Il silenzio come luogo dell'amore
(di Fabio Gabrielli)
"E' soltanto nel silenzio che l'amore prende coscienza della sua essenza miracolosa, della sua libertà e della sua potenza d'intimità. Le parole distruggono la sua fragile delicatezza e la sua grazia sempre nascente..."
Louis Lavelle, uno dei filosofi di maggior spicco dello spiritualismo francese della prima metà del Novecento, così scrive a proposito del fecondo rapporto tra amore e silenzio: "E' soltanto nel silenzio che l'amore prende coscienza della sua essenza miracolosa, della sua libertà e della sua potenza d'intimità.
Le parole distruggono la sua fragile delicatezza e la sua grazia sempre nascente....
Se la parola è come un fiume che porta la verità da un'anima verso l'altra, il silenzio è come un lago che la riflette e nel quale tutti gli sguardi vanno a incontrarsi."
Lo splendido passo di Lavelle mostra in tutta la sua pienezza il senso dell'equazione tra silenzio e amore: l'amore vive e matura, nel suo quotidiano donarsi, non nel frastuono assordante della parola, ma nel silenzio della carezza, nello stupore dello sguardo, nella ricchezza del gesto premuroso.
La stessa parola amorosa può essere arricchita dal silenzio, resa meno invadente, assordante.
Al contrario, se la parola è finalizzata a se stessa, finisce per distruggere l'intimità dell'amore, "la sua grazia sempre nascente", diventando una superficie opaca dove gli sguardi non possono incontrarsi.
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