Buona sera! oggi è Martedì 16 Aprile 2024 ore 20 : 56 - Visite 1474533 -

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SCHEDA ARTICOLO N. «01487»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: LOUISE HAY
TITOLO: L'ANALISI DEI PROBLEMI, CHE RIGUARDANO IL TUO LAVORO
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TESTO ARTICOLO

L'analisi dei problemi, che riguardano il tuo lavoro...> -
di Louise Hay

Tratto da:

LOUISE L. HAY
IL POTERE E' IN TE
AMORE, GIOIA, SERENITA'. SCOPRILI DENTRO DI TE PER VIVERE
IN PERFETTA ARMONIA - ARMENIA EDITORE

CAPITOLO DODICI

*Esprimere la creativita'*

"...Quando la tua vista interiore si acutizza, l'orizzonte si
allarga...."

Il nostro lavoro e' espressione divina . Quando mi viene chiesto quale e'
il mio scopo nella vita, rispondo sempre che e' il mio lavoro. E' triste
sapere che
la maggior parte delle persone odia la propria professione o, peggio, non
sa che cosa fare. Trovare lo scopo della nostra vita, il lavoro che fa per
noi, significa amare noi stessi..

Il lavoro e' un mezzo per esprimere la nostra creativita' e, per tale
motivo, dobbiamo superare la sensazione di non essere all'altezza di
farlo, o di non
conoscere abbastanza: lasciamo che l'energia creativa dell' universo
fluisca in noi appagandoci pienamente. Non importa che lavoro facciamo:
importa
esserne soddisfatti..

- Se odiamo l'ambiente in cui lavoriamo o cio' che facciamo, sara' molto
difficile riceverne gratificazioni, a meno che non si riesca a cambiare
interiormente; altrimenti avremo sempre lo stesso atteggiamento,
anche cambiando professione.

Il problema sta in parte nel fatto che spesso chiediamo cio' che vogliamo
in maniera negativa.

Ricordo una paziente che aveva considerevoli difficolta' a
esprimere positivamente quello che desiderava e ripeteva costantemente:
"non voglio fare questo nel mio lavoro"" oppure "non voglio che cio'
succeda"
"non voglio alcuna energia negativa". E attraverso queste negazioni non
precisava certo con chiarezza quanto desiderava!!

A volte puo' essere difficile mettere a fuoco quello che vogliamo: e'
molto piu' semplice dire cio' che non vogliamo. Iniziamo, ad esempio, a
elencare
le caratteristiche del lavoro desiderato affermando: "Il mio lavoro mi
soddisfa pienamente: aiuto gli altri e sono in grado di capire cio' di cui
hanno
bisogno.Lavoro con persone che mi vogliono bene e mi sento sempre al
sicuro".

O, in alternativa: "Il mio lavoro mi permette di esprimere la mia
creativita' liberamente e di guadagnare bene facendo cio' che amo" "Quando
lavoro sono sempre contento. La mia professione mi da' gioia, divertimento
e abbondanza."

Esprimiamoci sempre al presente poiche', in questo modo, otterremo quello
che desideriamo! In caso contrario, significa che rifiutiamo in realta' il
bene.

Proviamo a fare un elenco, specificando le nostre considerazioni in merito
al lavoro e rimarremo sorpresi vedendo quanta negativita' c'e' in noi
al riguardo.

Non avremo mai benessere se non modifichiamo i nostri arteggiamenti
negativi.

Quando svolgiamo un lavoro che non amiamo, impediamo alla nostra energia
di esprimersi; pensiamo allora alle caratteristiche della professione
desiderata specificando chiaramente cio' che vogliamo. Il nostro io
superiore trovera' un lavoro piu' adatto a noi; l'importante e' aprirci alla
saggezza che e'
in noi....

********

La scienza della mente mi ha aiutato a capire che il mio lavoro era
esprimere la Vita... Ogniqualvolta mi trovavo di fronte a un problema,
sapevo che era un'opportunita' per crescere e che l'energia che mi aveva
creata mi aveva fornito ogni mezzo per risolverlo. Dopo il panico
iniziale, mi tranquillizzavo e iniziavo l'esplorazione interiore
ringraziando di avere
l'opportunita' di esprimere l'energia dell'intelligenza Divina che sta in
me.

