Meditare fa bene alla salute
TIME - Stati Uniti, 27 ottobre 2003 (riassunto pubblicato su Internazionale n° 511, ottobre 2003)
Milioni di persone nel mondo, di cui 10 milioni negli Stati Uniti, meditano: la scienza sostiene che rafforza il sistema immunitario e riduce lo stress. La meditazione si pratica nelle scuole, negli ospedali, negli studi legali, negli edifici governativi e nelle prigioni. L'interesse per questa attività è più di tipo medico che culturale. Viene raccomandata sempre più per prevenire, rallentare o al limite controllare il dolore di malattie croniche come i problemi di cuore, l'aids e il cancro. È utilizzata anche per ristabilire l'equilibrio in disturbi psichiatrici come depressione, iperattività e deficit d'attenzione. Usando un misto di scienza occidentale e misticismo orientale, i medici stanno adottando la meditazione perché alcuni studi scientifici provano che funziona, soprattutto nei disturbi causati dallo stress. "Trent'anni di ricerca sulla meditazione ci hanno detto che funziona splendidamente", afferma Daniel Goleman, autore di Destructive Emotions, un libro conversazione tra il Dalai Lama e un gruppo di neurologi. "Mail risultato più interessante che emerge dagli ultimi studi è che la meditazione può allenare la mente e rivitalizzare il nostro organo più importante, il cervello".
LA MENTE DEI BUDDISTI
Cosa può insegnare il buddismo ai neuroscienziati? Può indicargli la via della felicità? Il filosofo Owen Flanagan analizza gli effetti della meditazione sul nostro cervello OWEW FLANACAW, NEW SCIENTIST, GRAN BRETAGNA
I membri della mia tribù - ci definiamo naturalisti filosofici - trattano ogni discorso sull'anima e lo spirito in senso metaforico. Quando parliamo di sede dell'anima ci riferiamo al cervello e al resto del sistema nervoso. Il Dalai Lama parla di una "coscienza luminosa" che trascende la morte e che non avrebbe una correlazione cerebrale, ma noi crediamo che anche questa possa essere compresa a livello neurale. Una questione interessante per i neuroscienziati è come si attiva il cervello dei buddisti o di qualunque persona saggia, felice e virtuosa. In che modo si riflettono nel cervello la felicita, la serenità e I'affabile gentilezza che derivano dalla pratica buddista della meditazione? E come si manifesta questa esperienza soggettiva? La neuroscienza sta cominciando a fornire delle risposte. Usando tecniche come la tomografia a emissione di positroni (Pet) e la risonanza magnetica funzionale, possiamo studiare il cervello in azione. Sappiamo che ci sono due aree principali coinvolte nelle emozioni, l'umore e il temperamento. L'amigdala - una struttura simmetrica a forma di mandorla situata nel proencefalo - e le regioni adiacenti fanno parte del sistema di allerta rapida che gestisce paura, ansia e sorpresa. E' probabile che queste strutture siano implicate anche in altre emozioni fondamentali come la rabbia. La seconda area comprende i lobi prefrontali. Da tempo è noto che queste strutture hanno un ruolo importante nella prudenza, la pianificazione e l'autocontrollo, ma adesso si sa che sono implicate anche nelle emozioni, l'umore e il temperamento. Felici si diventa Sulla base di queste conoscenze, alcuni neuroscienziati hanno cominciato a studiare il cervello dei buddisti. Richard Davidson, del laboratorio per la neuroscienza affettiva dell'università del Wisconsin, a Madison, ha scoperto che i lobi prefrontali sinistri di "buddisti esperti" si attivano in modo constante, e non solo durante la meditazione. E' un dato significativo, perché un'attività persistente nei lobi prefrontali sinistri indica emozioni positive e buon umore, mentre un'attività persistente nei lobi prefrontali destri è segno di emozioni negative. Possiamo ipotizzare con una certa sicurezza che quelle anime buddiste apparentemente felici e quiete che si incontrano a Dharamsala, in India, dove vive il Dalai Lama, sono davvero felici. Dietro quella