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SCHEDA ARTICOLO N. «01514»

CLASSIFICAZIONE: 2
TIPOLOGIA: BUDDISMO
AUTORE: FABRIZIO IOPPOLO
TITOLO: REGOLE UNIVERSALI DI ZAZEN
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TESTO ARTICOLO

Regole Universali di Zazen

(di Fabrizio Ioppolo)

- Regole universali per la pratica di zazen (Maestro Dogen 1200-1253) -

La via è fondamentalmente perfetta, assoluta, include tutto, permea ogni
cosa. Come potrebbe mai dipendere da una pratica o da una realizzazione? Il
Dharma è libero, privo di ostacoli. Perchè l'uomo deve compiere lo sforzo
della concentrazione? In verità il grande corpo dell'uomo è al di là della
polvere di questo mondo. Se è così perchè mai pensare che ci sia bisogno di
un mezzo per toglierla? Esso non è mai lontano, non è mai separato da
nessuno e da nessuna cosa. E' sempre là dove esattamente siamo.

A che serve girare a vuoto di qua o di là se vogliamo praticare? Se creiamo
una separazione, per quanto piccola, sarà sufficiente a separarci dalla Via
tanto quanto la terra dista dal cielo. Se discriminiamo continuamente tra
scelte e rifiuti, per piccoli che siano, la mente si perderà nella
confusione. Quando qualcuno pensa si aver compreso e si illude d'aver
raggiunto il Risveglio intravedendo la Grande Saggezza che penetra tutte le
cose, costui si è solo di poco avvicinato alla Via. La mente di questa
persona diventa più chiara e nasce in lei il desiderio di dare la scalata
anche al cielo.

Ma questa persona è pur sempre solo all'inizio dell'esplorazione, si trova
ancora solo in una zona di confine. Ancora non basta per penetrare la
conoscenza della Grande Via dell'assoluta emancipazione. C'è forse bisogno
di parlare della realizzazione del Buddha, che possedeva l'innata Coscienza
Originaria? Ancora oggi noi riceviamo il benefico influsso dei soui sei anni
passati stando seduto con le gambe incrociate e la schiena dritta nella
postura del loto, immerso nella più profonda e totale immobilità.

E che dire, poi, di Bodhidharma! La trasmissione del Sigillo fino a noi
conserva ancora il ricordo dei nove anni passati seduto davanti al muro. Se
è dunque stato così per i Santi del passato, possiamo oggi esimere noi
stessi dal praticare la Via? Dovreste adesso definitivamente abbandonare una
pratica basata sui ragionamenti, sulle deduzioni, sui pensieri discorsivi e
sulla comprensione intellettuale per andare al di là del mero senso
letterale delle parole. Imparare piuttosto a compiere quell'intima
inversione (conversione) nel profondo che vi porterà a rivolgere la vostra
luce verso il vostro autentico sè, illuminando la vostra vera natura.

Il corpo e la mente si estingueranno da soli e apparirà il vostro volto
originario. Se volete realizzare il Risveglio dovete praticarlo qui ed ora
senza il minimo indugio. Per zazen trovate un luogo che sia tranquillo e
silenzioso. Mangiate e bevete sobriamente. Lasciate da parte tutte le
ordinarie occupazioni, liberatevi da relazioni e legami. Smettete di
pensare: "questo va bene" o "questo va male". Non prendete posizione "pro" o
"contro". Non seguite più i movimenti del pensiero cosciente liberandovi dal
pensiero deduttivo.

Non considerate più le cose con il vostro pensiero individuale e lasciate da
parte prospettive e punti di vista. Non cercate nemmeno di sforzarvi per
diventare un Buddha. Zazen non ha niente a che vedere con una posizione
seduta o allungata. Mettete una stuoia dove di solito vi sedete e
disponetevi sopra un cuscino rotondo. Sedetevi nella posizione del loto o
del mezzo loto. Nella posizione del loto, portate prima il piede destro
sulla coscia sinistra e poi il piede sinistro sulla coscia destra. Nella
posizione del mezzo loto accontentatevi di mettere il piede sinistro sulla
coscia destra.