Durante una seduta una donna mi disse che desiderava diventare attrice, ma
che i suoi genitori l'avevano convinta ad iscriversi alla facolta' di
legge: tutti coloro che le stavano attorno la opprimevano con l'idea di
studiare
legge, non recitazione. Dopo un mese, smise di frequentare le lezioni e si
iscrisse a una scuola d'arte drammatica; poiche' era quello che desiderava
fare.

Poco dopo, tuttavia, comincio' a pensare che non avrebbe mai fatto nulla
di buono nella vita ,diventando cosi' infelice e depressa; non riusciva a
liberarsi dei suoi dubbi e dentro di se' pensava di aver fatto l'errore
piu' grande della sua vita e di non poter piu' tornare indietro.

Le chiesi quale voce stesse ascoltando: mi rispose che era quella di suo
padre e che si ripeteva le stesse parole che gli aveva sentito dire molte
volte..

Il caso di questa donna e', in realta', molto comune: lei desiderava fare
l'attrice, i suoi genitori volevano diventasse avvocato. Questo l'aveva
gettata in uno stato di profonda confusione e incertezza. La donna non
capiva che l'atteggiamento del padre era un modo per manifestarle il suo
affetto: se lei fosse diventata avvocato, avrebbe avuto una sistemazione
sicura..

Cio', tuttavia, era quello che il padre - non lei - desiderava.

La donna doveva fare cio' che riteneva giusto per se', anche
contraddicendo la volonta' paterna.

Le dissi di sedersi di fronte allo specchio guardandosi negli
occhi e di ripetersi: "ti voglio bene e faccio di tutto per aiutarti a
ottenere cio' che vuoi veramente. Faro' tutto il possibile."

Le dissi anche di imparare ad ascoltarsi: doveva infatti entrare in
contatto con la sua saggezza interiore e comprendere che non doveva
compiacere nessuno, se non lei stessa, che poteva amare suo padre e, nel
contempo, appagare se stessa: ne aveva tutti i diritti. Poteva, ad esempio,
dirgli
di volergli bene, aggiungendo pero' che desiderava recitare e non studiare
legge. Fare
cio' che riteniamo giusto e' una delle sfide che dobbiamo sostenere nella
vita,
anche se coloro che ci circondano hanno idee differenti in proposito: non
siamo qui per compiacere nessuno.

Quando siamo fortemente convinti di non meritare qualcosa, abbiamo
difficolta' a fare cio' che vogliamo: se gli altri ci dicono che non
possiamo ottenere
quello che desideriamo e, di conseguenza, noi stessi ce lo neghiamo, il
nostro "bambino interiore" si convince di non meritare nulla di buono. Anche
in
questo caso si tratta di imparare ad amarci un po' di piu' ogni giorno.

Iniziamo, dunque, elencando per iscritto tutte le considerazioni in merito
a lavoro, successo e insuccesso e identificando quelle negative, che ci
impediscono di realizzare i nostri desideri. Una volta eseguita questa
operazione, cerchiamo di trasformare gli atteggiamenti negativi in
positivi, plasmando mentalmente il lavoro che vogliamo avere.

*Il denaro puo' provenire da varie fonti*

Quanti di noi pensano che, per avere un buon standard di vita, sia
necessario lavorare duramente? L'etica impone che si debba lavorare sodo;
inoltre, gran parte delle persone ritengono che il lavoro sia solo fatica
e tensione.

Mi sono accorta che, se ci dedichiamo a un'attivita' che ci piace,
possiamo anche riuscire a ottenere dei guadagni adeguati; se ripetiamo
costantemente
di odiare il nostro lavoro, non otterremo mai nulla. Qualsiasi sia la
nostra professione,
dobbiamo considerarla positivamente; se, sotto certi aspetti, non ci
soddisfa,
cerchiamo di analizzare la situazione e capire quali insegnamenti possiamo
trarne.

