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SCHEDA ARTICOLO N. «01549»

CLASSIFICAZIONE: 2
TIPOLOGIA: BUDDISMO
AUTORE: FLAVIO PELLICONI
TITOLO: VESAK, LA FESTA DEL RISVEGLIO
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TESTO ARTICOLO

Vesak - la festa del Risveglio

(di Flavio Pelliconi)

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Il Vesak è la principale ricorrenza buddista. Si ricordano in questo giorno
la nascita, il risveglio e il trapasso del Buddha Gôtama. Infatti, secondo
la tradizione, il principe Siddhatta nacque nel 623 a.C. nel giorno di luna
piena (purnima) del mese lunare di Vesak; sempre nel plenilunio del medesimo
mese, trentacinque anni dopo, giunse alla buddità e infine, nello stesso
giorno di Vaisakha Purnima, trapassò nel parinibbâna all'età di ottant'anni
nel 543 a.C., data dalla quale si fa partire il computo dell'Era Buddista.

Vesak - in sanscrito Vaisakha - significa «diramato» ed allude,
verosimilmente, alla forma della costellazione dell'Ariete (Mesha) che il
Sole attraversa in questo periodo dell'anno. Menzionato anche nei Veda,
Vesak è il secondo mese del calendario lunare buddista ed ha inizio tra il
14 aprile e il 14 maggio. La festa del Vesak vera e propria cade nel 15
giorno di questo mese lunare, ed è, pertanto, una ricorrenza mobile rispetto
al nostro calendario gregoriano, proprio come la Pasqua ebraica, con la
quale è possibile che ai tempi del Buddha coincidesse.

Vesak è un mese considerato fausto per tutta la sua durata, mentre degli
altri mesi era considerata beneaugurante solo la quindicina di luna
crescente. Possiamo perciò azzardare la supposizione che, se questo
plenilunio non fosse il vero giorno natale del principe Siddhatta, la
tradizione probabilmente glie l'avrebbe attribuito lo stesso, proprio come
il 25 dicembre s'è trasformato da giorno del Sole invitto in Natale di Gesù
sovrapponendo un significato nuovo a una tradizione antica.

Può interessare evidenziare come, a differenza dei cristiani, che contano
gli anni dalla nascita di Gesù, i buddisti li contino dal trapasso nel
Mahaparinibbana, ossia dalla totale estinzione, che rappresenta il culmine
della sua buddità.

La festa del Vesak cade, ai nostri giorni, nel plenilunio del mese lunare
che s'inizia dopo il 14 aprile, collocandosi così, per lo più, nel mese di
maggio. Ciò lo arricchisce di significati squisitamente mediterranei. Come
possiamo osservare guardandoci intorno, è un mese in cui la natura è in
pieno rigoglio: il cielo è sereno e il sole è piacevolmente caldo. La
pioggia di maggio è considerata benefica. Nella tradizione italiana maggio è
un mese che ospita rappresentazioni miste di sacro e profano. E' il mese
delle rose, degli amori e della Madonna. Nel Vesak ritroviamo tutte queste
valenze, con l'aggiunta di quelle più propriamente buddiste.Tra queste la
più importante è quella di festa del risveglio. Il risveglio della natura
allude al risveglio spirituale e al trapasso in uno stato esperienziale
superiore.

Si può concludere dicendo che la festa del Vesak commemora anche la
solitudine del Buddha. Solitudine della nascita, ma soprattutto solitudine
del risveglio e del trapasso. Quando il Buddha pervenne all'estinzione del
dolore, sotto l'albero della bodhi (pipal o ficus religiosa), a Gaya, sulle
rive del fiume Niranjara, era ormai rimasto solo. Dopo aver lasciato la casa
paterna, la famiglia, i maestri spirituali, era stato abbandonato anche dai
cinque asceti che avevano condiviso negli ultimi tempi la sua vita
eremitica, prendendolo come guida. Era solo, abbandonato e dimentico di
tutti. In questa estrema solitudine sperimentò lo stato imperituro del
risveglio, al quale giunse mollando tutto: legami di sangue e di amicizia,
maestri spirituali e compagni di ricerca, cultura e tradizione.

Ulteriori informazioni in inglese su www.accesstoinsight.org

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N.B.: la grafia Vesak è più corretta di Wesak, che in italiano non ha alcuna
giustificazione fonetica, mentre ce l'ha in tedesco, lingua dalla quale è
stata tratta e in cui la «w» si legge «v», mentre la «v» si legge «f». In
sanscrito è Vaisakha, in pali Vesakha.

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