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SCHEDA ARTICOLO N. «01710»

CLASSIFICAZIONE: 4
TIPOLOGIA: CONGENERE
AUTORE: ANONIMI
TITOLO: LA BATTAGLIA DEL VIVERE
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TESTO ARTICOLO

La vita di tutti i giorni è spesso una battaglia continua, una guerra.
La stanchezza, il sonno, la fame, le preoccupazioni, i desideri, gli
amori, le speranze. Questa è la vita. Ma anche ciò che noi abbiamo
chiamato l'animalità. Bisogna assecondarla o viceversa? Bisogna
ottenere qualcosa o bisogna, sfruttandola, accrescere la possibilità
di fare le esperienze?

L'onestà, la fedeltà, l'accettare ogni cosa come se venisse dal Cielo.
Vedete, questa è la vita. Questo è vivere sulla strada del Maestro.
Accettare tutto ciò che viene, con fede, con la consapevolezza che
accade per insegnarci qualcosa, per aiutarci a sciogliere i nostri
nodi. E che noi dobbiamo combattere ed uccidere non solo i nostri
sentimenti, la nostra famiglia, i nostri soldi. Ma anche arrivare ad
uccidere il Maestro.

Vuol dire saper ascoltare chi ci sta intorno. Vuol dire accettare
tutto ciò che ci viene dall'esterno, pensando "questa cosa, questa
esperienza, me la manda il Maestro e io devo riuscire a superarla, ad
andare avanti. Ad andare al di là di tutte queste cose".

Questo significa essere ultimi. Mettersi sempre all'ultimo posto. Poi
non conta se nella vita siete ricchi o siete poveri. Siete
intelligenti o ignoranti. Sapete scrivere, leggere, o siete
analfabeti. Questo non conta. Questa è la strada della saggezza, della
cultura. Ma vi è una saggezza diversa, una cultura, una luce diversa
che dovreste saper vedere, portare agli altri, andare al di là di ciò
che sentite.

Abbiamo sentito dire: "E' morta mia madre, la mia donna, mio figlio…
Maestro, perché?" Tuo figlio, tua madre, la tua donna non sono morti.
Non sono finiti. Chi mai ha detto questo? Hanno solo finito
l'esperienza insieme a te. Ma sono di là che ti aspettano. Forse
cercano di aiutarti. O forse non possono farlo, perché tu sei sordo,
cieco, muto. E non capisci. E continui ad arrovellarti nell'ego. In
ciò che hai dentro. "Io sono così. Io faccio così. Io dico così".

Sta scritto che chi non lascia suo padre, sua madre, i suoi figli, sua
moglie e prende la sua croce… non può essere un illuminato, cioè il
figlio di Dio. Questa è la verità. Ognuno di voi deve riuscire a
vivere solo ed essere felice nella condizione nella quale è.

Deve riuscire ad essere, non ad avere. Le parole volano. Le azioni
rimangono. Essere significa pregare, meditare. Attuare il silenzio. Il
silenzio è infondere intorno la serenità. È un'altra vita. È un altro
modo di vivere. È non seguire l'animalità. È cercare di armonizzarla
nella propria vita. È non scatenare invidie, gelosie, tensioni,
ripensamenti, arrabbiature, paure infantili. Se non hai soldi, è
perché non devi averne. È semplice. Se non hai la salute, è perché non
devi averne. È semplice. Se non hai i figli, è perché non devi averne.
È semplice.

E voi dite "Maestro, ma l'emozione… quando tu parli di malattia,
dentro io mi sento morire…"

Quando tu dici: "Rimarrai da solo, i figli se ne andranno… io mi sento
morire. Soffro di questo. Poi capisco, che i figli devono seguire la
propria strada, che forse la malattia può guarire… io lo capisco con
la mente, non con l'anima."

La malattia non esiste. Se tu non vivi la malattia. E se tu accetti la
morte come un evento naturale. Come se fosse bere un bicchiere
d'acqua; e allora la malattia non esiste. È una possibilità che
l'anima ha per finire il calvario terreno. È diverso.

I figli se ne vanno, muoiono, partono, ritornano. Perché questa è la
loro esperienza. Ed ognuno di voi ha la sua. Con o senza figli. Da
solo o in compagnia. Ora ognuno ha la sua esperienza. E ognuno di voi
ha la sua esperienza. Potete andare da uno, dieci, cento sensitivi o
medium. Nessuno vi dirà mai questo.

Dovete pensare che ciascuno di voi è sceso in questa vita con un
talento e ciascuno deve mettere il suo talento in ciò che fa. Spendere
la sua vita per accrescere il suo talento. Per alcuni sarà un certo
lavoro, per altri il vendere, per altri il creare, per altri l'andare
per le strade ad incontrare uomini. Per altri parlare. Ognuno ha
dentro il suo talento.

Lo scopo della vostra vita è che ognuno di voi deve far germogliare
questo granello di senape che ha dentro. Questo talento e farlo
diventare una grande pianta; forse sbagliando, forse non capendo. Ma
l'importante è dire sempre: "Signore, sia fatto di me ciò che vuoi".
Lo scopo è questo. Ed è inutile che voi cerchiate di cambiarlo o
modificarlo attribuendovi meriti o demeriti che non avete. Lasciate
che il vostro talento dia uno scopo, un valore alla vostra vita. E non
temete. Non è sbagliato affermare il proprio ego nella vita. È
sbagliato affermarlo di fronte alla Luce, al Maestro. O peggio
dimenticandosi del Maestro.

Sappiate essere umili, ma forti. Sappiate essere una canna al vento,
che si piega, ma non si spezza.

Ogni cosa che succede nella vita - prendere un lavoro importante,
ammalarsi, perdere l'amore, rompere con un figlio, perdere la casa -
deve farvi capire il perché delle cose. Deve darvi la spinta ad andare
avanti. A lottare sempre. A combattere. Senza perdere mai la speranza.
E se vincerete, o se perderete, dovrete essere capaci di dire "grazie
Signore", perché in ogni caso, mi stai insegnando qualcosa.

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