quieta apparenza si nascondono lobi prefrontali sinistri sempre attivi. I buddisti non nascono felici. Non è ragionevole pensare che i buddisti tibetani siano un gruppo biologico così omogeneo da essere nati, unici tra gli esseri umani, con un "gene" della felicità che attiva la corteccia prefrontale sinistra. L'ipotesi più plausibile è che ci sia qualcosa nella pratica buddista che provoca un certo tipo di felicità. Quali sono gli effetti della pratica buddista sull'amigdala e sulle altre reti neurali del preencefalo subcorticale? Grazie all'importante lavoro di Joseph LeDoux dell'università di NewYork, sappiamo che una persona può essere condizionata, attraverso l'amigdala e il talamo, al punto da spaventarsi per cose per le quali non ci sarebbe niente da aver paura. Sappiamo anche che è estremamente difficile contrastare quello che l'amigdala "pensa" e "sente" usando solo il pensiero razionale e consapevole. Alcuni affascinati lavori preliminari evidenziano che l'attenta pratica meditativa potrebbe "addomesticare" l'amigdala. Paul Ekman, del centro medico dell'Università della California a San Francisco, ha scoperto che i meditatori esperti non si innervosiscono, non si agitano né si sorprendono quanto la gente comune per i rumori improvvisi, anche se sono colpi di arma da fuoco. Penso che alla fine ricerche come questa ci consentiranno di capire se l'esercizio meditativo buddista possa cambiare il modo in cui il cervello risponde a certi stimoli ambientali. Oggi gli antidepressivi sono il metodo più usato per contrastare le emozioni negative, ma nessun antidepressivo rende una persona felice. D'altra parte la meditazione e la consapevolezza buddiste, nate 2.500 anni prima del Prozac, possono portare a un'intensa felicità e chi le pratica è in armonia con la sua ardente corteccia prefrontale e la sua placida amigdala.
STUDIO CONFERMA: I BUDDISTI SONO PIÙ SERENI
INTERNAZIONALE - GIUGNO 2002
I buddisti mandano buone vibrazioni - letteralmente. Sono cioè nella media più sereni degli altri grazie alla meditazione che, come indicano rilevamenti fatti sul sistema nervoso centrale negli Stati Uniti, funziona come un massaggio cerebrale e permette di contenere le emozioni. I rilevamenti eseguiti con sonde elettromagnetiche sull'attività cerebrale di chi ha esperienza nella meditazione, stando a uno studio condotto all'University of Wisconsin di Madison, rivelano che ci sono aree della corteccia costantemente "accese". Anche quando i soggetti sotto esame non stanno meditando. Le aree in questione sono proprio quelle del lobo prefrontale sinistro che, sottolinea la rivista britannica New Scientist in un servizio sull'argomento, si accendono solitamente con le emozioni di tipo positivo e nell'esercizio del controllo di sé. Secondo Paul Ekman, neuroscienziato dell'University of California di San Francisco che ha condotto studi simili con dispositivi a risonanza magnetica e a emissione di positroni, i buddisti reagiscono alle situazioni con minore ansia, risentimento e aggressività. Grazie alle nuove tecniche, gli studi confermano nella sostanza quanto emerso da altre ricerche sull'influenza benefica della meditazione e della contemplazione sulle attività cerebrali e sullo stato psicofisico generale. Forse, afferma Ekman, la meditazione e la capacità di riflettere temperano l'attività dell'amigdala, un organo a forma di mandorla che costituisce una delle aree più antiche della parte anteriore del cervello dei mammiferi. Questo organo, assieme alle conformazioni circostanti, è legato ai ricordi negativi e alle sensazioni della paura e della rabbia. Ma anche alle reazioni istintive e di risposta automatica. La meditazione cioè contribuirebbe a un'integrazione dei circuiti legati alle emozioni primarie e negative con circuiti evolutivamente più recenti. Si realizzerebbe così una specie di filtro delle emozioni, che verrebbero esperite e vissute in maniera più razionale e positiva.
