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SCHEDA ARTICOLO N. «01602»

CLASSIFICAZIONE: 5
TIPOLOGIA: AFFINE
AUTORE: MADRE TERESA DI CALCUTTA
TITOLO: E' FACILE AMARE CHI STA LONTANO MA, QUELLI VICINI?
SPAZIATORE bianco

TESTO ARTICOLO

Tratto da:
Madre Teresa

- Rizzoli Editore -
--
Sull'amore

'Amatevi l'un l'altro come Dio ama ciascuno di voi, con un amore intenso e
speciale.

Siate cortesi l'uno con l'altro: è meglio commettere errori con gentilezza che
fare miracoli con scortesia.' MADRE TERESA

'Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli,

se avrete amore gli uni per gli altri.' GESU', GIOVANNI 13,35

Gesù è venuto a questo mondo con un unico scopo: portarci la buona novella,
annunciarci che Dio ci ama, che Dio è amore, che ama voi e me. In che modo Gesù
ha dimostrato di amarci? Sacrificando la Sua vita.

Dio ci ama di un amore dolce. Ecco quello che Gesù è venuto ad insegnarci:
l'amore dolce di Dio. «Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni» (Isaia 43,1).

Il Vangelo è molto, molto semplice. Se mi amate osserverete i miei comandamenti.
In sintesi vuole arrivare a un solo concetto: amatevi l'un l'altro.

«Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte
le forze» (Deuteronomio 6,5). Questo è il comando del nostro grande Dio e Lui
non comanda certo l'impossibile. L'amore è un frutto sempre di stagione e alla
portata di qulsiasi mano. Tutti lo possono cogliere e non vi sono limiti.

Tutti possono raggiungere questo tipo di amore mediante il sacrificio, la
meditazione e lo spirito della preghiera, mediante un'intensa vita interiore.
Non crediate che per essere autentico amore l'amore debba essere straordinario.

Dobbiamo imparare ad amare senza stancarci. Come fa la lampada a brillare?
Grazie al continuo apporto di goccioline d'olio. Che cosa reppresentano le
goccioline d'olio nella nostra lampada? Le piccole cose della vita quotidiana:
la fedeltà, qualche parola gentile, un pensiero delicato agli altri, il nostro
modo di rimanere in silenzio, di guardare, parlare, agire. Non cercate Gesù
lontano da voi stessi ;perché non è là fuori ,ma in voi. Tenete accesa la
lampada e Lo riconoscerete.

Per noi il messaggio di Gesù «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» non
deve essere solo una luce bensì una fiamma che consuma l'egoismo, il quale
impedisce la crescita della santità. Gesù «ci ha amati fino alla fine», fino al
limite stesso dell'amore: la croce. Amare deve essere normale come vivere e
respirare, giorno dopo giorno fino alla morte.

Ho avuto e ho tuttora modo di osservare molte delle debolezze e delle fragilità
umane. Dobbiamo imparare a sfruttarle, dobbiamo lavorare per Cristo con un cuore
umile, con l'umiltà di Cristo. Lui viene e si serve di noi per diffondere il Suo
amore e la Sua compassione nel mondo nonostante le nostre debolezze e fragilità.

Un giorno ho raccolto dal marciapiede un uomo con il corpo coperto di vermi.
Volete sapere che cosa ha detto quando l'ho portato al nostro centro? Non ha
imprecato, non ha incolpato nessuno, ha detto soltanto: «Ho vissuto come un
animale in mezzo alla strada, ma morirò come un angelo, circondato da amore e
attenzioni!». Ci sono volute tre ore per lavarlo. Alla fine ha alzato lo sguardo
verso la suora e ha pronunciato queste parole: «Sorella, sto tornando a casa da
Dio». Poi è spirato. Non ho mai visto su un volto umano un sorriso raggiante
come quello che illuminava il viso di quell'uomo. E' tornato a casa da Dio.
Vedete che cosa può fare l'amore! Forse la giovane suora non se ne è resa conto
al momento, ma stava toccando il corpo di Cristo. Gesù voleva affermare proprio
questo quando ha detto: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei
miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (matteo 25,40). In tal senso voi
e io rientriamo nel piano divino.

