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SCHEDA ARTICOLO N. «01585»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: DEEPAK CHOPRA
TITOLO: DEEPAK CHOPRA , RISPONDE ALLE DOMANDE DEI SUOI LETTORI
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO



(Il testo è tratto dal sito ufficiale di Deepak Chopra -
http://www.chopra.com/ )

-

Le domande e le risposte sono traduzioni della rubrica "Ask deepak"
pubblicata sul sito
www.chopra.com ,
in cui il Dr. Deepak Chopra risponde
personalmente ai quesiti dei suoi lettori.

-

(14/02/1998)

Ho una relazione seria. Mi voglio sposare ma il mio partner dice che non è
pronto. Che cosa ne devo fare delle mie speranze e dei miei sentimenti
mentre lui si sta preparando?

Ti senti frustrata perché la tua relazione è bloccata. In ogni relazione si
passa attraverso sette fasi: attrazione, infatuazione, comunione, intimità,
resa, passione, ed estasi. Ho parlato ampiamente di queste fasi nel libro
"Il cammino verso l'amore" (Sperling & Kupfer) ; ma allo scopo di rispondere
alla tua domanda mi concentrerò sulle prime tre.

Sembra che la vostra relazione si trovi attualmente nella terza fase. Tu ed
il tuo partner siete andati oltre l'attrazione iniziale che vi ha messi
insieme ed anche oltre all'infatuazione in cui c'è stata una venerazione
reciproca. Questa terza fase è lo fase in cui, se maturerà, farà sbocciare
l'intimità e tutto ciò che risiede oltre l'intimità. E' comunque anche la
fase in cui le cose possono peggiorare e si può arrivare ad una rottura del
rapporto. (Nonostante possa essere doloroso una rottura in questa fase del
rapporto previene problemi più complicati che apparirebbero in seguito)

Affinché le cose vadano bene in questa fase di comunione e affinché la
relazione possa andare avanti verso le fasi successive è necessario che
ciascun partner si esprima in piena onestà e sincerità. E' anche essenziale
che ciascun partner lasci cadere le sue difese. La comunione tra due persone
di solito fallisce nel momento in cui uno o entrambi i partners cominciano a
costruire difese allontanando l'altro partner. E da ciò che mi scrivi sembra
che delle difese siano state costruite. Prendendo delle scuse come "Io non
sono pronto" , il tuo fidanzato sta costruendo delle difese. E ancora, è
molto probabile che tu comincerai a costruire delle tue difese per
proteggere te stessa dai tuoi sentimenti di infelicità.

Oltre ad una comunicazione aperta ed onesta perché nella relazione tutto
vada per il meglio devono essere presenti altri due ingredienti: uguaglianza
e sensibilità. Sembra che tutti questi tre ingredienti (comunicazione,
uguaglianza e sensibilità), manchino in qualche grado nella vostra
relazione. L'uguaglianza non c'è poiché il tuo fidanzato sta dominando il
processo di decisione mantenendo ferma la relazione. Anche la sensibilità,
la capacità di comprendere ciò che sta provando l'altra persona, manca in
entrambi voi.

Per esempio, il tuo fidanzato sta realmente comprendendo che cosa sta
succedendo dentro di te? E tu sei consapevole delle sue paure e conosci la
vera ragione per cui è così spaventato dal matrimonio? Infine la vostra
comunicazione si è spezzata. Avete infatti chiaramente espresso le vere
ragioni per cui ciascuno di voi vuole ciò che vuole? Naturalmente ciascuno
di voi non sarà in grado di esprimere all'altro le reali motivazioni del
proprio comportamento fino a quando non sarà in grado di chiarirle a sé
stesso: questo significa domandare a sé stesso, voglio sposarmi per l'amore
che provo o perché la mia priorità nascosta è la sicurezza? Il tuo fidanzato
ha bisogno di capire se vuole aspettare perché non è pronto (che è al
massimo una risposta vaga e nebulosa) o perché teme le responsabilità che
dovrà fronteggiare all'interno di una storia d'amore a lungo termine? Se è
spaventato da queste responsabilità nasce spontanea la domanda sulla
profonda sincerità del suo amore. Se volete portare avanti la relazione e
farla crescere allora questi sentimenti vanno tirati fuori e portati allo
scoperto.

Una volta che entrambi avrete parlato e sviluppato questi tre elementi,
allora sarà chiaro per entrambi se sarete destinati ad una relazione a lungo
termine felice o se invece il vostro destino sarà quello di avere una
relazione tossica e di reciproca dipendenza. Nel primo caso il matrimonio
sarà il migliore passo che potete fare, mentre nel secondo caso sarà una
scelta salutare per entrambi quella di terminare a questo punto la
relazione.

(29/09/2000)

In che modo si "scivola nel gap" ?

In realtà tutti noi scivoliamo nel Gap in ogni momento della nostra vita.
Sebbene, per renderlo più comprensibile, il Dr. Chopra si riferisca spesso
allo scivolare nel Gap (spazio) tra i nostri pensieri, in realtà ogni cosa è
il Gap, ed i pensieri sono semplicemente interruzioni all'interno del Gap.
Il Gap è lo Spirito e lo Spirito è dappertutto. Non è soltanto in ogni cosa,
ma è anche lo spazio tra le cose. Nel nostro normale stato di veglia la
nostra mente corre da un pensiero all'altro in un flusso pressoché continuo.
Comunque tra un pensiero e l'altro c'è un piccolo spazio, se così non fosse
i nostri pensieri sarebbero una sorta di insalata di parole. Questo spazio è
il Gap e noi entriamo in contatto con esso per una frazione di secondo dopo
ciascun pensiero. Tuttavia, a causa della grande quantità di pensieri che
abbiamo durante il giorno, il Gap tra i pensieri diventa talmente ristretto
che di solito non lo notiamo neanche ed è facile dimenticarne anche
l'esistenza. Tutto quello che occorre allora è di acquietare la nostra mente
in modo che i pensieri si diradino e si possa cominciare ad essere
consapevoli dello spazio esistente tra loro.