LA SCIENZA DELLA MEDITAZIONE
PSYCHOLOGY TODAY STATI UNITI - GIUGNO 2001
Il quattordicesimo Dalai Lama si considera un semplice monaco buddista, ma ormai in Occidente è diventato un'icona. Non solo ha avuto il Nobel per la pace e ha risvegliato l'interesse per il Tibet, ma ha suscitato la curiosità di molti scienziati sulla religione buddista e in particolare sulla meditazione. Diverse ricerche hanno confermato il ruolo dì questa pratica nel ridurre l'ansia, lo stress e la depressione. Secondo alcuni, rinforza anche il sistema immunitario. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Harvard ha esplorato gli effetti della meditazione sul cervello. Grazie alla risonanza magnetica si e visto che attiva un'area cerebrale responsabile delle funzioni del nostro corpo che non controlliamo, come la digestione o la pressione sanguigna - funzioni che possono essere compromesse dallo stress. La meditazione interessa anche gli psicoterapeuti, spiega Psychology Today, che sempre più numerosi la integrano alla psicoterapia. Oltre a placare l'ansia, contribuisce all'accettazione di sé e a migliorare le capacità introspettive.
Un'associazione laica che promuove in Italia la meditazione buddista, o Vipassana, è l' IMC Italia.
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SVILUPPO DELLE POTENZIALITÀ DELLA MENTE
Pensare in modo chiaro e creativo è importante per tutti, a casa, a scuola o sul lavoro, ma secondo gli psicologi gli esseri umani normalmente utilizzano solo il cinque o il dieci percento delle potenzialità della mente e l'uso ristretto di queste potenzialità rende la vita poco soddisfacente, piena di problemi e tensioni. Se vogliamo vivere una vita più felice e appagante dobbiamo espandere il potenziale mentale.
Il progresso della nostra vita si basa sull'alternanza di attività e riposo. Più profondo è il riposo più efficace è l'attività. Come un'onda acquietandosi diventa illimitata come la superficie dell'oceano, durante la Meditazione Trascendentale la mente si acquieta all'interno di se stessa, trascende il livello dei pensieri e sperimenta la sorgente del pensiero, il Sé interiore, che non è altro che un oceano illimitato di coscienza: la Coscienza Trascendentale.
Questo processo del trascendere porta una grande pace interiore, normalizza il funzionamento del sistema nervoso e risveglia l'infinito potenziale di intelligenza creativa che giace alla sorgente del pensiero.
I BENEFICI Le ricerche scientifiche indicano che la Meditazione Trascendentale rende la mente più chiara e ordinata, sviluppa l'intelligenza, la creatività, l'attenzione e la memoria, l'autostima e la fiducia in se stessi, la capacità di prendere decisioni giuste e di risolvere i problemi. Le persone che la praticano affermano che la loro mente è più vigile e che sono in grado di rimanere calmi, creativi e attenti anche quando sono coinvolti nell'attività più frenetica. Gli studenti imparano più facilmente e ottengono migliori risultati a scuola.
L'arte di agire con successo si basa sulla Meditazione Trascendentale che ci carica di energia ed intelligenza, chiarezza e creatività; in questo modo l'azione non incontra ostacoli e realizza il proprio scopo con il minimo sforzo e senza stress.
COSA DICE LA SCIENZA Il vostro cervello governa tutte le vostre azioni, quindi è giusto pensare che se utilizzate l'intero potenziale del cervello avrete più successo in tutto quello che fate.
Già i primi studi pubblicati su Science e Scientific American all'inizio degli anni settanta hanno dimostrato che la Meditazione Trascendentale non è semplicemente una tecnica di rilassamento ma produce una particolare condizione che i medici hanno definito stato ipometabolico di riposata vigilanza. Le misurazioni di vari parametri metabolici, biologici ed elettroencefalografici indicano che essa procura l'esperienza di un quarto stato di coscienza principale - la Coscienza Trascendentale - completamente distinto dagli altri tre stati di veglia, sogno e sonno profondo, caratterizzato da un metabolismo molto basso e da elevata coerenza e integrazione nel funzionamento cerebrale.