Una giovane donna mi disse una volta che, grazie al suo atteggiamento
mentale, riceveva denaro dalle fonti piu' inattese: i suoi amici la
criticavano per questo insistendo che, per guadagnare, e' necessario
lavorare sodo.

Indotta dalle loro prediche, la donna inizio' a dubitare di meritare tutto
cio' che riceveva dalla vita. Il suo atteggiamento psicologico iniziale era
corretto; in seguito, invece, quando comincio' ad avere paura e, anziche'
ringraziare se stessa, imbocco' la strada sbagliata. Aveva capito come
reagire all'abbondanza evitando ogni conflitto e ogni problema, e i suoi
amici
volevano farla sentire in colpa per il fatto che, pur lavorando duramente,
non guadagnavano tanto quanto lei..

Mi capita spesso di tendere la mano agli altri: se sono disposti a
prenderla e a imparare qualcosa di nuovo, e' fantastico! Se, viceversa,
cercano di
deprimermi e denigrarmi, li lascio a loro stessi, preferendo operare con
qualcuno che voglia realmente risolvere i problemi.

Se la nostra vita e' ricca di gioia e amore, non ascoltiamo i consigli di
persone sole e infelici che pretenderebbero di spiegarci come dobbiamo
vivere.

Spesso, questo e' l'atteggiamento dei nostri genitori: provengono
da un'esistenza di difficolta' e di oppressione e vorrebbero insegnarci a
vivere!

********

Molti si preoccupano dell'economia del loro paese e del mondo in
generale, convinti che, a seconda dell'andamento del mercato,
guadagneranno o perderanno denaro: il mercato e' in realta', sempre
oscillante e non e',
pertanto,
importante quello che accade in un dato momento o quello che alcuni
esperti fanno
per modificare una determinata situazione.

Indipendentemente da cio' che succede nel mondo, quel che conta e' cio'
che pensiamo di noi stessi.

Se temiamo di perdere la casa, chiediamoci: "Per quale motivo mi sento
male
con me stesso? Perche' mi sento abbandonato? Che cosa devo fare per
trovare la
pace interiore?" Le esperienze esterne riflettono sempre quelle interiori:
non dobbiamo mai dimenticarlo.

Io ripeto spesso l'affermazione: "I miei guadagni aumentano sempre,"
oppure "guadagno piu' dei miei genitori". Tutti noi, del resto, abbiamo
diritto di
guadagnare piu' dei nostri genitori. E' quasi una necessita', dal momento
che la vita oggi e' piu' cara di una volta. Alle donne, in particolare,
succede di
avere dei sensi di colpa se guadagnano piu' del loro padre. E' importante
superare tali sentimenti e accettare l'abbondanza che la vita ci offre,
perche' ne
abbiamo diritto.

Il lavoro e' una delle tante fonti da cui ottenere il denaro; questo,
tuttavia, non deve essere necessariamente lo scopo del lavoro. La
ricchezza puo'
provenire da diverse fonti e, indipendentemente da quali siano, dobbiamo
accettarla
con gioia in quanto e' un dono dell'Universo.

Una giovane donna si lamento' una volta del fatto che i suoi parenti
comperavano ogni sorta di giochi e di vestiti per il bambino che le era
nato da poco,
mentre lei non poteva fare lo stesso per ragioni finanziarie. Le dissi che
l'universo desiderava che il suo bambino non fosse sprovvisto di nulla e
utilizzava i nonni come tramite per raggiungere tale obiettivo; le
suggerii quindi di essere grata e di apprezzare il modo in cui l'universo si
prendeva cura del bambino.

*I rapporti con i colleghi*

I rapporti che instauriamo con i colleghi subiscono le stesse influenze
dei rapporti familiari, ovvero possono essere soddisfacenti o pessimi.

Una donna mi chiese una volta: "Come persona positiva, in che modo devo
affrontare quei colleghi che sono costantemente negativi?"

