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SCHEDA ARTICOLO N. «01516»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: GIAMPIERO CIAPPINA
TITOLO: TECNICHE DI LIBERAZIONE PERSONALE
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TESTO ARTICOLO

Tecniche di liberazione personale

(di Giampiero Ciappina)

- Come la Psicoterapia esistenziale scioglie i passaggi evolutivi bloccati.-



Quando Arianna venne da me, la prima cosa che ci tenne assolutamente a
sottolineare era che lei e la sua famiglia erano perfettamente normali!
Arianna (è uno pseudonimo naturalmente) viveva a Roma da pochi anni, di
origini friulane, curata e di aspetto gradevole, ventotto anni circa, 2
figli rispettivamente di 2 e 3 anni, impiegata di una grande e nota azienda
nazionale nel settore della new economy.

La ragione della richiesta di colloquio era che Arianna non riusciva a
mantenere la pace in famiglia. Il marito era spesso scorbutico, indifferente
e scontroso mentre i figli giorno dopo giorno sembravano facessero apposta a
mettere letteralmente a soqquadro l'intera casa, con un frambusto e un
parapiglia che peggiorava ogni 24 ore.

A ciò si aggiungeva che Arianna presentava un disturbo non ben identificato
al cuore, problemi allergologici, piccoli disturbi dermatologici e insonnia
cronica, di cui però non trovava il tempo né per fare ulteriori accertamenti
né per avviare delle cure specifiche.

Malgrado ciò, Arianna si presentava sempre con un sorriso aperto e pur
mentre raccontava tutti i suoi guai, non mancava mai di sottolineare l'ansia
e il dolore, ma anche che ". comunque questo non era un problema [...] in
ogni caso va tutto bene [...], ecc.".

Arianna, pur mentre esponeva difficoltà su difficoltà (a volte anche seri
problemi di salute) sembrava totalmente non rendersi conto di come il dolore
e il disagio che esprimeva fossero strettamente legati al tipo di vita che
conduceva.

Non solo: fu molto importante quando la terapia cominciò a lavorare sugli
"spazi interiori" e sulla difficoltà che Arianna aveva a "concedersi" degli
spazi per sé. Di fatto, lo stesso concetto di "Sé" gli era completamente
oscuro e ignoto.

Seconda di cinque figli, Arianna da bambina aveva presto dovuto fare i conti
con le necessità della famiglia non agiata e con la Madre fuori casa per
lavoro. Derubata della propria infanzia, aveva presto acquisito il "ruolo"
della Madre, occupandosi dei fratelli poco più piccoli, nutrendoli e
seguendoli praticamente a tempo pieno.

Con il matrimonio, ad Arianna con un processo inconsapevole e del tutto
automatico, parve assolutamente giusto e corretto, replicare il medesimo
modello relazionale ed esistenziale che aveva acquisito sin dalla più tenera
età: lo fece istintivamente, senza pensarci. La "cosa più giusta da fare"
gli sembrò quella di dedicarsi anima e corpo al marito e ai figli, senza
tenere in nessuna considerazione le proprie esigenze.

Arianna sembrava anche sorpresa di come tutto il suo "sacrificio",
l'abnegazione
e dedizione invece di restituirgli l'immagine di una persona generosa (come
a lei piaceva descriversi e immaginarsi) restituivano invece una famiglia
con relazioni e comportamenti sull'orlo del collasso.

Quando la terapia cominciò a lavorare sul concetto di "sano egoismo",
Arianna cominciò a vedere la luce. Di fondamentale importanza fu tutto il
paziente lavoro sul recupero dei propri progetti, i propri sogni e desideri
più profondi. Dopo una prima fase in cui Arianna sembrava NON avere progetti
personali o desideri all'infuori del "bene" della famiglia, la terapia
cominciò a mostrare i primi risultati più evidenti.

Emerse la consapevolezza che, da una parte Arianna applicava inconsciamente
il ruolo appreso nell'infanzia (convinta di essere nel giusto), ma
contemporaneamente poneva le basi per relazioni fredde, distanti, asettiche,
al punto da perdere il contatto intimo con i figli e il marito. La
comunicazione affettiva profonda era completamente congelata dal ruolo
inconscio, e al di là dell'apparente "cura e generosità" che Arianna poneva
nelle sue relazioni familiari, esse in verità risultavano completamente
svuotate di autenticità. Ciò creava il paradosso che Arianna viveva ogni
giorno nella sua famiglia.

La psicoterapia proseguì con la "prescrizione obbligatoria" di "sedute dal
parrucchiere", "momenti dedicati allo shopping", "cene con le amiche", ma
anche "spazio per accertamenti diagnostici" e soprattutto "cure personali".
Sostanzialmente gli chiesi di comportarsi - apparentemente - al contrario di
come aveva fatto per anni.

La deliberata assenza di Arianna dalla famiglia, dapprima creò un momentaneo
accentuarsi dei sintomi di confusione e irascibilità, ma successivamente la
qualità delle relazioni cominciò a migliorare rapidamente e tanto
velocemente da lasciarla stupefatta.

Le sembrava paradossale: eppure man mano che Arianna riprendeva possesso di
sé stessa, anche diminuendo il "sacrificio" nei confronti della famiglia, i
rapporti miglioravano. Il marito cominciò a riscoprirla, quasi come se fosse
un'altra persona, e i figli - del tutto inconsapevolmente - cominciarono a
crescere nel loro senso di responsabilità. Arianna raccontava: "Mi sembra
incredibile: più tempo dedico a me stessa, più migliorano i rapporti con i
miei familiari. Per anni ho fatto esattamente l'opposto senza rendermi conto
che stavo distruggendo tutto".

La nuova Arianna che ormai appariva aveva potuto liberarsi di una sorta di
vecchia identità come di un vestito ormai troppo vecchio e stretto,
permetteva l'emersione delle nuove esigenze di una donna adulta e nel
medesimo tempo aveva "lenito" la ferita del suo passato legata ad una
difficile relazione con la propria madre.

La terapia si concluse quando le relazioni familiari erano ormai solidamente
avviate verso un nuovo obiettivo. Arianna era quantitativamente meno
presente, ma la qualità del tempo che dedicava ai suoi affetti era ormai
completamente diversi.

Lei che - all'inizio della terapia - ci teneva ostentatamente a dirmi che la
sua famiglia era perfettamente normale, poteva adesso ritrovare una nuova ed
autentica "normalità" nell'essere finalmente se stessa, a beneficio anche
della sua famiglia.

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