La coerenza delle onde cerebrali indica quanto il cervello funziona in modo integrato e ordinato. Diversi studi mostrano che la crescita della coerenza delle onde cerebrali è collegata a molti tipi di miglioramento: ad una maggiore fluidità nel parlare e maggiore capacità di apprendere nuovi concetti, ad un modo di pensare basato su principi morali, ad un quoziente di intelligenza più alto, alla riduzione delle nevrosi e a una maggiore efficienza neurologica, al miglioramento dei risultati scolastici e ad esperienze più chiare di Coscienza Trascendentale.
Di norma esistono nel cervello aree non sviluppate oppure non funzionanti a causa dello stress o di traumi particolari che per queste ragioni non sono in grado di espletare la propria funzione. La regolare esperienza del quarto stato di coscienza attiva le aree inutilizzate del cervello e aumenta la coerenza delle onde cerebrali a tutte le frequenze. Già dopo poche settimane di pratica questo funzionamento più completo del cervello comincia a persistere al di fuori della meditazione e con l'andare del tempo cresce e si stabilizza dando origine a stati di coscienza ancora più elevati:
La coscienza cosmica, quando l'esperienza del Sé interiore diventa permanente e non viene persa durante l'attività e nemmeno durante il sogno e il sonno profondo La coscienza divina, uno stato in cui la percezione diventa così raffinata da permetterci di percepire il mondo esterno nei termini del relativo più sottile La coscienza di unità, in cui la realtà viene percepita come un continuum di coscienza e ogni cosa nei termini del nostro Sé.
Cos'è la meditazione?
Walsh (1983) ha ripreso e sviluppato la definizione di Shapiro, offrendoci quella che, dal punto di vista psicologico, possiamo attualmente considerare la migliore definizione esistente: < Il termine "meditazione" si riferisce a una famiglia di pratiche che addestrano l'attenzione al fine di elevare la consapevolezza e portare i processi mentali sotto un maggiore controllo volontario. Gli obiettivi ultimi di queste pratiche sono lo sviluppo di un profondo insight sulla natura dei processi mentali, la coscienza, l'identità e la realtà, e lo sviluppo di stati ottimali di benessere psicologico e di coscienza. Tuttavia, esse possono anche essere usate per una varietà di stati intermedi, come benefici psicoterapeutici e psicofisiologici >
La Yoga e la meditazione
La tecnica meditativa consiste in un metodo di orientamento dell'attenzione verso un'unica e immutabile fonte di stimoli come l'ascolto del respiro o l'uso di un mantra .
Le tecniche meditative, sulle quali Robert Keith Wallace fu il primo scienziato americano a intraprendere un indagine scientifica , sono classificate dalla moderna psicofisiologia tra le strategie di rilassamento insieme al Training Autogeno, Rilassamento Progressivo e Biofeedback .
In questa classificazione è chiaro che per la scienza occidentale le tecniche meditative sono più vicine ad una tecnica di rilassamento che ad una forma di autoconoscenza. . L'uomo occidentale è propenso verso l'azione e se questa diventa continua può portare ad un esaurimento delle proprie energie nel qual caso è necessario ricorrere a forme concentrate di riposo. Ma qual'è la funzione principale della meditazione nella sua accezione originale? La pratica della meditazione era ed è una tecnica volta al raggiungimento dell' autoconsapevolezza . Anche le persone che praticano tecniche di rilassamento riportano di essere più soddisfatte perché la pratica quotidiana rappresenta un rapporto con se stesse in un'atmosfera di completo silenzio dei propri pensieri e questo potrebbe rappresentare il primo passo verso l'autoconsapevolezza grazie al silenzio e all'attenzione data al proprio stato d'animo, ma per praticare la meditazione è indispensabile seguire una precisa tecnica che prevede l'utilizzo di suoni, visualizzazioni e significati specifici.