Prima di tutto, mi incuriosi' il fatto che la donna lavorava in un
ambiente
che considerava negativo, ritenendosi l'unica persona positiva e mi
domandai
perche' attirasse tanta negativita': forse, interiormente, assumeva
atteggiamenti
negativi di cui nemmeno si rendeva conto.

Le suggerii di iniziare a pensare di lavorare - e di aver sempre lavorato
- in un ambiente allegro e piacevole in cui la gente si apprezza, si
rispetta e
ama la vita. Invece di lamentarsi di questo e di quello, doveva affermare
a se stessa di aver sempre operato in un ambiente ideale.

Adottando questa filosofia, la donna poteva ottenere il meglio dai
colleghi, i quali avrebbero reagito positivamente ai suoi mutamenti
interiori,
oppure trovare l'ambiente lavorativo che desiderava.

***

Un uomo mi dichiaro', un tempo, che, quando inizio' a lavorare, ebbe
sensazioni stupende: amava il lavoro, tutto filava liscio ed egli era
soddisfatto, preciso, accurato in ogni cosa. Improvvisamente, inizio' a
commettere
errori.

Gli domandai di che cosa avesse paura: c'era forse qualche ragione che
risaliva all'infanzia? O era arrabbiato con un collega? Oppure, ancora,
cercava di vendicarsi di qualcuno? E questo qualcuno gli ricordava il
padre o la madre?

La stessa cosa gli era capitata anche in altri ambienti lavorativi Mi
sembrava, infatti, che egli stesse creando il caos nella sua situazione
lavorativa in nome di un antico sistema di pensiero e glielo dissi:
mi rispose che, in effetti, c'era un vecchio problema familiare, secondo
cui veniva ridicolizzato ogniqualvolta commetteva uno sbaglio. Gli
suggerii di
perdonare la sua famiglia e di affermare, inoltre, che i rapporti con i
colleghi erano armoniosi e di totale rispetto reciproco...

Quando pensiamo ai nostri colleghi, non consideriamoli totalmente
negativi:
ognuno ha delle qualita' che dobbiamo riconoscere e apprezzare. Solo
concentrandoci su di esse, riusciremo a portarle alla luce. Se gli altri
ripetono sempre frasi negative, non prestiamo loro attenzione: mirano
infatti a cambiare la nostra coscienza. Inoltre, dato che riflettono la
negativita'
che sta in noi, quando saremo riusciti a eliminare quest'ultima, saremo
circondati unicamente da persone amabili.

Anche se ci sentiamo frustrati, cerchiamo di stabilire che cosa
desideriamo
ottenere in campo lavorativo accettandolo, quando ci viene donato, con
gioia e riconoscenza.

Un'altra persona con la quale ho lavorato, una donna, si dichiarava
soddisfatta del proprio lavoro che le permetteva di fare quello che le
piaceva e, pertanto, di trarre dalla sua attivita' esperienze preziose.
Ciononostante, continuava ad ammalarsi, operando una sorta di sabotaggio nei
confronti di
se stessa: mi confesso' che, quando era piccola, si ammalava sempre
perche' questo era il suo modo di attirare l'attenzione e sentirsi amata e
accettata e che, probabilmente, da adulta, ricreava lo stesso schema.

Quello che doveva imparare era semplicemente riuscire ad accettare amore e
affetto in maniera positiva. Sul lavoro, ogniqualvolta qualcosa andava
male, regrediva immediatamente all'eta' di cinque anni comportandosi come
da piccola.

Quando imparo' a prendersi cura della sua "bambina interiore" e a sentirsi
al sicuro, riusci' ad accettare anche la sua energia.

***

La competitivita' e il confronto rappresentano i due ostacoli
principali per la creativita': eppure, l'unicita' di ogni essere umano fa
si' che
ognuno di noi sia diverso dagli altri, nel passato, nel presente e nel
futuro. E,
allora, perche' competere e confrontarsi con gli altri? Se lo facciamo,
otteniamo il
risultato di sentirci superiori o inferiori, espressioni queste - pur
nella
loro diversita' - del nostro ego, della nostra mente limitata.