Cerchiamo di comprendere la dolcezza dell'amore di Dio. Nelle Scritture Lui
dice: «Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io
invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie
mani» (Isaia 49,15-16). Quando vi sentite soli, respinti, malati e dimenticati
non scordate il valore che avete per Lui. Lui vi ama. Dimostrate quell'amore gli
uni agli altri perché in questo consiste l'insegnamento che Gesù è venuto a
trasmetterci.

Ricordo una donna, madre di dodici figli, l'ultimo dei quali, una bambina, era
afflitta da mutilazioni così terribili che non riesco a desriverle. Quando mi
sono offerta di accogliere la piccola nella nostra casa, dove ci sono moltri
altri bambini nelle sue condizioni, la donna è scoppiata in lacrime e ha detto:
«Per l'amor del cielo. Madre, non me ne parli nemmeno. Questa creatura è il più
grande dono che Dio ha fatto a me e alla mia famiglia. Le dedichiamo tutto il
nostro amore. Se ce la portasse via la nostra vita sarebbe vuota». Il suo era un
amore pieno di dolcezza e comprensione. Oggi esiste ancora un amore simile? Ci
rendiamo conto che i nostri figli, mariti mogli, genitori, fratelli hanno
bisogno di quella comprensione e del calore della nostra mano?

Non dimenticherò mai il giorno in cui, mentre mi trovavo in Venezuela, ho fatto
visita a una famiglia che ci aveva regalato un agnello. Sono andata a
ringraziarli e ho scoperto che avevano un bambino storpio. Quando ho chiesto
alla madre: «Come si chiama il piccolo?» la donna mi ha dato una risposta
stupefacente: «Lo chianiamo 'Maestro d'amore' perché ci insegna di continuo come
amare. Tutto quello che facciamo per lui rappresenta il nostro amore attivo per
Dio».

Agli occhi di Dio abbiamo un immenso valore. Non mi stanco mai di ripetere che
Dio ci ama. Dio mi ama dolcemente ed è qualcosa di meraviglioso. Ecco perché
dobbiamo amarci di gioia, di coraggio e della convinzione che nulla ci potrà
separare dall'amore di Cristo.

Ho l'impressione che ci concentriamo troppo spesso solo sull'aspetto negativo
dell'esistenza: su quanti vi è di cattivo. Se fossimo più disposti a vedere le
cose belle e buone che ci circondano potremmo trasformare le nostre famiglie, i
nostri vicini e le altre persone che abitano nel nostro quartiere o nella nostra
città. Potremmo portare pace e amore a un mondo che ne ha un disperato bisogno.

Se abbiamo davvero l'intenzione di conquistare il mondo non riusciremo mai
nell'impresa con bombe o altre armi distruttive. Conquistiamolo invece con
l'amore. Intrecciamo la nostra vita con i fili dell'amore e del sacrificio e ce
la faremo.

Non è necessario compiere grandi gesta per mostrare il nostro grande amore verso
Dio e il prossimo. Quello che rende le nostre azioni belle agli occhi di Dio e
l'intensita dell'amore che vi infondiamo.

La guerra e la pace cominciano nelle nostre case. Se desideriamo davvero la pace
mondiale cominciamo ad amarci gli uni gli altri all'interno delle nostre
famiglie. A volte è difficile sorridere agli altri. Spesso il marito fa fatica a
sorridere alla moglie e la moglie al marito.

Per essere autentico l'amore deve essere soprattutto amore per gli altri.
Dobbiamo amare coloro che ci sono più vicini, i nostri familiari. Poi l'amore si
diffonderà tra tutti coloro che avranno bisogno di noi.

E' facile amare chi è lontano, ma non sempre è facile amare chi è vicino. E' più
facile offrire un piatto di riso a un affamato che alleviare la solitudine e
l'angoscia di un amico che non si sente amato.

Voglio che cerchiate i poveri nelle vostre stesse case. E' da lì che deve
cominciare il vostro amore. Voglio che siate la buona novella per coloro che vi
circondano. Voglio che vi preoccupiate del vostro vicino. Lo conoscete?

Il vero amore è un sentimento che, sebbene provochi dolore e ci faacia soffrire,
ci rende felici. Ecco perché dobbiamo pregare Dio chiedendogli il coraggio di
amare.

