La riconciliazione degli opposti
(Olga Chiaia Psicologa Psicoterapeuta)
La pace mentale, che si ottiene con la meditazione, il rilassamento o talvolta come dono, porta ad una visione globale delle cose. Quando smettiamo di cercare ossessivamente o di lottare contro un polo, giunge la pace e si ricompone l'intero. Riconciliarsi con la realtà significa accettarla per come è e in questo modo, si scopre che quello che sembrava negativo può risultare positivo, e viceversa.
Il dualismo ci crocifigge: ad esempio tra come ci sentiamo e come vorremmo sentirci. Ci ingabbia una rete, di sì e no, di A e non A: solchi mentali di contrasti continui.
Se invece di combattere, ci aprissimo a comprendere, potremmo fare un salto conoscitivo e vedere lo spazio fra le maglie della rete. Andare al di là, verso una posizione accettante, che comprende e abbraccia, anziché decidere e spezzettare.
Riflettiamo sulla legge dello sforzo alla rovescia, o legge d'inversione: se cerchi di stare a galla, vai a fondo; se invece cerchi di immergerti, galleggi. Per conoscere la verità, bisogna sbarazzarsi della conoscenza; le pratiche meditative indicano come primo passo il "lasciar andare".
E' la paura a spingerci verso la rimozione di parti della realtà: come la morte, dimensione che cerchiamo di dimenticare. Ma anche il polo opposto, quello della vita e dell'amore, perde senso e intensità dalla scissione dal suo contrario.
Una visione pacificata del reale è globale, neutrale: il Buddha indica come sentiero per la liberazione la via di mezzo. E' la "retta" via, l'equilibrio fra gli estremi, che consente la vita. Una pianta necessita di una quantità d'acqua ottimale, giusta, non di tutta l'acqua possibile, che la ucciderebbe. Anche per noi ci sono livelli ottimali, soggettivi, di tutto ciò che ci serve. I livelli massimi, a cui talvolta aspiriamo, sono nocivi a noi come all'ambiente.
Il disturbo mentale si manifesta quando c'è un aumento di intensità e di durata delle normali attività psichiche. Quindi la salute psicofisica è nel saper trovare il giusto mezzo tra gli opposti, come il nostro corpo sa già fare quando mangia, beve, respira, dorme: non troppo, non troppo poco.
La pace mentale, che si ottiene con la meditazione, il rilassamento o talvolta come dono, porta ad una visione globale delle cose. Quando smettiamo di cercare ossessivamente o di lottare contro un polo, giunge la pace e si ricompone l'intero. Riconciliarsi con la realtà significa accettarla per come è e in questo modo, si scopre che quello che sembrava negativo può risultare positivo, e viceversa.
Il dualismo ci crocifigge: ad esempio tra come ci sentiamo e come vorremmo sentirci. Ci ingabbia una rete, di sì e no, di A e non A: solchi mentali di contrasti continui. Se invece di combattere, ci aprissimo a comprendere, potremmo fare un salto conoscitivo e vedere lo spazio fra le maglie della rete. Andare al di là, verso una posizione accettante, che comprende e abbraccia, anziché decidere e spezzettare.
Riflettiamo sulla legge dello sforzo alla rovescia, o legge d'inversione: se cerchi di stare a galla, vai a fondo; se invece cerchi di immergerti, galleggi. Per conoscere la verità, bisogna sbarazzarsi della conoscenza; le pratiche meditative indicano come primo passo il "lasciar andare".
E' la paura a spingerci verso la rimozione di parti della realtà: come la morte, dimensione che cerchiamo di dimenticare. Ma anche il polo opposto, quello della vita e dell'amore, perde senso e intensità dalla scissione dal suo contrario.
Una visione pacificata del reale è globale, neutrale: il Buddha indica come sentiero per la liberazione la via di mezzo. E' la "retta" via, l'equilibrio fra gli estremi, che consente la vita. Una pianta necessita di una quantità d'acqua ottimale, giusta, non di tutta l'acqua possibile, che la ucciderebbe.
Anche per noi ci sono livelli ottimali, soggettivi, di tutto ciò che ci serve. I livelli massimi, a cui talvolta aspiriamo, sono nocivi a noi come all'ambiente. Il disturbo mentale si manifesta quando c'è un aumento di intensità e di durata delle normali attività psichiche. Quindi la salute psicofisica è nel saper trovare il giusto mezzo tra gli opposti, come il nostro corpo sa già fare quando mangia, beve, respira, dorme: non troppo, non troppo poco.
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