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SCHEDA ARTICOLO N. «01481»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: ANTHONY DE MELLO
TITOLO: NEMMENO LA RINUNCIA E' LA SOLUZIONE
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TESTO ARTICOLO

(Brani da:

"Scopri te stesso, e riprenditi la vita"

(di Anthony De Mello)

********************

NEMMENO LA RINUNCIA E' LA SOLUZIONE GIUSTA

Ogni volta che si rinuncia a qualcosa, ci si illude. Cosa ne dite? Ci si
illude. A cosa si rinuncia? Ogni volta che si rinuncia a qualcosa, si rimane
legati per sempre all'oggetto della rinuncia.

In India c'e' un guru che dice:

"Ogni volta che viene da me una prostituta, non mi parla d'altro che di Dio.
Mi dice: "sono stufa della vita che faccio. Voglio Dio". Ma ogni volta che
viene da me un prete, non mi parla d'altro che di sesso".

Infatti, quando si rinuncia a qualcosa, si rimane vincolati a quella cosa
per sempre. Quando si combatte qualcosa, le si e' legati per sempre. Finche'
la si combatte, le si da' potere. Le si da' un potere pari a quello
impiegato per combatterla.

Dunque bisogna "accogliere" i propri demoni, perche', combattendo contro di
essi ,si da' loro potere. Nessuno ve l'ha mai detto prima d'ora? Quando si
rinuncia a qualcosa, vi si rimane legati. L'unico modo per uscirne e' non
lasciarsi ingannare. Non rinunciate, ma (non lasciatevi ingannare). Cercare
di capire il vero valore di quella cosa, e non avrete bisogno di
rinunciarvi: semplicemente, vi cadra' dalle mani.

Ma naturalmente, se non capite cosa voglio dire, se siete talmente
ipnotizzati da pensare che non potrete essere felici senza quella data cosa,
o quell'altra, o quell'altra ancora, siete incastrati.

Quel che stiamo cercando di fare per voi non e' quel che tenta di fare la
cosiddetta spiritualita' - e cioe' di farvi fare dei sacrifici, di
rinunciare alle cose. E' assolutamente inutile. Rimarreste comunque
addormentati.

Quel che dobbiamo fare e' aiutarvi a capire, capire, capire.

Se capiste, improvvisamente vi verrebbe a mancare il desiderio di quel dato
oggetto. Il che equivale a dire: se vi svegliaste, vi verrebbe a mancare il
desiderio di quel dato oggetto.

..................................

TROVARE SE STESSI

I grandi maestri dicono che la domanda piu' importante del mondo e': "Chi
sono io?". O, meglio "Cos'e' l'"io"?".

Cos'e' quella cosa che chiamo "io"? Cos'e' quella cosa che chiamo il se'?
Volete forse dire che avete capito tutto il resto e non questo?

Volete forse dire che avete capito l'astronomia e i buchi neri e i
quasar, e avete appreso l'informatica, e non sapete chi siete?

Caspita, state ancora dormendo. Siete degli scienziati addormentati.

Volete dire che avete capito chi e' Gesu' Cristo e non sapete chi siete voi?
Come fate a sapere di capire Gesu' Cristo?

Chi e' che mette in atto la comprensione? Prima scoprite questo. E' il
fondamento di tutto, no? E' proprio perche' non e' stato capito questo che
abbiamo tutti quegli stupidi popoli religiosi coinvolti in quelle stupide
guerre religiose - musulmani che combattono contro ebrei, protestanti contro
cattolici, e tutte quelle altre porcherie. Non sanno chi sono, perche' se lo
sapessero non ci sarebbero guerre.

Come la bambina che chiede al bambino: "Voi siete presbiteriani?".

E lui: "No, noi facciamo parte di un'altra confusione!".

Ma quel che vorrei sottolineare ora e' l'autosservazione.

Voi mi state ascoltando, ma riuscite a percepire altri suoni oltre a quello
della mia voce, mentre ascoltate? Siete consapevoli delle (vostre) reazioni
mentre mi ascoltate?

