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SCHEDA ARTICOLO N. «01653»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: STEFANO BEVERINI
TITOLO: LA GRANDE SINTESI. PIETRO UBALDI ED IL SUO PENSIERO (MONOGRAFIA LUNGA)
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TESTO ARTICOLO



- Pietro Ubaldi e il suo pensiero -

(di Stefano Beverini)



Oggi assistiamo allo spettacolo di una società tutta dominata dalle
ciniche leggi di mercato. Dove molto è sacrificato al "Mòloch" del potere, e
quasi tutti pensano egoisticamente a locupletarsi. Dove il merchandising
crea dei modelli di riferimento irraggiungibili, ma nel contempo ambìti dai
gruppi giovanili di potenziali disoccupati. Dove film di cassetta esaltano
morbosamente la violenza. Dove altere top model e attori di telenovele
ostentano bellezza e glamour attraverso gli schermi, e le riviste di moda,
alimentando la fabbrica dei sogni.

Siamo immersi nell' "impeachment" nostrano, nel degrado dell'ambiente e
di ogni rapporto interpersonale in genere. E non voglio fare né del
catastrofismo, né apparire misoneista: viviamo un periodo molto delicato e
quasi tutte le profezie concordano nell'affermare che sono prossimi tempi
molto duri, difficili, e tragici. Stiamo percorrendo la fase di transizione,
verso il terzo millennio...

«Nel campo delle coscienze collettive - così si esprime Pietro Ubaldi
(1)- voi trovate, nella legge ciclica,la ragione dello svilupparsi e
decadere periodico delle civiltà. Ogni civiltà giunge, dopo una sua
giovinezza conquistatrice ed espansionista, a un massimo di maturità che non
può oltrepassa- re ... Per avanzare ancora è necessario percorrere il ritmo
involutivo per riprendere da capo, partendo da un nuovo germe che sintetizza
il massimo precedentemente raggiunto, un nuovo ciclo di civiltà che potrà
toccare a sua volta un massimo ancora più elevato, e così via. Tutto il
sistema dei cicli di civiltà avanza così lentamente per massimi successivi,
alternati da fioriture, decadenze e morti, rinascite e riprese.»

- La legge ciclica della spirale -

Grande è l'analogia di questo brano con alcuni messaggi medianici del
"Cerchio Ifior" di Genova, e del "Cerchio Firenze 77": anche in essi si
parla dell'evoluzione della materia, della forma, della coscienza e della
razza (2). La legge ciclica, però, è ancora più ampia: come i cicli cosmici
della Càbala, dominati dalle ipostasi Sefirot; oppure gli yuga del Manvatara
indù.

«Osservate il mio modo di procedere nello sviluppare il mio pensiero.
Io avanzo secondo una spirale che gradualmente stringe le sue volute
concentriche e, se ripasso per lo stesso ordine di idee, tocco questo raggio
che parte dal centro in un punto a questo sempre più vicino; verso questo
centro io guido il vostro pensiero".

La spirale è un antichissimo segno magico che risale alla preistoria.
Se si considera dal punto centrale verso l'esterno rappresenta l'universo
che si sviluppa nell'Assoluto. Se invece si procede dalla periferia verso il
centro, il simbolo è quello del ritorno del molteplice all'Unità. I due moti
costituiscono un unico processo ciclico, il quale viene espresso anche nel
principio alchemico "solve et coagula", che accenna al continuo succedersi
di distruzioni e di rinnovamenti: l'uno si scioglie nel tutto e il tutto si
coagula nell'uno.

«In questa esposizione - prosegue Ubaldi - io parto dall'esterno e vado
verso l'interno: dalla materia che è la realtà dei vostri sensi, allo
spirito che contiene una realtà più vera e più alta; io vado dalla
superficie al profondo, dalla molteplicità fenomenica al principio Uno che
la regge. Per questo ho chiamato questa trattazione: La Grande Sintesi.»