Infatti, se ci confrontiamo con gli altri per sentirci migliori, li
denigriamo affermando che non sono all'altezza: svilire una persona -
cosi' riteniamo - e' il modo piu' semplice per autoesaltarsi. In realta',
non facciamo altro che metterci nella posizione di essere criticati dagli
altri; e,
purtroppo, quasi tutti, in misura piu' o meno marcata, ci comportiamo in
tal modo.
Dovremmo, invece, cercare di dissipare la tenebra e la negativita' che sta
in noi, illuminandoci di luce interiore.

Vorrei ricordare ancora una volta che tutto cambia e che, pertanto, quello
che era adeguato in passato, puo' non esserlo piu' al momento attuale; per
continuare a cambiare e a crescere, dobbiamo costantemente esplorarci
interiormente e ascoltarci, scoprendo cosi' quello di cui abbiamo di volta
in volta bisogno.

*Cambiare il modo di gestire gli affari*

Negli ultimi anni mi sono occupata direttamente dell'attivita'
editoriale. Il mio motto e': "..Guarda la posta, rispondi al telefono e
affronta tutto cio' che c'e' da fare." E facendo queste operazioni, giorno
dopo giorno,
l'impresa e' cresciuta fino ad avere venti impiegati...

La nostra attivita' e' basata su principi spirituali positivi, che vengono
rafforzati a ogni riunione. Rendendoci conto che numerose ditte fondano il
loro sistema sulla competitivita', esasperata molto spesso fino
all'annientamento degli avversari, abbiamo deciso di non sprecare allo
stesso modo le nostre energie, ma di concentrarle su noi stessi per
rendere il doppio.

Seguendo tale filosofia, evitiamo di operare in un'ottica affaristica;
ogniqualvolta sorgono problemi, cerchiamo di affermare la nostra volonta',
di modificare la situazione e di eliminare ogni ostacolo.

Disponiamo anche di una stanza "dell'urlo," isolata acusticamente, in cui
e' possibile gridare senza essere sentiti, ne' giudicati dai colleghi o,
viceversa, meditare e rilassarsi ascoltando nastri appositamente preparati
allo scopo: un rifugio sicuro per i momenti difficili.

Ricordo che, per un certo periodo, avemmo problemi con i computer: ogni
giorno c'era qualche avaria o qualche intoppo. Dato che, a mio avviso, le
macchine
riflettono il nostro stato d'animo, conclusi che forse noi stavamo
inviando
energia negativa ai computer aspettandoci dei continui guasti. Per
risolvere
il problema, feci memorizzare in tutti i computer l'affermazione: "...Buon
giorno, come stai oggi? Io lavoro bene quando mi sento amato. Ti voglio
bene" - che
compariva sullo schermo, ogni mattina, non appena le macchine venivano
accese: fu sorprendente notare come non vi furono piu' inconvenienti
tecnici!!!

Talora consideriamo le cose che ci accadono come delle terribili
"calamita'": di qualsiasi cosa si tratti, dobbiamo imparare a valutarla
razionalmente
come una semplice esperienza di vita capace di insegnarci sempre qualcosa.
Personalmente nessun "disastro" e' stato sterile sotto tale profilo: al
contrario tutti i problemi incontrati mi hanno aiutato a migliorare.

Poco tempo fa la Hay House, la mia Compagnia, ha attraversato un brutto
periodo: come vuole il principio economico, le vendite talora aumentano e,
talora, diminuiscono; gli affari della compagnia, erano, tuttavia, in
netto
calo e nessuno di noi sapeva come fronteggiare la situazione. Alla fine
non mi resto' che adottare misure drastiche, ovvero licenziare meta' del
personale, cosa che mi fu difficilissima: ricordo che entrai nella sala
conferenze, in cui tutti si erano riuniti, per dare la triste notizia.

Piangevo, ma sapevo di dover attuare quella decisione; nonostante la
drammaticita' della situazione, ero tuttavia certa del fatto che gli
impiegati licenziati avrebbero trovato un lavoro nuovo e, forse, anche
piu' soddisfacente.