Se non lo siete, significa che subirete un lavaggio del cervello. Oppure
sarete influenzati da forze interne a voi di cui non siete assolutamente
consci. E anche se siete consapevoli di come reagire a me, siete consapevoli
anche della provenienza delle vostre reazioni? Forse non mi state ascoltando
per nulla; forse e' il vostro papa' ad ascoltarmi. Pensate che cio' sia
possibile? Certo che lo e'.

Mi capita spessissimo, nei miei gruppi, di trovare persone che non sono
assolutamente presenti. E' presente la loro mamma, e' presente il loro
papa', ma loro no. Non sono mai stati presenti.

"Io vivo: non io, ma mio padre vive in me".

Ebbene, questo e' assolutamente, letteralmente vero.

Potrei sezionarvi, pezzo dopo pezzo, e chiedervi:

"Vediamo, questa frase viene dal papa', dalla mamma, dalla nonna, dal nonno,
da chi?...."

Chi vive in voi?

La sensazione che si prova scoprendo questo fatto e' di orrore. Pensate di
essere liberi, ma probabilmente non c'e' gesto, un pensiero, un'emozione, un
atteggiamento, una convinzione in voi che non venga da qualcun altro. Non e'
orribile? E non lo sapete. Si tratta di una vita meccanica, impressa su di
voi. Certe cose vi danno sensazioni forti, e pensate di essere voi a provare
quelle sensazioni, ma e' cosi'? Sara' necessaria molta consapevolezza, da
parte vostra, per capire che forse quella cosa che chiamate "io" e'
semplicemente un conglomerato delle vostre esperienze passate, dei vostri
condizionamenti, della vostra programmazione.

E' doloroso. In effetti, quando ci si comincia a svegliare, si prova un
grande dolore. E' doloroso vedere crollare le proprie illusioni. Tutto cio'
che pensavate di aver costruito si sbriciola, e questo e' doloroso. Il
pentimento e' tutto qui; il risveglio e' tutto qui.

E dunque, che ne dite di prendervi un minuto, seduti li' come siete, per
diventare consapevoli, mentre io continuo a parlare, di quel che provate nel
vostro corpo, di quel che accade nella vostra mente, del vostro stato
emotivo? Cosa ne dite di diventare consapevoli della lavagna, del fatto che
i vostri occhi sono aperti, del colore di queste pareti e del materiale di
cui sono fatte? Che ne dite di diventare consapevoli del mio viso e della
vostra reazione a questo mio viso?

Perche' una reazione l'avete, che ve ne rendiate conto o meno. E
probabilmente non e' la vostra reazione, ma una reazione che risulta dal
vostro condizionamento.

E che ne dite di diventare consapevoli di alcune delle cose che ho appena
detto, anche se ormai non sarebbe piu' consapevolezza, ma solo ricordo?

Prendete coscienza della vostra presenza in questa sala. Ditevi: "Io sono
in questa sala" (N.d.R. Oppure, dite, "Io sono davanti a questo schermo..")
E' come se foste fuori da voi stessi, e vi guardaste. Notate che la
sensazione e' leggermente diversa rispetto al guardare gli oggetti presenti
nella sala.

Piu' avanti chiederemo: "Chi e' la persona che esegue l'osservazione?".
Io sto guardando me. Che cos'e' un "io"? Che cos'e' "me"?

Per me e' sufficiente che io osservi me, ma se vi sorprendete a
condannarvi, o approvarvi, non bloccate la condanna o l'approvazione, ma
osservatela. Io sto condannando me; io sto disapprovando me; io sto
approvando me. Guardate, punto e basta. Non cercate di cambiare le cose! Non
pensate: "Oh, ci era stato detto di non fare cosi'". Osservate semplicemente
quel che accade.

Come vi ho gia' detto, l'autosservazione significa guardare - osservate
quel che accade dentro di voi e intorno a voi come se accadesse a qualcun
altro...

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