(Le persone che non riescono ad avere successo..)
- di Sonia Angioi -
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"Se non miri a qualcosa, non colpirai mai nulla" (El Hogar Cristiano)
Le persone che non riescono ad avere successo si distinguono per un tratto comune: conoscono tutte le vie che portano al fallimento e usano tutti gli alibi possibili per spiegare i loro insuccessi.
Alcuni di questi alibi sono anche intelligenti, ma pochi di questi sono giustificabili.
La costruzione di alibi con i quali spiegare qualsiasi fallimento è un passatempo universale, l'abitudine è vecchia quanto il mondo, ed è fatale al successo.
Perché le persone sono così disposte a coltivare i loro alibi? La risposta è ovvia: essi difendono i loro alibi perché se li sono creati.
L'alibi di un uomo è figlio della sua immaginazione, ed è nella natura umana difendere le proprie creazioni.
Creare alibi è un'abitudine profondamente radicata, e le abitudini sono difficili da estirpare, specialmente quando sono supportate da una certa giustificazione.
Platone aveva certamente questo pensiero dentro di sé quando disse: "la prima e più grande vittoria è conquistare sé stessi".
Essere invece conquistati da sé stessi è la cosa peggiore.
Un altro grande filosofo affermava: "E' stata una grande scoperta per me l'aver notato che la maggior parte dei difetti che vedevo negli altri erano soltanto il riflesso della mia stessa natura".
"E' sempre stato un gran mistero per me, (diceva Elbert Abbart) la ragione per cui la gente perda coscientemente tanto tempo per crearsi alibi per coprire le proprie debolezze, se lo usasse diversamente, esso sarebbe sufficiente per superare qualsiasi debolezza, ed allora non ci sarebbe bisogno di alcun alibi".
Dobbiamo ricordare che la vita è come il gioco degli scacchi, e il nostro avversario è il tempo.
Se esitiamo nel muovere, i nostri pezzi saranno scagliati fuori della scacchiera del tempo perché stiamo giocando con un partner che non tollera assolutamente indecisioni.
Vi sono oggi milioni di uomini che ritengono di essere stati privati del tipo di vita che desideravano, e ciò perché hanno affrontato i loro problemi non come una sfida per risolverli, quanto invece considerandoli come baratri senza fondo, attraverso i quali fosse impossibile gettare un ponte.
Una breve ricerca può dimostrare che gli uomini di successo hanno problemi come tutti gli altri, quindi il nocciolo della questione non sta nei problemi, che sono comuni a tutti, ma nella capacità di risolverli non creandosi degli alibi.
Ogni volta che scriviamo il nostro obiettivo in cima al foglio non preoccupiamoci e non spaventiamoci, pensiamo a quell'obiettivo come se questo non aspettasse altro che di essere raggiunto, come un problema che non chiede altro che di essere risolto, affrontiamolo con fiducia e dirigiamo tutta l'enorme capacità della nostra mente verso la soluzione.
Tutto ciò mette ognuno di noi a sedere al posto di guida; non saremo più dei passeggeri su un treno guidato dal qualcun altro verso qualcosa di sconosciuto, ma saremo piuttosto noi i macchinisti in un viaggio predeterminato, verso una destinazione di nostra scelta.
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