Possiamo raggiungere questo scopo semplicemente sedendoci in silenzio,
trascorrendo del tempo apprezzando la natura e tramite una varietà di
tecniche mentali. Nonostante tutte queste tecniche possano funzionare, si
tratta spesso di un evento casuale.

Il Dr. Chopra raccomanda quindi la meditazione come l'unico e più potente
strumento per portare sistematicamente la nostra consapevolezza verso
livelli di quiete mentale sempre maggiore fino a che, infine, non si
sperimenta lo spazio tra i pensieri e si "scivola nel Gap".

27/09/2000)

Se i nostri corpi immagazzinano i nostri ricordi come può una persona
cancellare i ricordi che stanno causando una malattia o l'invecchiamento ?
Nella tradizione vedica c'è una frase che dice:"Se vuoi sapere come sarà il
tuo corpo nel futuro, guarda ai tuoi pensieri oggi." Noi creiamo e ricreiamo
costantemente la nostra fisiologia e ciò che creiamo dipende dai nostri
pensieri. Ogni cellula del nostro corpo è una cellula "pensante", può non
pensare in inglese con l'accento indiano ma nonostante ciò pensa e comunica
con tutte le altre cellule del nostro corpo.

Se i nostri pensieri sono depressi allora avremo cellule depresse, se
proviamo ansia allora avremo cellule agitate ed ansiose, e se i nostri
pensieri sono felici ed armoniosi avremo cellule felici ed integrate. Ogni
azione che compiamo crea un ricordo, che a sua volta crea un desiderio, che
alla fine porta ad una azione futura. Per esempio, se bevi una tazza di
caffè vieni a conoscenza del sapore del caffè che può a sua volta creare il
desiderio di avere una seconda tazza di caffè e quindi una nuova azione. I
ricordi creati da ogni singola azione che abbiamo compiuto è immagazzinato
da qualche parte nel nostro corpo e crea il potenziale per futuri desideri e
azioni che a sua volta creano il nostro nuovo corpo in costante evoluzione.

Non possiamo mai cancellare questi ricordi ma li possiamo offuscare con
altri ricordi più piacevoli e più favorevoli alla vita. Tutte le malattie ed
i problemi di salute sono creati da una perdita della memoria dell'interezza
a livello cellulare. Quando una cellula perde la sua connessione con il
resto del nostro corpo comincia ad agire in maniera casuale causando caos e
distruzione. Attraverso tecniche come la meditazione, la preghiera ed il
silenzio cominciamo a riconnetterci con la nostra natura essenziale ed a
riportare la memoria dell'interezza nella nostra vita. Quando le nostre
cellule ricordano l'interezza esse cominciano automaticamente ad agire nel
modo migliore per quello che riguarda la salute e la felicità. Un grande
saggio vedico ha detto: "La sola ragione per cui invecchiamo e moriamo è
perché vediamo glia ltri invecchiare e morire."

09/01/2001)

Che cosa determina la quantità di energia che sperimento nella mia vita ?

L'energia è la forza che fa muovere ogni cosa nell'universo. Infatti
l'universo non è altro che un dinamico e palpitante campo di energia. La
natura ha una grande abbondanza di energia in tutte le diverse forme. Con
tutta l'energia che si trova intorno a noi è stupefacente il fatto stesso di
essere stanchi. Molte variabili come la dieta, lo stile di vita,
l'inquinamento e le emozioni possono incidere sui nostri livelli di energia;
ma il livello vitale di base che sperimentiamo nella nostra vita è
determinato dalla qualità della nostra connessione allo Spirito Universale
(la sorgente e il serbatoio di tutta l'energia). L'energia fluisce
naturalmente dallo Spirito nel nostro sistema mente-corpo. La fatica è
causata da blocchi o squilibri in questo flusso naturale. La chiave per
raggiungere un'energia illimitata è l'equilibrio.
Eliminando stress e tossine e riconnettendoci con lo Spirito la forza vitale
è di nuovo libera di fluire liberamente. Vivendo in armonia con l'universo
intorno a noi e con l'universo dentro di noi, possiamo sperimentare una
quantità di energia che va oltre a quello che possiamo aver immaginato.

(12/01/2001)Che differenza c'è tra la meditazione con un mantra personale e
l'utilizzo di "Io sono"?

Meditazione è ogni cosa che riporta la nostra consapevolezza al momento
presente: possiamo fissare un tramonto meraviglioso, osservare il nostro
respiro, utilizzare il motto preferito o un mantra personalizzato. Il
vantaggio di utilizzare un mantra personale risiede nel fatto che la sua
vibrazione risuona ad una frequenza simile a quella della nostra fisiologia
portandoci alla calma interiore. Inoltre il mantra non ha alcun significato
perciò non c'è nulla che mantiene la nostra consapevolezza in un livello
attivo della mente. Quando utilizziamo una parola o una frase con un
significato rimane sempre presente la tendenza ad intellettualizzare che può
impedirci di acquietarci nel silenzio del puro Spirito.

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