Gli scienziati hanno studiato, attraverso una vasta gamma di strumenti, quali sono le modificazioni psicofisiologiche dei soggetti meditanti. Durante la meditazione il soggetto raggiunge uno stato di rilassamento molto profondo, questo è rilevabile attraverso registrazioni delle attività fisiologiche. In questo stato avvengono una serie di modificazioni: la diminuzione del consumo di O2, dell'eliminazione di CO2, del ritmo e della gettata cardiaca insieme al ritmo e volume della respirazione, una notevole diminuzione del lattato ematico e della resistenza cutanea e le modificazioni dell' EEG con coerenza totale delle onde alfa e teta. Questi indici sembrano suggerire l'esistenza di uno stato di coscienza diverso da quelli normalmente conosciuti come veglia, sonno e sogno.
La sincronizzazione dei due emisferi e la presenza di onde teta sono due caratteristiche peculiari della meditazione: il primo aspetto indica che c'è una forte sinergia tra gli emisferi destro e sinistro e i neuroni stanno lavorando in maniera sincronica; il secondo, tipico del sonno, sembra teoricamente incompatibile con la veglia del soggetto meditante.
Ma cosa vuol dire che il nostro cervello in particolari stadi, quali la meditazione, è altamente sincronizzato?
Molti studi ci mostrano come la sincronizzazione tra i due emisferi è associata a stati di benessere ed emozioni positive mentre la desincronizzazione è correlata con situazioni stressanti ed emozioni negative.. Al Medical School of Hannover of Germany è stata studiata la relazione tra coerenza inter - emisferica ed emozioni; su uno studio fatto su 32 volontari addestrati ad immaginare eventi di vita conflittuali o piacevoli è emerso che situazioni di gioia erano associate ad un incremento della coerenza nelle onde alfa mentre situazioni di ansia e preoccupazioni provocavano una diminuzione della coerenza.
Gli studi svolti suggeriscono inoltre che la pratica meditativa sembra provocare una risposta integrata, o riflesso, che è mediata dal sistema nervoso centrale. La vigilanza e la stabilità del meditante è stata rilevata sottoponendo i soggetti a degli stimoli a sorpresa durante la pratica (Orme - Johnson). . Una persona rilassata in genere si assuefà più rapidamente di una persona tesa a uno stress ripetuto che non richieda un'attenzione o una reazione immediata. Questo dato indica che la meditazione porta ad una stabilità del sistema nervoso autonomo che permette all'individuo di essere più adattabile e resistente allo stress.
Stati ad alta sincronizzazione: creatività e integrità
Quando la mente si concentra su un oggetto o su uno scopo, l'intera attività cerebrale sembra ritrovare un suo punto focale, uno scopo su cui sincronizzarsi. I quadri di soggetti molto coinvolti in attività creative o professionali mostrano spesso alti valori di sync. e dei picchi simmetrici su diverse bande. Grande differenza esiste tra quadri di persone che giungono a questo risultato con lo sforzo egoico (attraverso aggressività, tenacia, competizione, ambizione) a discapito della propria umanità (relazioni umane, sentimenti, amore, rilassamento) e persone che realizzano se stesse in modo più umano e olistico, scoprendo il proprio essere profondo e la sua naturale espressione esteriore.
Le quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica
1) La prima scoperta è relativa all'esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. L'osservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute.
2) La seconda scoperta è quella degli "stati armonici ad altissima coerenza", caratteristici dei momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare un'unica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a "suonare un'unica sinfonia comune" indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale.
3) La terza scoperta è relativa alla "coerenza intercerebrale", ossia alla "sincronizzazione interpersonale". I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La ricerca ha evidenziato un'inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una "comunicazione sottile" tra persone e permette di quantificare fenomeni come l'affetto di coppia, l'empatia, il feeling e la telepatia.
4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla "sincronizzazione collettiva", ossia all'esistenza di un "campo di coerenza collettivo" tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che hanno raggiunto l'82%. E' la prima dimostrazione scientifica dell'esistenza di un "campo di coscienza collettiva". Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della "telepatia collettiva", della cooperazione o delle difficoltà di relazione all'interno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società.