Sciogliete nodi e cinture e indossate un abito comodo, sistemandovi
convenientemente. Deponete quindi la mano destra, palmo in alto, sul tallone
della gamba sinistra e le dita della mano sinistra sulle dita della mano
destra. I pollici sono orizzontali e con le punte in leggero contatto.
Sedete con la schiena ben dritta nella giusta postura, che non deve pendere
nè a destra nè a sinistra, nè avanti nè indietro. Accertatevi che le
orecchie siano sullo stesso piano delle spalle e che il naso si trovi sulla
verticale dell'ombellico. La punta della lingua tocca il palato alla radice
dei denti superiori, la bocca è chiusa, senzatensioni, i denti si toccano
nella posizione normale, naturale. Gli occhi devono rimanere ben aperti,
respirare dolcemente attraverso le narici. Una volta nella posizione
corretta, respirate profondamente una volta, inspirando ed espirando. Fate
oscillare il busto alcune volte a destra e a sinistra, ritornate dolcemente
nella posizione verticale. Non muovetevi più. Pensate dalla profondità del
"non pensiero" hishiryo come? Andando al di là del pensiero e del non -
pensiero: hishiryo questa è l'arte essenziale dello zazen.

Lo zazen di cui parlo non è una delle tante tecniche di meditazione, è il
dharma di pace e gioia profonde. E' la pratica realizzazione del perfetto e
immediato Risveglio. Zazen è la manifastazione della Realtà Ultima. Non
potrà mai essere preda di trappole e insidie. Cogliendone il cuore segreto,
sarete come un drago che entra in profondissime acque, o come una tigre che
si addentra nella folta foresta di una montagna.

Dobbiamo sapere che nel momento stesso in cui si sta facendo zazen, il vero
Dharma si sta manifestando, pertanto siamo liberi dalla distrazione e
dall'indolenza fisica e mentale sin dall'inizio. Quando vi alzate fatelo con
movimenti dolci, senza fretta eccessiva, ma anche senza troppi indugi. Non
alzatevi di scatto, bruscamente. Se guardiamo nel passato vediamo che
l'illuminazione e la non-illuminazione, il morire in piedi o seduti, sono
sempre dipesi solo dal vigore della pratica dello zazen. Inoltre
l'illuminazione improvvisa scaturita a causa di un dito, del movimento di
una banderuola, di un ago, di un martello o di uno scacciamosche, a causa di
un pugno, di un colpo di bastone o di un grido, tutto ciò non si potrà mai
cogliere profondamente solo facendo uso del pensiero dualista, nè potrà
essere meglio afferrato con dei poteri soprannaturali.

Queste cose sono ben al di là di ciò che gli esseri umani vedono o sentono.
Non è forse questo principio anteriore alla coscienza e alla percezione?
Anche essere più o meno intelligente non conta molto. Non c'è diversità tra
uno sciocco ed uno avveduto. Quando concentriamo il nostro spirito su una
sola mente, quest'azione è in sè praticare la Via. La pratica realizzazione
è pura per natura, per cui progredire non è altrochè una questione di
pratica quotidiana. Nell'insieme di questo e degli altri mondi, in India
come in Cina, tutti rispettano il Sigillo del Buddha in sommo grado.

Questa pratica in particolare prevede una dedizione completa alla postura
seduta della meditazione senza oggetto e priva di uno scopo o una finalità
qualsiasi, continuando a sedersi con impegno totale nell'assoluta
immobilità. Anche se si dice che vi siano tanti spiriti quanti uomini, tutti
hanno sempre praticato la Via nello stesso modo: facendo zazen. Perchè
lasciare il posto che vi è riservato a casa vostra per girare a vuoto in
terre straniere piene di polvere? Basta un passo falso per uscire dalla Via
tracciata dritta davanti a voi.

Avete la fortuna di vivere in forma umana, non perdete quindi del tempo
prezioso e date il vostro contributo all'opera essenziale della Via del
Buddha. Chi mai può trarre piacere dalla fiamma scaturita dalla selce? Forma
e sostanza sono come rugiada sull'erba. Il tempo è rapido come il fulmine;
un istante, e non c'è più. Vi prego, cari discepoli dello zen, abituati da
molto tempo a palpare l'elefante nell'oscurità, non abbiate paura del drago
vero. Consacrate tutta la vostra energia alla Via che indica l'assoluto.
Rispettate l'uomo che ha realizzato la Via e che è andato al di là delle
azioni ordinarie umane. Entrate in armonia con l'illuminazione del Buddha.
Siate i successori della linea di trasmissione leggittima del Satori e dei
patriarchi. Comportatevi così e diverrete come loro. La vostra segreta
stanza del tesoro si aprirà e potrete farne l'uso che vorrete.

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