- Cenni biografici -

Pietro Ubaldi e la Grande Sintesi: il Maestro e l'Opera. Grande medium,
nel senso di intermediario tra l'uomo e la Trascendenza che ci governa,
riuscì a fondere in una sintesi logica e unitaria la scienza e lo spirito.
Nato a Foligno nel 1886, laureato in giurisprudenza, Pietro Ubaldi esercitò
dapprima in un proprio studio legale. Negli anni Venti venne espropriato di
tutti i beni della famiglia, cambiò lavoro e trasferitosi a Modica, insegnò
l'inglese, una delle cinque lingue che conosceva perfettamente. Quindi, dal
1932, insegnerà a Gubbio, per poi trasferirsi definitivamente in Brasile,
nel 1952. Vi morirà vent'anni dopo. L'evento che modificò la sua vita fu
inatteso e improvviso. Era il 24 dicembre 1931. Udì una voce, dentro di lui
e nel contempo a lui stesso estranea:

«Nel silenzio della notte sacra, ascoltami. Lascia ogni sapere, i
ricordi, te stesso; tutto dimentica, abbandonati alla mia voce, nel silenzio
più completo dello spazio e del tempo. In questo vuoto odi la mia voce che
dice: sorgi e parla, sono io! Esulta della mia presenza: essa è un gran
premio che hai duramente meritato; è quel segno che tanto hai invocato di
quel più grande mondo nel quale io vivo e in cui tu hai creduto. Non
domandare il mio nome, non cercare di individuarmi. Non potresti, nessuno
potrebbe. Non tentare inutili ipotesi. Tu mi conosci lo stesso!»

Era iniziata la medianità di Pietro Ubaldi: intellettiva, ultrafanica,
ispirata... Addirittura c'è chi afferma che la sua, medianità non fosse. E'
certo, però, che dal mistero della sua anima nacque quel libro ponderoso
intitolato La grande sintesi. La materia, l'energia e lo spirito sono le tre
manifestazioni della Sostanza: è l'Assoluto che appare nella sua trinità.
Questa è l'idea fondamentale, sviluppata poi attraverso le mille
sfaccettature scientifiche e filosofiche esposte in successivi ventitré
volumi: l'opera del Maestro riguarda buona parte dello scibile umano.

- La materia e lo spirito -

Per quanto riguarda la scienza - cito brevemente qualche punto - la
materia viene presa in esame quale prodotto di disfacimento di universi
precedenti: essa muore come materia, risorge come energia, per trasformarsi
nel fenomeno della vita. Vediamo nascere, per disgregazione atomica,
l'energia quale seconda forma dell'universo fisico: la forza di gravità, la
radioattività, la luce, il calore, il suono... e, in una sequenza sempre
superiore, l'attività vitale. Come la materia muore per disgregazione
atomica e nasce l'energia, così questa si trasforma per "disgregazione
dinamica" e nasce la vita. L'elettromagnetismo modifica l'equilibrio
elettrico tra il nucleo e gli elettroni, nei primi elementi (idrogeno,
carbonio, elio, eccetera) e nasce un nuovo movimento, non più rotatorio o
ondulatorio, ma vorticoso. Viene così stabilita la traiettoria dei moti che
sottintendono il fenomeno: una spirale a volute concentriche, con ritorni
ciclici e continui superamenti. Dalla materia si giunge infine - per
evoluzione - dopo aver attraversato le fasi vegetale e animale, alla
coscienza dell'uomo, che diverrà supercoscienza fino a raggiungere la
condizione, per noi inconcepibile, di unificazione con la Divinità. Quindi,
sintesi di scienza - come già affermato - ma anche sintesi di spiritualità.