Le parole che escono dalla bocca sgorgano dalla ricchezza del cuore. Se avete il
cuore pieno di amore parlerete dell'amore. Voglio che voi tutti riempiate il
vostro cuore di grandissimo amore. Non crediate che per essere vero e caloroso
questo sentimento debba essere straordinario. Non è cosi: quel che è necessario
per il nostro amore è il desiserio incessante di amare colui che amiamo.

Un giorno ho trovato tra i rifiuti una donna che bruciava di febbre. In fin di
vita, continuava a ripetere: «E' stato mio figlio!». L'ho presa tra le braccia e
l'ho portata al convento esortandola durante il cammino a perdonare il figlio.
Solo dopo qualche tempo l'ho sentita dire: «Sì, lo perdono!». Ha pronunciato
quelle parole in tono di vera indulgenza proprio pochi minuti prima di spirare.
La donna non era consapevole della sofferenza, della febbre, della morte
imminente. A spezzarle il cuore era la mancanza di amore da parte del figlio.

Talvolta anime sante sopportano ardue prove interiori ed entrano nelle tenebre.
Se desideriamo che gli altri siano coscienti della presenza di Gesù dobbiamo
tuttavia esserne convinti per primi.

Migliaia di persone vorrebbero avere quello che abbiamo noi, ma Dio ha deciso di
porci dove ci troviamo oggi affinché condividiamo la gioia insita nell'amore per
gli altri. Vuole che ci amiamo gli uni gli altri, che ci doniamo gli uni agli
altri fino a provare dolore. Quel che è importante non è quanto diamo bensì
quanto amore mettiamo nel dare.

Secondo le parole del Santo Padre ciscuno di noi deve riuscire a «pulire ciò che
è sporco, a scaldare ciò che è tiepido, a rafforzare ciò che è debole, a
illuminare ciò che è buio». Non dobbiamo avere paura di dichiarare l'amore di
Cristo e di amare come Lui ha amato.

Dove vi è Dio vi è amore e dove vi è amore vi è disponibilità a servire. Il
mondo ha fame di Dio.

Quando vedremo Dio l'uno nell'altro ci ameremo a vicenda come Lui ama noi
obbedendo alla legge dell'amore reciproco. Ecco che cosa desiderava insegnarci
Gesù: Dio ci ama e vuole che ci amiamo gli uni gli altri come Lui ama noi.

Dobbiamo sapere che ognuno di noi è stato creato per fare grandi cose, non solo
per essere uno fra tanti, non solo per conseguire lauree o diplomi, per ottenere
questo o quel lavoro. Siamo stati creati per amare ed essere amati.

Siate sempre fedeli nelle piccole cose perché lì si cela la nostra forza. Agli
occhi di Dio non vi è nulla di piccolo; tutto è infinito. Praticare la fedeltà
nelle cose più piccole, non per loro stesse bensì per la grande cosa che è la
volontà divina e per cui nutro il più grande rispetto.

Non mirate a gesta spettacolari. Dobbiamo rinunciare volontariamente a ogni
desiderio di vedere i frutti della nostra fatica facendo tutto il possibile
nella maniera migliore possibile e lasciando il resto nelle mani di Dio. Quel
che importa è il dono di voi stessi, il grado di amore che mettete in ogni
azione.

Se avete fatto il vostro meglio non lasciatevi scoraggiare dai fallimentie non
vantatevi dei successi ma dedicate entrambi a Dio con la più profonda
gratitudine.

Essere demoralizzati è un segno di orgoglio perché indica la fiducia che avete
nelle vostre capacità. Non preoccupatevi delle opinioni altrui. Siate umili e
non ne verrete influenzati. Il Signore mi ha voluto qui e troverà una soluzione.

Quando ci occupiamo dei malati e dei bisognosi tocchiamo il corpo sofferente di
Cristo e il contatto con quest'ultimo ci rende eroici; ci aiuta a dimenticare la
repulsione e le tendenze che ci sono naturali. Per vedere Cristo nel corpo
martoriato e negli abiti sudici che celano il più bello dei figli dell'uomo ci
servono gli occhi della fede più profonda. Per toccare i corpi straziati dal
dolore e dalla sofferenza avremo bisogno delle mani di Cristo.

L'amore intenso non misura, si limita a dare.

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