inquietudine e questa sensazione non aiuta a risolvere i propri problemi.
Ora, non sto criticando gli altri; ma quando si possiede una vera e durevole pace interiore, l'ira e l'odio non potranno mai esistere. D'altra parte, è impossibile aiutare gli altri se interiormente si ha una motivazione egoistica. Potremo parlare a lungo di pace, d'amore, di giustizia, ma quando certe cose ci riguardano personalmente, allora dimentichiamo del tutto questi discorsi e diciamo: "È necessario fare la guerra - è necessario sopprimere gli altri".
Quando si sentono dire queste cose, è chiaro che manca qualcosa.
Io penso semplicemente che, allo stato attuale, dove tutto dipende dal denaro e dal potere, e dove non ci si interessa molto del reale valore dell'amore, se noi esseri umani perdiamo il senso del valore della giustizia, della compassione, dell'onestà, allora in futuro ci troveremo di fronte a maggiori difficoltà: ci saranno maggiori sofferenze e problemi. È difficile ma vale assolutamente la pena di tentare. Dobbiamo tentare con tutte le nostre forze, senza preoccuparci del risultato. Anche se non avremo successo in questa vita non importa, avremo comunque cercato di migliorare la società umana sulla base dell'amore. Questa è la mia opinione, il mio pensiero sulla relazione tra valori religiosi e società umana.
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