«Nel mondo della materia abbiamo prima i fenomeni, poi la vostra
percezione sensoria e infine, attraverso il vostro sistema nervoso
convergente in quello cerebrale, la vostra sintesi psichica: la coscienza.
Il vostro materialismo non ha errato vedendo in questa coscienza un'anima
figlia della vita fisica e con essa destinata a morire. Ma essa non è che
una psiche di superficie, risultato dell'ambiente e dell'esperienza,
preposta alle soddisfazioni dei vostri bisogni immediati e il cui compito si
esaurisce nel guidarvi nella lotta per la vita. Se scendiamo nel più
profondo, troviamo la coscienza latente... A questa coscienza più profonda
appartiene quella intuizione, che è il mezzo percettivo a cui è necessario
poter giungere, perché possa avanzare la vostra conoscenza. La vostra
coscienza latente è la vostra vera anima eterna, quella che preesiste alla
nascita e sopravvive alla morte corporea.»

Perciò, mentre l' individualità è collegata all'essenza immortale, la
personalità è una struttura psichica assunta da ogni individuo, nel corso
delle esperienze della sua vita. Esperienze che implicano i rapporti con il
prossimo, e quindi la personalità viene anche definita "io sociale". Dopo la
morte, ciascuno si libererà progressivamente della propria personalità,
conservando l'individualità.

- Determinismo e libero arbitrio -

Il determinismo della materia, per Pietro Ubaldi, gradatamente evolve
nel libero arbitrio della coscienza, via via che questa si sviluppa. Il
concetto è analogo a quello esposto in tutta la letteratura medianica più
qualificata: il libero arbitrio non è un fatto costante e assoluto, in
conflitto insolubile con il determinismo delle leggi della vita, ma è un
fatto progressivo e relativo al diverso livello che ciascuno ha raggiunto.

«Di fronte alla volontà della legge voi avete la volontà del vostro
libero arbitrio, ma è volontà minore, arginata, circoscritta da quella
volontà maggiore; voi potete agitarvi a vostro piacere, ma come entro un
recinto e non oltre. Più progredite e più largamente potreste cadere per la
maggior libertà, se il più avanzato stato di progresso non fosse protetto da
una proporzionata conoscenza.»

Infatti, se un individuo poco evoluto avesse tanta libertà, moverebbe
tante cause che lo soffocherebbero. Inoltre lo spirito, nella sua
evoluzione, s'innalza oltre la materia, liberandosi progressivamente delle
scorie più grossolane. «La materia, l'universo stellare, è un'isola
emersa dal livello delle acque dell'universo inferiore. La seconda
pulsazione ha prodotto un'emanazione più alta: l'energia; la terza una
utilissima per voi: lo spirito. Così la sostanza si muta di forma in forma,
e le individuazioni dell'essere salgono di sfera in sfera, appaiono
provenienti dall'infinito, nel vostro universo concepibile, scompaiono
immerse nell'infi-nito ... Il ciclo torna su se stesso, ma sempre con un
piccolo spostamento progressivo di tutto il sistema.»

E ancora, col simbolo del seme, si richiamano alla memoria antiche
tradizioni religiose. Come lo gnostico Basilide, che concepiva la creazione
come un seme comprendente tutte le cose, sorte poi per evoluzione, così
Ubaldi:

«La creazione tutta è fatta e funziona per germi a cui segue uno
sviluppo. Vedete che ogni esistenza è figlia di un seme, che ogni fenomeno è
contenuto potenzialmente in un germe: legge che ritrovate sia
nell'evoluzione, sia nell'involuzione degli universi. Il seme dei vostri
atti è nel vostro pensiero, e ogni azione vi dà un seme più complesso,
capace di produrre un'azione più complessa.»