Kundalini cerebrale
Le onde armoniche che abbiamo rilevato nel corso delle ricerche sulla meditazione, nei monasteri indiani e in Italia, sono caratterizzate da una forma a spirale.
La forma a spirale è affascinante e ci riporta alla terza matrice archetipica, un vortice di energie informazioni elettromagnetiche intelligenti che sale coinvolgendo l'intero cervello in un'unica danza, un giro di walzer delle energie su se stesse. Sappiamo da sempre che l'onda elettromagnetica armonica è una spirale regolare, ma osservarla sul monitor del nostro computer è stata un'esperienza fortissima. Di nuovo ci troviamo a constatare la saggezza delle culture antiche che, per raffigurare ciò che osservavano interiormente, utilizzavano la spirale o il serpente che sale lungo l'albero della coscienza o il serpente del bastone alato di Mercurio. Noi scienziati olistici del terzo millennio, in modo più distaccato, osserviamo sul monitor dei nostri strumenti, una spirale elettromagnetica armonica che sincronizza l'intero sistema nervoso.
Tratto dal capitolo ottavo del libro del dr. Nitamo Montecucco: Cyber: la Visione Olistica
La dieta e la meditazione riducono l'indurimento delle arterie e i livelli dl colesterolo
Un regime di esercizio fisico, dieta vegetariana e la pratica di tecniche quali lo yoga e la meditazione possono aiutare a liberare le arterie intasate senza usare delle medicine. Pazienti in cura per un anno hanno manifestato il 4% di diminuzione del restringimento delle arterie e una caduta dei livelli di colesterolo da 227 a 136. Si tratta della più grande riduzione mai raggiunta con metodi naturali. Dean Ornish, clinico associato all'università di California, San Francisco, ha riferito i risultati al congresso annuale della American Heart Association, dicendo anche che un progamma del genere potrebbe sia prevenire che invertire gli effetti delle malattie. Ornish ha organizzato un programma sperimentale per pazienti soggetti a indurimento delle arterie, che include un regime alimentare praticamente privo di prodotti animali. In media i pazienti prendevano solo quattro mg al giorno di colesterolo, che corrisponde al 1% della media americana. Il gruppo di pazienti inoltre si riuniva due volte la settimana per fare esercizi fisici, yoga, meditazione e tecniche correlate. Un secondo gruppo di confronto che seguiva un trattamento più tradizionale, cioè con assunzione moderata di colesterolo e un po' di esercizio fisico, non rivelava alcun abbassamento dei livelli del colesterolo e un aumento complessivo dell'indurimento delle arterie. Ornish dice: 'Il mio obbiettivo non è di persuadere la gente a cambiare ma piuttosto fornire informazioni per scelte appropriate. In passato ci mancava la tecnologia per misurare gli effetti di un programma completo'. Gli scienziati e i medici, dice Ornish, tendono a credere solo a quello che può essere misurato. Poiché è stato difficile quantificare lo stress emozionale, i dottori tendono a focalizzarsi sulla pressione del sangue, il colesterolo e altri fattori misurabili. Le nuove tecnologie, come la tomografia a emissione positronica rendono possibile misurare gli effetti dell'attività cerebrale sul cuore.
Ornish: 7 Miller Ave., Sausalito, Calif. 94965. U.S.A.
Meditazione e gestione aziendale
Nell'ottobre 1990 sulla rivista tedesca Capital è uscito il reso conto di un convegno con la presenza di 597 fra dirigenti aziendali, di politici ed economisti, che riporta anche l'intervento di Gerd Genken, consulente aziendale che ha sintetizzato alcune delle proposizioni del convegno che riportiamo: "La futura gestione aziendale non ha bisogno di nuove strategie ma di una coscienza migliore nell'individuo. La coscienza individuale sarà uno dei più forti fattori di successo perché aggiunge qualificazione alle strategie. Se la coscienza individuale è ristretta e sbagliata anche le migliori strategie falliscono. Ma se si vuole cambiare la propria coscienza occorre una sorta di grimaldello che apra la porta alle dinamiche interiori. Uno di questi strumenti è senz'altro la meditazione. La meditazione è la tecnica in grado di far vedere la propria mente e individuare la coscienza interiore. La meditazione diventerà negli anni '90 di diretta competenza dei dirigenti aziendali che vogliano qualificarsi per una gestione valida ed espansa dei problemi da affrontare nel mondo del lavoro".