E, in effetti, alcuni di loro iniziarono un'attivita' in proprio che,
attualmente, va molto bene! In quei momenti neri, continuavo a ripetere
che tale esperienza avrebbe dato i suoi frutti positivi nel futuro: e cosi'
fu.

Ovviamente, ci fu chi dipinse un quadro cupissimo della nostra situazione,
diffondendo la voce - addirittura, in tutti gli Stati Uniti! - che la Hay
House era sull'orlo del fallimento.

Era sorprendente constatare che, al di la' dei problemi finanziari, un
numero cosi' elevato di uomini d'affari avesse sentito parlare della
nostra compagnia.

Ora ,devo ammettere di essere stata molto contenta quando potei smentire
certe voci e contraddire le previsioni fallimentari: abbiamo stretto la
cinghia considerevolmente, ma non siamo falliti. Ridotti a meta', abbiamo
lavorato sodo, superando le difficolta' e, fatto ancora piu' importante,
imparando
moltissimo..

Oggi la Hay House va meglio che mai: gli impiegati sono soddisfatti e io
sono soddisfatta di loro e anche se abbiamo un carico lavorativo maggiore,
nessuno se ne lamenta. Pubblichiamo piu' libri che in passato e attiriamo
sempre maggiore prosperita'.

Ritengo che, alla fine, tutto si risolva sempre per il meglio, anche se,
nei momenti difficili, e' quasi impossibile crederlo.

Proviamo a pensare a un'esperienza negativa accadutaci, un divorzio o un
licenziamento, ad esempio. Proviamo, quindi, a fare un quadro generale
della nostra situazione: non e' forse vero che, dopo tale episodio, ne sono
accaduti tanti positivi?

Quante volte ho sentito la gente dire: "...E' stata un'esperienza
terribile, ma se non fosse successa, non avrei mai conosciuto... iniziato la
mia
attivita'... riconosciuto di essere dipendente da... imparato a volermi
bene."

Se abbiamo fiducia nell'intelligenza divina ,che permette a ognuno di noi
di sperimentare la vita nel modo migliore, possiamo godere di tutto cio' che
quest'ultima ci offre, del bene e del cosiddetto male. Cerchiamo di
applicare questo principio anche al nostro lavoro: in breve noteremo
cambiamenti positivi.

***

Coloro che decidono di mettersi nel mondo degli affari, possono farlo
iniziando a operare ispirandosi all'intelligenza divina; in quest'ottica
e' importante mantenere il contatto con i propri impiegati, consentendo loro
di esprimere liberamente opinioni e sentimenti riguardanti la loro
attivita'.
E' anche molto importante garantire ai propri collaboratori delle buone
condizioni di vivibilita': se gli impiegati lavorano pigiati gli uni agli
altri in uffici angusti, anche il loro stato d'animo sara' negativo, in
condizioni
di ristrettezza fisica; come puo' la mente operare liberamente e dare il
meglio?

Puo' essere utile adottare un motto che rifletta la filosofia
dell'impresa; alla Hay House abbiamo scelto il seguente: "Creare un mondo
sicuro in cui
volerci bene."

Consentendo all'intelligenza divina di operare in ogni settore lavorativo,
tutto andra' bene.

Mi sono accorta che numerose imprese stanno cambiando e credo che verra'
il momento in cui nessuno potra' piu' andare avanti, in base alle vecchie
regole ispirate alla competitivita' e alla lotta: un giorno ci renderemo
conto che tutti possono vivere serenamente, ringraziando per la prosperita'
e il
benessere ricevuti.

Le societa' potrebbero fin d'ora modificare i loro
obiettivi prioritari, cercando di creare ambienti lavorativi che stimolino
i dipendenti a esprimersi e a manifestare la loro creativita'.

Ognuno di noi desidera dal lavoro qualcosa di piu' di una semplice busta
paga: desidera, cioe', dare il suo contributo al mondo e sentirsi
soddisfatto di quello che fa. In futuro la capacita' di fare del bene
oscurera' l'istinto
materialistico.

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Manina indica Giù Spaziatore Manina indica Giù
Spaziatore