Un seme più complesso, capace di produrre un'azione più complessa...
Queste parole un po' enigmatiche implicano il concetto di karma: la legge
spirituale di causa e di effetto. Le teorie relative al karma sono varie.
Per alcune religioni indiane esso è il risultato delle azioni compiute che,
a seconda del loro valore morale, può essere negativo (come punizione) o
positivo (come premio). Tale effetto si attua nel corso della catena delle
esistenze (samsâra). Quindi, secondo le dottrine reincarnazioniste, ogni
azione porta con sé un karma - un premio o una punizione - in questa o in
una futura esistenza. Secondo alcuni orientamenti, soprattutto in
riferimento ai messaggi della migliore medianità intellettiva, il karma
assume un significato più esteso, oltre il concetto di bene e di male, di
premio e di castigo; e tende a esprimere la completezza delle esperienze che
l'individuo deve compiere all'interno della materia. Pertanto le esperienze
negative che la vita impone a ciascuno di noi dovrebbero essere affrontate
più serenamente, e considerate come una prova finalizzata all'ampliamento
della coscienza, del "sentire".

«I vostri atti vi inseguono nei loro effetti, irresistibilmente, per
legge di causalità; e la loro spinta è data dalla potenza che a quegli atti
imprimeste, proporzionata e della stessa natura benefica o malefica
dell'impulso a voi dato. E' inutile la ribellione, l'ira, l'invidia per
altre posizioni sociali, l'odio di classe: poiché ogni posizione è sempre la
giusta, è la migliore per il proprio progresso. Vi ho dimostrato la presenza
di una giustizia sostanziale nonostante tutte le ingiustizie umane, che non
sono che esteriori e apparenti. E allora ognuno dovrà star contento del suo
stato e adoperarsi per lavorare nelle condizioni in cui il destino lo pose.
L'impianto di una vita avviene per voi fuori della volontà e della coscienza
dell'individuo, è operato dalle forze della Legge. E se così non fosse, che
vi indurrebbe, senza possibilità di fuga, a subire le prove necessarie al
vostro progresso? ... Nell'evoluzione non si può isolare un campo
dall'altro, ma tutti i fenomeni sociali debbono concepirsi fusi in un'etica
superiore...»

- Per un mondo migliore -

E prosegue, con parole che verrebbero senz'altro derise dagli ambiziosi
giovani rampanti con accessori griffati, che apprezzano soprattutto la lotta
e la corsa per il prestigio sociale: per questo traguardo "ogni mezzo è
valido". Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, e ciò che oggi possono trovare
stimolante, domani potrebbe ritorcersi contro di loro. Le logoranti gare di
emulazione, protratte troppo a lungo nel tempo, si rivelano esiziali e
alienanti.

Possiamo osservare, nel mondo economico, tanti grandi e piccoli specchi
di miserie ed egoismi umani. Condizioni di lavoro dettate dal bisogno,
opprimenti e con ritmi di esecuzione sempre più elevati. Maggiori tensioni
tra i lavoratori. Finanzieri e industriali senza scrupoli... E' purtroppo
tristemente anacronistica la concezione di Pietro Ubaldi del lavoro quale
funzione sociale, quale missione, quale necessità morale prima che necessità
economica, quale potenza di coesione sociale. Tristemente anacronistica -
dicevo - in tempi in cui viene privilegiata la produttività strettamente
connessa all'utile economico riservato a una ristretta minoranza. Tutto ciò
a detrimento di ben altri valori morali. Potrei proseguire: mi sono limitato
a qualche spunto di riflessione, ma ben altro e di più vi sarebbe da dire su
Pietro Ubaldi e la sua opera, sempre più attuale ora che stiamo per giungere
al terzo millennio. Verso il terzo millennio... con la speranza di un mondo
migliore. Ma a nulla valgono le sofisticate innovazioni tecnologiche, se non
si risolvono i problemi più semplici del vivere insieme. Pietro Ubaldi ci
indica la necessità di cambiare rotta, di attribuire maggiore importanza
all'essere umano. L'uomo, però, dovrà agire: con coscienza e senza interessi
egoistici, per un mondo migliore...

-

Note:

1) Le citazioni relative al pensiero di Pietro Ubaldi sono tratte dal volume
La grande sintesi (Edizioni Hoepli (1937); Ergo (1949); Mediterranee (1980).

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