L'International Herald Tribune del 14 giugno 1990 riporta una conferma di quanto discusso nel convegno tedesco.
Jon Kabat-Zinn Ph.D., fondatore della Stress Reduction Clinique all'Università del Massachusetts, Medical Center in Worchester, nel suo recente libro 'Full Catastrophe living' (Vivere in piena catastrofe) descrive così gli inizi della meditazione: 'E' come incontrare un vecchio amico dopo tanti anni. All'inizio c'è un po' di imbarazzo, non si sa bene chi si ha di fronte. Ma poi questo imbarazzo se ne va e il risultato è uno stato di benessere che ricarica molto più di un buon sonno. Dopo circa 20 minuti di meditazione, il consumo di ossigeno diminuisce di circa il 17%, cosa che normalmente avviene dopo otto ore di sonno'. A livello terapeutico la meditazione aiuta a liberarsi dall'insonnia, dall'ansia cronica, dall'irritabilità, dalle tensioni muscolari, cura il mal di testa, la mancanza di fiducia in sé stessi e i blocchi alla creatività. Ricerche mediche hanno evidenziato che la meditazione può curare certi casi di sterilità, specialmente nelle donne in età più avanzata. Il cardiologo Herbert Benson di Harvard, attribuisce questi effetti benefici a quella che chiama 'la risposta di rilassamento' insita nella meditazione che si contrappone agli effetti dannosi della risposta allo stress 'lotta o fuggi'
Appurato che la scienza sta accreditando sempre più validità alle tecniche di meditazione anche grazie alle numerose ricerche scientifiche, se consideriamo la pratica meditativa come un'articolazione della disciplina di una tradizione spirituale, diventa necessario riferire la pratica al quadro globale della visione del mondo, propria di quella tradizione spirituale. Il tantra Yoga proposto dal neo-umanesimo ha una visione del mondo e della vita che si basa sul concetto di Sama-samja tattva, equità e giustizia sociale, per questo uno degli scopi dell'APNU è quello di diffondere le tecniche di meditazione senza chiedere alcun costo per questo insegnamento grazie all'aiuto di insegnanti dell'Ananda Marga (conosciuti come Acaryas) che forniscono all'aspirante spirituale istruzioni individuali nel processo meditativo e un mantra personale.
Questo perchè la meditazione è considerata una parte essenziale del processo per l'auto-trasformazione e lo sviluppo spirituale e deve per questo essere di facile accesso per tutte le persone e non essere riservata a pochi privilegiati.
Le tecniche meditative si possono raggruppare in tre categorie:
Meditazione mantrica, basata su ripetizioni di parole, frasi, canti, preghiere, invocazioni, lodi. Meditazione visiva, basata sulla visualizzazioni di divinità o dei loro simboli. Meditazione che fonde cuore e mente, basata su un concetto in grado di assorbire interamente l'attenzione del meditante. Da questa fusione dipende la veggenza più profonda. La meditazione più completa include ognuna di queste 3 categorie.
Il mantra è come un propulsore che spinge la mente oltre i "campi gravitazionali" dei più bassi livelli di coscienza, attraverso tutte le turbolenze della mente subcosciente, fino al supercosciente e oltre. Per questo, un processo meditativo corretto comporta la creazione di un'immensa energia psichica attraverso una profonda concentrazione sul mantra. Il mantra deve avere tre qualità per mantenere il controllo di una mente agitata, per darle energia e portarla nei regni più sottili. Deve essere pulsativo, incantativo e ideativo.
Pulsativo: deve essere formato di due sillabe in modo che possa fluire ritmicamente con il respiro. La respirazione è strettamente correlata con il flusso di energia vitale del corpo, quest'ultima viene chiamata prana ed influenza fortemente la nostra mente. Il filo di seta è il nostro respiro, il filo è il prana o energia vitale e la corda è la nostra mente. Controllando il movimento del respiro, possiamo ottenere il controllo sul prana; controllando il prana, possiamo controllare la mente.
Incantativo: il mantra deve avere un certo suono, una certa vibrazione, così che quando viene cantato internamente, può elevare la vibrazione individuale.
Ideativo: il mantra ha un suo specifico significato. Gli Yogi per secoli ci hanno insegnato una semplice verità, "come si pensa, così si diventa". Molti esperimenti hanno dimostrato che la nostra coscienza tende a fondersi, ad identificarsi con qualunque ideazione mantenuta per un periodo sufficientemente lungo. Per questo nel processo meditativo si utilizza una affermazione ripetuta - il significato del mantra "Io sono Coscienza Infinita" "Sono tutt'uno con Quella." Questa è la realtà, negli alti livelli della nostra mente, noi siamo infiniti, lo siamo sempre stati, semplicemente non lo realizziamo perché ci identifichiamo con i nostri piccoli ego.
COME SI FA?
Prima di fare meditazione è necessario fare un mezzo bagno ( vedi capitolo norme igieniche).
Scegliete un posto tranquillo,se possibile sempre la stessa stanza che avrete adeguatamente preparato per creare un'atmosfera di armonia e concentrazione che rimandi l'idea di pace e bellezza . A stomaco vuoto, le gambe incrociate secondo la posizione classica del fiore di loto, mezzo loto o semplice posizione seduta.
Cercate di mantenere la schiena ben dritta, in posizione verticale , collo e testa eretti, mani incrociate e occhi chiusi. Per favorire la posizione della schiena ci si può sedere su un cuscino o una coperta ripiegata. Si resta in posizione per un minimo di 15 minuti, due volte al giorno( preferibilmente alba e tramonto) cercando di ridurre al minimo le interruzioni. Si respira profondamente e si ripete il mantra universale o personale pensando al suo significato.
La propensione, lo stato d'animo con cui intraprendere la tecnica è di apertura alla vita e al respiro, di ricettività e umiltà.
MOMENTO DI PACE prevede 3 fasi:
Respirazione profonda Canto del Kiirtan ( Baba nam kevalam) Meditazione 1 : la " respirazione profonda" per calmare la mente
2: " canto" ha l'effetto di equilibrare le onde psichiche e di suscitare dolci sentimenti di unione, di gioia , di amore e di pace. (vedi capitolo su musica e canto).
3 : "meditazione silenziosa" è un processo semplice di concentrazione che consiste nel ritirare la mente dai pensieri su oggetti esterni focalizzando l'attenzione su un'idea semplice, tuttavia sottile, che consiste nel considerare se stessi e tutto ciò che esiste quali espressioni di amore infinito, scintille di pace e di luce cosmica. Si cerca di tralasciare ogni pensiero e cercare di sentirsi amato, protetto e unito all'Amore Cosmico .
Chi non ha ancora ricevuto il proprio mantra personale può ripetere mentalmente il mantra universale in lingua sanscrita BABA NAM KEVALAM. L'ideazione più profonda di questo mantra è: Ovunque io guardi, ogni cosa io senta, assaggi, odori, percepisca, è espressione di questa Coscienza Cosmica che pervade tutto
Il significato si può sinteticamente esprimere in questa frase: "L'Amore è ovunque".
"La Coscienza suprema è dentro di te come il burro nel latte, mescola la tua mente attraverso la meditazione e Lui apparirà - vedrai lo splendore della Coscienza Suprema illuminare tutto il tuo essere. E' come un fiume sotterraneo dentro di te. Rimuovi la sabbia nella tua mente e troverai così acqua fresca e chiara". Shrii Shrii Anandamurti
http://www.apnu.net/meditazione.html
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